La Sacra Bibbia - Testo della Conferenza Episcopale Italiana
La Sacra Bibbia - Testo C.E.I. 2008
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Bibbia CEI 2008
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1In quei giorni Mattatia, figlio di Giovanni, figlio di Simone, sacerdote della stirpe di Ioarìb, partì da Gerusalemme e venne a stabilirsi a Modin. 2Egli aveva cinque figli: Giovanni chiamato anche Gaddì, 3Simone chiamato Tassì, 4Giuda chiamato Maccabeo, 5Eleàzaro chiamato Auaràn, Giònata chiamato Affus. 6Viste le azioni sacrileghe che si commettevano in Giuda e a Gerusalemme, 7disse: «Ohimè! Perché mai sono nato per vedere lo strazio del mio popolo e lo strazio della città santa e debbo starmene qui mentre essa è in balìa dei nemici e il santuario è in mano agli stranieri?

8Il suo tempio è diventato come un uomo ignobile,
9gli arredi della sua gloria sono stati portati via come preda,
sono stati trucidati i suoi bambini nelle piazze
e i fanciulli dalla spada nemica.
10Quale popolo non ha invaso il suo regno
e non si è impadronito delle sue spoglie?
11Ogni ornamento le è stato strappato,
da padrona è diventata schiava.
12Ecco, le nostre cose sante,
la nostra bellezza, la nostra gloria
sono state devastate,
le hanno profanate le nazioni.
13Perché vivere ancora?».

14Mattatia e i suoi figli si stracciarono le vesti, si vestirono di sacco e fecero grande lutto.

15Ora i messaggeri del re, incaricati di costringere all’apostasia, vennero nella città di Modin per indurre a offrire sacrifici. 16Molti Israeliti andarono con loro; invece Mattatia e i suoi figli si raccolsero in disparte. 17I messaggeri del re si rivolsero a Mattatia e gli dissero: «Tu sei uomo autorevole, stimato e grande in questa città e sei sostenuto da figli e fratelli. 18Su, fatti avanti per primo e adempi il comando del re, come hanno fatto tutti i popoli e gli uomini di Giuda e quelli rimasti a Gerusalemme; così tu e i tuoi figli passerete nel numero degli amici del re e tu e i tuoi figli avrete in premio oro e argento e doni in quantità». 19Ma Mattatia rispose a gran voce: «Anche se tutti i popoli che sono sotto il dominio del re lo ascoltassero e ognuno abbandonasse la religione dei propri padri e volessero tutti aderire alle sue richieste, 20io, i miei figli e i miei fratelli cammineremo nell’alleanza dei nostri padri. 21Non sia mai che abbandoniamo la legge e le tradizioni. 22Non ascolteremo gli ordini del re per deviare dalla nostra religione a destra o a sinistra». 23Quando ebbe finito di pronunciare queste parole, si avvicinò un Giudeo alla vista di tutti per sacrificare sull’altare di Modin secondo il decreto del re. 24Ciò vedendo, Mattatia arse di zelo; fremettero le sue viscere e fu preso da una giusta collera. Fattosi avanti di corsa, lo uccise sull’altare; 25uccise nel medesimo tempo il messaggero del re, che costringeva a sacrificare, e distrusse l’altare. 26Egli agiva per zelo verso la legge, come aveva fatto Fineès con Zambrì, figlio di Salom. 27La voce di Mattatia tuonò nella città: «Chiunque ha zelo per la legge e vuole difendere l’alleanza mi segua!». 28Fuggì con i suoi figli tra i monti, abbandonando in città quanto possedevano.

29Allora molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero nel deserto, per stabilirvisi 30con i loro figli, le loro mogli e il bestiame, perché si erano inaspriti i mali sopra di loro. 31Fu riferito agli uomini del re e alle milizie che stavano a Gerusalemme, nella Città di Davide, che laggiù, in luoghi nascosti del deserto, si erano raccolti uomini che avevano infranto l’editto del re. 32Molti corsero a inseguirli, li raggiunsero, si accamparono di fronte a loro e si prepararono a dare battaglia in giorno di sabato. 33Dicevano loro: «Ora basta! Uscite, obbedite ai comandi del re e avrete salva la vita». 34Ma quelli risposero: «Non usciremo, né seguiremo gli ordini del re, profanando il giorno del sabato». 35Quelli si precipitarono all’assalto contro di loro. 36Ma essi non risposero loro, né lanciarono pietre, né ostruirono i nascondigli, 37dichiarando: «Moriamo tutti nella nostra innocenza. Ci sono testimoni il cielo e la terra che ci fate morire ingiustamente». 38Così quelli si lanciarono contro di loro in battaglia di sabato, ed essi morirono con le mogli e i figli e il loro bestiame, in numero di circa mille persone.

39Quando Mattatia e i suoi amici lo seppero, ne fecero grande pianto. 40Poi dissero tra loro: «Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, in breve ci faranno sparire dalla terra». 41Presero in quel giorno stesso questa decisione: «Combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di sabato e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli».

42Allora si unì a loro il gruppo degli Asidei, uomini di grande valore in Israele, tutti impegnati a difendere la legge; 43inoltre quanti fuggivano davanti alle sventure si univano a loro e divenivano loro rinforzo. 44Così organizzarono un contingente di forze e percossero con ira i peccatori e gli uomini perversi con furore; i restanti fuggirono tra i pagani per salvarsi. 45Mattatia, poi, e i suoi amici andarono in giro a demolire gli altari 46e fecero circoncidere a forza tutti i bambini non circoncisi che trovarono nel territorio d’Israele. 47Non diedero tregua ai superbi e l’impresa ebbe buona riuscita nelle loro mani; 48difesero la legge dalla prepotenza dei popoli e dei re e non la diedero vinta ai peccatori.

49Intanto si avvicinava per Mattatia l’ora della morte ed egli disse ai figli: «Ora dominano superbia e ingiustizia, è il tempo della distruzione e dell’ira rabbiosa. 50Ora, figli, mostrate zelo per la legge e date la vostra vita per l’alleanza dei nostri padri. 51Ricordate le gesta compiute dai padri ai loro tempi e traetene gloria insigne e nome eterno. 52Abramo non fu trovato forse fedele nella tentazione e ciò non gli fu accreditato a giustizia? 53Giuseppe nell’ora dell’oppressione osservò il precetto e divenne signore dell’Egitto. 54Fineès, nostro padre, per lo zelo dimostrato conseguì l’alleanza del sacerdozio perenne. 55Giosuè, obbedendo alla divina parola, divenne giudice in Israele. 56Caleb, testimoniando nell’assemblea, ebbe in sorte parte del nostro paese. 57Davide per la sua pietà ottenne il trono del regno per sempre. 58Elia, poiché aveva dimostrato zelo ardente per la legge, fu assunto in cielo. 59Anania, Azaria e Misaele per la loro fede furono salvati dalla fiamma. 60Daniele nella sua innocenza fu sottratto alle fauci dei leoni. 61Così, di seguito, considerate di generazione in generazione: quanti hanno fiducia in lui non soccombono. 62Non abbiate paura delle parole del perverso, perché la sua gloria andrà a finire ai rifiuti e ai vermi; 63oggi è esaltato, domani non si trova più, perché ritorna alla polvere e i suoi progetti falliscono. 64Figli, siate valorosi e forti nella legge, perché in essa sarete glorificati. 65Ecco qui vostro fratello Simone; io so che è un uomo saggio: ascoltatelo sempre, egli sarà vostro padre. 66Giuda Maccabeo, forte guerriero dalla sua gioventù, sarà capo del vostro esercito e condurrà la battaglia contro i popoli. 67Radunate, dunque, intorno a voi quanti praticano la legge e vendicate il vostro popolo; 68rendete il meritato castigo ai pagani e attenetevi all’ordinamento della legge». 69Poi li benedisse e si riunì ai suoi padri. 70Morì nell’anno centoquarantasei e fu sepolto nella tomba dei suoi padri a Modin; tutto Israele fece grande pianto su di lui.

1Al suo posto sorse il figlio di lui, Giuda, chiamato Maccabeo; 2lo aiutavano tutti i suoi fratelli e quanti si erano legati al padre e conducevano la battaglia d’Israele con entusiasmo.

3Egli accrebbe la gloria del suo popolo,
rivestì la corazza come gigante,
cinse l’armatura di guerra
e sostenne battaglie,
difendendo il campo con la spada.
4Nelle sue gesta fu simile a leone,
come leoncello ruggente sulla preda.
5Inseguì gli iniqui braccandoli,
i perturbatori del popolo distrusse con il fuoco.
6Gli iniqui sbigottirono per paura di lui,
tutti i malfattori furono confusi
e la salvezza per mezzo di lui ebbe buon esito.
7Inflisse amarezze a molti re,
rallegrò con le sue gesta Giacobbe;
sempre la sua memoria sarà benedetta.
8Percorse le città di Giuda
e vi sterminò i rinnegati
e distolse l’ira da Israele.
9Divenne celebre fino all’estremità della terra
e radunò coloro che erano dispersi.

10Apollònio radunò dei pagani e un forte esercito dalla Samaria per combattere Israele. 11Giuda lo seppe e avanzò contro di lui, lo sconfisse e lo uccise; molti caddero colpiti a morte e i superstiti fuggirono. 12Così s’impadronirono delle loro spoglie e Giuda si riservò la spada di Apollònio e l’adoperò in guerra per tutto il tempo della sua vita. 13Quando Seron, comandante delle forze di Siria, seppe che Giuda aveva radunato un contingente e c’era con lui uno stuolo di fedeli e uomini preparati alla guerra, 14disse: «Mi farò un nome e mi coprirò di gloria nel regno, combattendo Giuda e i suoi uomini che hanno disprezzato gli ordini del re». 15Fece i preparativi e si unì a lui un forte gruppo di rinnegati per aiutarlo a vendicarsi dei figli d’Israele. 16Si spinse fino alla salita di Bet-Oron e Giuda gli andò incontro con una piccola schiera. 17Ma quando videro lo schieramento avanzare contro di loro, dissero a Giuda: «Come faremo noi così pochi ad attaccare battaglia contro una moltitudine così forte? Oltre tutto, siamo rimasti oggi senza mangiare». 18Giuda rispose: «Non è impossibile che molti cadano in mano a pochi e non c’è differenza per il Cielo tra salvare per mezzo di molti e salvare per mezzo di pochi; 19perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene la forza. 20Costoro vengono contro di noi pieni d’insolenza e d’iniquità per eliminare noi, le nostre mogli e i nostri figli e saccheggiarci; 21noi combattiamo per la nostra vita e le nostre leggi. 22Sarà lui a stritolarli davanti a noi. Voi dunque non temeteli». 23Quando ebbe finito di parlare, piombò su di loro all’improvviso e Seron con il suo schieramento fu sgominato davanti a lui. 24Lo inseguirono nella discesa di Bet-Oron fino alla pianura: caddero tra loro circa ottocento uomini, gli altri fuggirono nel territorio dei Filistei. 25Così cominciò a diffondersi il timore di Giuda e dei suoi fratelli e le genti intorno furono prese da terrore. 26La fama di lui giunse fino al re, e delle sue imprese militari parlavano le genti.

27Quando il re Antioco seppe queste cose, si adirò furiosamente e diede ordine di radunare tutte le forze militari del suo regno, un esercito molto potente. 28Aprì il suo tesoro e diede alle truppe il soldo per un anno, ordinando loro di stare pronti per ogni evenienza. 29Ma si accorse che non bastavano le riserve delle sue casse e che le entrate del paese erano poche, a causa delle rivolte e delle rovine che aveva provocato nella regione, per estirpare le tradizioni che erano in vigore dai tempi antichi; 30temette di non avere, come altre volte in passato, le risorse per le spese e i doni, che faceva con mano prodiga, superando i re precedenti. 31Ne fu grandemente angustiato e prese la decisione di invadere la Persia, per riscuotere i tributi di quelle province e ammassare molto denaro. 32Lasciò Lisia, uomo illustre e di stirpe regale, alla direzione degli affari del re, dall’Eufrate fino ai confini dell’Egitto, 33e con l’incarico di curare l’educazione del figlio Antioco fino al suo ritorno. 34A lui affidò metà dell’esercito e gli elefanti e gli diede istruzioni per tutte le cose che voleva fossero eseguite; riguardo agli abitanti della Giudea e di Gerusalemme 35gli ordinò di mandare contro di loro milizie, per distruggere ed eliminare le forze d’Israele e quanto restava a Gerusalemme e cancellare il loro ricordo dalla regione, 36di trasferire stranieri su tutti i loro monti e di distribuire le loro terre. 37Il re poi prese l’altra metà dell’esercito e partì da Antiòchia, la capitale del suo regno, nell’anno centoquarantasette; passò l’Eufrate e percorse le regioni settentrionali.

38Allora Lisia scelse Tolomeo, figlio di Dorimene, Nicànore e Gorgia, uomini potenti tra gli amici del re, 39e spedì ai loro ordini quarantamila fanti e settemila cavalieri nella terra di Giuda, per devastarla secondo il comando del re. 40Questi partirono con tutte le truppe e andarono ad accamparsi vicino a Èmmaus, nella pianura. 41I mercanti della regione ne ebbero notizia e si rifornirono in abbondanza d’oro e d’argento e di catene e vennero presso l’accampamento per acquistare come schiavi gli Israeliti. A loro si aggiunsero forze della Siria e del territorio dei Filistei. 42Giuda e i suoi fratelli videro che i mali si erano aggravati e che l’esercito era accampato nel loro territorio; vennero a conoscere quanto il re aveva ordinato di fare per la rovina e l’annientamento del loro popolo. 43Allora si dissero l’un l’altro: «Facciamo risorgere il popolo dalla sua rovina e combattiamo per il nostro popolo e per il luogo santo». 44Si radunò l’assemblea per prepararsi alla battaglia e per pregare e chiedere pietà e misericordia.

45Gerusalemme era disabitata come un deserto,
nessuno dei suoi figli vi entrava o ne usciva,
il santuario era calpestato,
gli stranieri erano nella Cittadella,
soggiorno dei pagani.
La gioia era sparita da Giacobbe,
erano scomparsi il flauto e la cetra.

46Si radunarono dunque e vennero a Masfa di fronte a Gerusalemme, perché nei tempi antichi a Masfa c’era un luogo di preghiera in Israele. 47In quel giorno digiunarono e si vestirono di sacco, si cosparsero di cenere il capo e si stracciarono le vesti. 48Aprirono il libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di sapere dagli idoli dei loro dèi. 49Portarono le vesti sacerdotali, le primizie e le decime e fecero venire avanti i nazirei, che avevano terminato i giorni del loro voto, 50e alzarono la voce al Cielo gridando: «Che cosa faremo di costoro e dove li condurremo, 51mentre il tuo santuario è calpestato e profanato e i tuoi sacerdoti sono in lutto e desolazione? 52Ecco, i pagani si sono alleati contro di noi per distruggerci; tu sai quello che vanno macchinando contro di noi. 53Come potremo resistere di fronte a loro, se tu non ci aiuterai?». 54Diedero fiato alle trombe e gridarono a gran voce. 55Dopo questo, Giuda stabilì i condottieri del popolo, i comandanti di mille, di cento, di cinquanta e di dieci uomini. 56A coloro che costruivano case o che stavano per prendere moglie, a quelli che piantavano la vigna o che erano paurosi disse di tornare a casa loro, secondo la legge. 57Poi levò il campo e si disposero a mezzogiorno di Èmmaus. 58Giuda ordinò: «Cingetevi e siate forti e state preparati per l’alba di domani a dar battaglia a questi pagani, che si sono alleati per distruggere noi e il nostro santuario. 59Del resto è meglio per noi morire in battaglia, che vedere la rovina della nostra gente e del santuario. 60Però, qualunque sia la volontà del Cielo, così accadrà».

1Gorgia prese allora cinquemila fanti e mille cavalieri scelti, e il campo si levò di notte 2per sorprendere il campo dei Giudei e sconfiggerli all’improvviso; gli uomini della Cittadella gli facevano da guida. 3Ma Giuda lo venne a sapere e mosse anche lui con i suoi valorosi per sconfiggere le forze del re che sostavano a Èmmaus, 4mentre i soldati erano ancora dispersi fuori del campo. 5Gorgia giunse al campo di Giuda di notte e non vi trovò nessuno; li andava cercando sui monti dicendo: «Costoro fuggono davanti a noi». 6Fattosi giorno, Giuda apparve nella pianura con tremila uomini; non avevano però né corazze né spade, come avrebbero voluto. 7Videro l’accampamento dei pagani difeso e fortificato, con la cavalleria disposta intorno, tutti esperti nella guerra. 8Ma Giuda disse ai suoi uomini: «Non temete il loro numero, né abbiate paura dei loro assalti; 9ricordate come i nostri padri furono salvati nel Mar Rosso, quando il faraone li inseguiva con l’esercito. 10Alziamo la nostra voce al Cielo, perché ci usi benevolenza e si ricordi dell’alleanza con i nostri padri e voglia abbattere questo schieramento davanti a noi oggi. 11Allora tutte le nazioni sapranno che c’è chi riscatta e salva Israele». 12Gli stranieri alzarono gli occhi e li videro venire loro incontro; 13perciò uscirono dagli accampamenti per dare battaglia. Gli uomini di Giuda diedero fiato alle trombe 14e attaccarono. I pagani furono sconfitti e fuggirono verso la pianura, 15ma quelli che erano più indietro caddero tutti uccisi di spada. Li inseguirono fino a Ghezer e fino alle pianure dell’Idumea, di Azoto e di Iàmnia; ne caddero circa tremila.

16Quando Giuda e i suoi armati tornarono dal loro inseguimento, 17egli disse alla sua gente: «Non siate avidi delle spoglie, perché ci attende ancora la battaglia. 18Gorgia e il suo esercito sono sul monte vicino a noi. Ora voi state pronti a opporvi ai nemici e combattete contro di loro; poi farete tranquillamente bottino». 19Mentre Giuda ancora parlava, apparve un reparto che spiando dal monte 20vide che i loro erano stati messi in fuga e gli altri incendiavano il campo: il fumo che si scorgeva segnalava l’accaduto. 21A quello spettacolo si sgomentarono grandemente; vedendo inoltre giù nella pianura lo schieramento di Giuda pronto all’attacco, 22fuggirono tutti nel territorio dei Filistei. 23Allora Giuda ritornò a depredare il campo e raccolsero oro e argento in quantità e stoffe tinte di porpora viola e porpora marina e grandi ricchezze. 24Di ritorno cantavano e benedicevano il Cielo perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 25Fu quello un giorno di grande liberazione per Israele.

26Quanti degli stranieri erano scampati, presentandosi a Lisia, gli narrarono tutto quello che era accaduto. 27Sentendo ciò, egli fu preso da turbamento e scoraggiamento, perché le cose in Israele non erano andate come egli voleva e l’esito non era stato conforme a quanto il re aveva comandato.

28Perciò l’anno dopo mise insieme sessantamila uomini scelti e cinquemila cavalieri per combattere contro di loro. 29Vennero nell’Idumea e si accamparono a Bet-Sur. Giuda mosse contro di loro con diecimila uomini. 30Quando vide l’imponente accampamento, innalzò questa preghiera: «Benedetto sei tu, o salvatore d’Israele, che hai fiaccato l’impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide e hai fatto cadere l’esercito dei Filistei nelle mani di Giònata, figlio di Saul, e del suo scudiero; 31nello stesso modo fa’ cadere questo esercito nelle mani d’Israele, tuo popolo, e così siano svergognati nel loro esercito e nella loro cavalleria. 32Infondi in loro timore e spezza l’audacia della loro forza, siano travolti nella loro rovina. 33Abbattili con la spada dei tuoi devoti; ti lodino con canti tutti coloro che riconoscono il tuo nome». 34Poi sferrarono l’attacco da una parte e dall’altra, e caddero davanti ai Giudei circa cinquemila uomini del campo di Lisia. 35Vedendo Lisia lo scompiglio delle sue file, mentre nelle schiere di Giuda cresceva il coraggio ed erano pronti a vivere o a morire gloriosamente, se ne tornò in Antiòchia dove assoldò mercenari in maggior numero per venire di nuovo in Giudea.

36Giuda intanto e i suoi fratelli dissero: «Ecco, sono stati sconfitti i nostri nemici: andiamo a purificare il santuario e a riconsacrarlo». 37Così si radunò tutto l’esercito e salirono al monte Sion. 38Trovarono il santuario desolato, l’altare profanato, le porte arse e cresciute le erbe nei cortili, come in un luogo selvatico o montuoso, e le celle sacre in rovina. 39Allora si stracciarono le vesti, fecero grande lamento, si cosparsero di cenere, 40si prostrarono con la faccia a terra, fecero dare i segnali con le trombe e alzarono grida al Cielo. 41Giuda ordinò ai suoi uomini di tenere impegnati quelli della Cittadella, finché non avesse purificato il santuario. 42Poi scelse sacerdoti senza macchia, osservanti della legge, 43che purificarono il santuario e portarono le pietre profanate in luogo immondo. 44Tennero consiglio per decidere che cosa fare circa l’altare degli olocausti, che era stato profanato. 45Vennero nella felice determinazione di demolirlo, perché non fosse loro di vergogna, essendo stato profanato dai pagani. Demolirono dunque l’altare 46e riposero le pietre sul monte del tempio in luogo conveniente, finché fosse comparso un profeta a decidere di esse. 47Poi presero pietre grezze, secondo la legge, ed edificarono un altare nuovo, come quello di prima. 48Restaurarono il santuario e consacrarono l’interno del tempio e i cortili; 49rifecero gli arredi sacri e collocarono il candelabro e l’altare degli incensi e la tavola nel tempio. 50Poi bruciarono incenso sull’altare e accesero sul candelabro le lampade che splendettero nel tempio. 51Posero ancora i pani sulla tavola e stesero le cortine. Così portarono a termine tutte le opere intraprese.

52Si radunarono il mattino del venticinque del nono mese, cioè il mese di Chisleu, nell’anno centoquarantotto, 53e offrirono il sacrificio secondo la legge sul nuovo altare degli olocausti che avevano costruito. 54Nella stessa stagione e nello stesso giorno in cui l’avevano profanato i pagani, fu riconsacrato fra canti e suoni di cetre e arpe e cimbali. 55Tutto il popolo si prostrò con la faccia a terra, e adorarono e benedissero il Cielo che era stato loro propizio. 56Celebrarono la dedicazione dell’altare per otto giorni e offrirono olocausti con gioia e sacrificarono vittime di ringraziamento e di lode. 57Poi ornarono la facciata del tempio con corone d’oro e piccoli scudi. Rifecero i portoni e le celle sacre, munendole di porte. 58Grandissima fu la gioia del popolo, perché era stata cancellata l’onta dei pagani. 59Giuda, i suoi fratelli e tutta l’assemblea d’Israele, poi, stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell’altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Chisleu, con gioia ed esultanza. 60In quel tempo edificarono pure, intorno al monte Sion, mura alte e torri solide, perché i pagani non tornassero a calpestarlo come avevano fatto prima. 61Vi stabilì un contingente per presidiarlo e fortificò Bet-Sur, perché il popolo avesse una difesa contro l’Idumea.

1I popoli vicini, quando sentirono che era stato ricostruito l’altare e rinnovato il santuario come prima, fremettero di rabbia 2e decisero di eliminare quelli della stirpe di Giacobbe che si trovavano in mezzo a loro, e cominciarono a uccidere e a sopprimere gente in mezzo al popolo. 3Allora Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell’Idumea e nell’Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un grave colpo, li umiliò e s’impadronì delle loro spoglie. 4Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean, che erano stati di laccio e d’inciampo per il popolo, tendendo insidie nelle vie. 5Egli li rinchiuse nelle torri, si accampò contro di loro, li votò allo sterminio e diede fuoco alle torri con tutti coloro che vi erano dentro. 6Poi passò agli Ammoniti e vi trovò un forte contingente e un popolo numeroso al comando di Timòteo. 7Organizzò contro di loro molte azioni di guerra e furono sconfitti e annientati. 8Conquistò anche Iazer e le sue dipendenze e ritornò in Giudea.

9Anche i pagani di Gàlaad si coalizzarono contro gli Israeliti che erano nel loro territorio per eliminarli; ma questi fuggirono a Dàtema, nella fortezza, 10e inviarono questa lettera a Giuda e ai suoi fratelli: «Contro di noi si sono riuniti i pagani dei dintorni per eliminarci 11e si preparano a venire a espugnare la fortezza dove siamo rifugiati; Timòteo è a capo del loro esercito. 12Su, vieni a liberarci dalle mani di costoro, perché molti di noi sono caduti 13e tutti i nostri fratelli che erano nel territorio di Tubia sono stati messi a morte, sono state condotte in schiavitù le loro mogli con i figli e con i loro beni, e sono periti circa un migliaio di uomini».

14Stavano ancora leggendo la lettera, quand’ecco presentarsi altri messaggeri dalla Galilea con le vesti stracciate, che annunciavano le stesse cose. 15Dicevano: «Si sono uniti contro di noi gli abitanti di Tolemàide, Tiro e Sidone e tutta la Galilea degli stranieri per distruggerci». 16Quando Giuda e il popolo ebbero udito queste cose, si raccolse una grande assemblea per decidere che cosa fare per i loro fratelli posti nella tribolazione e attaccati dai nemici. 17Giuda disse a Simone, suo fratello: «Scegliti degli uomini e corri a liberare i tuoi fratelli della Galilea; io e mio fratello Giònata andremo nella regione di Gàlaad». 18Lasciò Giuseppe, figlio di Zaccaria, e Azaria, capo del popolo, con il resto delle forze a presidiare la Giudea, 19dando loro questa consegna: «Governate questo popolo, ma non attaccate battaglia contro i pagani fino al nostro ritorno». 20Furono assegnati a Simone tremila uomini per la spedizione in Galilea, a Giuda ottomila uomini per la regione di Gàlaad.

21Simone si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani, e questi rimasero sconfitti davanti a lui; 22egli li inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero tra i pagani circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie. 23Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in Arbatta con le donne, i figli e tutti i loro averi, e li condusse in Giudea con grande gioia.

24Da parte loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto. 25S’imbatterono nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione di Gàlaad: 26che molti di loro erano assediati a Bosra e Bosor, ad Àlema, a Casfo, a Maked e Karnàin, tutte città fortificate e grandi, 27che altri erano rinchiusi nelle altre città di Gàlaad, che per il giorno dopo era stabilito di dare l’assalto alle fortezze, di espugnarle e di eliminare tutti in un solo giorno. 28Allora Giuda con il suo esercito tornò subito indietro per la via del deserto verso Bosra; prese la città e passò ogni maschio a fil di spada, s’impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la città. 29Nella notte partì di là e marciarono fino alla fortezza. 30Verso il mattino alzarono gli occhi ed ecco una folla innumerevole che issava scale e macchine per espugnare la fortezza e stava attaccando. 31Giuda, vedendo che la battaglia era già incominciata e che le grida della città arrivavano al cielo, per il suono delle trombe e le urla altissime, 32disse ai suoi soldati: «Combattete oggi per i vostri fratelli». 33Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni. 34L’esercito di Timòteo venne a sapere che c’era il Maccabeo; fuggirono davanti a lui, che inflisse loro una grave sconfitta; ne rimasero uccisi in quel giorno circa ottomila. 35Poi piegò su Àlema, l’assalì e la prese; ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e appiccò il fuoco. 36Tolse il campo di là e conquistò Casfo, Maked e Bosor e le altre città di Gàlaad.

37Dopo questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò di fronte a Rafon, al di là del torrente. 38Giuda mandò a esplorare il campo e gli riferirono: «Sono radunati con lui tutti i pagani che ci circondano: sono un esercito imponente. 39Anche gli Arabi sono assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del torrente e sono pronti a venire a battaglia con te». Giuda si mosse per affrontarli. 40Timòteo disse ai comandanti del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si avvicinavano al torrente: «Se passerà per primo contro di noi, non potremo resistergli, perché certamente ci vincerà. 41Se invece si mostrerà titubante e porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui e avremo la meglio». 42Quando Giuda si fu avvicinato al corso d’acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il torrente e comandò loro: «Non permettete che alcuno si fermi, ma vengano tutti a combattere». 43Passò per primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I pagani furono tutti travolti davanti a lui, gettarono le armi e fuggirono nel tempio di Karnàin. 44Conquistarono la città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti vi erano dentro. Così Karnàin fu vinta e non poté più resistere di fronte a Giuda.

45Giuda poi radunò tutti gli Israeliti che erano in Gàlaad, dal più piccolo al più grande, con le donne, i figli e i loro beni, una carovana molto grande, per andare nella Giudea. 46Arrivarono a Efron, grande città posta sul percorso, particolarmente fortificata, che non era possibile evitare da nessuna parte e bisognava passarvi in mezzo. 47Gli abitanti della città avevano chiuso loro il passaggio barricando le porte con pietre. 48Giuda mandò a far loro proposte pacifiche dicendo: «Attraverseremo il vostro paese solo per tornare al nostro; nessuno vi farà del male, non faremo altro che passare a piedi». Ma non vollero aprirgli. 49Giuda fece annunciare a tutta la truppa che ciascuno si accampasse dov’era. 50I soldati si fermarono e diedero l’assalto alla città, tutto quel giorno e tutta la notte, e la città si consegnò nelle sue mani. 51Giuda passò tutti i maschi a fil di spada, la distrusse totalmente, ne prese le spoglie e attraversò la città passando sopra i cadaveri. 52Poi attraversarono il Giordano verso la grande pianura di fronte a Bet-Sean. 53Giuda sollecitava quelli che rimanevano indietro e confortava il popolo durante tutto il viaggio, finché giunsero nella Giudea. 54Salirono il monte Sion in letizia ed esultanza e offrirono olocausti, perché nessuno di loro era caduto, fino al loro ritorno in pace.

55Nel tempo in cui Giuda e Giònata erano rimasti in Gàlaad, e Simone, loro fratello, in Galilea di fronte a Tolemàide, 56Giuseppe, figlio di Zaccaria, e Azaria, comandanti dell’esercito, vennero a sapere delle imprese gloriose e delle battaglie che avevano compiute 57e dissero: «Facciamoci onore anche noi e usciamo a combattere contro i pagani che sono intorno a noi». 58Diedero ordine ai soldati che erano con loro e si diressero a Iàmnia. 59Ma Gorgia uscì dalla città con i suoi uomini incontro a loro per attaccarli. 60Giuseppe e Azaria furono vinti e inseguiti fin nel territorio della Giudea, e in quel giorno caddero circa duemila uomini del popolo d’Israele. 61Toccò questa grave sconfitta al popolo, perché non avevano ascoltato Giuda e i suoi fratelli, pensando di compiere gesta eroiche. 62Costoro non erano della stirpe di quegli uomini, alle cui mani era stata affidata la salvezza d’Israele.

63Il prode Giuda e i suoi fratelli crebbero in grande fama presso tutto Israele e presso tutti i popoli ai quali giungeva notizia del loro nome. 64Tutti si adunavano attorno a loro per acclamarli.

65Giuda con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco tutt’intorno alle sue torri. 66Poi levò il campo per andare nel paese dei Filistei e attraversò Maresà. 67In quel giorno caddero in battaglia alcuni sacerdoti i quali, smaniosi di eroismi, erano usciti a combattere sconsideratamente. 68Giuda piegò su Azoto, terra dei Filistei: distrusse i loro altari, bruciò le statue dei loro dèi, mise a sacco la loro città e fece ritorno in Giudea.

1Mentre il re Antioco percorreva le regioni settentrionali, sentì che c’era in Persia la città di Elimàide, famosa per ricchezza, argento e oro; 2che c’era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d’oro, corazze e armi, lasciate là da Alessandro, figlio di Filippo, il re macèdone che aveva regnato per primo sui Greci. 3Allora vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città, 4che si opposero a lui con le armi; egli fu messo in fuga e dovette ritirarsi con grande tristezza e tornare a Babilonia. 5Venne poi un messaggero in Persia ad annunciargli che erano state sconfitte le truppe inviate contro Giuda. 6Lisia si era mosso con un esercito tra i più agguerriti, ma era stato messo in fuga dai nemici, i quali si erano rinforzati con armi e truppe e ingenti spoglie, tolte alle truppe che avevano sconfitto, 7e inoltre avevano demolito l’abominio da lui innalzato sull’altare a Gerusalemme, avevano cinto di alte mura, come prima, il santuario e Bet-Sur, che era una sua città. 8Il re, sentendo queste notizie, rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto secondo quanto aveva desiderato. 9Rimase così molti giorni, perché si rinnovava in lui una forte depressione e credeva di morire. 10Chiamò tutti i suoi amici e disse loro: «Se ne va il sonno dai miei occhi e l’animo è oppresso dai dispiaceri. 11Ho detto in cuor mio: in quale tribolazione sono giunto, in quale terribile agitazione sono caduto, io che ero così fortunato e benvoluto sul mio trono! 12Ora mi ricordo dei mali che ho commesso a Gerusalemme, portando via tutti gli arredi d’oro e d’argento che vi si trovavano e mandando a sopprimere gli abitanti di Giuda senza ragione. 13Riconosco che a causa di tali cose mi colpiscono questi mali; ed ecco, muoio nella più profonda tristezza in paese straniero». 14Poi chiamò Filippo, uno dei suoi amici, lo costituì reggente su tutto il suo regno 15e gli diede il diadema, la sua veste e l’anello, con l’incarico di guidare Antioco, suo figlio, e di educarlo a regnare. 16Il re Antioco morì in quel luogo l’anno centoquarantanove. 17Lisia fu informato che il re era morto e dispose che regnasse Antioco, suo figlio, che egli aveva educato fin da piccolo, e lo chiamò Eupàtore.

18Ora coloro che risiedevano nella Cittadella impedivano il passaggio degli Israeliti intorno al tempio e cercavano di molestarli continuamente e di sostenere i pagani. 19Giuda si propose di eliminarli e radunò in assemblea tutto il popolo per stringerli d’assedio. 20Si organizzarono dunque e posero l’assedio attorno alla Cittadella nell’anno centocinquanta, e Giuda fece costruire terrapieni e macchine. 21Ma alcuni di loro sfuggirono all’assedio; a essi si unirono alcuni rinnegati d’Israele 22e insieme andarono dal re e gli dissero: «Fino a quando non farai giustizia e vendetta dei nostri fratelli? 23Noi siamo stati lieti di servire tuo padre, di comportarci secondo i suoi comandi e di obbedire ai suoi editti. 24Per questo i figli del nostro popolo hanno posto assedio alla fortezza e si sono estraniati da noi; inoltre uccidono quanti di noi capitano nelle loro mani e si dividono i nostri averi. 25E non soltanto contro di noi stendono le mani, ma anche su tutto il tuo territorio. 26Ed ecco, ora hanno posto il campo contro la Cittadella, a Gerusalemme, per espugnarla e hanno fortificato il santuario e Bet-Sur. 27Se tu non sarai sollecito nel prevenirli, faranno di peggio e non li potrai più arrestare».

28Quando ebbe sentito tutto questo, il re si adirò e radunò tutti i suoi amici, comandanti dell’esercito e della cavalleria. 29Anche dagli altri regni e dalle isole del mare gli giunsero truppe mercenarie. 30Gli effettivi del suo esercito assommavano a centomila fanti, ventimila cavalieri e trentadue elefanti addestrati alla guerra. 31Passarono per l’Idumea e posero il campo contro Bet-Sur; attaccarono per molti giorni e allestirono macchine, ma quelli uscivano, le incendiavano e contrattaccavano con valore. 32Giuda allora levò il campo dalla Cittadella e lo trasferì a Bet-Zaccaria, di fronte al campo del re. 33Ma il re si mosse alle prime luci dell’alba e trasferì lo schieramento con mossa fulminea lungo la strada di Bet-Zaccaria; le truppe si disposero a battaglia e suonarono le trombe. 34Posero innanzi agli elefanti succo d’uva e di more per stimolarli al combattimento. 35Distribuirono le bestie tra le falangi e affiancarono a ciascun elefante mille uomini, protetti da corazze a maglia e da elmi di bronzo in testa, e cinquecento cavalieri scelti, disposti in ordine intorno a ciascuna bestia: 36questi in ogni caso si tenevano ai lati della bestia e, quando si spostava, si spostavano insieme senza allontanarsi da essa. 37Sopra ogni elefante vi erano solide torrette di legno, ben protette dagli attacchi, legate con appositi congegni, e su ogni torretta stavano quattro soldati, che di là bersagliavano, e un conducente indiano. 38Il resto della cavalleria si dispose di qua e di là sui due fianchi dello schieramento, per terrorizzare i nemici e proteggere le falangi. 39Quando il sole brillava sugli scudi d’oro e di bronzo, ne risplendevano per quei riflessi i monti e brillavano come fiaccole ardenti. 40Un distaccamento delle truppe del re si dispose sulle cime dei monti, un altro nella pianura e avanzavano sicuri e ordinati. 41Tremavano quanti sentivano il frastuono di quella moltitudine e la marcia di tanta gente e il cozzo delle armi: era veramente un esercito immenso e forte. 42Giuda con le sue truppe si avvicinò per attaccare lo schieramento e caddero nel campo del re seicento uomini. 43Eleàzaro, chiamato Auaràn, vide uno degli elefanti, protetto da corazze regie, sopravanzare tutte le altre bestie e pensò che sopra ci fosse il re; 44volle allora sacrificarsi per salvare il suo popolo e procurarsi nome eterno. 45Corse dunque verso l’animale con coraggio, attraverso la falange, e colpiva a morte a destra e a sinistra, mentre i nemici si dividevano davanti a lui, ritirandosi sui due lati. 46S’introdusse sotto l’elefante, lo infilzò con la spada e lo uccise; quello cadde a terra sopra di lui, che morì all’istante. 47Ma vedendo la potenza delle forze del re e l’impeto delle milizie, i Giudei si ritirarono.

48Allora i reparti dell’esercito del re salirono per attaccarli a Gerusalemme e il re si accampò contro la Giudea e il monte Sion. 49Fece pace con quelli che erano a Bet-Sur, i quali uscirono dalla città, non avendo più vettovaglie per sostenere l’assedio: la terra infatti era nel riposo dell’anno sabbatico. 50Il re s’impadronì di Bet-Sur e vi pose un presidio a guardia. 51Si accampò presso il santuario per molto tempo e allestì terrapieni e macchine, ordigni incendiari e baliste, scorpioni per lanciare frecce, e fionde. 52Anche i difensori opposero macchine alle loro macchine e i combattimenti durarono molti giorni. 53Ma non c’erano più viveri nei depositi, poiché era in corso l’anno sabbatico e coloro che erano arrivati in Giudea per sfuggire ai pagani avevano consumato il resto delle provviste. 54Furono allora lasciati pochi uomini nel santuario, poiché li aveva sorpresi la fame, e si dispersero ciascuno nel suo paese.

55Lisia poi venne a sapere che Filippo, al quale il re Antioco, ancora in vita, aveva affidato l’incarico di educare Antioco, suo figlio, destinato al regno, 56era tornato dalla Persia e dalla Media; era con lui l’esercito partito con il re e cercava di prendere in mano il governo. 57Allora in fretta fece cenno di voler partire e disse al re e ai comandanti dell’esercito e ai soldati: «Noi ci esauriamo di giorno in giorno: il cibo è scarso e il luogo che assediamo è ben munito, mentre gli affari del regno incombono su di noi. 58Ora dunque offriamo la destra a questi uomini e facciamo pace con loro e con tutto il loro popolo 59e permettiamo loro di seguire le loro tradizioni, come prima; proprio per queste tradizioni, che noi abbiamo cercato di distruggere, essi si sono irritati e hanno provocato tutto questo». 60La proposta piacque al re e a tutti i capi; mandò a negoziare la pace con loro, ed essi accettarono. 61Il re e i capi giurarono davanti a loro, ed essi a tali patti uscirono dalla fortezza. 62Ma quando il re fece l’ingresso sul monte Sion e vide le fortificazioni del luogo, violò il giuramento che aveva fatto e impose la distruzione delle mura di cinta. 63Poi partì in fretta e fece ritorno ad Antiòchia; vi trovò Filippo padrone della città, gli fece guerra e s’impadronì della città con la forza.

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1Quando Demetrio seppe che era morto Nicànore ed era stato distrutto il suo esercito in combattimento, decise di mandare di nuovo Bàcchide e Àlcimo in Giudea e l’ala destra dell’esercito con loro. 2Seguirono la via di Gàlgala e si accamparono sopra Mesalòt in Arbela; la occuparono e vi fecero morire molti uomini. 3Nel primo mese dell’anno centocinquantadue posero il campo contro Gerusalemme. 4Poi lo tolsero e si portarono a Berea con ventimila fanti e duemila cavalieri. 5Giuda era accampato a Elasà con tremila uomini scelti. 6Quando videro la massa di un esercito così numeroso, ne rimasero sgomenti e molti si dileguarono dal campo e non restarono che ottocento uomini. 7Giuda vide che il suo esercito si disgregava mentre la battaglia incalzava; si sentì venire meno il cuore, perché non aveva possibilità di radunare i suoi, 8e tutto affranto disse ai superstiti: «Alziamoci e andiamo contro i nostri avversari, nella speranza di poterli debellare». 9Ma lo dissuadevano dicendo: «Per il momento non riusciremo a fare altro che metterci in salvo, ma torneremo poi con i nostri fratelli e combatteremo contro di loro; da soli siamo troppo pochi». 10Giuda disse: «Non faremo mai una cosa simile: fuggire da loro! Se è giunta la nostra ora, moriamo da eroi per i nostri fratelli e non lasciamo ombra alla nostra gloria». 11L’esercito nemico uscì dal campo, schierandosi contro i Giudei: la cavalleria si divise in due ali e i frombolieri e gli arcieri precedevano lo schieramento; i più validi erano tutti in prima fila e Bàcchide stava all’ala destra. 12La falange si mosse avanzando ai due lati, al suono delle trombe; anche dalla parte di Giuda si diede fiato alle trombe. 13La terra fu scossa dal fragore degli eserciti. Si scatenò la battaglia che durò dal mattino fino a sera. 14Giuda notò che Bàcchide e la parte più forte dell’esercito erano a destra: allora si unirono a lui tutti i più coraggiosi 15e fu travolta l’ala destra dal loro urto ed egli la inseguì fino al monte di Azoto. 16Ma quelli dell’ala sinistra, vedendo che era stata sconfitta l’ala destra, si volsero sugli stessi passi di Giuda e dei suoi uomini assalendoli alle spalle. 17Così si accese la battaglia e caddero molti feriti a morte, da una parte e dall’altra; 18cadde anche Giuda e gli altri fuggirono.

19Giònata e Simone raccolsero Giuda, loro fratello, e lo seppellirono nel sepolcro dei suoi padri, a Modin. 20Tutto Israele lo pianse: furono in gran lutto e fecero lamenti per molti giorni, esclamando: 21«Come è potuto cadere l’eroe che salvava Israele?». 22Il resto delle imprese di Giuda e delle battaglie, degli eroismi di cui diede prova e dei suoi titoli di gloria non è stato scritto, perché troppo grande era il loro numero.

23Dopo la morte di Giuda riapparvero gli iniqui in tutto il territorio d’Israele e risorsero tutti gli operatori d’ingiustizia. 24In quei giorni sopravvenne una terribile carestia e gli stessi abitanti della regione passarono dalla loro parte. 25Bàcchide scelse uomini rinnegati e li fece padroni della regione. 26Si diedero a ricercare e braccare gli amici di Giuda e li conducevano da Bàcchide, che si vendicava di loro e li scherniva. 27Ci fu grande tribolazione in Israele, come non si verificava dal giorno in cui non era più apparso un profeta in mezzo a loro. 28Allora tutti gli amici di Giuda si radunarono e dissero a Giònata: 29«Da quando è morto tuo fratello Giuda, non c’è uomo simile a lui per condurre l’azione contro i nemici e Bàcchide, e contro gli avversari della nostra nazione. 30Ora noi oggi eleggiamo te nostro capo e condottiero al suo posto, per combattere le nostre battaglie». 31Giònata assunse il comando in quella occasione e prese il posto di Giuda, suo fratello.

32Bàcchide, avutane notizia, cercava di ucciderlo. 33Ma Giònata e Simone, suo fratello, con tutti i loro seguaci, lo seppero e fuggirono nel deserto di Tekòa e si accamparono presso la cisterna di Asfar. 34Bàcchide però lo venne a sapere in giorno di sabato e si portò anche lui con tutto il suo esercito al di là del Giordano. 35Giònata inviò suo fratello, capo della turba, a chiedere ai Nabatei, suoi amici, di poter deporre presso di loro i propri equipaggiamenti, che erano abbondanti. 36Ma i figli di Iambrì, che abitavano a Màdaba, fecero una razzia e catturarono Giovanni con tutte le cose che aveva e portarono via tutto. 37Dopo questo fatto riferirono a Giònata e a Simone, suo fratello: «I figli di Iambrì celebrano una grande festa di nozze e da Nadabàt conducono la sposa, figlia di uno dei grandi magnati di Canaan, con corteo solenne». 38Si ricordarono allora del sangue del loro fratello Giovanni, perciò si mossero e si appostarono in un antro del monte. 39Ed ecco, alzando gli occhi, videro un corteo numeroso e festante e lo sposo con gli amici e i fratelli, che avanzava incontro al corteo, con tamburelli e strumenti musicali e grande apparato. 40Balzando sopra di loro dall’appostamento in cui si trovavano, li trucidarono; molti caddero colpiti a morte mentre gli altri ripararono sul monte, ed essi presero le loro spoglie. 41Le nozze furono mutate in lutto e i suoni delle loro musiche in lamento. 42Così vendicarono il sangue del loro fratello e ritornarono nelle paludi del Giordano.

43Bàcchide ne ebbe notizia e venne in giorno di sabato fin sulle sponde del Giordano con un numeroso esercito. 44Giònata disse ai suoi: «Alziamoci e combattiamo per la nostra vita, perché oggi non è come ieri e l’altro ieri. 45Ecco, abbiamo i nemici di fronte a noi e alle spalle, dall’uno e dall’altro lato abbiamo l’acqua del Giordano, la palude e la boscaglia: non c’è possibilità di scampo. 46Alzate perciò ora le vostre grida al Cielo, perché possiate salvarvi dalla mano dei vostri nemici». 47E si attaccò battaglia. Giònata stese la mano per colpire Bàcchide, ma questi lo scansò e si tirò indietro. 48Allora Giònata e i suoi uomini si gettarono nel Giordano e raggiunsero a nuoto l’altra sponda; ma gli altri non passarono il Giordano per inseguirli. 49Dalla parte di Bàcchide caddero in quella giornata circa mille uomini. 50Bàcchide poi tornò a Gerusalemme ed edificò fortezze in tutta la Giudea: le fortezze di Gerico, Èmmaus, Bet-Oron, Betel, Tamnata, Piratòn e Tefon, con mura alte, porte e sbarre, e 51vi pose un presidio per molestare Israele. 52Fortificò anche la città di Bet-Sur, Ghezer e la Cittadella e vi stabilì milizie e vettovaglie. 53Prese come ostaggi i figli dei capi della regione e li pose come prigionieri nella Cittadella a Gerusalemme.

54Nell’anno centocinquantatré, nel secondo mese, Àlcimo ordinò di demolire il muro del cortile interno del santuario; distrusse così l’opera dei profeti. Si incominciò dunque a demolire. 55Ma in quel tempo Àlcimo ebbe un grave malore e la sua opera fu interrotta. La sua bocca rimase impedita e paralizzata, e non poteva più parlare né dare disposizioni per la sua casa. 56Àlcimo morì in quel tempo con grande tormento. 57Bàcchide, vedendo che Àlcimo era morto, se ne tornò presso il re, e la Giudea rimase tranquilla per due anni.

58Tutti gli iniqui tennero questo consiglio: «Ecco, Giònata e i suoi vivono tranquilli e sicuri. Noi dunque faremo venire Bàcchide, che li catturerà tutti in una sola notte». 59Andarono e tennero consiglio da lui. 60Egli si mosse per venire con un esercito numeroso e mandò di nascosto lettere a tutti i suoi fautori nella Giudea, perché s’impadronissero di Giònata e dei suoi. Ma non vi riuscirono, perché era stata svelata la loro trama. 61Anzi, questi presero una cinquantina di uomini, tra i promotori di tale scelleratezza nel paese, e li misero a morte. 62Poi Giònata e Simone con i loro uomini si ritirarono a Bet-Basì nel deserto, ricostruirono le sue rovine e la fortificarono. 63Lo seppe Bàcchide; radunò la sua gente e avvisò quelli della Giudea. 64Quindi andò ad accamparsi presso Bet-Basì e l’attaccò per molti giorni allestendo anche macchine. 65Giònata lasciò Simone, suo fratello, nella città e uscì nella regione, percorrendola con un drappello di armati. 66Batté Odomerà con i suoi fratelli e i figli di Fasiròn nel loro attendamento. Cominciarono così a battersi e aumentarono di forze. 67Simone, a sua volta, e i suoi fecero una sortita dalla città e incendiarono le macchine. 68Poi attaccarono Bàcchide, che fu da loro sconfitto, e lo posero in grande angustia, perché il suo piano e la sua impresa erano andati a vuoto. 69Si rivolse con rabbia contro quegli iniqui, che l’avevano consigliato di venire in quella regione, e ne mandò a morte molti; poi decise di ritornare nella sua terra. 70Giònata lo seppe e gli mandò messaggeri per concludere la pace e scambiare i prigionieri. 71Quegli accettò e fece secondo le sue proposte, giurandogli che non gli avrebbe recato alcun male per il resto dei suoi giorni; 72gli restituì i prigionieri che prima aveva catturato nella Giudea e, messosi sulla via del ritorno, se ne andò nella sua terra e non volle più tornare nel loro territorio. 73Così si riposò la spada in Israele. Giònata si stabilì a Micmas. Incominciò a governare il popolo e fece sparire i rinnegati da Israele.

1Nell’anno centosessanta Alessandro Epìfane, figlio di Antioco, s’imbarcò e occupò Tolemàide, dove fu ben accolto e cominciò a regnare. 2Quando lo seppe, il re Demetrio radunò un esercito molto grande e gli mosse contro per fargli guerra. 3Demetrio mandò anche lettere a Giònata, con espressioni di amicizia per esaltarlo. 4Diceva infatti tra sé: «Affrettiamoci a far pace con Giònata, prima che lui la faccia con Alessandro contro di noi. 5Si ricorderà certo di tutti i mali che abbiamo causato a lui, ai suoi fratelli e al suo popolo». 6Gli concesse facoltà di raccogliere milizie, di preparare armi e considerarsi suo alleato, e gli fece restituire gli ostaggi che erano nella Cittadella. 7Giònata venne a Gerusalemme e lesse le lettere davanti a tutto il popolo e a quelli della Cittadella, 8i quali ebbero grande timore quando sentirono che il re gli aveva concesso facoltà di arruolare milizie. 9Quelli della Cittadella perciò restituirono gli ostaggi a Giònata, che li rese ai loro genitori. 10Giònata allora pose la residenza a Gerusalemme e incominciò a ricostruire e rinnovare la città. 11Ordinò ai costruttori di edificare le mura e la cinta muraria del monte Sion con pietre quadrate per fortificazione, e così fecero. 12Gli stranieri che stavano nelle fortezze edificate da Bàcchide fuggirono, 13abbandonando ciascuno la sua posizione e tornando alla propria terra; 14solo a Bet-Sur rimasero alcuni traditori della legge e dei comandamenti, e fu quello il loro rifugio.

15Il re Alessandro seppe dell’ambasciata che Demetrio aveva mandato a Giònata; gli narrarono anche le battaglie e gli atti di valore che egli e i suoi fratelli avevano compiuto e le fatiche sopportate. 16Allora disse: «Troveremo un altro come lui? Facciamocelo amico e nostro alleato». 17Scrisse e spedì a lui questa lettera:

18«Il re Alessandro al fratello Giònata, salute! 19Abbiamo sentito dire di te che sei uomo forte e potente e disposto a essere nostro amico. 20Noi dunque ti nominiamo oggi sommo sacerdote del tuo popolo e amico del re – gli aveva inviato anche la porpora e la corona d’oro – perché tu favorisca la nostra causa e mantenga amicizia con noi». 21Giònata indossò le vesti sacre nel settimo mese dell’anno centosessanta, nella festa delle Capanne, arruolò soldati e fece preparare molte armi.

22Demetrio venne a sapere queste cose e rattristato disse: 23«Perché abbiamo lasciato che Alessandro ci prevenisse nell’accaparrarsi l’amicizia dei Giudei a suo sostegno? 24Scriverò anch’io parole d’invito con proposte di onori e di doni, perché mi siano di aiuto». 25Scrisse loro in questi termini: «Il re Demetrio alla nazione dei Giudei, salute! 26Avete osservato le nostre alleanze, siete rimasti nella nostra amicizia e non siete passati ai nostri nemici: l’abbiamo saputo e ce ne siamo rallegrati. 27Continuate dunque a mantenerci la vostra fedeltà e ricambieremo con favori quello che farete per noi. 28Vi concederemo ampie immunità e vi invieremo doni. 29Fin da ora dispenso voi ed esonero tutti i Giudei dal tributo e dalla tassa del sale e dalle corone. 30Rinuncio anche da oggi in poi a riscuotere dalla Giudea e dai tre distretti che le sono annessi, dalla Samaria e dalla Galilea, la terza parte del grano e la metà dei frutti degli alberi che mi spetta, da oggi per sempre. 31Gerusalemme con il suo distretto sia santa ed esente dalle decime e dai tributi. 32Rinuncio al potere sulla Cittadella di Gerusalemme e la cedo al sommo sacerdote, perché vi stabilisca uomini da lui scelti a presidiarla. 33Rimetto in libertà senza compenso ogni persona giudea, fatta prigioniera fuori del paese di Giuda in tutti i miei domìni; tutti siano esonerati dai tributi, anche da quelli del bestiame. 34Tutte le feste, i sabati, i noviluni, i giorni stabiliti, il triduo prima e il triduo dopo la festa, siano tutti giorni di esenzione e di immunità per tutti i Giudei che sono nel mio regno; 35nessuno avrà il potere di intentare causa contro di loro o di disturbarli per alcun motivo. 36Si arruoleranno nell’esercito del re fino a trentamila uomini e sarà dato loro il soldo, come spetta a tutte le forze del re. 37Sarà posto di stanza qualcuno di loro nelle più grandi fortezze del re e alcuni di loro saranno preposti agli affari di fiducia del regno; i loro superiori e i comandanti saranno scelti tra di loro e potranno regolarsi secondo le loro leggi, come ha prescritto il re anche per la Giudea. 38I tre distretti assegnati alla Giudea, detraendoli dalla regione della Samaria, saranno riconosciuti alla Giudea e considerati come sottoposti a uno solo e non dipendenti da altra autorità che non sia quella del sommo sacerdote. 39Assegno Tolemàide e le sue dipendenze come dono al tempio di Gerusalemme, per le spese necessarie al santuario. 40Dai diritti del re sulle località di mia spettanza, io ogni anno assegno quindicimila sicli d’argento. 41Gli ulteriori contributi, che non sono stati versati dagli incaricati come negli anni precedenti, d’ora in poi saranno corrisposti per le opere del tempio. 42Oltre a ciò, i cinquemila sicli che venivano prelevati dall’ammontare delle entrate annuali del tempio, sono condonati anch’essi, perché appartengono ai sacerdoti che vi prestano servizio. 43Chiunque si rifugerà nel tempio di Gerusalemme e nella sua zona, con debiti da rendere al re o per qualunque motivo, sarà dichiarato libero con quanto gli appartiene nel mio regno. 44Per le costruzioni e i restauri nel tempio le spese saranno sostenute dalla cassa del re. 45Anche per la costruzione delle mura e delle fortificazioni intorno a Gerusalemme le spese saranno sostenute dall’erario del re e così per la costruzione di mura nella Giudea».

46Quando Giònata e il popolo intesero simili espressioni, non vi prestarono fede e non le accettarono, ricordando le grandi iniquità da lui compiute contro Israele e quanto li avesse fatti soffrire. 47Invece preferirono Alessandro, perché questi era stato il primo ad avviare trattative di pace, e gli furono sempre alleati.

48Il re Alessandro raccolse grandi forze e uscì in campo contro Demetrio. 49I due re attaccarono battaglia e l’esercito di Demetrio fu messo in fuga; Alessandro lo inseguì ed ebbe la meglio sulle sue truppe. 50La battaglia infuriò fino al tramonto del sole e Demetrio cadde ucciso in quel giorno. 51Alessandro mandò allora ambasciatori a Tolomeo, re d’Egitto, con questo messaggio: 52«Ecco, sono rientrato nel mio regno e mi sono seduto sul trono dei miei padri; ho ripreso il comando e ho sconfitto Demetrio e mi sono impadronito della nostra regione. 53Infatti gli ho mosso guerra ed egli e il suo esercito sono stati sconfitti da noi, sicché ci siamo seduti sul trono del suo regno. 54Ora, perciò, concludiamo tra noi un patto di amicizia; tu concedimi in sposa tua figlia, io sarò tuo genero e offrirò a te e a lei doni degni di te».

55Il re Tolomeo rispose: «Felice il giorno in cui sei tornato nella terra dei tuoi padri e ti sei seduto sul trono del loro regno. 56Io farò quanto hai proposto, ma tu vienimi incontro fino a Tolemàide, perché possiamo vederci l’un l’altro, e io diventerò tuo suocero, come hai chiesto».

57Tolomeo partì dall’Egitto con la figlia Cleopatra e si recò a Tolemàide nell’anno centosessantadue. 58Gli andò incontro il re Alessandro: Tolomeo gli diede sua figlia Cleopatra e celebrò le sue nozze a Tolemàide, secondo lo stile dei re, in grande sfarzo.

59Il re Alessandro scrisse a Giònata di venirgli incontro. 60Egli andò con grande sfarzo a Tolemàide e s’incontrò con i due re; offrì a loro e ai loro amici oro e argento e molti doni, e si guadagnò il loro favore. 61Si accordarono però contro di lui uomini pestiferi d’Israele, traditori della legge, per deporre contro di lui, ma il re non prestò loro ascolto. 62Il re invece diede ordine di far deporre a Giònata le sue vesti e di rivestirlo della porpora, e l’ordine fu eseguito. 63Il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: «Attraversate con lui la città e proclamate che nessuno porti accuse contro di lui, per qualunque motivo, e nessuno gli rechi molestia in alcun modo». 64Ora, quando i suoi accusatori videro gli onori che riceveva, come proclamava il banditore, e che era stato rivestito di porpora, si dileguarono tutti. 65Il re gli conferì onori e lo ascrisse tra i suoi primi amici e lo costituì stratega e governatore della provincia. 66Così Giònata tornò a Gerusalemme in pace e gioia.

67Nell’anno centosessantacinque Demetrio, figlio di Demetrio, venne da Creta nella terra dei suoi padri. 68Il re Alessandro, quando lo seppe, ne fu assai preoccupato e tornò ad Antiòchia. 69Demetrio affidò il governo della Celesiria ad Apollònio, il quale, radunato un grande esercito, si accampò presso Iàmnia e inviò al sommo sacerdote Giònata questo messaggio:

70«Soltanto tu ti sei alzato contro di noi e io sono diventato oggetto di derisione e di scherno a causa tua. Perché ti fai forte contro di noi stando sui monti? 71Ora, se sei tanto sicuro delle tue forze, scendi contro di noi nella pianura e qui misuriamoci, perché con me c’è la forza delle città. 72Infórmati e sappi chi sono io e chi sono gli altri che ci aiutano. Ti diranno: “Non potete tenere saldo il piede davanti a noi, perché già due volte sono stati da noi respinti i tuoi padri nella loro terra”. 73Così ora non potrai resistere alla cavalleria e a un esercito come il nostro in pianura, ove non c’è roccia né scoglio né luogo in cui rifugiarsi». 74Quando Giònata intese le parole di Apollònio, ne ebbe l’animo irritato; scelse diecimila uomini e uscì da Gerusalemme. Suo fratello Simone gli venne incontro per aiutarlo. 75Si accampò presso Giaffa, ma gli abitanti avevano chiuso la città, perché a Giaffa c’era un presidio di Apollònio. Le diedero l’assalto 76e i cittadini, spaventati, aprirono. Così Giònata divenne padrone di Giaffa. 77Apollònio lo seppe e mise in campo tremila cavalieri e molte truppe e si mosse verso Azoto, come se intendesse fare quel percorso; ma subito si spinse nella pianura, poiché aveva una cavalleria numerosa, sulla quale contava. 78Giònata lo inseguì alle spalle in direzione di Azoto e gli eserciti attaccarono battaglia. 79Apollònio aveva lasciato un migliaio di cavalieri nascosti dietro di loro; 80Giònata però si era accorto che c’era un appostamento dietro di lui. Quelli circondarono il suo schieramento e lanciarono frecce contro le truppe dal mattino alla sera. 81Ma le truppe tennero fermo, come aveva ordinato Giònata, mentre i cavalli di quelli si stancarono. 82Allora Simone fece uscire le sue riserve e attaccò la falange e, poiché la cavalleria ormai era esausta, quelli furono da lui travolti e si diedero alla fuga; 83i cavalieri si dispersero nella pianura: fuggirono verso Azoto ed entrarono in Bet-Dagon, il tempio del loro idolo, in cerca di scampo. 84Giònata allora incendiò Azoto e le città dei dintorni, prese le loro spoglie e diede alle fiamme anche il tempio di Dagon con quanti vi si erano rifugiati. 85Gli uccisi di spada e i morti tra le fiamme assommarono a circa ottomila uomini. 86Poi Giònata tolse il campo di là e si accampò di fronte ad Àscalon, e i cittadini gli vennero incontro con grandi onori. 87Così Giònata tornò a Gerusalemme con i suoi uomini carichi di bottino. 88Il re Alessandro, udendo queste notizie, aumentò gli onori a Giònata; 89gli inviò la fibbia d’oro, che si usa donare ai parenti del re, e gli diede in possesso Ekron e tutto il suo territorio.

1Il re d’Egitto raccolse forze numerose come la sabbia che è lungo il lido del mare e molte navi, cercando d’impadronirsi con inganno del regno di Alessandro per annetterlo al proprio regno. 2Venne in Siria con dimostrazioni pacifiche, e tutte le città gli aprivano le porte e gli andavano incontro, perché era ordine del re Alessandro di andargli incontro, essendo suo suocero. 3Ma quando Tolomeo entrava nelle città, stabiliva in ognuna di esse le sue truppe di guarnigione. 4Quando giunse ad Azoto, gli mostrarono il tempio di Dagon bruciato e Azoto e i villaggi intorno distrutti, i cadaveri buttati qua e là e quelli carbonizzati, che Giònata aveva bruciato nella guerra: li avevano appunto accumulati lungo il suo percorso. 5Raccontarono al re quanto aveva fatto Giònata, per metterlo in cattiva luce, ma il re tacque. 6Giònata andò incontro al re a Giaffa con sfarzo e si salutarono scambievolmente e vi passarono la notte. 7Giònata accompagnò poi il re fino al fiume chiamato Elèutero e fece ritorno a Gerusalemme. 8Il re Tolomeo si impadronì di tutte le città della costa fino a Selèucia marittima e covava piani iniqui riguardo ad Alessandro. 9Mandò ambasciatori a dire al re Demetrio: «Su, concludiamo un’alleanza fra noi: io ti darò mia figlia che Alessandro ha in moglie, e regnerai nel regno di tuo padre. 10Mi sono pentito di avergli dato mia figlia, perché ha cercato di uccidermi». 11In realtà lo calunniava, perché egli aspirava al suo regno. 12Quindi, toltagli la figlia, la diede a Demetrio e cambiò atteggiamento verso Alessandro e così divenne manifesta la loro inimicizia. 13Tolomeo entrò in Antiòchia e cinse la corona dell’Asia; si pose in capo due corone, quella dell’Egitto e quella dell’Asia. 14Il re Alessandro in quel frattempo era in Cilicia, perché si erano sollevati gli abitanti di quelle province. 15Appena seppe la cosa, Alessandro venne contro di lui per combatterlo. Tolomeo condusse l’esercito contro di lui, gli andò incontro con forze ingenti e lo sconfisse. 16Alessandro fuggì in Arabia per trovarvi scampo e il re Tolomeo trionfò. 17L’arabo Zabdièl tagliò la testa ad Alessandro e la mandò a Tolomeo. 18Ma anche il re Tolomeo morì al terzo giorno, e coloro che si trovavano nelle sue fortezze furono sopraffatti da quelli che già erano di stanza nelle fortezze. 19Così Demetrio divenne re nell’anno centosessantasette.

20In quei giorni Giònata radunò gli uomini della Giudea per espugnare la Cittadella di Gerusalemme e allestì molte macchine contro di essa. 21Allora alcuni nemici del popolo, uomini iniqui, che odiavano la propria gente, corsero dal re ad annunciare che Giònata assediava la Cittadella. 22Sentendo la cosa, quegli si adirò; quando ne ebbe conferma, si mise subito in viaggio, venne a Tolemàide e scrisse a Giònata di sospendere l’assedio e di andargli incontro a Tolemàide al più presto per un colloquio. 23Quando Giònata ricevette il messaggio, ordinò di continuare l’assedio e, scelti alcuni anziani e sacerdoti, decise di esporre se stesso al pericolo; 24prese con sé argento e oro, vesti e molti altri doni, e si recò dal re a Tolemàide e trovò favore presso di lui. 25C’erano però alcuni rinnegati del suo popolo a deporre contro di lui, 26ma il re lo trattò come lo avevano trattato i suoi predecessori e lo esaltò davanti a tutti i suoi amici, 27lo confermò nella dignità di sommo sacerdote e in tutti gli onori che aveva prima e stabilì che fosse annoverato tra i primi suoi amici. 28Giònata poi chiese che il re dichiarasse la Giudea esente dai tributi, insieme alle tre toparchie e alla Samaria, e gli promise trecento talenti. 29Il re acconsentì e scrisse a Giònata, a proposito di tutto questo, lettere del seguente tenore:

30«Il re Demetrio al fratello Giònata e alla nazione dei Giudei, salute! 31Rimettiamo anche a voi copia della lettera che abbiamo scritto a Làstene, nostro parente, intorno a voi, perché ne prendiate conoscenza. 32“Re Demetrio a Làstene, suo padre, salute! 33Abbiamo deciso di beneficare la nazione dei Giudei, nostri amici e rispettosi dei nostri diritti, per la loro benevolenza nei nostri riguardi. 34Abbiamo assegnato loro il territorio della Giudea e i tre distretti di Afèrema, Lod e Ramatàim; restano trasferiti dalla Samaria alla Giudea con le loro dipendenze in favore di quanti offrono sacrifici a Gerusalemme, in compenso dei diritti che il re prelevava in passato ogni anno da loro sui frutti della terra e degli alberi. 35D’ora innanzi tutte le altre nostre competenze delle decime e delle tasse a noi dovute e le saline e le corone a noi spettanti, tutto condoniamo loro. 36Nessuna di queste disposizioni sarà mai revocata da oggi e per sempre. 37Sia dunque vostra cura preparare una copia della presente e rimetterla a Giònata, perché sia esposta sul monte santo in luogo visibile”».

38Il re Demetrio, vedendo che il paese rimaneva tranquillo sotto di lui e nessuno gli faceva resistenza, congedò tutte le sue truppe perché ognuno tornasse a casa sua, eccetto le forze straniere che aveva assoldate dalle isole dei pagani. Allora gli si inimicarono tutte le milizie dei suoi padri. 39Trifone, che prima stava con quelli di Alessandro, come vide che tutte le milizie mormoravano contro Demetrio, andò presso l’arabo Imalcuè, che allevava il piccolo Antioco, figlio di Alessandro, 40e insisteva perché glielo cedesse per farlo regnare al posto di suo padre. Gli riferì quanto aveva detto Demetrio e l’ostilità che avevano per lui i soldati e rimase là molti giorni. 41Giònata intanto mandò a chiedere al re Demetrio che richiamasse da Gerusalemme gli occupanti della Cittadella e quelli delle altre fortezze, perché erano sempre in lotta con Israele. 42Demetrio fece rispondere a Giònata: «Non solo questo farò per te e per la tua nazione, ma colmerò te e la tua nazione di onori appena ne avrò l’opportunità. 43Ora però farai bene a inviarmi uomini che combattano con me, perché si sono ritirate le mie truppe». 44Giònata gli inviò ad Antiòchia tremila uomini tra i più forti; essi si recarono presso il re e il re si rallegrò della loro venuta. 45I cittadini si radunarono al centro della città in numero di circa centoventimila e volevano eliminare il re. 46Il re si rifugiò nel palazzo, i cittadini occuparono le vie della città e incominciarono a combattere. 47Il re chiamò in aiuto i Giudei, i quali accorsero tutti presso di lui, poi si sparsero per la città e ne uccisero in quel giorno circa centomila; 48quindi incendiarono la città, fecero in quel giorno gran bottino e salvarono il re. 49I cittadini videro che i Giudei si erano impadroniti della città a loro piacere, si persero d’animo e gridarono al re con voce supplichevole: 50«Dacci la mano destra e desistano i Giudei dal combattere noi e la città». 51Gettarono le armi e fecero la pace. Così i Giudei si coprirono di gloria davanti al re e presso quanti erano nel suo regno, e fecero ritorno a Gerusalemme portando grande bottino. 52Demetrio rimase sul trono del suo regno, e il paese rimase tranquillo sotto di lui. 53Ma rinnegò quanto aveva detto, cambiò rapporti con Giònata e non corrispose alla benevolenza che gli aveva dimostrata e lo fece soffrire molto.

54Dopo questi fatti, Trifone ritornò con Antioco ancora adolescente, il quale cominciò a regnare e cinse la corona. 55Si raccolsero presso di lui tutte le milizie che Demetrio aveva congedato; combatterono contro costui, il quale fuggì e rimase sconfitto. 56Trifone catturò gli elefanti e si impadronì di Antiòchia. 57Allora il giovane Antioco scrisse a Giònata: «Ti confermo il sommo sacerdozio, ti faccio capo dei quattro distretti e ti concedo di essere tra gli amici del re». 58Gli inviò vasi d’oro e un servizio da tavola, con la facoltà di bere in vasi d’oro, di vestire la porpora e portare la fibbia d’oro. 59Nominò anche Simone, suo fratello, comandante dalla Scala di Tiro fino ai confini dell’Egitto. 60Giònata poi si diede a percorrere la regione dell’Oltrefiume e le varie città e accorse a lui, come alleato, tutto l’esercito della Siria. Andò ad Àscalon e i cittadini gli uscirono incontro a rendergli omaggio. 61Di là passò a Gaza, ma gli abitanti di Gaza gli chiusero le porte; egli la cinse d’assedio e incendiò i sobborghi e li saccheggiò. 62Allora quelli di Gaza supplicarono Giònata, il quale diede loro la destra, prelevando i figli dei loro capi come ostaggi e inviandoli a Gerusalemme; poi percorse la regione fino a Damasco. 63Giònata venne a sapere che i capi di Demetrio si trovavano presso Kedes di Galilea con un numeroso esercito, con l’intenzione di distoglierlo dall’impresa. 64Egli si mosse contro di loro, lasciando il fratello Simone nel paese. 65Simone si accampò contro Bet-Sur e l’assalì per molti giorni assediandola. 66Allora supplicarono che desse loro la destra ed egli la diede, ma li fece sloggiare di là, occupò la città e vi pose una guarnigione. 67Giònata, a sua volta, e il suo esercito si erano accampati presso il lago di Gennèsaret e raggiunsero di buon mattino la pianura di Asor. 68Ed ecco l’esercito degli stranieri avanzare contro di lui nella pianura, dopo aver disposto un’imboscata contro di lui sui monti. Essi avanzavano di fronte, 69quando quelli che erano appostati sbucarono dalle loro posizioni e attaccarono battaglia. 70Tutti gli uomini di Giònata fuggirono, nessuno di loro rimase, se non Mattatia, figlio di Assalonne, e Giuda, figlio di Calfì, comandanti di contingenti dell’esercito. 71Allora Giònata si stracciò le vesti, si cosparse il capo di polvere e si prostrò a pregare. 72Poi ritornò a combattere contro di loro, li sconfisse e li costrinse alla fuga. 73I suoi che erano fuggiti, quando videro ciò, ritornarono a lui e con lui si diedero all’inseguimento fino a Kedes, dov’era il loro accampamento, e là anche loro si accamparono. 74Gli stranieri caduti in quel giorno furono circa tremila. Giònata tornò poi a Gerusalemme.

1Giònata, vedendo che le circostanze gli erano propizie, scelse alcuni uomini e li inviò a Roma per ristabilire e rinnovare l’amicizia con i Romani. 2Anche presso gli Spartani e in altre località inviò lettere sullo stesso argomento. 3Partirono dunque per Roma, entrarono nel Senato e dissero: «Giònata, sommo sacerdote, e la nazione dei Giudei ci hanno inviati a rinnovare l’amicizia e l’alleanza con loro come prima». 4E i Romani diedero loro delle lettere per le autorità dei vari luoghi, perché favorissero il loro ritorno pacifico in Giudea.

5Questa è invece la copia della lettera che Giònata scrisse agli Spartani:

6«Giònata, sommo sacerdote, e il consiglio degli anziani della nazione, i sacerdoti e il resto del popolo dei Giudei, agli Spartani, loro fratelli, salute! 7Già in passato era stata spedita una lettera a Onia, sommo sacerdote, da parte di Areo, che regnava fra di voi, con l’attestazione che siete nostri fratelli, come risulta dalla copia annessa. 8Onia aveva accolto con onore l’inviato e aveva accettato la lettera, nella quale erano dichiarazioni di alleanza e di amicizia. 9Noi dunque, pur non avendone bisogno, avendo a conforto le scritture sacre che sono nelle nostre mani, 10ci siamo indotti a questa missione per rinnovare la fratellanza e l’amicizia con voi, in modo da non diventare per voi degli estranei; molti anni infatti sono passati da quando mandaste messaggeri a noi. 11Noi dunque fedelmente, in tutte le feste e negli altri giorni prescritti, ci ricordiamo di voi nei sacrifici che offriamo e nelle nostre invocazioni, com’è doveroso e conveniente ricordarsi dei fratelli. 12Ci rallegriamo della vostra gloria. 13Noi invece siamo stati stretti da tante oppressioni e molte guerre: ci hanno combattuto i re dei paesi vicini, 14ma non abbiamo voluto disturbare né voi né gli altri nostri alleati e amici in queste lotte; 15abbiamo infatti dal Cielo un valido aiuto, per il quale siamo stati liberati dai nostri nemici, mentre essi sono stati umiliati. 16Ora abbiamo designato Numenio, figlio di Antioco, e Antìpatro, figlio di Giasone, e li abbiamo inviati presso i Romani a rinnovare la precedente amicizia e alleanza con loro. 17Abbiamo quindi dato loro disposizioni di passare anche da voi, per salutarvi e consegnarvi la nostra lettera, riguardante la ripresa dei nostri rapporti e la nostra fratellanza. 18Voi dunque farete cosa ottima, comunicandoci una risposta al riguardo».

19E questa è la copia della lettera che essi avevano inviato a Onia:

20«Areo, re degli Spartani, a Onia, grande sacerdote, salute! 21Si è trovato in una scrittura, riguardante gli Spartani e i Giudei, che essi sono fratelli e che discendono dalla stirpe di Abramo. 22Ora, dal momento che siamo venuti a conoscenza di questo fatto, ci farete cosa gradita, scrivendoci sui vostri sentimenti di amicizia. 23Noi intanto vi rispondiamo: “Il vostro bestiame e i vostri averi ci appartengono e i nostri appartengono a voi”. Abbiamo quindi ordinato che vi sia riferito in questo senso».

24Giònata ebbe notizia che i generali di Demetrio erano ritornati con forze più numerose di prima, per ritentare la guerra contro di lui. 25Egli si mosse da Gerusalemme e andò loro incontro nella regione di Amat, perché non volle dare loro il tempo di penetrare nella sua regione. 26Mandò nel loro campo delle spie, le quali tornarono annunciando che essi stavano disponendosi per dare loro l’assalto di notte. 27Quando fu il tramonto, Giònata comandò ai suoi di vegliare tutta la notte e di stare con le armi pronte per la battaglia, e dispose sentinelle intorno al campo. 28Ma anche gli avversari seppero che Giònata e i suoi uomini stavano pronti per la battaglia; furon presi da timore, si persero d’animo, accesero fuochi nel loro campo e fuggirono. 29Giònata e i suoi uomini non si accorsero di nulla fino al mattino, perché continuavano a vedere il bagliore dei fuochi. 30Giònata allora si diede a inseguirli, ma non poté raggiungerli, perché avevano passato il fiume Elèutero. 31Giònata allora piegò sugli Arabi chiamati Zabadei, li assalì e si impadronì delle loro spoglie. 32Poi ripartì e andò a Damasco, e si diede a percorrere tutto il paese. 33Anche Simone fece una spedizione, marciando fino ad Àscalon e ai vicini posti di guarnigione, poi piegò su Giaffa e la conquistò: 34aveva sentito infatti che avevano intenzione di consegnare la fortezza ai partigiani di Demetrio; perciò vi pose una guarnigione per presidiarla.

35Quando Giònata fu di ritorno, radunò in assemblea gli anziani del popolo e deliberò con loro di costruire fortezze in Giudea, 36di sopraelevare le mura di Gerusalemme e di alzare una grande barriera tra la città e la Cittadella per separare questa dalla città, affinché fosse isolata, così che non potessero più né comperare né vendere. 37Si organizzarono dunque per ricostruire la città e, poiché era rovinata parte del muro sul torrente dal lato orientale, Giònata allestì il cosiddetto Cafenatà.

38Simone a sua volta ricostruì Adidà nella Sefela, fortificandola e applicandovi porte e sbarre.

39Intanto Trifone cercava di diventare re dell’Asia, cingere la corona e stendere la mano contro il re Antioco, 40ma sospettava che Giònata glielo impedisse e, nel caso, gli muovesse guerra. Perciò cercava di averlo nelle mani e di eliminarlo; si mosse dunque e venne a Bet-Sean. 41Giònata gli uscì incontro con quarantamila uomini scelti e inquadrati e venne a Bet-Sean. 42Trifone, vedendo che era venuto con un numeroso esercito, si guardò bene dal mettergli le mani addosso. 43Anzi lo ricevette con molti onori, lo presentò a tutti i suoi amici, gli offrì doni e ordinò ai suoi amici e alle sue truppe di obbedirgli come a lui stesso. 44Disse a Giònata: «Perché mai hai disturbato tutta questa gente, non essendoci guerra tra noi? 45Su, rimandali alle loro case; scegliti pochi uomini che ti accompagnino e vieni con me a Tolemàide. Io te la consegnerò insieme con le altre fortezze e il resto dell’esercito e tutti i funzionari, poi tornerò indietro e partirò: sono venuto appunto per questo». 46Giònata si fidò di lui, fece quanto aveva detto e rimandò le truppe che tornarono nella Giudea. 47Trattenne con sé tremila uomini, di cui duemila li lasciò in Galilea e mille andarono con lui. 48Ma appena Giònata fu entrato in Tolemàide, i cittadini chiusero le porte, lo catturarono e passarono a fil di spada quanti erano entrati con lui. 49Trifone mandò poi truppe e cavalleria in Galilea e nella grande pianura per sterminare tutti gli uomini di Giònata. 50Ma costoro, avendo saputo che era stato catturato e che era ormai perduto insieme a quelli che erano con lui, incoraggiatisi l’un l’altro, si presentarono inquadrati, pronti alla battaglia. 51Gli inseguitori li videro decisi a difendere la loro vita e tornarono indietro. 52Così tutti giunsero senza molestie in Giudea; piansero per Giònata e per quelli della sua scorta e furono presi da grande timore. Tutto Israele si immerse in un lutto profondo. 53Tutte le nazioni intorno a loro cercarono subito di sterminarli, dicendo appunto: «Non hanno più né capo né sostegno: scendiamo ora in guerra contro di loro e così cancelleremo dagli uomini il loro ricordo».

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