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1Ai fratelli Giudei dimoranti in Egitto, salute! I fratelli Giudei che sono a Gerusalemme e nella regione della Giudea augurano una pace sincera. [vv. 2-3] 4Vi apra il cuore alla sua legge e ai suoi precetti e vi conceda pace. [vv. 5-9]
10I Giudei che sono a Gerusalemme e nella Giudea, il consiglio degli anziani e Giuda, ad Aristòbulo, maestro del re Tolomeo, appartenente alla stirpe dei sacerdoti consacrati con l’unzione, e ai Giudei dell’Egitto salute e prosperità.
[vv. 11-18]
al sicuro, in modo che il luogo rimanesse ignoto a tutti. [v. 20] 21Poi, quando furono pronte le offerte per i sacrifici, Neemia comandò ai sacerdoti di aspergere con quell’acqua la legna e quanto vi era sopra. [vv. 22-32]
19Infatti, quando i nostri padri furono deportati in Persia, i pii sacerdoti di allora, preso il fuoco dall’altare, lo nascosero con cautela nella cavità di un pozzo che aveva il fondo asciutto e là lo miseroal re dei Persiani fu annunciato che, nel luogo dove i sacerdoti deportati avevano nascosto il fuoco, era comparsa acqua, con la quale poi i compagni di Neemia avevano purificato le cose necessarie al sacrificio, [vv. 34-36]
33Quando il fatto fu divulgato e1Si trova scritto nei documenti che il profeta Geremia ordinò ai deportati di prendere del fuoco, come si è detto, 2e che il medesimo profeta, dando agli stessi deportati la legge, raccomandò loro di non dimenticarsi dei precetti del Signore e di non lasciarsi traviare nei loro pensieri, vedendo i simulacri d’oro e d’argento e il fasto di cui erano circondati, [vv. 3-11] 12Allo stesso modo anche Salomone celebrò gli otto giorni.
[vv. 13-26]
Allo stesso modo per fare cosa gradita a molti, ci sarà dolce sopportare la fatica, [vv. 28-32]
27così come non è facile preparare un banchetto e accontentare le esigenze altrui.1Nel periodo in cui la città santa godeva completa pace e le leggi erano osservate perfettamente per la pietà del sommo sacerdote Onia e la sua avversione al male, [v. 2] 3al punto che anche Seleuco, re dell’Asia, provvedeva con le proprie entrate a tutte le spese riguardanti il servizio dei sacrifici. [vv. 4-14]
al Cielo che aveva sancito la legge dei depositi, perché conservasse intatti questi beni a coloro che li avevano depositati. 16Chi guardava l’aspetto del sommo sacerdote sentiva uno strazio al cuore, poiché il volto e il cambiamento di colore ne mostravano l’intimo tormento. [vv. 17-25]
15I sacerdoti, rivestiti degli abiti sacerdotali, si erano prostrati davanti all’altare ed elevavano supplicheai due lati, lo flagellavano senza posa, infliggendogli numerose percosse. [vv. 27-34] 35Eliodoro offrì un sacrificio al Signore e innalzò grandi preghiere a colui che gli aveva restituito la vita, poi si congedò da Onia e fece ritorno con il suo seguito dal re. [vv. 36-40]
26Davanti a lui comparvero, inoltre, altri due giovani dotati di grande forza, splendidi per bellezza e meravigliosi nell’abbigliamento, i quali, postisi[vv. 1-4] 5si recò dal re, non per fare la parte di accusatore dei suoi concittadini, ma per provvedere al bene comune del popolo e di ciascuno in particolare. [vv. 6-9]
ai suoi connazionali uno stile di vita greco, 11annullando i favori concessi dai re ai Giudei per opera di Giovanni, padre di quell’Eupòlemo che compì l’ambasciata presso i Romani per negoziare il patto di amicizia e di alleanza; quindi, abolite le istituzioni legittime, instaurò usanze perverse. 12Intraprese con zelo a costruire un ginnasio, proprio ai piedi dell’acropoli, e indusse i giovani più distinti a portare il pètaso. [v. 13] 14Perciò i sacerdoti non erano più premurosi del servizio all’altare, ma, disprezzando il tempio e trascurando i sacrifici, si affrettavano a partecipare agli spettacoli contrari alla legge nella palestra, appena dato il segnale del lancio del disco. [v. 15] 16Ma appunto per questo li sorprese una grave situazione ed ebbero quali avversari e punitori proprio coloro le cui istituzioni seguivano con zelo e ai quali cercavano di rassomigliare in tutto. [vv. 17-19]
10Avendo il re acconsentito, egli, ottenuto il potere, fece subito assumereal sacrificio a Ercole da parte del mandante, servì, per iniziativa dei latori, alla costruzione delle triremi.
20Così il denaro destinato21Antioco, avendo mandato Apollònio, figlio di Menesteo, in Egitto per l’intronizzazione del re Filomètore, venne a sapere che costui era diventato contrario al suo governo e quindi si preoccupò della sua sicurezza. Perciò si recò a Giaffa, poi mosse alla volta di Gerusalemme. [v. 22]
23Tre anni dopo, Giasone mandò Menelao, fratello del già menzionato Simone, a portare al re del denaro e a presentargli un memoriale su alcuni affari importanti. 24Ma quello, fattosi presentare al re e avendolo ossequiato con un portamento da persona autorevole, si accaparrò il sommo sacerdozio, superando l’offerta di Giasone di trecento talenti d’argento. 25Munito delle disposizioni del re, si presentò al ritorno senza avere nulla con sé che fosse degno del sommo sacerdozio, ma soltanto le manie di un tiranno unite alla ferocia di una belva. [v. 26] 27Menelao si impadronì del potere, ma non s’interessò più del denaro promesso al re, [vv. 28-37]
al luogo dove egli aveva sacrilegamente ucciso Onia e lì stesso eliminò dal mondo quell’assassino. Così il Signore gli rese il meritato castigo.
38Poi, acceso di sdegno, tolse subito la porpora ad Andrònico, ne stracciò le vesti e lo condusse attraverso tutta la città proprio fino39Intanto, poiché erano avvenuti molti furti sacrileghi in città da parte di Lisìmaco, d’accordo con Menelao, e se ne era sparsa la voce al di fuori, il popolo si ribellò a Lisìmaco, quando già molti oggetti d’oro erano stati portati via. [vv. 40-49]
al potere, crescendo in malvagità e facendosi grande traditore dei concittadini.
50Menelao invece, per la cupidigia dei potenti, rimase[vv. 1-11]
ai soldati di colpire senza pietà quanti incontravano e di trucidare quelli che si rifugiavano nelle case. [vv. 13-24]
12e diede ordineal giorno sacro del sabato. Allora, sorpresi i Giudei in riposo, comandò ai suoi una parata militare [vv. 26-27]
25Costui, giunto a Gerusalemme e fingendo intenzioni pacifiche, si tenne quieto fino[v. 1] 2e inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpio e quello sul Garizìm a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo. [vv. 3-6] 7Si era trascinati con aspra violenza ogni mese, nel giorno natalizio del re, ad assistere al sacrificio e, quando giungevano le feste dionisiache, si era costretti a sfilare in onore di Diòniso coronati di edera. [vv. 8-12]
agli empi non è data libertà per molto tempo, ma subito incappano nei castighi. 14Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con le altre nazioni, attendendo pazientemente il tempo di punirle, quando siano giunte al colmo dei loro peccati; [vv. 15-18]
13Quindi è veramente segno di grande benevolenza il fatto cheal supplizio, [vv. 20-25] 26Infatti, anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire, né da vivo né da morto, alle mani dell’Onnipotente. [v. 27] 28e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. [vv. 29-30] 31In tal modo egli morì, lasciando la sua morte come esempio di nobiltà e ricordo di virtù non solo ai giovani, ma anche alla grande maggioranza della nazione.
19Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s’incamminò volontariamente[vv. 1-2] 3Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco teglie e caldaie. [v. 4] 5Dopo averlo mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo quando ancora respirava. Mentre il vapore si spandeva largamente tutto intorno alla teglia, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, dicendo: [v. 6]
7Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: «Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?». [vv. 8-29]
30Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. [vv. 31-34] 35perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del Dio onnipotente che vede tutto. [v. 36] 37Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che egli solo è Dio; [vv. 38-42]
1Intanto Giuda Maccabeo e i suoi compagni, passando di nascosto nei villaggi, chiamavano a sé i loro congiunti e, raccolti quanti erano rimasti fedeli al giudaismo, misero insieme circa seimila uomini. 2Alzarono allora suppliche al Signore, perché volgesse lo sguardo al popolo da tutti calpestato, avesse pietà del tempio profanato da uomini empi, 3usasse misericordia alla città devastata e prossima a essere rasa al suolo, porgesse orecchio al sangue che gridava al suo cospetto, [vv. 4-8]
ai suoi ordini truppe di uomini di ogni nazione in numero non inferiore a ventimila, lo inviò a sterminare totalmente la stirpe dei Giudei. Gli associò anche Gorgia, un generale di professione, esperto in tattica militare. 10Nicànore si propose di pagare il tributo che il re doveva ai Romani, che era di duemila talenti, con la vendita degli schiavi giudei. [v. 11]
9Quello incaricò subito Nicànore, figlio di Pàtroclo, uno dei primi amici del re, e, affidando12Giuda fu informato della spedizione di Nicànore e annunciò ai suoi uomini l’avvicinarsi dell’esercito. [vv. 13-14] 15questo, se non per loro merito, almeno per l’alleanza con i loro padri e per riguardo al suo augusto e glorioso nome invocato sopra di loro. 16Il Maccabeo poi, radunati i suoi uomini in numero di seimila, li esortava a non scoraggiarsi davanti ai nemici, né a lasciarsi prendere da timore di fronte alla moltitudine delle nazioni venute ingiustamente contro di loro, ma a combattere da forti, 17tenendo davanti agli occhi le violenze che quelli avevano iniquamente perpetrato contro il luogo santo, lo strazio della città vilipesa e ancora la soppressione dell’ordinamento politico degli antenati. [vv. 18-21]
al comando di ogni schieramento i suoi fratelli Simone, Giuseppe e Giònata, affidando a ciascuno millecinquecento uomini. [vv. 23-27] 28Dopo il sabato distribuirono parte delle spoglie ai danneggiati, alle vedove, agli orfani; il resto se lo divisero tra loro e i loro figli. [vv. 29-36]
22e mise[vv. 1-2] 3Mentre si trovava presso Ecbàtana, gli giunse notizia di ciò che era accaduto a Nicànore e agli uomini di Timòteo. 4Mosso da gran furore, pensava di sfogarsi sui Giudei anche per lo smacco inflittogli da coloro che lo avevano messo in fuga. Perciò diede ordine al cocchiere di compiere il viaggio spingendo i cavalli senza sosta; ma incombeva ormai su di lui il giudizio del Cielo. Così diceva nella sua superbia: «Farò di Gerusalemme un cimitero di Giudei, appena vi sarò giunto». [vv. 5-7] 8Colui che poco prima, nella sua sovrumana arroganza, pensava di comandare ai flutti del mare, e credeva di pesare sulla bilancia le cime dei monti, ora, gettato a terra, doveva farsi portare in lettiga, rendendo a tutti manifesta la potenza di Dio, [vv. 9-10]
11Allora finalmente, malconcio a quel modo, incominciò a deporre gran parte della sua superbia e ad avviarsi al ravvedimento per effetto del divino flagello, mentre senza tregua era lacerato dai dolori. [vv. 12-13] 14che avrebbe dichiarato libera la città santa, che prima si affrettava a raggiungere per raderla al suolo e farne un cimitero. 15Diceva inoltre che avrebbe reso pari agli Ateniesi tutti i Giudei, che prima aveva stabilito di non degnare neppure della sepoltura, ma di gettare in pasto alle fiere insieme con i loro bambini, 16e che avrebbe adornato con magnifici doni votivi il sacro tempio, che prima aveva saccheggiato, e avrebbe restituito in numero ancora più grande tutti gli arredi sacri e avrebbe provveduto con le proprie entrate ai contributi fissati per i sacrifici. [v. 17]
18Ma poiché i dolori non diminuivano per nulla – era arrivato infatti su di lui il giusto giudizio di Dio – e disperando ormai di sé, scrisse ai Giudei la lettera riportata qui sotto, nello stile di una supplica, così concepita:
19«Ai Giudei, ottimi cittadini, il re e condottiero Antioco augura perfetta salute, benessere e prosperità. [vv. 20-27]
28Quest’omicida e bestemmiatore, dunque, soffrendo crudeli tormenti, come li aveva fatti subire agli altri, finì così la sua vita con miserabile morte in terra straniera, sui monti. [v. 29]
[vv. 1-20]
al Maccabeo l’accaduto, radunati i capi del popolo, li accusò di aver venduto per denaro i loro fratelli, mettendo in libertà i loro nemici. [vv. 22-24]
21Quando fu riferitoal suo avvicinarsi, si cosparsero il capo di polvere per la preghiera a Dio e, con i fianchi cinti di sacco, [v. 26] 27Terminata la preghiera, presero le armi e uscirono dalla città per un bel tratto. Quando furono vicini ai nemici, si fermarono. [v. 28] 29Si era accesa una lotta durissima, apparvero dal cielo ai nemici cinque uomini splendidi su cavalli dalle briglie d’oro, che si misero alla guida dei Giudei. 30Essi presero in mezzo il Maccabeo e, riparandolo con le loro armature, lo rendevano invulnerabile; scagliavano invece dardi e folgori contro gli avversari i quali, confusi e accecati, si dispersero in preda al disordine. [vv. 31-38]
25Gli uomini del Maccabeo,[vv. 1-2] 3di imporre tasse al tempio come agli altri edifici di culto delle nazioni e di mettere in vendita ogni anno il sommo sacerdozio. [vv. 4-6] 7Lo stesso Maccabeo, cingendo per primo le armi, esortò gli altri a esporsi con lui al pericolo per andare in aiuto dei loro fratelli: tutti insieme partirono con coraggio. [vv. 8-10] 11Gettatisi come leoni sui nemici, stesero al suolo undicimila fanti e milleseicento cavalieri e costrinsero tutti a fuggire. [v. 12]
13Ma, non privo di intelligenza, pensando alla sconfitta subita e constatando che gli Ebrei erano invincibili, perché il Dio potente combatteva al loro fianco, [v. 14] 15Il Maccabeo, badando a ciò che più conveniva, acconsentì a tutto quanto Lisia chiedeva. Infatti, quanto il Maccabeo aveva presentato a Lisia per iscritto riguardo ai Giudei, il re lo accordò.
16Il contenuto della lettera scritta da Lisia ai Giudei era del seguente tenore:
17«Lisia al popolo dei Giudei, salute! Giovanni e Assalonne, inviati da voi, ci hanno consegnato il documento sotto riportato e hanno chiesto la ratifica dei punti in esso contenuti. 18Quanto era necessario riferire anche al re, gliel’ho esposto ed egli ha accordato quanto era accettabile. 19Se dunque continuerete a essere favorevoli agli interessi del regno, cercherò anche in avvenire di procurarvi dei favori. 20Su questi punti e sui particolari ho dato ordine ai vostri e ai miei incaricati di trattare con voi. [v. 21]
22La lettera del re si esprimeva così:
«Il re Antioco al fratello Lisia, salute! 23Dopo che nostro padre è passato tra gli dèi, vogliamo che i cittadini del regno possano tranquillamente attendere ai loro interessi. 24Avendo sentito che i Giudei non intendono accettare l’ellenizzazione voluta da nostro padre, ma, attaccati al loro sistema di vita, chiedono di attenersi alle proprie leggi, [vv. 25-26]
27La lettera del re indirizzata alla nazione era così concepita:
«Il re Antioco al consiglio degli anziani dei Giudei e agli altri Giudei, salute! [vv. 28-33]
34Anche i Romani inviarono loro questa lettera:
«Quinto Memmio e Tito Manio, legati dei Romani, al popolo dei Giudei, salute! [v. 35] 36Riguardo invece a quei punti che egli ha giudicato dover riferire al re, mandate subito qualcuno, dopo averli esaminati, perché possiamo riferire le cose in modo conveniente per voi. Noi siamo in viaggio per Antiòchia. [vv. 37-38]
[vv. 1-3] 4ma fosse un’iniziativa di tutta la cittadinanza. Essi accettarono, desiderosi di rinsaldare la pace, e lontani da ogni sospetto. Ma quando furono al largo, li fecero affondare in numero non inferiore a duecento. 5Quando Giuda fu informato di questa crudeltà compiuta contro i suoi connazionali, diede ordini ai suoi uomini [vv. 6-14]
al tempo di Giosuè, assalirono furiosamente le mura. [vv. 16-19]
15Ma gli uomini di Giuda, invocato il grande Signore dell’universo, il quale senza arieti e senza macchine ingegnose aveva fatto cadere Gericoal comando dei reparti e mosse contro Timòteo, il quale aveva con sé centoventimila fanti e duemilacinquecento cavalieri. [vv. 21-23] 24Lo stesso Timòteo, caduto in mano agli uomini di Dositeo e Sosìpatro, supplicava con molta astuzia di essere rilasciato sano e salvo, perché tratteneva come ostaggi i genitori di molti di loro e di altri i fratelli, ai quali sarebbe capitato di essere trattati senza riguardo. [vv. 25-39]
20Il Maccabeo ordinò il suo esercito dividendolo in reparti, pose costoroagli idoli di Iàmnia, che la legge proibisce ai Giudei. Così fu a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. [vv. 41-45]
40Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri1Nell’anno centoquarantanove giunse notizia agli uomini di Giuda che Antioco Eupàtore muoveva contro la Giudea con numerose truppe; [v. 2] 3A costoro si era unito anche Menelao, il quale incoraggiava con molta astuzia Antioco, non per la salvezza della patria, ma per la speranza di tornare al potere. [vv. 4-8]
9Il re avanzava con barbari sentimenti e con l’intenzione di far provare ai Giudei trattamenti peggiori di quelli che avevano subìto sotto suo padre. 10Quando Giuda seppe queste cose, ordinò al popolo di pregare il Signore giorno e notte perché, come altre volte, così anche ora aiutasse coloro che correvano il rischio di essere privati della legge, della patria e del tempio santo [vv. 11-13] 14Affidando poi ogni cura al Creatore dell’universo, esortò i suoi a combattere da prodi fino alla morte per le leggi, il tempio, la città, la patria, le loro istituzioni, e pose il campo vicino a Modin. 15Data ai suoi uomini la parola d’ordine «Vittoria di Dio», con giovani, scelti tra i più valorosi, piombò di notte sulla tenda del re nell’accampamento, uccise circa duemila uomini e trafisse il più grosso degli elefanti insieme con l’uomo che era nella torretta. [vv. 16-19]
agli assediati. 21Intanto un certo Ròdoco, dell’esercito dei Giudei, aveva rivelato i segreti ai nemici: fu ricercato, catturato e tolto di mezzo. [vv. 22-23] 24Poi ricevette il Maccabeo e lasciò Egemònide come stratega da Tolemàide fino al paese dei Gerreni. [vv. 25-26]
20poiché Giuda fece giungere il necessario1Dopo un periodo di tre anni, giunse notizia agli uomini di Giuda che Demetrio, figlio di Seleuco, sbarcato nel porto di Trìpoli con un grande esercito e la flotta, [v. 2] 3Un certo Àlcimo, che era stato prima sommo sacerdote, ma che si era volontariamente contaminato al tempo della rivolta, avendo capito che non si apriva a lui in alcun modo una via di salvezza e non vi era più la possibilità di accedere al sacro altare, 4andò dal re Demetrio verso l’anno centocinquantuno, offrendogli una corona d’oro e una palma, oltre ai tradizionali ramoscelli di ulivo del tempio. Per quel giorno restò tranquillo. [vv. 5-7] 8spinto anzitutto da schietta premura per gli interessi del re, ma in secondo luogo mirando anche ai miei concittadini, perché, a causa dell’irragionevolezza di dette persone, tutto il nostro popolo si va impoverendo non poco. 9Ora che conosci bene ognuna di queste cose, tu, o re, provvedi al paese e alla nostra stirpe che va decadendo, con quella cortese benevolenza che hai con tutti. [vv. 10-25]
26Ma Àlcimo, vedendo la loro reciproca simpatia e procuratosi copia degli accordi intercorsi, andò da Demetrio e gli disse che Nicànore seguiva una linea contraria agli interessi dello stato: aveva infatti nominato suo successore Giuda, il sobillatore del regno. [vv. 27-30] 31Questi, accortosi di essere stato giocato abilmente da Giuda, salì al massimo e santo tempio, mentre i sacerdoti stavano compiendo i sacrifici prescritti, e ordinò che gli fosse consegnato quell’uomo. [vv. 32-33] 34Detto questo, se ne andò. I sacerdoti, alzando le mani al cielo, invocarono il protettore sempre vigile del nostro popolo, dicendo: [vv. 35-43]
allo spazio vuoto. [vv. 45-46]
44Questa, subito indietreggiando, fece largo e così egli cadde in mezzo[vv. 1-12]
allo stesso modo, era apparso un uomo distinto per età senile e maestà, circonfuso di dignità meravigliosa e piena di magnificenza. [vv. 14-19]
13Poi,ai lati. 21Il Maccabeo, dopo aver osservato la moltitudine dei presenti, la varietà delle armi pronte e la ferocia delle bestie, alzò le mani al cielo e invocò il Signore che compie prodigi, convinto che non è possibile vincere con le armi, ma che egli concede la vittoria a coloro che ne sono degni, secondo il suo giudizio. 22Nel pregare il Signore, si esprimeva in questo modo: «Tu, Signore, inviasti il tuo angelo al tempo di Ezechia, re della Giudea, ed egli fece perire nel campo di Sennàcherib centoottantacinquemila uomini. [vv. 23-24]
20Tutti ormai attendevano la prova imminente, poiché i nemici già avevano cominciato ad attaccare e l’esercito era in ordine di battaglia, gli elefanti erano piazzati in posizione opportuna e la cavalleria schierata25Gli uomini di Nicànore avanzavano al suono delle trombe e degli inni di guerra. [vv. 26-32] 33Tagliata poi la lingua del sacrilego Nicànore, la fece gettare a pezzi agli uccelli e ordinò di appendere davanti al tempio la ricompensa della sua follia.
[vv. 34-36]
37Così andarono le cose riguardo a Nicànore e, poiché da quel tempo la città è rimasta in mano agli Ebrei, anch’io chiudo qui la mia narrazione. [vv. 38-39]