La Sacra Bibbia - Testo della Conferenza Episcopale Italiana
La Sacra Bibbia - Testo C.E.I. 2008
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Bibbia CEI 2008
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[c. 1]

1Ora l’angelo del Signore salì da Gàlgala a Bochìm e disse: «Io vi ho fatto uscire dall’Egitto e vi ho fatto entrare nella terra che avevo giurato ai vostri padri di darvi. Avevo anche detto: “Non infrangerò mai la mia alleanza con voi, 2e voi non farete alleanza con gli abitanti di questa terra; distruggerete i loro altari”. Ma voi non avete obbedito alla mia voce. Che cosa avete fatto? 3Perciò anch’io dico: non li scaccerò dinanzi a voi; ma essi vi staranno ai fianchi e i loro dèi saranno per voi una trappola».

[vv. 4b-5]

6Quando Giosuè ebbe congedato il popolo, gli Israeliti se ne andarono, ciascuno nella sua eredità, a prendere in possesso la terra. 7Il popolo servì il Signore durante tutta la vita di Giosuè e degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che avevano visto tutte le grandi opere che il Signore aveva fatto in favore d’Israele. 8Poi Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni 9e fu sepolto nel territorio della sua eredità, a Timnat-Cheres, sulle montagne di Èfraim, a settentrione del monte Gaas. 10Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; dopo di essa ne sorse un’altra, che non aveva conosciuto il Signore, né l’opera che aveva compiuto in favore d’Israele. 11Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal; 12abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, e seguirono altri dèi tra quelli dei popoli circostanti: si prostrarono davanti a loro e provocarono il Signore, 13abbandonarono il Signore e servirono Baal e le Astarti. 14Allora si accese l’ira del Signore contro Israele e li mise in mano a predatori che li depredarono; li vendette ai nemici che stavano loro intorno, ed essi non potevano più tener testa ai nemici. 15In tutte le loro spedizioni la mano del Signore era per il male, contro di loro, come il Signore aveva detto, come il Signore aveva loro giurato: furono ridotti all’estremo. 16Allora il Signore fece sorgere dei giudici, che li salvavano dalle mani di quelli che li depredavano. 17Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via seguita dai loro padri, i quali avevano obbedito ai comandi del Signore: essi non fecero così. 18Quando il Signore suscitava loro dei giudici, il Signore era con il giudice e li salvava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice, perché il Signore si muoveva a compassione per i loro gemiti davanti a quelli che li opprimevano e li maltrattavano. 19Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, seguendo altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro: non desistevano dalle loro pratiche e dalla loro condotta ostinata.

20Perciò l’ira del Signore si accese contro Israele e disse: «Poiché questa nazione ha violato l’alleanza che avevo stabilito con i loro padri e non hanno obbedito alla mia voce, 21anch’io non scaccerò più dinanzi a loro nessuno dei popoli che Giosuè lasciò quando morì. 22Così, per mezzo loro, metterò alla prova Israele, per vedere se custodiranno o no la via del Signore, camminando in essa, come la custodirono i loro padri».

[v. 23]

1Queste sono le nazioni che il Signore lasciò sussistere, allo scopo di mettere alla prova per mezzo loro Israele, cioè quanti non avevano visto tutte le guerre di Canaan. 2Ciò avvenne soltanto per istruire le nuove generazioni degli Israeliti, per insegnare loro la guerra, perché prima non l’avevano mai conosciuta: 3i cinque prìncipi dei Filistei, tutti i Cananei, quelli di Sidone e gli Evei che abitavano le montagne del Libano, dal monte Baal-Ermon fino all’ingresso di Camat. 4Queste nazioni servirono a mettere Israele alla prova, per vedere se Israele avrebbe obbedito ai comandi che il Signore aveva dato ai loro padri per mezzo di Mosè. 5Così gli Israeliti abitarono in mezzo ai Cananei, agli Ittiti, agli Amorrei, ai Perizziti, agli Evei e ai Gebusei; 6ne presero in moglie le figlie, fecero sposare le proprie figlie con i loro figli e servirono i loro dèi.

[vv. 7b-31]

[c. 4]
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[v. 1]

2«Ci furono capi in Israele
per assumere il comando;
ci furono volontari
per arruolarsi in massa:
benedite il Signore!
3Ascoltate, o re,
porgete l’orecchio, o sovrani;
io voglio cantare al Signore,
voglio cantare inni al Signore, Dio d’Israele!
4Signore, quando uscivi dal Seir,
quando avanzavi dalla steppa di Edom,
la terra tremò, i cieli stillarono,
le nubi stillarono acqua.
5Sussultarono i monti
davanti al Signore, quello del Sinai,
davanti al Signore, Dio d’Israele.
6Ai giorni di Samgar, figlio di Anat,
ai giorni di Giaele,
erano deserte le strade
e i viandanti deviavano su sentieri tortuosi.
7Era cessato ogni potere,
era cessato in Israele,
finché non sorsi io, Dèbora,
finché non sorsi come madre in Israele.
8Si preferivano dèi nuovi,
e allora la guerra fu alle porte,
ma scudo non si vedeva né lancia
per quarantamila in Israele.
9Il mio cuore si volge ai comandanti d’Israele,
ai volontari tra il popolo:
benedite il Signore!
10Voi che cavalcate asine bianche,
seduti su gualdrappe,
voi che procedete sulla via, meditate;
11unitevi al grido degli uomini
schierati fra gli abbeveratoi:
là essi proclamano le vittorie del Signore,
le vittorie del suo potere in Israele,
quando scese alle porte il popolo del Signore.
12Déstati, déstati, o Dèbora,
déstati, déstati, intona un canto!
Sorgi, Barak, e cattura i tuoi prigionieri,
o figlio di Abinòam!
13Allora scesero i fuggiaschi
per unirsi ai prìncipi;
il popolo del Signore
scese a sua difesa tra gli eroi.
14Quelli della stirpe di Èfraim
scesero nella pianura,
ti seguì Beniamino fra le tue truppe.
Dalla stirpe di Machir scesero i comandanti
e da Zàbulon chi impugna lo scettro del comando.
15I prìncipi di Ìssacar mossero con Dèbora,
Barak si lanciò sui suoi passi nella pianura.
Nei territori di Ruben grandi erano le esitazioni.
16Perché sei rimasto seduto tra gli ovili
ad ascoltare le zampogne dei pastori?
Nei territori di Ruben grandi erano le dispute.
17Gàlaad sta fermo oltre il Giordano
e Dan perché va peregrinando sulle navi?
Aser si è stabilito lungo la riva del mare
e presso le sue insenature dimora.
18Zàbulon invece è un popolo che si è esposto alla morte,
come Nèftali, sui poggi della campagna!
19Vennero i re, diedero battaglia,
combatterono i re di Canaan
a Taanac, presso le acque di Meghiddo,
ma non riportarono bottino d’argento.
20Dal cielo le stelle diedero battaglia,
dalle loro orbite combatterono contro Sìsara.
21Il torrente Kison li travolse;
torrente impetuoso fu il torrente Kison.
Anima mia, marcia con forza!
22Allora martellarono gli zoccoli dei cavalli
al galoppo, al galoppo dei destrieri.
23Maledite Meroz – dice l’angelo del Signore –,
maledite, maledite i suoi abitanti,
perché non vennero in aiuto al Signore,
in aiuto al Signore tra gli eroi.
24Sia benedetta fra le donne Giaele,
la moglie di Cheber il Kenita,
benedetta fra le donne della tenda!
25Acqua egli chiese, latte ella diede,
in una coppa da prìncipi offrì panna.
26Una mano ella stese al picchetto
e la destra a un martello da fabbri,
e colpì Sìsara, lo percosse alla testa,
ne fracassò, ne trapassò la tempia.
27Ai piedi di lei si contorse, cadde, giacque;
ai piedi di lei si contorse, cadde;
dove si contorse, là cadde finito.
28Dietro la finestra si affaccia e si lamenta
la madre di Sìsara, dietro le grate:
“Perché il suo carro tarda ad arrivare?
Perché così a rilento procedono i suoi carri?”.
29Le più sagge tra le sue principesse rispondono,
e anche lei torna a dire a se stessa:
30“Certo han trovato bottino, stan facendo le parti:
una fanciulla, due fanciulle per ogni uomo;
un bottino di vesti variopinte per Sìsara,
un bottino di vesti variopinte a ricamo;
una veste variopinta a due ricami
è il bottino per il mio collo”.
31Così periscano tutti i tuoi nemici, Signore!
Ma coloro che ti amano siano come il sole,
quando sorge con tutto lo splendore».

[v. 31]

1Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e il Signore li consegnò nelle mani di Madian per sette anni. 2La mano di Madian si fece pesante contro Israele; per la paura dei Madianiti gli Israeliti adattarono per sé gli antri dei monti, le caverne e le cime scoscese. 3Ogni volta che Israele aveva seminato, i Madianiti con i figli di Amalèk e i figli dell’oriente venivano contro di lui, 4si accampavano sul territorio degli Israeliti, distruggevano tutti i prodotti della terra fino alle vicinanze di Gaza e non lasciavano in Israele mezzi di sussistenza: né pecore né buoi né asini. 5Venivano, infatti, con i loro armenti e con le loro tende e arrivavano numerosi come le cavallette – essi e i loro cammelli erano senza numero – e venivano nella terra per devastarla. 6Israele fu ridotto in grande miseria a causa di Madian e gli Israeliti gridarono al Signore.

7Quando gli Israeliti ebbero gridato al Signore a causa di Madian, 8il Signore mandò loro un profeta che disse: «Dice il Signore, Dio d’Israele: Io vi ho fatto salire dall’Egitto e vi ho fatto uscire dalla condizione servile. 9Vi ho strappato dalla mano degli Egiziani e dalla mano di quanti vi opprimevano; li ho scacciati davanti a voi, vi ho dato la loro terra 10e vi ho detto: “Io sono il Signore, vostro Dio; non venerate gli dèi degli Amorrei, nella terra dei quali abitate”. Ma voi non avete ascoltato la mia voce».

[vv. 11b-24]

25In quella stessa notte il Signore gli disse: «Prendi il giovenco di tuo padre e un secondo giovenco di sette anni, demolisci l’altare di Baal che appartiene a tuo padre, e taglia il palo sacro che gli sta accanto. 26Costruisci un altare al Signore, tuo Dio, sulla cima di questa roccia, disponendo ogni cosa con ordine; poi prendi il secondo giovenco e offrilo in olocausto sulla legna del palo sacro che avrai tagliato». 27Allora Gedeone prese dieci uomini fra i suoi servitori e fece come il Signore gli aveva ordinato; ma temendo di farlo di giorno, per paura dei suoi parenti e della gente della città, lo fece di notte. 28Quando il mattino dopo la gente della città si alzò, ecco che l’altare di Baal era stato demolito, il palo sacro accanto era stato tagliato e il secondo giovenco era offerto in olocausto sull’altare che era stato costruito. 29Si dissero l’un altro: «Chi ha fatto questo?». Investigarono, si informarono e dissero: «Gedeone, figlio di Ioas, ha fatto questo». 30Allora la gente della città disse a Ioas: «Conduci fuori tuo figlio e sia messo a morte, perché ha demolito l’altare di Baal e ha tagliato il palo sacro che gli stava accanto». 31Ioas rispose a quanti insorgevano contro di lui: «Volete difendere voi la causa di Baal e venirgli in aiuto? Chi vorrà difendere la sua causa sarà messo a morte prima di domattina; se è davvero un dio, difenda da sé la sua causa, per il fatto che hanno demolito il suo altare». 32Perciò in quel giorno Gedeone fu chiamato Ierub-Baal, perché si disse: «Baal difenda la sua causa contro di lui, perché egli ha demolito il suo altare».

[vv. 33b-40]

[c. 7]
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[vv. 1-10a]

10Zebach e Salmunnà erano a Karkor con il loro accampamento di circa quindicimila uomini, quanti erano rimasti dell’intero esercito dei figli dell’oriente: erano caduti centoventimila uomini armati di spada. 11Gedeone salì per la via dei nomadi, a oriente di Nobach e di Iogbea, e mise in rotta l’esercito quando esso si credeva sicuro. 12Zebach e Salmunnà si diedero alla fuga, ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zebach e Salmunnà, e sbaragliò tutto l’esercito.

13Poi Gedeone, figlio di Ioas, tornò dalla battaglia per la salita di Cheres. 14Catturò un giovane tra gli uomini di Succot e lo interrogò; quello gli mise per iscritto i nomi dei capi e degli anziani di Succot: settantasette uomini. 15Poi venne dagli uomini di Succot e disse: «Ecco Zebach e Salmunnà, a proposito dei quali mi avete insultato dicendo: “Tieni forse già nelle tue mani i polsi di Zebach e di Salmunnà perché dobbiamo dare pane alla tua gente esausta?”». 16Prese gli anziani della città e con le spine del deserto e con i cardi castigò gli uomini di Succot. 17Demolì la torre di Penuèl e uccise gli uomini della città. 18Poi disse a Zebach e a Salmunnà: «Come erano gli uomini che avete ucciso al Tabor?». Quelli risposero: «Erano come te; ognuno di loro aveva l’aspetto di un figlio di re». 19Egli riprese: «Erano miei fratelli, figli di mia madre; per la vita del Signore, se aveste risparmiato loro la vita, io non vi ucciderei!». 20Quindi disse a Ieter, suo primogenito: «Su, uccidili!». Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, essendo ancora giovane. 21Zebach e Salmunnà dissero: «Suvvia, colpisci tu stesso, poiché qual è l’uomo, tale è la sua forza». Gedeone si alzò e uccise Zebach e Salmunnà e prese le lunette che i loro cammelli portavano al collo.

[vv. 22b-32]

33Dopo la morte di Gedeone gli Israeliti tornarono a prostituirsi ai Baal e presero Baal-Berit come loro dio. 34Gli Israeliti non si ricordarono del Signore, loro Dio, che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici all’intorno, 35e non dimostrarono gratitudine alla casa di Ierub-Baal, cioè di Gedeone, per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.

[vv. 1-7]

8Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
“Regna su di noi”.
9Rispose loro l’ulivo:
“Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
10Dissero gli alberi al fico:
“Vieni tu, regna su di noi”.
11Rispose loro il fico:
“Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
12Dissero gli alberi alla vite:
“Vieni tu, regna su di noi”.
13Rispose loro la vite:
“Rinuncerò al mio mosto,
che allieta dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
14Dissero tutti gli alberi al rovo:
“Vieni tu, regna su di noi”.
15Rispose il rovo agli alberi:
“Se davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano”.

16Voi non avete agito con lealtà e onestà proclamando re Abimèlec, non avete operato bene verso Ierub-Baal e la sua casa, non lo avete trattato secondo il merito delle sue azioni. 17Mio padre, infatti, ha combattuto per voi, ha esposto al pericolo la sua vita e vi ha liberati dalle mani di Madian. 18Voi invece siete insorti oggi contro la casa di mio padre, avete ucciso i suoi figli, settanta uomini, sopra una stessa pietra e avete proclamato re dei signori di Sichem Abimèlec, figlio di una sua schiava, perché è vostro fratello. 19Se dunque avete operato oggi con lealtà e onestà verso Ierub-Baal e la sua casa, godetevi Abimèlec ed egli si goda voi! 20Ma se non è così, esca da Abimèlec un fuoco che divori i signori di Sichem e Bet-Millo; esca dai signori di Sichem e da Bet-Millo un fuoco che divori Abimèlec!». 21Iotam corse via, si mise in salvo e andò a stabilirsi a Beèr, lontano da Abimèlec, suo fratello.

22Abimèlec dominò su Israele tre anni. 23Poi Dio mandò un cattivo spirito fra Abimèlec e i signori di Sichem, e i signori di Sichem si ribellarono ad Abimèlec. 24Questo avvenne perché la violenza fatta ai settanta figli di Ierub-Baal ricevesse il castigo e il loro sangue ricadesse su Abimèlec, loro fratello, che li aveva uccisi, e sui signori di Sichem, che gli avevano dato man forte per uccidere i suoi fratelli. 25I signori di Sichem tesero agguati contro di lui sulla cima dei monti, rapinando chiunque passasse vicino alla strada. Abimèlec fu informato della cosa. 26Poi Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli vennero e si stabilirono a Sichem e i signori di Sichem riposero in lui la loro fiducia. 27Usciti nella campagna, vendemmiarono le loro vigne, pigiarono l’uva e fecero festa. Poi entrarono nella casa del loro dio, mangiarono, bevvero e maledissero Abimèlec. 28Gaal, figlio di Ebed, disse: «Chi è Abimèlec e che cosa è Sichem, perché dobbiamo servirlo? Non dovrebbero piuttosto il figlio di Ierub-Baal e Zebul, suo luogotenente, servire gli uomini di Camor, capostipite di Sichem? Perché dovremmo servirlo noi? 29Se avessi in mano questo popolo, io scaccerei Abimèlec e direi: “Accresci pure il tuo esercito ed esci in campo”».

30Ora Zebul, governatore della città, udite le parole di Gaal, figlio di Ebed, si accese d’ira 31e mandò in segreto messaggeri ad Abimèlec per dirgli: «Ecco, Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli sono venuti a Sichem e sollevano la città contro di te. 32Àlzati dunque di notte con la gente che hai con te e prepara un agguato nella campagna. 33Domattina, non appena spunterà il sole, ti alzerai e piomberai sulla città mentre lui con la sua gente ti uscirà contro: tu gli farai quel che riterrai opportuno». 34Abimèlec e tutta la gente che era con lui si alzarono di notte e tesero un agguato contro Sichem, divisi in quattro schiere. 35Gaal, figlio di Ebed, uscì e si fermò all’ingresso della porta della città; allora Abimèlec uscì dall’agguato con la gente che aveva. 36Gaal, vista quella gente, disse a Zebul: «Ecco gente che scende dalle cime dei monti». Zebul gli rispose: «Tu vedi l’ombra dei monti e la prendi per uomini». 37Gaal riprese a parlare e disse: «Ecco gente che scende dall’ombelico della terra e una schiera che giunge per la via della Quercia dei Maghi». 38Allora Zebul gli disse: «Dov’è ora la spavalderia di quando dicevi: “Chi è Abimèlec, perché dobbiamo servirlo?”. Non è questo il popolo che disprezzavi? Ora esci in campo e combatti contro di lui!». 39Allora Gaal uscì alla testa dei signori di Sichem e diede battaglia ad Abimèlec. 40Ma Abimèlec lo inseguì ed egli fuggì dinanzi a lui e molti uomini caddero morti fino all’ingresso della porta. 41Abimèlec ritornò ad Arumà e Zebul scacciò Gaal e i suoi fratelli, che non poterono più rimanere a Sichem.

[vv. 42b-57]

[vv. 1-5]

6Gli Israeliti continuarono a fare ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal, le Astarti, gli dèi di Aram, gli dèi di Sidone, gli dèi di Moab, gli dèi degli Ammoniti e quelli dei Filistei; abbandonarono il Signore e non lo servirono più. 7L’ira del Signore si accese contro Israele e li consegnò nelle mani dei Filistei e nelle mani degli Ammoniti. 8Questi afflissero e oppressero per diciotto anni gli Israeliti, tutti i figli d’Israele che erano oltre il Giordano, nella terra degli Amorrei in Gàlaad. 9Poi gli Ammoniti passarono il Giordano per combattere anche contro Giuda, contro Beniamino e contro la casa di Èfraim, e Israele fu in grande angoscia.

10Allora gli Israeliti gridarono al Signore: «Abbiamo peccato contro di te, perché abbiamo abbandonato il nostro Dio e abbiamo servito i Baal». 11Il Signore disse agli Israeliti: «Non vi ho forse liberati dagli Egiziani, dagli Amorrei, dagli Ammoniti e dai Filistei? 12Quando quelli di Sidone, gli Amaleciti e i Madianiti vi opprimevano e voi gridavate a me, non vi ho forse salvati dalle loro mani? 13Eppure, mi avete abbandonato e avete servito altri dèi; perciò io non vi salverò più. 14Andate a gridare agli dèi che avete scelto: vi salvino loro nel tempo della vostra angoscia!». 15Gli Israeliti dissero al Signore: «Abbiamo peccato! Fa’ di noi ciò che sembra bene ai tuoi occhi; soltanto, liberaci in questo giorno». 16Eliminarono gli dèi stranieri e servirono il Signore, il quale non tollerò più la tribolazione d’Israele. 17Gli Ammoniti si radunarono e si accamparono in Gàlaad e anche gli Israeliti si adunarono e si accamparono a Mispa. 18La gente, i prìncipi di Gàlaad, si dissero l’un l’altro: «Chi sarà l’uomo che comincerà a combattere contro gli Ammoniti? Egli sarà il capo di tutti gli abitanti di Gàlaad».

1Ora Iefte, il Galaadita, era un guerriero forte, figlio di una prostituta; lo aveva generato Gàlaad. 2La moglie di Gàlaad gli partorì dei figli, i figli di questa donna crebbero e cacciarono Iefte e gli dissero: «Tu non avrai eredità nella casa di nostro padre, perché sei figlio di un’altra donna». 3Iefte fuggì lontano dai suoi fratelli e si stabilì nella terra di Tob. Attorno a Iefte si raccolsero alcuni sfaccendati e facevano scorrerie con lui. 4Qualche tempo dopo gli Ammoniti mossero guerra a Israele. 5Quando gli Ammoniti iniziarono la guerra contro Israele, gli anziani di Gàlaad andarono a prendere Iefte nella terra di Tob. 6Dissero a Iefte: «Vieni, sii nostro condottiero e così potremo combattere contro gli Ammoniti». 7Ma Iefte rispose agli anziani di Gàlaad: «Non siete forse voi quelli che mi avete odiato e scacciato dalla casa di mio padre? Perché venite da me ora che siete nell’angoscia?». 8Gli anziani di Gàlaad dissero a Iefte: «Proprio per questo ora ci rivolgiamo a te: verrai con noi, combatterai contro gli Ammoniti e sarai il capo di noi tutti abitanti di Gàlaad». 9Iefte rispose agli anziani di Gàlaad: «Se mi fate ritornare per combattere contro gli Ammoniti e il Signore li mette in mio potere, io sarò vostro capo». 10Gli anziani di Gàlaad dissero a Iefte: «Il Signore sia testimone tra noi, se non faremo come hai detto». 11Iefte dunque andò con gli anziani di Gàlaad; il popolo lo costituì suo capo e condottiero, e Iefte ripeté tutte le sue parole davanti al Signore a Mispa.

12Poi Iefte inviò messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: «Che cosa c’è tra me e te, perché tu venga contro di me a muover guerra nella mia terra?». 13Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: «Perché Israele, quando salì dall’Egitto, si impossessò del mio territorio, dall’Arnon fino allo Iabbok e al Giordano; restituiscilo pacificamente». 14Iefte inviò di nuovo messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: 15«Dice Iefte: Israele non si impossessò della terra di Moab, né di quella degli Ammoniti. 16Quando salì dall’Egitto, Israele attraversò il deserto fino al Mar Rosso e giunse a Kades, 17e mandò messaggeri al re di Edom per dirgli: “Lasciami passare per la tua terra”. Ma il re di Edom non acconsentì. Ne mandò anche al re di Moab, ma anch’egli rifiutò e Israele rimase a Kades. 18Poi camminò per il deserto, fece il giro della terra di Edom e di quella di Moab, giunse a oriente della terra di Moab e si accampò oltre l’Arnon senza entrare nei territori di Moab, perché l’Arnon segna il confine di Moab. 19Allora Israele mandò messaggeri a Sicon, re degli Amorrei, re di Chesbon, e gli disse: “Lasciaci passare dalla tua terra, per arrivare alla nostra meta”. 20Ma Sicon non si fidò a lasciar passare Israele per i suoi territori; anzi radunò tutta la sua gente, si accampò a Iaas e combatté contro Israele. 21Il Signore, Dio d’Israele, mise Sicon e tutta la sua gente nelle mani d’Israele, che li sconfisse; così Israele conquistò tutta la terra degli Amorrei che abitavano quel territorio: 22conquistò tutti i territori degli Amorrei, dall’Arnon allo Iabbok e dal deserto al Giordano. 23Ora il Signore, Dio d’Israele, ha scacciato gli Amorrei davanti a Israele, suo popolo, e tu vorresti scacciarlo? 24Non possiedi tu quello che Camos, tuo dio, ti ha fatto possedere? Così anche noi possederemo la terra di quelli che il Signore ha scacciato davanti a noi. 25Sei tu forse più di Balak, figlio di Sippor, re di Moab? Litigò forse con Israele o gli fece guerra? 26Da trecento anni Israele abita a Chesbon e nelle sue dipendenze, ad Aroèr e nelle sue dipendenze e in tutte le città lungo l’Arnon; perché non gliele avete tolte durante questo tempo? 27Io non ti ho fatto torto, e tu agisci male verso di me, muovendomi guerra; il Signore, che è giudice, giudichi oggi tra gli Israeliti e gli Ammoniti!». 28Ma il re degli Ammoniti non ascoltò le parole che Iefte gli aveva mandato a dire.

29Allora lo spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad e Manasse, passò a Mispa di Gàlaad e da Mispa di Gàlaad raggiunse gli Ammoniti. 30Iefte fece voto al Signore e disse: «Se tu consegni nelle mie mani gli Ammoniti, 31chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io lo offrirò in olocausto». 32Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatterli e il Signore li consegnò nelle sue mani. 33Egli li sconfisse da Aroèr fin verso Minnit, prendendo loro venti città, e fino ad Abel-Cheramìm. Così gli Ammoniti furono umiliati davanti agli Israeliti. 34Poi Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con tamburelli e danze. Era l’unica figlia: non aveva altri figli né altre figlie. 35Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: «Figlia mia, tu mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi». 36Ella gli disse: «Padre mio, se hai dato la tua parola al Signore, fa’ di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca, perché il Signore ti ha concesso vendetta sugli Ammoniti, tuoi nemici». 37Poi disse al padre: «Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perché io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne». 38Egli le rispose: «Va’!», e la lasciò andare per due mesi. Ella se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità. 39Alla fine dei due mesi tornò dal padre ed egli compì su di lei il voto che aveva fatto. Ella non aveva conosciuto uomo; di qui venne in Israele questa usanza: 40le fanciulle d’Israele vanno a piangere la figlia di Iefte il Galaadita, per quattro giorni ogni anno.

1Gli uomini di Èfraim si radunarono, passarono il Giordano verso Safon e dissero a Iefte: «Perché sei andato a combattere contro gli Ammoniti e non ci hai chiamati con te? Noi bruceremo te e la tua casa». 2Iefte rispose loro: «Io e il mio popolo abbiamo avuto grandi lotte con gli Ammoniti; quando vi ho chiamati in aiuto, non siete venuti a salvarmi dalle loro mani. 3Vedendo che non venivate voi a salvarmi, ho esposto al pericolo la vita, ho marciato contro gli Ammoniti e il Signore li ha consegnati nelle mie mani. Perché dunque siete venuti oggi contro di me a muovermi guerra?». 4Iefte, radunati tutti gli uomini di Gàlaad, diede battaglia a Èfraim; gli uomini di Gàlaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi dicevano: «Voi siete fuggiaschi di Èfraim; Gàlaad sta in mezzo a Èfraim e in mezzo a Manasse». 5I Galaaditi occuparono i guadi del Giordano in direzione di Èfraim. Quando uno dei fuggiaschi di Èfraim diceva: «Lasciatemi passare», gli uomini di Gàlaad gli chiedevano: «Sei un Efraimita?». Se rispondeva: «No», 6i Galaaditi gli dicevano: «Ebbene, di’ scibbòlet», e se quello diceva: «Sibbòlet», non riuscendo a pronunciare bene, allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. In quell’occasione perirono quarantaduemila uomini di Èfraim. 7Iefte fu giudice d’Israele per sei anni. Poi Iefte, il Galaadita, morì e fu sepolto nella sua città in Gàlaad.

[vv. 8b-15]

1Gli Israeliti tornarono a fare quello che è male agli occhi del Signore e il Signore li consegnò nelle mani dei Filistei per quarant’anni. 2C’era allora un uomo di Sorea, della tribù dei Daniti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli. 3L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. 4Ora guàrdati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. 5Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei». 6La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, 7ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte”».

[vv. 8b-25]

1Sansone scese a Timna, e a Timna vide una donna tra le figlie dei Filistei. 2Tornato a casa, disse al padre e alla madre: «Ho visto a Timna una donna, una figlia dei Filistei; prendetemela in moglie». 3Suo padre e sua madre gli dissero: «Non c’è una donna tra le figlie dei tuoi fratelli e in tutto il nostro popolo, perché tu vada a prenderti una moglie tra i Filistei non circoncisi?». Ma Sansone rispose al padre: «Prendimi quella, perché mi piace». 4Suo padre e sua madre non sapevano che questo veniva dal Signore, il quale cercava un motivo di scontro con i Filistei. In quel tempo i Filistei dominavano Israele. 5Sansone scese con il padre e con la madre a Timna; quando furono giunti alle vigne di Timna, ecco un leoncello venirgli incontro ruggendo. 6Lo spirito del Signore irruppe su di lui, ed egli, senza niente in mano, squarciò il leone come si squarcia un capretto. Ma di ciò che aveva fatto non disse nulla al padre e alla madre. 7Scese dunque, parlò alla donna e questa gli piacque. 8Dopo qualche tempo tornò per prenderla e uscì dalla strada per vedere la carcassa del leone: ecco, nel corpo del leone c’era uno sciame d’api e del miele. 9Egli ne prese nel cavo delle mani e si mise a mangiarlo camminando. Quand’ebbe raggiunto il padre e la madre, ne diede loro ed essi ne mangiarono; ma non disse loro che aveva preso il miele dal corpo del leone. 10Suo padre scese dunque da quella donna e Sansone fece là un banchetto, perché così usavano fare i giovani.

[vv. 11b-20]

1Dopo qualche tempo, nei giorni della mietitura del grano, Sansone andò a visitare sua moglie, le portò un capretto e disse: «Voglio entrare da mia moglie nella camera». Ma il padre di lei non gli permise di entrare 2e gli disse: «Credevo proprio che tu l’avessi presa in odio e perciò l’ho data al tuo compagno; la sua sorella minore non è più bella di lei? Prendila dunque al suo posto». 3Ma Sansone rispose loro: «Questa volta non sarò colpevole verso i Filistei, se farò loro del male». 4Sansone se ne andò e catturò trecento volpi; prese delle fiaccole, legò coda a coda e mise una fiaccola fra le due code. 5Poi accese le fiaccole, lasciò andare le volpi per i campi di grano dei Filistei e bruciò i covoni ammassati, il grano ancora in piedi e perfino le vigne e gli oliveti. 6I Filistei chiesero: «Chi ha fatto questo?». La risposta fu: «Sansone, il genero dell’uomo di Timna, perché costui gli ha ripreso la moglie e l’ha data al compagno di lui». I Filistei salirono e bruciarono tra le fiamme lei e suo padre. 7Sansone disse loro: «Poiché agite in questo modo, io non la smetterò finché non mi sia vendicato di voi».

[v. 8]

9Allora i Filistei vennero, si accamparono in Giuda e fecero una scorreria fino a Lechì. 10Gli uomini di Giuda dissero loro: «Perché siete venuti contro di noi?». Quelli risposero: «Siamo venuti per legare Sansone, per fare a lui quello che ha fatto a noi». 11Tremila uomini di Giuda scesero alla caverna della rupe di Etam e dissero a Sansone: «Non sai che i Filistei dominano su di noi? Che cosa ci hai fatto?». Egli rispose loro: «Quello che hanno fatto a me, io l’ho fatto a loro». 12Gli dissero: «Siamo scesi per legarti e metterti nelle mani dei Filistei». Sansone replicò loro: «Giuratemi che non mi colpirete». 13Quelli risposero: «No; ti legheremo soltanto e ti metteremo nelle loro mani, ma certo non ti uccideremo». Lo legarono con due funi nuove e lo trassero su dalla rupe. 14Mentre giungeva a Lechì e i Filistei gli venivano incontro con grida di gioia, lo spirito del Signore irruppe su di lui: le funi che aveva alle braccia divennero come stoppini bruciacchiati dal fuoco e i legacci gli caddero disfatti dalle mani. 15Trovò allora una mascella d’asino ancora fresca, stese la mano, l’afferrò e uccise con essa mille uomini.

[v. 16]

17Quand’ebbe finito di parlare, gettò via la mascella; per questo, quel luogo fu chiamato Ramat-Lechì. 18Poi ebbe gran sete e invocò il Signore dicendo: «Tu hai concesso questa grande vittoria per mezzo del tuo servo; ora dovrò morire di sete e cadere nelle mani dei non circoncisi?». 19Allora Dio spaccò la roccia concava che è a Lechì e ne scaturì acqua. Sansone bevve, il suo spirito si rianimò ed egli riprese vita. Perciò quella fonte fu chiamata En-Kore: essa esiste a Lechì ancora oggi. 20Sansone fu giudice d’Israele, al tempo dei Filistei, per venti anni.

[vv. 1-3]

4In seguito si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila. 5Allora i prìncipi dei Filistei andarono da lei e le dissero: «Seducilo e vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno millecento sicli d’argento». 6Dalila dunque disse a Sansone: «Spiegami da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti». 7Sansone le rispose: «Se mi si legasse con sette corde d’arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque». 8Allora i capi dei Filistei le portarono sette corde d’arco fresche, non ancora secche, con le quali lo legò. 9L’agguato era teso in una camera interna. Ella gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli spezzò le corde come si spezza un filo di stoppa quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza non fu conosciuto. 10Poi Dalila disse a Sansone: «Ecco, ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; ora spiegami come ti si potrebbe legare». 11Le rispose: «Se mi si legasse con funi nuove non ancora adoperate, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque». 12Dalila prese dunque funi nuove, lo legò e gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». L’agguato era teso nella camera interna. Egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia. 13Poi Dalila disse a Sansone: «Ancora ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; spiegami come ti si potrebbe legare». Le rispose: «Se tu tessessi le sette trecce della mia testa nell’ordito e le fissassi con il pettine del telaio, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque». 14Ella dunque lo fece addormentare, tessé le sette trecce della sua testa nell’ordito e le fissò con il pettine, poi gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli si svegliò dal sonno e strappò il pettine del telaio e l’ordito. 15Allora ella gli disse: «Come puoi dirmi: “Ti amo”, mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte ti sei burlato di me e non mi hai spiegato da dove proviene la tua forza così grande». 16Ora, poiché lei lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tormentava, egli ne fu annoiato da morire 17e le aprì tutto il cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo di Dio dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza si ritirerebbe da me, diventerei debole e sarei come un uomo qualunque». 18Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei e fece dir loro: «Venite, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore». Allora i prìncipi dei Filistei vennero da lei e portarono con sé il denaro. 19Ella lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece radere le sette trecce del capo; cominciò così a indebolirlo e la sua forza si ritirò da lui. 20Allora lei gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: «Ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò». Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui. 21I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con una doppia catena di bronzo. Egli dovette girare la macina nella prigione.

22Intanto la capigliatura che gli avevano rasata cominciava a ricrescergli. 23Ora i prìncipi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per far festa. Dicevano:

«Il nostro dio ci ha messo nelle mani
Sansone nostro nemico».

24Quando la gente lo vide, cominciarono a lodare il loro dio e a dire:

«Il nostro dio ci ha messo nelle mani
il nostro nemico,
che devastava la nostra terra
e moltiplicava i nostri caduti».

1C’era un uomo delle montagne di Èfraim che si chiamava Mica. 2Egli disse alla madre: «Quei millecento sicli d’argento che ti erano stati presi e per i quali hai pronunciato una maledizione, e l’hai pronunciata alla mia presenza, ecco, li ho io; quel denaro l’avevo preso io. Ora te lo restituisco». La madre disse: «Benedetto sia mio figlio dal Signore!». 3Egli restituì alla madre i millecento sicli d’argento e la madre disse: «Io consacro con la mia mano questo denaro al Signore, in favore di mio figlio, per farne una statua di metallo fuso». 4Quando egli ebbe restituito il denaro alla madre, questa prese duecento sicli e li diede al fonditore, il quale ne fece una statua di metallo fuso, che fu collocata nella casa di Mica. 5Quest’uomo, Mica, aveva un santuario; fece un efod e i terafìm e diede l’investitura a uno dei figli, che divenne suo sacerdote. 6In quel tempo non c’era un re in Israele; ognuno faceva come gli sembrava bene. 7Ora c’era un giovane di Betlemme di Giuda, della tribù di Giuda, il quale era un levita e abitava in quel luogo come forestiero. 8Quest’uomo era partito dalla città di Betlemme di Giuda, per cercare una dimora dovunque la trovasse. Cammin facendo era giunto sulle montagne di Èfraim, alla casa di Mica. 9Mica gli domandò: «Da dove vieni?». Gli rispose: «Sono un levita di Betlemme di Giuda e vado a cercare una dimora dove la troverò». 10Mica gli disse: «Rimani con me e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d’argento all’anno, vestiario e vitto». Il levita entrò. 11Il levita dunque acconsentì a stare con quell’uomo, che trattò il giovane come un figlio. 12Mica diede l’investitura al levita; il giovane divenne suo sacerdote e si stabilì in casa di lui. 13Mica disse: «Ora so che il Signore mi farà del bene, perché questo levita è divenuto mio sacerdote».

1C’era un uomo delle montagne di Èfraim che si chiamava Mica. 2Egli disse alla madre: «Quei millecento sicli d’argento che ti erano stati presi e per i quali hai pronunciato una maledizione, e l’hai pronunciata alla mia presenza, ecco, li ho io; quel denaro l’avevo preso io. Ora te lo restituisco». La madre disse: «Benedetto sia mio figlio dal Signore!». 3Egli restituì alla madre i millecento sicli d’argento e la madre disse: «Io consacro con la mia mano questo denaro al Signore, in favore di mio figlio, per farne una statua di metallo fuso». 4Quando egli ebbe restituito il denaro alla madre, questa prese duecento sicli e li diede al fonditore, il quale ne fece una statua di metallo fuso, che fu collocata nella casa di Mica. 5Quest’uomo, Mica, aveva un santuario; fece un efod e i terafìm e diede l’investitura a uno dei figli, che divenne suo sacerdote. 6In quel tempo non c’era un re in Israele; ognuno faceva come gli sembrava bene. 7Ora c’era un giovane di Betlemme di Giuda, della tribù di Giuda, il quale era un levita e abitava in quel luogo come forestiero. 8Quest’uomo era partito dalla città di Betlemme di Giuda, per cercare una dimora dovunque la trovasse. Cammin facendo era giunto sulle montagne di Èfraim, alla casa di Mica. 9Mica gli domandò: «Da dove vieni?». Gli rispose: «Sono un levita di Betlemme di Giuda e vado a cercare una dimora dove la troverò». 10Mica gli disse: «Rimani con me e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d’argento all’anno, vestiario e vitto». Il levita entrò. 11Il levita dunque acconsentì a stare con quell’uomo, che trattò il giovane come un figlio. 12Mica diede l’investitura al levita; il giovane divenne suo sacerdote e si stabilì in casa di lui. 13Mica disse: «Ora so che il Signore mi farà del bene, perché questo levita è divenuto mio sacerdote».

1Allora non c’era un re in Israele e in quel tempo la tribù dei Daniti cercava un territorio per stabilirvisi, perché fino a quei giorni non le era toccata nessuna eredità fra le tribù d’Israele. 2I figli di Dan mandarono dunque da Sorea e da Estaòl cinque uomini della loro tribù, uomini di valore, per visitare ed esplorare il territorio; dissero loro: «Andate ad esplorare il territorio!». Quelli giunsero sulle montagne di Èfraim fino alla casa di Mica e passarono la notte in quel luogo. 3Mentre erano presso la casa di Mica, riconobbero la voce del giovane levita; avvicinatisi, gli chiesero: «Chi ti ha condotto qua? Che cosa fai in questo luogo? Che hai tu qui?». 4Rispose loro: «Mica mi ha fatto così e così, mi dà un salario e io sono divenuto suo sacerdote». 5Gli dissero: «Consulta Dio, perché possiamo sapere se il viaggio che abbiamo intrapreso avrà buon esito». 6Il sacerdote rispose loro: «Andate in pace, il viaggio che fate è sotto lo sguardo del Signore». 7I cinque uomini continuarono il viaggio e arrivarono a Lais e videro che il popolo, che vi abitava, viveva in sicurezza, secondo i costumi di quelli di Sidone, tranquillo e fiducioso; non c’era nella regione chi, usurpando il potere, facesse qualcosa di offensivo; erano lontani da quelli di Sidone e non avevano relazione con nessuno. 8Poi tornarono dai loro fratelli a Sorea e a Estaòl, e i fratelli chiesero loro: «Che notizie portate?». 9Quelli risposero: «Alziamoci e andiamo contro quella gente, poiché abbiamo visto il territorio ed è ottimo. E voi rimanete inattivi? Non indugiate a partire per andare a prendere in possesso il territorio. 10Quando arriverete là, troverete un popolo che non sospetta di nulla. La terra è vasta e Dio ve l’ha consegnata nelle mani; è un luogo dove non manca nulla di ciò che è sulla terra».

11Allora seicento uomini della tribù dei Daniti partirono da Sorea e da Estaòl, ben armati. 12Andarono e si accamparono a Kiriat-Iearìm, in Giuda; perciò il luogo, che è a occidente di Kiriat-Iearìm, fu chiamato e si chiama fino ad oggi Accampamento di Dan. 13Di là passarono sulle montagne di Èfraim e giunsero alla casa di Mica.

14I cinque uomini che erano andati a esplorare la terra di Lais dissero ai loro fratelli: «Sapete che in queste case ci sono un efod, i terafìm e una statua di metallo fuso? Sappiate ora quello che dovete fare». 15Quelli si diressero da quella parte, giunsero alla casa del giovane levita, cioè alla casa di Mica, e lo salutarono. 16Mentre i seicento uomini, muniti delle loro armi, stavano davanti alla porta, 17i cinque uomini che erano andati a esplorare il territorio, vennero, entrarono in casa, presero la statua di metallo fuso, l’efod e i terafìm. Intanto il sacerdote stava davanti alla porta con i seicento uomini armati. 18Quando, entrati in casa di Mica, ebbero preso la statua di metallo fuso, l’efod e i terafìm, il sacerdote disse loro: «Che cosa fate?». 19Quelli gli risposero: «Taci, mettiti la mano sulla bocca, vieni con noi e sarai per noi padre e sacerdote. Che cosa è meglio per te: essere sacerdote della casa di un uomo solo oppure essere sacerdote di una tribù e di una famiglia in Israele?». 20Il sacerdote gioì in cuor suo; prese l’efod, i terafìm e la statua e si unì a quella gente. 21Allora si rimisero in cammino, mettendo innanzi a loro i bambini, il bestiame e le masserizie. 22Essi erano già lontani dalla casa di Mica, quando i suoi vicini si misero in armi e raggiunsero i Daniti. 23Allora gridarono ai Daniti. Questi si voltarono e dissero a Mica: «Perché ti sei messo in armi?». 24Egli rispose: «Avete portato via gli dèi che mi ero fatto e il sacerdote, e ve ne siete andati. Ora che cosa mi resta? Come potete dunque dirmi: “Che cos’hai?”». 25I Daniti gli dissero: «Non si senta la tua voce dietro a noi, perché uomini irritati potrebbero scagliarsi su di voi e tu ci perderesti la vita e la vita di quelli della tua casa!». 26I Daniti continuarono il viaggio; Mica, vedendo che erano più forti di lui, si voltò indietro e tornò a casa.

27Quelli dunque, presi con sé gli oggetti che Mica aveva fatto e il sacerdote che aveva al suo servizio, giunsero a Lais, a un popolo che se ne stava tranquillo e fiducioso; lo passarono a fil di spada e diedero la città alle fiamme. 28Nessuno le prestò aiuto, perché era lontana da Sidone e i suoi abitanti non avevano relazioni con altra gente. Essa era nella valle che si estende verso Bet-Recob. Poi i Daniti ricostruirono la città e l’abitarono. 29La chiamarono Dan dal nome di Dan, loro padre, che era nato da Israele; ma prima la città si chiamava Lais. 30E i Daniti eressero per loro uso la statua; Giònata, figlio di Ghersom, figlio di Mosè, e i suoi figli furono sacerdoti della tribù dei Daniti, finché gli abitanti della regione furono deportati. 31Essi misero in onore per proprio uso la statua, che Mica aveva fatto, finché la casa di Dio rimase a Silo.

[vv. 1-10]

11Quando furono vicino a Gebus, il giorno era molto avanzato e il servo disse al suo padrone: «Vieni, deviamo il cammino verso questa città dei Gebusei e passiamo lì la notte». 12Il padrone gli rispose: «Non entreremo in una città di stranieri, i cui abitanti non sono Israeliti, ma andremo oltre, fino a Gàbaa». 13E disse al suo servo: «Vieni, raggiungiamo uno di quei luoghi e passeremo la notte a Gàbaa o a Rama». 14Così passarono oltre e continuarono il viaggio; il sole tramontava quando si trovarono nei pressi di Gàbaa, che appartiene a Beniamino. 15Deviarono in quella direzione per passare la notte a Gàbaa. Il levita entrò e si fermò sulla piazza della città; ma nessuno li accolse in casa per la notte. 16Quand’ecco un vecchio, che tornava la sera dal lavoro nei campi – era un uomo delle montagne di Èfraim, che abitava come forestiero a Gàbaa, mentre la gente del luogo era beniaminita –, 17alzàti gli occhi, vide quel viandante sulla piazza della città. Il vecchio gli disse: «Dove vai e da dove vieni?». 18Quegli rispose: «Andiamo da Betlemme di Giuda fino all’estremità delle montagne di Èfraim. Io sono di là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora mi reco alla casa del Signore, ma nessuno mi accoglie sotto il suo tetto. 19Eppure abbiamo paglia e foraggio per i nostri asini e anche pane e vino per me, per la tua serva e per il giovane che è con i tuoi servi: non ci manca nulla». 20Il vecchio gli disse: «La pace sia con te! Prendo a mio carico quanto ti occorre; non devi passare la notte sulla piazza». 21Così lo condusse in casa sua e diede foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, poi mangiarono e bevvero. 22Mentre si stavano riconfortando, alcuni uomini della città, gente iniqua, circondarono la casa, bussando fortemente alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: «Fa’ uscire quell’uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui». 23Il padrone di casa uscì e disse loro: «No, fratelli miei, non comportatevi male; dal momento che quest’uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere quest’infamia! 24Ecco mia figlia, che è vergine, e la sua concubina: io ve le condurrò fuori, violentatele e fate loro quello che vi pare, ma non commettete contro quell’uomo una simile infamia». 25Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo. Allora il levita afferrò la sua concubina e la portò fuori da loro. Essi la presero e la violentarono tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare allo spuntar dell’alba. 26Quella donna sul far del mattino venne a cadere all’ingresso della casa dell’uomo presso il quale stava il suo padrone, e là restò finché fu giorno chiaro. 27Il suo padrone si alzò alla mattina, aprì la porta della casa e uscì per continuare il suo viaggio, ed ecco che la donna, la sua concubina, giaceva distesa all’ingresso della casa, con le mani sulla soglia. 28Le disse: «Àlzati, dobbiamo partire!». Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull’asino e partì per tornare alla sua abitazione.

[vv. 29b-30]

[vv. 1-11]

12Le tribù d’Israele mandarono uomini in tutta la tribù di Beniamino a dire: «Quale delitto è stato commesso in mezzo a voi? 13Consegnateci quegli uomini iniqui di Gàbaa, perché li uccidiamo e cancelliamo il male da Israele». Ma i figli di Beniamino non vollero ascoltare la voce dei loro fratelli, gli Israeliti.

[vv. 14b-35]

36I figli di Beniamino si accorsero di essere sconfitti. Gli Israeliti avevano ceduto terreno a Beniamino, perché confidavano nell’agguato che avevano teso presso Gàbaa. 37Quelli che stavano in agguato, infatti, si gettarono d’improvviso contro Gàbaa e, fattavi irruzione, passarono a fil di spada l’intera città. 38C’era un segnale convenuto fra gli Israeliti e quelli che stavano in agguato: questi dovevano far salire dalla città una colonna di fumo. 39Gli Israeliti avevano dunque voltato le spalle nel combattimento e gli uomini di Beniamino avevano cominciato a colpire e uccidere circa trenta uomini d’Israele. Essi dicevano: «Ormai essi sono sconfitti davanti a noi, come nella prima battaglia!». 40Ma quando il segnale, la colonna di fumo, cominciò ad alzarsi dalla città, quelli di Beniamino si voltarono indietro ed ecco, tutta la città saliva in fiamme verso il cielo. 41Allora gli Israeliti tornarono indietro e gli uomini di Beniamino furono presi dal terrore, vedendo il disastro piombare loro addosso. 42Voltarono le spalle davanti agli Israeliti e presero la via del deserto; ma i combattenti li incalzavano e quelli che venivano dalla città piombavano in mezzo a loro massacrandoli. 43Circondarono i Beniaminiti, li inseguirono senza tregua, li incalzarono fino di fronte a Gàbaa, dal lato orientale. 44Caddero dei Beniaminiti diciottomila uomini, tutti valorosi.

45I superstiti voltarono le spalle e fuggirono verso il deserto, in direzione della roccia di Rimmon e gli Israeliti ne rastrellarono per le strade cinquemila, li incalzarono fino a Ghìdeom e ne colpirono altri duemila. 46Così il numero totale dei Beniaminiti che caddero quel giorno fu di venticinquemila, atti a maneggiare la spada, tutta gente di valore. 47Seicento uomini, che avevano voltato le spalle ed erano fuggiti verso il deserto, raggiunsero la roccia di Rimmon e rimasero alla roccia di Rimmon quattro mesi. 48Intanto gli Israeliti tornarono contro i figli di Beniamino, passarono a fil di spada nella città uomini e bestiame e quanto trovarono, e diedero alle fiamme anche tutte le città che incontrarono.

[vv. 1-7]

8Dissero dunque: «Fra le tribù d’Israele, qual è quella che non è venuta davanti al Signore a Mispa?». Risultò che nessuno di Iabes di Gàlaad era venuto all’accampamento dove era l’assemblea; 9fatta la rassegna del popolo, si era trovato che là non vi era nessuno degli abitanti di Iabes di Gàlaad. 10Allora la comunità vi mandò dodicimila uomini dei più valorosi e ordinò: «Andate e passate a fil di spada gli abitanti di Iabes di Gàlaad, comprese le donne e i bambini. 11Farete così: voterete allo sterminio ogni maschio e ogni donna che abbia avuto rapporti con un uomo; invece risparmierete le vergini». Quelli fecero così. 12Trovarono fra gli abitanti di Iabes di Gàlaad quattrocento fanciulle vergini, che non avevano avuto rapporti con un uomo, e le condussero all’accampamento, a Silo, che è nella terra di Canaan. 13Tutta la comunità mandò messaggeri per parlare ai figli di Beniamino, che erano alla roccia di Rimmon, e per proporre loro la pace. 14Allora i Beniaminiti tornarono e furono date loro quelle donne di Iabes di Gàlaad a cui era stata risparmiata la vita; ma non erano sufficienti per tutti.

[vv. 15b-25]