3. | Puoi usare l'asterisco per cercare le parole che iniziano con lo spezzone di parola indicato; ad es: mos* cerca tutte le parole che iniziano per "mos"; Esempio |
1. | Puoi cercare una frase mettendo tra virgolette una o più parole: verranno cercate in quell'ordine, indipendentemente dalla punteggiatura. Esempio |
2. | Puoi estrarre più citazioni contemporaneamente, separandole con il punto e virgola se vedi che non ottieni quanto desideri. Esempio |
3. | Puoi usare l'asterisco per cercare le parole che iniziano con lo spezzone di parola indicato; ad es: mos* cerca tutte le parole che iniziano per "mos"; Esempio |
4. | Puoi usare l'asterisco per cercare le parole che iniziano con lo spezzone di parola indicato, e funziona anche dentro alle virgolette: ad es: mos* dis* cerca tutte le frasi di due parole che iniziano rispettivamente per "mos" e per "dis"; Esempio |
5. | Nella casella di ricerca puoi mischiare citazioni e parole e frasi tra virgolette. Esempio |
6. | Puoi usare il segno meno per escludere una citazione o una parola o frase tra virgolette. Esempio |
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9. | Insieme alle parole da cercare prova a usare l'operatore in: (o una sua abbreviazione) seguito da un intervallo di libri, ad es. in: Is-Dn. Esempio |
10. | Insieme alle parole da cercare prova a usare l'operatore in: (o una sua abbreviazione) seguito da una categoria di libri, ad es. in: nt. Esempio |
11. | L'operatore in: (o una sua abbreviazione), che specifica in quali libri cercare, può essere preceduto dal segno meno per escludere quei libri o gruppi di libri, ad es. - in: nt. Esempio |
12. | Puoi usare l'operatore evidenzia: (o una sua abbreviazione) per evidenzare una parola o frase, ad es. cercare Gesù ed evidenziare anche Cristo: Gesù evidenzia: Cristo. Esempio |
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14. | Le ricerche possono essere ampliate a tutte le forme del nome o del verbo aggiungendo opzione:forme (o una sua abbreviazione). Esempio |
15. | Si possono fare ricerche possono essere ampliate a tutte le forme del nome o del verbo usando l'operatore forme: (o una sua abbreviazione) con una frase tra virgolette: Verranno cercate tutte le combinazioni di tutte le forme delle parole tra virgolette. Esempio |
16. | Di una o più parole (e non magari delle altre) si possono cercare anche tutte le forme del nome o del verbo aggiungendo l'operatore forme: (o una sua abbreviazione). Esempio |
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19. | Puoi chiedere di tener conto sia delle maiuscole che delle lettere accentate aggiungendo opzione:maiuscole opzione:accenti (o le relative abbreviazioni). Esempio |
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22. | Normalmente si usa la versione CEI 2008, puoi confrontare con la versione CEI 1974 aggiungendo versione: 2008 versione: 1974. Esempio |
23. | Per i più coraggiosi è disponibile la ricerca mediante espressione regolare, usando l'operatore regolare: (o una sua abbreviazione). Ad es. regolare:gesu|cristo cerca i versetti che contengono gesù o cristo. Per saperne di più sui caratteri che si possono usare nelle espressioni regolari di mariadb e sul loro significato vai a questo link (in inglese). Esempio |
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[vv. 1-4]
5Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come le cortine di Salomone.
6Non state a guardare se sono bruna,
perché il sole mi ha abbronzato.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l’ho custodita.
[vv. 7b-17]
[vv. 1-4]
5Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come i padiglioni di Salma.
6Non state a guardare che sono bruna,
poiché mi ha abbronzato il sole.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l'ho custodita.
7Dimmi, o amore dell'anima mia,
dove vai a pascolare il gregge,
dove lo fai riposare al meriggio,
perché io non sia come vagabonda
dietro i greggi dei tuoi compagni.
[vv. 8b-17]
1Io sono un narciso della pianura di Saron,
un giglio delle valli.
2Come un giglio fra i rovi,
così l’amica mia tra le ragazze.
3Come un melo tra gli alberi del bosco,
così l’amato mio tra i giovani.
Alla sua ombra desiderata mi siedo,
è dolce il suo frutto al mio palato.
4Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore.
5Sostenetemi con focacce d’uva passa,
rinfrancatemi con mele,
perché io sono malata d’amore.
6La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
7Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l’amore,
finché non lo desideri.
8Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
9L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
10Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
11Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
12i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
13Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
14O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole».
[vv. 15b-17]
1Io sono un narciso di Saron,
un giglio delle valli.
2Come un giglio fra i cardi,
così la mia amata tra le fanciulle.
3Come un melo tra gli alberi del bosco,
il mio diletto fra i giovani.
Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
4Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore.
5Sostenetemi con focacce d'uva passa,
rinfrancatemi con pomi,
perché io sono malata d'amore.
6La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
7Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché essa non lo voglia.
8Una voce! Il mio diletto!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
9Somiglia il mio diletto a un capriolo
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia attraverso le inferriate.
10Ora parla il mio diletto e mi dice:
«Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
11Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
12i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
13Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
14O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro».
15Prendeteci le volpi,
le volpi piccoline
che guastano le vigne,
perché le nostre vigne sono in fiore.
16Il mio diletto è per me e io per lui.
Egli pascola il gregge fra i gigli.
17Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
ritorna, o mio diletto,
somigliante alla gazzella
o al cerbiatto,
sopra i monti degli aromi.
1Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l’amore dell’anima mia;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
2Mi alzerò e farò il giro della città
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l’amore dell’anima mia.
L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
3Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città:
«Avete visto l’amore dell’anima mia?».
4Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l’amore dell’anima mia.
Lo strinsi forte e non lo lascerò,
finché non l’abbia condotto nella casa di mia madre,
nella stanza di colei che mi ha concepito.
5Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l’amore,
finché non lo desideri.
[vv. 6b-11]
1Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amato del mio cuore;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
2«Mi alzerò e farò il giro della città;
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l'amato del mio cuore».
L'ho cercato, ma non l'ho trovato.
3Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda:
«Avete visto l'amato del mio cuore?».
4Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l'amato del mio cuore.
Lo strinsi fortemente e non lo lascerò
finché non l'abbia condotto in casa di mia madre,
nella stanza della mia genitrice.
5Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle e per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata
finché essa non lo voglia.
[vv. 6b-11]
[vv. 1-7]
8Vieni dal Libano, o sposa,
vieni dal Libano, vieni!
Scendi dalla vetta dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
9Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, mia sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
10Quanto è soave il tuo amore,
sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo.
11Le tue labbra stillano nettare, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.
12Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, mia sposa,
sorgente chiusa, fontana sigillata.
13I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro e nardo,
14nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo,
con ogni specie di alberi d’incenso,
mirra e àloe,
con tutti gli aromi migliori.
15Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
che sgorgano dal Libano.
16Àlzati, vento del settentrione, vieni,
vieni vento del meridione,
soffia nel mio giardino,
si effondano i suoi aromi.
Venga l’amato mio nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
[vv. 1b-16]
[v. 1]
2Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore.
Un rumore! La voce del mio amato che bussa:
«Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, mio tutto;
perché il mio capo è madido di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
3«Mi sono tolta la veste;
come indossarla di nuovo?
Mi sono lavata i piedi;
come sporcarli di nuovo?».
4L’amato mio ha introdotto la mano nella fessura
e le mie viscere fremettero per lui.
5Mi sono alzata per aprire al mio amato
e le mie mani stillavano mirra;
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
6Ho aperto allora all’amato mio,
ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso.
Io venni meno, per la sua scomparsa;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato,
l’ho chiamato, ma non mi ha risposto.
7Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città;
mi hanno percossa, mi hanno ferita,
mi hanno tolto il mantello
le guardie delle mura.
8Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate l’amato mio
che cosa gli racconterete?
Che sono malata d’amore!
9Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro,
tu che sei bellissima tra le donne?
Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro,
perché così ci scongiuri?
10L’amato mio è bianco e vermiglio,
riconoscibile fra una miriade.
11Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli sono grappoli di palma,
neri come il corvo.
12I suoi occhi sono come colombe
su ruscelli d’acqua;
i suoi denti si bagnano nel latte,
si posano sui bordi.
13Le sue guance sono come aiuole di balsamo
dove crescono piante aromatiche,
le sue labbra sono gigli
che stillano fluida mirra.
14Le sue mani sono anelli d’oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
Il suo ventre è tutto d’avorio,
tempestato di zaffiri.
15Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi d’oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
16Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è l’amato mio, questo l’amico mio,
o figlie di Gerusalemme.
[v. 1]
2Io dormo, ma il mio cuore veglia.
Un rumore! È il mio diletto che bussa:
«Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
3«Mi sono tolta la veste;
come indossarla ancora?
Mi sono lavata i piedi;
come ancora sporcarli?».
4Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio
e un fremito mi ha sconvolta.
5Mi sono alzata per aprire al mio diletto
e le mie mani stillavano mirra,
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
6Ho aperto allora al mio diletto,
ma il mio diletto gia se n'era andato, era scomparso.
Io venni meno, per la sua scomparsa.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato,
l'ho chiamato, ma non m'ha risposto.
[vv. 7b-16]
[vv. 1-3]
4Tu sei bella, amica mia, come la città di Tirsa,
incantevole come Gerusalemme,
terribile come un vessillo di guerra.
5Distogli da me i tuoi occhi,
perché mi sconvolgono.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
6I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
7Come spicchio di melagrana è la tua tempia,
dietro il tuo velo.
8Siano pure sessanta le mogli del re,
ottanta le concubine,
innumerevoli le ragazze!
9Ma unica è la mia colomba, il mio tutto,
unica per sua madre,
la preferita di colei che l’ha generata.
La vedono le giovani e la dicono beata.
Le regine e le concubine la coprono di lodi:
10«Chi è costei che sorge come l’aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come un vessillo di guerra?».
11Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere i germogli della valle
e osservare se la vite metteva gemme
e i melograni erano in fiore.
12Senza che me ne accorgessi, il desiderio mi ha posto
sul cocchio del principe del mio popolo.
[vv. 1b-3]
4Tu sei bella, amica mia, come Tirza,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.
5Distogli da me i tuoi occhi:
il loro sguardo mi turba.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
6I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno.
Tutte procedono appaiate
e nessuna è senza compagna.
7Come spicchio di melagrana la tua gota,
attraverso il tuo velo.
8Sessanta sono le regine,
ottanta le altre spose,
le fanciulle senza numero.
9Ma unica è la mia colomba la mia perfetta,
ella è l'unica di sua madre,
la preferita della sua genitrice.
L'hanno vista le giovani e l'hanno detta beata,
le regine e le altre spose ne hanno intessuto le lodi.
10«Chi è costei che sorge come l'aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?».
11Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere il verdeggiare della valle,
per vedere se la vite metteva germogli,
se fiorivano i melograni.
12Non lo so, ma il mio desiderio mi ha posto
sui carri di Ammi-nadìb.
1Come vorrei che tu fossi mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Incontrandoti per strada ti potrei baciare
senza che altri mi disprezzi.
2Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
tu mi inizieresti all’arte dell’amore.
Ti farei bere vino aromatico
e succo del mio melograno.
3La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
4Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l’amore,
finché non lo desideri.
5Chi sta salendo dal deserto,
appoggiata al suo amato?
Sotto il melo ti ho svegliato;
là dove ti concepì tua madre,
là dove ti concepì colei che ti ha partorito.
6Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come il regno dei morti è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma divina!
7Le grandi acque non possono spegnere l’amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo.
[vv. 8b-14]
1Oh se tu fossi un mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Trovandoti fuori ti potrei baciare
e nessuno potrebbe disprezzarmi.
2Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
m'insegneresti l'arte dell'amore.
Ti farei bere vino aromatico,
del succo del mio melograno.
3La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
4Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché non lo voglia.
[v. 5]
6Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
7Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.
[vv. 8b-14]
[vv. 1-5]
6La sapienza è uno spirito che ama l’uomo,
e tuttavia non lascia impunito il bestemmiatore per i suoi discorsi,
perché Dio è testimone dei suoi sentimenti,
conosce bene i suoi pensieri
e ascolta ogni sua parola.
7Lo spirito del Signore riempie la terra
e, tenendo insieme ogni cosa, ne conosce la voce.
8Per questo non può nascondersi chi pronuncia cose ingiuste,
né lo risparmierà la giustizia vendicatrice.
9Si indagherà infatti sui propositi dell’empio,
il suono delle sue parole giungerà fino al Signore
a condanna delle sue iniquità,
10perché un orecchio geloso ascolta ogni cosa,
perfino il sussurro delle mormorazioni non gli resta segreto.
11Guardatevi dunque da inutili mormorazioni,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto;
una bocca menzognera uccide l’anima.
[vv. 12b-16]
1Amate la giustizia, voi che governate sulla terra,
rettamente pensate del Signore,
cercatelo con cuore semplice.
2Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano,
si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui.
3I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio;
l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti.
4La sapienza non entra in un'anima che opera il male
né abita in un corpo schiavo del peccato.
5Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla finzione,
se ne sta lontano dai discorsi insensati,
è cacciato al sopraggiungere dell'ingiustizia.
6La sapienza è uno spirito amico degli uomini;
ma non lascerà impunito chi insulta con le labbra,
perché Dio è testimone dei suoi sentimenti
e osservatore verace del suo cuore
e ascolta le parole della sua bocca.
7Difatti lo spirito del Signore riempie l'universo
e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce.
8Per questo non gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste,
la giustizia vendicatrice non lo risparmierà.
9Si indagherà infatti sui propositi dell'empio,
il suono delle sue parole giungerà fino al Signore
a condanna delle sue iniquità;
10poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa,
perfino il sussurro delle mormorazioni
non gli resta segreto.
11Guardatevi pertanto da un vano mormorare,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
una bocca menzognera uccide l'anima.
12Non provocate la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
13perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
14Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza;
le creature del mondo sono sane,
in esse non c'è veleno di morte,
né gli inferi regnano sulla terra,
15perché la giustizia è immortale.
[v. 16]
1Dicono fra loro sragionando:
«La nostra vita è breve e triste;
non c’è rimedio quando l’uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti.
2Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati:
è un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore,
3spenta la quale, il corpo diventerà cenere
e lo spirito svanirà come aria sottile.
4Il nostro nome cadrà, con il tempo, nell’oblio
e nessuno ricorderà le nostre opere.
La nostra vita passerà come traccia di nuvola,
si dissolverà come nebbia
messa in fuga dai raggi del sole
e abbattuta dal suo calore.
5Passaggio di un’ombra è infatti la nostra esistenza
e non c’è ritorno quando viene la nostra fine,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
6Venite dunque e godiamo dei beni presenti,
gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza!
7Saziamoci di vino pregiato e di profumi,
non ci sfugga alcun fiore di primavera,
8coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano;
9nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze.
Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere,
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
10Spadroneggiamo sul giusto, che è povero,
non risparmiamo le vedove,
né abbiamo rispetto per la canizie di un vecchio attempato.
11La nostra forza sia legge della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
12Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
13Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
14È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
15perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
16Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
17Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
18Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
19Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
20Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
21Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.
23Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
24Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.
1Dicono fra loro sragionando:
«La nostra vita è breve e triste;
non c'è rimedio, quando l'uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.
2Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati.
È un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
3Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere
e lo spirito si dissiperà come aria leggera.
4Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo
e nessuno si ricorderà delle nostre opere.
La nostra vita passerà come le tracce di una nube,
si disperderà come nebbia
scacciata dai raggi del sole
e disciolta dal calore.
5La nostra esistenza è il passare di un'ombra
e non c'è ritorno alla nostra morte,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
6Su, godiamoci i beni presenti,
facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
7Inebriamoci di vino squisito e di profumi,
non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
8coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;
9nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.
Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
10Spadroneggiamo sul giusto povero,
non risparmiamo le vedove,
nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio.
11La nostra forza sia regola della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
12Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l'educazione da noi ricevuta.
13Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
14È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
15perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
16Moneta falsa siam da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti
e si vanta di aver Dio per padre.
17Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
18Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
19Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
20Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».
21La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
23Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
24Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
1Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento li toccherà.
2Agli occhi degli stolti parve che morissero,
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
3la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
4Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza resta piena d’immortalità.
5In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé;
6li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come l’offerta di un olocausto.
7Nel giorno del loro giudizio risplenderanno,
come scintille nella stoppia correranno qua e là.
8Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
9Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità,
i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui,
perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.
10Ma gli empi riceveranno una pena conforme ai loro pensieri;
non hanno avuto cura del giusto e si sono allontanati dal Signore.
11Infatti è infelice chi disprezza la sapienza e l’educazione.
Vana è la loro speranza e le loro fatiche inutili,
le loro opere sono senza frutto.
12Le loro mogli sono insensate,
cattivi i loro figli,
maledetta la loro progenie.
13Felice invece è la sterile incorrotta,
che non ha conosciuto unione peccaminosa:
avrà il frutto quando le anime saranno visitate.
14E felice l’eunuco la cui mano non ha fatto nulla d’ingiusto
e non ha pensato male del Signore:
riceverà una ricompensa privilegiata per la sua fedeltà,
una sorte più ambita nel tempio del Signore.
15Poiché glorioso è il frutto delle opere buone
e la radice della saggezza non conosce imperfezioni.
16I figli degli adulteri non giungeranno a maturità,
il seme di un’unione illegittima scomparirà.
17Anche se avranno lunga vita, non saranno tenuti in alcun conto,
e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore.
18Se poi moriranno presto, non avranno speranza
né conforto nel giorno del giudizio,
19poiché dura è la fine di una generazione ingiusta.
[vv. 1b-12]
13Beata la sterile non contaminata,
la quale non ha conosciuto un letto peccaminoso;
avrà il suo frutto alla rassegna delle anime.
14Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità
e che non ha pensato cose malvage contro il Signore,
riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà,
una parte più desiderabile nel tempio del Signore;
15poiché il frutto delle opere buone è glorioso
e imperitura la radice della saggezza.
16I figli di adulteri non giungeranno a maturità;
la discendenza di un'unione illegittima sarà sterminata.
17Anche se avranno lunga vita, non saran contati per niente,
e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore.
18Se poi moriranno presto, non avranno speranza
né consolazione nel giorno del giudizio,
19poiché di una stirpe iniqua è terribile il destino.
1Meglio essere senza figli e possedere la virtù,
perché nel ricordo di questa c’è immortalità:
essa è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
2Presente, è imitata,
assente, viene rimpianta;
incoronata, trionfa in eterno,
avendo vinto, in gara, premi incontaminati.
3La numerosa discendenza degli empi non servirà a nulla
e dai suoi polloni spuri non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura;
4anche se, a suo tempo, essa ramifica,
non essendo ben piantata, sarà scossa dal vento
e sradicata dalla violenza delle bufere.
5Saranno spezzati i ramoscelli ancora deboli;
il loro frutto sarà inutile, acerbo da mangiare,
e non servirà a nulla.
6Infatti i figli nati da sonni illegittimi
saranno testimoni della malvagità dei genitori,
quando su di essi si aprirà l’inchiesta.
7Il giusto, anche se muore prematuramente,
si troverà in un luogo di riposo.
8Vecchiaia veneranda non è quella longeva,
né si misura con il numero degli anni;
9ma canizie per gli uomini è la saggezza,
età senile è una vita senza macchia.
10Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e, poiché viveva fra peccatori, fu portato altrove.
11Fu rapito, perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza
o l’inganno non seducesse la sua anima,
12poiché il fascino delle cose frivole oscura tutto ciò che è bello
e il turbine della passione perverte un animo senza malizia.
13Giunto in breve alla perfezione,
ha conseguito la pienezza di tutta una vita.
14La sua anima era gradita al Signore,
perciò si affrettò a uscire dalla malvagità.
La gente vide ma non capì,
non ha riflettuto su un fatto così importante:
15grazia e misericordia sono per i suoi eletti
e protezione per i suoi santi.
16Il giusto, da morto, condannerà gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla conclusione,
condannerà gli empi, pur carichi di anni.
17Infatti vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio aveva deciso a suo riguardo
né per quale scopo il Signore l’aveva posto al sicuro.
18Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19Infine diventeranno come un cadavere disonorato,
oggetto di scherno fra i morti, per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li scuoterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
20Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si ergeranno contro di loro per accusarli.
[vv. 1b-6]
7Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
8Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
9ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e un'età senile è una vita senza macchia.
10Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
11Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l'inganno non ne traviasse l'animo,
12poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
13Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
14La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
15che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi.
16Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto.
17Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
né in vista di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro.
18Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19Infine diventeranno un cadavere spregevole,
oggetto di scherno fra i morti per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li schianterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
[v. 20]
1Allora il giusto starà con grande fiducia
di fronte a coloro che lo hanno perseguitato
e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze.
2Alla sua vista saranno presi da terribile spavento,
stupiti per la sua sorprendente salvezza.
3Pentiti, diranno tra loro,
gemendo con animo angosciato:
4«Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso
e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno;
abbiamo considerato una pazzia la sua vita
e la sua morte disonorevole.
5Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio
e la sua eredità è ora tra i santi?
6Abbiamo dunque abbandonato la via della verità,
la luce della giustizia non ci ha illuminati
e il sole non è sorto per noi.
7Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi,
abbiamo percorso deserti senza strade,
ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
8Quale profitto ci ha dato la superbia?
Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?
9Tutto questo è passato come ombra
e come notizia fugace,
10come una nave che solca un mare agitato,
e, una volta passata, di essa non si trova più traccia
né scia della sua carena sulle onde;
11oppure come quando un uccello attraversa l’aria
e non si trova alcun segno del suo volo:
l’aria leggera, percossa dal battito delle ali
e divisa dalla forza dello slancio,
è attraversata dalle ali in movimento,
ma dopo non si trova segno del suo passaggio;
12o come quando, scoccata una freccia verso il bersaglio,
l’aria si divide e ritorna subito su se stessa
e della freccia non si riconosce tragitto.
13Così anche noi, appena nati, siamo già come scomparsi,
non avendo da mostrare alcun segno di virtù;
ci siamo consumati nella nostra malvagità».
14La speranza dell’empio è come pula portata dal vento,
come schiuma leggera sospinta dalla tempesta;
come fumo dal vento è dispersa,
si dilegua come il ricordo dell’ospite di un solo giorno.
15I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e di essi ha cura l’Altissimo.
16Per questo riceveranno una magnifica corona regale,
un bel diadema dalle mani del Signore,
perché li proteggerà con la destra,
con il braccio farà loro da scudo.
17Egli prenderà per armatura il suo zelo
e userà come arma il creato per punire i nemici,
18indosserà la giustizia come corazza
e si metterà come elmo un giudizio imparziale,
19prenderà come scudo la santità invincibile,
20affilerà la sua collera inesorabile come spada
e l’universo combatterà con lui contro gli insensati.
21Partiranno ben dirette le saette dei lampi
e dalle nubi, come da un arco ben teso, balzeranno al bersaglio;
22dalla sua fionda saranno scagliati
chicchi di grandine pieni di furore.
Si metterà in fermento contro di loro l’acqua del mare
e i fiumi li travolgeranno senza pietà.
23Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso
e come un uragano li travolgerà.
L’iniquità renderà deserta tutta la terra
e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.
1Allora il giusto starà con grande fiducia
di fronte a quanti lo hanno oppresso
e a quanti han disprezzato le sue sofferenze.
2Costoro vedendolo saran presi da terribile spavento,
saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa.
3Pentiti, diranno fra di loro,
gemendo nello spirito tormentato:
4«Ecco colui che noi una volta abbiamo deriso
e che stolti abbiam preso a bersaglio del nostro scherno;
giudicammo la sua vita una pazzia
e la sua morte disonorevole.
5Perché ora è considerato tra i figli di Dio
e condivide la sorte dei santi?
6Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità;
la luce della giustizia non è brillata per noi,
né mai per noi si è alzato il sole.
7Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione;
abbiamo percorso deserti impraticabili,
ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
8Che cosa ci ha giovato la nostra superbia?
Che cosa ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?
9Tutto questo è passato come ombra
e come notizia fugace,
10come una nave che solca l'onda agitata,
del cui passaggio non si può trovare traccia,
né scia della sua carena sui flutti;
11oppure come un uccello che vola per l'aria
e non si trova alcun segno della sua corsa,
poiché l'aria leggera, percossa dal tocco delle penne
e divisa dall'impeto vigoroso,
è attraversata dalle ali in movimento,
ma dopo non si trova segno del suo passaggio;
12o come quando, scoccata una freccia al bersaglio,
l'aria si divide e ritorna subito su se stessa
e così non si può distinguere il suo tragitto:
13così anche noi, appena nati, siamo gia scomparsi,
non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare;
siamo stati consumati nella nostra malvagità».
14La speranza dell'empio è come pula portata dal vento,
come schiuma leggera sospinta dalla tempesta,
come fumo dal vento è dispersa,
si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno.
15I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e l'Altissimo ha cura di loro.
16Per questo riceveranno una magnifica corona regale,
un bel diadema dalla mano del Signore,
perché li proteggerà con la destra,
con il braccio farà loro da scudo.
17Egli prenderà per armatura il suo zelo
e armerà il creato per castigare i nemici;
18indosserà la giustizia come corazza
e si metterà come elmo un giudizio infallibile;
19prenderà come scudo una santità inespugnabile;
20affilerà la sua collera inesorabile come spada
e il mondo combatterà con lui contro gli insensati.
21Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini,
e come da un arco ben teso,
dalle nubi, colpiranno il bersaglio;
22dalla fionda saranno scagliati
chicchi di grandine colmi di sdegno.
Infurierà contro di loro l'acqua del mare
e i fiumi li sommergeranno senza pietà.
23Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso,
li disperderà come un uragano.
L'iniquità renderà deserta tutta la terra
e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.
1Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere;
imparate, o governanti di tutta la terra.
2Porgete l’orecchio, voi dominatori di popoli,
che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni.
3Dal Signore vi fu dato il potere
e l’autorità dall’Altissimo;
egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi:
4pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
5Terribile e veloce egli piomberà su di voi,
poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto.
6Gli ultimi infatti meritano misericordia,
ma i potenti saranno vagliati con rigore.
7Il Signore dell’universo non guarderà in faccia a nessuno,
non avrà riguardi per la grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e a tutti provvede in egual modo.
8Ma sui dominatori incombe un’indagine inflessibile.
9Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non cadiate in errore.
10Chi custodisce santamente le cose sante
sarà riconosciuto santo,
e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa.
11Bramate, pertanto, le mie parole,
desideratele e ne sarete istruiti.
12La sapienza è splendida e non sfiorisce,
facilmente si lascia vedere da coloro che la amano
e si lascia trovare da quelli che la cercano.
13Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano.
14Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
15Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta,
chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni;
16poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei,
appare loro benevola per le strade
e in ogni progetto va loro incontro.
17Suo principio più autentico è il desiderio di istruzione,
l’anelito per l’istruzione è amore,
18l’amore per lei è osservanza delle sue leggi,
il rispetto delle leggi è garanzia di incorruttibilità
19e l’incorruttibilità rende vicini a Dio.
20Dunque il desiderio della sapienza innalza al regno.
21Se dunque, dominatori di popoli, vi compiacete di troni e di scettri,
onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre.
[vv. 22b-25]
1Ascoltate, o re, e cercate di comprendere;
imparate, governanti di tutta la terra.
2Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini
e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli.
3La vostra sovranità proviene dal Signore;
la vostra potenza dall'Altissimo,
il quale esaminerà le vostre opere
e scruterà i vostri propositi;
4poiché, pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente,
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
5Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi
poiché un giudizio severo si compie
contro coloro che stanno in alto.
6L'inferiore è meritevole di pietà,
ma i potenti saranno esaminati con rigore.
7Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno,
non ha soggezione della grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e si cura ugualmente di tutti.
8Ma sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa.
9Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non abbiate a cadere.
10Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato
e chi si è istruito in esse vi troverà una difesa.
11Desiderate, pertanto, le mie parole;
bramatele e ne riceverete istruzione.
12La sapienza è radiosa e indefettibile,
facilmente è contemplata da chi l'ama
e trovata da chiunque la ricerca.
13Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano.
14Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
15Riflettere su di essa è perfezione di saggezza,
chi veglia per lei sarà presto senza affanni.
16Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei,
appare loro ben disposta per le strade,
va loro incontro con ogni benevolenza.
17Suo principio assai sincero è il desiderio d'istruzione;
la cura dell'istruzione è amore;
18l'amore è osservanza delle sue leggi;
il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità
19e l'immortalità fa stare vicino a Dio.
20Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno.
21Se dunque, sovrani dei popoli,
vi dilettate di troni e di scettri,
onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre.
22Esporrò che cos'è la sapienza e come essa nacque;
non vi terrò nascosti i suoi segreti.
Seguirò le sue tracce fin dall'origine,
metterò in luce la sua conoscenza,
non mi allontanerò dalla verità.
23Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma,
poiché essa non ha nulla in comune con la sapienza.
24L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo.
25Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole
e ne trarrete profitto.
1Anch’io sono un uomo mortale uguale a tutti,
discendente del primo uomo plasmato con la terra.
La mia carne fu modellata nel grembo di mia madre,
2nello spazio di dieci mesi ho preso consistenza nel sangue,
dal seme d’un uomo e dal piacere compagno del sonno.
3Anch’io alla nascita ho respirato l’aria comune
e sono caduto sulla terra dove tutti soffrono allo stesso modo;
come per tutti, il pianto fu la mia prima voce.
4Fui allevato in fasce e circondato di cure;
5nessun re ebbe un inizio di vita diverso.
6Una sola è l’entrata di tutti nella vita e uguale ne è l’uscita.
7Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
8La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
9non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
10L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
11Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
12Ho gioito di tutto ciò, perché lo reca la sapienza,
ma ignoravo che ella è madre di tutto questo.
13Ciò che senza astuzia ho imparato, senza invidia lo comunico,
non nascondo le sue ricchezze.
14Ella è infatti un tesoro inesauribile per gli uomini;
chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio,
è a lui raccomandato dai frutti della sua educazione.
15Mi conceda Dio di parlare con intelligenza
e di riflettere in modo degno dei doni ricevuti,
perché egli stesso è la guida della sapienza
e dirige i sapienti.
16Nelle sue mani siamo noi e le nostre parole,
ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa.
17Egli stesso mi ha concesso la conoscenza autentica delle cose,
per comprendere la struttura del mondo e la forza dei suoi elementi,
18il principio, la fine e il mezzo dei tempi,
l’alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni,
19i cicli dell’anno e la posizione degli astri,
20la natura degli animali e l’istinto delle bestie selvatiche,
la forza dei venti e i ragionamenti degli uomini,
la varietà delle piante e le proprietà delle radici.
21Ho conosciuto tutte le cose nascoste e quelle manifeste,
perché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose.
[vv. 22b-30]
1Anch'io sono un uomo mortale come tutti,
discendente del primo essere plasmato di creta.
Fui formato di carne nel seno di una madre,
2durante dieci mesi consolidato nel sangue,
frutto del seme d'un uomo e del piacere compagno del sonno.
3Anch'io appena nato ho respirato l'aria comune
e sono caduto su una terra uguale per tutti,
levando nel pianto uguale a tutti il mio primo grido.
4E fui allevato in fasce e circondato di cure;
5nessun re iniziò in modo diverso l'esistenza.
6Si entra nella vita e se ne esce alla stessa maniera.
7Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza;
implorai e venne in me lo spirito della sapienza.
8La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto;
9non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l'oro al suo confronto è un pò di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento.
10L'amai più della salute e della bellezza,
preferii il suo possesso alla stessa luce,
perché non tramonta lo splendore che ne promana.
11Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
12Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida,
ma ignoravo che di tutti essa è madre.
13Senza frode imparai e senza invidia io dono,
non nascondo le sue ricchezze.
14Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini;
quanti se lo procurano si attirano l'amicizia di Dio,
sono a lui raccomandati per i doni del suo insegnamento
15Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza
e di pensare in modo degno dei doni ricevuti,
perché egli è guida della sapienza
e i saggi ricevono da lui orientamento.
16In suo potere siamo noi e le nostre parole,
ogni intelligenza e ogni nostra abilità.
17Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose,
per comprender la struttura del mondo
e la forza degli elementi,
18il principio, la fine e il mezzo dei tempi,
l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni,
19il ciclo degli anni e la posizione degli astri,
20la natura degli animali e l'istinto delle fiere,
i poteri degli spiriti e i ragionamenti degli uomini,
la varietà delle piante e le proprietà delle radici.
21Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so,
poiché mi ha istruito la sapienza,
artefice di tutte le cose.
[vv. 22b-30]
1La sapienza si estende vigorosa da un’estremità all’altra
e governa a meraviglia l’universo.
2È lei che ho amato e corteggiato fin dalla mia giovinezza,
ho bramato di farla mia sposa,
mi sono innamorato della sua bellezza.
3Ella manifesta la sua nobile origine vivendo in comunione con Dio,
poiché il Signore dell’universo l’ha amata;
4infatti è iniziata alla scienza di Dio
e discerne le sue opere.
5Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
che cosa c’è di più ricco della sapienza, che opera tutto?
6Se è la prudenza ad agire,
chi più di lei è artefice di quanto esiste?
7Se uno ama la giustizia,
le virtù sono il frutto delle sue fatiche.
Ella infatti insegna la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza,
delle quali nulla è più utile agli uomini durante la vita.
8Se uno desidera anche un’esperienza molteplice,
ella conosce le cose passate e intravede quelle future,
conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi,
comprende in anticipo segni e prodigi
e anche le vicende dei tempi e delle epoche.
9Ho dunque deciso di dividere con lei la mia vita,
certo che mi sarebbe stata consigliera di buone azioni
e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore.
10Per lei avrò gloria tra le folle
e, anche se giovane, onore presso gli anziani.
11Sarò trovato perspicace nel giudicare,
sarò ammirato di fronte ai potenti.
12Se tacerò, resteranno in attesa,
se parlerò, mi presteranno attenzione,
e se mi dilungo nel parlare, si tapperanno la bocca.
13Grazie a lei avrò l’immortalità
e lascerò un ricordo eterno a quelli che verranno dopo di me.
14Governerò popoli, e nazioni mi saranno soggette.
15Sentendo parlare di me, crudeli tiranni si spaventeranno;
mi mostrerò buono con il popolo e coraggioso in guerra.
16Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore il vivere con lei,
ma contentezza e gioia.
1«Dio dei padri e Signore della misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
2e con la tua sapienza hai formato l’uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto,
3e governasse il mondo con santità e giustizia
ed esercitasse il giudizio con animo retto,
4dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono,
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto,
privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla.
7Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo
e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;
8mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,
un altare nella città della tua dimora,
immagine della tenda santa
che ti eri preparata fin da principio.
9Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
lei sa quel che piace ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
10Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
11Ella infatti tutto conosce e tutto comprende:
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
12Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con giustizia il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre.
13Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
14I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
15perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
16A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
17Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
18Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».
[v. 1]
2Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza,
ho cercato di prendermela come sposa,
mi sono innamorato della sua bellezza.
3Essa manifesta la sua nobiltà,
in comunione di vita con Dio,
perché il Signore dell'universo l'ha amata.
4Essa infatti è iniziata alla scienza di Dio
e sceglie le opere sue.
5Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
quale ricchezza è più grande della sapienza,
la quale tutto produce?
6Se l'intelligenza opera,
chi, tra gli esseri, è più artefice di essa?
7Se uno ama la giustizia,
le virtù sono il frutto delle sue fatiche.
Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza,
delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita.
8Se uno desidera anche un'esperienza molteplice,
essa conosce le cose passate e intravede le future,
conosce le sottigliezze dei discorsi
e le soluzioni degli enigmi,
pronostica segni e portenti,
come anche le vicende dei tempi e delle epoche.
9Ho dunque deciso di prenderla a compagna della mia vita,
sapendo che mi sarà consigliera di bene
e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore.
10Per essa avrò gloria fra le folle
e, anche se giovane, onore presso gli anziani.
11Sarò trovato acuto in giudizio,
sarò ammirato di fronte ai potenti.
12Se tacerò, resteranno in attesa;
se parlerò, mi presteranno attenzione;
se prolungherò il discorso,
si porranno la mano sulla bocca.
13Per essa otterrò l'immortalità
e lascerò un ricordo eterno ai miei successori.
14Governerò i popoli e le nazioni mi saranno soggette;
15sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno,
tra il popolo apparirò buono e in guerra coraggioso.
16Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore la sua convivenza,
ma contentezza e gioia.
1«Dio dei padri e Signore di misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
2che con la tua sapienza hai formato l'uomo,
perché domini sulle creature fatte da te,
3e governi il mondo con santità e giustizia
e pronunzi giudizi con animo retto,
4dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
5perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella,
uomo debole e di vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
6Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini,
mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla.
7Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo
e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;
8mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,
un altare nella città della tua dimora,
un'imitazione della tenda santa
che ti eri preparata fin da principio.
9Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
10Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
11Essa infatti tutto conosce e tutto comprende,
e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
12Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con equità il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre.
13Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
14I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
15perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima
e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri.
16A stento ci raffiguriamo le cose terrestri,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi può rintracciare le cose del cielo?
17Chi ha conosciuto il tuo pensiero,
se tu non gli hai concesso la sapienza
e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall'alto?
18Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito;
essi furono salvati per mezzo della sapienza».
1«Dio dei padri e Signore della misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
2e con la tua sapienza hai formato l’uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto,
3e governasse il mondo con santità e giustizia
ed esercitasse il giudizio con animo retto,
4dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono,
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto,
privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla.
7Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo
e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;
8mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,
un altare nella città della tua dimora,
immagine della tenda santa
che ti eri preparata fin da principio.
9Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
lei sa quel che piace ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
10Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
11Ella infatti tutto conosce e tutto comprende:
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
12Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con giustizia il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre.
13Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
14I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
15perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
16A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
17Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
18Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».
1«Dio dei padri e Signore di misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
2che con la tua sapienza hai formato l'uomo,
perché domini sulle creature fatte da te,
3e governi il mondo con santità e giustizia
e pronunzi giudizi con animo retto,
4dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
5perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella,
uomo debole e di vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
6Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini,
mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla.
7Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo
e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;
8mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,
un altare nella città della tua dimora,
un'imitazione della tenda santa
che ti eri preparata fin da principio.
9Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
10Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
11Essa infatti tutto conosce e tutto comprende,
e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
12Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con equità il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre.
13Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
14I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
15perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima
e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri.
16A stento ci raffiguriamo le cose terrestri,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi può rintracciare le cose del cielo?
17Chi ha conosciuto il tuo pensiero,
se tu non gli hai concesso la sapienza
e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall'alto?
18Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito;
essi furono salvati per mezzo della sapienza».
[vv. 1-10a]
10Per diritti sentieri ella guidò il giusto
in fuga dall’ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
lo fece prosperare nelle fatiche
e rese fecondo il suo lavoro.
11Lo assistette contro l’ingordigia dei suoi oppressori
e lo rese ricco;
12lo custodì dai nemici,
lo protesse da chi lo insidiava,
gli assegnò la vittoria in una lotta dura,
perché sapesse che più potente di tutto è la pietà.
13Ella non abbandonò il giusto venduto,
ma lo liberò dal peccato.
14Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e l’autorità su coloro che dominavano sopra di lui;
mostrò che i suoi accusatori erano bugiardi
e gli diede una gloria eterna.
[vv. 15b-21]
1Essa protesse il padre del mondo, formato per primo da Dio,
quando fu creato solo;
poi lo liberò dalla sua caduta
2e gli diede la forza per dominare su tutte le cose.
3Ma un ingiusto, allontanatosi da essa nella sua collera
perì per il suo furore fratricida.
4A causa sua la terra fu sommersa,
ma la sapienza di nuovo la salvò
pilotando il giusto e per mezzo di un semplice legno.
5Essa, quando le genti furono confuse,
concordi soltanto nella malvagità,
riconobbe il giusto
e lo conservò davanti a Dio senza macchia
e lo mantenne forte
nonostante la sua tenerezza per il figlio.
6E mentre perivano gli empi, salvò un giusto,
che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città.
7Quale testimonianza di quella gente malvagia
esiste ancora una terra desolata, fumante
insieme con alberi che producono frutti immaturi
e a memoria di un'anima incredula,
s'innalza una colonna di sale.
8Allontanandosi dalla sapienza,
non solo ebbero il danno di non conoscere il bene,
ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza,
perché le loro colpe non rimanessero occulte.
9Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze:
10essa condusse per diritti sentieri
il giusto in fuga dall'ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
gli diede successo nelle sue fatiche
e moltiplicò i frutti del suo lavoro.
11Lo assistette contro l'avarizia dei suoi avversari
e lo fece ricco;
12lo custodì dai nemici,
lo protesse da chi lo insidiava,
gli assegnò la vittoria in una lotta dura,
perché sapesse che la pietà è più potente di tutto.
13Essa non abbandonò il giusto venduto,
ma lo preservò dal peccato.
14Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e potere sui propri avversari,
smascherò come mendaci i suoi accusatori
e gli diede una gloria eterna.
[vv. 15b-21]
[vv. 1-14]
15In cambio dei ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
in cui, errando, rendevano onori divini
a rettili senza parola e a bestie spregevoli,
tu inviasti contro di loro come punizione
una moltitudine di animali irragionevoli,
16perché capissero che con le cose con cui uno pecca,
con quelle viene punito.
17Non era certo in difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi o leoni feroci
18o bestie molto feroci, prima sconosciute e create da poco,
che esalano un alito infuocato
o emettono un crepitìo di vapore
o sprizzano terribili scintille dagli occhi,
19delle quali non solo l’assalto poteva sterminarli,
ma lo stesso aspetto terrificante poteva annientarli.
20Anche senza queste potevano cadere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dal tuo soffio potente,
ma tu hai disposto ogni cosa con misura, calcolo e peso.
21Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi si opporrà alla potenza del tuo braccio?
22Tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
24Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
25Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
26Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
[vv. 1b-14]
15Per i ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
da essi ingannati, venerarono
rettili senza ragione e vili bestiole.
Tu inviasti loro in castigo
una massa di animali senza ragione,
16perché capissero che con quelle stesse cose
per cui uno pecca, con esse è poi castigato.
17Certo, non aveva difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi e leoni feroci
18o belve ignote, create apposta, piene di furore,
o sbuffanti un alito infuocato
o esalanti vapori pestiferi
o folgoranti con le terribili scintille degli occhi,
19bestie di cui non solo l'assalto poteva sterminarli,
ma annientarli anche l'aspetto terrificante.
20Anche senza questo potevan soccombere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dallo spirito della tua potenza.
Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso.
21Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi potrà opporsi al potere del tuo braccio?
22Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
24Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
25Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
26Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
1Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
2Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
[vv. 3b-8]
9Pur potendo in battaglia dare gli empi nelle mani dei giusti,
oppure annientarli all’istante
con bestie terribili o con una parola inesorabile,
10giudicando invece a poco a poco, lasciavi posto al pentimento,
sebbene tu non ignorassi che la loro razza era cattiva
e la loro malvagità innata,
e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata,
11perché era una stirpe maledetta fin da principio;
e non perché avessi timore di qualcuno
tu concedevi l’impunità per le cose in cui avevano peccato.
12E chi domanderà: «Che cosa hai fatto?»,
o chi si opporrà a una tua sentenza?
Chi ti citerà in giudizio
per aver fatto perire popoli che tu avevi creato?
Chi si costituirà contro di te
come difensore di uomini ingiusti?
13Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
14Né un re né un sovrano potrebbero affrontarti
in difesa di quelli che hai punito.
15Tu, essendo giusto, governi tutto con giustizia.
Consideri incompatibile con la tua potenza
condannare chi non merita il castigo.
16La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
17Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
18Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
[vv. 19b-27]
[vv. 1-11a]
Non certo per timore di alcuno
lasciavi impunite le loro colpe.
12E chi potrebbe domandarti: «Che hai fatto?»,
o chi potrebbe opporsi a una tua sentenza?
Chi oserebbe accusarti
per l'eliminazione di genti da te create?
Chi si potrebbe costituire contro di te
come difensore di uomini ingiusti?
13Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti
dall'accusa di giudice ingiusto.
14Né un re né un tiranno potrebbe affrontarti
in difesa di quelli che hai punito.
15Essendo giusto, governi tutto con giustizia.
Condannare chi non merita il castigo
lo consideri incompatibile con la tua potenza.
16La tua forza infatti è principio di giustizia;
il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti.
17Mostri la forza se non si crede nella tua onnipotenza
e reprimi l'insolenza in coloro che la conoscono.
18Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza;
ci governi con molta indulgenza,
perché il potere lo eserciti quando vuoi.
[vv. 19b-27]
1Davvero vani per natura tutti gli uomini
che vivevano nell’ignoranza di Dio,
e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è,
né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice.
2Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce,
la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo
essi considerarono come dèi, reggitori del mondo.
3Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro sovrano,
perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza.
4Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia,
pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati.
5Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si contempla il loro autore.
6Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi facilmente s’ingannano
cercando Dio e volendolo trovare.
7Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura
e si lasciano prendere dall’apparenza
perché le cose viste sono belle.
8Neppure costoro però sono scusabili,
9perché, se sono riusciti a conoscere tanto
da poter esplorare il mondo,
come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?
10Infelici anche coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dèi le opere di mani d’uomo,
oro e argento, lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
11Ecco un falegname:
dopo aver segato un albero maneggevole,
ha tagliato facilmente tutta la corteccia intorno
e, avendolo lavorato abilmente,
ha preparato un oggetto utile alle necessità della vita;
12raccolti poi gli avanzi del suo lavoro,
li consuma per prepararsi il cibo e saziarsi.
13Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla,
legno contorto e pieno di nodi,
lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero;
con l’abilità dei momenti di riposo gli dà una forma,
lo fa simile a un’immagine umana
14oppure a quella di un animale spregevole.
Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie
e ricopre con la vernice ogni sua macchia;
15quindi, preparatagli una degna dimora,
lo colloca sul muro, fissandolo con un chiodo.
16Provvede perché non cada,
ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé;
infatti è solo un’immagine e ha bisogno di aiuto.
17Quando prega per i suoi beni, per le nozze e per i figli,
non si vergogna di parlare a quell’oggetto inanimato,
e per la sua salute invoca un essere debole,
18per la sua vita prega una cosa morta,
per un aiuto supplica un essere inetto,
per il suo viaggio uno che non può usare i suoi piedi;
19per un guadagno, un lavoro e un successo negli affari,
chiede abilità a uno che è il più inabile con le mani.
1Davvero stolti per natura tutti gli uomini
che vivevano nell'ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è,
non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere.
2Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile
o la volta stellata o l'acqua impetuosa
o i luminari del cielo
considerarono come dei, reggitori del mondo.
3Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dei,
pensino quanto è superiore il loro Signore,
perché li ha creati lo stesso autore della bellezza.
4Se sono colpiti dalla loro potenza e attività,
pensino da ciò
quanto è più potente colui che li ha formati.
5Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si conosce l'
6Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi forse s'ingannano
nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo.
7Occupandosi delle sue opere, compiono indagini,
ma si lasciano sedurre dall'apparenza,
perché le cosa vedute sono tanto belle.
8Neppure costoro però sono scusabili,
9perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo,
come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?
[vv. 10b-19]
1Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
invoca un legno più fragile dell’imbarcazione che lo porta.
2Questa infatti fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
3ma la tua provvidenza, o Padre, la pilota,
perché tu tracciasti un cammino anche nel mare
e un sentiero sicuro anche fra le onde,
4mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
5Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano la loro vita anche a un minuscolo legno
e, avendo attraversato i flutti su una zattera, furono salvati.
6Infatti, anche in principio, mentre perivano i superbi giganti,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una zattera
e guidata dalla tua mano,
lasciò al mondo un seme di nuove generazioni.
7Benedetto è il legno per mezzo del quale si compie la giustizia,
8maledetto invece l’idolo, opera delle mani, e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha preparato,
quello perché, pur essendo corruttibile, è stato chiamato dio.
9Perché a Dio sono ugualmente in odio l’empio e la sua empietà;
10l’opera sarà punita assieme a chi l’ha compiuta.
11Perciò ci sarà un giudizio anche per gli idoli delle nazioni,
perché fra le creature di Dio sono diventati oggetto di ribrezzo,
e inciampo per le anime degli uomini,
e laccio per i piedi degli stolti.
12Infatti l’invenzione degli idoli fu l’inizio della fornicazione,
la loro scoperta portò alla corruzione della vita.
13Essi non esistevano dall’inizio e non esisteranno in futuro.
14Entrarono nel mondo, infatti, per la vana ambizione degli uomini,
per questo è stata decretata loro una brusca fine.
15Un padre, consumato da un lutto prematuro,
avendo fatto un’immagine del figlio così presto rapito,
onorò come un dio un uomo appena morto
e ai suoi subalterni ordinò misteri e riti d’iniziazione;
16col passare del tempo l’empia usanza si consolidò
e fu osservata come una legge.
Anche per ordine dei sovrani
le immagini scolpite venivano fatte oggetto di culto;
17alcuni uomini, non potendo onorarli di persona perché distanti,
avendo riprodotto le sembianze lontane,
fecero un’immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l’assente, come fosse presente.
18A estendere il culto anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l’ambizione dell’artista.
19Questi infatti, desideroso senz’altro di piacere al potente,
si sforzò con l’arte di renderne più bella l’immagine;
20ma la folla, attratta dal fascino dell’opera,
considerò oggetto di adorazione
colui che poco prima onorava come uomo.
21Divenne un’insidia alla vita il fatto che uomini,
resi schiavi della disgrazia e del potere,
abbiano attribuito a pietre o a legni il nome incomunicabile.
22Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio,
ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza,
a mali tanto grandi danno il nome di pace.
23Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti
o banchetti orgiastici secondo strane usanze,
24non conservano puri né la vita né il matrimonio,
ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio.
25Tutto vi è mescolato:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro,
26sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia.
27L’adorazione di idoli innominabili
è principio, causa e culmine di ogni male.
28Infatti coloro che sono idolatri
vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
29Ponendo fiducia in idoli inanimati,
non si aspettano un castigo per aver giurato il falso.
30Ma, per l’uno e per l’altro motivo, li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un’idea falsa di Dio, rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode, disprezzando la santità.
31Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma la giustizia che punisce i peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
1Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
implora un legno più fragile della barca che lo porta.
2Questa, infatti, fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
3ma la tua provvidenza, o Padre, la guida
perché tu hai predisposto una strada anche nel mare,
un sentiero sicuro anche fra le onde,
4mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
5Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano le loro vite
anche a un minuscolo legno
e, attraversando i flutti con una zattera, scampano.
6Anche in principio, mentre perivano giganti superbi,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una barca,
lasciò al mondo la semenza di nuove generazioni,
grazie alla tua mano che la guidava.
7È benedetto il legno con cui si compie un'opera giusta,
8ma maledetto l'idolo opera di mani e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha lavorato,
quello perché, corruttibile, è detto dio.
9Perché sono ugualmente in odio a Dio
l'empio e la sua empietà;
10l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti.
11Perciò ci sarà un castigo anche per gli idoli dei pagani,
perché fra le creature di Dio son divenuti un abominio,
e scandalo per le anime degli uomini,
laccio per i piedi degli stolti.
12L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione,
la loro scoperta portò la corruzione nella vita.
13Essi non esistevano al principio né mai esisteranno.
14Entrarono nel mondo per la vanità dell'uomo,
per questo è stata decretata per loro una rapida fine.
15Un padre, consumato da un lutto prematuro,
ordinò un'immagine di quel suo figlio così presto rapito,
e onorò come un dio chi poco prima era solo un defunto
ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di iniziazione.
16Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo,
fu osservata come una legge.
17Le statue si adoravano anche per ordine dei sovrani:
i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza,
riprodotte con arte le sembianze lontane,
fecero un'immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l'assente, quasi fosse presente.
18All'estensione del culto
anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l'ambizione dell'artista.
19Questi infatti, desideroso di piacere al potente,
si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
20il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera,
considerò oggetto di culto
colui che poco prima onorava come uomo.
21Ciò divenne un'insidia ai viventi,
perché gli uomini,
vittime della disgrazia o della tirannide,
imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile.
22Poi non bastò loro sbagliare circa la conoscenza di Dio;
essi, pur vivendo in una grande guerra d'ignoranza,
danno a sì grandi mali il nome di pace.
23Celebrando iniziazioni infanticide o misteri segreti,
o banchetti orgiastici di strani riti
24non conservano più pure né vita né nozze
e uno uccide l'altro a tradimento
o l'affligge con l'adulterio.
25Tutto è una grande confusione:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro;
26confusione dei buoni, ingratitudine per i favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini matrimoniali, adulterio e dissolutezza.
27L'adorazione di idoli senza nome
è principio, causa e fine di ogni male.
28Gli idolatri infatti
o delirano nelle orge o sentenziano oracoli falsi
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
29Ponendo fiducia in idoli inanimati
non si aspettano un castigo per avere giurato il falso.
30Ma, per l'uno e per l'altro motivo,
li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un'idea falsa di Dio,
rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode,
disprezzando la santità.
31Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma il castigo dovuto ai peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
1Ma tu, nostro Dio, sei buono e veritiero,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
2Anche se pecchiamo, siamo tuoi, perché conosciamo la tua potenza;
ma non peccheremo più, perché sappiamo di appartenerti.
3Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice d’immortalità.
4Non ci indusse in errore né l’invenzione umana di un’arte perversa,
né il lavoro infruttuoso di coloro che disegnano ombre,
immagini imbrattate di vari colori,
5la cui vista negli stolti provoca il desiderio,
l’anelito per una forma inanimata di un’immagine morta.
6Amanti di cose cattive e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.
7Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni vaso.
Ma con il medesimo fango modella
i vasi che servono per usi nobili
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l’uso di ognuno di essi
lo giudica colui che lavora l’argilla.
8Quindi, mal impiegando la fatica,
con il medesimo fango plasma un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritornerà alla terra da cui fu tratto,
quando gli sarà richiesta l’anima, avuta in prestito.
9Tuttavia egli si preoccupa non perché sta per morire
o perché ha una vita breve,
ma di gareggiare con gli orafi e con gli argentieri,
di imitare coloro che fondono il bronzo,
e ritiene un vanto plasmare cose false.
10Cenere è il suo cuore,
la sua speranza più vile della terra,
la sua vita più spregevole del fango,
11perché disconosce colui che lo ha plasmato,
colui che gli inspirò un’anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
12Ma egli considera la nostra vita come un gioco da bambini,
l’esistenza un mercato lucroso.
Egli dice che da tutto, anche dal male, si deve trarre profitto.
13Costui infatti sa di peccare più di tutti,
fabbricando con materia terrestre fragili vasi e statue.
14Ma sono tutti stoltissimi e più miserabili di un piccolo bambino
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
15Perché essi considerarono dèi anche tutti gli idoli delle nazioni,
i quali non hanno né l’uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per udire,
né dita delle mani per toccare,
e i loro piedi non servono per camminare.
16Infatti li ha fabbricati un uomo,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
17essendo mortale, egli fabbrica una cosa morta con mani empie.
Egli è sempre migliore degli oggetti che venera,
rispetto ad essi egli ebbe la vita, ma quelli mai.
18Venerano anche gli animali più ripugnanti,
che per stupidità, al paragone, risultano peggiori degli altri.
19Non sono tali da invaghirsene,
come capita per il bell’aspetto di altri animali;
furono persino esclusi dalla lode e dalla benedizione di Dio.
1Ma tu, nostro Dio, sei buono e fedele,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
2Anche se pecchiamo, siamo tuoi,
conoscendo la tua potenza;
ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo.
3Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice di immortalità.
4Non ci indusse in errore
né l'invenzione umana di un'arte perversa,
né la sterile fatica dei pittori,
immagini deturpate di vari colori,
5la cui vista provoca negli stolti il desiderio,
l'anelito per una forma inanimata di un'immagine morta.
6Amanti del male e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.
7Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi.
Ma con il medesimo fango modella
e i vasi che servono per usi decenti
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l'uso di ognuno di essi
lo stabilisce il vasaio.
8Quindi con odiosa fatica plasma
con il medesimo fango un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritornerà là da dove fu tratto,
quando gli sarà richiesto l'uso fatto dell'anima sua.
9Ma egli non si preoccupa di morire
né di avere una vita breve;
anzi gareggia con gli orafi e con gli argentieri,
imita i lavoratori del bronzo
e ritiene un vanto plasmare cose false.
10Cenere è il suo cuore,
la sua speranza più vile della terra,
la sua vita più spregevole del fango,
11perché disconosce il suo creatore,
colui che gli inspirò un'anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
12Ma egli considera un trastullo la nostra vita,
l'esistenza un mercato lucroso.
Egli dice: «Da tutto, anche dal male,
si deve trarre profitto».
13Costui infatti più di tutti sa di peccare,
fabbricando di materia terrestre
fragili vasi e statue.
14Ma sono tutti stoltissimi
e più miserabili di un'anima infantile
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
15Essi considerarono dei anche tutti gli idoli dei pagani,
i quali non hanno né l'uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per sentire,
né dita delle mani per palpare;
e i loro piedi sono incapaci di camminare.
16Un uomo li ha fatti,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
17essendo mortale, una cosa morta produce con empie mani.
Egli è sempre migliore degli oggetti che adora,
rispetto a essi possiede la vita, ma quelli giammai
18Venerano gli animali più ripugnanti,
che per stupidità
al paragone risultan peggiori degli altri;
19non sono tanto belli da invogliarsene,
come capita per l'aspetto di altri animali,
e non hanno avuto la lode e la benedizione di Dio.
1Per questo furono giustamente puniti con esseri simili
e torturati con una moltitudine di bestie.
2Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito
gli preparasti come cibo quaglie dal gusto insolito,
3perché quelli che desideravano cibo,
a causa del ribrezzo per gli animali inviati contro di loro,
perdessero anche l’istinto della fame,
mentre questi, rimasti privi di cibo per un breve periodo,
provassero un gusto insolito.
4Era necessario che su quei tiranni
si abbattesse una carestia implacabile
e a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
[vv. 5b-14]
15È impossibile sfuggire alla tua mano:
16perciò gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono fustigati dalla forza del tuo braccio,
perseguitati da piogge strane, da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e consumati dal fuoco.
17E, cosa più sorprendente, nell’acqua che tutto spegne
il fuoco prendeva sempre più forza,
perché alleato dei giusti è l’universo.
18Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tale vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
19Altre volte, anche in mezzo all’acqua,
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
[vv. 20b-21]
1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare;
per questo le anime senza istruzione si sono ingannate.
2Infatti gli ingiusti, avendo preteso di dominare il popolo santo,
prigionieri delle tenebre e incatenati a una lunga notte,
chiusi sotto i loro tetti, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restare nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo oscuro dell’oblio,
furono dispersi, terribilmente spaventati
e sconvolti da visioni.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro
e apparivano lugubri spettri dai volti tristi.
5Nessun fuoco, per quanto intenso, riusciva a far luce,
neppure le luci più splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare dall’alto quella notte cupa.
6Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, tremenda;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose che vedevano.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e il vanto della loro saggezza era svergognato.
8Infatti quelli che promettevano di cacciare
timori e inquietudini dall’anima malata,
languivano essi stessi in un ridicolo timore.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
messi in agitazione al passare delle bestie e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l’aria che in nessun modo si può evitare.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e, oppressa dalla coscienza, aumenta sempre le difficoltà.
11La paura infatti altro non è che l’abbandono degli aiuti della ragione;
12quanto meno ci si affida nell’intimo a tali aiuti,
tanto più grave è l’ignoranza della causa che provoca il tormento.
13Ma essi, durante tale notte davvero impotente,
uscita dagli antri del regno dei morti anch’esso impotente,
mentre dormivano il medesimo sonno,
14ora erano tormentati da fantasmi mostruosi,
ora erano paralizzati, traditi dal coraggio,
perché una paura improvvisa e inaspettata si era riversata su di loro.
15Così chiunque, come caduto là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza sbarre:
16agricoltore o pastore
o lavoratore che fatica nel deserto,
sorpreso, subiva l’ineluttabile destino,
perché tutti erano legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il vento che sibila
o canto melodioso di uccelli tra folti rami
o suono cadenzato dell’acqua che scorre con forza
o cupo fragore di rocce che precipitano
18o corsa invisibile di animali imbizzarriti
o urla di crudelissime belve ruggenti
o eco rimbalzante dalle cavità dei monti,
tutto li paralizzava riempiendoli di terrore.
19Il mondo intero splendeva di luce smagliante
e attendeva alle sue opere senza impedimento.
20Soltanto su di loro si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma essi erano a se stessi più gravosi delle tenebre.
[vv. 1b-14]
1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
2Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
5Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
6Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
8Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
11Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
12quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
13Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
14ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
15Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
16fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
18la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
19Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
20Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.
1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare;
per questo le anime senza istruzione si sono ingannate.
2Infatti gli ingiusti, avendo preteso di dominare il popolo santo,
prigionieri delle tenebre e incatenati a una lunga notte,
chiusi sotto i loro tetti, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restare nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo oscuro dell’oblio,
furono dispersi, terribilmente spaventati
e sconvolti da visioni.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro
e apparivano lugubri spettri dai volti tristi.
5Nessun fuoco, per quanto intenso, riusciva a far luce,
neppure le luci più splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare dall’alto quella notte cupa.
6Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, tremenda;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose che vedevano.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e il vanto della loro saggezza era svergognato.
8Infatti quelli che promettevano di cacciare
timori e inquietudini dall’anima malata,
languivano essi stessi in un ridicolo timore.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
messi in agitazione al passare delle bestie e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l’aria che in nessun modo si può evitare.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e, oppressa dalla coscienza, aumenta sempre le difficoltà.
11La paura infatti altro non è che l’abbandono degli aiuti della ragione;
12quanto meno ci si affida nell’intimo a tali aiuti,
tanto più grave è l’ignoranza della causa che provoca il tormento.
13Ma essi, durante tale notte davvero impotente,
uscita dagli antri del regno dei morti anch’esso impotente,
mentre dormivano il medesimo sonno,
14ora erano tormentati da fantasmi mostruosi,
ora erano paralizzati, traditi dal coraggio,
perché una paura improvvisa e inaspettata si era riversata su di loro.
15Così chiunque, come caduto là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza sbarre:
16agricoltore o pastore
o lavoratore che fatica nel deserto,
sorpreso, subiva l’ineluttabile destino,
perché tutti erano legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il vento che sibila
o canto melodioso di uccelli tra folti rami
o suono cadenzato dell’acqua che scorre con forza
o cupo fragore di rocce che precipitano
18o corsa invisibile di animali imbizzarriti
o urla di crudelissime belve ruggenti
o eco rimbalzante dalle cavità dei monti,
tutto li paralizzava riempiendoli di terrore.
19Il mondo intero splendeva di luce smagliante
e attendeva alle sue opere senza impedimento.
20Soltanto su di loro si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma essi erano a se stessi più gravosi delle tenebre.
1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
2Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
5Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
6Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
8Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
11Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
12quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
13Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
14ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
15Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
16fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
18la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
19Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
20Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.
1Per i tuoi santi invece c’era una luce grandissima;
quegli altri, sentendone le voci, senza vederne l’aspetto,
li proclamavano beati, perché non avevano sofferto come loro
2e li ringraziavano perché non nuocevano loro,
pur avendo subìto un torto,
e imploravano perdono delle passate inimicizie.
3Invece desti loro una colonna di fuoco,
come guida di un viaggio sconosciuto
e sole inoffensivo per un glorioso migrare in terra straniera.
4Meritavano di essere privati della luce e imprigionati nelle tenebre
quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli,
per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge
doveva essere concessa al mondo.
5Poiché essi avevano deliberato di uccidere i neonati dei santi
– e un solo bambino fu esposto e salvato –,
tu per castigo hai tolto di mezzo la moltitudine dei loro figli,
facendoli perire tutti insieme nell’acqua impetuosa.
6Quella notte fu preannunciata ai nostri padri,
perché avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà.
7Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
8Difatti come punisti gli avversari,
così glorificasti noi, chiamandoci a te.
9I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
10Faceva eco il grido discorde dei nemici
e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli.
11Con la stessa pena il servo era punito assieme al padrone,
l’uomo comune soffriva le stesse pene del re.
12Tutti insieme, nello stesso modo,
ebbero innumerevoli morti,
e i vivi non bastavano a seppellirli,
perché in un istante fu sterminata la loro prole più nobile.
13Quanti erano rimasti increduli a tutto per via delle loro magie,
allo sterminio dei primogeniti confessarono
che questo popolo era figlio di Dio.
14Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo rapido corso,
15la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale,
guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile
16e, fermatasi, riempì tutto di morte;
toccava il cielo e aveva i piedi sulla terra.
17Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili li atterrivano
e timori inattesi piombarono su di loro.
18Cadendo mezzi morti qua e là,
mostravano quale fosse la causa della loro morte.
19Infatti i loro sogni terrificanti li avevano preavvisati,
perché non morissero ignorando il motivo delle loro sofferenze.
20L’esperienza della morte colpì anche i giusti
e nel deserto ci fu il massacro di una moltitudine,
ma l’ira non durò a lungo,
21perché un uomo irreprensibile si affrettò a difenderli,
avendo portato le armi del suo ministero,
la preghiera e l’incenso espiatorio;
si oppose alla collera e mise fine alla sciagura,
mostrando di essere il tuo servitore.
22Egli vinse la collera divina non con la forza del corpo
né con la potenza delle armi,
ma con la parola placò colui che castigava,
ricordando i giuramenti e le alleanze dei padri.
23Quando ormai i morti erano caduti a mucchi gli uni sugli altri,
egli, ergendosi là in mezzo, arrestò l’ira
e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi.
24Sulla sua veste lunga fino ai piedi portava tutto il mondo,
le glorie dei padri scolpite su quattro file di pietre preziose
e la tua maestà sopra il diadema della sua testa.
25Di fronte a queste insegne lo sterminatore indietreggiò, ebbe paura,
perché bastava questa sola prova dell’ira divina.
1Per i tuoi santi risplendeva una luce vivissima;
essi invece, sentendone le voci, senza vederne l'aspetto.
li proclamavan beati, chè non avevan come loro sofferto
2ed erano loro grati perché, offesi per primi,
non facevano loro del male
e imploravano perdono d'essere stati loro nemici.
3Invece delle tenebre desti loro una colonna di fuoco,
come guida in un viaggio sconosciuto
e come un sole innocuo per il glorioso emigrare.
4Eran degni di essere privati della luce
e di essere imprigionati nelle tenebre
quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli,
per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge
doveva esser concessa al mondo.
[vv. 5b-19]
20La prova della morte colpì anche i giusti
e nel deserto ci fu strage di molti;
ma l'ira non durò a lungo,
21perché un uomo incensurabile si affrettò a difenderli:
prese le armi del suo ministero,
la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso;
si oppose alla collera e mise fine alla sciagura,
mostrando che era tuo servitore.
22Egli superò l'ira divina non con la forza del corpo,
né con l'efficacia delle armi;
ma con la parola placò colui che castigava,
ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri.
23I morti eran caduti a mucchi gli uni sugli altri,
quando egli, ergendosi lì in mezzo, arrestò l'ira
e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi.
24Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo,
i nomi gloriosi dei padri intagliati
sui quattro ordini di pietre preziose
e la tua maestà sulla corona della sua testa.
25Di fronte a questo lo sterminatore indietreggiò,
ebbe paura,
poiché un solo saggio della collera bastava.
1Sugli empi sovrastò sino alla fine una collera senza pietà,
perché Dio prevedeva anche ciò che avrebbero fatto,
2cioè che, dopo aver loro permesso di andarsene
e averli fatti partire in fretta,
cambiato proposito, li avrebbero inseguiti.
3Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti
e piangevano sulle tombe dei morti,
presero un’altra decisione insensata
e inseguirono come fuggitivi quelli che già avevano pregato di partire.
4A questo estremo li spingeva un meritato destino,
che li gettò nell’oblio delle cose passate,
perché colmassero la punizione
che ancora mancava ai loro tormenti,
5e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario,
essi incappassero in una morte singolare.
6Tutto il creato fu modellato di nuovo
nella propria natura come prima,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
7Si vide la nube coprire d’ombra l’accampamento,
terra asciutta emergere dove prima c’era acqua:
il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli
e flutti violenti una pianura piena d’erba;
8coloro che la tua mano proteggeva
passarono con tutto il popolo,
contemplando meravigliosi prodigi.
9Furono condotti al pascolo come cavalli
e saltellarono come agnelli esultanti,
celebrando te, Signore, che li avevi liberati.
10Ricordavano ancora le cose avvenute nel loro esilio:
come la terra, invece di bestiame, produsse zanzare,
come il fiume, invece di pesci, riversò una massa di rane.
11Più tardi videro anche una nuova generazione di uccelli,
quando, spinti dall’appetito, chiesero cibi delicati;
12poiché, per appagarli, dal mare salirono quaglie.
13Sui peccatori invece piombarono i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per le loro malvagità,
perché avevano mostrato un odio tanto profondo verso lo straniero.
14Già altri infatti non avevano accolto gli sconosciuti che arrivavano,
ma costoro ridussero in schiavitù gli ospiti che li avevano beneficati.
15Non solo: per i primi ci sarà un giudizio,
perché accolsero ostilmente i forestieri;
16costoro invece, dopo averli festosamente accolti,
quando già partecipavano ai loro diritti,
li oppressero con lavori durissimi.
17Furono perciò colpiti da cecità,
come quelli alla porta del giusto,
quando, avvolti fra tenebre fitte,
ognuno cercava l’ingresso della propria porta.
18Difatti gli elementi erano accordati diversamente,
come nella cetra in cui le note variano la specie del ritmo,
pur conservando sempre lo stesso tono,
come è possibile dedurre da un’attenta considerazione degli avvenimenti.
19Infatti animali terrestri divennero acquatici,
quelli che nuotavano passarono sulla terra.
20Il fuoco rafforzò nell’acqua la sua potenza
e l’acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere.
21Le fiamme non consumavano le carni
di fragili animali che vi camminavano sopra,
né scioglievano quel celeste nutrimento di vita,
simile alla brina e così facile a fondersi.
22In tutti i modi, o Signore, hai reso grande e glorioso il tuo popolo
e non hai dimenticato di assisterlo in ogni momento e in ogni luogo.
1Sugli empi si riversò sino alla fine
uno sdegno implacabile,
perché Dio prevedeva anche il loro futuro,
2che cioè, dopo aver loro permesso di andarsene
e averli fatti in fretta partire,
cambiato proposito, li avrebbero inseguiti.
3Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti
e piangevano sulle tombe dei morti,
presero un'altra decisione insensata,
e inseguirono come fuggitivi
coloro che gia avevan pregato di partire.
4Li spingeva a questo punto estremo un meritato destino,
che li gettò nell'oblio delle cose avvenute,
perché colmassero la punizione,
che ancora mancava ai loro tormenti,
5e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario,
essi incorressero in una morte singolare.
6Tutta la creazione assumeva da capo,
nel suo genere, nuova forma,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
7Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento,
terra asciutta apparire dove prima c'era acqua,
una strada libera aprirsi nel Mar Rosso
e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti;
8per essa passò tutto il tuo popolo,
i protetti della tua mano,
spettatori di prodigi stupendi.
9Come cavalli alla pastura,
come agnelli esultanti,
cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati.
10Ricordavano ancora i fatti del loro esilio,
come la terra, invece di bestiame, produsse zanzare,
come il fiume, invece di pesci, riversò una massa di rane.
11Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli,
quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati;
12poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie.
13Sui peccatori invece caddero i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per la loro malvagità,
avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero.
14Altri non accolsero ospiti sconosciuti;
ma costoro ridussero schiavi ospiti benemeriti.
15Non solo: ci sarà per i primi un giudizio,
perché accolsero ostilmente dei forestieri;
16ma quelli, dopo averli festosamente accolti,
poi, quando gia partecipavano ai loro diritti
li oppressero con lavori durissimi.
17Furono perciò colpiti da cecità,
come lo furono i primi alla porta del giusto,
quando avvolti fra tenebre fitte
ognuno cercava l'ingresso della propria porta.
18Difatti gli elementi scambiavano ordine fra loro,
come le note di un'arpa variano la specie del ritmo,
pur conservando sempre lo stesso tono.
E proprio questo si può dedurre
dalla attenta considerazione degli avvenimenti:
19animali terrestri divennero acquatici,
quelli che nuotavano passarono sulla terra.
20Il fuoco rafforzò nell'acqua la sua potenza
e l'acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere.
21Le fiamme non consumavano le carni
di animali gracili, che vi camminavano dentro,
né scioglievano quella specie di cibo celeste,
simile alla brina e così facile a fondersi.
22In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.