La Sacra Bibbia - Testo della Conferenza Episcopale Italiana
La Sacra Bibbia - Testo C.E.I. 2008
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Suggerimento:
24. Se si fa la ricerca mediante espressione regolare e questa contiene uno spazio bisogna allora includere l'espressione regolare tra virgolette. Esempio
1. Puoi cercare una frase mettendo tra virgolette una o più parole: verranno cercate in quell'ordine, indipendentemente dalla punteggiatura. Esempio
2. Puoi estrarre più citazioni contemporaneamente, separandole con il punto e virgola se vedi che non ottieni quanto desideri. Esempio
3. Puoi usare l'asterisco per cercare le parole che iniziano con lo spezzone di parola indicato; ad es: mos* cerca tutte le parole che iniziano per "mos"; Esempio
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6. Puoi usare il segno meno per escludere una citazione o una parola o frase tra virgolette. Esempio
7. Puoi estrarre un libro intero usando l'operatore libro: (o una sua abbreviazione), ad es. libro: Is. Esempio
8. Insieme alle parole da cercare prova a usare l'operatore in: (o una sia abbreviazione) seguito da un libro, ad es: in: Mt; puoi anche ripeterlo con più libri. Esempio
9. Insieme alle parole da cercare prova a usare l'operatore in: (o una sua abbreviazione) seguito da un intervallo di libri, ad es. in: Is-Dn. Esempio
10. Insieme alle parole da cercare prova a usare l'operatore in: (o una sua abbreviazione) seguito da una categoria di libri, ad es. in: nt. Esempio
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12. Puoi usare l'operatore evidenzia: (o una sua abbreviazione) per evidenzare una parola o frase, ad es. cercare Gesù ed evidenziare anche Cristo: Gesù evidenzia: Cristo. Esempio
13. Puoi cercare nei versetti, nei capitoli o nei paragrafi: specificalo con l'operatore modo: (o una sua abbreviazione), ad es. Cristo modo: capitoli. Esempio
14. Le ricerche possono essere ampliate a tutte le forme del nome o del verbo aggiungendo opzione:forme (o una sua abbreviazione). Esempio
15. Si possono fare ricerche possono essere ampliate a tutte le forme del nome o del verbo usando l'operatore forme: (o una sua abbreviazione) con una frase tra virgolette: Verranno cercate tutte le combinazioni di tutte le forme delle parole tra virgolette. Esempio
16. Di una o più parole (e non magari delle altre) si possono cercare anche tutte le forme del nome o del verbo aggiungendo l'operatore forme: (o una sua abbreviazione). Esempio
17. Normalmente le ricerche non tengono conto delle maiuscole/minuscole, puoi chiedere di tenerne conto aggiungendo opzione:maiuscole (o una sua abbreviazione). Esempio
18. Normalmente le ricerche non tengono conto delle lettere accentate, puoi chiedere di tenerne conto aggiungendo opzione:accenti (o una sua abbreviazione). Esempio
19. Puoi chiedere di tener conto sia delle maiuscole che delle lettere accentate aggiungendo opzione:maiuscole opzione:accenti (o le relative abbreviazioni). Esempio
20. Normalmente le ricerche sono per parole intere, puoi cercare anche dentro le parole aggiungendo opzione:dentro (o una sua abbreviazione). Esempio
21. Normalmente si usa la versione CEI 2008, puoi richiedere di usare la CEI 1974 aggiungendo versione:1974. L'operatore può essere abbreviato. Esempio
22. Normalmente si usa la versione CEI 2008, puoi confrontare con la versione CEI 1974 aggiungendo versione: 2008 versione: 1974. Esempio
23. Per i più coraggiosi è disponibile la ricerca mediante espressione regolare, usando l'operatore regolare: (o una sua abbreviazione). Ad es. regolare:gesu|cristo cerca i versetti che contengono gesù o cristo. Per saperne di più sui caratteri che si possono usare nelle espressioni regolari di mariadb e sul loro significato vai a questo link (in inglese). Esempio
24. Se si fa la ricerca mediante espressione regolare e questa contiene uno spazio bisogna allora includere l'espressione regolare tra virgolette. Esempio
25. Ogni operatore (tipo opzione:) può essere abbreviato con la o le prime lettere. Lo stesso vale per le varie opzioni: si può ad es. scrivere opzione:dentro oppure opz:d oppure opzione:de, e l'effetto è lo stesso
26. Si può usare l'opzione:protestante (o una sua abbreviazione) per stampare tutte le citazioni con la convenzione protestante (anglosassone), cioè usando ":" tra capitolo e versetti e "," per separare versetti o intervalli di versetti, indipendentemente dalla convenzione usata nelle citazioni richieste. Esempio
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28. Se vengono usate entrambe le opzioni opzione:cattolico e opzione:protestante (o loro abbreviazioni), la prima prevale sempre sulla seconda. Esempio
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Hai richiesto il libro intero Ester e cercato i capitoli contenenti la parola o frase n

Hai cercato solo in Sir [cercando anche le parole con la stessa radice, considerando gli accenti, cercando nei capitoli, versioni Bibbia CEI 1974, Bibbia CEI 2008]

Hai trovato 48 capitoli in 2 libri:

EstEster (10), SirSiracide (38)

I versetti grigi tra parentesi quadra (tipo [1] o [3-7]) sono espandibili.
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Bibbia CEI 1974
Bibbia CEI 2008

1aNel secondo anno del regno del gran re Assuero, il giorno primo di Nisan, Mardocheo figlio di Iair, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino ebbe un sogno. 1bEra un Giudeo che abitava nella città di Susa, uomo grande, che prestava servizio alla corte del re 1ce proveniva dal gruppo degli esuli che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme con Ieconìa re della Giudea. 1dQuesto era il suo sogno: ecco grida e tumulto, tuoni e terremoto, agitazione sulla terra. 1eEcco due enormi draghi avanzarono, pronti tutti e due alla lotta, e risuonò potente il loro sibilo. 1fAl loro sibilo ogni nazione si preparò alla guerra, per combattere contro il popolo dei giusti. 1gEcco un giorno di tenebre e di caligine, di tribolazione e angustia, di malessere e grande agitazione sulla terra. 1hTutta la nazione dei giusti fu agitata: essi temevano la propria rovina, si prepararono a perire e gridarono a Dio. 1iMa dal loro grido sorse, come da una piccola fonte, un grande fiume, acque copiose. 1kSpuntò la luce e il sole: gli umili furono esaltati e divorarono i superbi. 1lMardocheo allora si svegliò: aveva visto questo sogno e che cosa Dio aveva deciso di fare; continuava a ripensarvi entro il suo cuore e cercava di comprenderlo, in ogni suo particolare, fino a notte.

1mMardocheo alloggiava alla corte con Bigtàn e Tères, i due eunuchi del re che custodivano la corte, 1nquando udì i loro ragionamenti e, indagando sui loro disegni, venne a sapere che quelli si preparavano a mettere le mani sul re Assuero. Allora ne avvertì il re. 1oIl re sottopose i due eunuchi a un interrogatorio: essi confessarono e furono tolti di mezzo. 1pPoi il re fece scrivere queste cose nelle cronache e anche Mardocheo le mise in iscritto. 1qIl re costituì Mardocheo funzionario della corte e gli fece regali in compenso di queste cose. 1rMa vi era anche Amàn figlio di Hammedàta, l'Agaghita, che era potente davanti al re e cercò il modo di far del male a Mardocheo e al suo popolo per l'affare dei due eunuchi del re.

1Nel secondo anno del regno del gran re Assuero, il giorno primo di Nisan, Mardocheo figlio di Iair, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino ebbe un sogno. 2in quel tempo, dunque, il re Assuero che sedeva sul trono del suo regno nella cittadella di Susa, 3l'anno terzo del suo regno fece un banchetto a tutti i suoi principi e ai suoi ministri. I capi dell'esercito di Persia e di Media, i nobili e i governatori delle province furono riuniti alla sua presenza. 4Dopo aver così mostrato loro le ricchezze e la gloria del suo regno e il fasto magnifico della sua grandezza per molti giorni, per centottanta giorni, 5passati questi giorni il re fece un altro banchetto di sette giorni, nel cortile del giardino della reggia, per tutto il popolo che si trovava nella cittadella di Susa, dal più grande al più piccolo. 6Vi erano cortine di lino fine e di porpora viola, sospese con cordoni di bisso e di porpora rossa ad anelli d'argento e a colonne di marmo bianco; divani d'oro e d'argento sopra un pavimento di marmo verde, bianco e di madreperla e di pietre a colori. 7Si porgeva da bere in vasi d'oro di forme svariate e il vino del re era abbondante, grazie alla liberalità del re. 8Era dato l'ordine di non forzare alcuno a bere, poiché il re aveva prescritto a tutti i maggiordomi che lasciassero fare a ciascuno secondo la propria volontà.

9Anche la regina Vasti offrì un banchetto alle donne nella reggia del re Assuero.

10Il settimo giorno, il re che aveva il cuore allegro per il vino, ordinò a Meumàn, a Bizzetà, a Carbonà, a Bigtà, ad Abagtà, a Zetàr e a Carcàs, i sette eunuchi che servivano alla presenza del re Assuero, 11che conducessero davanti a lui la regina Vasti con la corona reale, per mostrare al popolo e ai capi la sua bellezza; essa infatti era di aspetto avvenente. 12Ma la regina Vasti rifiutò di venire, contro l'ordine che il re aveva dato per mezzo degli eunuchi; il re ne fu assai irritato e la collera si accese dentro di lui. 13Allora il re interrogò i sapienti, conoscitori dei tempi. - Poiché gli affari del re si trattavano così, alla presenza di quanti conoscevano la legge e il diritto, 14e i più vicini a lui erano Carsenà, Setàr, Admàta, Tarsìs, Mères, Marsenà e Memucàn, sette capi della Persia e della Media che erano suoi consiglieri e sedevano ai primi posti nel regno. - 15Domandò dunque: «Secondo la legge, che cosa si deve fare alla regina Vasti che non ha eseguito l'ordine datole dal re Assuero per mezzo degli eunuchi?». 16Memucàn rispose alla presenza del re e dei principi: «La regina Vasti ha mancato non solo verso il re, ma anche verso tutti i capi e tutti i popoli che sono nelle province del re Assuero. 17Perché quello che la regina ha fatto si saprà da tutte le donne e le indurrà a disprezzare i propri mariti; esse diranno: Il re Assuero aveva ordinato che si conducesse alla sua presenza la regina Vasti ed essa non vi è andata. 18Da ora innanzi le principesse di Persia e di Media che sapranno il fatto della regina ne parleranno a tutti i principi del re e ne verranno insolenze e irritazioni all'eccesso. 19Se così sembra bene al re, venga da lui emanato un editto reale da scriversi fra le leggi di Persia e di Media, sicché diventi irrevocabile, per il quale Vasti non potrà più comparire alla presenza del re Assuero e il re conferisca la dignità di regina ad un'altra migliore di lei. 20Quando l'editto emanato dal re sarà conosciuto nell'intero suo regno per quanto è vasto, tutte le donne renderanno onore ai loro mariti dal più grande al più piccolo». 21La cosa parve buona al re e ai principi. Il re fece come aveva detto Memucàn: 22mandò lettere a tutte le province del regno, a ogni provincia secondo il suo modo di scrivere e ad ogni popolo secondo la sua lingua; perché ogni marito fosse padrone in casa sua e potesse parlare a suo arbitrio.

1aNel secondo anno di regno del grande re Artaserse, il giorno primo di Nisan, Mardocheo, figlio di Giàiro, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino, ebbe in sogno una visione.

1bEgli era un Giudeo che abitava nella città di Susa, un uomo ragguardevole, che prestava servizio alla corte del re

1ce proveniva dal gruppo degli esuli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato da Gerusalemme con Ieconia, re della Giudea.

1dQuesto fu il suo sogno: ecco, grida e tumulto, tuoni e terremoto, sconvolgimenti sulla terra.

1eEd ecco: due enormi draghi avanzarono, tutti e due pronti alla lotta, e risuonò potente il loro grido.

1fAl loro grido ogni nazione si preparò alla guerra, per combattere contro il popolo dei giusti.

1gEcco, un giorno di tenebre e di caligine! Tribolazione e angustia, afflizione e grandi sconvolgimenti sulla terra!

1hTutta la nazione dei giusti rimase sconvolta: essi, temendo la propria rovina, si prepararono a morire e levarono a Dio il loro grido.

1iMa dal loro grido, come da una piccola fonte, sorse un grande fiume con acque abbondanti.

1kApparvero la luce e il sole: gli umili furono esaltati e divorarono i superbi.

1lMardocheo allora si svegliò: aveva visto questo sogno e quello che Dio aveva deciso di fare; in cuor suo continuava a ripensarvi fino a notte, cercando di comprenderlo in ogni suo particolare.

1mMardocheo alloggiava alla corte con Gabatà e Tarra, i due eunuchi del re che custodivano la corte.

1nIntese i loro ragionamenti, indagò sui loro disegni e venne a sapere che quelli si preparavano a mettere le mani sul re Artaserse. Allora ne avvertì il re.

1oIl re sottopose i due eunuchi a un interrogatorio: essi confessarono e furono tolti di mezzo.

1pPoi il re fece scrivere questi fatti nelle cronache e anche Mardocheo li mise per iscritto.

1qIl re costituì Mardocheo funzionario della corte e gli fece regali in compenso di queste cose.

1rMa vi era anche Aman, figlio di Amadàta, il Bugeo, che era molto stimato presso il re e cercò il modo di fare del male a Mardocheo e al suo popolo, per questa faccenda che riguardava i due eunuchi del re.

1Dopo queste cose, al tempo di Artaserse – quell’Artaserse che regnava dall’India sopra centoventisette province –, 2proprio in quel tempo il re Artaserse, che regnava nella città di Susa, 3l’anno terzo del suo regno fece un banchetto per gli amici e per quelli delle altre nazionalità, per i nobili dei Persiani e i dei Medi e per i prefetti delle province. 4Dopo aver mostrato loro le ricchezze del suo regno e il fasto attraente della sua ricchezza per centoottanta giorni, 5quando si compirono i giorni delle nozze, il re fece un banchetto per i rappresentanti delle nazioni che si trovavano nella città, per sei giorni, nella sala della reggia. 6La sala era adornata con drappi di lino delicato e pregiato, appesi a cordoni di lino color porpora, fissati a ganci d’oro e d’argento, su colonne di marmo pario e di pietra. I divani erano d’oro e d’argento, sopra un pavimento di pietra verde smeraldo e di madreperla e di marmo pario; vi erano inoltre tappeti con ricami variegati e rose disposte in circolo. 7Per bere c’erano coppe d’oro e d’argento, come pure un piccolo calice di turchese, del valore di trentamila talenti. Il vino era abbondante e dolce e lo stesso re ne beveva. 8Si poteva bere senza limiti: così infatti aveva voluto il re, ordinando ai camerieri di soddisfare il desiderio suo e degli altri.

9Anche Vasti, la regina, tenne un banchetto per le donne nella stessa reggia di Artaserse. 10Il settimo giorno il re, euforico per il vino, ordinò ad Aman, Bazan, Tarra, Borazè, Zatoltà, Abatazà, Tarabà, i sette eunuchi che erano al servizio del re Artaserse, 11di far venire davanti a lui la regina per intronizzarla, ponendole sul capo il diadema, e per mostrare ai prìncipi e alle nazioni la sua bellezza: era infatti molto bella. 12Ma la regina Vasti rifiutò di andare con gli eunuchi. Il re ne fu addolorato e irritato 13e disse ai suoi amici: «Così e così ha parlato Vasti: giudicate, dunque, secondo la legge e il diritto». 14Si fecero avanti Archeseo e Sarsateo e Maleseàr, prìncipi dei Persiani e dei Medi, che erano più vicini al re e che, primi, sedevano accanto al re, 15e gli espressero il proprio parere su che cosa si dovesse fare alla regina Vasti, secondo le leggi, perché non aveva eseguito l’ordine datole dal re Artaserse per mezzo degli eunuchi.

16Mucheo disse in presenza del re e dei prìncipi: «La regina Vasti ha mancato non solo nei confronti del re, ma anche nei confronti di tutti i prìncipi e i capi del re 17– infatti costui aveva riferito loro le parole della regina e come ella aveva risposto al re – e, come ella ha risposto al re Artaserse, 18così oggi le altre principesse dei capi dei Persiani e dei Medi, avendo udito ciò che ella ha detto al re, oseranno disprezzare allo stesso modo i loro mariti. 19Se dunque sembra bene al re, sia emanato un decreto reale, scritto secondo le leggi dei Medi e dei Persiani e irrevocabile, secondo il quale la regina non possa più comparire davanti a lui, e il re conferisca la dignità a una donna migliore di lei. 20E l’editto emanato dal re sia fatto conoscere nel suo regno e così tutte le donne rispetteranno i loro mariti, dal più povero al più ricco». 21La proposta piacque al re e ai prìncipi. Il re fece come aveva detto Mucheo: 22mandò lettere a tutto il regno, a ogni provincia secondo la sua lingua, in modo che i mariti fossero rispettati nelle loro case.

1Dopo queste cose, quando la collera del re si fu calmata, egli si ricordò di Vasti, di ciò che essa aveva fatto e di quanto era stato deciso a suo riguardo. 2Allora quelli che stavano al servizio del re dissero: «Si cerchino per il re fanciulle vergini e d'aspetto avvenente; 3stabilisca il re in tutte le province del suo regno commissari, i quali radunino tutte le fanciulle vergini e belle nella reggia di Susa, nella casa delle donne, sotto la sorveglianza di Egài, eunuco del re e guardiano delle donne, che darà loro quanto è necessario per abbigliarsi; 4la fanciulla che piacerà al re diventerà regina al posto di Vasti». La cosa piacque al re e così si fece. 5Ora nella cittadella di Susa c'era un Giudeo chiamato Mardocheo, figlio di Iair, figlio di Simei, figlio di un Beniaminita, 6che era stato deportato da Gerusalemme fra quelli condotti in esilio con Ieconìa re di Giuda da Nabucodònosor re di Babilonia. 7Egli aveva allevato Hadàssa, cioè Ester, figlia di un suo zio, perché essa era orfana di padre e di madre. La fanciulla era di bella presenza e di aspetto avvenente; alla morte del padre e della madre, Mardocheo l'aveva presa come propria figlia. 8Quando l'ordine del re e il suo editto furono divulgati e un gran numero di fanciulle venivano radunate nella cittadella di Susa sotto la sorveglianza di Egài, anche Ester fu presa e condotta nella reggia, sotto la sorveglianza di Egài, guardiano delle donne. 9La fanciulla piacque a Egài ed entrò nelle buone grazie di lui; egli si preoccupò di darle il necessario per l'abbigliamento e il vitto; le diede sette ancelle scelte nella reggia e assegnò a lei e alle sue ancelle l'appartamento migliore nella casa delle donne. 10Ester non aveva detto nulla del suo popolo della sua famiglia, perché Mardocheo le aveva proibito di parlarne. 11Mardocheo tutti i giorni passeggiava davanti al cortile della casa delle donne per sapere se Ester stava bene e che cosa succedeva di lei. 12Quando veniva il turno per una fanciulla di andare dal re Assuero alla fine dei dodici mesi prescritti alle donne per i loro preparativi, sei mesi per profumarsi con olio di mirra e sei mesi con aromi e altri cosmetici usati dalle donne, 13la fanciulla andava dal re e poteva portare con sé dalla casa delle donne alla reggia quanto chiedeva. 14Vi andava la sera e la mattina seguente passava nella seconda casa delle donne, sotto la sorveglianza di Saasgàz, eunuco del re e guardiano delle concubine. Poi non tornava più dal re a meno che il re la desiderasse ed essa fosse richiamata per nome. 15Quando arrivò per Ester figlia di Abicàil, zio di Mardocheo, che l'aveva adottata per figlia, il turno di andare dal re, essa non domandò se non quello che le fu indicato da Egài, eunuco del re e guardiano delle donne. Ester attirava la simpatia di quanti la vedevano. 16Ester fu dunque condotta presso il re Assuero nella reggia il decimo mese, cioè il mese di Tebèt, il settimo anno del suo regno. 17Il re amò Ester più di tutte le altre donne ed essa trovò grazia e favore agli occhi di lui più di tutte le altre vergini. Egli le pose in testa la corona regale e la fece regina al posto di Vasti. 18Poi il re fece un gran banchetto a tutti i principi e ai ministri, che fu il banchetto di Ester; concesse un giorno di riposo alle province e fece doni con munificenza regale.

19Ora la seconda volta che si radunavano le fanciulle, Mardocheo aveva stanza alla porta del re. 20Ester, secondo l'ordine che Mardocheo le aveva dato, non aveva detto nulla della sua famiglia del suo popolo poiché essa faceva quello che Mardocheo le diceva, come quando era sotto la sua tutela. 21In quei giorni, quando Mardocheo aveva stanza alla porta del re, Bigtàn e Tères, due eunuchi del re e tra i custodi della soglia, irritati contro il re Assuero, cercarono il modo di mettere le mani sulla persona del re. 22La cosa fu risaputa da Mardocheo, che avvertì la regina Ester ed Ester ne parlò al re in nome di Mardocheo. 23Fatta investigazione e scoperto il fatto, i due eunuchi furono impiccati a un palo. E la cosa fu registrata nel libro delle cronache, alla presenza del re.

1Dopo questi fatti, l’ira del re si placò ed egli non si ricordò più di Vasti, avendo presente quello che lei aveva detto e come egli l’aveva ormai condannata. 2Dissero allora i servi del re: «Si cerchino per il re fanciulle incorrotte e belle. 3E in tutte le province del suo regno il re dia incarico ai governatori locali perché siano scelte fanciulle vergini e belle; siano portate nella città di Susa, nell’harem, e siano consegnate all’eunuco del re che è il custode delle donne e siano dati loro unguenti e ogni altra cosa necessaria, 4e la donna che piacerà al re diventi regina al posto di Vasti». La proposta piacque al re, e così si fece.

5Nella città di Susa c’era un Giudeo di nome Mardocheo, figlio di Giàiro, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino, 6il quale era stato deportato da Gerusalemme quando fu ridotta in schiavitù da Nabucodònosor, re di Babilonia. 7Egli aveva una figlia adottiva, figlia di Aminadàb, fratello di suo padre, che si chiamava Ester. Quando erano morti i suoi genitori, egli l’aveva allevata per prenderla in moglie. La fanciulla era bella d’aspetto. 8E quando il decreto del re fu pubblicato, molte fanciulle furono raccolte nella città di Susa sotto la sorveglianza di Gai; anche Ester fu condotta da Gai, custode delle donne.

9La fanciulla gli piacque e trovò grazia presso di lui, ed egli si preoccupò di darle gli unguenti e la sua porzione di cibo, oltre alle sette fanciulle assegnate a lei dalla reggia, e usò verso di lei e le sue ancelle un trattamento di favore nell’harem. 10Ester non disse nulla né del suo popolo né della sua stirpe, perché Mardocheo le aveva ordinato di non dirlo. 11Mardocheo passeggiava ogni giorno lungo il cortile dell’harem, per vedere che cosa fosse accaduto a Ester.

12Il momento di andare dal re giungeva per una fanciulla alla fine di dodici mesi, quando terminavano i giorni della preparazione. Il periodo della preparazione si svolgeva così: sei mesi per essere unta con olio di mirra e sei con spezie e unguenti femminili. 13Allora veniva introdotta dal re, e quello che chiedeva le veniva dato per portarlo con sé dall’harem alla reggia. 14Vi andava la sera e la mattina seguente passava nel secondo harem, dove Gai, l’eunuco del re, custodiva le donne; nessuna di loro poteva rientrare dal re, se non veniva chiamata per nome.

15Quando per Ester, figlia di Aminadàb, fratello del padre di Mardocheo, si compì il tempo di entrare dal re, ella nulla tralasciò di quello che le aveva ordinato l’eunuco, il custode delle donne; Ester infatti trovava grazia presso tutti quelli che la vedevano. 16Ester entrò dal re Artaserse nel dodicesimo mese, chiamato Adar, l’anno settimo del suo regno. 17Il re si innamorò di Ester: ella trovò grazia più di tutte le fanciulle e perciò egli pose su di lei la corona regale. 18Poi il re fece un banchetto per tutti i suoi amici e i potenti per sette giorni, volendo solennizzare così le nozze di Ester; condonò pure i debiti a tutti quelli che erano sotto il suo dominio.

19Mardocheo prestava servizio nel palazzo. 20Ester non palesò la sua stirpe: Mardocheo infatti le aveva raccomandato di avere il timore di Dio e di osservare i suoi comandamenti, come quando stava con lui. Ester non cambiò il suo modo di vivere.

21I due eunuchi del re, capi delle guardie del corpo, si rattristarono perché Mardocheo era stato promosso, e cercavano di uccidere il re Artaserse. 22La cosa fu resa nota a Mardocheo, ed egli la fece conoscere ad Ester; ella rivelò al re la notizia della congiura. 23Allora il re fece indagare riguardo ai due eunuchi e li impiccò; il re ordinò di prenderne nota negli archivi reali, in memoria e a lode dei buoni uffici di Mardocheo.

1In seguito, il re Assuero promosse Amàn figlio di Hammedàta, l'Agaghita, alla più alta dignità e pose il suo seggio al di sopra di quelli di tutti i prìncipi che erano con lui. 2Tutti i ministri del re, che stavano alla porta del re, piegavano il ginocchio e si prostravano davanti ad Amàn, perché così aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non piegava il ginocchio si prostrava. 3I ministri del re che stavano alla porta del re dissero a Mardocheo: «Perché trasgredisci l'ordine del re?». 4Ma, sebbene glielo ripetessero tutti i giorni, egli non dava loro ascolto. Allora quelli riferirono la cosa ad Amàn, per vedere se Mardocheo avrebbe insistito nel suo atteggiamento, perché aveva detto loro che era un Giudeo. 5Amàn vide che Mardocheo non s'inginocchiava si prostrava davanti a lui e ne fu pieno d'ira; 6ma disdegnò di metter le mani addosso soltanto a Mardocheo, poiché gli avevano detto a quale popolo Mardocheo apparteneva. Egli si propose di distruggere il popolo di Mardocheo, tutti i Giudei che si trovavano in tutto il regno d'Assuero.

7Il primo mese, cioè il mese di Nisan, il decimosecondo anno del re Assuero, si gettò il pur, cioè la sorte, alla presenza di Amàn, per la scelta del giorno e del mese. La sorte cadde sul tredici del decimosecondo mese, chiamato Adàr. 8Allora Amàn disse al re Assuero: «Vi è un popolo segregato e anche disseminato fra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo e che non osserva le leggi del re; non conviene quindi che il re lo tolleri. 9Se così piace al re, si ordini che esso sia distrutto; io farò passare diecimila talenti d'argento in mano agli amministratori del re, perché siano versati nel tesoro reale». 10Allora il re si tolse l'anello di mano e lo diede ad Amàn, l'Agaghita, figlio di Hammedàta e nemico dei Giudei. 11Il re disse ad Amàn: «Il denaro sia per te: al popolo fà pure quello che ti sembra bene». 12Il tredici del primo mese furono chiamati i segretari del re e fu scritto, seguendo in tutto gli ordini di Amàn, ai satrapi del re e ai governatori di ogni provincia secondo il loro modo di scrivere e ad ogni popolo nella sua lingua. Lo scritto fu redatto in nome del re Assuero e sigillato con il sigillo reale. 13aQuesta è la copia della lettera:

«Il grande re Assuero ai governatori delle centoventisette province dall'India all'Etiopia e ai capidistretto loro subordinati scrive quanto segue:

13bEssendo io alla testa di molte nazioni e avendo l'impero di tutto il mondo, non esaltato dall'orgoglio del potere, ma governando sempre con moderazione e con dolcezza, ho deciso di rendere sempre indisturbata la vita dei sudditi, di assicurare un regno tranquillo e sicuro fino alle frontiere e di far rifiorire la pace sospirata da tutti gli uomini.

13cAvendo io chiesto ai miei consiglieri come tutto questo possa essere attuato, Amàn, distinto presso di noi per prudenza, segnalato per inalterata devozione e sicura fedeltà ed elevato alla seconda dignità del regno, 13dci ha avvertiti che in mezzo a tutte le stirpi che vi sono nel mondo si è mescolato un popolo ostile, diverso nelle sue leggi da ogni altra nazione, che trascura sempre i decreti del re, così da impedire l'assetto dell'impero da noi irreprensibilmente diretto.

13eConsiderando dunque che questa nazione è l'unica ad essere in continuo contrasto con ogni essere umano, differenziandosi per uno strano tenore di leggi, e che, malintenzionata contro i nostri interessi, compie le peggiori malvagità e riesce di ostacolo alla stabilità del regno, 13fabbiamo ordinato che le persone a voi segnalate nei rapporti scritti da Amàn, incaricato dei nostri interessi e per noi un secondo padre, tutte, con le mogli e i figli, siano radicalmente sterminate per mezzo della spada dei loro avversari, senz'alcuna pietà perdono, il quattordici del decimosecondo mese, cioè Adàr; 13gperché questi nostri oppositori di ieri e di oggi, precipitando violentemente negli inferi in un sol giorno, ci assicurino per l'avvenire un governo completamente stabile e indisturbato».

13Questi documenti scritti furono spediti per mezzo di corrieri in tutte le province del re, perché si distruggessero, si uccidessero, si sterminassero tutti i Giudei, giovani e vecchi, bambini e donne, in un medesimo giorno, il tredici del decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr, e si saccheggiassero i loro beni.

14Una copia dell'editto, che doveva essere promulgato in ogni provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché si tenessero pronti per quel giorno. 15I corrieri partirono in tutta fretta per ordine del re e il decreto fu promulgato subito nella cittadella di Susa. Mentre il re e Amàn stavano a gozzovigliare, la città di Susa era costernata.

1Dopo questi avvenimenti, il re Artaserse onorò grandemente Aman, figlio di Amadàta, il Bugeo. Lo elevò in dignità e, fra tutti i suoi amici, lo faceva sedere al primo posto. 2Tutti quelli che stavano al palazzo si prostravano davanti a lui, poiché il re aveva ordinato di fare così. Ma Mardocheo non si prostrava davanti a lui. 3Allora quelli che stavano nel palazzo dissero a Mardocheo: «Mardocheo, perché non ascolti i comandi del re?». 4Essi glielo dicevano giorno dopo giorno, ma egli non li ascoltava. Allora fecero presente ad Aman che Mardocheo trasgrediva gli ordini del re. Mardocheo inoltre aveva rivelato loro di essere un Giudeo. 5Ma Aman, accortosi che Mardocheo non si prostrava davanti a lui, si indignò grandemente 6e decise di sterminare tutti i Giudei che si trovavano sotto il dominio di Artaserse.

7Fece un editto nell’anno dodicesimo del regno di Artaserse; tirò a sorte il giorno e il mese, per sterminare in un solo giorno il popolo di Mardocheo. La sorte cadde sul quattordicesimo giorno del mese di Adar. 8Allora disse al re Artaserse: «C’è un popolo disperso tra le nazioni in tutto il tuo regno, le cui leggi differiscono da quelle di tutte le altre nazioni; essi disobbediscono alle leggi del re e non è conveniente che il re glielo permetta. 9Se piace al re, dia ordine di ucciderli, e io assegnerò al tesoro del re diecimila talenti d’argento». 10Il re, preso il suo anello, lo dette in mano ad Aman, per mettere il sigillo sui decreti contro i Giudei. 11Il re disse ad Aman: «Tieni pure il denaro, e tratta questo popolo come vuoi tu». 12Nel tredicesimo giorno del primo mese furono chiamati gli scribi e, come aveva ordinato Aman, scrissero ai capi e ai governatori di ogni provincia, dall’India fino all’Etiopia, a centoventisette province, e ai capi delle nazioni, secondo la loro lingua, a nome del re Artaserse. 13aLe lettere furono mandate per mezzo di corrieri nel regno di Artaserse, perché in un solo giorno del dodicesimo mese, chiamato Adar, fosse sterminata la stirpe dei Giudei e si saccheggiassero i loro beni.

13bQuesta è la copia della lettera:

«Il grande re Artaserse ai governatori delle centoventisette province, dall’India all’Etiopia, e ai funzionari loro subordinati scrive quanto segue: 13cEssendo io al comando di molte nazioni e avendo il dominio di tutto il mondo, non volendo abusare della grandezza del potere, ma volendo governare sempre con moderazione e con dolcezza, mi sono proposto di rendere quieta la vita dei sudditi e di assicurare un regno tranquillo e percorribile fino alle frontiere, per far rifiorire la pace sospirata da tutti gli uomini.

13dDopo aver chiesto ai miei consiglieri come si potesse attuare tutto questo, Aman, distinto presso di noi per prudenza, eccellente per inalterata devozione e sicura fedeltà ed elevato alla seconda dignità del regno, 13eci ha avvertiti che in mezzo a tutte le razze che vi sono nel mondo si è mescolato un popolo ostile il quale, vivendo con leggi diverse da quelle di ogni altra nazione, trascura sempre i decreti del re, così da compromettere la pace delle nazioni da noi consolidata.

13fConsiderando dunque che questa nazione è l’unica ad essere in continuo contrasto con ogni essere umano, differenziandosi per uno strano regime di leggi, e che, ostile ai nostri interessi, compie le peggiori malvagità e ostacola la stabilità del regno, 13gabbiamo ordinato che le persone a voi segnalate nei rapporti scritti da Aman, incaricato dei nostri affari pubblici e da noi trattato come un secondo padre, tutte, con le mogli e i figli, siano radicalmente sterminate con la spada dei loro avversari, senz’alcuna pietà né perdono, il quattordici del dodicesimo mese dell’anno corrente, cioè Adar, 13cosicché questi nostri oppositori di ieri e di oggi, precipitando violentemente negli inferi in un solo giorno, ci assicurino definitivamente per l’avvenire un governo stabile e tranquillo».

14Le copie delle lettere furono pubblicate in ogni provincia e a tutte le nazioni fu ordinato di stare pronti per quel giorno. 15L’applicazione fu sollecitata anche nella città di Susa e, mentre il re e Aman si davano a bere smodatamente, la città era costernata.

1Quando Mardocheo seppe quanto era stato fatto, si stracciò le vesti, si coprì di sacco e di cenere e uscì in mezzo alla città, mandando alte e amare grida; 2venne fin davanti alla porta del re, ma a nessuno che fosse coperto di sacco era permesso di entrare per la porta del re. 3In ogni provincia, dovunque giungevano l'ordine del re e il suo editto, ci fu gran desolazione fra i Giudei: digiuno, pianto, lutto e a molti servirono di letto il sacco e la cenere. 4Le ancelle di Ester e i suoi eunuchi vennero a riferire la cosa e la regina ne fu molto angosciata; mandò vesti a Mardocheo, perché se le mettesse e si togliesse di dosso il sacco, ma egli non le accettò. 5Allora Ester chiamò Atàch, uno degli eunuchi che il re aveva messo al suo servizio, e lo incaricò di andare da Mardocheo per domandare che cosa era avvenuto e perché si comportava così. 6Atàch si recò da Mardocheo sulla piazza della città davanti alla porta del re. 7Mardocheo gli narrò quanto gli era accaduto e gli indicò la somma di denaro che Amàn aveva promesso di versare al tesoro reale per far distruggere i Giudei; 8gli diede anche una copia dell'editto promulgato a Susa per il loro sterminio, perché lo mostrasse a Ester, la informasse di tutto e le ordinasse di presentarsi al re per domandargli grazia e per intercedere in favore del suo popolo.

8a«Ricordati - le fece dire - dei giorni della tua povertà, quando eri nutrita dalla mia mano; perché Amàn, il secondo in dignità dopo il re, ha parlato contro di noi per farci mettere a morte. Invoca il Signore, parla al re in nostro favore e liberaci dalla morte!». 9Atàch ritornò da Ester e le riferì le parole di Mardocheo. 10Ester ordinò ad Atàch di riferire a Mardocheo: 11«Tutti i ministri del re e il popolo delle sue province sanno che se qualcuno, uomo o donna, entra dal re nell'atrio interno, senza essere stato chiamato, in forza di una legge uguale per tutti, deve essere messo a morte, a meno che il re non stenda verso di lui il suo scettro d'oro, nel qual caso avrà salva la vita. Quanto a me, sono gia trenta giorni che non sono stata chiamata per andare dal re». 12Le parole di Ester furono riferite a Mardocheo 13e Mardocheo fece dare questa risposta a Ester: «Non pensare di salvare solo te stessa fra tutti i Giudei, per il fatto che ti trovi nella reggia. 14Perché se tu in questo momento taci, aiuto e liberazione sorgeranno per i Giudei da un altro luogo; ma tu perirai insieme con la casa di tuo padre. Chi sa che tu non sia stata elevata a regina proprio in previsione d'una circostanza come questa?». 15Allora Ester fece rispondere a Mardocheo: 16«Và, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa: digiunate per me, state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno; anch'io con le ancelle digiunerò nello stesso modo; dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge e, se dovrò perire, perirò!». 17Mardocheo se ne andò e fece quanto Ester gli aveva ordinato. 17aPoi pregò il Signore, ricordando tutte le sue gesta, e disse:

17b«Signore, Signore re, sovrano dell'universo, tutte le cose sono sottoposte al tuo potere e nessuno può opporsi a te nella tua volontà di salvare Israele.

17cTu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento. Tu sei il Signore di tutte le cose e nessuno può resistere a te, Signore.

17dTu conosci tutto; tu sai, Signore, che non per orgoglio, non per superbia per vanagloria ho fatto il gesto di non prostrarmi davanti al superbo Amàn, perché avrei anche baciato la pianta dei suoi piedi per la salvezza d'Israele.

17eMa ho fatto ciò per non porre la gloria di un uomo al di sopra della gloria di Dio; non mi prostrerò mai davanti a nessuno se non davanti a te, che sei il mio Signore, e non farò così per superbia.

17fOra, Signore Dio, Re, Dio di Abramo, risparmia il tuo popolo! Perché mirano a distruggerci e bramano di far perire quella che è la tua eredità dai tempi antichi.

17gNon trascurare la porzione che per te stesso hai liberato dal paese d'Egitto. 17hAscolta la mia preghiera e sii propizio alla tua eredità; cambia il nostro lutto in gioia, perché vivi possiamo cantare inni al tuo nome, Signore, e non lasciare scomparire la bocca di quelli che ti lodano».

17iTutti gli Israeliti gridavano con tutta la forza, perché la morte stava davanti ai loro occhi.

17kAnche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un'angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò molto il suo corpo e con i capelli sconvolti si muoveva dove prima era abituata agli ornamenti festivi. Poi supplicò il Signore e disse: 17l«Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te, perché un grande pericolo mi sovrasta.

17mIo ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai scelto Israele da tutte le nazioni e i nostri padri da tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto loro secondo quanto avevi promesso. 17nOra abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei nostri nemici, per aver noi dato gloria ai loro dei. Tu sei giusto, Signore!

17oMa ora non si sono accontentati dell'amarezza della nostra schiavitù, hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire l'oracolo della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, 17pdi aprire invece la bocca delle nazioni a lodare gli idoli vani e a proclamare per sempre la propria ammirazione per un re di carne.

17qNon consegnare, Signore, il tuo scettro a dei che neppure esistono. Non abbiano a ridere della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare il primo dei nostri persecutori.

17rRicordati, Signore; manifèstati nel giorno della nostra afflizione e a me dà coraggio, o re degli dei e signore di ogni autorità. 17sMetti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all'odio contro colui che ci combatte, allo sterminio di lui e di coloro che sono d'accordo con lui.

17tQuanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!

17uTu hai conoscenza di tutto e sai che io odio la gloria degli empi e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque straniero. 17vTu sai che mi trovo nella necessità, che detesto l'emblema della mia fastosa posizione che cinge il mio capo nei giorni in cui devo fare comparsa; lo detesto come un panno immondo e non lo porto nei giorni in cui mi tengo appartata. 17xLa tua serva non ha mangiato alla tavola di Amàn ha onorato il banchetto del re bevuto il vino delle libazioni. 17yLa tua serva da quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito di nulla, se non di te, Signore, Dio di Abramo.

17zDio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati e liberaci dalla mano dei malvagi; libera me dalla mia angoscia!».

1Quando Mardocheo seppe quello che era accaduto, si stracciò le vesti, indossò un sacco e si cosparse di cenere. Precipitatosi nella piazza della città, gridava a gran voce: «Viene distrutto un popolo che non ha fatto nulla di male». 2Venne fino alla porta del re e si fermò; infatti non gli era consentito entrare nel palazzo portando sacco e cenere. 3In ogni provincia in cui erano state pubblicate le lettere, c’erano grida e lamenti e grande afflizione tra i Giudei, i quali si stendevano sul sacco e sulla cenere. 4Entrarono le ancelle e gli eunuchi della regina e le parlarono. All’udire quel che era accaduto, rimase sconvolta e mandò a vestire Mardocheo e a togliergli il sacco; ma egli non acconsentì. 5Allora Ester chiamò il suo eunuco Acrateo, che stava al suo servizio, e lo mandò a chiedere informazioni precise a Mardocheo. 6[Atac si recò da Mardocheo sulla piazza della città, davanti alla porta del re.] 7Mardocheo gli fece conoscere quel che era accaduto e la promessa che Aman aveva fatto al re riguardo ai diecimila talenti per il tesoro, allo scopo di sterminare i Giudei. 8E gli diede la copia dell’editto promulgato nella città di Susa e riguardante la loro distruzione, perché la mostrasse a Ester; gli disse di ordinarle di entrare dal re, per domandargli grazia e intercedere a favore del popolo. «Ricòrdati – aggiunse – dei giorni in cui eri povera, quando eri nutrita dalle mie mani, giacché Aman, il quale ha avuto il secondo posto dopo il re, ha parlato contro di noi per farci morire. Invoca il Signore e parla al re in favore nostro, perché ci liberi dalla morte».

9Acrateo entrò e le riferì tutte queste parole. 10Ed Ester disse ad Acrateo: «Va’ da Mardocheo e digli: 11“Tutte le nazioni dell’impero sanno che chiunque, uomo o donna, entri dal re, nel palazzo interno, senza essere chiamato, non avrà scampo; solo colui sul quale il re avrà steso il suo scettro d’oro sarà salvo. E io non sono più stata chiamata a entrare dal re già da trenta giorni”». 12Acrateo riferì a Mardocheo tutte queste parole di Ester. 13Mardocheo disse ad Acrateo: «Va’ a dirle: “Ester, non dire a te stessa che tu sola potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. 14Perché se tu ti rifiuti in questa circostanza, da un’altra parte verranno aiuto e protezione per i Giudei. Tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?”».

15Ester mandò da Mardocheo l’uomo che era venuto da lei e gli fece dire: 16«Va’ e raduna i Giudei che abitano a Susa e digiunate per me: per tre giorni e tre notti non mangiate e non bevete. Anch’io e le mie ancelle digiuneremo. Allora, contravvenendo alla legge, entrerò dal re, anche se dovessi morire». 17Mardocheo andò e fece tutto quello che Ester gli aveva ordinato.

17aPoi pregò il Signore, ricordando tutte le gesta del Signore, e disse:

17b«Signore, Signore, re che domini l’universo, tutte le cose sono sottoposte al tuo potere e non c’è nessuno che possa opporsi a te nella tua volontà di salvare Israele. 17cTu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento. Tu sei il Signore di tutte le cose e non c’è nessuno che possa resistere a te, Signore.

17dTu conosci tutto; tu sai, Signore, che non per orgoglio, non per superbia né per vanagloria ho fatto questo gesto, di non prostrarmi davanti al superbo Aman, perché avrei anche baciato la pianta dei suoi piedi per la salvezza d’Israele. 17eMa ho fatto questo per non porre la gloria di un uomo al di sopra della gloria di Dio; non mi prostrerò mai davanti a nessuno se non davanti a te, che sei il mio Signore, e non farò così per superbia.

17fOra, Signore Dio, re, Dio di Abramo, risparmia il tuo popolo! Perché guardano a noi per distruggerci e desiderano ardentemente far perire quella che è la tua eredità dai tempi antichi. 17gNon trascurare il tuo possesso che hai redento per te dal paese d’Egitto. 17hAscolta la mia preghiera e sii propizio alla tua eredità; cambia il nostro lutto in gioia, perché, vivi, possiamo cantare inni al tuo nome, Signore, e non far scomparire quelli che ti lodano con la loro bocca».

17iTutti gli Israeliti gridavano con tutte le loro forze, perché la morte stava davanti ai loro occhi.

17kAnche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò duramente il suo corpo e, con i capelli sconvolti, coprì ogni sua parte che prima soleva ornare a festa. Poi supplicò il Signore e disse:

17l«Mio Signore, nostro re, tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta.

17mIo ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai preso Israele tra tutte le nazioni e i nostri padri tra tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto per loro tutto quello che avevi promesso. 17nMa ora abbiamo peccato contro di te e ci hai consegnato nelle mani dei nostri nemici, perché abbiamo dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore!

17oMa ora non si sono accontentati dell’amarezza della nostra schiavitù: hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire il decreto della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, 17pdi aprire invece la bocca delle nazioni per lodare gli idoli vani e proclamare per sempre la propria ammirazione per un re mortale.

17qNon consegnare, Signore, il tuo scettro a quelli che neppure esistono. Non permettere che ridano della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare chi è a capo dei nostri persecutori.

17rRicòrdati, Signore, manifèstati nel giorno della nostra afflizione e da’ a me coraggio, o re degli dèi e dominatore di ogni potere. 17sMetti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all’odio contro colui che ci combatte, per lo sterminio suo e di coloro che sono d’accordo con lui. 17tQuanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!

17uTu hai conoscenza di tutto e sai che io odio la gloria degli empi e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque straniero. 17vTu sai che mi trovo nella necessità e che detesto l’insegna della mia alta carica, che cinge il mio capo nei giorni in cui devo comparire in pubblico; la detesto come un panno immondo e non la porto nei giorni in cui mi tengo appartata. 17xLa tua serva non ha mangiato alla tavola di Aman; non ha onorato il banchetto del re né ha bevuto il vino delle libagioni. 17yLa tua serva, da quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito, se non in te, Signore, Dio di Abramo.

17zO Dio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati, liberaci dalla mano dei malvagi e libera me dalla mia angoscia!».

1Il terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, ella si tolse le vesti da schiava e si coprì di tutto il fasto del suo grado. 1aDivenuta così splendente di bellezza, dopo aver invocato il Dio che veglia su tutti e li salva, prese con sé due ancelle. Su di una si appoggiava con apparente mollezza, mentre l'altra la seguiva tenendo sollevato il mantello di lei. 1bAppariva rosea nello splendore della sua bellezza e il suo viso era gioioso, come pervaso d'amore, ma il suo cuore era stretto dalla paura. 1cAttraversate una dopo l'altra tutte le porte, si trovò alla presenza del re. Egli era seduto sul trono regale, vestito di tutti gli ornamenti maestosi delle sue comparse, tutto splendente di oro e di pietre preziose, e aveva un aspetto molto terribile. 1dAlzò il viso splendente di maestà e guardò in un accesso di collera. La regina si sentì svenire, mutò il suo colore in pallore e poggiò la testa sull'ancella che l'accompagnava. 1eMa Dio volse a dolcezza lo spirito del re ed egli, fattosi ansioso, balzò dal trono, la prese fra le braccia, sostenendola finché non si fu ripresa, e andava confortandola con parole rasserenanti, dicendole: 1f«Che c'è, Ester? Io sono tuo fratello; fatti coraggio, tu non devi morire. Il nostro ordine riguarda solo la gente comune. Avvicinati!». 2Alzato lo scettro d'oro, lo posò sul collo di lei, la baciò e le disse: «Parlami!». 2aGli disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore si è agitato davanti alla tua gloria. Perché tu sei meraviglioso, signore, e il tuo volto è pieno d'incanto». 2bMa mentre parlava, cadde svenuta; il re s'impressionò e tutta la gente del suo seguito cercava di rianimarla. 3Allora il re le disse: «Che vuoi, Ester, qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, l'avrai!». 4Ester rispose: «Se così piace al re, venga oggi il re con Amàn al banchetto che gli ho preparato». 5Il re disse: «Convocate subito Amàn, per far ciò che Ester ha detto». Il re andò dunque con Amàn al banchetto che Ester aveva preparato.

6Il re disse a Ester, mentre si beveva il vino: «Qual è la tua richiesta? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!». 7Ester rispose: «Ecco la mia richiesta e quel che desidero: 8se ho trovato grazia agli occhi del re e se piace al re di concedermi quello che chiedo e di soddisfare il mio desiderio, venga il re con Amàn anche domani al banchetto che io preparerò loro e io risponderò alla domanda del re».

9Amàn quel giorno uscì lieto e con il cuore contento, ma quando vide alla porta del re Mardocheo che non si alzava si muoveva per lui, fu preso d'ira contro Mardocheo. 10Tuttavia Amàn si trattenne, andò a casa e mandò a chiamare i suoi amici e Zeres sua moglie. 11Amàn parlò loro della magnificenza delle sue ricchezze, del gran numero dei suoi figli, di quanto il re aveva fatto per renderlo grande e come l'aveva innalzato sopra i capi e i ministri del re. 12Aggiunse: «Anche la regina Ester non ha invitato con il re nessun altro se non me al banchetto che ha dato; anche per domani sono invitato da lei con il re. 13Ma tutto questo non mi basta, fin quando io vedrò Mardocheo, il Giudeo, restar seduto alla porta del re». 14Allora sua moglie Zeres e tutti i suoi amici gli dissero: «Si prepari un palo alto cinquanta cubiti e tu domani mattina dì al re che vi sia impiccato Mardocheo; poi và pure contento al banchetto con il re». La cosa piacque ad Amàn che fece preparare il palo.

1Il terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, ella si tolse gli abiti servili e si rivestì di quelli sontuosi.

1aFattasi splendida, invocò quel Dio che su tutti veglia e tutti salva, e prese con sé due ancelle. Su di una si appoggiava con apparente mollezza, mentre l’altra la seguiva sollevando il manto di lei.

1bEra rosea nel fiore della sua bellezza: il suo viso era lieto, come ispirato a benevolenza, ma il suo cuore era oppresso dalla paura.

1cAttraversate tutte le porte, si fermò davanti al re. Egli stava seduto sul suo trono regale e rivestiva i suoi ornamenti ufficiali: era tutto splendente di oro e di pietre preziose e aveva un aspetto che incuteva paura.

1dAlzato il viso, che la sua maestà rendeva fiammeggiante, al culmine della collera la guardò. La regina cadde a terra, in un attimo di svenimento, mutò colore e si curvò sulla testa dell’ancella che l’accompagnava.

1eDio volse a dolcezza l’animo del re: ansioso, balzò dal trono, la prese tra le braccia, fino a quando ella non si fu rialzata, e la confortava con parole rassicuranti, dicendole:

1f«Che c’è, Ester? Io sono tuo fratello; coraggio, tu non morirai, perché il nostro decreto è solo per la gente comune. Avvicìnati!».

2Alzato lo scettro d’oro, lo posò sul collo di lei, la baciò e le disse: «Parlami!».

2aGli disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore è rimasto sconvolto per timore della tua gloria: tu sei ammirevole, signore, e il tuo volto è pieno d’incanto». 2bMentre parlava, cadde svenuta; il re si turbò e tutti i suoi servi cercavano di rincuorarla.

3Allora il re le disse: «Che cosa vuoi, Ester, e qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, sarà tua». 4Ester rispose: «Oggi è un giorno speciale per me: se così piace al re, venga egli con Aman al banchetto che oggi io darò». 5Disse il re: «Fate venire presto Aman, per compiere quello che Ester ha detto».

E ambedue vennero al banchetto di cui aveva parlato Ester. 6Mentre si beveva, il re rivolto a Ester disse: «Che cosa c’è, regina Ester? Ti sarà concesso tutto quello che chiedi». 7Rispose: «Ecco la mia domanda e la mia richiesta: 8se ho trovato grazia davanti al re, venga anche domani con Aman al banchetto che io darò per loro, e domani farò come ho fatto oggi».

9Aman era uscito dal re, contento, euforico; ma quando nel cortile della reggia vide Mardocheo, il Giudeo, si adirò fortemente. 10Tornato a casa sua, chiamò gli amici e Zosara, sua moglie. 11Mostrò loro le sue ricchezze e il potere del quale il re l’aveva investito: gli aveva dato il primo posto e il governo del regno. 12Disse Aman: «Al banchetto la regina non ha invitato altri che me insieme al re, e io sono invitato per domani. 13Ma questo non mi piace, fin quando vedrò Mardocheo, il Giudeo, nel cortile della reggia». 14Zosara, sua moglie, e gli amici gli dissero: «Fa’ preparare un palo alto cinquanta cubiti e domani mattina dì al re di farvi impiccare Mardocheo; poi tu va’ al banchetto con il re e stai allegro». La cosa piacque ad Aman, e si preparò il palo.

1Quella notte il re non poteva prendere sonno. Allora ordinò che gli si portasse il libro delle memorie, le cronache, e ne fu fatta la lettura alla presenza del re. 2Vi si trovò scritto che Mardocheo aveva denunciato Bigtàn e Tères, i due eunuchi del re tra i custodi della soglia, i quali avevano cercato di porre le mani sulla persona del re Assuero. 3Allora il re chiese: «Che si è fatto per dare a Mardocheo onore e grandezza in premio di questo?». I giovani che servivano il re risposero: «Non s'è fatto nulla per lui». 4Il re disse: «Chi c'è nell'atrio?». Appunto Amàn era venuto nell'atrio esterno della reggia per dire al re di impiccare Mardocheo al palo che egli aveva preparato per lui. 5I giovani servi del re gli risposero: «Ecco c'è Amàn nell'atrio». Il re disse: «Entri!». 6Amàn entrò e il re gli disse: «Che si deve fare a un uomo che il re voglia onorare?». Amàn pensò: «Chi mai vorrebbe il re onorare, se non me?». 7Amàn rispose al re: «Per l'uomo che il re vuole onorare, 8si prenda la veste reale che suole indossare il re e il cavallo che suole cavalcare il re e sulla sua testa sia posta una corona reale; 9si consegni la veste e il cavallo a uno dei principi più nobili del re; si rivesta di quella veste l'uomo che il re vuole onorare, gli si faccia percorrere a cavallo le vie della città e si gridi davanti a lui: Ciò avviene all'uomo che il re vuole onorare». 10Allora il re disse ad Amàn: «Presto, prendi la veste e il cavallo, come hai detto, e fà così a Mardocheo il Giudeo che si trova alla porta del re; non tralasciar nulla di quello che hai detto». 11Amàn prese la veste e il cavallo, rivestì della veste Mardocheo, gli fece percorrere a cavallo le vie della città e gridava davanti a lui: «Ciò avviene all'uomo che il re vuole onorare». 12Poi Mardocheo tornò alla porta del re, ma Amàn andò subito a casa, tutto aggrondato e con il capo velato. 13Amàn raccontò a sua moglie Zeres e a tutti i suoi amici quanto gli era accaduto. I suoi consiglieri e sua moglie Zeres gli dissero: «Se Mardocheo, davanti al quale tu hai cominciato a decadere, è della stirpe dei Giudei, tu non potrai nulla contro di lui, anzi soccomberai del tutto davanti a lui».

14Essi stavano ancora parlando con lui, quando giunsero gli eunuchi del re, i quali si affrettarono a condurre Amàn al banchetto che Ester aveva preparato.

1Quella notte il Signore tolse il sonno al re, che perciò disse al suo precettore di portargli il libro delle memorie, le cronache, e di dargliene lettura. 2Egli vi trovò scritto, riguardo a Mardocheo, che egli aveva riferito al re che due eunuchi del re, nel fare la guardia, avevano cercato di aggredire Artaserse. 3Disse allora il re: «Quale onore o favore abbiamo fatto a Mardocheo?». I servi del re risposero: «Non hai fatto nulla per lui». 4Mentre il re veniva informato circa la benevolenza di Mardocheo, ecco Aman nel cortile della reggia. Allora il re disse: «Chi c’è nel cortile?». Aman era venuto per dire al re di fare impiccare Mardocheo al palo che egli aveva preparato per lui. 5I servi del re dissero: «Ecco, Aman è nel cortile della reggia». E il re replicò: «Chiamatelo!». 6Allora il re disse ad Aman: «Che cosa dovrò fare per l’uomo che io voglio onorare?». Aman disse in cuor suo: «Chi il re vuole onorare se non me?». 7E rispose al re: «Per l’uomo che il re vuole onorare, 8i servi del re portino una veste di lino che viene indossata dal re e un cavallo che il re suole cavalcare: 9siano dati a uno degli amici del re, fra i nobili, e questi ne rivesta l’uomo che il re ama; poi lo faccia salire sul cavallo e si annunci nella piazza della città: “Così sarà per ogni uomo che il re intende onorare”». 10Il re disse ad Aman: «Come hai detto, così fai a Mardocheo, il Giudeo, che si trova nel cortile della reggia, e non trascurare nulla di quello che hai detto».

11Aman prese la veste e il cavallo, rivestì Mardocheo e lo fece salire sul cavallo, passò per la piazza della città annunciando: «Così sarà per ogni uomo che il re intende onorare». 12Mardocheo ritornò nel cortile della reggia, e Aman tornò a casa sua afflitto e con il capo coperto.

13Poi Aman raccontò a Zosara, sua moglie, e ai suoi amici quello che era accaduto. Allora gli amici e la moglie si rivolsero a lui con queste parole: «Se Mardocheo è della stirpe dei Giudei, comincia ad abbassarti davanti a lui, cadendo ai suoi piedi: tu non potrai resistergli, perché il Dio vivente è con lui». 14Essi stavano ancora parlando, quando giunsero gli eunuchi e in fretta portarono Aman al banchetto che Ester aveva preparato.

1Il re e Amàn andarono dunque al banchetto con la regina Ester. 2Il re anche questo secondo giorno disse a Ester, mentre si beveva il vino: «Qual è la tua richiesta, regina Ester? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!». 3Allora la regina Ester rispose: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia concessa la vita e il mio desiderio è che sia risparmiato il mio popolo. 4Perché io e il mio popolo siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi, sterminati. Ora, se fossimo stati venduti per diventare schiavi e schiave, avrei taciuto; ma il nostro avversario non potrebbe riparare al danno fatto al re con la nostra morte». 5Subito il re Assuero disse alla regina Ester: «Chi è e dov'è colui che ha pensato di fare una cosa simile?». 6Ester rispose: «L'avversario, il nemico, è quel malvagio di Amàn». Allora Amàn fu preso da terrore alla presenza del re e della regina. 7Il re incollerito si alzò dal banchetto e uscì nel giardino della reggia, mentre Amàn rimase per chiedere la grazia della vita alla regina Ester, perché vedeva bene che da parte del re la sua rovina era decisa. 8Poi tornò dal giardino della reggia nel luogo del banchetto; intanto Amàn si era prostrato sul divano sul quale si trovava Ester. Allora il re esclamò: «Vuole anche far violenza alla regina, davanti a me, in casa mia?». Non appena questa parola fu uscita dalla bocca del re, posero un velo sulla faccia di Amàn. 9Carbonà, uno degli eunuchi, disse alla presenza del re: «Ecco, è stato perfino rizzato in casa di Amàn un palo alto cinquanta cubiti, che Amàn ha fatto preparare per Mardocheo, il quale aveva parlato per il bene del re». Il re disse: «Impiccatevi lui!». 10Così Amàn fu impiccato al palo che aveva preparato per Mardocheo. E l'ira del re si calmò.

1Il re e Aman andarono a banchettare con la regina. 2Il secondo giorno che si beveva, il re disse a Ester: «Che c’è, regina Ester? Qual è la tua domanda e quale la tua richiesta? Fosse anche la metà del mio regno, ti sarà data». 3Rispose: «Se ho trovato grazia davanti al re, sia risparmiata la vita a me, secondo la mia domanda, e al mio popolo, secondo la mia richiesta. 4Infatti siamo stati venduti, io e il mio popolo, siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi e fatti schiavi, noi e i nostri figli, per diventare servi e serve; ma io finsi di non udire, perché quel calunniatore non è degno del palazzo del re». 5Disse il re: «Chi è costui, che ha osato fare queste cose?». 6Ester rispose: «Un nemico: Aman è quel malvagio». Aman fu preso da terrore in presenza del re e della regina.

7Allora il re si alzò dal banchetto per andare nel giardino: Aman si mise a supplicare la regina perché avvertiva di essere nei guai. 8Il re ritornò dal giardino, e intanto Aman si era lasciato cadere sul divano supplicando la regina. Allora il re disse: «Vuole anche fare violenza a mia moglie in casa mia?». Appena ebbe sentito, Aman mutò d’aspetto. 9Bugatàn, uno degli eunuchi, disse al re: «Ecco, Aman ha preparato anche un palo per Mardocheo, il quale aveva parlato in favore del re, un palo alto cinquanta cubiti, eretto nella proprietà di Aman». Disse il re: «Sia impiccato su quel palo». 10Allora Aman fu appeso al palo che aveva preparato per Mardocheo. E l’ira del re si placò.

1In quello stesso giorno il re Assuero diede alla regina Ester la casa di Amàn, nemico dei Giudei. Mardocheo si presentò al re, al quale Ester aveva dichiarato il rapporto di parentela che egli aveva con lei. 2Il re si tolse l'anello che aveva fatto ritirare ad Amàn e lo diede a Mardocheo. Ester affidò a Mardocheo l'amministrazione della casa che era stata di Amàn. 3Poi Ester parlò di nuovo alla presenza del re, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con le lacrime agli occhi d'impedire gli effetti della malvagità di Amàn l'Agaghita e l'attuazione dei piani che aveva preparato contro i Giudei. 4Allora il re stese lo scettro d'oro verso Ester; Ester si alzò, rimase in piedi davanti al re 5e disse: «Se così piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi, se la cosa gli par giusta e se io gli sono gradita, si scriva per revocare i documenti scritti, macchinazione di Amàn figlio di Hammedàta, l'Agaghita, in cui si ordina di far perire i Giudei che sono in tutte le province del re. 6Perché come potrei io resistere al vedere la sventura che colpirebbe il mio popolo? Come potrei resistere al vedere la distruzione della mia stirpe?». 7Allora il re Assuero disse alla regina Ester e a Mardocheo, il Giudeo: «Ecco, ho dato a Ester la casa di Amàn e questi è stato impiccato al palo, perché aveva voluto stendere la mano sui Giudei. 8Scrivete dunque come vi parrà meglio, nel nome del re, e sigillate con l'anello reale, perché ciò che è scritto in nome del re e sigillato con l'anello reale è irrevocabile». 9Senza perdere tempo il ventitrè del terzo mese, cioè il mese di Sivan, furono convocati i segretari del re e fu scritto, seguendo in tutto l'ordine di Mardocheo, ai Giudei, ai satrapi, ai governatori e ai capi delle centoventisette province, dall'India all'Etiopia, a ogni provincia secondo il suo modo di scrivere, a ogni popolo nella sua lingua e ai Giudei secondo il loro modo di scrivere e nella loro lingua. 10Fu dunque scritto in nome del re Assuero, si sigillarono i documenti con l'anello reale e si mandarono per mezzo di corrieri a cavallo, che cavalcavano corsieri reali, figli di cavalle di razza. 11Con questi scritti il re dava facoltà ai Giudei, in qualunque città si trovassero, di radunarsi e di difendere la loro vita, di distruggere, uccidere, sterminare, compresi i bambini e le donne, tutta la gente armata, di qualunque popolo e di qualunque provincia, che li assalisse, e di saccheggiare i loro beni; 12e ciò in un medesimo giorno in tutte le province del re Assuero: il tredici del decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr. 12aQuanto segue è la copia della lettera relativa a queste cose:

12b«Il grande re Assuero ai governatori delle centoventisette satrapie dall'India all'Etiopia e a quelli che hanno a cuore i nostri interessi, salute.

12cMolti uomini, quanto più spesso vengono onorati dalla più larga generosità dei benefattori, tanto più s'inorgogliscono e non solo cercano di fare il male ai nostri sudditi, ma incapaci di frenare la loro superbia, tramano insidie anche contro i loro benefattori. 12dNon solo cancellano la riconoscenza dal cuore degli uomini, ma esaltati dallo strepito spavaldo di chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male.

12eSpesso poi accadde a molti costituiti in autorità che, per aver affidato a certi amici la responsabilità degli affari pubblici e per aver subìto la loro influenza, divennero con essi responsabili del sangue innocente, con disgrazia senza rimedio; 12fperché i falsi ragionamenti di nature perverse avevano sviato l'incontaminata buona fede dei governanti.

12gQuesto si può vedere non tanto nelle storie più antiche a cui abbiamo accennato, quanto piuttosto badando alle iniquità perpetrate da quella peste che sono coloro i quali senza merito esercitano il potere.

12hProvvederemo per l'avvenire ad assicurare a tutti gli uomini un regno indisturbato e pacifico, 12ioperando cambiamenti opportuni e giudicando sempre con la più equa fermezza gli affari che ci vengono posti sotto gli occhi.

12kCosì è il caso di Amàn figlio di Hammedàta, il Macedone, il quale estraneo, per la verità, al sangue persiano e ben lontano dalla nostra bontà, accolto come ospite presso di noi, 12laveva tanto approfittato dell'amicizia che professiamo verso qualunque nazione, da essere proclamato nostro padre e da costituire la seconda personalità nel regno, venendo da tutti onorato con la prostrazione. 12mMa non reggendo al peso della sua superbia, egli si adoperò per privare noi del potere e della vita 12ne con falsi e tortuosi argomenti richiese la pena di morte per il nostro salvatore e in ogni circostanza benefattore Mardocheo, per l'irreprensibile consorte del nostro regno Ester e per tutto il loro popolo. 12oPensava infatti per questa via di sorprenderci nell'isolamento e di trasferire l'impero dei Persiani ai Macedoni.

12pOra noi troviamo che questi Giudei, da quell'uomo tre volte scellerato destinati allo sterminio, non sono malfattori, ma si reggono con leggi giustissime, 12qsono figli del Dio altissimo, massimo, vivente, il quale in favore nostro e dei nostri antenati dirige il regno nella migliore floridezza. 12rFarete dunque bene a non tener conto delle lettere scritte mandate da Amàn, figlio di Hammedàta, perché costui, che ha perpetrato tali cose, è stato impiccato ad un palo con tutta la sua famiglia alle porte di Susa, giusto castigo datogli velocemente da Dio, signore di tutti gli eventi.

12sEsposta invece una copia della presente lettera in ogni luogo, permettete ai Giudei di valersi con tutta sicurezza delle loro leggi e prestate loro man forte per respingere coloro che volessero assalirli nel giorno della persecuzione, cioè il tredici del decimosecondo mese chiamato Adàr.

12tInfatti questo giorno, invece di segnare la rovina della stirpe eletta, Dio, signore di ogni cosa, lo ha loro cambiato in giorno di gioia.

12uQuanto a voi, Giudei, tra le vostre feste commemorative celebrate questo giorno insigne con ogni sorta di banchetti, perché, e ora e in avvenire, sia ricordo di salvezza per noi e per i Persiani benevoli, per quelli invece che ci insidiano sia ricordo della loro perdizione.

12vOgni città e più generalmente ogni località che non agirà secondo queste disposizioni, sarà inesorabilmente messa a ferro e fuoco; non soltanto agli uomini sarà resa inaccessibile, ma anche alle fiere e agli uccelli resterà odiosissima per tutti i tempi».

13Una copia dell'editto che doveva essere promulgato in ogni provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché i Giudei si tenessero pronti per quel giorno a vendicarsi dei loro nemici. 14Così i corrieri sui cavalli reali partirono premurosi e stimolati dal comando del re, mentre il decreto veniva subito promulgato nella cittadella di Susa. 15Mardocheo si allontanò dal re con una veste reale di porpora viola e di lino bianco, con una grande corona d'oro e un manto di bisso e di porpora rossa; la città di Susa gridava di gioia ed era in festa. 16Per i Giudei vi era luce, letizia, esultanza, onore. 17In ogni provincia, in ogni città, dovunque giungevano l'ordine del re e il suo decreto, vi era per i Giudei gioia ed esultanza, banchetti e feste. Molti appartenenti ai popoli del paese si fecero Giudei, perché il timore dei Giudei era piombato su di loro.

1Lo stesso giorno, il re Artaserse donò a Ester la proprietà di Aman, il calunniatore, e Mardocheo fu chiamato dal re, perché Ester aveva rivelato che egli era legato da parentela con lei. 2Allora il re prese l’anello che aveva fatto ritirare ad Aman e lo diede a Mardocheo, ed Ester stabilì Mardocheo su tutte le proprietà di Aman.

3Ester parlò di nuovo al re, cadde ai suoi piedi e lo pregava di rimuovere il male fatto da Aman, tutto quello che aveva fatto contro i Giudei. 4Il re stese lo scettro d’oro verso Ester ed Ester si alzò per stare accanto al re. 5Disse Ester: «Se piace a te e ho trovato grazia, si ordini di revocare le lettere inviate da Aman, quelle che erano state scritte per sterminare i Giudei che si trovano nel tuo regno. 6Come potrei infatti sopportare la vista dei mali del mio popolo e come potrei sopravvivere allo sterminio della mia stirpe?».

7Il re rispose a Ester: «Se ti ho dato tutti i beni di Aman e ti ho concesso la mia grazia, se l’ho fatto appendere a un palo perché aveva messo le mani sui Giudei, che cosa chiedi ancora? 8Potete scrivere voi a mio nome, come vi sembra, e sigillate con il mio anello: infatti tutto quello che è stato scritto su comando del re ed è stato sigillato con il mio anello reale non può essere revocato». 9Il ventitré del primo mese, quello di Nisan, dello stesso anno, furono convocati i segretari e fu scritto ai Giudei tutto quello che era stato comandato ai governatori e ai capi dei satrapi, dall’India fino all’Etiopia, centoventisette satrapie, provincia per provincia, secondo le loro lingue. 10Fu scritto a nome del re e fu posto il sigillo del suo anello, e le lettere furono mandate per mezzo di corrieri: 11si prescriveva loro di seguire le loro leggi in qualunque città, sia per difendersi che per trattare come volevano i loro nemici e i loro avversari, 12e ciò in un solo giorno: il tredici del dodicesimo mese, quello di Adar, in tutto il regno di Artaserse.

12aQuanto segue è la copia della lettera:

12b«Il grande re Artaserse ai governatori delle centoventisette satrapie, dall’India all’Etiopia, e a quelli che hanno a cuore i nostri interessi, salute.

12cMolti uomini, quanto più spesso vengono onorati dalla più munifica generosità dei benefattori, tanto più s’inorgogliscono e non solo cercano di fare il male ai nostri sudditi, ma, incapaci di frenare la loro superbia, tramano insidie anche contro i loro benefattori. 12dNon solo cancellano la riconoscenza dal cuore degli uomini, ma, esaltati dallo strepito spavaldo di chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male. 12eSpesso poi molti di coloro che sono costituiti in autorità, per aver affidato a certi amici la responsabilità degli affari pubblici e per aver subìto la loro influenza, divennero con essi responsabili del sangue innocente e furono travolti in disgrazie irreparabili, 12fperché i falsi ragionamenti di nature perverse avevano sviato l’incontaminata buona fede dei governanti. 12gQuesto si può vedere non tanto nelle storie più antiche a cui abbiamo accennato, quanto piuttosto badando alle iniquità perpetrate dal comportamento corrotto di coloro che indegnamente esercitano il potere. 12hProvvederemo per l’avvenire ad assicurare a tutti gli uomini un regno indisturbato e pacifico, 12ioperando cambiamenti opportuni e giudicando sempre con la più equa fermezza gli affari che ci vengono posti sotto gli occhi.

12kQuesto è il caso di Aman, figlio di Amadàta, il Macèdone, il quale estraneo, per la verità, al sangue persiano e ben lontano dalla nostra bontà, essendo stato accolto come ospite presso di noi, 12laveva tanto approfittato dell’umanità che professiamo verso qualunque nazione, da essere proclamato nostro padre e da ottenere il secondo rango presso il trono regale, venendo da tutti onorato con la prostrazione. 12mMa non reggendo al peso della sua superbia, egli si adoperò per privare noi del potere e della vita 12ne, con falsi e tortuosi argomenti, richiese la pena di morte per il nostro salvatore e strenuo benefattore Mardocheo, per l’irreprensibile consorte del nostro regno Ester e per tutto il loro popolo. 12oEgli infatti, avendoci messo in una condizione di isolamento, pensava di trasferire l’impero dei Persiani ai Macèdoni.

12pOra, noi troviamo che questi Giudei, destinati da quell’uomo tre volte scellerato allo sterminio, non sono malfattori, ma sono governati da leggi giustissime, 12qsono figli del Dio altissimo, massimo, vivente, il quale in favore nostro e dei nostri antenati dirige il regno nel migliore dei modi. 12rFarete dunque bene a non tenere conto delle lettere mandate da Aman, figlio di Amadàta, perché costui, che ha perpetrato tali cose, è stato impiccato a un palo con tutta la sua famiglia alle porte di Susa, giusto castigo datogli rapidamente da Dio, dominatore di tutti gli eventi. 12sEsposta invece una copia della presente lettera in ogni luogo, permettete ai Giudei di valersi con tutta sicurezza delle loro leggi e prestate loro man forte per respingere coloro che volessero assalirli al momento della persecuzione, in quello stesso giorno, cioè il tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar. 12tInfatti questo giorno, invece di segnare la rovina della stirpe eletta, Dio, dominatore di ogni cosa, lo ha cambiato per loro in giorno di gioia.

12uQuanto a voi, dunque, tra le vostre feste commemorative celebrate questo giorno insigne con ogni sorta di banchetti, perché, ora e in avvenire, sia salvezza per noi e per gli amici dei Persiani, ma per quelli che ci insidiano sia ricordo della loro perdizione. 12vOgni città e, in generale, ogni località che non agirà secondo queste disposizioni, sarà inesorabilmente messa a ferro e fuoco; non soltanto agli uomini sarà resa inaccessibile, ma anche alle fiere e agli uccelli diventerà orribile per tutti i tempi.

13Le copie della lettera siano esposte in chiara evidenza in tutto il regno e in quel giorno i Giudei siano pronti a combattere contro i loro nemici».

14Allora i cavalieri partirono in fretta per eseguire gli ordini del re, mentre il decreto fu promulgato anche a Susa.

15Mardocheo uscì indossando la veste regale e portando una corona d’oro e un diadema di lino purpureo. Al vederlo gli abitanti di Susa se ne rallegrarono. 16Per i Giudei vi era luce e letizia; 17in ogni città e provincia dove era stato pubblicato l’editto, dovunque era stato esposto il decreto, vi erano per i Giudei gioia ed esultanza, festa e allegria. E molti pagani si fecero circoncidere e, per paura dei Giudei, si fecero Giudei.

1Il decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr, il tredici del mese, quando l'ordine del re e il suo decreto dovevano essere eseguiti, il giorno in cui i nemici dei Giudei speravano di averli in loro potere, avvenne invece tutto il contrario; poiché i Giudei ebbero in mano i loro nemici. 2I Giudei si radunarono nelle loro città, in tutte le province del re Assuero, per aggredire quelli che cercavano di fare loro del male; nessuno potè resistere loro, perché il timore dei Giudei era piombato su tutti i popoli. 3Tutti i capi delle province, i satrapi, i governatori e quelli che curavano gli affari del re diedero man forte ai Giudei, perché il timore di Mardocheo si era impadronito di essi. 4Perché Mardocheo era grande nella reggia e per tutte le province si diffondeva la fama di quest'uomo; Mardocheo cresceva sempre in potere. 5I Giudei dunque colpirono tutti i nemici, passandoli a fil di spada, uccidendoli e sterminandoli; fecero dei nemici quello che vollero. 6Nella cittadella di Susa i Giudei uccisero e sterminarono cinquecento uomini 7e misero a morte Parsandàta, Dalfòn, Aspàta, 8Poràta, Adalià, Aridàta, 9Parmàsta, Arisài, Aridài e Vaizàta, 10i dieci figli di Amàn figlio di Hammedàta, il nemico dei Giudei, ma non si diedero al saccheggio. 11Quel giorno stesso il numero di quelli che erano stati uccisi nella cittadella di Susa fu portato a conoscenza del re. 12Il re disse alla regina Ester: «Nella cittadella di Susa i Giudei hanno ucciso, hanno sterminato cinquecento uomini e i dieci figli di Amàn; che avranno mai fatto nelle altre province del re? Ora che chiedi di più? Ti sarà dato. Che altro desideri? Sarà fatto!». 13Allora Ester disse: «Se così piace al re, sia permesso ai Giudei che sono a Susa di fare anche domani quello che era stato decretato per oggi; siano impiccati al palo i dieci figli di Amàn». 14Il re ordinò che così fosse fatto. Il decreto fu promulgato a Susa. I dieci figli di Amàn furono appesi al palo. 15I Giudei che erano a Susa si radunarono ancora il quattordici del mese di Adàr e uccisero a Susa trecento uomini; ma non si diedero al saccheggio. 16Anche gli altri Giudei che erano nelle province del re si radunarono, difesero la loro vita e si misero al sicuro dagli attacchi dei nemici; uccisero settantacinquemila di quelli che li odiavano, ma non si diedero al saccheggio. 17Questo avvenne il tredici del mese di Adàr; il quattordici si riposarono e ne fecero un giorno di banchetto e di gioia. 18Ma i Giudei che erano a Susa si radunarono il tredici e il quattordici di quel mese; il quindici si riposarono e ne fecero un giorno di banchetto e di gioia. 19Perciò i Giudei della campagna, che abitano in città non circondate da mura, fanno del quattordici del mese di Adar un giorno di gioia, di banchetto e di festa, nel quale si mandano regali gli uni gli altri.

19aInvece gli abitanti delle grandi città celebrano come giorno di allegra festività il quindici di Adàr, mandando regali ai vicini.

20Mardocheo scrisse questi avvenimenti e mandò lettere a tutti i Giudei che erano in tutte le province del re Assuero, vicini e lontani, 21per stabilire che ogni anno celebrassero il quattordici e il quindici del mese di Adàr, 22perché giorni nei quali i Giudei ebbero tregua dagli attacchi dei nemici e il mese in cui il loro dolore era stato mutato in gioia, il loro lutto in festa, e perché facessero di questi giorni giorni di banchetto e di gioia, nei quali si mandassero regali scambievolmente e si facessero doni ai poveri. 23I Giudei si impegnarono a continuare quello che avevano gia cominciato a fare e che Mardocheo aveva loro prescritto. 24Amàn infatti, il figlio di Hammedàta l'Agaghita, il nemico di tutti i Giudei, aveva tramato contro i Giudei per distruggerli e aveva gettato il pur, cioè la sorte, per confonderli e farli perire; 25ma quando Ester si fu presentata al re, questi ordinò con documenti scritti che la scellerata trama di Amàn contro i Giudei fosse fatta ricadere sul capo di lui e che egli e i suoi figli fossero impiccati al palo. 26Perciò quei giorni furono chiamati Purim dalla parola pur. Secondo tutto il contenuto di quella lettera, in seguito a quanto avevano visto a questo proposito ed era loro avvenuto, 27i Giudei stabilirono e presero per sé, per la loro stirpe e per quanti si sarebbero aggiunti a loro, l'impegno inviolabile di celebrare ogni anno quei due giorni, secondo le disposizioni di quello scritto e alla data fissata. 28Questi giorni devono essere commemorati e celebrati di generazione in generazione, in ogni famiglia, in ogni provincia, in ogni città; questi giorni di Purim non devono cessare mai di essere celebrati fra i Giudei e il loro ricordo non dovrà mai cancellarsi fra i loro discendenti. 29La regina Ester figlia di Abicàil e il giudeo Mardocheo scrissero con ogni autorità per dar valore a questa loro seconda lettera relativa ai Purim. 31per stabilire questi giorni di Purim nelle loro date precise, come li avevano ordinati il giudeo Mardocheo e la regina Ester e come essi stessi li avevano stabiliti per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e della loro invocazione. 32Un ordine di Ester stabilì le circostanze di questi Purim e fu scritto in un libro.

1Il dodicesimo mese, il tredici del mese di Adar, le lettere scritte dal re erano giunte. 2In quel giorno i nemici dei Giudei perirono; nessuno resistette per paura di loro. 3Infatti i capi dei satrapi, i prìncipi e gli scribi del re onoravano i Giudei, poiché la paura di Mardocheo si era impadronita di loro. 4In effetti l’editto del re imponeva che egli fosse onorato in tutto il regno. 5[I Giudei dunque colpirono tutti i nemici, passandoli a fil di spada, uccidendoli e sterminandoli; fecero dei nemici quello che vollero.] 6Nella città di Susa i Giudei uccisero cinquecento uomini: 7Farsannestàin, Delfo, Fasga, 8Fardata, Barea, Sarbacà, 9Marmasimà, Arufeo, Arseo, Zabuteo, 10i dieci figli di Aman, figlio di Amadàta, il Bugeo, nemico dei Giudei, e fecero saccheggio. 11In quello stesso giorno il numero di quelli che perirono a Susa fu reso noto al re.

12Allora il re disse a Ester: «I Giudei hanno fatto perire cinquecento uomini nella città di Susa, e come pensi si siano comportati nel resto del paese? Che cosa chiedi ancora? Ti sarà dato». 13Ester disse al re: «Sia concesso ai Giudei di comportarsi allo stesso modo domani, fino a quando saranno impiccati i dieci figli di Aman». 14Ed egli permise che così si facesse e consegnò ai Giudei della città i corpi dei figli di Aman per essere appesi. 15I Giudei si radunarono nella città di Susa il quattordicesimo giorno del mese di Adar e uccisero trecento uomini, ma non fecero alcun saccheggio. 16Il resto dei Giudei che si erano radunati nel regno, si aiutarono a vicenda ed ebbero tregua dai loro nemici: infatti ne sterminarono quindicimila nel tredicesimo giorno del mese di Adar, ma non fecero alcun saccheggio. 17Il quattordicesimo giorno dello stesso mese si riposarono e trascorsero quel giorno di riposo con gioia ed esultanza. 18Invece nella città di Susa i Giudei che si erano radunati anche il quattordicesimo giorno, ma senza riposarsi, trascorsero nella gioia e nell’esultanza anche il quindicesimo giorno. 19È per questo dunque che i Giudei sparsi in ogni provincia straniera celebrano con gioia il quattordicesimo giorno del mese di Adar come giorno di festa, mandando ciascuno regali al suo prossimo. Coloro che risiedono invece nelle città principali celebrano con gioia anche il quindicesimo giorno del mese di Adar come giorno di festa, mandando ciascuno regali al suo prossimo.

20Mardocheo scrisse queste cose su un libro e lo mandò ai Giudei che vivevano nel regno di Artaserse vicini e lontani, 21per stabilire questi giorni come festivi, da celebrare il quattordici e il quindici del mese di Adar. 22In quei giorni infatti i Giudei ebbero tregua dai loro nemici, e quello fu il mese, Adar, nel quale essi passarono dal pianto alla gioia e dal dolore a un giorno di festa; perciò esso deve essere considerato tutto quanto come un periodo di giorni festivi, di nozze ed esultanza, in cui si inviano doni agli amici e ai poveri.

23I Giudei approvarono il racconto che aveva scritto loro Mardocheo: 24come Aman, figlio di Amadàta, il Macèdone, li aveva combattuti, come egli aveva emesso il decreto e aveva tirato le sorti per farli scomparire 25e come egli era andato dal re dicendogli di impiccare Mardocheo; ma tutti i mali che egli aveva cercato di far cadere sopra i Giudei erano venuti sopra di lui, ed era stato impiccato lui e i suoi figli.

26Perciò quei giorni furono chiamati Purìm a motivo delle sorti, poiché nella loro lingua esse sono chiamate Purìm, e a motivo delle parole di questa lettera, che ricordava tutto quello che avevano sofferto e che era loro capitato. 27Mardocheo stabilì e i Giudei approvarono per sé, per i loro discendenti e per quelli che si fossero uniti a loro, che non si sarebbero comportati in modo diverso: questi giorni dovevano essere un memoriale da osservare di generazione in generazione, in ogni città, famiglia e provincia. 28Questi giorni dei Purìm saranno celebrati in ogni tempo, e il loro ricordo non sia lasciato cadere dai loro discendenti. 29La regina Ester, figlia di Aminadàb, e Mardocheo, il Giudeo, scrissero tutto quello che avevano fatto e confermarono la lettera dei Purìm.

31Mardocheo e la regina Ester stabilirono per sé privatamente di digiunare; imposero allora la loro volontà contro la loro salute. 32Ester lo stabilì con un ordine che fu scritto come memoriale.

1Il re Assuero impose un tributo al continente e alle isole del mare. 2Quanto poi a tutti i fatti concernenti la potenza e il valore di Mardocheo e quanto alla completa descrizione della sua grandezza e della sua elevazione da parte del re, sono cose scritte nel libro delle cronache dei re di Media e di Persia. 3Infatti il giudeo Mardocheo era il secondo dopo il re Assuero: grande fra i Giudei e amato dalla moltitudine dei suoi fratelli, cercava il bene del suo popolo e parlava in favore della prosperità di tutta la sua stirpe.

3aMardocheo disse: «Queste cose sono avvenute per opera di Dio. 3bMi ricordo infatti del sogno che avevo visto intorno a questi fatti e nessuno di essi è stato tralasciato: 3cla piccola sorgente che divenne un fiume, la luce che spuntò, il sole e l'acqua copiosa. Questo fiume è Ester che il re ha sposata e costituita regina. 3dI due draghi siamo io e Amàn. 3eLe nazioni sono quelle che si sono coalizzate per distruggere il nome dei Giudei. 3fLa mia nazione è Israele, quelli cioè che avevano gridato a Dio e furono salvati. Sì, il Signore ha salvato il suo popolo, ci ha liberato da tutti questi mali e Dio ha operato segni e prodigi grandi quali mai erano avvenuti tra le nazioni. 3gIn tal modo egli ha stabilito due sorti, una per il popolo di Dio e una per tutte le nazioni. 3hQueste due sorti si sono realizzate nell'ora, nel momento e nel giorno stabilito dal giudizio di Dio e in mezzo a tutte le nazioni. 3iDio si è allora ricordato del suo popolo e ha reso giustizia alla sua eredità. 3kQuesti giorni del mese di Adàr, il quattordici e il quindici del mese, saranno celebrati con adunanza, gioia e letizia davanti a Dio, di generazione in generazione per sempre nel suo popolo Israele».

3lNell'anno quarto di Tolomeo e di Cleopatra, Dositeo, che diceva di essere sacerdote e levita, e Tolomeo suo figlio, portarono in Egitto la presente lettera sui Purim, affermando che si trattava della lettera autentica tradotta da Lisimaco, figlio di Tolomeo, uno dei residenti in Gerusalemme.

1Il re impose tributi a tutto il regno sia per terra che per mare. 2La sua potenza e il suo valore, la ricchezza e la gloria del suo regno, tutto sta scritto nel libro del re dei Persiani e dei Medi, a memoria. 3Mardocheo era secondo rispetto al re Artaserse, era grande nel regno ed era onorato dai Giudei; trascorse la sua vita amato da tutta la sua nazione.

3aE Mardocheo disse: «Queste cose sono avvenute per volere di Dio. 3bMi ricordo infatti del sogno che ebbi circa le cose di cui sto parlando: neppure un loro dettaglio è stato tralasciato. 3cLa piccola sorgente che divenne un fiume, la luce che spuntò, il sole e l’acqua copiosa: questo fiume è Ester, che il re ha sposato e costituito regina. 3dI due draghi siamo io e Aman. 3eLe nazioni sono quelle che si coalizzarono per distruggere il nome dei Giudei. 3fLa mia nazione è Israele, quelli che elevarono le loro grida a Dio e furono salvati. Sì, il Signore ha salvato il suo popolo, ci ha liberati da tutti questi mali; Dio ha operato segni e prodigi grandi, quali non sono accaduti mai tra le nazioni. 3gCosì egli gettò due sorti: una per il popolo di Dio e una per tutte le nazioni. 3hQueste due sorti si sono realizzate nell’ora, nel momento opportuno, nel giorno del giudizio al cospetto di Dio e in tutte le nazioni. 3iDio allora si ricordò del suo popolo e rese giustizia alla sua eredità. 3kQuesti giorni del mese di Adar, il quattordici e il quindici dello stesso mese, saranno celebrati con riunioni, gioia e letizia davanti a Dio, di generazione in generazione, per sempre, nel suo popolo Israele».

3lNell’anno quarto del re Tolomeo e di Cleopatra, Dositeo, che diceva di essere sacerdote e levita, e Tolomeo, suo figlio, portarono in Egitto la presente lettera sui Purìm, e dissero che si trattava della lettera autentica tradotta da Lisìmaco, figlio di Tolomeo, residente a Gerusalemme.

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[c. 2]

1Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.
2Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
3Chi onora il padre espia i peccati;
4chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
5Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
6Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
7Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.
8Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.
9La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
10Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
11la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
12Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
13Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
14Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.
15Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
16Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.

17Figlio, nella tua attività sii modesto,
sarai amato dall'uomo gradito a Dio.
18Quanto più sei grande, tanto più umìliati;
così troverai grazia davanti al Signore;
19perché grande è la potenza del Signore
20e dagli umili egli è glorificato.
21Non cercare le cose troppo difficili per te,
non indagare le cose per te troppo grandi.
22Bada a quello che ti è stato comandato,
poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose.
23Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità,
poiché ti è stato mostrato
più di quanto comprende un'intelligenza umana.
24Molti ha fatto smarrire la loro presunzione,
una misera illusione ha fuorviato i loro pensieri.

25Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male;
chi ama il pericolo in esso si perderà.
26Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
27La sventura non guarisce il superbo,
perché la pianta del male si è radicata in lui.
28Una mente saggia medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

29L'acqua spegne un fuoco acceso,
l'elemosina espia i peccati.
30Chi ricambia il bene provvede all'avvenire,
al momento della sua caduta troverà un sostegno.

1Figli, ascoltate me, vostro padre,
e agite in modo da essere salvati.
2Il Signore infatti ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
3Chi onora il padre espia i peccati,
4chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
5Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
6Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
7Chi teme il Signore, onora il padre
e serve come padroni i suoi genitori.
8Con le azioni e con le parole onora tuo padre,
perché scenda su di te la sua benedizione,
9poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
10Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
11la gloria di un uomo dipende dall’onore di suo padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
12Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
13Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
14L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
15Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te,
come brina al calore si scioglieranno i tuoi peccati.
16Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta sua madre è maledetto dal Signore.

17Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
18Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
19Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
20Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
21Non cercare cose troppo difficili per te
e non scrutare cose troppo grandi per te.
22Le cose che ti sono comandate, queste considera:
non hai bisogno di quelle nascoste.
23Non affaticarti in opere superflue,
ti è stato mostrato infatti più di quanto possa comprendere la mente umana.
24La presunzione ha fatto smarrire molti
e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri.
25Se non hai le pupille, tu manchi di luce;
se ti manca la scienza, non dare consigli.

26Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male,
chi ama il pericolo in esso si perderà.
27Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
28Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
29Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
30L’acqua spegne il fuoco che divampa,
l’elemosina espia i peccati.
31Chi ricambia il bene provvede all’avvenire,
al tempo della caduta troverà sostegno.

1Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero,
non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi.
2Non rattristare un affamato,
non esasperare un uomo gia in difficoltà.
3Non turbare un cuore esasperato,
non negare un dono al bisognoso.
4Non respingere la supplica di un povero,
non distogliere lo sguardo dall'indigente.
5Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo,
non offrire a nessuno l'occasione di maledirti,
6perché se uno ti maledice con amarezza,
il suo creatore esaudirà la sua preghiera.
7Fatti amare dalla comunità,
davanti a un grande abbassa il capo.
8Porgi l'orecchio al povero
e rispondigli al saluto con affabilità.
9Strappa l'oppresso dal potere dell'oppressore,
non esser pusillanime quando giudichi.
10Sii come un padre per gli orfani
e come un marito per la loro madre
e sarai come un figlio dell'Altissimo,
ed egli ti amerà più di tua madre.

11La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano.
12Chi la ama ama la vita,
quanti la cercano solleciti saranno ricolmi di gioia.
13Chi la possiede erediterà la gloria,
qualunque cosa intraprenda, il Signore lo benedice.
14Coloro che la venerano rendono culto al Santo,
e il Signore ama coloro che la amano.
15Chi l'ascolta giudica con equità;
chi le presta attenzione vivrà tranquillo.
16Chi confida in lei la otterrà in eredità;
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.
17Dapprima lo condurrà per luoghi tortuosi,
gli incuterà timore e paura,
lo tormenterà con la sua disciplina,
finché possa fidarsi di lui,
e lo abbia provato con i suoi decreti;
18ma poi lo ricondurrà sulla retta via
e gli manifesterà i propri segreti.
19Se egli batte una falsa strada, lo lascerà andare
e l'abbandonerà in balìa del suo destino.

20Figlio, bada alle circostanze e guàrdati dal male
così non ti vergognerai di te stesso.
21C'è una vergogna che porta al peccato
e c'è una vergogna che è onore e grazia.
22Non usare riguardi a tuo danno
e non vergognarti a tua rovina.
23Non astenerti dal parlare nel momento opportuno,
non nascondere la tua sapienza.
24Difatti dalla parola si riconosce la sapienza
e l'istruzione dai detti della lingua.
25Non contraddire alla verità,
ma vergògnati della tua ignoranza.
26Non arrossire di confessare i tuoi peccati,
non opporti alla corrente di un fiume.
27Non sottometterti a un uomo stolto,
e non essere parziale a favore di un potente.
28Lotta sino alla morte per la verità
e il Signore Dio combatterà per te.
29Non essere arrogante nel tuo linguaggio,
fiacco e indolente invece nelle opere.
30Non essere come un leone in casa tua,
sospettoso con i tuoi dipendenti.
31La tua mano non sia tesa per prendere
e chiusa invece nel restituire.

1Figlio, non rifiutare al povero il necessario per la vita,
non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi.
2Non rattristare chi ha fame,
non esasperare chi è in difficoltà.
3Non turbare un cuore già esasperato,
non negare un dono al bisognoso.
4Non respingere la supplica del povero,
non distogliere lo sguardo dall’indigente.
5Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo,
non dare a lui l’occasione di maledirti,
6perché se egli ti maledice nell’amarezza del cuore,
il suo creatore ne esaudirà la preghiera.
7Fatti amare dalla comunità
e davanti a un grande abbassa il capo.
8Porgi il tuo orecchio al povero
e rendigli un saluto di pace con mitezza.
9Strappa l’oppresso dal potere dell’oppressore
e non essere meschino quando giudichi.
10Sii come un padre per gli orfani,
come un marito per la loro madre:
sarai come un figlio dell’Altissimo,
ed egli ti amerà più di tua madre.

11La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano.
12Chi ama la sapienza ama la vita,
chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia.
13Chi la possiede erediterà la gloria;
dovunque vada, il Signore lo benedirà.
14Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo,
e il Signore ama coloro che la amano.
15Chi l’ascolta giudicherà le nazioni,
chi le presta attenzione vivrà tranquillo.
16Chi confida in lei l’avrà in eredità,
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.
17Dapprima lo condurrà per vie tortuose,
gli incuterà timore e paura,
lo tormenterà con la sua disciplina,
finché possa fidarsi di lui e lo abbia provato con i suoi decreti;
18ma poi lo ricondurrà su una via diritta e lo allieterà,
gli manifesterà i propri segreti.
19Se invece egli batte una falsa strada, lo lascerà andare
e lo consegnerà alla sua rovina.

20Tieni conto del momento e guàrdati dal male,
e non avere vergogna di te stesso.
21C’è una vergogna che porta al peccato
e c’è una vergogna che porta gloria e grazia.
22Non usare riguardi a tuo danno
e non arrossire a tua rovina.
23Non astenerti dal parlare quando è necessario
e non nascondere la tua sapienza per bellezza,
24poiché dalla parola si riconosce la sapienza
e l’istruzione dai detti della lingua.
25Non contrastare la verità,
ma arrossisci della tua ignoranza.
26Non vergognarti di confessare i tuoi peccati
e non opporti alla corrente di un fiume.
27Non sottometterti a un uomo stolto,
non essere parziale a favore di un potente.
28Lotta sino alla morte per la verità,
il Signore Dio combatterà per te.
29Non essere arrogante nel tuo linguaggio,
fiacco e indolente nelle opere.
30Non essere come un leone nella tua casa
e capriccioso con i tuoi servi.
31La tua mano non sia tesa per prendere
e poi chiusa nel restituire.

1Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Questo mi basta».
2Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
3Non dire: «Chi mi dominerà?»,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
4Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
5Non esser troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
6Non dire: «La sua misericordia è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui ci sono misericordia e ira,
il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
7Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
poiché improvvisa scoppierà l'ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
8Non confidare in ricchezze ingiuste,
perché non ti gioveranno nel giorno della sventura.

9Non ventilare il grano a qualsiasi vento
e non camminare su qualsiasi sentiero.
10Sii costante nel tuo sentimento,
e unica sia la tua parola.
11Sii pronto nell'ascoltare,
lento nel proferire una risposta.
12Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo;
altrimenti mettiti la mano sulla bocca.
13Nel parlare ci può essere onore o disonore;
la lingua dell'uomo è la sua rovina.
14Non meritare il titolo di calunniatore
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l'uomo falso.
15Non far male molto poco,
e da amico non divenire nemico,

1Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Basto a me stesso».
2Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
3Non dire: «Chi mi dominerà?»,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
4Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
5Non essere troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
6Non dire: «La sua compassione è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui c’è misericordia e ira,
e il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
7Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
8Non confidare in ricchezze ingiuste:
non ti gioveranno nel giorno della sventura.

9Non ventilare il grano a ogni vento
e non camminare su qualsiasi sentiero:
così fa il peccatore che è bugiardo.
10Sii costante nelle tue convinzioni,
e una sola sia la tua parola.
11Sii pronto nell’ascoltare
e lento nel dare una risposta.
12Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo;
altrimenti metti la mano sulla tua bocca.
13Nel parlare ci può essere gloria o disonore:
la lingua dell’uomo è la sua rovina.

14Non procurarti la fama di maldicente
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l’uomo bugiardo.

15Non sbagliare, né molto né poco,

1perché un cattivo nome si attira vergogna e disprezzo;
così accade al peccatore, falso nelle sue parole.
2Non ti abbandonare alla tua passione,
perché non ti strazi come un toro furioso;
3divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti,
sì da renderti come un legno secco.
4Una passione malvagia rovina chi la possiede
e lo fa oggetto di scherno per i nemici.

5Una bocca amabile moltiplica gli amici,
un linguaggio gentile attira i saluti.
6Siano in molti coloro che vivono in pace con te,
ma i tuoi consiglieri uno su mille.
7Se intendi farti un amico, mettilo alla prova;
e non fidarti subito di lui.
8C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
9C'è anche l'amico che si cambia in nemico
e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi.
10C'è l'amico compagno a tavola,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
11Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso,
e parlerà liberamente con i tuoi familiari.
12Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te
e dalla tua presenza si nasconderà.
13Tieniti lontano dai tuoi nemici,
e dai tuoi amici guàrdati.
14Un amico fedele è una protezione potente,
chi lo trova, trova un tesoro.
15Per un amico fedele, non c'è prezzo,
non c'è peso per il suo valore.
16Un amico fedele è un balsamo di vita,
lo troveranno quanti temono il Signore.
17Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia,
perché come uno è, così sarà il suo amico.

18Figlio, sin dalla giovinezza medita la disciplina,
conseguirai la sapienza fino alla canizie.
19Accòstati ad essa come chi ara e chi semina
e attendi i suoi ottimi frutti;
poiché faticherai un pò per coltivarla,
ma presto mangerai dei suoi prodotti.
20Essa è davvero aspra per gli stolti,
l'uomo senza coraggio non ci resiste;
21per lui peserà come una pietra di prova,
non tarderà a gettarla via.
22La sapienza infatti è come dice il suo nome,
ma non a molti essa è chiara.
23Ascolta, figlio, e accetta il mio parere;
non rigettare il mio consiglio.
24Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi,
il collo nella sua catena.
25Piega la tua spalla e portala,
non disdegnare i suoi legami.
26Avvicìnati ad essa con tutta l'anima
e con tutta la tua forza resta nelle sue vie.
27Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà;
e una volta raggiunta, non lasciarla.
28Alla fine troverai in lei il riposo,
ed essa ti si cambierà in gioia.
29I suoi ceppi saranno per te una protezione potente,
le sue catene una veste di gloria.
30Un ornamento d'oro ha su di sé,
i suoi legami sono fili di porpora violetta.
31Te ne rivestirai come di una veste di gloria,
te ne cingerai come di una corona magnifica.
32Se lo vuoi, figlio, diventerai saggio;
applicandoti totalmente, diventerai abile.
33Se ti è caro ascoltare, imparerai;
se porgerai l'orecchio, sarai saggio.
34Frequenta le riunioni degli anziani;
qualcuno è saggio? Unisciti a lui.
35Ascolta volentieri ogni parola divina
e le massime sagge non ti sfuggano.
36Se vedi una persona saggia, và presto da lei;
il tuo piede logori i gradini della sua porta.
37Rifletti sui precetti del Signore,
medita sempre sui suoi comandamenti;
egli renderà saldo il tuo cuore,
e il tuo desiderio di sapienza sarà soddisfatto.

1e da amico non diventare nemico.
La cattiva fama attira a sé vergogna e disprezzo:
così accade al peccatore che è bugiardo.

2Non ti abbandonare alla tua passione,
perché il tuo vigore non venga abbattuto come un toro;
3divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti,
e ti ridurrà come un legno secco.
4Una passione malvagia rovina chi la possiede
e lo fa oggetto di scherno per i nemici.

5Una bocca amabile moltiplica gli amici,
una lingua affabile le buone relazioni.
6Siano molti quelli che vivono in pace con te,
ma tuo consigliere uno su mille.
7Se vuoi farti un amico, mettilo alla prova
e non fidarti subito di lui.
8C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
9C’è anche l’amico che si cambia in nemico
e scoprirà i vostri litigi a tuo disonore.
10C’è l’amico compagno di tavola,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
11Nella tua fortuna sarà un altro te stesso
e parlerà liberamente con i tuoi servi.
12Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te
e si nasconderà dalla tua presenza.
13Tieniti lontano dai tuoi nemici
e guàrdati anche dai tuoi amici.
14Un amico fedele è rifugio sicuro:
chi lo trova, trova un tesoro.
15Per un amico fedele non c’è prezzo,
non c’è misura per il suo valore.
16Un amico fedele è medicina che dà vita:
lo troveranno quelli che temono il Signore.
17Chi teme il Signore sa scegliere gli amici:
come è lui, tali saranno i suoi amici.

18Figlio, sin dalla giovinezza ricerca l’istruzione
e fino alla vecchiaia troverai la sapienza.
19Accòstati ad essa come uno che ara e che semina,
e resta in attesa dei suoi buoni frutti;
faticherai un po’ per coltivarla,
ma presto mangerai dei suoi prodotti.
20Quanto è difficile per lo stolto la sapienza!
L’insensato non vi si applica;
21per lui peserà come una pietra di prova
e non tarderà a gettarla via.
22La sapienza infatti è come dice il suo nome
e non si manifesta a molti.

23Ascolta, figlio, e accetta il mio pensiero,
e non rifiutare il mio consiglio.
24Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi,
il tuo collo nella sua catena.
25Piega la tua spalla e portala,
non infastidirti dei suoi legami.
26Avvicìnati ad essa con tutta l’anima
e con tutta la tua forza osserva le sue vie.
27Segui le sue orme, ricercala e ti si manifesterà,
e quando l’hai raggiunta, non lasciarla.
28Alla fine in essa troverai riposo
ed essa si cambierà per te in gioia.
29I suoi ceppi saranno per te una protezione potente
e le sue catene una veste di gloria.
30Un ornamento d’oro ha su di sé
e i suoi legami sono fili di porpora.
31Te ne rivestirai come di una splendida veste,
te ne cingerai come di una corona magnifica.

32Figlio, se lo vuoi, diventerai saggio,
se ci metti l’anima, sarai esperto in tutto.
33Se ti è caro ascoltare, imparerai,
se porgerai l’orecchio, sarai saggio.
34Frequenta le riunioni degli anziani,
e se qualcuno è saggio, unisciti a lui.
35Ascolta volentieri ogni discorso su Dio
e le massime sagge non ti sfuggano.
36Se vedi una persona saggia, va’ di buon mattino da lei,
il tuo piede logori i gradini della sua porta.
37Rifletti sui precetti del Signore,
medita sempre sui suoi comandamenti;
egli renderà saldo il tuo cuore,
e la sapienza che desideri ti sarà data.

1Non fare il male, perché il male non ti prenda.
2Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te.
3Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
4Non domandare al Signore il potere
al re un posto di onore.
5Non farti giusto davanti al Signore
saggio davanti al re.
6Non cercare di divenire giudice,
che poi ti manchi la forza di estirpare l'ingiustizia;
altrimenti temeresti alla presenza del potente
e getteresti una macchia sulla tua dirittura.
7Non offendere l'assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
8Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
9Non dire: «Egli guarderà all'abbondanza dei miei doni,
e quando farò l'offerta al Dio altissimo
egli l'accetterà».
10Non mancar di fiducia nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
11Non deridere un uomo dall'animo amareggiato,
poiché c'è chi umilia e innalza.
12Non fabbricare menzogne contro tuo fratello
e neppure qualcosa di simile contro l'amico.
13Non volere in nessun modo ricorrere alla menzogna,
perché le sue conseguenze non sono buone.
14Non parlar troppo nell'assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
15Non disprezzare il lavoro faticoso,
neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo.
16Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
17Umilia profondamente la tua anima,
perché castigo dell'empio sono fuoco e vermi.
18Non cambiare un amico per interesse,
un fratello fedele per l'oro di Ofir.
19Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua bontà val più dell'oro.
20Non maltrattare uno schiavo che lavora fedelmente
un mercenario che dà tutto se stesso.
21Ami l'anima tua un servo saggio
e non ricusargli la libertà.

22Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
23Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla giovinezza.
24Hai figlie? Vigila sui loro corpi
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
25Accasa una figlia e avrai compiuto un grande affare;
ma sposala a un uomo assennato.
26Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla;
ma di quella odiata non fidarti.

27Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare i dolori di tua madre.
28Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?

29Temi con tutta l'anima il Signore
e riverisci i suoi sacerdoti.
30Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
31Temi il Signore e onora il sacerdote,
consegna la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici espiatori, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.

32Al povero stendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
33La tua generosità si estenda a ogni vivente
e al morto non negare la tua grazia.
34Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti mòstrati afflitto.
35Non indugiare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
36In tutte le tue opere ricordati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.

1Non fare il male, perché il male non ti prenda.
2Stai lontano dall’iniquità ed essa si allontanerà da te.
3Figlio, non seminare nei solchi dell’ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
4Non domandare al Signore il potere né al re un posto di onore.
5Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.
6Non cercare di divenire giudice
se ti manca la forza di estirpare l’ingiustizia,
perché temeresti di fronte al potente
e getteresti una macchia sulla tua retta condotta.
7Non fare soprusi contro l’assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
8Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
9Non dire: «Egli guarderà all’abbondanza dei miei doni,
e quando farò l’offerta al Dio altissimo, egli l’accetterà».
10Non essere incostante nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
11Non deridere un uomo dall’animo amareggiato,
perché c’è chi umilia e innalza.
12Non seminare menzogne contro tuo fratello
e non fare qualcosa di simile all’amico.
13Non ricorrere mai alla menzogna:
è un’abitudine che non porta alcun bene.
14Non parlare troppo nell’assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
15Non disprezzare il lavoro faticoso,
in particolare l’agricoltura che Dio ha istituito.
16Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
17Umìliati profondamente,
perché castigo dell’empio sono fuoco e vermi.

18Non cambiare un amico per interesse
né un vero fratello per l’oro di Ofir.
19Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua amabilità vale più dell’oro.
20Non maltrattare un servo che lavora fedelmente
né l’operaio che si impegna totalmente.
21Ama il servo intelligente
e non rifiutargli la libertà.
22Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
23Hai figli? Educali
e fa’ loro piegare il collo fin dalla giovinezza.
24Hai figlie? Vigila sul loro corpo
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
25Fa’ sposare tua figlia e avrai compiuto un grande affare,
ma dàlla a un uomo assennato.
26Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla,
ma se non le vuoi bene, non fidarti.

27Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare le doglie di tua madre.
28Ricorda che essi ti hanno generato:
che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?

29Con tutta l’anima temi il Signore
e abbi riverenza per i suoi sacerdoti.
30Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
31Temi il Signore e onora il sacerdote,
dàgli la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici di riparazione, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.

32Anche al povero tendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
33La tua generosità si estenda a ogni vivente,
ma anche al morto non negare la tua pietà.
34Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti móstrati afflitto.
35Non esitare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
36In tutte le tue opere ricòrdati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.

1Non litigare con un uomo potente
per non cadere poi nelle sue mani.
2Non litigare con un uomo ricco,
perché egli non t'opponga il peso del suo danaro,
poiché l'oro ha corrotto molti
e ha fatto deviare il cuore dei re.
3Non litigare con un uomo linguacciuto
e non aggiungere legna sul suo fuoco.
4Non scherzare con l'ignorante,
perché non siano disprezzati i tuoi antenati.
5Non insultare un uomo convertito dal peccato,
ricòrdati che siamo tutti degni di pena.
6Non disprezzare un uomo quando è vecchio,
perché anche di noi alcuni invecchieranno.
7Non gioire per la morte di qualcuno;
ricòrdati che tutti moriremo.

8Non disdegnare i discorsi dei saggi,
medita piuttosto le loro massime,
perché da essi imparerai la dottrina
e potrai essere a servizio dei grandi.
9Non trascurare i discorsi dei vecchi,
perché anch'essi hanno imparato dai loro padri;
da essi imparerai l'accorgimento
e come rispondere a tempo opportuno.

10Non attizzare le braci del peccatore,
per non bruciare nel fuoco della sua fiamma.
11Non ritirarti dalla presenza del violento,
perché egli non ponga un agguato contro di te.
12Non imprestare a un uomo più forte di te;
quello che gli hai prestato, consideralo come perduto.
13Non garantire oltre la tua possibilità;
se hai garantito, preòccupati di soddisfare.
14Non muovere causa a un giudice,
perché giudicheranno in suo favore secondo il suo parere.
15Con un avventuriero non metterti in viaggio,
per paura che ti diventi insopportabile;
egli agirà secondo il suo capriccio
e andrai con lui in rovina per la sua insipienza.
16Non litigare con un irascibile
e non traversare con lui un luogo solitario,
perché ai suoi occhi il sangue è come nulla,
dove non c'è possibilità di aiuto ti assalirà.
17Non consigliarti con lo stolto,
perché non saprà mantenere un segreto.
18Davanti a uno straniero non fare nulla di riservato,
perché non sai che cosa ne seguirà.
19Con un uomo qualsiasi non aprire il tuo cuore
ed egli non abbia a portar via il tuo bene.

1Non contendere con un uomo potente,
per non cadere nelle sue mani.
2Non litigare con un uomo ricco,
perché non ti soverchi con il suo peso:
l’oro infatti ha corrotto molti
e ha fatto deviare il cuore dei re.
3Non contendere con un uomo chiacchierone
e non aggiungere legna al suo fuoco.
4Non scherzare con l’uomo ignorante,
perché non siano insultati i tuoi antenati.
5Non rimproverare un uomo che si converte dal peccato:
ricòrdati che tutti abbiamo delle colpe.

6Non disprezzare un uomo quando è vecchio,
perché anche tra noi alcuni invecchieranno.
7Non gioire per la morte di qualcuno:
ricòrdati che tutti moriremo.
8Non disdegnare i discorsi dei saggi,
medita piuttosto le loro massime,
perché da loro imparerai la dottrina
e potrai metterti a servizio dei grandi.
9Non trascurare i discorsi dei vecchi,
perché anch’essi hanno imparato dai loro padri;
da loro imparerai il discernimento
e come rispondere nel momento del bisogno.

10Non attizzare le braci del peccatore,
per non bruciare nel fuoco della sua fiamma.
11Non recedere dalla presenza del violento,
perché egli non tenda un agguato contro di te.
12Non fare prestiti a un uomo più forte di te
e se gli hai prestato qualcosa, considerala perduta.
13Non garantire oltre le tue possibilità
e se hai garantito, preòccupati di soddisfare.
14Non muovere causa a un giudice,
perché lo giudicheranno tenendo conto del suo prestigio.
15Con un temerario non metterti in viaggio,
perché non ti sia di peso;
egli camminerà infatti secondo il suo capriccio
e con lui andrai in rovina per la sua stoltezza.
16Non litigare con un uomo irascibile
e non passare con lui per un luogo solitario,
perché ai suoi occhi il sangue è come un nulla,
dove non c’è possibilità di aiuto ti assalirà.
17Non consigliarti con un uomo stolto,
perché non saprà mantenere il segreto.
18Davanti a uno straniero non fare nulla di nascosto,
perché non sai che cosa ne seguirà.
19A un uomo qualsiasi non aprire il tuo cuore,
perché potrebbe non esserti riconoscente.

[c. 9]
[<< 9]
[<< 9]

1Un governatore saggio educa il suo popolo,
l'autorità di un uomo assennato sarà ben ordinata.
2Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti gli abitanti.
3Un re senza formazione rovinerà il suo popolo;
una città prospererà per il senno dei capi.
4Il governo del mondo è nelle mani del Signore;
egli vi susciterà al momento giusto l'uomo adatto.
5Il successo dell'uomo è nelle mani del Signore,
che investirà il magistrato della sua autorità.

6Non crucciarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi;
non far nulla in preda all'ira.
7Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia.
8L'impero passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
9Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
10La malattia è lunga, il medico se la ride;
chi oggi è re, domani morirà.
11Quando l'uomo muore eredita insetti, belve e vermi.
12Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore,
tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato.
13Principio della superbia infatti è il peccato;
chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio.
Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi
e lo flagella sino a finirlo.
14Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere gli umili.
15Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni
al loro posto ha piantato gli umili.
16Il Signore ha sconvolto le regioni delle nazioni,
e le ha distrutte fin dalle fondamenta della terra.
17Le ha estirpate e annientate,
ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.
18Non è fatta per gli uomini la superbia,
per i nati di donna l'arroganza.

19Quale stirpe è onorata? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è onorata?
Coloro che temono il Signore.
20Quale stirpe è ignobile? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è ignobile?
Coloro che trasgrediscono i comandamenti.
21Tra i fratelli è onorato il loro capo,
ma coloro che temono il Signore lo sono ai suoi occhi.
22Uno ricco, onorato o povero,
ponga il proprio vanto nel timore del Signore.
23Non è giusto disprezzare un povero assennato
e non conviene esaltare un uomo peccatore.
24Il nobile, il giudice e il potente sono onorati;
ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.
25Uomini liberi serviranno un servo sapiente;
un uomo intelligente non mormora per questo.

26Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro
e non gloriarti al momento del bisogno.
27Meglio uno che lavora e abbonda di tutto
che chi va in giro vantandosi e manca di cibo.
28Figlio, con modestia glorifica l'anima tua
e rendile onore secondo che merita.
29Chi darà ragione a uno che si dà torto da sé?
Chi stimerà uno che si disprezza?
30Un povero è onorato per la sua scienza,
un ricco è onorato per la sua ricchezza.
31Chi è onorato nella povertà,
quanto più lo sarà nella ricchezza?
Chi è disprezzato nella ricchezza,
quanto più lo sarà nella povertà?

1Un governatore saggio educa il suo popolo,
il governo dell’uomo di senno è ordinato.
2Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti i suoi abitanti.
3Un re che non ha istruzione rovina il suo popolo,
una città prospera per il senno dei capi.
4Il governo del mondo è nelle mani del Signore;
egli vi suscita l’uomo adatto al momento giusto.
5Il successo dell’uomo è nelle mani del Signore,
ma sulla persona dello scriba egli pone la sua gloria.

6Non irritarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi
e non fare nulla in preda all’ira.
7Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
l’uno e gli altri hanno in odio l’ingiustizia.
8Il regno passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
Niente è più empio dell’uomo che ama il denaro,
poiché egli si vende anche l’anima.
9Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
10Una lunga malattia si prende gioco del medico;
chi oggi è re, domani morirà.
11Quando l’uomo muore,
eredita rettili, belve e vermi.

12Principio della superbia è allontanarsi dal Signore;
il superbo distoglie il cuore dal suo creatore.
13Principio della superbia infatti è il peccato;
chi ne è posseduto diffonde cose orribili.
Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi
e li ha abbattuti fino ad annientarli.
14Il Signore ha rovesciato i troni dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere i miti.
15Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni,
al loro posto ha piantato gli umili.
16Il Signore ha sconvolto le terre delle nazioni
e le ha distrutte fino alle fondamenta.
17Le ha cancellate dal consorzio umano e le ha annientate,
ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.
18Non è fatta per gli uomini la superbia
né l’impeto della collera per i nati da donna.

19Quale stirpe è degna d’onore? La stirpe dell’uomo.
Quale stirpe è degna d’onore? Quelli che temono il Signore.
Quale stirpe non è degna d’onore? La stirpe dell’uomo.
Quale stirpe non è degna d’onore? Quelli che trasgrediscono i comandamenti.
20Tra i fratelli viene onorato chi li comanda,
ma agli occhi del Signore quelli che lo temono.
21Principio di gradimento è il timore del Signore,
principio di rifiuto l’ostinazione e la superbia.
22Il ricco, il nobile, il povero:
loro vanto è il timore del Signore.
23Non è giusto disprezzare un povero che ha senno
e non conviene onorare un uomo peccatore.
24Il principe, il giudice e il potente sono onorati,
ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.
25Uomini liberi serviranno uno schiavo sapiente
e chi ha senno non protesterà.

26Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro
e non gloriarti nel momento del tuo bisogno.
27Meglio uno che lavora e abbonda di tutto
di chi va in giro a vantarsi e manca di cibo.
28Figlio, con modestia pensa al tuo onore
e fatti valere secondo il tuo merito.
29Chi giustificherà uno che fa male a se stesso
e chi onorerà colui che si disonora?
30Un povero viene onorato per la sua scienza
e un ricco viene onorato per la sua ricchezza.
31Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza!
E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà!

1La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa,
gli permetterà di sedere tra i grandi.
2Non lodare un uomo per la sua bellezza
e non detestare un uomo per il suo aspetto.
3L'ape è piccola tra gli esseri alati,
ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori.
4Non ti vantare per le vesti che indossi
e non insuperbirti nel giorno della gloria,
poiché stupende sono le opere del Signore,
eppure sono nascoste agli uomini le opere sue.
5Molti sovrani sedettero sulla polvere
e uno sconosciuto cinse il loro diadema.
6Molti potenti furono umiliati profondamente;
uomini illustri furono consegnati in potere altrui.

7Non biasimare prima di avere indagato,
prima rifletti e quindi condanna.
8Non rispondere prima di avere ascoltato,
in mezzo ai discorsi non intrometterti.
9Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare,
non immischiarti nelle liti dei peccatori.
10Figlio, la tua attività non abbracci troppe cose;
se esageri, non sarai esente da colpa;
anche se corri, non arriverai e non riuscirai a scampare con la fuga.
11C'è chi lavora, fatica e si affanna:
eppure resta tanto più indietro.

12C'è chi è debole e ha bisogno di soccorso,
chi è privo di beni e ricco di miseria:
eppure il Signore lo guarda con benevolenza,
lo solleva dalla sua bassezza
13e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne sono stupiti.
14Bene e male, vita e morte,
povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore.
15Sapienza, senno e conoscenza della legge vengono dal Signore;
carità e rettitudine sono dono del Signore.
16Errore e tenebre sono per gli empi
e il male resta per i malvagi.
17Il dono del Signore è assicurato ai pii
e il suo favore li rende felici per sempre.
18C'è chi è ricco a forza di attenzione e di risparmio;
ed ecco la parte della sua ricompensa:
19mentre dice: «Ho trovato riposo; ora mi godrò i miei beni»,
non sa quanto tempo ancora trascorrerà;
lascerà tutto ad altri e morirà.
20Stà fermo al tuo impegno e fanne la tua vita,
invecchia compiendo il tuo lavoro.
21Non ammirare le opere del peccatore,
confida nel Signore e persevera nella fatica,
perché è facile per il Signore
arricchire un povero all'improvviso.
22La benedizione del Signore è la ricompensa del pio;
in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.
23Non dire: «Di che cosa ho bisogno
e di quali beni disporrò d'ora innanzi?».
24Non dire: «Ho quanto mi occorre;
che cosa potrà ormai capitarmi di male?».
25Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura;
nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.
26È facile per il Signore nel giorno della morte
rendere all'uomo secondo la sua condotta.
27L'infelicità di un'ora fa dimenticare il benessere;
alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.
28Prima della fine non chiamare nessuno beato;
un uomo si conosce veramente alla fine.

29Non portare in casa qualsiasi persona,
perché sono molte le insidie del fraudolento.
30Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo;
come una spia egli attende la tua caduta.
31Cambiando il bene in male tende insidie,
troverà difetti anche nelle cose migliori.
32Con una scintilla di fuoco si riempie il braciere,
il peccatore sta in agguato per spargere sangue.
33Guàrdati dal malvagio, poiché egli il male prepara,
che non contamini per sempre anche te.
34Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa
e ti renderà estraneo ai tuoi.

1La sapienza dell’umile gli farà tenere alta la testa
e lo farà sedere tra i grandi.
2Non lodare un uomo per la sua bellezza
e non detestare un uomo per il suo aspetto.
3L’ape è piccola tra gli esseri alati,
ma il suo prodotto è il migliore fra le cose dolci.
4Non ti vantare per le vesti che indossi
e non insuperbirti nel giorno della gloria,
perché stupende sono le opere del Signore,
eppure esse sono nascoste agli uomini.
5Molti sovrani sedettero sulla polvere,
mentre uno sconosciuto cinse il loro diadema.
6Molti potenti furono grandemente disonorati
e uomini illustri furono consegnati al potere altrui.

7Non biasimare prima di avere indagato,
prima rifletti e poi condanna.
8Non rispondere prima di aver ascoltato,
e non interrompere il discorso di un altro.
9Per una cosa di cui non hai bisogno, non litigare,
e non immischiarti nella lite dei peccatori.

10Figlio, le tue attività non riguardino troppe cose:
se le moltiplichi, non sarai esente da colpa;
se insegui una cosa, non l’afferrerai,
e anche se fuggi, non ti metterai in salvo.
11C’è chi fatica, si affanna e si stanca,
eppure resta sempre più indietro.
12C’è chi è debole e ha bisogno di soccorso,
chi è privo di forza e ricco di miseria,
ma gli occhi del Signore lo guardano con benevolenza,
lo sollevano dalla sua povertà
13e gli fanno alzare la testa,
sì che molti ne restano stupiti.

14Bene e male, vita e morte,
povertà e ricchezza provengono dal Signore.
15Sapienza, scienza e conoscenza della legge vengono dal Signore;
l’amore e la pratica delle opere buone provengono da lui.
16Errore e tenebre sono creati per i peccatori;
quanti si vantano del male, il male li accompagna nella vecchiaia.
17Il dono del Signore è assicurato ai suoi fedeli
e la sua benevolenza li guida sempre sulla retta via.
18C’è chi diventa ricco perché sempre attento a risparmiare,
ed ecco la parte della sua ricompensa:
19mentre dice: «Ho trovato riposo,
ora mi ciberò dei miei beni»,
non sa quanto tempo ancora trascorrerà:
lascerà tutto ad altri e morirà.

20Persevera nel tuo impegno e dèdicati a esso,
invecchia compiendo il tuo lavoro.
21Non ammirare le opere del peccatore,
confida nel Signore e sii costante nella tua fatica,
perché è facile agli occhi del Signore
arricchire un povero all’improvviso.
22La benedizione del Signore è la ricompensa del giusto;
all’improvviso fiorirà la sua speranza.
23Non dire: «Di che cosa ho bisogno
e di quali beni disporrò d’ora innanzi?».
24Non dire: «Ho quanto mi occorre;
che cosa potrà ormai capitarmi di male?».
25Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura
e nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.
26È facile per il Signore nel giorno della morte
rendere all’uomo secondo la sua condotta.
27L’infelicità di un’ora fa dimenticare il benessere;
alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.
28Prima della fine non chiamare nessuno beato;
un uomo sarà conosciuto nei suoi figli.

29Non portare in casa tua qualsiasi persona,
perché sono molte le insidie dell’imbroglione.
30Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo;
come una spia egli attende la tua caduta.
31Cambiando il bene in male egli tende insidie,
troverà difetti anche nelle cose migliori. 32Da una scintilla il fuoco si espande nei carboni,
così il peccatore sta in agguato per spargere sangue.
33Guàrdati dal malvagio, perché egli prepara il male:
che non disonori per sempre anche te!
34Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa
e ti renderà estraneo ai tuoi.

1Se fai il bene, sappi a chi lo fai;
così avrai una ricompensa per i tuoi benefici.
2Fà il bene al pio e ne avrai il contraccambio,
se non da lui, certo dall'Altissimo.
3Nessun beneficio a chi si ostina nel male
a chi rifiuta di fare l'elemosina.
4Dà al pio e non aiutare il peccatore.
5Benefica il misero e non dare all'empio,
impedisci che gli diano il pane e tu non dargliene,
perché egli non ne usi per dominarti;
difatti tu riceverai il male in doppia misura
per tutti i benefici che gli avrai fatto.
6Poiché anche l'Altissimo odia i peccatori
e farà giustizia degli empi.
7Dà al buono e non aiutare il peccatore.

8L'amico non si può riconoscere nella prosperità,
ma nell'avversità il nemico non si nasconderà.
9Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore;
ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa.
10Non fidarti mai del tuo nemico,
poiché, come il metallo s'arrugginisce, così la sua malvagità.
11Anche se si abbassa e cammina curvo,
stà attento e guardati da lui;
compòrtati con lui come chi pulisce uno specchio
e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a lungo.
12Non metterlo al tuo fianco, perché non ti rovesci e si ponga al tuo posto,
non farlo sedere alla tua destra,
perché non ricerchi la tua sedia, e alla fine tu conosca la verità delle mie parole e senta rimorso per i miei detti.
13Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente e di quanti si avvicinano alle belve?
14Così capita a chi si associa a un peccatore
e s'imbratta dei suoi misfatti.
15Per un momento rimarrà con te, ma se cadi, egli non reggerà più.
16Il nemico ha il dolce sulle labbra,
ma in cuore medita di gettarti in una fossa.
Il nemico avrà lacrime agli occhi,
ma se troverà l'occasione, non si sazierà del tuo sangue.
17Se ti capiterà il male, egli sarà là per il primo
e, con il pretesto di aiutarti, ti prenderà per il tallone.
18Scuoterà il capo e batterà le mani,
poi bisbigliando a lungo cambierà faccia.

1Se fai il bene, sappi a chi lo fai;
così avrai una ricompensa per i tuoi benefici.
2Fa’ il bene all’uomo pio e avrai la ricompensa,
se non da lui, certo dall’Altissimo.
3Nessun beneficio a chi si ostina nel male
e a chi rifiuta di fare l’elemosina.
4Fa’ doni all’uomo pio e non dare aiuto al peccatore.
5Fa’ il bene al povero e non donare all’empio,
rifiutagli il pane e non dargliene,
perché egli non ne usi per dominarti;
il male che ne avrai sarà doppio
per tutti i benefici che gli avrai fatto.
6Perché anche l’Altissimo detesta i peccatori
e agli empi darà quello che meritano,
li custodisce fino al giorno della vendetta.
7Fa’ doni all’uomo buono e non dare aiuto al peccatore.

8Nella prosperità l’amico non si può riconoscere
e nell’avversità il nemico non resterà nascosto.
9Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore,
ma quando uno è nei guai, anche l’amico se ne va.
10Non fidarti mai del tuo nemico,
perché la sua malvagità s’arrugginisce come il rame.
11Anche se si abbassa e cammina curvo,
sta’ attento e guàrdati da lui;
compòrtati con lui come chi pulisce uno specchio
e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a lungo.
12Non metterlo al tuo fianco,
perché egli non ti scavalchi e prenda il tuo posto;
non farlo sedere alla tua destra,
perché non ambisca il tuo seggio,
e alla fine tu riconosca la verità delle mie parole
e senta rimorso per i miei detti.
13Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente
e di quanti si avvicinano alle belve?
14Così càpita a chi frequenta un peccatore
e s’immischia nei suoi delitti.
15Per un momento rimarrà con te,
ma se vacilli, non resisterà.
16Il nemico ha il dolce sulle labbra,
ma in cuore medita di gettarti in una fossa.
Il nemico avrà lacrime agli occhi,
ma se troverà l’occasione, non si sazierà del tuo sangue.
17Se ti càpita una disgrazia, lo troverai accanto a te,
e, fingendo di aiutarti, ti prenderà per il tallone.
18Scuoterà il capo e batterà le mani,
poi sparlerà di te voltandoti la faccia.

1Chi maneggia la pece si sporca,
chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
2Non portare un peso troppo grave,
non associarti ad uno più forte e più ricco di te.
Come una pentola di coccio farà società con una caldaia?
Questa l'urterà e quella andrà in frantumi.
3Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.
4Se puoi essergli utile, approfitterà di te;
se hai bisogno, ti abbandonerà.
5Se possiedi, vivrà con te;
ti spoglierà e non ne avrà alcuna pena.
6Ha bisogno di te? Ti imbroglierà, ti sorriderà
e ti darà una speranza, ti rivolgerà belle parole
e domanderà: «Di che cosa hai bisogno?».
7Ti farà arrossire con i suoi banchetti,
finché non ti avrà spremuto due o tre volte.
Alla fine ti deriderà; poi vedendoti ti eviterà
e scuoterà il capo davanti a te.
8Stà attento a non lasciarti imbrogliare
umiliare per la tua stoltezza.
9Quando un potente ti chiama, allontànati;
egli ti chiamerà sempre di più.
10Non essere invadente per non essere respinto,
ma non allontanarti troppo per non essere dimenticato.
11Non credere di trattare alla pari con lui
e non fidarti delle sue molte parole;
12con la sua molta loquacità ti metterà alla prova
e quasi sorridendo ti esaminerà.
13Spietato chi non mantiene le parole,
non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
14Guardati e stà attento, perché cammini insieme alla tua rovina.
15Ogni creatura vivente ama il suo simile,
ogni uomo il suo vicino.
16Ogni essere si accoppia secondo la sua specie;
l'uomo si associa a chi gli è simile.
17Che cosa vi può essere in comune tra il lupo e l'agnello?
Lo stesso accade fra il peccatore e il pio.
18Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
Quale intesa tra il ricco e il povero?
19Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto;
così pascolo dei ricchi sono i poveri.
20La condizione umile è in abominio al superbo,
così il povero è in abominio al ricco.
21Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici;
se il povero cade, anche dagli amici è respinto.
22Se cade il ricco, molti lo aiutano;
dice cose insulse? Eppure lo si felicita.
Se cade il povero, lo si rimprovera;se dice cose assennate, non ci si bada. 23Parla il ricco, tutti tacciono
ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso.
Parla il povero e dicono: «Chi è costui?».
Se inciampa, l'aiutano a cadere.
24La ricchezza è buona, se è senza peccato;
la povertà è cattiva a detta dell'empio.
25Il cuore dell'uomo cambia il suo volto
o in bene o in male.
26Indice di un cuore buono è una faccia gioiosa,
ma la scoperta di proverbi è un lavoro ben faticoso.

1Chi maneggia la pece si sporca,
chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
2Non portare un peso troppo grave per te,
non associarti a uno più forte e più ricco di te.
Perché accostare una brocca alla pentola?
Se questa cozza, l’altra si spezza.
3Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
il povero subisce ingiustizia e per di più deve scusarsi.
4Se gli sei utile, si approfitta di te;
se hai bisogno, ti abbandonerà.
5Se possiedi, starà con te,
e ti impoverisce senza alcun rimorso.
6Se ha bisogno di te, ti imbroglierà,
ti sorriderà e ti farà sperare,
ti rivolgerà belle parole e chiederà: «Di che cosa hai bisogno?».
7Con i suoi banchetti ti farà vergognare,
finché non ti avrà spremuto due o tre volte tanto.
Alla fine ti deriderà,
poi vedendoti ti eviterà
e scuoterà il suo capo davanti a te.
8Sta’ attento a non lasciarti imbrogliare
e a non farti umiliare per la tua stoltezza.

9Quando un potente ti chiama, allontànati,
ed egli insisterà nel chiamarti.
10Non essere invadente per non essere respinto,
non stare appartato per non essere dimenticato.
11Non credere di trattare alla pari con lui
e non dare credito alle sue chiacchiere,
perché parla molto per metterti alla prova
e anche sorridendo indagherà su di te.
12Non ha pietà chi non mantiene la parola,
non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
13Guàrdati e sta’ molto attento,
perché cammini sull’orlo del precipizio.
14Quando ascolti queste cose nel sonno, svégliati:
per tutta la tua vita ama il Signore
e invocalo per la tua salvezza.

15Ogni vivente ama il suo simile
e ogni uomo il suo vicino.
16Ogni essere si accoppia secondo la sua specie,
l’uomo si associa a chi gli è simile.
17Che cosa può esserci in comune tra il lupo e l’agnello?
Così tra il peccatore e il giusto.
18Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
Quale intesa tra il ricco e il povero?
19Sono preda dei leoni gli asini selvatici nel deserto,
così pascolo dei ricchi sono i poveri.
20Per il superbo l’umiltà è obbrobrio,
così per il ricco è obbrobrio il povero.
21Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici,
ma l’umile che cade è respinto dagli amici.
22Il ricco che sbaglia ha molti difensori;
se dice sciocchezze, lo scusano.
Se sbaglia l’umile, lo si rimprovera;
anche se dice cose sagge, non ci si bada.
23Parla il ricco, tutti tacciono
e portano alle stelle il suo discorso.
Parla il povero e dicono: «Chi è costui?»;
se inciampa, l’aiutano a cadere.
24Buona è la ricchezza, se è senza peccato;
la povertà è cattiva sulla bocca dell’empio.

25Il cuore di un uomo cambia il suo volto
sia in bene sia in male.
26Segno di buon cuore è un volto sereno,
ma trovare dei proverbi è un lavoro faticoso.

1Beato l'uomo che non ha peccato con le parole
e non è tormentato dal rimorso dei peccati.
2Beato chi non ha nulla da rimproverarsi
e chi non ha perduto la sua speranza.

3A un uomo gretto non conviene la ricchezza,
a che servono gli averi a un uomo avaro?
4Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri,
con i suoi beni faran festa gli estranei.
5Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono?
Non sa godere delle sue ricchezze.
6Nessuno è peggiore di chi tormenta se stesso;
questa è la ricompensa della sua malizia.
7Se fa il bene, lo fa per distrazione;
ma alla fine mostrerà la sua malizia.
8È malvagio l'uomo dall'occhio invidioso;
volge altrove lo sguardo e disprezza la vita altrui.
9L'occhio dell'avaro non si accontenta di una parte,
l'insana cupidigia inaridisce l'anima sua.
10Un occhio cattivo è invidioso anche del pane
e sulla sua tavola esso manca.
11Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene
e presenta al Signore le offerte dovute.
12Ricòrdati che la morte non tarderà
e il decreto degli inferi non t'è stato rivelato.
13Prima di morire fà del bene all'amico,
secondo le tue possibilità sii con lui generoso.
14Non privarti di un giorno felice;
non ti sfugga alcuna parte di un buon desiderio.
15Forse non lascerai a un altro le tue sostanze
e le tue fatiche per esser divise fra gli eredi?
16Regala e accetta regali, distrai l'anima tua,
perché negli inferi non c'è gioia da ricercare.
17Ogni corpo invecchia come un abito,
è una legge da sempre: «Certo si muore!».
18Come foglie verdi su un albero frondoso:
le une lascia cadere, altre ne fa spuntare,
lo stesso avviene per le generazioni di carne e di sangue:
le une muoiono, altre ne nascono.
19Ogni opera corruttibile scompare;
chi la compie se ne andrà con essa.

20Beato l'uomo che medita sulla sapienza e ragiona con l'intelligenza,
21che considera nel cuore le sue vie:
ne penetrerà con la mente i segreti.
22La insegue come uno che segue una pista,
si apposta sui suoi sentieri.
23Egli spia alle sue finestre e starà ad ascoltare alla sua porta.
24Fa sosta vicino alla sua casa
e fisserà un chiodo nelle sue pareti;
25alzerà la propria tenda presso di essa
e si riparerà in un rifugio di benessere;
26metterà i propri figli sotto la sua protezione
e sotto i suoi rami soggiornerà;
27da essa sarà protetto contro il caldo,
egli abiterà all'ombra della sua gloria.

1Beato l’uomo che non ha peccato con la sua bocca
e non è tormentato dal rimorso dei peccati.
2Beato chi non ha nulla da rimproverarsi
e chi non ha perduto la sua speranza.
3A un uomo gretto non va bene la ricchezza,
a che cosa servono gli averi a un uomo avaro?

4Chi accumula a forza di privazioni, accumula per altri;
con i suoi beni faranno festa gli estranei.
5Chi è cattivo con se stesso con chi sarà buono?
Certo non godrà delle sue ricchezze.
6Nessuno è peggiore di chi danneggia se stesso,
e questa è la ricompensa della sua malizia:
7anche se fa il bene, lo fa per distrazione,
e alla fine sarà manifesta la sua malizia.
8È malvagio l’uomo dall’occhio invidioso,
volge lo sguardo altrove e disprezza la vita altrui.
9L’occhio dell’avaro non si accontenta della sua parte,
una malvagia ingiustizia gli inaridisce l’anima.
10Un occhio cattivo è invidioso anche del pane
ed è proprio questo che manca sulla sua tavola.

11Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene
e presenta al Signore le offerte dovute.
12Ricòrdati che la morte non tarderà
e il decreto degli inferi non ti è stato rivelato.
13Prima di morire fa’ del bene all’amico,
secondo le tue possibilità sii generoso con lui.
14Non privarti di un giorno felice,
non ti sfugga nulla di un legittimo desiderio.
15Non lascerai forse a un altro i frutti del tuo lavoro,
e le tue fatiche per essere divise fra gli eredi?
16Regala e accetta regali, e divèrtiti,
perché negli inferi non si ricerca l’allegria.
17Ogni corpo invecchia come un abito,
è una legge da sempre: «Devi morire!».
18Come foglie verdi su un albero frondoso,
alcune cadono e altre germogliano,
così sono le generazioni umane:
una muore e un’altra nasce.
19Ogni opera corruttibile scompare
e chi la compie se ne andrà con essa.

20Beato l’uomo che si dedica alla sapienza
e riflette con la sua intelligenza,
21che medita nel cuore le sue vie
e con la mente ne penetra i segreti.
22La insegue come un cacciatore,
si apposta sui suoi sentieri.
23Egli spia alle sue finestre
e sta ad ascoltare alla sua porta.
24Sosta vicino alla sua casa
e fissa il picchetto nelle sue pareti,
25alza la propria tenda presso di lei
e si ripara in un rifugio di benessere,
26mette i propri figli sotto la sua protezione
e sotto i suoi rami soggiorna;
27da lei è protetto contro il caldo,
e nella sua gloria egli abita.

[c. 15]
[<< 15]
[<< 15]

1Non desiderare una moltitudine di figli buoni a nulla,
non gioire per figli empi.
2Se aumentano di numero non gioire,
se sono privi del timore del Signore.
3Non confidare su una loro vita lunga
e non fondarti sul loro numero,
poiché è preferibile uno a mille
e morir senza figli che averne degli empi.
4La città potrà ripopolarsi per opera di un solo assennato,
mentre la stirpe degli iniqui sarà distrutta.
5Il mio occhio ha visto molte simili cose;
il mio orecchio ne ha sentite ancora più gravi.
6Nell'assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l'ira.
7Dio non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
8Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
9Non ebbe pietà di nazioni di perdizione,
che si erano esaltate per i loro peccati.
10Così trattò i seicentomila uomini
che sono periti per l'ostinazione del loro cuore.
11Ci fosse un solo uomo di dura cervice,
sarebbe strano se restasse impunito,
12poiché misericordia e ira sono in Dio,
potente quando perdona e quando riversa l'ira.
13Tanto grande la sua misericordia,
quanto grande la sua severità;
egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.
14Non sfuggirà il peccatore con la sua rapina,
ma neppure la pazienza del pio sarà delusa.
15Egli farà posto a tutta la sua generosità;
ciascuno sarà trattato secondo le sue opere.

16Non dire: «Mi terrò celato al Signore!
Chi penserà a me lassù?
17Non sarò riconosciuto fra un popolo numeroso,
chi sarò io in mezzo a una creazione senza numero?».
18Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l'abisso e la terra sussultano quando egli appare.
19Anche i monti e le fondamenta della terra
si scuotono di spavento quando egli li guarda.
20Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi ci bada?
21Anche la bufera che nessuno contempla,
e la maggior parte delle sue opere, sono nel mistero.
22«Chi a Dio annunzierà le opere di giustizia?
Ovvero chi le attende? L'alleanza infatti è lontana».
23Tali cose pensa chi ha il cuore perverso;
lo stolto, appunto errando, pensa sciocchezze.

24Ascoltami, figlio, e impara la scienza;
e sii attento nel tuo cuore alle mie parole.
25Manifesterò con esattezza la mia dottrina;
con cura annunzierò la scienza.
26Nella creazione del Signore le sue opere sono fin dal principio,
e dalla loro origine ne separò le parti.
27Egli ordinò per l'eternità le sue opere,
ne stabilì l'attività per le generazioni future.
Non hanno fame si stancano,
eppure non interrompono il loro lavoro.
28Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno ad un suo comando.
29Dopo ciò il Signore riguardò sulla terra
e la riempì dei suoi doni.
30Ne ricoprì la superficie con ogni genere di viventi
e ad essa faranno ritorno.

1Non desiderare molti figli buoni a nulla,
non rallegrarti dei figli che sono empi.
2Siano pur molti, non gioire
se sono privi del timore del Signore.
3Non contare sulla loro giovane età
e non confidare nel loro numero,
perché tu gemerai per un dolore prematuro
e d’improvviso conoscerai la loro fine;
poiché è preferibile uno a mille
e morire senza figli che averne di empi.
4La città sarà ripopolata per opera di un solo saggio,
mentre la stirpe degli iniqui verrà distrutta.

5Il mio occhio ha visto molte cose simili,
il mio orecchio ne ha sentite anche di più gravi.
6Nell’assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l’ira.
7Egli non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
8Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
9Non ebbe pietà di un popolo maledetto,
che fu scacciato per i suoi peccati.
Tutto questo egli fece a nazioni dal cuore duro
e per il numero dei suoi santi non fu consolato.
10Così trattò i seicentomila fanti
che avevano congiurato per la durezza del loro cuore.
Flagellando, avendo pietà, percuotendo, guarendo,
il Signore ha custodito nella pietà e nell’istruzione.

11Ci fosse anche un solo uomo di dura cervice,
sarebbe inaudito se restasse impunito,
poiché in lui c’è misericordia e ira,
potente quando perdona e quando riversa la sua ira.
12Tanto grande è la sua misericordia, quanto grande il suo rimprovero;
egli giudicherà l’uomo secondo le sue opere.
13Non sfuggirà il peccatore con la sua preda,
né la pazienza del giusto sarà delusa.
14Egli riconoscerà ogni atto di misericordia,
ciascuno riceverà secondo le sue opere.
15Il Signore ha indurito il faraone perché non lo riconoscesse,
perché fossero note le sue opere sotto il cielo.
16A tutta la creazione la sua misericordia è manifesta,
ha dispensato la luce e le tenebre agli uomini.

17Non dire: «Mi nasconderò al Signore!
Lassù chi si ricorderà di me?
Fra tanta gente non sarò riconosciuto,
chi sarò io in mezzo a una creazione immensa?».
18Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l’abisso e la terra sussultano quando egli appare.
Tutto l’universo è stato creato ed esiste per la sua volontà.
19Anche i monti e le fondamenta della terra
tremano di spavento quando egli li scruta.
20Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi presta attenzione?
21Come un uragano che l’uomo non vede,
così molte sue opere sono nascoste.
22«Chi annuncerà le sue opere di giustizia?
O chi aspetterà? L’alleanza infatti è ancora lontana,
e il rendiconto di tutto sarà solo alla fine».
23Queste cose pensa chi ha il cuore meschino;
lo stolto, che si lascia ingannare, pensa sciocchezze.

24Ascoltami, figlio, e impara la scienza,
e nel tuo cuore tieni conto delle mie parole.
25Manifesterò con ponderazione la dottrina,
con cura annuncerò la scienza.

26Quando il Signore da principio creò le sue opere,
dopo averle fatte ne distinse le parti.
27Ordinò per sempre le sue opere
e il loro dominio per le generazioni future.
Non soffrono né fame né stanchezza
e non interrompono il loro lavoro.
28Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno alla sua parola.
29Dopo ciò il Signore guardò alla terra
e la riempì dei suoi beni.
30Ne coprì la superficie con ogni specie di viventi
e questi ad essa faranno ritorno.

[c. 17]
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[c. 18]
[<< 18]
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1Un operaio ubriacone non arricchirà;
chi disprezza il poco cadrà presto.
2Vino e donne traviano anche i saggi,
ancor più temerario è chi frequenta prostitute.
3Tarli e vermi lo erediteranno,
il temerario sarà eliminato.

4Chi si fida con troppa facilità è di animo leggero,
chi pecca danneggia se stesso.
5Chi si compiace del male sarà condannato;
6chi odia la loquacità sfugge al male.
7Non riferire mai una diceria
e non ne avrai alcun danno;
8non parlarne all'amico al nemico,
e se puoi farlo senza colpa, non svelar nulla.
9Altrimenti chi ti ascolta diffiderà di te
e all'occasione ti avrà in odio.
10Hai udito una parola? Muoia con te!
Stà sicuro, non ti farà scoppiare.
11Per una parola lo stolto ha i dolori,
come la partoriente per un bambino.
12Una freccia confitta nella carne della coscia:
tale una parola in seno allo stolto.

13Interroga l'amico: forse non ha fatto nulla,
e se qualcosa ha fatto, perché non continui più.
14Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla,
e se qualcosa ha detto, perché non lo ripeta.
15Interroga l'amico, perché spesso si tratta di calunnia;
non credere a ogni parola.
16C'è chi sdrucciola, ma non di proposito;
e chi non ha peccato con la sua lingua?
17Interroga il tuo prossimo, prima di minacciarlo;
fà intervenire la legge dell'Altissimo.

18Tutta la sapienza è timore di Dio
e in ogni sapienza è la pratica della legge.
19Non c'è sapienza nella conoscenza del male;
non è mai prudenza il consiglio dei peccatori.
20V'è un'abilità che è abominevole,
c'è uno stolto cui manca solo la saggezza.
21Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato,
che uno molto intelligente ma trasgressore della legge.
22Esiste un'abilità scaltra, ma ingiusta;
c'è chi intriga per prevalere in giudizio.
23C'è il malvagio curvo nella sua tristezza,
ma il suo intimo è pieno di inganno;
24abbassa il volto e finge di essere sordo,
ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento.
25E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare,
all'occasione propizia farà del male.
26Dall'aspetto si conosce l'uomo;
dal volto si conosce l'uomo di senno.
27Il vestito di un uomo, la bocca sorridente
e la sua andatura rivelano quello che è.

1Un operaio ubriacone non arricchirà,
chi disprezza le piccole cose cadrà a poco a poco.
2Vino e donne fanno deviare anche i saggi,
ancora più temerario è chi frequenta prostitute.
3Putredine e vermi saranno la sua sorte,
chi è temerario sarà eliminato.

4Chi si fida troppo presto, è di animo leggero,
chi pecca, danneggia se stesso.
5Chi si compiace del male, sarà condannato;
chi resiste ai piaceri, corona la propria vita.
6Chi domina la lingua, vivrà senza liti;
chi odia la loquacità, riduce i guai.
7Non ripetere mai la parola udita
e non ne avrai alcun danno.
8Non parlare né riguardo all’amico né riguardo al nemico,
e se puoi farlo senza colpa, non svelare nulla,
9poiché chi ti ascolta si guarderà da te
e all’occasione ti detesterà.
10Hai udito una parola? Muoia con te!
Sta’ sicuro, non ti farà scoppiare.
11Per una parola va in doglie lo stolto,
come la partoriente per un bambino.
12Una freccia conficcata nella coscia:
tale una parola in seno allo stolto.

13Chiedi conto all’amico: forse non ha fatto nulla,
e se ha fatto qualcosa, perché non continui più.
14Chiedi conto al prossimo: forse non ha detto nulla,
e se ha detto qualcosa, perché non lo ripeta.
15Chiedi conto all’amico, perché spesso si tratta di calunnia;
non credere a ogni parola.
16C’è chi scivola, ma non di proposito;
e chi non ha peccato con la sua lingua?
17Chiedi conto al tuo prossimo, prima di minacciarlo;
da’ corso alla legge dell’Altissimo.
18Il timore del Signore è il principio dell’accoglienza,
la sapienza procura l’amore presso di lui.
19La conoscenza dei comandamenti del Signore è educazione alla vita,
chi fa ciò che gli è gradito raccoglie i frutti dell’albero dell’immortalità.

20Ogni sapienza è timore del Signore
e in ogni sapienza c’è la pratica della legge
e la conoscenza della sua onnipotenza.
21Il servo che dice al padrone: «Non farò ciò che ti piace»,
anche se dopo lo fa, irrita colui che gli dà da mangiare.
22Non c’è sapienza nella conoscenza del male,
non è mai prudenza il consiglio dei peccatori.
23C’è un’astuzia che è abominevole,
c’è uno stolto cui manca la saggezza.
24Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato,
che uno molto intelligente ma trasgressore della legge.
25C’è un’astuzia fatta di cavilli, ma ingiusta,
c’è chi intriga per prevalere in tribunale,
ma il saggio è giusto quando giudica.
26C’è il malvagio curvo nella sua tristezza,
ma il suo intimo è pieno d’inganno;
27abbassa il volto e finge di essere sordo,
ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento su di te.
28E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare,
all’occasione propizia farà del male.
29Dall’aspetto si conosce l’uomo
e chi è assennato da come si presenta.
30Il vestito di un uomo, la bocca sorridente
e la sua andatura rivelano quello che è.

[c. 20]
[<< 20]
[<< 20]
1Figlio, hai peccato? Non farlo più
e prega per le colpe passate.
2Come alla vista del serpente fuggi il peccato:
se ti avvicini, ti morderà.
Denti di leone sono i suoi denti,
capaci di distruggere vite umane.
3Ogni trasgressione è come spada a doppio taglio:
non c'è rimedio per la sua ferita.
4Spavento e violenza fanno svanire la ricchezza;
così la casa del superbo sarà devastata.
5La preghiera del povero va dalla sua bocca agli orecchi di Dio,
il giudizio di lui verrà a suo favore.
6Chi odia il rimprovero segue le orme del peccatore,
ma chi teme il Signore si convertirà di cuore.
7Da lontano si riconosce il linguacciuto,
ma l'assennato conosce il suo scivolare.
8Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui
è come chi ammucchia pietre per l'inverno.
9Mucchio di stoppa è una riunione di iniqui;
la loro fine è una fiammata di fuoco.
10La via dei peccatori è appianata e senza pietre;
ma al suo termine c'è il baratro degli inferi.

11Chi osserva la legge domina il suo istinto,
il risultato del timore del Signore è la sapienza.
12Non diventerà educato chi manca di capacità,
ma c'è anche una capacità che aumenta l'amarezza. 13La scienza del saggio cresce come una piena;
il suo consiglio è come una sorgente di vita.
14L'interno dello stolto è come un vaso rotto,
non potrà contenere alcuna scienza.
15Se un assennato ascolta un discorso intelligente,
l'approverà e lo completerà;
se l'ascolta un dissoluto, se ne dispiace
e lo getta via dietro la schiena.
16Il parlare dello stolto è come un fardello nel cammino,
ma sulle labbra dell'intelligente si trova la grazia.
17La parola del prudente è ricercata nell'assemblea;
si rifletterà seriamente sui suoi discorsi.
18Come casa in rovina, così la sapienza per lo stolto;
scienza dell'insensato i discorsi incomprensibili.
19Ceppi ai piedi è la disciplina per l'insensato
e come manette nella sua destra.
20Lo stolto alza la voce mentre ride;
ma l'uomo saggio sorride appena in silenzio.
21Ornamento d'oro è la disciplina per l'assennato;
è come un monile al braccio destro.
22Il piede dello stolto si precipita verso una casa;
l'uomo sperimentato si mostrerà rispettoso.
23Lo stolto spia dalla porta l'interno della casa;
l'uomo educato se ne starà fuori.
24È cattiva educazione d'un uomo origliare alla porta;
l'uomo prudente ne resterebbe confuso.
25Le labbra degli stolti ripetono sciocchezze,
le parole dei prudenti sono pesate sulla bilancia.
26Sulla bocca degli stolti è il loro cuore,
i saggi invece hanno la bocca nel cuore.
27Quando un empio maledice l'avversario, maledice se stesso.
28Il maldicente danneggia se stesso
e sarà detestato dal suo ambiente.

1Figlio, hai peccato? Non farlo più
e chiedi perdono per le tue colpe passate.
2Come davanti a un serpente, fuggi il peccato:
se ti avvicini, ti morderà.
Denti di leone sono i suoi denti,
capaci di distruggere vite umane.
3Ogni trasgressione è spada a doppio taglio,
non c’è guarigione alle sue ferite.
4Spavento e violenza disperdono la ricchezza,
così la casa del superbo sarà devastata.
5La preghiera del povero sale agli orecchi di Dio
e il giudizio di lui sarà a suo favore.
6Chi odia il rimprovero segue le orme del peccatore,
ma chi teme il Signore si converte nel cuore.
7Da lontano si conosce chi è abile nel parlare,
ma l’assennato avverte quando inciampa.
8Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui
è come chi ammucchia pietre per il sepolcro.
9Ammasso di stoppa è una riunione di iniqui,
la loro fine è una fiammata di fuoco.
10La via dei peccatori è ben lastricata,
ma al suo termine c’è il baratro infernale.

11Chi osserva la legge domina il suo istinto,
il timore del Signore conduce alla sapienza.
12Chi non è perspicace non può essere istruito,
ma c’è anche una perspicacia che riempie di amarezza.
13La scienza del saggio cresce come un diluvio
e il suo consiglio è come sorgente di vita.
14L’intimo dello stolto è come un vaso frantumato,
non può contenere alcuna scienza.
15Se un assennato ascolta un discorso intelligente,
lo approva e vi aggiunge dell’altro;
se l’ascolta un dissoluto, se ne dispiace
e lo getta via, dietro le spalle.
16Le spiegazioni dello sciocco sono come un fardello nel cammino,
ma il parlare del saggio reca diletto.
17La parola del prudente è ricercata nell’assemblea,
sui suoi discorsi si riflette seriamente.

18Per lo stolto la sapienza è come casa in rovina,
e la scienza dell’insensato è un insieme di parole astruse.
19Ceppi ai piedi è l’istruzione per l’insensato
e come catene alla sua destra.
20Lo stolto alza la sua voce quando ride,
ma l’uomo saggio sorride appena sommessamente.
21Come ornamento d’oro è l’istruzione per chi ha senno,
è come un monile al braccio destro.
22Il piede dello stolto entra subito in una casa,
ma l’uomo prudente è rispettoso verso gli altri.
23Lo stolto spia dalla porta dentro una casa,
l’uomo educato invece se ne sta fuori.
24È cattiva educazione origliare alla porta,
l’uomo prudente ne resterebbe confuso.
25Le labbra degli stolti raccontano sciocchezze,
ma le parole dei prudenti sono pesate sulla bilancia.
26Il cuore degli stolti sta sulla loro bocca,
mentre bocca dei saggi è il loro cuore.
27Quando un empio maledice l’avversario,
maledice se stesso.
28Chi mormora diffama se stesso
ed è detestato dal suo vicinato.

1Il pigro è simile a una pietra imbrattata,
ognuno fischia in suo disprezzo.
2Il pigro è simile a una palla di sterco,
chi la raccoglie scuote la mano.

3Vergogna per un padre avere un figlio maleducato,
se si tratta di una figlia, è la sua rovina.
4Una figlia prudente sarà un tesoro per il marito,
quella disonorevole un dolore per chi l'ha generata.
5La sfacciata disonora il padre e il marito,
e dall'uno e dall'altro sarà disprezzata.
6Come musica durante il lutto i discorsi fuori tempo,
ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza.

7Incolla cocci chi ammaestra uno stolto,
sveglia un dormiglione dal sonno profondo.
8Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto;
alla fine egli dirà: «Che cosa c'è?».
9Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce;
piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno.
10Piangi meno tristemente per un morto, chè ora riposa,
ma la vita dello stolto è peggiore della morte.
11Il lutto per un morto, sette giorni;
per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.
12Con un insensato non prolungare il discorso,
non frequentare l'insipiente;
13guàrdati da lui, per non avere noie
e per non contaminarti al suo contatto.
Allontànati da lui e troverai pace,
non sarai seccato dalla sua insipienza.
14Che c'è di più pesante del piombo?
E qual è il suo nome, se non «lo stolto»?
15Sabbia, sale, palla di ferro
sono più facili a portare che un insensato.
16Una travatura di legno ben connessa in una casa
non si scompagina in un terremoto,
così un cuore deciso dopo matura riflessione
non verrà meno al momento del pericolo.
17Un cuore basato su sagge riflessioni
è come un intonaco su un muro rifinito.
18Una palizzata posta su un'altura
di fronte al vento non resiste,
così un cuore meschino, basato sulle sue fantasie,
di fronte a qualsiasi timore non resiste.

19Chi punge un occhio lo farà lacrimare;
chi punge un cuore ne scopre il sentimento.
20Chi scaglia pietre contro uccelli li mette in fuga,
chi offende un amico rompe l'amicizia.
21Se hai sguainato la spada contro un amico,
non disperare, può esserci un ritorno.
22Se hai aperto la bocca contro un amico,
non temere, può esserci riconciliazione,
tranne il caso di insulto e di arroganza,
di segreti svelati e di un colpo a tradimento;
in questi casi ogni amico scomparirà.
23Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà
per godere con lui nella sua prosperità.
Nel tempo della tribolazione restagli vicino,
per aver parte alla sua eredità.
24Prima del fuoco vapore e fumo nel camino,
così prima dello spargimento del sangue le ingiurie.
25Non mi vergognerò di proteggere un amico,
non mi nasconderò davanti a lui.
26Se mi succederà il male a causa sua,
chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.

27Chi porrà una guardia sulla mia bocca,
sulle mie labbra un sigillo prudente,
perché io non cada per colpa loro
e la mia lingua non sia la mia rovina?

1Il pigro è simile a una pietra insudiciata,
tutti fischiano in suo disprezzo.
2Il pigro è simile a una palla di sterco,
chi la raccoglie scuote la mano.

3Un figlio maleducato è la vergogna di un padre,
se è una figlia il danno è più grave.
4Una figlia sensata troverà marito,
la svergognata è un dolore per chi l’ha generata.
5La figlia sfacciata disonora il padre e il marito,
dall’uno e dall’altro sarà disprezzata.
6Un discorso inopportuno è come musica in caso di lutto,
ma frusta e correzione sono saggezza in ogni tempo.
7I figli che hanno di che vivere con una vita onesta
fanno dimenticare l’umile origine dei loro genitori.
8I figli che millantano superbia e cattiva educazione
disonorano la nobiltà delle loro famiglie.

9Chi ammaestra uno stolto è come uno che incolla cocci,
che sveglia un dormiglione da un sonno profondo.
10Parlare a uno stolto è parlare a chi ha sonno;
alla fine dirà: «Cosa c’è?».
11Piangi per un morto perché ha perduto la luce,
piangi per uno stolto perché ha perduto il senno.
Piangi meno per un morto perché ora riposa,
ma la vita dello stolto è peggiore della morte.
12Il lutto per un morto dura sette giorni,
per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.
13Con uno stolto non prolungare il discorso,
e non frequentare l’insensato:
nella sua insipienza ti disprezzerà in ogni modo.
Guàrdati da lui, per non avere noie
e per non contaminarti al suo contatto.
Evitalo e troverai pace,
non sarai disgustato dalla sua insipienza.
14Che c’è di più pesante del piombo?
E qual è il suo nome, se non quello di stolto?
15Sabbia, sale e massa di ferro
si portano meglio che un insensato.

16Una travatura di legno ben connessa in una casa
non viene scompaginata per un terremoto,
così un cuore consolidato da matura riflessione
non si scoraggia nel momento critico.
17Un cuore sorretto da sagge riflessioni
è come un bel fregio su parete levigata.
18Ciottoli posti su un’altura
di fronte al vento non resistono,
così un cuore meschino, basato su stolti pensieri,
non regge di fronte a un qualsiasi timore.

19Chi punge un occhio lo fa lacrimare,
chi punge un cuore ne scopre il sentimento.
20Chi scaglia un sasso contro gli uccelli li mette in fuga,
chi offende un amico rompe l’amicizia.
21Se hai sguainato la spada contro un amico,
non disperare: può esserci un ritorno.
22Se hai aperto la bocca contro un amico,
non temere: può esserci riconciliazione,
tranne il caso d’insulto, di arroganza,
di segreti svelati e di un colpo a tradimento;
in questi casi ogni amico scompare.
23Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà,
per godere con lui nella sua prosperità.
Nel tempo della tribolazione restagli vicino,
per avere parte alla sua eredità.
L’apparenza infatti non è sempre da disprezzare
né deve meravigliare che un ricco non abbia senno.
24Prima del fuoco c’è vapore e fumo di fornace,
così prima del sangue ci sono le ingiurie.
25Non mi vergognerò di proteggere un amico,
non mi nasconderò davanti a lui.
26Se mi succederà il male a causa sua,
chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.

27Chi porrà una guardia alla mia bocca,
e alle mie labbra un sigillo guardingo,
perché io non cada per colpa loro
e la mia lingua non sia la mia rovina?

1Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
2Chi applicherà la frusta ai miei pensieri,
al mio cuore la disciplina della sapienza?
Perché non siano risparmiati i miei errori
e i miei peccati non restino impuniti,
3perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca sul mio conto.
4Signore, padre e Dio della mia vita,
non mettermi in balìa di sguardi sfrontati
5e allontana da me la concupiscenza.
6Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me;
a desideri vergognosi non mi abbandonare.

7Figli, ascoltate l'educazione della bocca,
chi l'osserva non si perderà.
8Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
9Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a nominare il nome del Santo.
10Come uno schiavo interrogato di continuo
non sarà senza lividure,
così chi giura e ha sempre in bocca Dio
non sarà esente da peccato.
11Un uomo dai molti giuramenti si riempie di iniquità;
il flagello non si allontanerà dalla sua casa.
Se cade in fallo, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso non sarà giustificato,
la sua casa si riempirà di sventure.

12C'è un modo di parlare che si può paragonare alla morte;
non si trovi nella discendenza di Giacobbe.
Dagli uomini pii tutto ciò sia respinto,
così non si rotoleranno nei peccati.
13La tua bocca non si abitui a volgarità grossolane,
in esse infatti c'è motivo di peccato.
14Ricorda tuo padre e tua madre, quando siedi tra i grandi,
non dimenticarli mai davanti a costoro,
e per abitudine non dire sciocchezze;
potresti desiderare di non essere nato
e maledire il giorno della tua nascita.
15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
16Due specie di colpe moltiplicano i peccati, la terza provoca l'ira:
17una passione ardente come fuoco acceso
non si calmerà finché non sarà consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non smetterà finché non lo divori il fuoco;
per l'uomo impuro ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
18L'uomo infedele al proprio letto
dice fra sé: «Chi mi vede?
Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono;
nessuno mi vede, che devo temere?
Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo».
19Il suo timore riguarda solo gli occhi degli uomini;
non sa che gli occhi del Signore
sono miriadi di volte più luminosi del sole;
essi vedono tutte le azioni degli uomini
e penetrano fin nei luoghi più segreti.
20Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note;
allo stesso modo anche dopo la creazione.
21Quest'uomo sarà punito nelle piazze della città,
sarà preso dove meno se l'aspetta.

22Così della donna che abbandona suo marito,
e gli presenta eredi avuti da un estraneo.
23Prima di tutto ha disobbedito alle leggi dell'Altissimo,
in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio
e ha introdotto in casa figli di un estraneo.
24Costei sarà trascinata davanti all'assemblea
e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli.
25I suoi figli non avranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto.
26Lascerà il suo ricordo in maledizione,
la sua infamia non sarà cancellata.
27I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
nulla più dolce dell'osservare i suoi comandamenti.

1Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
2Chi fustigherà i miei pensieri
e chi insegnerà la sapienza al mio cuore,
perché non siano risparmiati i miei errori
e i loro peccati non restino impuniti,
3perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
e io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca su di me?
Per loro è lontana la speranza della tua misericordia.
4Signore, padre e Dio della mia vita,
non darmi l’arroganza degli occhi
5e allontana da me ogni smodato desiderio.
6Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me,
a desideri vergognosi non mi abbandonare.

7Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca,
chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante.
8Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
9Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a proferire il nome del Santo.
10Infatti, come un servo interrogato accuratamente
non mancherà di prendere lividure,
così chi giura e pronuncia il Nome di continuo
di certo non sarà esente da peccato.
11Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità;
il flagello non si allontana dalla sua casa.
Se sbaglia, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso, non sarà giustificato,
e la sua casa si riempirà di sventure.

12C’è un modo di parlare paragonabile alla morte:
che non si trovi nella discendenza di Giacobbe!
Da tutto questo infatti staranno lontano i pii,
così non si rotoleranno nei peccati.
13Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità,
in esse infatti c’è motivo di peccato.
14Ricorda tuo padre e tua madre
quando siedi tra i grandi,
perché non lo dimentichi davanti a loro
e per abitudine non dica sciocchezze,
e non giunga a desiderare di non essere nato
e maledica il giorno della tua nascita.
15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.

16Due tipi di persone moltiplicano i peccati,
e un terzo provoca l’ira:
una passione ardente come fuoco acceso
non si spegnerà finché non sia consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non desisterà finché il fuoco non lo divori;
17per l’uomo impudico ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
18L’uomo infedele al proprio letto
dice fra sé: «Chi mi vede?
C’è buio intorno a me e le mura mi nascondono;
nessuno mi vede, perché temere?
Dei miei peccati non si ricorderà l’Altissimo».
19Egli teme solo gli occhi degli uomini,
non sa che gli occhi del Signore
sono mille volte più luminosi del sole;
essi vedono tutte le vie degli uomini
e penetrano fin nei luoghi più segreti.
20Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note,
allo stesso modo anche dopo la creazione.
21Quest’uomo sarà condannato nelle piazze della città,
sarà sorpreso dove meno se l’aspetta.

22Così anche la donna che tradisce suo marito
e gli porta un erede avuto da un altro.
23Prima di tutto ha disobbedito alla legge dell’Altissimo,
in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio
e ha portato in casa figli di un estraneo.
24Costei sarà trascinata davanti all’assemblea
e si procederà a un’inchiesta sui suoi figli.
25I suoi figli non metteranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto.
26Lascerà il suo ricordo come una maledizione,
la sua infamia non sarà cancellata.
27I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
nulla è più dolce dell’osservare i suoi comandamenti.
28Grande gloria è seguire Dio,
essere a lui graditi è lunga vita.

1La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
2Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
3«Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
4Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
8Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
10Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
11Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
13Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
14Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
15Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
16Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
17Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
18Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
19Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
20Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
21Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà».

22Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
23Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
24fa traboccare l'intelligenza come l'Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
25espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
26Il primo non ne esaurisce la conoscenza
l'ultimo la può pienamente indagare.
27Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
28Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
29Ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
30Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
31Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
32Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.

1La sapienza fa il proprio elogio,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
2Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria:
3«Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo
e come nube ho ricoperto la terra.
4Io ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5Ho percorso da sola il giro del cielo,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo,
qualcuno nel cui territorio potessi risiedere.
8Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda
e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi eredità in Israele”.
9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato,
per tutta l’eternità non verrò meno.
10Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
11Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità.
13Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell’Ermon.
14Sono cresciuta come una palma in Engàddi
e come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura
e come un platano mi sono elevata.
15Come cinnamòmo e balsamo di aromi,
come mirra scelta ho sparso profumo,
come gàlbano, ònice e storace,
come nuvola d’incenso nella tenda.
16Come un terebinto io ho esteso i miei rami
e i miei rami sono piacevoli e belli.
17Io come vite ho prodotto splendidi germogli
e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza.
18Io sono la madre del bell’amore e del timore,
della conoscenza e della santa speranza;
eterna, sono donata a tutti i miei figli,
a coloro che sono scelti da lui.
19Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei frutti,
20perché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi vale più del favo di miele.
21Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me avranno ancora sete.
22Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà».

23Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo,
la legge che Mosè ci ha prescritto,
eredità per le assemblee di Giacobbe.
24Non cessate di rafforzarvi nel Signore,
aderite a lui perché vi dia vigore.
Il Signore onnipotente è l’unico Dio
e non c’è altro salvatore al di fuori di lui.
25Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione delle primizie,
26effonde intelligenza come l’Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura,
27come luce irradia la dottrina,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
28Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza
e così l’ultimo non l’ha mai pienamente indagata.
29Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio è più profondo del grande abisso.

30Io, come un canale che esce da un fiume
e come un acquedotto che entra in un giardino,
31ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume
e il mio fiume è diventato un mare.
32Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora,
la farò brillare molto lontano.
33Riverserò ancora l’insegnamento come profezia,
lo lascerò alle generazioni future.
34Vedete che non ho faticato solo per me,
ma per tutti quelli che la cercano.

1Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella,
di fronte al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini,
moglie e marito che vivono in piena armonia.
2Tre tipi di persone io detesto,
la loro vita è per me un grande orrore:
un povero superbo, un ricco bugiardo,
un vecchio adultero privo di senno.

3Nella giovinezza non hai raccolto;
come potresti procurarti qualcosa nella vecchiaia?
4Come s'addice il giudicare ai capelli bianchi,
e agli anziani intendersi di consigli!
5Come s'addice la sapienza ai vecchi,
il discernimento e il consiglio alle persone eminenti!
6Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice,
loro vanto il timore del Signore.

7Nove situazioni io ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con le parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
colui che non pecca con la sua lingua,
chi non deve servire a uno indegno di lui; 9fortunato chi ha trovato la prudenza,
chi si rivolge a orecchi attenti;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore.
11Il timore del Signore è più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà esser paragonato?

12Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore;
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
13qualunque sventura, ma non la sventura
causata dagli avversari;
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
14Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c'è ira peggiore dell'ira di un nemico.
15Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
16La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto,
ne rende il volto tetro come quello di un orso.
17Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e ascoltandoli geme amaramente.
18Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
19Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
20Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
21Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
22Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
23mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale colei che non rende felice il proprio marito.
24Dalla donna ha avuto inizio il peccato,
per causa sua tutti moriamo.
25Non dare all'acqua un'uscita
libertà di parlare a una donna malvagia.
26Se non cammina al cenno della tua mano,
toglila dalla tua presenza.

1Di tre cose si compiace l’anima mia,
ed esse sono gradite al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini,
moglie e marito che vivono in piena armonia.
2Tre tipi di persone detesta l’anima mia,
la loro vita è per me un grande orrore:
il povero superbo, il ricco bugiardo,
il vecchio adultero privo di senno.

3Se non hai raccolto in gioventù,
che cosa vuoi trovare nella vecchiaia?
4Quanto s’addice il giudicare ai capelli bianchi
e agli anziani il saper dare consigli!
5Quanto s’addice la sapienza agli anziani,
il discernimento e il consiglio alle persone onorate!
6Corona dei vecchi è un’esperienza molteplice,
loro vanto è temere il Signore.

7Nove situazioni ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
chi non ara con il bue e l’asino insieme,
chi non ha peccato con la sua lingua,
chi non ha servito a uno indegno di lui;
9felice chi ha trovato la prudenza,
chi parla a gente che l’ascolta;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore!
11Il timore del Signore vale più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà essere paragonato?
12Il timore del Signore è inizio di amore per lui,
la fede è inizio di adesione a lui.

13Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore,
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
14qualunque sventura, ma non quella causata da persone che odiano,
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
15Non c’è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c’è ira peggiore dell’ira di una donna.
16Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
17La malvagità di una donna ne àltera l’aspetto,
rende il suo volto tetro come quello di un orso.
18Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e senza volerlo geme amaramente.
19Ogni malizia è nulla di fronte alla malizia di una donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
20Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
21Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
22Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
23Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale è colei che non rende felice il proprio marito.
24Dalla donna ha inizio il peccato
e per causa sua tutti moriamo.
25Non dare all’acqua via d’uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
26Se non cammina al cenno della tua mano,
separala dalla tua carne.

1Beato il marito di una donna virtuosa;
il numero dei suoi giorni sarà doppio.
2Una brava moglie è la gioia del marito,
questi trascorrerà gli anni in pace.
3Una donna virtuosa è una buona sorte,
viene assegnata a chi teme il Signore.
4Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce,
in ogni tempo il suo volto appare sereno.
5Tre cose teme il mio cuore,
per la quarta sono spaventato:
una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo
e una falsa accusa: tutto questo è peggiore della morte;
6ma crepacuore e lutto è una donna gelosa di un'altra
e il flagello della sua lingua si lega con tutti.
7Giogo di buoi sconnesso è una donna malvagia,
colui che la domina è come chi acchiappa uno scorpione.
8Gran motivo di sdegno una donna ubriaca,
non riuscirà a nascondere la vergogna.
9La scostumatezza di una donna è nell'eccitazione degli sguardi,
si riconosce dalle sue occhiate.
10Fà buona guardia a una figlia libertina,
perché non ne approfitti, se trova indulgenza.
11Guàrdati dal seguire un occhio impudente,
non meravigliarti se ti spinge verso il male.
12Come un viandante assetato apre la bocca
e beve qualsiasi acqua a lui vicina,
così essa siede davanti a ogni palo
e apre a qualsiasi freccia la faretra.
13La grazia di una donna allieta il marito,
la sua scienza gli rinvigorisce le ossa.
14È un dono del Signore una donna silenziosa,
non c'è compenso per una donna educata.
15Grazia su grazia è una donna pudica,
non si può valutare il peso di un'anima modesta.
16Il sole risplende sulle montagne del Signore,
la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa.
17Lampada che arde sul candelabro santo,
così la bellezza del volto su giusta statura.
18Colonne d'oro su base d'argento,
tali sono gambe graziose su solidi piedi.

19Due cose mi serrano il cuore, la terza mi provoca all'ira:
un guerriero che languisca nella miseria,
uomini saggi trattati con disprezzo,
chi passa dalla giustizia al peccato;
il Signore lo tiene pronto per la spada.

20A stento un commerciante sarà esente da colpe,
un rivenditore non sarà immune dal peccato.

1Fortunato il marito di una brava moglie,
il numero dei suoi giorni sarà doppio.
2Una donna valorosa è la gioia del marito,
egli passerà in pace i suoi anni.
3Una brava moglie è davvero una fortuna,
viene assegnata a chi teme il Signore.
4Ricco o povero, il suo cuore è contento,
in ogni circostanza il suo volto è gioioso.

5Di tre cose il mio cuore ha paura,
e per la quarta sono spaventato:
una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo
e una falsa accusa, sono cose peggiori della morte;
6ma crepacuore e lutto è una donna gelosa di un’altra,
il flagello della sua lingua fa presa su tutti.
7Giogo di buoi sconnesso è una cattiva moglie,
chi la prende è come chi afferra uno scorpione.
8Motivo di grande sdegno è una donna che si ubriaca,
non riuscirà a nascondere la sua vergogna.
9Una donna sensuale ha lo sguardo eccitato,
la si riconosce dalle sue occhiate.
10Fa’ buona guardia a una figlia sfrenata,
perché non ne approfitti, se trova indulgenza.
11Guàrdati dalla donna che ha lo sguardo impudente,
non meravigliarti se poi ti fa del male.
12Come un viandante assetato apre la bocca
e beve qualsiasi acqua a lui vicina,
così ella siede davanti a ogni palo
e apre a qualsiasi freccia la faretra.

13La grazia di una donna allieta il marito,
il suo senno gli rinvigorisce le ossa.
14È un dono del Signore una donna silenziosa,
non c’è prezzo per una donna educata.
15Grazia su grazia è una donna pudica,
non si può valutare il pregio di una donna riservata.
16Il sole risplende nel più alto dei cieli,
la bellezza di una brava moglie nell’ornamento della casa.
17Lampada che brilla sul sacro candelabro,
così è la bellezza di un volto su una robusta statura.
18Colonne d’oro su base d’argento
sono gambe graziose su solidi piedi.

19Figlio, conserva sano il fiore dell’età
e non affidare la tua forza a donne straniere.
20Cerca nella pianura un campo fertile
per gettarvi il tuo seme, attendendo la progenie.
21Così i frutti che lascerai,
fieri della loro nobiltà, prospereranno.
22La donna pagata vale uno sputo,
se è sposata, è torre di morte per quanti la usano.
23La moglie empia l’avrà in sorte il peccatore,
quella pia sarà data a chi teme il Signore.
24La donna impudica cerca sempre il disonore,
una figlia pudica è riservata anche con il marito.
25La donna sfrontata viene stimata come un cane,
quella che ha pudore teme il Signore.
26La donna che onora il marito a tutti appare saggia,
quella orgogliosa che lo umilia sarà empia per tutti.
Felice il marito di una brava moglie,
il numero dei suoi giorni sarà raddoppiato.
27La donna che grida ed è chiacchierona
è come tromba di guerra che suona la carica.
L’uomo che si trova in simili condizioni
passa la vita tra rumori di guerra.

28Due cose rattristano il mio cuore,
e una terza mi provoca collera:
un guerriero che languisce nella miseria,
uomini saggi trattati con disprezzo
e chi passa dalla giustizia al peccato:
il Signore lo tiene pronto per la spada.

29È difficile che il commerciante sia esente da colpe
e il rivenditore sia indenne da peccato.

1Per amor del denaro molti peccano,
chi cerca di arricchire procede senza scrupoli.
2Fra le giunture delle pietre si conficca un piuolo,
tra la compra e la vendita si insinua il peccato.
3Se uno non si aggrappa in fretta al timor del Signore,
la sua casa andrà presto in rovina.

4Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti;
così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti.
5La fornace prova gli oggetti del vasaio,
la prova dell'uomo si ha nella sua conversazione.
6Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela il sentimento dell'uomo.
7Non lodare un uomo prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

8Se cerchi la giustizia, la raggiungerai
e te ne rivestirai come di un manto di gloria.
9Gli uccelli sostano presso i loro simili,
la lealtà ritorna a quelli che la praticano.
10Il leone sta in agguato della preda,
così il peccato di coloro che praticano l'ingiustizia.
11Nel discorso del pio c'è sempre saggezza,
lo stolto muta come la luna.
12Tra gli insensati bada al tempo, tra i saggi fèrmati a lungo.
13Il discorso degli stolti è un orrore,
il loro riso fra i bagordi del peccato.
14Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli,
e le loro questioni fan turare gli orecchi.
15Uno spargimento di sangue è la rissa dei superbi,
le loro invettive sono un ascolto penoso.

16Chi svela i segreti perde la fiducia
e non trova più un amico per il suo cuore.
17Ama l'amico e sii a lui fedele,
ma se hai svelato i suoi segreti, non seguirlo più,
18perché come chi ha perduto un defunto,
così tu hai perduto l'amicizia del tuo prossimo.
19Come un uccello, che ti sei fatto scappare di mano,
così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.
20Non seguirlo, perché ormai è lontano;
è fuggito come una gazzella dal laccio.
21Poiché una ferita si può fasciarla
e un'ingiuria si può riparare,
ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.

22Chi ammicca con l'occhio trama il male,
e nessuno potrà distoglierlo.
23Davanti a te il suo parlare è tutto dolce,
ammira i tuoi discorsi,
ma alle tue spalle cambierà il suo parlare
e porrà inciampo alle tue parole.
24Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui,
anche il Signore lo ha in odio.
25Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa,
e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra.
26Chi scava una fossa vi cadrà dentro,
chi tende un laccio vi resterà preso.
27Il male si riverserà su chi lo fa,
egli non saprà neppure da dove gli venga.
28Derisione e insulto per il superbo,
la vendetta, come un leone, lo attende al varco.
29Saran presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii,
il dolore li consumerà prima della loro morte.

30Anche il rancore e l'ira sono un abominio,
il peccatore li possiede.

1Per amore del denaro molti peccano,
chi cerca di arricchire volta lo sguardo.
2Fra le giunture delle pietre si conficca un piolo,
tra la compera e la vendita s’insinua il peccato.
3Se non ti afferri con forza al timore del Signore,
la tua casa andrà presto in rovina.

4Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
5I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
6Il frutto dimostra come è coltivato l’albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
7Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

8Se cerchi la giustizia, la raggiungerai
e te ne rivestirai come di un manto di gloria.
9Gli uccelli sostano presso i loro simili,
la verità ritorna a quelli che fanno cose giuste.
10Il leone insidia la preda,
così il peccato coloro che fanno cose ingiuste.
11Nel discorso del pio c’è sempre saggezza,
ma lo stolto muta come la luna.
12Tra gli insensati non perdere tempo,
tra i saggi invece férmati a lungo.
13Il parlare degli stolti è un orrore,
essi ridono tra i bagordi del peccato.
14Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli,
e i loro litigi fanno turare gli orecchi.
15Spargimento di sangue è la rissa dei superbi,
ed è penoso ascoltare le loro invettive.

16Chi svela i segreti perde l’altrui fiducia
e non trova più un amico per il suo cuore.
17Ama l’amico e sii a lui fedele,
ma se hai svelato i suoi segreti,
non corrergli dietro,
18perché, come chi ha perduto uno che è morto,
così tu hai perduto l’amicizia del tuo prossimo.
19Come un uccello che ti sei fatto scappare di mano,
così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.
20Non inseguirlo, perché ormai è lontano,
è fuggito come una gazzella dal laccio.
21Perché si può fasciare una ferita
e un’ingiuria si può riparare,
ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.

22Chi ammicca con l’occhio trama il male,
ma chi lo conosce si allontana da lui.
23Davanti a te la sua bocca è dolce
e ammira i tuoi discorsi,
ma alle tue spalle cambierà il suo parlare
e porrà inciampo alle tue parole.
24Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui,
anche il Signore lo ha in odio.
25Chi scaglia un sasso in alto, se lo tira sulla testa,
e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra.
26Chi scava una fossa vi cade dentro,
chi tende un laccio vi resta preso.
27Il male si ritorce su chi lo fa,
egli non sa neppure da dove gli venga.
28Derisione e insulto per il superbo,
la vendetta, come un leone, lo attende al varco.
29Sono presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii,
il dolore li consumerà prima della loro morte.

30Rancore e ira sono cose orribili,
e il peccatore le porta dentro.

1Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
2Perdona l'offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
3Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore?
4Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile,
e osa pregare per i suoi peccati?
5Egli, che è soltanto carne, conserva rancore;
chi perdonerà i suoi peccati?
6Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare,
ricòrdati della corruzione e della morte
e resta fedele ai comandamenti.
7Ricòrdati dei comandamenti
e non aver rancore verso il prossimo,
dell'alleanza con l'Altissimo
e non far conto dell'offesa subìta.

8Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato,
perché un uomo passionale attizza una rissa.
9Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde calunnie.
10Secondo la materia del fuoco, esso s'infiamma,
una rissa divampa secondo la sua violenza;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
11Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
12Se soffi su una scintilla, si accende;
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.

13Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua,
perché fa perire molti che vivono in pace.
14Una lingua malèdica ha sconvolto molti,
li ha scacciati di nazione in nazione;
ha demolito forti città e ha rovinato casati potenti.
15Una lingua malèdica ha fatto ripudiare donne eccellenti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
16Chi le presta attenzione non trova pace,
dalla sua dimora scompare la serenità.
17Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
18Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
19Beato chi se ne guarda, chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
20Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene catene di bronzo.
21Spaventosa è la morte che procura,
in confronto è preferibile la tomba.
22Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
23Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
24Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
lega in un sacchetto l'argento e l'oro,
25ma controlla anche le tue parole pesandole
e chiudi con porte e catenaccio la bocca.
26Stà attento a non sbagliare a causa della lingua,
perché tu non cada davanti a chi ti insidia.

1Chi si vendica subirà la vendetta del Signore,
il quale tiene sempre presenti i suoi peccati.
2Perdona l’offesa al tuo prossimo
e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
3Un uomo che resta in collera verso un altro uomo,
come può chiedere la guarigione al Signore?
4Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile,
come può supplicare per i propri peccati?
5Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore,
chi espierà per i suoi peccati?
6Ricòrdati della fine e smetti di odiare,
della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti.
7Ricorda i precetti e non odiare il prossimo,
l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui.

8Astieniti dalle risse e diminuirai i peccati,
perché l’uomo passionale attizza la lite.
9Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde la calunnia.
10Il fuoco divampa in proporzione dell’esca,
così la lite s’accresce con l’ostinazione;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
11Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
12Se soffi su una scintilla, divampa,
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.

13Maledici il calunniatore e l’uomo che è bugiardo,
perché hanno rovinato molti che stavano in pace.
14Le dicerie di una terza persona hanno sconvolto molti,
li hanno scacciati di nazione in nazione;
hanno demolito città fortificate
e rovinato casati potenti.
15Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
16Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace,
non vivrà tranquillo nella sua dimora.
17Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
18Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
19Beato chi è al riparo da essa,
chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
20Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene sono catene di bronzo.
21Spaventosa è la morte che la lingua procura,
al confronto è preferibile il regno dei morti.
22Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
23Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi mai.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
24aEcco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
25be sulla tua bocca fa’ porta e catenaccio.
24bMetti sotto chiave l’argento e l’oro,
25ama per le tue parole fa’ bilancia e peso.
26Sta’ attento a non scivolare a causa della lingua,
per non cadere di fronte a chi ti insidia.

[c. 29]
[<< 29]
[<< 29]

1Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta,
per gioire di lui alla fine.
2Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
3Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico,
mentre davanti agli amici potrà gioire.
4Muore il padre? È come se non morisse,
perché lascia un suo simile dopo di sé.
5Durante la vita egli gioiva nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
6Di fronte ai nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
7Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
8Un cavallo non domato diventa restio,
un figlio lasciato a se stesso diventa sventato.
9Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
10Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare,
che non debba digrignare i denti alla fine.
11Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi difetti.
12Piegagli il collo in gioventù
e battigli le costole finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
13Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai affrontare la sua insolenza.

14Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
15Salute e vigore valgono più di tutto l'oro,
un corpo robusto più di un'immensa fortuna.
16Non c'è ricchezza migliore della salute del corpo
e non c'è contentezza al di sopra della gioia del cuore.
17Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
18Leccornie versate su una bocca chiusa
tali le offerte cibarie poste su una tomba.
19A che serve all'idolo l'offerta di frutti?
Esso non mangia sente il profumo;
così è il perseguitato dal Signore.
20Osserva con gli occhi e sospira,
come un eunuco che abbraccia una vergine e sospira.

21Non abbandonarti alla tristezza,
non tormentarti con i tuoi pensieri.
22La gioia del cuore è vita per l'uomo,
l'allegria di un uomo è lunga vita.
23Distrai la tua anima, consola il tuo cuore,
tieni lontana la malinconia.
La malinconia ha rovinato molti,
da essa non si ricava nulla di buono.
24Gelosia e ira accorciano i giorni,
la preoccupazione anticipa la vecchiaia.
25Un cuore sereno è anche felice davanti ai cibi,
quello che mangia egli gusta.

1Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta per lui,
per gioire di lui alla fine.
2Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
3Chi istruisce il proprio figlio rende geloso il nemico
e davanti agli amici si rallegra.
4Muore il padre? È come se non morisse,
perché dopo di sé lascia uno che gli è simile.
5Durante la vita egli gioisce nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
6Per i nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
7Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
8Un cavallo non domato diventa caparbio,
un figlio lasciato a se stesso diventa testardo.
9Vezzeggia il figlio ed egli ti riserverà delle sorprese,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
10Non ridere con lui per non doverti rattristare,
e non debba alla fine digrignare i denti.
11Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi errori.
12Piegagli il collo quando è giovane,
e battigli i fianchi finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
13Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai sopportare la sua insolenza.

14Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
15Salute e vigore valgono più di tutto l’oro,
un corpo robusto più di un’immensa fortuna.

16Non c’è ricchezza superiore alla salute del corpo
e non c’è felicità più grande della gioia del cuore.
17Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
18Cose buone versate su una bocca chiusa
sono come cibi deposti sopra una tomba.
19A che serve all’idolo l’offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo;
così è per colui che il Signore perséguita.
20Egli guarda con gli occhi e geme,
come un eunuco che abbraccia una vergine e geme:
così è per colui che fa giustizia con violenza.

21Non darti in balìa della tristezza
e non tormentarti con i tuoi pensieri.
22La gioia del cuore è la vita dell’uomo,
l’allegria dell’uomo è lunga vita.
23Distraiti e consola il tuo cuore,
tieni lontana la profonda tristezza,
perché la tristezza ha rovinato molti
e in essa non c’è alcun vantaggio.
24Gelosia e ira accorciano i giorni,
le preoccupazioni anticipano la vecchiaia.
25Un cuore limpido e sereno si accontenta dei cibi
e gusta tutto quello che mangia.

1L'insonnia per la ricchezza logora il corpo,
l'affanno per essa distoglie il sonno.
2L'affanno della veglia tien lontano l'assopirsi,
come una grave malattia bandisce il sonno.
3Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze
e se smette, si ingolfa nei piaceri.
4Un povero fatica nelle privazioni della vita
e se smette, cade nell'indigenza.
5Chi ama l'oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro per esso peccherà.
6Molti sono andati in rovina a causa dell'oro,
il loro disastro era davanti a loro.
7È una trappola per quanti ne sono entusiasti,
ogni insensato vi resta preso.
8Beato il ricco, che si trova senza macchia
e che non corre dietro all'oro.
9Chi è costui? noi lo proclameremo beato:
difatti egli ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
10Chi ha subìto la prova, risultando perfetto?
Sarà un titolo di gloria per lui.
Chi, potendo trasgredire, non ha trasgredito,
e potendo compiere il male, non lo ha fatto?
11Si consolideranno i suoi beni
e l'assemblea celebrerà le sue beneficenze.

12Hai davanti una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: «Che abbondanza qua sopra».
13Ricòrdati che l'occhio cattivo è un male.
Che cosa è stato creato peggiore dell'occhio?
Per questo esso lacrima in ogni circostanza.
14Dove guarda l'ospite, non stendere la mano;
non intingere nel piatto insieme con lui.
15Giudica le esigenze del prossimo dalle tue;
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi;
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a stendere la mano.
19Quanto poco è sufficiente per un uomo educato,
una volta a letto non si sente soffocato.
20Sonno salubre con uno stomaco ben regolato,
al mattino si alza e il suo spirito è libero.
Travaglio di insonnia, coliche e vomiti
accompagnano l'uomo ingordo.
21Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, và a vomitare e sarai sollevato.
22Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le azioni sii moderato
e nessuna malattia ti coglierà.
23Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti,
e vera è la testimonianza della sua munificenza.
24La città mormora di chi è tirchio nei banchetti;
ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.

25Non fare il forte con il vino,
perché ha mandato molti in rovina.
26La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori in una sfida di arroganti.
27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell'anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
29Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
30L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua letizia.
Non dirgli parola di rimprovero
e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.

1L’insonnia del ricco consuma il corpo,
i suoi affanni gli tolgono il sonno.
2Le preoccupazioni dell’insonnia non lasciano dormire,
come una grave malattia bandiscono il sonno.
3Un ricco fatica nell’accumulare ricchezze,
e se riposa è per darsi ai piaceri.
4Un povero fatica nelle privazioni della vita,
ma se si riposa cade in miseria.
5Chi ama l’oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro ne sarà fuorviato.
6Molti sono andati in rovina a causa dell’oro,
e la loro rovina era davanti a loro.
7È una trappola per quanti ne sono infatuati,
e ogni insensato vi resta preso.
8Beato il ricco che si trova senza macchia
e che non corre dietro all’oro.
9Chi è costui? Lo proclameremo beato,
perché ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
10Chi ha subìto questa prova ed è risultato perfetto?
Sarà per lui un titolo di vanto.
Chi poteva trasgredire e non ha trasgredito,
fare il male e non lo ha fatto?
11Per questo si consolideranno i suoi beni
e l’assemblea celebrerà le sue beneficenze.

12Sei seduto davanti a una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: «Che abbondanza qua sopra!».
13Ricòrdati che è un male l’occhio cattivo.
Che cosa è stato creato peggiore dell’occhio?
Per questo esso lacrima davanti a tutti.
14Non tendere la mano dove un altro volge lo sguardo
e non precipitarti sul piatto insieme con lui.
15A partire da te intendi i desideri del tuo prossimo
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo frugale ciò che ti è posto dinanzi,
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a tendere la mano.

19Per un uomo educato il poco è sufficiente;
quando si corica non respira con affanno.
20Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato,
al mattino ci si alza e si è padroni di sé.
Il tormento dell’insonnia e della nausea
e la colica accompagnano l’uomo ingordo.
21Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, va’ a vomitare e ti sentirai sollevato.
22Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le tue opere sii diligente
e nessuna malattia ti coglierà.
23Molti lodano chi è sontuoso nei banchetti,
e la testimonianza della sua munificenza è degna di fede.
24La città mormora di chi è tirchio nel banchetto,
e la testimonianza della sua avarizia è esatta.

25Non fare lo spavaldo con il vino,
perché il vino ha mandato molti in rovina.
26La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori, in una sfida di arroganti.
27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella dove manca il vino?
Fin dall’inizio è stato creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell’anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
29Amarezza dell’anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
30L’ubriachezza accresce l’ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua allegria.
Non dirgli parole di biasimo
e non affliggerlo chiedendogli quanto ti deve.

1Ti hanno fatto capotavola? Non esaltarti;
comportati con gli altri come uno di loro.
Pensa a loro e poi mettiti a tavola;
2quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati
per ricrearti con loro
e ricevere la corona per la tua cortesia.
3Parla, o anziano, ciò ti s'addice,
ma con discrezione e non disturbare la musica.
4Quando ascolti non effonderti in chiacchiere,
non fare fuori luogo il sapiente.
5Sigillo di rubino in un anello d'oro
è un concerto musicale in un banchetto.
6Sigillo di smeraldo in una guarnizione d'oro
è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino.
7Parla, giovinetto, se è necessario,
ma appena un paio di volte, se interrogato.
8Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole;
compòrtati come uno che sa ma che tace.
9Fra i grandi non crederti loro uguale,
se un altro parla, non ciarlare troppo.
10Prima del tuono viene la folgore,
la grazia precede l'uomo modesto.
11All'ora stabilita àlzati e non restare per ultimo,
corri a casa e non indugiare.
12Là divèrtiti e fà quello che desideri,
ma non peccare con un discorso arrogante.
13Per tutto ciò benedici chi ti ha creato,
chi ti colma dei suoi benefici.

14Chi teme il Signore accetterà la correzione,
coloro che lo ricercano troveranno il suo favore.
15Chi indaga la legge ne sarà appagato,
ma l'ipocrita vi troverà motivo di scandalo.
16Quanti temono il Signore troveranno la giustizia,
le loro virtù brilleranno come luci.
17Un uomo peccatore schiva il rimprovero,
trova scuse secondo i suoi capricci.
18Un uomo assennato non trascura l'avvertimento,
quello empio e superbo non prova alcun timore.
19Non far nulla senza riflessione,
alla fine dell'azione non te ne pentirai.
20Non camminare in una via piena d'ostacoli,
per non inciampare contro i sassi.
21Non fidarti di una via senza inciampi,
22e guàrdati anche dai tuoi figli.
23In ogni azione abbi fiducia in te stesso,
poiché anche questo è osservare i comandamenti.
24Chi crede alla legge è attento ai comandamenti,
chi confida nel Signore non resterà deluso.

1Se ti hanno fatto capotavola, non esaltarti.
Compòrtati con gli altri come uno di loro.
Pensa a loro e poi mettiti a tavola;
2quando avrai compiuto il tuo dovere,
accòmodati per far festa con loro
e ricevere complimenti per le tue buone maniere.
3Parla, o anziano, poiché ti si addice,
ma con saggezza, e non disturbare la musica.
4Quando c’è un’esecuzione non effonderti in chiacchiere,
e non fare il sapiente fuori tempo.
5Sigillo di rubino su ornamento d’oro
è un concerto musicale in un banchetto.
6Sigillo di smeraldo in una guarnizione d’oro
è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino.
7Parla, o giovane, se c’è bisogno di te,
non più di due volte se sei interrogato.
8Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole;
compòrtati come uno che sa e che tace a un tempo.
9Fra i grandi non mostrarti presuntuoso,
e dove vi sono anziani, non ciarlare troppo.
10Prima del tuono viene la folgore,
prima dell’uomo modesto viene la grazia.
11All’ora stabilita àlzati e non restare per ultimo,
corri a casa e non indugiare.
12Là divèrtiti e fa’ quello che ti piace,
ma non peccare con parole arroganti.
13Per tutto ciò benedici chi ti ha creato,
chi ti colma dei suoi benefici.

14Chi teme il Signore ne accetta l’istruzione,
chi lo ricerca di buon mattino trova il suo favore.
15Chi scruta la legge viene appagato,
ma l’ipocrita vi trova motivo di scandalo.
16Quelli che temono il Signore sanno giudicare,
i loro giudizi brillano come luce.
17Il peccatore non accetta critiche
e trova scuse a suo piacere.

18Chi è saggio non trascura la riflessione,
l’empio e il superbo non provano alcun timore.
19Non fare nulla senza consiglio,
non ti pentirai di averlo fatto.
20Non camminare in una via piena di ostacoli
e non inciamperai in luoghi pietrosi.
21Non fidarti di una via senza inciampi,
22guàrdati anche dai tuoi figli.
23In tutto ciò che fai abbi fiducia in te stesso,
perché anche questo è osservare i comandamenti.
24Chi crede alla legge è attento ai comandamenti,
chi confida nel Signore non subirà alcun danno.

1Chi teme il Signore non incorre in alcun male,
se subisce tentazioni, ne sarà liberato di nuovo.
2Un uomo saggio non detesta la legge,
ma l'ipocrita a suo riguardo è come una nave nella tempesta.
3L'uomo assennato ha fiducia nella legge,
la legge per lui è degna di fede come un oracolo.
4Prepàrati il discorso, così sarai ascoltato;
concatena il tuo sapere e poi rispondi.
5Ruota di carro il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l'asse che gira.
6Come uno stallone è un amico beffardo,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.

7Perché un giorno è più importante d'un altro?
Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole.
8Essi sono distinti secondo il pensiero del Signore
che ha variato le stagioni e le feste.
9Alcuni giorni li ha nobilitati e santificati,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
10Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
11Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha assegnato loro diversi destini.
12Alcuni li ha benedetti ed esaltati, altri li ha santificati e avvicinati a sé,
altri li ha maledetti e umiliati
e li ha scacciati dalle loro posizioni.
13Come l'argilla nelle mani del vasaio
che la forma a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati,
per retribuirli secondo la sua giustizia.
14Di fronte al male c'è il bene, di fronte alla morte, la vita;
così di fronte al pio il peccatore.
15Considera perciò tutte le opere dell'Altissimo;
due a due, una di fronte all'altra.
16Io mi sono dedicato per ultimo allo studio,
come un racimolatore dietro i vendemmiatori.
17Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
18Badate che non ho faticato solo per me,
ma per quanti ricercano l'istruzione.
19Ascoltatemi, capi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.

20Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
21Finché vivi e c'è respiro in te,
non abbandonarti in potere di nessuno.
22È meglio che i figli ti preghino
che non rivolgerti tu alle loro mani.
23In tutte le azioni sii sempre superiore,
non permettere che si offuschi la tua fama.
24Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.

25Foraggio, bastone e pesi per l'asino;
pane, castigo e lavoro per lo schiavo.
26Fà lavorare il tuo servo, e potrai trovare riposo,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
27Giogo e redini piegano il collo;
per lo schiavo cattivo torture e castighi.
28Fallo lavorare perché non stia in ozio,
poiché l'ozio insegna molte cattiverie.
29Obbligalo al lavoro come gli conviene,
e se non obbedisce, stringi i suoi ceppi.
30Non esagerare con nessuno;
non fare nulla senza giustizia.
31Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
poiché l'hai acquistato con il sangue.
32Se hai uno schiavo, trattalo come fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso,
33Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
per quale strada andrai a ricercarlo?

1Chi teme il Signore non incorre in alcun male,
ma nella prova sarà ancora liberato.
2Un uomo saggio non detesta la legge,
ma chi finge con essa è come nave in tempesta.
3L’uomo assennato ha fiducia nella legge,
per lui è degna di fede come un oracolo.
4Prepara il tuo discorso e così sarai ascoltato,
raccogli il tuo insegnamento e poi rispondi.
5Ruota di carro è il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l’asse che gira.
6Un amico beffardo è come uno stallone,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.

7Perché un giorno è più importante d’un altro,
se tutta la luce dell’anno viene dal sole?
8È perché sono stati distinti nel pensiero del Signore,
che ha diversificato le stagioni e le feste.
9Ha esaltato e santificato alcuni,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
10Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
11Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha diversificato le loro vie.
12Ha benedetto ed esaltato alcuni,
altri ha santificato e avvicinato a sé;
altri ha maledetto e umiliato
e ha rovesciato dalle loro posizioni.
13Come argilla nelle mani del vasaio
che la modella a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati
e li ricompensa secondo il suo giudizio.
14Di fronte al male c’è il bene,
di fronte alla morte c’è la vita;
così di fronte all’uomo pio c’è il peccatore.
15Considera perciò tutte le opere dell’Altissimo:
a due a due, una di fronte all’altra.

16Anch’io, venuto per ultimo, mi sono tenuto desto,
come uno che racimola dietro i vendemmiatori:
17con la benedizione del Signore sono giunto per primo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
18Badate che non ho faticato solo per me,
ma per tutti quelli che ricercano l’istruzione.
19Ascoltatemi, o grandi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.

20Al figlio e alla moglie, al fratello e all’amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
21Finché vivi e in te c’è respiro,
non abbandonarti al potere di nessuno.
22È meglio che i figli chiedano a te,
piuttosto che tu debba volgere lo sguardo alle loro mani.
23In tutte le tue opere mantieni la tua autorità
e non macchiare la tua dignità.
24Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.

25Foraggio, bastone e pesi per l’asino;
pane, disciplina e lavoro per lo schiavo.
26Fa’ lavorare il tuo servo e starai in pace,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
27Giogo e redini piegano il collo,
per lo schiavo malvagio torture e castighi.
28Mettilo a lavorare perché non stia in ozio,
29perché l’ozio insegna molte cose cattive.
30Mettilo all’opera come gli conviene,
e se non obbedisce, stringigli i ceppi.
Ma non esagerare con nessuno
e non fare nulla contro la giustizia.
31Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
perché l’hai acquistato a prezzo di sangue.
Se hai uno schiavo, trattalo come un fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso.
32Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
33in quale strada andrai a ricercarlo?

1Speranze vane e fallaci sono proprie dell'uomo insensato,
i sogni danno le ali agli stolti.
2Come uno che afferra le ombre e insegue il vento,
così chi si appoggia ai sogni.
3Questo dopo quello: tale la visione di sogni,
di fronte a un volto l'immagine di un volto.
4Dall'impuro che cosa potrà uscire di puro?
E dal falso che cosa potrà uscire di vero?
5Oracoli, auspici e sogni sono cose vane,
come vaneggia la mente di una donna in doglie.
6Se non sono inviati dall'Altissimo in una sua visita,
non permettere che se ne occupi la tua mente.
7I sogni hanno indotto molti in errore,
hanno deviato quanti avevano in essi sperato.
8Senza menzogna si deve adempiere la legge,
la sapienza in bocca verace è perfezione.

9Chi ha viaggiato conosce molte cose,
chi ha molta esperienza parlerà con intelligenza.
10Chi non ha avuto delle prove, poco conosce;
chi ha viaggiato ha accresciuto l'accortezza.
11Ho visto molte cose nei miei viaggi;
il mio sapere è più che le mie parole.
12Spesso ho corso pericoli mortali;
ma sono stato salvato grazie alla mia esperienza.
13Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà,
perché la loro speranza è posta in colui che li salva.
14Chi teme il Signore non ha paura di nulla,
e non teme perché egli è la sua speranza.
15Beata l'anima di chi teme il Signore;
a chi si appoggia? Chi è il suo sostegno?
16Gli occhi del Signore sono su coloro che lo amano,
protezione potente e sostegno di forza,
riparo dal vento infuocato e riparo dal sole meridiano,
difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta;
17solleva l'anima e illumina gli occhi,
concede sanità, vita e benedizione.

18Sacrificare il frutto dell'ingiustizia è un'offerta da burla;
i doni dei malvagi non sono graditi.
19L'Altissimo non gradisce le offerte degli empi,
e per la moltitudine delle vittime non perdona i peccati.
20Sacrifica un figlio davanti al proprio padre
chi offre un sacrificio con i beni dei poveri.
21Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri,
toglierlo a loro è commettere un assassinio.
22Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento,
versa sangue chi rifiuta il salario all'operaio.
23Uno edifica, l'altro abbatte: che vantaggio se ne ricava oltre la fatica?
24Uno prega, l'altro maledice:
quale delle due voci ascolterà il Signore?
25Lavarsi dopo aver toccato un morto, poi toccarlo di nuovo:
quale utilità c'è in simile abluzione?
26Così l'uomo che digiuna per i suoi peccati
e poi va e li commette di nuovo.
Chi ascolterà la sua supplica?
Quale utilità c'è nella sua umiliazione?

1Speranze vane e fallaci sono quelle dello stolto,
e i sogni danno le ali a chi è privo di senno.
2Come uno che afferra le ombre e insegue il vento,
così è per chi si appoggia sui sogni.
3Una cosa di fronte all’altra: tale è la visione dei sogni,
di fronte a un volto l’immagine di un volto.
4Dall’impuro che cosa potrà uscire di puro?
E dal falso che cosa potrà uscire di vero?
5Oracoli, presagi e sogni sono cose fatue,
come vaneggia la mente di una donna che ha le doglie.
6Se non sono una visione inviata dall’Altissimo,
non permettere che se ne occupi la tua mente.
7I sogni hanno indotto molti in errore,
e andarono in rovina quelli che vi avevano sperato.
8La legge deve compiersi senza inganno,
e la sapienza è perfetta sulla bocca di chi è fedele.

9Chi ha viaggiato conosce molte cose,
chi ha molta esperienza parla con intelligenza.
10Chi non ha avuto prove, poco conosce;
11chi ha viaggiato ha una grande accortezza.
12Ho visto molte cose nei miei viaggi,
il mio sapere è più che le mie parole.
13Spesso ho corso pericoli mortali,
ma mi sono salvato grazie alla mia esperienza.

14Lo spirito di quelli che temono il Signore vivrà,
15perché la loro speranza è posta in colui che li salva.
16Chi teme il Signore non ha paura di nulla
e non si spaventa perché è lui la sua speranza.
17Beato colui che teme il Signore.
18A chi si appoggia? Chi è il suo sostegno?
19Gli occhi del Signore sono su quelli che lo amano;
egli è protezione potente e sostegno vigoroso,
riparo dal vento infuocato e dal sole meridiano,
difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta.
20Il Signore solleva l’anima e illumina gli occhi,
concede guarigione, vita e benedizione.

21Sacrificare il frutto dell’ingiustizia è un’offerta da scherno
22e i doni dei malvagi non sono graditi.
23L’Altissimo non gradisce le offerte degli empi
né perdona i peccati secondo il numero delle vittime.
24Sacrifica un figlio davanti al proprio padre
chi offre un sacrificio con i beni dei poveri.
25Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri,
colui che glielo toglie è un sanguinario.
26Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento,
27versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio.
28Uno edifica e l’altro abbatte:
che vantaggio ne ricavano, oltre la fatica?
29Uno prega e l’altro maledice:
quale delle due voci ascolterà il Signore?
30Chi si purifica per un morto e lo tocca di nuovo,
quale vantaggio ha nella sua abluzione?
31Così l’uomo che digiuna per i suoi peccati
e poi va e li commette di nuovo:
chi ascolterà la sua supplica?
Quale vantaggio ha nell’essersi umiliato?

1Chi osserva la legge moltiplica le offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio di comunione.
2Chi serba riconoscenza offre fior di farina,
chi pratica l'elemosina fa sacrifici di lode.
3Cosa gradita al Signore è astenersi dalla malvagità,
sacrificio espiatorio è astenersi dall'ingiustizia.
4Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
tutto questo è richiesto dai comandamenti.
5L'offerta del giusto arricchisce l'altare,
il suo profumo sale davanti all'Altissimo.
6Il sacrificio dell'uomo giusto è gradito,
il suo memoriale non sarà dimenticato.
7Glorifica il Signore con animo generoso,
non essere avaro nelle primizie che offri.
8In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
consacra con gioia la decima.
9Dà all'Altissimo in base al dono da lui ricevuto,
dà di buon animo secondo la tua possibilità,
10perché il Signore è uno che ripaga,
e sette volte ti restituirà.

11Non cercare di corromperlo con doni, non accetterà,
non confidare su una vittima ingiusta,
12perché il Signore è giudice
e non v'è presso di lui preferenza di persone.
13Non è parziale con nessuno contro il povero,
anzi ascolta proprio la preghiera dell'oppresso.
14Non trascura la supplica dell'orfano
la vedova, quando si sfoga nel lamento.
15Le lacrime della vedova non scendono forse sulle sue guance
e il suo grido non si alza contro chi gliele fa versare?
16Chi venera Dio sarà accolto con benevolenza,
la sua preghiera giungerà fino alle nubi.
17La preghiera dell'umile penetra le nubi,
finché non sia arrivata, non si contenta;
18non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto,
rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l'equità.
19Il Signore non tarderà
e non si mostrerà indulgente sul loro conto,
20finché non abbia spezzato le reni agli spietati
e si sia vendicato delle nazioni;
21finché non abbia estirpato la moltitudine dei violenti
e frantumato lo scettro degli ingiusti;
22finché non abbia reso a ognuno secondo le sue azioni
e vagliato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni;
23finché non abbia fatto giustizia al suo popolo
e non lo abbia allietato con la sua misericordia.
24Bella è la misericordia al tempo dell'afflizione,
come le nubi apportatrici di pioggia in tempo di siccità.

1Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
2chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
3Chi ricambia un favore offre fior di farina,
4chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode.
5Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,
sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia.
6Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
7perché tutto questo è comandato.
8L’offerta del giusto arricchisce l’altare,
il suo profumo sale davanti all’Altissimo.
9Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito,
il suo ricordo non sarà dimenticato.
10Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
11In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
12Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilità,
13perché il Signore è uno che ripaga
e ti restituirà sette volte tanto.

14Non corromperlo con doni, perché non li accetterà,
15e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perché il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
16Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
17Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
18Le lacrime della vedova non scendono forse sulle sue guance
19e il suo grido non si alza contro chi gliele fa versare?
20Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
21La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
22e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Il Signore certo non tarderà
né si mostrerà paziente verso di loro,
finché non abbia spezzato le reni agli spietati
23e si sia vendicato delle nazioni,
finché non abbia estirpato la moltitudine dei violenti
e frantumato lo scettro degli ingiusti,
24finché non abbia reso a ciascuno secondo il suo modo di agire
e giudicato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni,
25finché non abbia fatto giustizia al suo popolo
e lo abbia allietato con la sua misericordia.
26Splendida è la misericordia nel momento della tribolazione,
come le nubi apportatrici di pioggia nel tempo della siccità.

[c. 36]
[<< 36]
[<< 36]
1Ogni amico dice: «Anch'io ti sono amico»,
ma esiste l'amico che lo è solo di nome.
2Non è forse un dolore mortale
un compagno e un amico trasformatosi in nemico?
3O inclinazione malvagia, da dove sei balzata,
per ricoprire la terra con la tua malizia?
4Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità,
ma al momento della disgrazia gli sarà ostile.
5Il compagno soffre con l'amico per ragioni di stomaco,
ma di fronte al conflitto prenderà lo scudo.
6Non ti dimenticare dell'amico dell'anima tua,
non scordarti di lui nella tua prosperità.

7Ogni consigliere suggerisce consigli,
ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio.
8Guàrdati da un consigliere,
infòrmati quali siano le sue necessità
- egli nel consigliare penserà al suo interesse -
perché non getti la sorte su di te
9e dica: «La tua via è buona»,
poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà.
10Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco,
nascondi la tua intenzione a quanti ti invidiano.
11Non consigliarti con una donna sulla sua rivale,
con un pauroso sulla guerra,
con un mercante sul commercio,
con un compratore sulla vendita,
con un invidioso sulla riconoscenza,
con uno spietato sulla bontà di cuore,
con un pigro su un'iniziativa qualsiasi,
con un mercenario annuale sul raccolto,
con uno schiavo pigro su un gran lavoro;
non dipendere da costoro per nessun consiglio.
12Invece frequenta spesso un uomo pio,
che tu conosci come osservante dei comandamenti
e la cui anima è come la tua anima;
se tu inciampi, saprà compatirti.
13Segui il consiglio del tuo cuore,
perché nessuno ti sarà più fedele di lui.
14La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire
meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.
15Al di sopra di tutto questo prega l'Altissimo
perché guidi la tua condotta secondo verità.

16Principio di ogni opera è la ragione,
prima di ogni azione è bene riflettere.
17Radice dei pensieri è il cuore,
queste quattro parti ne derivano:
18bene e male, vita e morte,
ma su tutto domina sempre la lingua.
19C'è l'uomo esperto maestro di molti,
ma inutile per se stesso.
20C'è chi posa a saggio nei discorsi ed è odioso,
a costui mancherà ogni nutrimento;
21non gli è stato concesso il favore del Signore,
poiché è privo di ogni sapienza.
22C'è chi è saggio solo per se stesso,
i frutti della sua scienza sono sicuri.
23Un uomo saggio istruisce il suo popolo,
dei frutti della sua intelligenza ci si può fidare.
24Un uomo saggio è colmato di benedizioni,
quanti lo vedono lo proclamano beato.
25La vita dell'uomo ha i giorni contati;
ma i giorni di Israele sono senza numero.
26Il saggio otterrà fiducia tra il suo popolo,
il suo nome vivrà per sempre.

27Figlio, nella tua vita prova te stesso,
vedi quanto ti nuoce e non concedertelo.
28Difatti non tutto conviene a tutti
e non tutti approvano ogni cosa.
29Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria,
non ti gettare sulle vivande,
30perchè l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca coliche.
31Molti sono morti per ingordigia,
chi si controlla vivrà a lungo.

1Ogni amico dice: «Anch’io sono amico»,
ma c’è chi è amico solo di nome.
2Non è forse un dolore mortale
un compagno e amico che diventa nemico?
3O inclinazione al male, come ti sei insinuata
per ricoprire la terra di inganni?
4C’è chi si rallegra con l’amico quando tutto va bene,
ma al momento della tribolazione gli è ostile.
5C’è chi si affligge con l’amico per amore del proprio ventre,
ma di fronte alla battaglia prende lo scudo.
6Non dimenticarti dell’amico nell’animo tuo,
non scordarti di lui nella tua prosperità.

7Ogni consigliere esalta il consiglio che dà,
ma c’è chi consiglia a proprio vantaggio.
8Guàrdati da chi vuole darti consiglio
e prima infórmati quali siano le sue necessità:
egli infatti darà consigli a suo vantaggio;
perché non abbia a gettare un laccio su di te
9e ti dica: «La tua via è buona»,
ma poi si tenga in disparte per vedere quel che ti succede.
10Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco
e nascondi le tue intenzioni a quanti ti invidiano.
11Non consigliarti con una donna sulla sua rivale
e con un pauroso sulla guerra,
con un mercante sul commercio
e con un compratore sulla vendita,
con un invidioso sulla riconoscenza
e con uno spietato sulla bontà di cuore,
con un pigro su una iniziativa qualsiasi
e con un salariato sul raccolto,
con uno schiavo pigro su un lavoro importante.
Non dipendere da costoro per nessun consiglio.
12Frequenta invece un uomo giusto,
di cui sai che osserva i comandamenti
e ha un animo simile al tuo,
perché se tu cadi, egli saprà compatirti.
13Attieniti al consiglio del tuo cuore,
perché nessuno ti è più fedele.
14Infatti la coscienza di un uomo talvolta suole avvertire
meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.
15Per tutte queste cose invoca l’Altissimo,
perché guidi la tua via secondo verità.

16Principio di ogni opera è la parola,
prima di ogni azione c’è la riflessione.
17Radice di ogni mutamento è il cuore,
18da cui derivano quattro scelte:
bene e male, vita e morte,
ma su tutto domina sempre la lingua.

19C’è l’esperto che insegna a molti,
ma è inutile a se stesso.
20C’è chi posa a saggio nei discorsi ed è odioso,
e finisce col mancare di ogni cibo;
21il Signore non gli ha concesso alcun favore,
perché è privo di ogni sapienza.
22C’è chi è saggio solo per se stesso
e i frutti della sua intelligenza si notano sul suo corpo.
23Un uomo saggio istruisce il suo popolo,
i frutti della sua intelligenza sono degni di fede.

24Un uomo saggio è colmato di benedizioni,
tutti quelli che lo vedono lo proclamano beato.
25La vita dell’uomo ha i giorni contati,
ma i giorni d’Israele sono senza numero.
26Il saggio ottiene fiducia tra il suo popolo,
e il suo nome vivrà per sempre.

27Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso,
vedi quello che ti nuoce e non concedertelo.
28Difatti non tutto conviene a tutti
e non tutti approvano ogni cosa.
29Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria
e non ti gettare sulle vivande,
30perché l’abuso dei cibi causa malattie
e l’ingordigia provoca le coliche.
31Molti sono morti per ingordigia,
chi invece si controlla vivrà a lungo.

1Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
2Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
3La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
5L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
6Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
7Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
8Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
9Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
11Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12Fà poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
13Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
14Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
15Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.

16Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
17Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
18Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
20Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
21Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
22Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
«Ieri a me e oggi a te».
23Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.

24La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
25Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
30Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
31Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
32Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero abitarvi circolare.
33Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
34Non fanno brillare l'istruzione il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.

1Onora il medico per le sue prestazioni,
perché il Signore ha creato anche lui.
2Dall’Altissimo infatti viene la guarigione,
e anche dal re egli riceve doni.
3La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l’uomo assennato non li disprezza.
5L’acqua non fu resa dolce per mezzo di un legno,
per far conoscere la potenza di lui?
6Ed egli ha dato agli uomini la scienza
perché fosse glorificato nelle sue meraviglie.
7Con esse il medico cura e toglie il dolore,
8con queste il farmacista prepara le misture.
Certo non verranno meno le opere del Signore;
da lui proviene il benessere sulla terra.

9Figlio, non trascurarti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10Allontana l’errore, regola le tue mani,
purifica il cuore da ogni peccato.
11Offri l’incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12Poi ricorri pure al medico, perché il Signore ha creato anche lui:
non stia lontano da te, poiché c’è bisogno di lui.
13Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani;
14anch’essi infatti pregano il Signore
perché conceda loro di dare sollievo
e guarigione per salvare la vita.
15Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.

16Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre profondamente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo le sue volontà
e non trascurare la sua tomba.
17Piangi amaramente e alza il tuo caldo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due per evitare maldicenze,
poi consólati del tuo dolore.
18Infatti dal dolore esce la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19Nella disgrazia resta il dolore,
una vita da povero è maledizione del cuore.
20Non abbandonare il tuo cuore al dolore,
scaccialo ricordando la tua fine.
21Non dimenticare che non c’è ritorno;
a lui non gioverai e farai del male a te stesso.
22Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua:
ieri a me e oggi a te.
23Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo ricordo;
consólati di lui, ora che il suo spirito è partito.

24La sapienza dello scriba sta nel piacere del tempo libero,
chi si dedica poco all’attività pratica diventerà saggio.
25Come potrà divenire saggio chi maneggia l’aratro
e si vanta di brandire un pungolo,
spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26Dedica il suo cuore a tracciare solchi
e non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27Così ogni artigiano e costruttore
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono immagini per sigilli
e con pazienza cercano di variare le figure,
dedicano il cuore a riprodurre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28Così il fabbro che siede vicino all’incudine
ed è intento al lavoro del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore della fornace deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi sul modello di un oggetto,
dedica il suo cuore a finire il lavoro
e sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29Così il vasaio che è seduto al suo lavoro
e con i suoi piedi gira la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro,
si affatica a produrre in gran quantità.
30Con il braccio imprime una forma all’argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
dedica il suo cuore a una verniciatura perfetta
e sta sveglio per pulire la fornace.

31Tutti costoro confidano nelle proprie mani,
e ognuno è abile nel proprio mestiere.
32Senza di loro non si costruisce una città,
nessuno potrebbe soggiornarvi o circolarvi.
Ma essi non sono ricercati per il consiglio del popolo,
33nell’assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice
e non conoscono le disposizioni della legge.
Non fanno brillare né l’istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi,
34ma essi consolidano la costruzione del mondo,
e il mestiere che fanno è la loro preghiera.

Differente è il caso di chi si applica
a meditare la legge dell’Altissimo.

1Differente è il caso di chi si applica
e medita la legge dell'Altissimo.
Egli indaga la sapienza di tutti gli antichi,
si dedica allo studio delle profezie.
2Conserva i detti degli uomini famosi,
penetra le sottigliezze delle parabole,
3indaga il senso recondito dei proverbi
e s'occupa degli enigmi delle parabole.
4Svolge il suo compito fra i grandi,
è presente alle riunioni dei capi,
viaggia fra genti straniere,
investigando il bene e il male in mezzo agli uomini.
5Di buon mattino rivolge il cuore
al Signore, che lo ha creato, prega davanti all'Altissimo,
apre la bocca alla preghiera, implora per i suoi peccati.
6Se questa è la volontà del Signore grande,
egli sarà ricolmato di spirito di intelligenza,
come pioggia effonderà parole di sapienza,
nella preghiera renderà lode al Signore.
7Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza,
mediterà sui misteri di Dio.
8Farà brillare la dottrina del suo insegnamento,
si vanterà della legge dell'alleanza del Signore.
9Molti loderanno la sua intelligenza,
egli non sarà mai dimenticato,
non scomparirà il suo ricordo,
il suo nome vivrà di generazione in generazione.
10I popoli parleranno della sua sapienza,
l'assemblea proclamerà le sue lodi.
11Finché vive, lascerà un nome più noto di mille,
quando muore, avrà gia fatto abbastanza per sé.

12Esporrò ancora le mie riflessioni,
ne sono pieno come la luna a metà mese.
13Ascoltatemi, figli santi, e crescete
come una pianta di rose su un torrente.
14Come incenso spandete un buon profumo,
fate fiorire fiori come il giglio,
spargete profumo e intonate un canto di lode;
benedite il Signore per tutte le opere sue.
15Magnificate il suo nome;
proclamate le sue lodi
con i vostri canti e le vostre cetre;
così direte nella vostra lode:
16«Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore!
Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo!».
Non c'è da dire: «Che è questo? Perché quello?».
Tutte le cose saranno indagate a suo tempo.
17Alla sua parola l'acqua si ferma come un cumulo,
a un suo detto si aprono i serbatoi delle acque.
18A un suo comando si realizza quanto egli vuole;
nessuno può ostacolare il suo aiuto.
19Ogni azione umana è davanti a lui,
non è possibile nascondersi ai suoi occhi.
20Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra,
nulla è straordinario davanti a lui.
21Non c'è da dire: «Che è questo? Perché quello?»
poiché tutte le cose sono state create per un fine.
22La sua benedizione si diffonde come un fiume
e irriga come un'inondazione la terra.
23Così le genti sperimenteranno la sua ira,
come trasformò le acque in deserto salato.
24Le sue vie sono diritte per i santi,
ma per gli empi piene di inciampi.
25I beni per i buoni furon creati sin da principio,
ma anche i mali per i peccatori.
26Le cose di prima necessità per la vita dell'uomo sono:
acqua, fuoco, ferro, sale,
farina di frumento, latte, miele,
succo di uva, olio e vestito.
27Tutte queste cose per i pii sono beni,
ma per i peccatori diventano mali.
28Ci sono venti creati per castigo,
e nella loro furia rafforzano i loro flagelli;
quando verrà la fine, scateneranno violenza,
e placheranno lo sdegno del loro creatore.
29Fuoco, grandine, fame e morte
son tutte cose create per il castigo.
30Denti delle fiere, scorpioni e vipere,
e spade vendicatrici sono per la rovina degli empi.
31Esulteranno al comando divino;
sono pronte sulla terra per tutti i bisogni.
A tempo opportuno non trasgrediranno la parola.
32Per questo ero convinto fin dal principio,
vi ho riflettuto e l'ho messo per iscritto:
33«Tutte le opere del Signore sono buone;
egli provvederà tutto a suo tempo».
34Non c'è da dire: «Questo è peggiore di quello»,
a suo tempo ogni cosa sarà riconosciuta buona.
35Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca
e benedite il nome del Signore.

1Egli ricerca la sapienza di tutti gli antichi
e si dedica allo studio delle profezie.
2Conserva i detti degli uomini famosi
e penetra le sottigliezze delle parabole,
3ricerca il senso recondito dei proverbi
e si occupa degli enigmi delle parabole.
4Svolge il suo compito fra i grandi,
lo si vede tra i capi,
viaggia in terre di popoli stranieri,
sperimentando il bene e il male in mezzo agli uomini.
5Gli sta a cuore alzarsi di buon mattino
per il Signore, che lo ha creato;
davanti all’Altissimo fa la sua supplica,
apre la sua bocca alla preghiera
e implora per i suoi peccati.
6Se il Signore, che è grande, vorrà,
egli sarà ricolmato di spirito d’intelligenza:
come pioggia effonderà le parole della sua sapienza
e nella preghiera renderà lode al Signore.
7Saprà orientare il suo consiglio e la sua scienza
e riflettere sui segreti di Dio.
8Manifesterà la dottrina del suo insegnamento,
si vanterà della legge dell’alleanza del Signore.
9Molti loderanno la sua intelligenza,
egli non sarà mai dimenticato;
non scomparirà il suo ricordo,
il suo nome vivrà di generazione in generazione.
10I popoli parleranno della sua sapienza,
l’assemblea proclamerà la sua lode.
11Se vivrà a lungo, lascerà un nome più famoso di mille altri
e quando morrà, avrà già fatto abbastanza per sé.

12Dopo aver riflettuto, parlerò ancora,
sono pieno come la luna nel plenilunio.
13Ascoltatemi, figli santi, e crescete
come una rosa che germoglia presso un torrente.
14Come incenso spargete buon profumo,
fate sbocciare fiori come il giglio,
alzate la voce e cantate insieme,
benedite il Signore per tutte le sue opere.
15Magnificate il suo nome
e proclamate la sua lode,
con i canti delle labbra e con le cetre,
e nella vostra acclamazione dite così:
16Quanto sono belle tutte le opere del Signore!
Ogni suo ordine si compirà a suo tempo!
17Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?».
Tutto infatti sarà esaminato a suo tempo.
Alla sua parola l’acqua si arresta come una massa,
a un detto della sua bocca si aprono i serbatoi delle acque.
18A un suo comando si realizza quanto egli vuole,
e nessuno potrà sminuire la sua opera di salvezza.
19Le opere di ogni uomo sono davanti a lui,
non è possibile nascondersi ai suoi occhi;
20egli guarda da un’eternità all’altra,
nulla è straordinario davanti a lui.
21Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?».
Tutto infatti è stato creato con uno scopo preciso.

22La sua benedizione si diffonde come un fiume
e come un diluvio inebria la terra.
23Così i popoli erediteranno la sua ira,
come trasformò le acque in deserto salato.
24Le sue vie sono diritte per i santi,
ma per gli empi sono piene d’inciampi.
25Per i buoni i beni furono creati sin da principio,
allo stesso modo i mali per i peccatori.
26Le cose di prima necessità per la vita dell’uomo sono:
acqua, fuoco, ferro, sale,
farina di frumento, latte, miele,
succo di uva, olio e vestito.
27Tutte queste cose sono un bene per i buoni,
allo stesso modo si volgono in male per i peccatori.

28Ci sono venti creati per castigare
e nella loro furia rafforzano i loro flagelli;
quando verrà la fine, scateneranno violenza
e placheranno lo sdegno del loro creatore.
29Fuoco, grandine, fame e morte
sono tutte cose create per il castigo.
30Denti delle fiere, scorpioni, vipere
e spade vendicatrici sono per la rovina degli empi.
31Si rallegrano quando lui li comanda,
stanno pronti sulla terra secondo il bisogno
e al momento opportuno non trasgrediscono la sua parola.

32Di questo ero convinto fin dal principio,
vi ho riflettuto e l’ho messo per iscritto:
33«Le opere del Signore sono tutte buone;
egli provvederà a ogni necessità a suo tempo».
34Non bisogna dire: «Questo è peggiore di quello».
Tutto infatti al tempo giusto sarà riconosciuto buono.
35E ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca,
e benedite il nome del Signore.

1Una sorte penosa è disposta per ogni uomo,
un giogo pesante grava sui figli di Adamo,
dal giorno della loro nascita dal grembo materno
al giorno del loro ritorno alla madre comune.
2Materia alle loro riflessioni e ansietà per il loro cuore
offrono il pensiero di ciò che li attende e il giorno della fine.
3Da chi siede su un trono glorioso
fino al misero che giace sulla terra e sulla cenere;
4da chi indossa porpora e corona
fino a chi è ricoperto di panno grossolano,
non c'è che sdegno, invidia, spavento, agitazione,
paura della morte, contese e liti.
5Durante il riposo nel letto il sogno notturno turba le sue cognizioni.
6Per un poco, un istante, riposa;
quindi nel sonno, come in un giorno di guardia,
è sconvolto dai fantasmi del suo cuore,
come chi è scampato da una battaglia.
7Mentre sta per mettersi in salvo si sveglia,
meravigliandosi dell'irreale timore.
8È sorte di ogni essere vivente, dall'uomo alla bestia,
ma per i peccatori sette volte tanto:
9morte, sangue, contese, spada,
disgrazie, fame, calamità, flagelli.
10Questi mali sono stati creati per i malvagi,
per loro causa si ebbe anche il diluvio.
11Quanto è dalla terra alla terra ritorna;
quanto è dalle acque rifluisce nel mare.

12Ogni regalo per corrompere e l'ingiustizia spariranno,
mentre la lealtà resterà sempre.
13Le ricchezze degli ingiusti si seccheranno come un torrente,
come un grande tuono rimbomba via durante la pioggia.
14Come l'ingiusto aprendo le mani si rallegrerà,
così i trasgressori cadranno in rovina.
15La stirpe degli empi non aumenterà i suoi rami,
le radici impure saranno sopra una pietra dura.
16Il giunco su ogni corso d'acqua e sugli argini di un fiume
sarà tagliato prima di ogni altra erba.
17La bontà è come un giardino di benedizioni,
la misericordia dura sempre.
18La vita di chi basta a se stesso e del lavoratore sarà dolce,
ma più ancora lo sarà per chi trova un tesoro.
19I figli e la fondazione di una città assicurano un
nome,
ma più ancora sarà stimata una donna senza macchia.
20Vino e musica rallegrano il cuore,
ma più ancora lo rallegra l'amore della sapienza.
21Il flauto e l'arpa rendono piacevole il canto,
ma più ancora di essi una voce soave.
22L'occhio desidera grazia e bellezza,
ma più ancora di esse il verde dei campi.
23Il compagno e l'amico si incontrano a tempo opportuno,
ma più ancora di essi moglie e marito.
24I fratelli e un aiuto servono nell'afflizione,
ma più ancora salverà la carità.
25Oro e argento rendono sicuro il piede,
ma ancora di più si apprezza un consiglio.
26Ricchezze e potenza sollevano il cuore,
ma più ancora di esse il timore del Signore.
Con il timore del Signore non manca nulla;
con esso non c'è bisogno di cercare aiuto.
27Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni;
la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria.

28Figlio, non vivere da mendicante.
È meglio morire che mendicare.
29Un uomo che guarda alla tavola altrui
ha una vita che non si può chiamar tale.
Si contaminerà con cibi stranieri;
l'uomo sapiente ed educato se ne guarderà.
30Nella bocca sarà dolce il mendicare per un impudente,
ma nel suo ventre brucerà come fuoco.

1Grandi pene sono destinate a ogni uomo
e un giogo pesante sta sui figli di Adamo,
dal giorno della loro uscita dal grembo materno
fino al giorno del ritorno alla madre di tutti.
2Il pensiero dell’attesa e il giorno della fine
provocano le loro riflessioni e il timore del cuore.
3Da chi siede su un trono glorioso
fino a chi è umiliato su terra e su cenere,
4da chi indossa porpora e corona
fino a chi è ricoperto di panno grossolano,
5non c’è che sdegno, invidia, spavento, agitazione,
paura della morte, contese e liti.
Anche durante il riposo nel letto
il sogno notturno turba i suoi pensieri:
6per un poco, come niente, sta nel riposo
e subito nel sonno si affatica come di giorno,
è sconvolto dalla visione del suo cuore,
come chi è scampato da una battaglia.
7Al momento di mettersi in salvo si sveglia,
meravigliandosi dell’irreale timore.
8Così è per ogni essere vivente, dall’uomo alla bestia,
ma per i peccatori sette volte tanto:
9morte, sangue, contese, spada,
disgrazie, fame, calamità, flagelli.
10Questi mali sono stati creati per gli empi,
per loro causa venne anche il diluvio.
11Tutto quello che proviene dalla terra alla terra ritorna,
quanto viene dalle acque rifluisce nel mare.

12Ogni corruzione e ogni ingiustizia sparirà,
ma la fedeltà resterà per sempre.
13Le ricchezze degli ingiusti si prosciugheranno come un torrente,
si disperderanno come tuono che echeggia durante l’uragano.
14Se gli ingiusti dovranno alzare le mani, ci si rallegrerà,
così i trasgressori cadranno in rovina.
15La stirpe degli empi non moltiplica i suoi rami,
le radici impure sono sopra una pietra dura.
16Il giunco su ogni corso d’acqua o sugli argini di un fiume
viene tagliato prima di ogni altra erba.
17Un atto di bontà è come un giardino di benedizioni,
l’elemosina dura per sempre.

18La vita di chi basta a se stesso e del lavoratore è dolce,
ma più ancora lo è per chi trova un tesoro.
19I figli e la fondazione di una città consolidano un nome,
ma più ancora è apprezzata una donna irreprensibile.
20Vino e musica rallegrano il cuore,
ma più ancora l’amore della sapienza.
21Il flauto e l’arpa rendono piacevole il canto,
ma più ancora una voce soave.
22L’occhio desidera grazia e bellezza,
ma più ancora il verde dei campi.
23Il compagno e l’amico s’incontrano a tempo opportuno,
ma più ancora moglie e marito.
24Fratelli e soccorritori aiutano nella tribolazione,
ma più ancora l’elemosina.
25Oro e argento rendono sicuro il piede,
ma più ancora è stimato un consiglio.
26Ricchezze e potenza sollevano il cuore,
ma più ancora il timore del Signore.
Con il timore del Signore non manca nulla,
con esso non c’è bisogno di cercare un altro aiuto.
27Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni
e protegge più di qualsiasi gloria.
28Figlio, non vivere una vita da mendicante:
è meglio morire piuttosto che mendicare.
29Un uomo che guarda alla tavola altrui
ha una vita che non si può chiamare tale;
si contaminerà con cibi estranei,
l’uomo sapiente ed educato se ne guarderà.
30Il mendicare è dolce nella bocca dello sfrontato,
ma dentro di lui c’è un fuoco che brucia.

[c. 41]
[<< 41]
[<< 41]
1Non ti vergognare delle cose seguenti
e non peccare per rispetto umano:
2della legge dell'Altissimo dell'alleanza,
della sentenza per assolvere l'empio,
3dei conti con il socio e con i compagni di viaggio,
del dono di un'eredità agli amici,
4dell'esattezza della bilancia e dei pesi,
dell'acquisto di molte o poche cose,
5della contrattazione sul prezzo con i commercianti,
della frequente correzione dei figli
e del far sanguinare i fianchi di uno schiavo pigro.
6Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo,
dove ci sono troppe mani usa la chiave.
7Qualunque cosa depositi, contala e pesala;
il dare e l'avere sia tutto per iscritto.
8Non vergognarti di correggere l'insensato e lo stolto
e il vecchio decrepito che disputa con i giovani;
sarai così veramente assennato
e approvato da ogni vivente.

9Una figlia è per il padre un'inquietudine segreta,
la preoccupazione per lei allontana il sonno:
nella sua giovinezza, perché non sfiorisca,
una volta accasata, perché non sia ripudiata.
10Finché è ragazza, si teme che sia sedotta
e che resti incinta nella casa paterna;
quando è con un marito, che cada in colpa,
quando è accasata, che sia sterile.
11Su una figlia indocile rafforza la vigilanza,
perché non ti renda scherno dei nemici,
oggetto di chiacchiere in città e favola della gente,
sì da farti vergognare davanti a tutti.

12Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo,
non segga a ciarlare insieme con le altre donne,
13perché dagli abiti esce fuori la tignola
e dalla donna malizia di donna.
14Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna,
una donna che porta vergogna fino allo scherno.

15Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quanto ho visto.
Con le parole del Signore sono state create le sue opere.
16Il sole con il suo splendore illumina tutto,
della gloria del Signore è piena la sua opera.
17Neppure i santi del Signore sono in grado
di narrare tutte le sue meraviglie,
ciò che il Signore onnipotente ha stabilito
perché l'universo stesse saldo a sua gloria.
18Egli scruta l'abisso e il cuore
e penetra tutti i loro segreti.
L'Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
19annunziando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
20Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
21Ha ordinato le meraviglie della sua sapienza,
poiché egli è da sempre e per sempre.
Nulla può essergli aggiunto e nulla tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
22Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
23Tutte queste cose vivono e resteranno per sempre
in tutte le circostanze e tutte gli obbediscono.
24Tutte sono a coppia, una di fronte all'altra,
egli non ha fatto nulla di incompleto.
25L'una conferma i meriti dell'altra,
chi si sazierà nel contemplare la sua gloria?

1di ripetere quanto hai udito
e di rivelare parole segrete.
Allora saprai veramente che cos’è la vergogna
e incontrerai favore presso ogni uomo.

Delle cose seguenti non ti vergognare
e non peccare per rispetto umano:
2della legge dell’Altissimo e dell’alleanza,
della sentenza che giustifica l’empio,
3dei conti con il socio e con i compagni di viaggio,
di dare agli altri l’eredità che spetta loro,
4dell’esattezza della bilancia e dei pesi,
di fare acquisti, grandi o piccoli che siano,
5della contrattazione sul prezzo dei commercianti,
della frequente correzione dei figli
e di far sanguinare i fianchi di uno schiavo pigro.
6Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo,
dove ci sono troppe mani usa la chiave.
7Qualunque cosa depositi, contala e pesala,
il dare e l’avere sia tutto per iscritto.
8Non vergognarti di correggere l’insensato e lo stolto
e il vecchio molto avanti negli anni accusato di fornicazione;
così sarai veramente assennato
e approvato da ogni vivente.

9Per il padre una figlia è un’inquietudine segreta,
il pensiero di lei allontana il sonno:
nella sua giovinezza, perché non sfiorisca,
una volta accasata, perché non sia ripudiata,
10finché è vergine, perché non sia sedotta
e resti incinta nella casa paterna,
quando è maritata, perché non cada in colpa,
quando è accasata, perché non sia sterile.
11Su una figlia ribelle rafforza la vigilanza,
perché non ti renda scherno dei nemici,
motivo di chiacchiere in città e di rimprovero fra la gente,
così da farti vergognare davanti a tutti.
12Non considerare nessuno solo per la sua bellezza
e non sederti insieme con le donne,
13perché dagli abiti esce fuori la tignola
e dalla donna malizia di donna.
14Meglio la cattiveria di un uomo che la compiacenza di una donna,
una donna impudente è un obbrobrio.

15Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quello che ho visto.
Per le parole del Signore sussistono le sue opere,
e il suo giudizio si compie secondo il suo volere.
16Il sole che risplende vede tutto,
della gloria del Signore sono piene le sue opere.
17Neppure ai santi del Signore è dato
di narrare tutte le sue meraviglie,
che il Signore, l’Onnipotente, ha stabilito
perché l’universo stesse saldo nella sua gloria.
18Egli scruta l’abisso e il cuore,
e penetra tutti i loro segreti.
L’Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
19annunciando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
20Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
21Ha disposto con ordine le meraviglie della sua sapienza,
egli solo è da sempre e per sempre:
nulla gli è aggiunto e nulla gli è tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
22Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
23Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre
per tutte le necessità, e tutte gli obbediscono.
24Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all’altra,
egli non ha fatto nulla d’incompleto.
25L’una conferma i pregi dell’altra:
chi si sazierà di contemplare la sua gloria?

1Orgoglio dei cieli è il limpido firmamento,
spettacolo celeste in una visione di gloria!
2Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama:
«Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!».
3A mezzogiorno dissecca la terra,
e di fronte al suo calore chi può resistere?
4Si soffia nella fornace per ottenere calore,
il sole brucia i monti tre volte tanto;
emettendo vampe di fuoco,
facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi.
5Grande è il Signore che l'ha creato
e con la parola ne affretta il rapido corso.

6Anche la luna sempre puntuale nelle sue fasi
regola i mesi e determina il tempo.
7Dalla luna dipende l'indicazione delle feste,
luminare che decresce fino alla sua scomparsa.
8Da essa il mese prende nome,
mirabilmente crescendo secondo le fasi.
È un'insegna per le milizie nell'alto
splendendo nel firmamento del cielo.

9Bellezza del cielo la gloria degli astri,
ornamento splendente nelle altezze del Signore.
10Si comportano secondo gli ordini del Santo,
non si stancano al loro posto di sentinelle.

11Osserva l'arcobaleno e benedici colui che l'ha fatto,
è bellissimo nel suo splendore.
12Avvolge il cielo con un cerchio di gloria,
l'hanno teso le mani dell'Altissimo.

13Con un comando invia la neve,
fa guizzare i fulmini del suo giudizio.
14Così si aprono i depositi
e le nubi volano via come uccelli.
15Con potenza condensa le nubi,
che si polverizzano in chicchi di grandine.
16aAl suo apparire sussultano i monti;
17ail rumore del suo tuono fa tremare la terra.
16bSecondo il suo volere soffia lo scirocco,
17bcosì anche l'uragano del nord e il turbine di vento.
18Fa scendere la neve come uccelli che si posano,
come cavallette che si posano è la sua discesa;
l'occhio ammira la bellezza del suo candore
e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
19Riversa sulla terra la brina come il sale,
che gelandosi forma come tante punte di spine.
20Soffia la gelida tramontana,
sull'acqua si condensa il ghiaccio;
esso si posa sull'intera massa d'acqua,
che si riveste come di corazza.
21Inaridisce i monti e brucia il deserto;
divora l'erba come un fuoco.
22Il rimedio di tutto, un annuvolamento improvviso,
l'arrivo della rugiada ristora dal caldo.
23Dio con la sua parola ha domato l'abisso
e vi ha piantato isole.
24I naviganti parlano dei pericoli del mare,
a sentirli con i nostri orecchi restiamo stupiti;
25là ci sono anche cose singolari e stupende,
esseri viventi di ogni specie e mostri marini.
26Per lui il messaggero cammina facilmente,
tutto procede secondo la sua parola.
27Potremmo dir molte cose e mai finiremmo;
ma per concludere: «Egli è tutto!».
28Come potremmo avere la forza per lodarlo?
Egli, il Grande, al di sopra di tutte le sue opere.
29Il Signore è terribile e molto grande,
e meravigliosa è la sua potenza.
30Nel glorificare il Signore esaltatelo
quanto potete, perché ancora più alto sarà.
Nell'innalzarlo moltiplicate la vostra forza,
non stancatevi, perché mai finirete.
31Chi lo ha contemplato e lo descriverà?
Chi può magnificarlo come egli è?
32Ci sono molte cose nascoste più grandi di queste;
noi contempliamo solo poche delle sue opere.
33Il Signore infatti ha creato ogni cosa,
ha dato la sapienza ai pii.

1Vanto del cielo è il limpido firmamento,
spettacolo celeste in una visione di gloria.
2Il sole, quando appare nel suo sorgere, proclama:
«Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!».
3A mezzogiorno dissecca la terra
e di fronte al suo calore chi può resistere?
4Si soffia nella fornace nei lavori a caldo,
ma il sole brucia i monti tre volte tanto;
emettendo vampe di fuoco,
facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi.
5Grande è il Signore che lo ha creato
e con le sue parole ne affretta il corso.

6Anche la luna, sempre puntuale nelle sue fasi,
regola i mesi e indica il tempo.
7Viene dalla luna l’indicazione di ogni festa,
fonte di luce che decresce fino a scomparire.
8Da essa il mese prende nome,
mirabilmente crescendo secondo le sue fasi.
È un’insegna per le schiere in alto,
splendendo nel firmamento del cielo.

9Bellezza del cielo è la gloria degli astri,
ornamento che brilla nelle altezze del Signore.
10Stanno agli ordini di colui che è santo, secondo il suo decreto,
non abbandonano le loro postazioni di guardia.

11Osserva l’arcobaleno e benedici colui che lo ha fatto:
quanto è bello nel suo splendore!
12Avvolge il cielo con un cerchio di gloria,
lo hanno teso le mani dell’Altissimo.

13Con il suo comando fa cadere la neve
e fa guizzare i fulmini secondo il suo giudizio:
14per esso si aprono i tesori celesti
e le nubi volano via come uccelli.
15Con la sua potenza egli condensa le nuvole
e si sminuzzano i chicchi di grandine.
17aIl rumore del suo tuono fa tremare la terra,
16e al suo apparire sussultano i monti;
secondo il suo volere soffia lo scirocco,
17bcosì anche l’uragano del settentrione e il turbine dei venti.
Egli sparge la neve come uccelli che discendono,
come locusta che si posa è la sua caduta.
18L’occhio ammira la bellezza del suo candore
e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
19Riversa sulla terra la brina come sale,
che gelandosi forma punte di spine.
20Soffia la gelida tramontana,
sull’acqua si condensa il ghiaccio;
esso si posa sull’intera massa d’acqua,
che si riveste come di corazza.
21Egli divora i monti e brucia il deserto;
come fosse fuoco, inaridisce l’erba.
22Rimedio di tutto è un annuvolamento improvviso,
l’arrivo della rugiada ristora dal caldo.

23Con la sua parola egli ha domato l’abisso
e vi ha piantato le isole.
24I naviganti del mare ne descrivono i pericoli,
a sentirli con i nostri orecchi restiamo stupiti;
25là ci sono opere singolari e stupende,
esseri viventi di ogni specie e mostri marini.
26Per lui il suo messaggero compie un felice cammino,
e per la sua parola tutto sta insieme.

27Potremmo dire molte cose e mai finiremmo,
ma la conclusione del discorso sia: «Egli è il tutto!».
28Come potremmo avere la forza per lodarlo?
Egli infatti, il Grande, è al di sopra di tutte le sue opere.
29Il Signore è terribile e molto grande,
meravigliosa è la sua potenza.
30Nel glorificare il Signore, esaltatelo
quanto più potete, perché non sarà mai abbastanza.
Nell’esaltarlo moltiplicate la vostra forza,
non stancatevi, perché non finirete mai.
31Chi lo ha contemplato e lo descriverà?
Chi può magnificarlo come egli è?
32Vi sono molte cose nascoste più grandi di queste:
noi contempliamo solo una parte delle sue opere.
33Il Signore infatti ha creato ogni cosa
e ha dato la sapienza ai suoi fedeli.

1Facciamo dunque l'elogio degli uomini illustri,
dei nostri antenati per generazione.
2Il Signore ha profuso in essi la gloria,
la sua grandezza è apparsa sin dall'inizio dei secoli.
3Signori nei loro regni, uomini rinomati per la loro potenza;
consiglieri per la loro intelligenza
e annunziatori nelle profezie.
4Capi del popolo con le loro decisioni
e con l'intelligenza della sapienza popolare;
saggi discorsi erano nel loro insegnamento.
5Inventori di melodie musicali
e compositori di canti poetici.
6Uomini ricchi dotati di forza,
vissuti in pace nelle loro dimore.
7Tutti costoro furono onorati dai contemporanei,
furono un vanto ai loro tempi.
8Di loro alcuni lasciarono un nome,
che ancora è ricordato con lode.
9Di altri non sussiste memoria;
svanirono come se non fossero esistiti;
furono come se non fossero mai stati,
loro e i loro figli dopo di essi.
10Invece questi furono uomini virtuosi,
i cui meriti non furono dimenticati.
11Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità, i loro nipoti.
12La loro discendenza resta fedele alle promesse
e i loro figli in grazia dei padri.
13Per sempre ne rimarrà la discendenza
e la loro gloria non sarà offuscata.
14I loro corpi furono sepolti in pace,
ma il loro nome vive per sempre.
15I popoli parlano della loro sapienza,
l'assemblea ne proclama le lodi.

16Enoch piacque al Signore e fu rapito,
esempio istruttivo per tutte le generazioni.

17Noè fu trovato perfetto e giusto,
al tempo dell'ira fu riconciliazione;
per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra,
quando avvenne il diluvio.
18Alleanze eterne furono stabilite con lui,
perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio.

19Abramo fu grande antenato di molti popoli,
nessuno ci fu simile a lui nella gloria.
20Egli custodì la legge dell'Altissimo,
con lui entrò in alleanza.
Stabilì questa alleanza nella propria carne
e nella prova fu trovato fedele.
21Per questo Dio gli promise con giuramento
di benedire i popoli nella sua discendenza,
di moltiplicarlo come la polvere della terra,
di innalzare la sua discendenza come gli astri
e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare,
dal fiume fino all'estremità della terra.

22Anche a Isacco fu fatta la stessa promessa
a causa di Abramo suo padre.
23Dio fece posare sulla testa di Giacobbe
la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza;
lo confermò nelle sue benedizioni,
a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti,
assegnandole alle dodici tribù.

1Facciamo ora l’elogio di uomini illustri,
dei padri nostri nelle loro generazioni.
2Il Signore li ha resi molto gloriosi:
la sua grandezza è da sempre.
3Signori nei loro regni,
uomini rinomati per la loro potenza,
consiglieri per la loro intelligenza
e annunciatori nelle profezie.
4Capi del popolo con le loro decisioni
e con l’intelligenza della sapienza popolare;
saggi discorsi erano nel loro insegnamento.
5Inventori di melodie musicali
e compositori di canti poetici.
6Uomini ricchi, dotati di forza,
che vivevano in pace nelle loro dimore.
7Tutti costoro furono onorati dai loro contemporanei,
furono un vanto ai loro tempi.
8Di loro, alcuni lasciarono un nome,
perché se ne celebrasse la lode.
9Di altri non sussiste memoria,
svanirono come se non fossero esistiti,
furono come se non fossero mai stati,
e così pure i loro figli dopo di loro.
10Questi invece furono uomini di fede,
e le loro opere giuste non sono dimenticate.
11Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità: i loro posteri.
12La loro discendenza resta fedele alle alleanze
e grazie a loro anche i loro figli.
13Per sempre rimarrà la loro discendenza
e la loro gloria non sarà offuscata.
14I loro corpi furono sepolti in pace,
ma il loro nome vive per sempre.
15I popoli parlano della loro sapienza,
l’assemblea ne proclama la lode.

16Enoc piacque al Signore e fu rapito,
esempio di conversione per tutte le generazioni.

17Noè fu trovato perfetto e giusto,
al tempo dell’ira fu segno di riconciliazione;
per mezzo suo un resto sopravvisse sulla terra,
quando ci fu il diluvio.
18Alleanze eterne furono stabilite con lui,
perché con il diluvio non fosse distrutto ogni vivente.

19Abramo fu grande padre di una moltitudine di nazioni,
nessuno fu trovato simile a lui nella gloria.
20Egli custodì la legge dell’Altissimo,
con lui entrò in alleanza.
Stabilì l’alleanza nella propria carne
e nella prova fu trovato degno di fede.
21Per questo Dio gli promise con giuramento
di benedire le nazioni nella sua discendenza,
di moltiplicarlo come la polvere della terra,
di innalzare la sua discendenza come gli astri
e di dar loro un’eredità
da mare a mare
e dal fiume fino all’estremità della terra.

22Anche a Isacco fu fatta la stessa promessa
grazie ad Abramo, suo padre.
23La benedizione di tutti gli uomini e la sua alleanza
Dio fece posare sul capo di Giacobbe;
lo confermò nelle sue benedizioni,
gli diede il paese in eredità:
lo divise in varie parti,
assegnandole alle dodici tribù.

Da lui fece sorgere un uomo mite,
che incontrò favore agli occhi di tutti,

1Da lui fece sorgere un uomo di pietà,
che riscosse una stima universale
e fu amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è benedizione.
2Lo rese glorioso come i santi
e lo rese grande a timore dei nemici.
3Per la sua parola fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò una parte della sua gloria.
4Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine;
lo scelse fra tutti i viventi.
5Gli fece udire la sua voce;
lo introdusse nella nube oscura
e gli diede a faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e di intelligenza,
perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza,
i suoi decreti a Israele.

6Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
7Stabilì con lui un'alleanza perenne
e gli diede il sacerdozio tra il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
8Lo rivestì con tutta la magnificenza,
lo adornò con paramenti maestosi:
calzoni, tunica e manto.
9All'orlo della sua veste pose melagrane,
e numerosi campanelli d'oro all'intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come richiamo per i figli del suo popolo.
10L'ornò con una veste sacra, d'oro,
violetto e porpora, capolavoro di ricamo;
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità,
e con tessuto di lino scarlatto, capolavoro di artista;
11con pietre preziose, incise come sigilli,
su castoni d'oro, capolavoro di intagliatore,
quale memoriale con le parole incise
secondo il numero delle tribù di Israele.
12Sopra il turbante gli pose una corona d'oro
con incisa l'iscrizione sacra,
insegna d'onore, lavoro stupendo,
ornamento delizioso per gli occhi.
13Prima di lui non si erano viste cose simili,
mai un estraneo le ha indossate;
esse sono riservate solo ai suoi figli
e ai suoi discendenti per sempre.
14I suoi sacrifici vengono tutti bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
15Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo.
Costituì un'alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel nome del Signore.
16Il Signore lo scelse tra tutti i viventi
perché gli offrisse sacrifici,
incenso e profumo come memoriale
e perché compisse l'espiazione per il suo popolo.
17Gli affidò i suoi comandamenti,
il potere sulle prescrizioni del diritto,
perché insegnasse a Giacobbe i decreti
e illuminasse Israele nella sua legge.
18Contro di lui insorsero uomini estranei
e furono gelosi di lui nel deserto;
erano gli uomini di Datan e di Abiron
e quelli della banda di Core, furiosi e violenti.
19Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
20E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un patrimonio, gli riservò le primizie dei frutti,
dandogli innanzi tutto pane in abbondanza.
21Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore
che egli ha assegnato ad Aronne e ai suoi discendenti.
22Tuttavia non ha un patrimonio nel paese del popolo,
non c'è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.

23Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella gloria
per il suo zelo nel timore del Signore
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
egli infatti intervenne con generoso coraggio
e placò Dio in favore di Israele.
24Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
25Ci fu anche un'alleanza con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda;
la successione reale dal padre a uno solo dei figli,
la successione di Aronne, a tutta la sua discendenza.
26Vi infonda Dio sapienza nel cuore
per governare il popolo con giustizia,
perché non scompaiano le virtù dei padri
e la loro gloria nelle varie generazioni.

1amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è in benedizione.
2Gli diede gloria pari a quella dei santi
e lo rese grande fra i terrori dei nemici.
3Per le sue parole fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò parte della sua gloria.
4Lo santificò nella fedeltà e nella mitezza,
lo scelse fra tutti gli uomini.
5Gli fece udire la sua voce,
lo fece entrare nella nube oscura
e gli diede faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e d’intelligenza,
perché insegnasse a Giacobbe l’alleanza,
i suoi decreti a Israele.

6Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
7Stabilì con lui un’alleanza perenne
e lo fece sacerdote per il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
8Lo rivestì con il massimo degli onori,
lo coronò con paramenti di potenza:
calzoni, tunica ed efod.
9Lo avvolse con melagrane
e numerosi campanelli d’oro all’intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come memoriale per i figli del suo popolo.
10Lo avvolse con una veste sacra d’oro,
violetto e porpora, opera di ricamatore,
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità
11e con tessuto di scarlatto filato, opera d’artista,
con pietre preziose, incise come sigilli,
incastonate sull’oro, opera d’intagliatore,
quale memoriale, con le parole incise
secondo il numero delle tribù d’Israele.
12Sopra il turbante gli pose una corona d’oro
con incisa l’iscrizione sacra,
insegna d’onore, lavoro vigoroso,
ornamento delizioso per gli occhi.
13Prima di lui non si erano viste cose tanto belle,
mai uno straniero le ha indossate,
ma soltanto i suoi figli
e i suoi discendenti per sempre.
14I suoi sacrifici vengono interamente bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
15Mosè riempì le sue mani
e lo unse con olio santo.
Ciò divenne un’alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel suo nome.
16Lo scelse fra tutti i viventi
perché offrisse sacrifici al Signore,
incenso e profumo come memoriale,
e perché compisse l’espiazione per il popolo.
17Nei suoi comandamenti
gli diede il potere di pronunciare giudizi,
perché insegnasse a Giacobbe le sue testimonianze
e illuminasse Israele nella sua legge.
18Contro di lui insorsero uomini stranieri
e furono gelosi di lui nel deserto:
erano gli uomini di Datan e di Abiròn
e quelli dell’assemblea di Core, furiosi e violenti.
19Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno,
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
20E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un’eredità:
gli riservò le primizie dei frutti,
gli assicurò anzitutto pane in abbondanza.
21Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore,
che egli ha assegnato a lui e ai suoi discendenti.
22Tuttavia non ha eredità nella terra del popolo,
non c’è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.

23Fineès, figlio di Eleàzaro, fu il terzo nella gloria,
per il suo zelo nel timore del Signore,
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
per la bontà coraggiosa della sua anima;
egli fece espiazione per Israele.
24Per questo con lui fu stabilita un’alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
25Per l’alleanza fatta con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda,
l’eredità del re passa solo di figlio in figlio,
l’eredità di Aronne invece passa a tutta la sua discendenza.
26Vi infonda Dio sapienza nel cuore,
per giudicare il suo popolo con giustizia,
perché non svanisca la loro prosperità
e la loro gloria duri per sempre.

1Valoroso in guerra Giosuè figlio di Nun,
successore di Mosè nell'ufficio profetico;
egli, secondo il significato del suo nome,
fu grande per la salvezza degli eletti di Dio,
compiendo la vendetta contro i nemici insorti,
per assegnare il possesso a Israele.
2Come era glorioso quando alzava le braccia
e brandiva la spada contro le città!
3Chi prima di lui era stato così saldo?
Egli guidava le guerre del Signore.
4Al suo comando non si arrestò forse il sole
e un giorno divenne lungo come due?
5Egli invocò l'Altissimo sovrano,
mentre i nemici lo premevano da ogni parte;
lo esaudì il Signore onnipotente
scagliando chicchi di grandine di grande potenza.
6Egli piombò sul popolo nemico
e nella discesa distrusse gli avversari,
perché le genti conoscessero la sua forza
e che il loro avversario era il Signore.

7Rimase infatti fedele all'Onnipotente
e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa
con Caleb, figlio di Iefunne,
opponendosi all'assemblea,
impedendo che il popolo peccasse
e dominando le maligne mormorazioni.
8Questi due soli si salvarono
fra i seicentomila fanti,
per introdurre Israele nella sua eredità,
nella terra in cui scorrono latte e miele.
9Il Signore concesse a Caleb una forza
che l'assistette sino alla vecchiaia,
perché raggiungesse le alture del paese,
che la sua discendenza potè conservare in eredità,
10sì che tutti gli Israeliti sapessero
che è bene seguire il Signore.

11Quanto ai Giudici, ciascuno con il suo nome,
coloro il cui cuore non commise infedeltà
si allontanarono dal Signore,
sia il loro ricordo in benedizione!
12Le loro ossa rifioriscano dalle tombe
e il loro nome si perpetui sui figli,
poiché essi sono gia glorificati.

13Samuele, amato dal suo Signore,
di cui fu profeta, istituì la monarchia
e consacrò i principi del suo popolo.
14Secondo la legge del Signore governò la comunità
e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe.
15Per la sua fedeltà si dimostrò profeta,
con le parole fu riconosciuto veggente verace.
16Egli invocò il Signore onnipotente,
quando i nemici lo premevano all'intorno,
con l'offerta di un agnello da latte.
17Il Signore tuonò dal cielo;
con grande fragore fece udire la voce,
18sterminò i capi dei nemici
e tutti i principi dei Filistei.
19Prima dell'ora del suo eterno sonno,
così attestò davanti al Signore e al suo Messia:
«Denari e neanche dei sandali,
da alcun vivente ho accettato» e nessuno potè contraddirlo.
20Perfino dopo la sua morte profetizzò,
predicendo al re la sua fine;
anche dal sepolcro levò ancora la voce
per allontanare in una profezia l'iniquità dal popolo.

1Valoroso in guerra fu Giosuè, figlio di Nun,
successore di Mosè nell’ufficio profetico;
secondo il suo nome,
egli fu grande per la salvezza degli eletti di Dio,
compiendo la vendetta contro i nemici insorti,
per assegnare l’eredità a Israele.
2Com’era glorioso quando alzava le sue braccia
e brandiva la spada contro le città!
3Chi prima di lui era stato così saldo?
Egli guidava le guerre del Signore.
4Al suo comando non si arrestò forse il sole
e un giorno divenne lungo come due?
5Egli invocò l’Altissimo, il Sovrano,
mentre i nemici lo premevano da ogni parte;
lo esaudì il Signore grande
con una grandinata di pietre poderose.
6Egli piombò sulla nazione nemica
e nella discesa distrusse gli avversari,
perché le nazioni conoscessero tutte le sue armi
e che la loro guerra era contro il Signore.
Egli infatti marciò dietro al Sovrano
7e nei giorni di Mosè compì un’opera di misericordia:
egli e Caleb, figlio di Iefunnè,
opponendosi all’assemblea,
impedendo che il popolo peccasse
e calmando le maligne mormorazioni.
8Solo loro due furono salvati
fra i seicentomila fanti,
per far entrare il popolo nell’eredità,
nella terra in cui scorrono latte e miele.
9Il Signore concesse a Caleb una forza
che l’assistette sino alla vecchiaia,
perché raggiungesse le alture del paese;
così la sua discendenza possedette l’eredità,
10affinché tutti i figli d’Israele sapessero
che è bene seguire il Signore.

11Ci sono poi i giudici, ciascuno con il suo nome:
di coloro il cui cuore non commise infedeltà
e di quanti non si allontanarono dal Signore,
sia il loro ricordo in benedizione!
12Le loro ossa rifioriscano dalla loro tomba
e il loro nome si rinnovi nei figli,
perché essi sono già glorificati.

13Samuele, amato dal suo Signore,
profeta del Signore, istituì la monarchia
e unse dei prìncipi sul suo popolo.
14Secondo la legge del Signore governò l’assemblea
e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe.
15Per la sua fedeltà si dimostrò profeta
e per le sue parole fu riconosciuto veggente degno di fede.
16Egli invocò il Signore, il Sovrano,
quando i nemici lo premevano all’intorno,
con l’offerta di un agnello da latte.
17Il Signore tuonò dal cielo
e con grande fragore fece udire la sua voce;
18sterminò i capi degli abitanti di Tiro
e tutti i prìncipi dei Filistei.
19Prima dell’ora del suo sonno eterno
attestò davanti al Signore e al suo unto:
«Né denari né sandali
ho preso da alcuno»,
e nessuno poté contraddirlo.
20Ancora dopo che si fu addormentato profetizzò,
predicendo al re la sua fine;
anche dal sepolcro levò la sua voce
per cancellare con una profezia l’iniquità del popolo.

1Dopo di questi sorse Natan,
per profetizzare al tempo di Davide.

2Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico,
così Davide dagli Israeliti.
3Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti,
con gli orsi quasi fossero agnelli.
4Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellata l'ignominia dal popolo,
scagliando con la fionda la pietra,
che abbattè la tracotanza di Golia?
5Poiché aveva invocato il Signore altissimo,
egli concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e riaffermare la potenza del suo popolo.
6Così l'esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nei canti del Signore
e gli offrirono un diadema di gloria.
7Egli infatti sterminò i nemici all'intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
8In ogni sua opera glorificò
il Santo altissimo con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il cuore
e amò colui che l'aveva creato.
9Introdusse musicanti davanti all'altare;
raddolcendo i canti con i loro suoni;
10conferì splendore alle feste,
abbellì le solennità fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo di Dio
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
11Il Signore gli perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un'alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.

12Dopo di lui sorse un figlio saggio,
che, in grazia sua, ebbe un vasto regno.
13Salomone regnò in tempo di pace,
Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno
perché costruisse una casa al suo nome
e preparasse un santuario perenne.
14Come fosti saggio nella giovinezza,
versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume!
15La tua scienza ricoprì la terra,
riempiendola di sentenze difficili.
16Il tuo nome giunse fino alle isole lontane;
fosti amato nella tua pace.
17Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime
e per le tue risposte ti ammirarono i popoli.
18Nel nome del Signore Dio,
che è chiamato Dio di Israele,
accumulasti l'oro quasi fosse stagno,
come il piombo rendesti abbondante l'argento.
19Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne,
e ne fosti dominato nel corpo.
20Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza,
sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli
e sofferenze con la tua follia.
21Il regno fu diviso in due
e in Efraim si instaurò un potere ribelle.
22Ma il Signore non rinnegherà la sua misericordia
e non permetterà che venga meno alcuna delle sue parole.
Non farà perire la posterità del suo eletto
distruggerà la stirpe di colui che lo amò.
Concesse un resto a Giacobbe
e a Davide un germoglio nato dalla sua stirpe.

23Salomone andò a riposare con i suoi padri,
lasciando dopo di sé un discendente,
stoltezza del popolo e privo di senno,
Roboàmo, che si alienò il popolo con i suoi consigli.

24Geroboàmo figlio di Nabàt fece peccare Israele
e aprì a Efraim la via del peccato;
le loro colpe si moltiplicarono assai,
sì da farli esiliare dal proprio paese.
25Essi commisero ogni genere di malvagità
finché non giunse su di loro la vendetta.

1Dopo di lui sorse Natan,
per profetizzare nei giorni di Davide.
2Come dal sacrificio di comunione si preleva il grasso,
così Davide fu scelto tra i figli d’Israele.
3Egli scherzò con leoni come con capretti,
con gli orsi come con agnelli.
4Nella sua giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellato l’ignominia dal popolo,
alzando la mano con la pietra nella fionda
e abbattendo la tracotanza di Golia?
5Egli aveva invocato il Signore, l’Altissimo,
che concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e innalzare la potenza del suo popolo.
6Così lo esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nelle benedizioni del Signore
offrendogli un diadema di gloria.
7Egli infatti sterminò i nemici all’intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
8In ogni sua opera celebrò il Santo,
l’Altissimo, con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il suo cuore
e amò colui che lo aveva creato.
9Introdusse musici davanti all’altare
e con i loro suoni rese dolci le melodie.
Ogni giorno essi eseguono le loro musiche.
10Conferì splendore alle feste,
abbellì i giorni festivi fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo del Signore
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
11Il Signore perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un’alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.

12Dopo di lui sorse un figlio saggio,
che, grazie a lui, abitò in un vasto territorio.
13Salomone regnò nei giorni di pace,
per lui Dio concesse tranquillità all’intorno,
perché costruisse una casa per il suo nome
e preparasse un santuario per sempre.
14Come fosti saggio nella tua giovinezza
e fosti colmo d’intelligenza come un fiume!
15La tua fama ricoprì la terra,
che tu riempisti di sentenze difficili.
16Il tuo nome giunse lontano, fino alle isole,
e fosti amato nella tua pace.
17Per i canti, i proverbi, le sentenze
e per i responsi ti ammirarono i popoli.
18Nel nome del Signore Dio,
che è chiamato Dio d’Israele,
hai accumulato l’oro come stagno,
hai ammassato l’argento come piombo.
19Ma hai steso i tuoi fianchi accanto alle donne
e ne fosti dominato nel tuo corpo.
20Hai macchiato la tua gloria
e hai profanato la tua discendenza,
così da attirare l’ira divina sui tuoi figli
ed essere colpito per la tua stoltezza.
21Perciò fu diviso in due il tuo dominio
e da Èfraim ebbe inizio un regno ribelle.
22Ma il Signore non ha rinnegato la sua misericordia,
non ha lasciato cadere nessuna delle sue parole.
Non ha fatto perire la posterità del suo eletto
e non ha distrutto la stirpe di colui che lo aveva amato.
Egli concesse un resto a Giacobbe
e a Davide un germoglio nato da lui.

23Salomone andò a riposare con i suoi padri
e dopo di sé lasciò un discendente,
stoltezza del popolo e privo di senno,
Roboamo, che si alienò il popolo con le sue decisioni,
e Geroboamo, figlio di Nabat, che indusse Israele a peccare
e aprì a Èfraim la via del peccato.
24Le loro colpe si moltiplicarono
tanto da farli esiliare dal proprio paese.
25Essi commisero ogni genere di malvagità,
finché non giunse su di loro la vendetta.

[c. 48]
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[c. 49]
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[c. 50]
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1Ti glorificherò, Signore mio re,
ti loderò, Dio mio salvatore;
glorificherò il tuo nome,
2perché fosti mio protettore e mio aiuto
e hai liberato il mio corpo dalla perdizione,
dal laccio di una lingua calunniatrice,
dalle labbra che proferiscono menzogne;
di fronte a quanti mi circondavano
sei stato il mio aiuto e mi hai liberato,
3secondo la tua grande misericordia e per il tuo nome,
dai morsi di chi stava per divorarmi,
dalla mano di quanti insidiavano alla mia vita,
dalle molte tribolazioni di cui soffrivo,
4dal soffocamento di una fiamma avvolgente,
e dal fuoco che non avevo acceso,
5dal profondo seno degli inferi,
dalla lingua impura e dalla parola falsa.
6Una calunnia di lingua ingiusta era giunta al re.
La mia anima era vicina alla morte,
la mia vita era alle porte degli inferi.
7Mi assalivano dovunque e nessuno mi aiutava;
mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano.
8Allora mi ricordai delle tue misericordie, Signore,
e delle tue opere che sono da sempre,
perché tu liberi quanti sperano in te,
li salvi dalla mano dei nemici.
9Ed innalzi dalla terra la mia supplica;
pregai per la liberazione dalla morte.
10Esclamai: «Signore, mio padre tu sei
e campione della mia salvezza,
non mi abbandonare nei giorni dell'angoscia,
nel tempo dello sconforto e della desolazione.
Io loderò sempre il tuo nome;
canterò inni a te con riconoscenza».
11La mia supplica fu esaudita;
tu mi salvasti infatti dalla rovina
e mi strappasti da una cattiva situazione.
12Per questo ti ringrazierò e ti loderò,
benedirò il nome del Signore.

13Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare,
ricercai assiduamente la sapienza nella preghiera.
14Davanti al santuario pregando la domandavo,
e sino alla fine la ricercherò.
15Del suo fiorire, come uva vicina a maturare,
il mio cuore si rallegrò.
Il mio piede si incamminò per la via retta;
dalla giovinezza ho seguito le sue orme.
16Chinai un poco l'orecchio per riceverla;
vi trovai un insegnamento abbondante.
17Con essa feci progresso;
renderò gloria a chi mi ha concesso la sapienza.
18Sì, ho deciso di metterla in pratica;
sono stato zelante nel bene, non resterò confuso.
19La mia anima si è allenata in essa;
fui diligente nel praticare la legge.
Ho steso le mani verso l'alto;
ho deplorato che la si ignori.
20A lei rivolsi il mio desiderio,
e la trovai nella purezza.
In essa acquistai senno fin da principio;
per questo non la abbandonerò.
21Le mie viscere si commossero nel ricercarla;
per questo ottenni il suo prezioso acquisto.
22Il Signore mi ha dato in ricompensa una lingua,
con cui lo loderò.
23Avvicinatevi, voi che siete senza istruzione,
prendete dimora nella mia scuola.
24Fino a quando volete rimanerne privi,
mentre la vostra anima ne è tanto assetata?
25Ho aperto la bocca e ho parlato:
«Acquistatela senza denaro.
26Sottoponete il collo al suo giogo,
accogliete l'istruzione.
Essa è vicina e si può trovare.
27Vedete con gli occhi che poco mi faticai,
e vi trovai per me una grande pace.
28Acquistate anche l'istruzione con molto denaro;
con essa otterrete molto oro.
29Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore;
non vogliate vergognarvi di lodarlo.
30Compite la vostra opera prima del tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà».

1Ti loderò, Signore, re,
e ti canterò, Dio, mio salvatore,
loderò il tuo nome,
2perché sei stato mio riparo e mio aiuto,
salvando il mio corpo dalla perdizione,
dal laccio di una lingua calunniatrice,
dalle labbra di quelli che proferiscono menzogna,
e di fronte a quanti mi circondavano
sei stato il mio aiuto 3e mi hai liberato,
secondo la grandezza della tua misericordia e del tuo nome,
dai morsi di chi stava per divorarmi,
dalla mano di quelli che insidiavano la mia vita,
dalle molte tribolazioni di cui soffrivo,
4dal soffocamento di una fiamma avvolgente
e dal fuoco che non avevo acceso,
5dal profondo del seno degl’inferi,
dalla lingua impura e dalla parola falsa
6e dal colpo di una lingua ingiusta.
La mia anima era vicina alla morte,
la mia vita era giù, vicino agl’inferi.
7Mi assalivano da ogni parte e nessuno mi aiutava;
mi rivolsi al soccorso degli uomini, e non c’era.
8Allora mi ricordai della tua misericordia, Signore,
e dei tuoi benefici da sempre,
perché tu liberi quelli che sperano in te
e li salvi dalla mano dei nemici.
9Innalzai dalla terra la mia supplica
e pregai per la liberazione dalla morte.
10Esclamai: «Signore, padre del mio signore,
non mi abbandonare nei giorni della tribolazione,
quando sono senz’aiuto, nel tempo dell’arroganza.
11Io loderò incessantemente il tuo nome,
canterò inni a te con riconoscenza».
La mia supplica fu esaudita:
12tu infatti mi salvasti dalla rovina
e mi strappasti da una cattiva condizione.
Per questo ti loderò e ti canterò,
e benedirò il nome del Signore.

13Quand’ero ancora giovane, prima di andare errando,
ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera.
14Davanti al tempio ho pregato per essa,
e sino alla fine la ricercherò.
15Del suo fiorire, come uva vicina a maturare,
il mio cuore si rallegrò.
Il mio piede s’incamminò per la via retta,
fin da giovane ho seguìto la sua traccia.
16Chinai un poco l’orecchio, l’accolsi
e vi trovai per me un insegnamento abbondante.
17Con essa feci progresso;
onorerò chi mi ha concesso la sapienza.
18Ho deciso infatti di metterla in pratica,
sono stato zelante nel bene e non me ne vergogno.
19La mia anima si è allenata in essa,
sono stato diligente nel praticare la legge.
Ho steso le mie mani verso l’alto
e ho deplorato che venga ignorata.
20A essa ho rivolto la mia anima
e l’ho trovata nella purezza.
In essa ho acquistato senno fin da principio,
per questo non l’abbandonerò.
21Le mie viscere si sono commosse nel ricercarla,
per questo ho fatto un acquisto prezioso.
22Il Signore mi ha dato come mia ricompensa una lingua
e con essa non cesserò di lodarlo.
23Avvicinatevi a me, voi che siete senza istruzione,
prendete dimora nella mia scuola.
24Perché volete privarvi di queste cose,
mentre le vostre anime sono tanto assetate?
25Ho aperto la mia bocca e ho parlato:
«Acquistatela per voi senza denaro.
26Sottoponete il collo al suo giogo
e la vostra anima accolga l’istruzione:
essa è vicina a chi la cerca.
27Con i vostri occhi vedete che ho faticato poco
e ho trovato per me un grande tesoro.
28Acquistate l’istruzione con grande quantità d’argento
e con essa otterrete molto oro.
29L’anima vostra si diletti della misericordia di lui,
non vergognatevi di lodarlo.
30Compite la vostra opera per tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà».

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