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22. | Normalmente si usa la versione CEI 2008, puoi confrontare con la versione CEI 1974 aggiungendo versione: 2008 versione: 1974. Esempio |
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Hai richiesto il libro intero Malachia e cercato i versetti contenenti le parole o frasi al e in [versioni Bibbia CEI 1974, Bibbia CEI 2008]
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GnGenesi (35), EsEsodo (54), LvLevitico (56), NmNumeri (65), DtDeuteronomio (57), GsGiosuè (43), GdcGiudici (21), RtRut (3), 1Sam1 Samuele (46), 2Sam2 Samuele (39), 1Re1 Re (43), 2Re2 Re (55), 1Cr1 Cronache (24), 2Cr2 Cronache (64), EsdEsdra (16), NeeNeemia (17), TbTobia (17), GdtGiuditta (30), EstEster (18), EstEbrEster Ebraico (5), 1Mac1 Maccabei (23), 2Mac2 Maccabei (25), GbGiobbe (14), SalSalmi (36), PrProverbi (13), QoQoelet (3), SapSapienza (7), SirSiracide (26), IsIsaia (38), GerGeremia (52), LamLamentazioni (1), BarBaruc (9), EzEzechiele (44), DnDaniele (24), OsOsea (3), AmAmos (6), GioGiona (1), MiMichea (8), SoSofonia (2), ZacZaccaria (9), MalMalachia (55), MtMatteo (18), McMarco (11), LcLuca (26), GvGiovanni (10), AtAtti (40), RmRomani (8), 1Cor1 Corinzi (8), 2Cor2 Corinzi (6), GalGalati (1), EfEfesini (7), FilFilippesi (4), ColColossesi (4), 1Tess1 Tessalonicesi (5), 2Tess2 Tessalonicesi (1), 1Tim1 Timoteo (2), 2Tim2 Timoteo (2), FmFilemone (2), EbrEbrei (7), GcGiacomo (2), 1Pt1 Pietro (3), 2Pt2 Pietro (2), 1Gv1 Giovanni (1), ApApocalisse (16)
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[vv. 1-17]
[<<< 1-17] 1Io ho detto in cuor mio: «Vieni, dunque, ti voglio mettere alla prova con la gioia: Gusta il piacere!». Ma ecco anche questo è vanità.
2Del riso ho detto: «Follia!»
e della gioia: «A che giova?».
3Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei giorni contati della loro vita. 4Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. 5Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d'ogni specie; 6mi sono fatto vasche, per irrigare con l'acqua le piantagioni. 7Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa e ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero più di tutti i miei predecessori in Gerusalemme. 8Ho accumulato anche argento e oro, ricchezze di re e di province; mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con le delizie dei figli dell'uomo. 9Sono divenuto grande, più potente di tutti i miei predecessori in Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 10Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d'ogni mia fatica; questa è stata la ricompensa di tutte le mie fatiche. 11Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un inseguire il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole.
12Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza. «Che farà il successore del re? Ciò che è gia stato fatto». 13Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre:
14Il saggio ha gli occhi in fronte,
ma lo stolto cammina nel buio.
Ma so anche che un'unica sorte
è riservata a tutt'e due.
15Allora ho pensato: «Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?». E ho concluso: «Anche questo è vanità». 16Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.
17Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto il sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento. 18Ho preso in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore. [v. 19] [<< 19] 19E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità! 20Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo durato sotto il sole, [vv. 21-26] [<<< 21-26] 21perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e grande sventura.
22Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole? 23Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità! 24Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. 25Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui? 26Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento!
[vv. 1-16]
[<<< 1-16] 1Io dicevo fra me: «Vieni, dunque, voglio metterti alla prova con la gioia. Gusta il piacere!». Ma ecco, anche questo è vanità.
2Del riso ho detto: «Follia!»
e della gioia: «A che giova?».
3Ho voluto fare un’esperienza: allietare il mio corpo con il vino e così afferrare la follia, pur dedicandomi con la mente alla sapienza. Volevo scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita. 4Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. 5Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d’ogni specie; 6mi sono fatto vasche per irrigare con l’acqua quelle piantagioni in crescita. 7Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa; ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero, più di tutti i miei predecessori a Gerusalemme. 8Ho accumulato per me anche argento e oro, ricchezze di re e di province. Mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con molte donne, delizie degli uomini. 9Sono divenuto più ricco e più potente di tutti i miei predecessori a Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 10Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d’ogni mia fatica: questa è stata la parte che ho ricavato da tutte le mie fatiche. 11Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo affrontato per realizzarle. Ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. Non c’è alcun guadagno sotto il sole.
12Ho considerato che cos’è la sapienza, la stoltezza e la follia: «Che cosa farà il successore del re? Quello che hanno fatto prima di lui». 13Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è come il vantaggio della luce sulle tenebre:
14il saggio ha gli occhi in fronte,
ma lo stolto cammina nel buio.
Eppure io so che un’unica sorte è riservata a tutti e due. 15Allora ho pensato: «Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Perché allora ho cercato d’essere saggio? Dov’è il vantaggio?». E ho concluso che anche questo è vanità. 16Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.
17Allora presi in odio la vita, perché mi era insopportabile quello che si fa sotto il sole. Tutto infatti è vanità e un correre dietro al vento. 18Ho preso in odio ogni lavoro che con fatica ho compiuto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore. [v. 19] [<< 19] 19E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità! 20Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo sostenuto sotto il sole, [vv. 21-26] [<<< 21-26] 21perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
22Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? 23Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità! 24Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e bere e godersi il frutto delle sue fatiche; mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. 25Difatti, chi può mangiare o godere senza di lui? 26Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre a chi fallisce dà la pena di raccogliere e di ammassare, per darlo poi a colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un correre dietro al vento!
[vv. 1-13]
[<<< 1-13]
1Meglio essere senza figli e avere la virtù,
poiché nel ricordo di questa c'è immortalità,
per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
2Presente è imitata; assente è desiderata;
nell'eternità trionfa, cinta di corona,
per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia.
3La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla;
e dalle sue bastarde propaggini
non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura.
4Anche se per qualche tempo mette gemme sui rami,
i suoi germogli precari saranno scossi dal vento
e sradicati dalla violenza delle bufere.
5Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri;
il loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare,
e a nulla servirà.
6Infatti i figli nati da unioni illegali
attestano la perversità dei genitori nel giudizio di essi.
7Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
8Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
9ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e un'età senile è una vita senza macchia.
10Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
11Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l'inganno non ne traviasse l'animo,
12poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
13Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
14La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
[vv. 15-16]
[<<< 15-16]
15che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi.
16Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto.
17Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
né in vista di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro.
[vv. 18-20]
[<<< 18-20]
18Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19Infine diventeranno un cadavere spregevole,
oggetto di scherno fra i morti per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li schianterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
20Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si alzeranno contro di essi
per accusarli.
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1Meglio essere senza figli e possedere la virtù,
perché nel ricordo di questa c’è immortalità:
essa è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
2Presente, è imitata,
assente, viene rimpianta;
incoronata, trionfa in eterno,
avendo vinto, in gara, premi incontaminati.
3La numerosa discendenza degli empi non servirà a nulla
e dai suoi polloni spuri non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura;
4anche se, a suo tempo, essa ramifica,
non essendo ben piantata, sarà scossa dal vento
e sradicata dalla violenza delle bufere.
5Saranno spezzati i ramoscelli ancora deboli;
il loro frutto sarà inutile, acerbo da mangiare,
e non servirà a nulla.
6Infatti i figli nati da sonni illegittimi
saranno testimoni della malvagità dei genitori,
quando su di essi si aprirà l’inchiesta.
7Il giusto, anche se muore prematuramente,
si troverà in un luogo di riposo.
8Vecchiaia veneranda non è quella longeva,
né si misura con il numero degli anni;
9ma canizie per gli uomini è la saggezza,
età senile è una vita senza macchia.
10Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e, poiché viveva fra peccatori, fu portato altrove.
11Fu rapito, perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza
o l’inganno non seducesse la sua anima,
12poiché il fascino delle cose frivole oscura tutto ciò che è bello
e il turbine della passione perverte un animo senza malizia.
13Giunto in breve alla perfezione,
ha conseguito la pienezza di tutta una vita.
14La sua anima era gradita al Signore,
perciò si affrettò a uscire dalla malvagità.
La gente vide ma non capì,
non ha riflettuto su un fatto così importante:
15grazia e misericordia sono per i suoi eletti
e protezione per i suoi santi.
16Il giusto, da morto, condannerà gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla conclusione,
condannerà gli empi, pur carichi di anni.
17Infatti vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio aveva deciso a suo riguardo
né per quale scopo il Signore l’aveva posto al sicuro.
18Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19Infine diventeranno come un cadavere disonorato,
oggetto di scherno fra i morti, per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li scuoterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
20Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si ergeranno contro di loro per accusarli.
[vv. 1-21]
[<<< 1-21]
1Essa si estende da un confine all'altro con forza,
governa con bontà eccellente ogni cosa.
2Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza,
ho cercato di prendermela come sposa,
mi sono innamorato della sua bellezza.
3Essa manifesta la sua nobiltà,
in comunione di vita con Dio,
perché il Signore dell'universo l'ha amata.
4Essa infatti è iniziata alla scienza di Dio
e sceglie le opere sue.
5Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
quale ricchezza è più grande della sapienza,
la quale tutto produce?
6Se l'intelligenza opera,
chi, tra gli esseri, è più artefice di essa?
7Se uno ama la giustizia,
le virtù sono il frutto delle sue fatiche.
Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza,
delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita.
8Se uno desidera anche un'esperienza molteplice,
essa conosce le cose passate e intravede le future,
conosce le sottigliezze dei discorsi
e le soluzioni degli enigmi,
pronostica segni e portenti,
come anche le vicende dei tempi e delle epoche.
9Ho dunque deciso di prenderla a compagna della mia vita,
sapendo che mi sarà consigliera di bene
e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore.
10Per essa avrò gloria fra le folle
e, anche se giovane, onore presso gli anziani.
11Sarò trovato acuto in giudizio,
sarò ammirato di fronte ai potenti.
12Se tacerò, resteranno in attesa;
se parlerò, mi presteranno attenzione;
se prolungherò il discorso,
si porranno la mano sulla bocca.
13Per essa otterrò l'immortalità
e lascerò un ricordo eterno ai miei successori.
14Governerò i popoli e le nazioni mi saranno soggette;
15sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno,
tra il popolo apparirò buono e in guerra coraggioso.
16Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore la sua convivenza,
ma contentezza e gioia.
17Riflettendo su tali cose in me stesso
e pensando in cuor mio
che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità
18e nella sua amicizia grande godimento
e nel lavoro delle sue mani una ricchezza inesauribile
e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza
e nella partecipazione ai suoi discorsi fama,
andavo cercando come prenderla con me.
19Ero un fanciullo di nobile indole,
avevo avuto in sorte un'anima buona
20o piuttosto, essendo buono,
ero entrato in un corpo senza macchia.
21Sapendo che non l'avrei altrimenti ottenuta,
se Dio non me l'avesse concessa,
- ed era proprio dell'intelligenza
sapere da chi viene tale dono -
mi rivolsi al Signore e lo pregai,
dicendo con tutto il cuore:
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1La sapienza si estende vigorosa da un’estremità all’altra
e governa a meraviglia l’universo.
2È lei che ho amato e corteggiato fin dalla mia giovinezza,
ho bramato di farla mia sposa,
mi sono innamorato della sua bellezza.
3Ella manifesta la sua nobile origine vivendo in comunione con Dio,
poiché il Signore dell’universo l’ha amata;
4infatti è iniziata alla scienza di Dio
e discerne le sue opere.
5Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
che cosa c’è di più ricco della sapienza, che opera tutto?
6Se è la prudenza ad agire,
chi più di lei è artefice di quanto esiste?
7Se uno ama la giustizia,
le virtù sono il frutto delle sue fatiche.
Ella infatti insegna la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza,
delle quali nulla è più utile agli uomini durante la vita.
8Se uno desidera anche un’esperienza molteplice,
ella conosce le cose passate e intravede quelle future,
conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi,
comprende in anticipo segni e prodigi
e anche le vicende dei tempi e delle epoche.
9Ho dunque deciso di dividere con lei la mia vita,
certo che mi sarebbe stata consigliera di buone azioni
e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore.
10Per lei avrò gloria tra le folle
e, anche se giovane, onore presso gli anziani.
11Sarò trovato perspicace nel giudicare,
sarò ammirato di fronte ai potenti.
12Se tacerò, resteranno in attesa,
se parlerò, mi presteranno attenzione,
e se mi dilungo nel parlare, si tapperanno la bocca.
13Grazie a lei avrò l’immortalità
e lascerò un ricordo eterno a quelli che verranno dopo di me.
14Governerò popoli, e nazioni mi saranno soggette.
15Sentendo parlare di me, crudeli tiranni si spaventeranno;
mi mostrerò buono con il popolo e coraggioso in guerra.
16Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore il vivere con lei,
ma contentezza e gioia.
17Riflettendo su queste cose dentro di me
e pensando in cuor mio
che nella parentela con la sapienza c’è l’immortalità
18e grande godimento vi è nella sua amicizia
e nel lavoro delle sue mani sta una ricchezza inesauribile
e nell’assidua compagnia di lei c’è la prudenza
e fama nel conversare con lei,
andavo cercando il modo di prenderla con me.
19Ero un ragazzo di nobile indole,
ebbi in sorte un’anima buona
20o piuttosto, essendo buono,
ero entrato in un corpo senza macchia.
21Sapendo che non avrei ottenuto la sapienza in altro modo,
se Dio non me l’avesse concessa
– ed è già segno di saggezza sapere da chi viene tale dono –,
mi rivolsi al Signore e lo pregai,
dicendo con tutto il mio cuore:
[vv. 1-5]
[<<< 1-5]
1Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
implora un legno più fragile della barca che lo porta.
2Questa, infatti, fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
3ma la tua provvidenza, o Padre, la guida
perché tu hai predisposto una strada anche nel mare,
un sentiero sicuro anche fra le onde,
4mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
5Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano le loro vite
anche a un minuscolo legno
e, attraversando i flutti con una zattera, scampano.
6Anche in principio, mentre perivano giganti superbi,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una barca,
lasciò al mondo la semenza di nuove generazioni,
grazie alla tua mano che la guidava.
[vv. 7-31]
[<<< 7-31]
7È benedetto il legno con cui si compie un'opera giusta,
8ma maledetto l'idolo opera di mani e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha lavorato,
quello perché, corruttibile, è detto dio.
9Perché sono ugualmente in odio a Dio
l'empio e la sua empietà;
10l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti.
11Perciò ci sarà un castigo anche per gli idoli dei pagani,
perché fra le creature di Dio son divenuti un abominio,
e scandalo per le anime degli uomini,
laccio per i piedi degli stolti.
12L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione,
la loro scoperta portò la corruzione nella vita.
13Essi non esistevano al principio né mai esisteranno.
14Entrarono nel mondo per la vanità dell'uomo,
per questo è stata decretata per loro una rapida fine.
15Un padre, consumato da un lutto prematuro,
ordinò un'immagine di quel suo figlio così presto rapito,
e onorò come un dio chi poco prima era solo un defunto
ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di iniziazione.
16Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo,
fu osservata come una legge.
17Le statue si adoravano anche per ordine dei sovrani:
i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza,
riprodotte con arte le sembianze lontane,
fecero un'immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l'assente, quasi fosse presente.
18All'estensione del culto
anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l'ambizione dell'artista.
19Questi infatti, desideroso di piacere al potente,
si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
20il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera,
considerò oggetto di culto
colui che poco prima onorava come uomo.
21Ciò divenne un'insidia ai viventi,
perché gli uomini,
vittime della disgrazia o della tirannide,
imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile.
22Poi non bastò loro sbagliare circa la conoscenza di Dio;
essi, pur vivendo in una grande guerra d'ignoranza,
danno a sì grandi mali il nome di pace.
23Celebrando iniziazioni infanticide o misteri segreti,
o banchetti orgiastici di strani riti
24non conservano più pure né vita né nozze
e uno uccide l'altro a tradimento
o l'affligge con l'adulterio.
25Tutto è una grande confusione:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro;
26confusione dei buoni, ingratitudine per i favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini matrimoniali, adulterio e dissolutezza.
27L'adorazione di idoli senza nome
è principio, causa e fine di ogni male.
28Gli idolatri infatti
o delirano nelle orge o sentenziano oracoli falsi
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
29Ponendo fiducia in idoli inanimati
non si aspettano un castigo per avere giurato il falso.
30Ma, per l'uno e per l'altro motivo,
li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un'idea falsa di Dio,
rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode,
disprezzando la santità.
31Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma il castigo dovuto ai peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
[vv. 1-5]
[<<< 1-5]
1Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
invoca un legno più fragile dell’imbarcazione che lo porta.
2Questa infatti fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
3ma la tua provvidenza, o Padre, la pilota,
perché tu tracciasti un cammino anche nel mare
e un sentiero sicuro anche fra le onde,
4mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
5Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano la loro vita anche a un minuscolo legno
e, avendo attraversato i flutti su una zattera, furono salvati.
6Infatti, anche in principio, mentre perivano i superbi giganti,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una zattera
e guidata dalla tua mano,
lasciò al mondo un seme di nuove generazioni.
[vv. 7-31]
[<<< 7-31]
7Benedetto è il legno per mezzo del quale si compie la giustizia,
8maledetto invece l’idolo, opera delle mani, e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha preparato,
quello perché, pur essendo corruttibile, è stato chiamato dio.
9Perché a Dio sono ugualmente in odio l’empio e la sua empietà;
10l’opera sarà punita assieme a chi l’ha compiuta.
11Perciò ci sarà un giudizio anche per gli idoli delle nazioni,
perché fra le creature di Dio sono diventati oggetto di ribrezzo,
e inciampo per le anime degli uomini,
e laccio per i piedi degli stolti.
12Infatti l’invenzione degli idoli fu l’inizio della fornicazione,
la loro scoperta portò alla corruzione della vita.
13Essi non esistevano dall’inizio e non esisteranno in futuro.
14Entrarono nel mondo, infatti, per la vana ambizione degli uomini,
per questo è stata decretata loro una brusca fine.
15Un padre, consumato da un lutto prematuro,
avendo fatto un’immagine del figlio così presto rapito,
onorò come un dio un uomo appena morto
e ai suoi subalterni ordinò misteri e riti d’iniziazione;
16col passare del tempo l’empia usanza si consolidò
e fu osservata come una legge.
Anche per ordine dei sovrani
le immagini scolpite venivano fatte oggetto di culto;
17alcuni uomini, non potendo onorarli di persona perché distanti,
avendo riprodotto le sembianze lontane,
fecero un’immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l’assente, come fosse presente.
18A estendere il culto anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l’ambizione dell’artista.
19Questi infatti, desideroso senz’altro di piacere al potente,
si sforzò con l’arte di renderne più bella l’immagine;
20ma la folla, attratta dal fascino dell’opera,
considerò oggetto di adorazione
colui che poco prima onorava come uomo.
21Divenne un’insidia alla vita il fatto che uomini,
resi schiavi della disgrazia e del potere,
abbiano attribuito a pietre o a legni il nome incomunicabile.
22Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio,
ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza,
a mali tanto grandi danno il nome di pace.
23Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti
o banchetti orgiastici secondo strane usanze,
24non conservano puri né la vita né il matrimonio,
ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio.
25Tutto vi è mescolato:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro,
26sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia.
27L’adorazione di idoli innominabili
è principio, causa e culmine di ogni male.
28Infatti coloro che sono idolatri
vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
29Ponendo fiducia in idoli inanimati,
non si aspettano un castigo per aver giurato il falso.
30Ma, per l’uno e per l’altro motivo, li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un’idea falsa di Dio, rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode, disprezzando la santità.
31Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma la giustizia che punisce i peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1Per questo furon giustamente puniti con esseri simili
e tormentati da numerose bestiole.
2Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito gli preparasti
un cibo di gusto squisito, le quaglie.
3Gli egiziani infatti, sebbene bramosi di cibo,
disgustati dagli animali inviati contro di loro
perdettero anche il naturale appetito;
questi invece, dopo una breve privazione,
gustarono un cibo squisito.
4Era necessario che a quegli avversari
venisse addosso una carestia inevitabile
e che a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
5Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e perirono per i morsi di tortuosi serpenti,
la tua collera non durò sino alla fine.
6Per correzione furono spaventati per breve tempo,
avendo gia avuto un pegno di salvezza
a ricordare loro i decreti della tua legge.
7Infatti chi si volgeva a guardarlo
era salvato non da quel che vedeva,
ma solo da te, salvatore di tutti.
8Anche con ciò convincesti i nostri nemici
che tu sei colui che libera da ogni male.
9Gli egiziani infatti furono uccisi dai morsi
di cavallette e di mosche,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
10Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché intervenne la tua misericordia a guarirli.
11Perché ricordassero le tue parole,
feriti dai morsi, erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
12Non li guarì né un'erba né un emolliente,
ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana.
13Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte;
conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire.
14L'uomo può uccidere nella sua malvagità,
ma non far tornare uno spirito gia esalato,
né liberare un'anima gia accolta negli inferi.
15È impossibile sfuggire alla tua mano:
16gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono colpiti con la forza del tuo braccio,
perseguitati da strane pioggie e da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e divorati dal fuoco.
17E, cosa più strana, l'acqua che tutto spegne
ravvivava sempre più il fuoco:
l'universo si fa alleato dei giusti.
18Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tal vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
19Altre volte anche in mezzo all'acqua
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
20Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,
dal cielo offristi loro un pane gia pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
21Questo tuo alimento manifestava
la tua dolcezza verso i tuoi figli;
esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva
e si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
[vv. 22-29]
[<<< 22-29]
22Neve e ghiaccio resistevano al fuoco senza sciogliersi,
perché riconoscessero che i frutti dei nemici
il fuoco distruggeva ardendo tra la grandine
e folgoreggiando tra le piogge.
23Al contrario, perché si nutrissero i giusti,
dimenticava perfino la propria virtù.
24La creazione infatti a te suo creatore obbedendo,
si irrigidisce per punire gli ingiusti,
ma s'addolcisce a favore di quanti confidano in te.
25Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
serviva alla tua liberalità che tutti alimenta,
secondo il desiderio di chi era nel bisogno,
26perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero
che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo,
ma la tua parola conserva coloro che credono in te.
27Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
28perché fosse noto che si deve prevenire il sole
per renderti grazie
e pregarti allo spuntar della luce,
29poiché la speranza dell'ingrato
si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un'acqua inutilizzabile.
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1Per questo furono giustamente puniti con esseri simili
e torturati con una moltitudine di bestie.
2Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito
gli preparasti come cibo quaglie dal gusto insolito,
3perché quelli che desideravano cibo,
a causa del ribrezzo per gli animali inviati contro di loro,
perdessero anche l’istinto della fame,
mentre questi, rimasti privi di cibo per un breve periodo,
provassero un gusto insolito.
4Era necessario che su quei tiranni
si abbattesse una carestia implacabile
e a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
5Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e venivano distrutti per i morsi di serpenti sinuosi,
la tua collera non durò sino alla fine.
6Per correzione furono turbati per breve tempo,
ed ebbero un segno di salvezza
a ricordo del precetto della tua legge.
7Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato
non per mezzo dell’oggetto che vedeva,
ma da te, salvatore di tutti.
8Anche in tal modo hai persuaso i nostri nemici
che sei tu colui che libera da ogni male.
9Essi infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e mosconi,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
10Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì.
11Perché ricordassero le tue parole,
venivano feriti ed erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
12Non li guarì né un’erba né un unguento,
ma la tua parola, o Signore, che tutto risana.
13Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte,
conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire.
14L’uomo uccide con la sua malvagità,
ma non può far ritornare uno spirito che se n’è andato,
né libera un’anima già accolta nel regno dei morti.
15È impossibile sfuggire alla tua mano:
16perciò gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono fustigati dalla forza del tuo braccio,
perseguitati da piogge strane, da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e consumati dal fuoco.
17E, cosa più sorprendente, nell’acqua che tutto spegne
il fuoco prendeva sempre più forza,
perché alleato dei giusti è l’universo.
18Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tale vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
19Altre volte, anche in mezzo all’acqua,
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
20Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli,
dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
21Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli,
si adattava al gusto di chi ne mangiava,
si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
[vv. 22-29]
[<<< 22-29]
22Neve e ghiaccio resistevano al fuoco e non si fondevano,
perché sapessero che il fuoco, che ardeva nella grandine
e lampeggiava nelle piogge, distruggeva i frutti dei nemici;
23al contrario, perché i giusti si nutrissero,
dimenticava perfino la propria forza.
24La creazione infatti, obbedendo a te che l’hai fatta,
si irrigidisce per punire gli ingiusti
e si addolcisce a favore di quelli che confidano in te.
25Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
era al servizio del tuo dono che nutre tutti,
secondo il desiderio di chi ti pregava,
26perché i tuoi figli, che hai amato, o Signore,
imparassero che non le diverse specie di frutti nutrono l’uomo,
ma la tua parola tiene in vita coloro che credono in te.
27Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
28perché fosse noto che si deve prevenire il sole per renderti grazie
e incontrarti al sorgere della luce,
29poiché la speranza dell’ingrato si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un’acqua inutilizzabile.
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
2Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
5Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
6Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
8Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
11Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
12quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
13Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
14ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
15Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
16fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
18la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
19Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
20Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.
[vv. 1-8]
[<<< 1-8]
1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare;
per questo le anime senza istruzione si sono ingannate.
2Infatti gli ingiusti, avendo preteso di dominare il popolo santo,
prigionieri delle tenebre e incatenati a una lunga notte,
chiusi sotto i loro tetti, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restare nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo oscuro dell’oblio,
furono dispersi, terribilmente spaventati
e sconvolti da visioni.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro
e apparivano lugubri spettri dai volti tristi.
5Nessun fuoco, per quanto intenso, riusciva a far luce,
neppure le luci più splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare dall’alto quella notte cupa.
6Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, tremenda;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose che vedevano.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e il vanto della loro saggezza era svergognato.
8Infatti quelli che promettevano di cacciare
timori e inquietudini dall’anima malata,
languivano essi stessi in un ridicolo timore.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
messi in agitazione al passare delle bestie e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l’aria che in nessun modo si può evitare.
[vv. 10-20]
[<<< 10-20]
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e, oppressa dalla coscienza, aumenta sempre le difficoltà.
11La paura infatti altro non è che l’abbandono degli aiuti della ragione;
12quanto meno ci si affida nell’intimo a tali aiuti,
tanto più grave è l’ignoranza della causa che provoca il tormento.
13Ma essi, durante tale notte davvero impotente,
uscita dagli antri del regno dei morti anch’esso impotente,
mentre dormivano il medesimo sonno,
14ora erano tormentati da fantasmi mostruosi,
ora erano paralizzati, traditi dal coraggio,
perché una paura improvvisa e inaspettata si era riversata su di loro.
15Così chiunque, come caduto là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza sbarre:
16agricoltore o pastore
o lavoratore che fatica nel deserto,
sorpreso, subiva l’ineluttabile destino,
perché tutti erano legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il vento che sibila
o canto melodioso di uccelli tra folti rami
o suono cadenzato dell’acqua che scorre con forza
o cupo fragore di rocce che precipitano
18o corsa invisibile di animali imbizzarriti
o urla di crudelissime belve ruggenti
o eco rimbalzante dalle cavità dei monti,
tutto li paralizzava riempiendoli di terrore.
19Il mondo intero splendeva di luce smagliante
e attendeva alle sue opere senza impedimento.
20Soltanto su di loro si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma essi erano a se stessi più gravosi delle tenebre.
[vv. 1-3]
[<<< 1-3]
1Per i tuoi santi risplendeva una luce vivissima;
essi invece, sentendone le voci, senza vederne l'aspetto.
li proclamavan beati, chè non avevan come loro sofferto
2ed erano loro grati perché, offesi per primi,
non facevano loro del male
e imploravano perdono d'essere stati loro nemici.
3Invece delle tenebre desti loro una colonna di fuoco,
come guida in un viaggio sconosciuto
e come un sole innocuo per il glorioso emigrare.
4Eran degni di essere privati della luce
e di essere imprigionati nelle tenebre
quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli,
per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge
doveva esser concessa al mondo.
[vv. 5-25]
[<<< 5-25]
5Poiché essi avevan deciso di uccidere i neonati dei santi
- e un solo bambino fu esposto e salvato -
per castigo eliminasti una moltitudine di loro figli
e li facesti perire tutti insieme nell'acqua impetuosa.
6Quella notte fu preannunziata ai nostri padri,
perché sapendo a quali promesse avevano creduto,
stessero di buon animo.
7Il tuo popolo si attendeva
la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici.
8Difatti come punisti gli avversari,
così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te.
9I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
i santi avrebbero partecipato ugualmente
ai beni e ai pericoli,
intonando prima i canti di lode dei padri.
10Faceva eco il grido confuso dei nemici
e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli.
11Con la stessa pena lo schiavo
era punito insieme con il padrone,
il popolano soffriva le stesse pene del re.
12Tutti insieme, nello stesso modo,
ebbero innumerevoli morti,
e i vivi non bastavano a seppellirli
perché in un istante perì la loro più nobile prole.
13Quelli rimasti increduli a tutto per via delle loro magie,
alla morte dei primogeniti confessarono
che questo popolo è figlio di Dio.
14Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso,
15la tua parola onnipotente dal cielo,
dal tuo trono regale, guerriero implacabile,
si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile.
16Fermatasi, riempì tutto di morte;
toccava il cielo e camminava sulla terra.
17Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili
li atterrivano;
timori impensabili piombarono su di loro.
18Cadendo mezzi morti qua e là,
ognuno mostrava la causa della morte.
19I loro sogni terrificanti li avevano preavvisati,
perché non morissero ignorando
il motivo delle loro sofferenze.
20La prova della morte colpì anche i giusti
e nel deserto ci fu strage di molti;
ma l'ira non durò a lungo,
21perché un uomo incensurabile si affrettò a difenderli:
prese le armi del suo ministero,
la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso;
si oppose alla collera e mise fine alla sciagura,
mostrando che era tuo servitore.
22Egli superò l'ira divina non con la forza del corpo,
né con l'efficacia delle armi;
ma con la parola placò colui che castigava,
ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri.
23I morti eran caduti a mucchi gli uni sugli altri,
quando egli, ergendosi lì in mezzo, arrestò l'ira
e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi.
24Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo,
i nomi gloriosi dei padri intagliati
sui quattro ordini di pietre preziose
e la tua maestà sulla corona della sua testa.
25Di fronte a questo lo sterminatore indietreggiò,
ebbe paura,
poiché un solo saggio della collera bastava.
[vv. 1-3]
[<<< 1-3]
1Per i tuoi santi invece c’era una luce grandissima;
quegli altri, sentendone le voci, senza vederne l’aspetto,
li proclamavano beati, perché non avevano sofferto come loro
2e li ringraziavano perché non nuocevano loro,
pur avendo subìto un torto,
e imploravano perdono delle passate inimicizie.
3Invece desti loro una colonna di fuoco,
come guida di un viaggio sconosciuto
e sole inoffensivo per un glorioso migrare in terra straniera.
4Meritavano di essere privati della luce e imprigionati nelle tenebre
quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli,
per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge
doveva essere concessa al mondo.
[vv. 5-25]
[<<< 5-25]
5Poiché essi avevano deliberato di uccidere i neonati dei santi
– e un solo bambino fu esposto e salvato –,
tu per castigo hai tolto di mezzo la moltitudine dei loro figli,
facendoli perire tutti insieme nell’acqua impetuosa.
6Quella notte fu preannunciata ai nostri padri,
perché avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà.
7Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
8Difatti come punisti gli avversari,
così glorificasti noi, chiamandoci a te.
9I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
10Faceva eco il grido discorde dei nemici
e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli.
11Con la stessa pena il servo era punito assieme al padrone,
l’uomo comune soffriva le stesse pene del re.
12Tutti insieme, nello stesso modo,
ebbero innumerevoli morti,
e i vivi non bastavano a seppellirli,
perché in un istante fu sterminata la loro prole più nobile.
13Quanti erano rimasti increduli a tutto per via delle loro magie,
allo sterminio dei primogeniti confessarono
che questo popolo era figlio di Dio.
14Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo rapido corso,
15la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale,
guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile
16e, fermatasi, riempì tutto di morte;
toccava il cielo e aveva i piedi sulla terra.
17Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili li atterrivano
e timori inattesi piombarono su di loro.
18Cadendo mezzi morti qua e là,
mostravano quale fosse la causa della loro morte.
19Infatti i loro sogni terrificanti li avevano preavvisati,
perché non morissero ignorando il motivo delle loro sofferenze.
20L’esperienza della morte colpì anche i giusti
e nel deserto ci fu il massacro di una moltitudine,
ma l’ira non durò a lungo,
21perché un uomo irreprensibile si affrettò a difenderli,
avendo portato le armi del suo ministero,
la preghiera e l’incenso espiatorio;
si oppose alla collera e mise fine alla sciagura,
mostrando di essere il tuo servitore.
22Egli vinse la collera divina non con la forza del corpo
né con la potenza delle armi,
ma con la parola placò colui che castigava,
ricordando i giuramenti e le alleanze dei padri.
23Quando ormai i morti erano caduti a mucchi gli uni sugli altri,
egli, ergendosi là in mezzo, arrestò l’ira
e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi.
24Sulla sua veste lunga fino ai piedi portava tutto il mondo,
le glorie dei padri scolpite su quattro file di pietre preziose
e la tua maestà sopra il diadema della sua testa.
25Di fronte a queste insegne lo sterminatore indietreggiò, ebbe paura,
perché bastava questa sola prova dell’ira divina.
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Questo mi basta».
2Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
3Non dire: «Chi mi dominerà?»,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
4Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
5Non esser troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
6Non dire: «La sua misericordia è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui ci sono misericordia e ira,
il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
7Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
poiché improvvisa scoppierà l'ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
[vv. 8-15]
[<<< 8-15]
8Non confidare in ricchezze ingiuste,
perché non ti gioveranno nel giorno della sventura.
9Non ventilare il grano a qualsiasi vento
e non camminare su qualsiasi sentiero.
10Sii costante nel tuo sentimento,
e unica sia la tua parola.
11Sii pronto nell'ascoltare,
lento nel proferire una risposta.
12Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo;
altrimenti mettiti la mano sulla bocca.
13Nel parlare ci può essere onore o disonore;
la lingua dell'uomo è la sua rovina.
14Non meritare il titolo di calunniatore
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l'uomo falso.
15Non far male né molto né poco,
e da amico non divenire nemico,
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Basto a me stesso».
2Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
3Non dire: «Chi mi dominerà?»,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
4Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
5Non essere troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
6Non dire: «La sua compassione è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui c’è misericordia e ira,
e il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
7Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
[vv. 8-15]
[<<< 8-15]
8Non confidare in ricchezze ingiuste:
non ti gioveranno nel giorno della sventura.
9Non ventilare il grano a ogni vento
e non camminare su qualsiasi sentiero:
così fa il peccatore che è bugiardo.
10Sii costante nelle tue convinzioni,
e una sola sia la tua parola.
11Sii pronto nell’ascoltare
e lento nel dare una risposta.
12Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo;
altrimenti metti la mano sulla tua bocca.
13Nel parlare ci può essere gloria o disonore:
la lingua dell’uomo è la sua rovina.
14Non procurarti la fama di maldicente
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l’uomo bugiardo.
15Non sbagliare, né molto né poco,
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Non fare il male, perché il male non ti prenda.
2Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te.
3Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
4Non domandare al Signore il potere
né al re un posto di onore.
5Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.
6Non cercare di divenire giudice,
che poi ti manchi la forza di estirpare l'ingiustizia;
altrimenti temeresti alla presenza del potente
e getteresti una macchia sulla tua dirittura.
7Non offendere l'assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
[vv. 8-36]
[<<< 8-36]
8Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
9Non dire: «Egli guarderà all'abbondanza dei miei doni,
e quando farò l'offerta al Dio altissimo
egli l'accetterà».
10Non mancar di fiducia nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
11Non deridere un uomo dall'animo amareggiato,
poiché c'è chi umilia e innalza.
12Non fabbricare menzogne contro tuo fratello
e neppure qualcosa di simile contro l'amico.
13Non volere in nessun modo ricorrere alla menzogna,
perché le sue conseguenze non sono buone.
14Non parlar troppo nell'assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
15Non disprezzare il lavoro faticoso,
neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo.
16Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
17Umilia profondamente la tua anima,
perché castigo dell'empio sono fuoco e vermi.
18Non cambiare un amico per interesse,
né un fratello fedele per l'oro di Ofir.
19Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua bontà val più dell'oro.
20Non maltrattare uno schiavo che lavora fedelmente
né un mercenario che dà tutto se stesso.
21Ami l'anima tua un servo saggio
e non ricusargli la libertà.
22Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
23Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla giovinezza.
24Hai figlie? Vigila sui loro corpi
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
25Accasa una figlia e avrai compiuto un grande affare;
ma sposala a un uomo assennato.
26Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla;
ma di quella odiata non fidarti.
27Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare i dolori di tua madre.
28Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
29Temi con tutta l'anima il Signore
e riverisci i suoi sacerdoti.
30Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
31Temi il Signore e onora il sacerdote,
consegna la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici espiatori, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.
32Al povero stendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
33La tua generosità si estenda a ogni vivente
e al morto non negare la tua grazia.
34Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti mòstrati afflitto.
35Non indugiare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
36In tutte le tue opere ricordati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Non fare il male, perché il male non ti prenda.
2Stai lontano dall’iniquità ed essa si allontanerà da te.
3Figlio, non seminare nei solchi dell’ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
4Non domandare al Signore il potere né al re un posto di onore.
5Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.
6Non cercare di divenire giudice
se ti manca la forza di estirpare l’ingiustizia,
perché temeresti di fronte al potente
e getteresti una macchia sulla tua retta condotta.
7Non fare soprusi contro l’assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
[vv. 8-36]
[<<< 8-36]
8Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
9Non dire: «Egli guarderà all’abbondanza dei miei doni,
e quando farò l’offerta al Dio altissimo, egli l’accetterà».
10Non essere incostante nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
11Non deridere un uomo dall’animo amareggiato,
perché c’è chi umilia e innalza.
12Non seminare menzogne contro tuo fratello
e non fare qualcosa di simile all’amico.
13Non ricorrere mai alla menzogna:
è un’abitudine che non porta alcun bene.
14Non parlare troppo nell’assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
15Non disprezzare il lavoro faticoso,
in particolare l’agricoltura che Dio ha istituito.
16Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
17Umìliati profondamente,
perché castigo dell’empio sono fuoco e vermi.
18Non cambiare un amico per interesse
né un vero fratello per l’oro di Ofir.
19Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua amabilità vale più dell’oro.
20Non maltrattare un servo che lavora fedelmente
né l’operaio che si impegna totalmente.
21Ama il servo intelligente
e non rifiutargli la libertà.
22Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
23Hai figli? Educali
e fa’ loro piegare il collo fin dalla giovinezza.
24Hai figlie? Vigila sul loro corpo
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
25Fa’ sposare tua figlia e avrai compiuto un grande affare,
ma dàlla a un uomo assennato.
26Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla,
ma se non le vuoi bene, non fidarti.
27Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare le doglie di tua madre.
28Ricorda che essi ti hanno generato:
che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
29Con tutta l’anima temi il Signore
e abbi riverenza per i suoi sacerdoti.
30Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
31Temi il Signore e onora il sacerdote,
dàgli la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici di riparazione, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.
32Anche al povero tendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
33La tua generosità si estenda a ogni vivente,
ma anche al morto non negare la tua pietà.
34Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti móstrati afflitto.
35Non esitare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
36In tutte le tue opere ricòrdati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Un governatore saggio educa il suo popolo,
l'autorità di un uomo assennato sarà ben ordinata.
2Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti gli abitanti.
3Un re senza formazione rovinerà il suo popolo;
una città prospererà per il senno dei capi.
4Il governo del mondo è nelle mani del Signore;
egli vi susciterà al momento giusto l'uomo adatto.
5Il successo dell'uomo è nelle mani del Signore,
che investirà il magistrato della sua autorità.
6Non crucciarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi;
non far nulla in preda all'ira.
7Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia.
[vv. 8-31]
[<<< 8-31]
8L'impero passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
9Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
10La malattia è lunga, il medico se la ride;
chi oggi è re, domani morirà.
11Quando l'uomo muore eredita insetti, belve e vermi.
12Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore,
tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato.
13Principio della superbia infatti è il peccato;
chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio.
Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi
e lo flagella sino a finirlo.
14Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere gli umili.
15Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni
al loro posto ha piantato gli umili.
16Il Signore ha sconvolto le regioni delle nazioni,
e le ha distrutte fin dalle fondamenta della terra.
17Le ha estirpate e annientate,
ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.
18Non è fatta per gli uomini la superbia,
né per i nati di donna l'arroganza.
19Quale stirpe è onorata? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è onorata?
Coloro che temono il Signore.
20Quale stirpe è ignobile? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è ignobile?
Coloro che trasgrediscono i comandamenti.
21Tra i fratelli è onorato il loro capo,
ma coloro che temono il Signore lo sono ai suoi occhi.
22Uno ricco, onorato o povero,
ponga il proprio vanto nel timore del Signore.
23Non è giusto disprezzare un povero assennato
e non conviene esaltare un uomo peccatore.
24Il nobile, il giudice e il potente sono onorati;
ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.
25Uomini liberi serviranno un servo sapiente;
un uomo intelligente non mormora per questo.
26Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro
e non gloriarti al momento del bisogno.
27Meglio uno che lavora e abbonda di tutto
che chi va in giro vantandosi e manca di cibo.
28Figlio, con modestia glorifica l'anima tua
e rendile onore secondo che merita.
29Chi darà ragione a uno che si dà torto da sé?
Chi stimerà uno che si disprezza?
30Un povero è onorato per la sua scienza,
un ricco è onorato per la sua ricchezza.
31Chi è onorato nella povertà,
quanto più lo sarà nella ricchezza?
Chi è disprezzato nella ricchezza,
quanto più lo sarà nella povertà?
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Un governatore saggio educa il suo popolo,
il governo dell’uomo di senno è ordinato.
2Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti i suoi abitanti.
3Un re che non ha istruzione rovina il suo popolo,
una città prospera per il senno dei capi.
4Il governo del mondo è nelle mani del Signore;
egli vi suscita l’uomo adatto al momento giusto.
5Il successo dell’uomo è nelle mani del Signore,
ma sulla persona dello scriba egli pone la sua gloria.
6Non irritarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi
e non fare nulla in preda all’ira.
7Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
l’uno e gli altri hanno in odio l’ingiustizia.
[vv. 8-31]
[<<< 8-31]
8Il regno passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
Niente è più empio dell’uomo che ama il denaro,
poiché egli si vende anche l’anima.
9Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
10Una lunga malattia si prende gioco del medico;
chi oggi è re, domani morirà.
11Quando l’uomo muore,
eredita rettili, belve e vermi.
12Principio della superbia è allontanarsi dal Signore;
il superbo distoglie il cuore dal suo creatore.
13Principio della superbia infatti è il peccato;
chi ne è posseduto diffonde cose orribili.
Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi
e li ha abbattuti fino ad annientarli.
14Il Signore ha rovesciato i troni dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere i miti.
15Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni,
al loro posto ha piantato gli umili.
16Il Signore ha sconvolto le terre delle nazioni
e le ha distrutte fino alle fondamenta.
17Le ha cancellate dal consorzio umano e le ha annientate,
ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.
18Non è fatta per gli uomini la superbia
né l’impeto della collera per i nati da donna.
19Quale stirpe è degna d’onore? La stirpe dell’uomo.
Quale stirpe è degna d’onore? Quelli che temono il Signore.
Quale stirpe non è degna d’onore? La stirpe dell’uomo.
Quale stirpe non è degna d’onore? Quelli che trasgrediscono i comandamenti.
20Tra i fratelli viene onorato chi li comanda,
ma agli occhi del Signore quelli che lo temono.
21Principio di gradimento è il timore del Signore,
principio di rifiuto l’ostinazione e la superbia.
22Il ricco, il nobile, il povero:
loro vanto è il timore del Signore.
23Non è giusto disprezzare un povero che ha senno
e non conviene onorare un uomo peccatore.
24Il principe, il giudice e il potente sono onorati,
ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.
25Uomini liberi serviranno uno schiavo sapiente
e chi ha senno non protesterà.
26Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro
e non gloriarti nel momento del tuo bisogno.
27Meglio uno che lavora e abbonda di tutto
di chi va in giro a vantarsi e manca di cibo.
28Figlio, con modestia pensa al tuo onore
e fatti valere secondo il tuo merito.
29Chi giustificherà uno che fa male a se stesso
e chi onorerà colui che si disonora?
30Un povero viene onorato per la sua scienza
e un ricco viene onorato per la sua ricchezza.
31Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza!
E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà!
[vv. 1-19]
[<<< 1-19]
1Chi maneggia la pece si sporca,
chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
2Non portare un peso troppo grave,
non associarti ad uno più forte e più ricco di te.
Come una pentola di coccio farà società con una caldaia?
Questa l'urterà e quella andrà in frantumi.
3Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.
4Se puoi essergli utile, approfitterà di te;
se hai bisogno, ti abbandonerà.
5Se possiedi, vivrà con te;
ti spoglierà e non ne avrà alcuna pena.
6Ha bisogno di te? Ti imbroglierà, ti sorriderà
e ti darà una speranza, ti rivolgerà belle parole
e domanderà: «Di che cosa hai bisogno?».
7Ti farà arrossire con i suoi banchetti,
finché non ti avrà spremuto due o tre volte.
Alla fine ti deriderà; poi vedendoti ti eviterà
e scuoterà il capo davanti a te.
8Stà attento a non lasciarti imbrogliare
né umiliare per la tua stoltezza.
9Quando un potente ti chiama, allontànati;
egli ti chiamerà sempre di più.
10Non essere invadente per non essere respinto,
ma non allontanarti troppo per non essere dimenticato.
11Non credere di trattare alla pari con lui
e non fidarti delle sue molte parole;
12con la sua molta loquacità ti metterà alla prova
e quasi sorridendo ti esaminerà.
13Spietato chi non mantiene le parole,
non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
14Guardati e stà attento, perché cammini insieme alla tua rovina.
15Ogni creatura vivente ama il suo simile,
ogni uomo il suo vicino.
16Ogni essere si accoppia secondo la sua specie;
l'uomo si associa a chi gli è simile.
17Che cosa vi può essere in comune tra il lupo e l'agnello?
Lo stesso accade fra il peccatore e il pio.
18Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
Quale intesa tra il ricco e il povero?
19Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto;
così pascolo dei ricchi sono i poveri.
20La condizione umile è in abominio al superbo,
così il povero è in abominio al ricco.
[vv. 21-26]
[<<< 21-26]
21Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici;
se il povero cade, anche dagli amici è respinto.
22Se cade il ricco, molti lo aiutano;
dice cose insulse? Eppure lo si felicita.
Se cade il povero, lo si rimprovera;se dice cose assennate, non ci si bada.
23Parla il ricco, tutti tacciono
ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso.
Parla il povero e dicono: «Chi è costui?».
Se inciampa, l'aiutano a cadere.
24La ricchezza è buona, se è senza peccato;
la povertà è cattiva a detta dell'empio.
25Il cuore dell'uomo cambia il suo volto
o in bene o in male.
26Indice di un cuore buono è una faccia gioiosa,
ma la scoperta di proverbi è un lavoro ben faticoso.
[vv. 1-26]
[<<< 1-26]
1Chi maneggia la pece si sporca,
chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
2Non portare un peso troppo grave per te,
non associarti a uno più forte e più ricco di te.
Perché accostare una brocca alla pentola?
Se questa cozza, l’altra si spezza.
3Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
il povero subisce ingiustizia e per di più deve scusarsi.
4Se gli sei utile, si approfitta di te;
se hai bisogno, ti abbandonerà.
5Se possiedi, starà con te,
e ti impoverisce senza alcun rimorso.
6Se ha bisogno di te, ti imbroglierà,
ti sorriderà e ti farà sperare,
ti rivolgerà belle parole e chiederà: «Di che cosa hai bisogno?».
7Con i suoi banchetti ti farà vergognare,
finché non ti avrà spremuto due o tre volte tanto.
Alla fine ti deriderà,
poi vedendoti ti eviterà
e scuoterà il suo capo davanti a te.
8Sta’ attento a non lasciarti imbrogliare
e a non farti umiliare per la tua stoltezza.
9Quando un potente ti chiama, allontànati,
ed egli insisterà nel chiamarti.
10Non essere invadente per non essere respinto,
non stare appartato per non essere dimenticato.
11Non credere di trattare alla pari con lui
e non dare credito alle sue chiacchiere,
perché parla molto per metterti alla prova
e anche sorridendo indagherà su di te.
12Non ha pietà chi non mantiene la parola,
non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
13Guàrdati e sta’ molto attento,
perché cammini sull’orlo del precipizio.
14Quando ascolti queste cose nel sonno, svégliati:
per tutta la tua vita ama il Signore
e invocalo per la tua salvezza.
15Ogni vivente ama il suo simile
e ogni uomo il suo vicino.
16Ogni essere si accoppia secondo la sua specie,
l’uomo si associa a chi gli è simile.
17Che cosa può esserci in comune tra il lupo e l’agnello?
Così tra il peccatore e il giusto.
18Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
Quale intesa tra il ricco e il povero?
19Sono preda dei leoni gli asini selvatici nel deserto,
così pascolo dei ricchi sono i poveri.
20Per il superbo l’umiltà è obbrobrio,
così per il ricco è obbrobrio il povero.
21Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici,
ma l’umile che cade è respinto dagli amici.
22Il ricco che sbaglia ha molti difensori;
se dice sciocchezze, lo scusano.
Se sbaglia l’umile, lo si rimprovera;
anche se dice cose sagge, non ci si bada.
23Parla il ricco, tutti tacciono
e portano alle stelle il suo discorso.
Parla il povero e dicono: «Chi è costui?»;
se inciampa, l’aiutano a cadere.
24Buona è la ricchezza, se è senza peccato;
la povertà è cattiva sulla bocca dell’empio.
25Il cuore di un uomo cambia il suo volto
sia in bene sia in male.
26Segno di buon cuore è un volto sereno,
ma trovare dei proverbi è un lavoro faticoso.
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1Così agirà chi teme il Signore;
chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza.
2Essa gli andrà incontro come una madre,
l'accoglierà come una vergine sposa;
3lo nutrirà con il pane dell'intelligenza,
e l'acqua della sapienza gli darà da bere.
4Egli si appoggerà su di lei e non vacillerà,
si affiderà a lei e non resterà confuso.
5Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni
e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea;
6egli troverà contentezza e una corona di gioia
e otterrà fama perenne.
7Gli insensati non conseguiranno mai la sapienza,
i peccatori non la contempleranno mai.
8Essa sta lontana dalla superbia,
i bugiardi non pensano ad essa.
9La sua lode non s'addice alla bocca del peccatore,
perché non gli è stata concessa dal Signore.
10La lode infatti va celebrata con sapienza;
è il Signore che la dirigerà.
11Non dire: «Mi son ribellato per colpa del Signore»,
perché ciò che egli detesta, non devi farlo.
12Non dire: «Egli mi ha sviato»,
perché egli non ha bisogno di un peccatore.
13Il Signore odia ogni abominio,
esso non è voluto da chi teme Dio.
14Egli da principio creò l'uomo
e lo lasciò in balìa del suo proprio volere.
15Se vuoi, osserverai i comandamenti;
l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere.
16Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua;
là dove vuoi stenderai la tua mano.
17Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
18Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
19I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
20Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.
[vv. 1-8]
[<<< 1-8]
1Chi teme il Signore farà tutto questo,
chi è saldo nella legge otterrà la sapienza.
2Ella gli andrà incontro come una madre,
lo accoglierà come una vergine sposa;
3lo nutrirà con il pane dell’intelligenza
e lo disseterà con l’acqua della sapienza.
4Egli si appoggerà a lei e non vacillerà,
a lei si affiderà e non resterà confuso.
5Ella lo innalzerà sopra i suoi compagni
e gli farà aprire bocca in mezzo all’assemblea.
6Troverà gioia e una corona di esultanza
e un nome eterno egli erediterà.
7Gli stolti non raggiungeranno mai la sapienza
e i peccatori non la contempleranno mai.
8Ella sta lontana dagli arroganti,
e i bugiardi non si ricorderanno di lei.
9La lode non si addice in bocca al peccatore,
perché non gli è stata concessa dal Signore.
[vv. 10-20]
[<<< 10-20]
10La lode infatti va celebrata con sapienza
ed è il Signore che la dirige.
11Non dire: «A causa del Signore sono venuto meno»,
perché egli non fa quello che detesta.
12Non dire: «Egli mi ha tratto in errore»,
perché non ha bisogno di un peccatore.
13Il Signore odia ogni abominio:
esso non è amato da quelli che lo temono.
14Da principio Dio creò l’uomo
e lo lasciò in balìa del suo proprio volere.
15Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti;
l’essere fedele dipende dalla tua buona volontà.
16Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
17Davanti agli uomini stanno la vita e la morte:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
18Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
19I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
20A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.
[vv. 1-30]
[<<< 1-30]
1Non desiderare una moltitudine di figli buoni a nulla,
non gioire per figli empi.
2Se aumentano di numero non gioire,
se sono privi del timore del Signore.
3Non confidare su una loro vita lunga
e non fondarti sul loro numero,
poiché è preferibile uno a mille
e morir senza figli che averne degli empi.
4La città potrà ripopolarsi per opera di un solo assennato,
mentre la stirpe degli iniqui sarà distrutta.
5Il mio occhio ha visto molte simili cose;
il mio orecchio ne ha sentite ancora più gravi.
6Nell'assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l'ira.
7Dio non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
8Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
9Non ebbe pietà di nazioni di perdizione,
che si erano esaltate per i loro peccati.
10Così trattò i seicentomila uomini
che sono periti per l'ostinazione del loro cuore.
11Ci fosse un solo uomo di dura cervice,
sarebbe strano se restasse impunito,
12poiché misericordia e ira sono in Dio,
potente quando perdona e quando riversa l'ira.
13Tanto grande la sua misericordia,
quanto grande la sua severità;
egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.
14Non sfuggirà il peccatore con la sua rapina,
ma neppure la pazienza del pio sarà delusa.
15Egli farà posto a tutta la sua generosità;
ciascuno sarà trattato secondo le sue opere.
16Non dire: «Mi terrò celato al Signore!
Chi penserà a me lassù?
17Non sarò riconosciuto fra un popolo numeroso,
chi sarò io in mezzo a una creazione senza numero?».
18Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l'abisso e la terra sussultano quando egli appare.
19Anche i monti e le fondamenta della terra
si scuotono di spavento quando egli li guarda.
20Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi ci bada?
21Anche la bufera che nessuno contempla,
e la maggior parte delle sue opere, sono nel mistero.
22«Chi a Dio annunzierà le opere di giustizia?
Ovvero chi le attende? L'alleanza infatti è lontana».
23Tali cose pensa chi ha il cuore perverso;
lo stolto, appunto errando, pensa sciocchezze.
24Ascoltami, figlio, e impara la scienza;
e sii attento nel tuo cuore alle mie parole.
25Manifesterò con esattezza la mia dottrina;
con cura annunzierò la scienza.
26Nella creazione del Signore le sue opere sono fin dal principio,
e dalla loro origine ne separò le parti.
27Egli ordinò per l'eternità le sue opere,
ne stabilì l'attività per le generazioni future.
Non hanno fame né si stancano,
eppure non interrompono il loro lavoro.
28Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno ad un suo comando.
29Dopo ciò il Signore riguardò sulla terra
e la riempì dei suoi doni.
30Ne ricoprì la superficie con ogni genere di viventi
e ad essa faranno ritorno.
[vv. 1-16]
[<<< 1-16]
1Non desiderare molti figli buoni a nulla,
non rallegrarti dei figli che sono empi.
2Siano pur molti, non gioire
se sono privi del timore del Signore.
3Non contare sulla loro giovane età
e non confidare nel loro numero,
perché tu gemerai per un dolore prematuro
e d’improvviso conoscerai la loro fine;
poiché è preferibile uno a mille
e morire senza figli che averne di empi.
4La città sarà ripopolata per opera di un solo saggio,
mentre la stirpe degli iniqui verrà distrutta.
5Il mio occhio ha visto molte cose simili,
il mio orecchio ne ha sentite anche di più gravi.
6Nell’assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l’ira.
7Egli non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
8Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
9Non ebbe pietà di un popolo maledetto,
che fu scacciato per i suoi peccati.
Tutto questo egli fece a nazioni dal cuore duro
e per il numero dei suoi santi non fu consolato.
10Così trattò i seicentomila fanti
che avevano congiurato per la durezza del loro cuore.
Flagellando, avendo pietà, percuotendo, guarendo,
il Signore ha custodito nella pietà e nell’istruzione.
11Ci fosse anche un solo uomo di dura cervice,
sarebbe inaudito se restasse impunito,
poiché in lui c’è misericordia e ira,
potente quando perdona e quando riversa la sua ira.
12Tanto grande è la sua misericordia, quanto grande il suo rimprovero;
egli giudicherà l’uomo secondo le sue opere.
13Non sfuggirà il peccatore con la sua preda,
né la pazienza del giusto sarà delusa.
14Egli riconoscerà ogni atto di misericordia,
ciascuno riceverà secondo le sue opere.
15Il Signore ha indurito il faraone perché non lo riconoscesse,
perché fossero note le sue opere sotto il cielo.
16A tutta la creazione la sua misericordia è manifesta,
ha dispensato la luce e le tenebre agli uomini.
17Non dire: «Mi nasconderò al Signore!
Lassù chi si ricorderà di me?
Fra tanta gente non sarò riconosciuto,
chi sarò io in mezzo a una creazione immensa?».
[vv. 18-30]
[<<< 18-30]
18Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l’abisso e la terra sussultano quando egli appare.
Tutto l’universo è stato creato ed esiste per la sua volontà.
19Anche i monti e le fondamenta della terra
tremano di spavento quando egli li scruta.
20Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi presta attenzione?
21Come un uragano che l’uomo non vede,
così molte sue opere sono nascoste.
22«Chi annuncerà le sue opere di giustizia?
O chi aspetterà? L’alleanza infatti è ancora lontana,
e il rendiconto di tutto sarà solo alla fine».
23Queste cose pensa chi ha il cuore meschino;
lo stolto, che si lascia ingannare, pensa sciocchezze.
24Ascoltami, figlio, e impara la scienza,
e nel tuo cuore tieni conto delle mie parole.
25Manifesterò con ponderazione la dottrina,
con cura annuncerò la scienza.
26Quando il Signore da principio creò le sue opere,
dopo averle fatte ne distinse le parti.
27Ordinò per sempre le sue opere
e il loro dominio per le generazioni future.
Non soffrono né fame né stanchezza
e non interrompono il loro lavoro.
28Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno alla sua parola.
29Dopo ciò il Signore guardò alla terra
e la riempì dei suoi beni.
30Ne coprì la superficie con ogni specie di viventi
e questi ad essa faranno ritorno.
[vv. 1-15]
[<<< 1-15]
1Il pigro è simile a una pietra imbrattata,
ognuno fischia in suo disprezzo.
2Il pigro è simile a una palla di sterco,
chi la raccoglie scuote la mano.
3Vergogna per un padre avere un figlio maleducato,
se si tratta di una figlia, è la sua rovina.
4Una figlia prudente sarà un tesoro per il marito,
quella disonorevole un dolore per chi l'ha generata.
5La sfacciata disonora il padre e il marito,
e dall'uno e dall'altro sarà disprezzata.
6Come musica durante il lutto i discorsi fuori tempo,
ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza.
7Incolla cocci chi ammaestra uno stolto,
sveglia un dormiglione dal sonno profondo.
8Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto;
alla fine egli dirà: «Che cosa c'è?».
9Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce;
piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno.
10Piangi meno tristemente per un morto, chè ora riposa,
ma la vita dello stolto è peggiore della morte.
11Il lutto per un morto, sette giorni;
per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.
12Con un insensato non prolungare il discorso,
non frequentare l'insipiente;
13guàrdati da lui, per non avere noie
e per non contaminarti al suo contatto.
Allontànati da lui e troverai pace,
non sarai seccato dalla sua insipienza.
14Che c'è di più pesante del piombo?
E qual è il suo nome, se non «lo stolto»?
15Sabbia, sale, palla di ferro
sono più facili a portare che un insensato.
16Una travatura di legno ben connessa in una casa
non si scompagina in un terremoto,
così un cuore deciso dopo matura riflessione
non verrà meno al momento del pericolo.
[vv. 17-27]
[<<< 17-27]
17Un cuore basato su sagge riflessioni
è come un intonaco su un muro rifinito.
18Una palizzata posta su un'altura
di fronte al vento non resiste,
così un cuore meschino, basato sulle sue fantasie,
di fronte a qualsiasi timore non resiste.
19Chi punge un occhio lo farà lacrimare;
chi punge un cuore ne scopre il sentimento.
20Chi scaglia pietre contro uccelli li mette in fuga,
chi offende un amico rompe l'amicizia.
21Se hai sguainato la spada contro un amico,
non disperare, può esserci un ritorno.
22Se hai aperto la bocca contro un amico,
non temere, può esserci riconciliazione,
tranne il caso di insulto e di arroganza,
di segreti svelati e di un colpo a tradimento;
in questi casi ogni amico scomparirà.
23Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà
per godere con lui nella sua prosperità.
Nel tempo della tribolazione restagli vicino,
per aver parte alla sua eredità.
24Prima del fuoco vapore e fumo nel camino,
così prima dello spargimento del sangue le ingiurie.
25Non mi vergognerò di proteggere un amico,
non mi nasconderò davanti a lui.
26Se mi succederà il male a causa sua,
chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.
27Chi porrà una guardia sulla mia bocca,
sulle mie labbra un sigillo prudente,
perché io non cada per colpa loro
e la mia lingua non sia la mia rovina?
[vv. 1-12]
[<<< 1-12]
1Il pigro è simile a una pietra insudiciata,
tutti fischiano in suo disprezzo.
2Il pigro è simile a una palla di sterco,
chi la raccoglie scuote la mano.
3Un figlio maleducato è la vergogna di un padre,
se è una figlia il danno è più grave.
4Una figlia sensata troverà marito,
la svergognata è un dolore per chi l’ha generata.
5La figlia sfacciata disonora il padre e il marito,
dall’uno e dall’altro sarà disprezzata.
6Un discorso inopportuno è come musica in caso di lutto,
ma frusta e correzione sono saggezza in ogni tempo.
7I figli che hanno di che vivere con una vita onesta
fanno dimenticare l’umile origine dei loro genitori.
8I figli che millantano superbia e cattiva educazione
disonorano la nobiltà delle loro famiglie.
9Chi ammaestra uno stolto è come uno che incolla cocci,
che sveglia un dormiglione da un sonno profondo.
10Parlare a uno stolto è parlare a chi ha sonno;
alla fine dirà: «Cosa c’è?».
11Piangi per un morto perché ha perduto la luce,
piangi per uno stolto perché ha perduto il senno.
Piangi meno per un morto perché ora riposa,
ma la vita dello stolto è peggiore della morte.
12Il lutto per un morto dura sette giorni,
per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.
13Con uno stolto non prolungare il discorso,
e non frequentare l’insensato:
nella sua insipienza ti disprezzerà in ogni modo.
Guàrdati da lui, per non avere noie
e per non contaminarti al suo contatto.
Evitalo e troverai pace,
non sarai disgustato dalla sua insipienza.
[vv. 14-27]
[<<< 14-27]
14Che c’è di più pesante del piombo?
E qual è il suo nome, se non quello di stolto?
15Sabbia, sale e massa di ferro
si portano meglio che un insensato.
16Una travatura di legno ben connessa in una casa
non viene scompaginata per un terremoto,
così un cuore consolidato da matura riflessione
non si scoraggia nel momento critico.
17Un cuore sorretto da sagge riflessioni
è come un bel fregio su parete levigata.
18Ciottoli posti su un’altura
di fronte al vento non resistono,
così un cuore meschino, basato su stolti pensieri,
non regge di fronte a un qualsiasi timore.
19Chi punge un occhio lo fa lacrimare,
chi punge un cuore ne scopre il sentimento.
20Chi scaglia un sasso contro gli uccelli li mette in fuga,
chi offende un amico rompe l’amicizia.
21Se hai sguainato la spada contro un amico,
non disperare: può esserci un ritorno.
22Se hai aperto la bocca contro un amico,
non temere: può esserci riconciliazione,
tranne il caso d’insulto, di arroganza,
di segreti svelati e di un colpo a tradimento;
in questi casi ogni amico scompare.
23Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà,
per godere con lui nella sua prosperità.
Nel tempo della tribolazione restagli vicino,
per avere parte alla sua eredità.
L’apparenza infatti non è sempre da disprezzare
né deve meravigliare che un ricco non abbia senno.
24Prima del fuoco c’è vapore e fumo di fornace,
così prima del sangue ci sono le ingiurie.
25Non mi vergognerò di proteggere un amico,
non mi nasconderò davanti a lui.
26Se mi succederà il male a causa sua,
chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.
27Chi porrà una guardia alla mia bocca,
e alle mie labbra un sigillo guardingo,
perché io non cada per colpa loro
e la mia lingua non sia la mia rovina?
22Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
23Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
24fa traboccare l'intelligenza come l'Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
25espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
26Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l'ultimo la può pienamente indagare.
27Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
28Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
29Ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
30Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
31Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
32Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.
1La sapienza fa il proprio elogio,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
[vv. 2-34]
[<<< 2-34]
2Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria:
3«Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo
e come nube ho ricoperto la terra.
4Io ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5Ho percorso da sola il giro del cielo,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo,
qualcuno nel cui territorio potessi risiedere.
8Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda
e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi eredità in Israele”.
9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato,
per tutta l’eternità non verrò meno.
10Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
11Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità.
13Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell’Ermon.
14Sono cresciuta come una palma in Engàddi
e come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura
e come un platano mi sono elevata.
15Come cinnamòmo e balsamo di aromi,
come mirra scelta ho sparso profumo,
come gàlbano, ònice e storace,
come nuvola d’incenso nella tenda.
16Come un terebinto io ho esteso i miei rami
e i miei rami sono piacevoli e belli.
17Io come vite ho prodotto splendidi germogli
e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza.
18Io sono la madre del bell’amore e del timore,
della conoscenza e della santa speranza;
eterna, sono donata a tutti i miei figli,
a coloro che sono scelti da lui.
19Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei frutti,
20perché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi vale più del favo di miele.
21Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me avranno ancora sete.
22Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà».
23Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo,
la legge che Mosè ci ha prescritto,
eredità per le assemblee di Giacobbe.
24Non cessate di rafforzarvi nel Signore,
aderite a lui perché vi dia vigore.
Il Signore onnipotente è l’unico Dio
e non c’è altro salvatore al di fuori di lui.
25Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione delle primizie,
26effonde intelligenza come l’Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura,
27come luce irradia la dottrina,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
28Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza
e così l’ultimo non l’ha mai pienamente indagata.
29Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio è più profondo del grande abisso.
30Io, come un canale che esce da un fiume
e come un acquedotto che entra in un giardino,
31ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume
e il mio fiume è diventato un mare.
32Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora,
la farò brillare molto lontano.
33Riverserò ancora l’insegnamento come profezia,
lo lascerò alle generazioni future.
34Vedete che non ho faticato solo per me,
ma per tutti quelli che la cercano.
3Nella giovinezza non hai raccolto;
come potresti procurarti qualcosa nella vecchiaia?
4Come s'addice il giudicare ai capelli bianchi,
e agli anziani intendersi di consigli!
5Come s'addice la sapienza ai vecchi,
il discernimento e il consiglio alle persone eminenti!
6Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice,
loro vanto il timore del Signore.
7Nove situazioni io ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con le parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
colui che non pecca con la sua lingua,
chi non deve servire a uno indegno di lui; 9fortunato chi ha trovato la prudenza,
chi si rivolge a orecchi attenti;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore.
11Il timore del Signore è più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà esser paragonato?
12Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore;
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
13qualunque sventura, ma non la sventura
causata dagli avversari;
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
14Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c'è ira peggiore dell'ira di un nemico.
15Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
16La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto,
ne rende il volto tetro come quello di un orso.
17Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e ascoltandoli geme amaramente.
18Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
19Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
20Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
21Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
22Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
23mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale colei che non rende felice il proprio marito.
24Dalla donna ha avuto inizio il peccato,
per causa sua tutti moriamo.
25Non dare all'acqua un'uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
26Se non cammina al cenno della tua mano,
toglila dalla tua presenza.
1Di tre cose si compiace l’anima mia,
ed esse sono gradite al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini,
moglie e marito che vivono in piena armonia.
[vv. 2-26]
[<<< 2-26]
2Tre tipi di persone detesta l’anima mia,
la loro vita è per me un grande orrore:
il povero superbo, il ricco bugiardo,
il vecchio adultero privo di senno.
3Se non hai raccolto in gioventù,
che cosa vuoi trovare nella vecchiaia?
4Quanto s’addice il giudicare ai capelli bianchi
e agli anziani il saper dare consigli!
5Quanto s’addice la sapienza agli anziani,
il discernimento e il consiglio alle persone onorate!
6Corona dei vecchi è un’esperienza molteplice,
loro vanto è temere il Signore.
7Nove situazioni ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
chi non ara con il bue e l’asino insieme,
chi non ha peccato con la sua lingua,
chi non ha servito a uno indegno di lui;
9felice chi ha trovato la prudenza,
chi parla a gente che l’ascolta;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore!
11Il timore del Signore vale più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà essere paragonato?
12Il timore del Signore è inizio di amore per lui,
la fede è inizio di adesione a lui.
13Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore,
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
14qualunque sventura, ma non quella causata da persone che odiano,
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
15Non c’è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c’è ira peggiore dell’ira di una donna.
16Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
17La malvagità di una donna ne àltera l’aspetto,
rende il suo volto tetro come quello di un orso.
18Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e senza volerlo geme amaramente.
19Ogni malizia è nulla di fronte alla malizia di una donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
20Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
21Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
22Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
23Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale è colei che non rende felice il proprio marito.
24Dalla donna ha inizio il peccato
e per causa sua tutti moriamo.
25Non dare all’acqua via d’uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
26Se non cammina al cenno della tua mano,
separala dalla tua carne.
[vv. 4-30]
[<<< 4-30]
4Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti;
così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti.
5La fornace prova gli oggetti del vasaio,
la prova dell'uomo si ha nella sua conversazione.
6Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela il sentimento dell'uomo.
7Non lodare un uomo prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.
8Se cerchi la giustizia, la raggiungerai
e te ne rivestirai come di un manto di gloria.
9Gli uccelli sostano presso i loro simili,
la lealtà ritorna a quelli che la praticano.
10Il leone sta in agguato della preda,
così il peccato di coloro che praticano l'ingiustizia.
11Nel discorso del pio c'è sempre saggezza,
lo stolto muta come la luna.
12Tra gli insensati bada al tempo, tra i saggi fèrmati a lungo.
13Il discorso degli stolti è un orrore,
il loro riso fra i bagordi del peccato.
14Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli,
e le loro questioni fan turare gli orecchi.
15Uno spargimento di sangue è la rissa dei superbi,
le loro invettive sono un ascolto penoso.
16Chi svela i segreti perde la fiducia
e non trova più un amico per il suo cuore.
17Ama l'amico e sii a lui fedele,
ma se hai svelato i suoi segreti, non seguirlo più,
18perché come chi ha perduto un defunto,
così tu hai perduto l'amicizia del tuo prossimo.
19Come un uccello, che ti sei fatto scappare di mano,
così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.
20Non seguirlo, perché ormai è lontano;
è fuggito come una gazzella dal laccio.
21Poiché una ferita si può fasciarla
e un'ingiuria si può riparare,
ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.
22Chi ammicca con l'occhio trama il male,
e nessuno potrà distoglierlo.
23Davanti a te il suo parlare è tutto dolce,
ammira i tuoi discorsi,
ma alle tue spalle cambierà il suo parlare
e porrà inciampo alle tue parole.
24Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui,
anche il Signore lo ha in odio.
25Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa,
e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra.
26Chi scava una fossa vi cadrà dentro,
chi tende un laccio vi resterà preso.
27Il male si riverserà su chi lo fa,
egli non saprà neppure da dove gli venga.
28Derisione e insulto per il superbo,
la vendetta, come un leone, lo attende al varco.
29Saran presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii,
il dolore li consumerà prima della loro morte.
30Anche il rancore e l'ira sono un abominio,
il peccatore li possiede.
[vv. 1-2]
[<<< 1-2]
1Per amore del denaro molti peccano,
chi cerca di arricchire volta lo sguardo.
2Fra le giunture delle pietre si conficca un piolo,
tra la compera e la vendita s’insinua il peccato.
3Se non ti afferri con forza al timore del Signore,
la tua casa andrà presto in rovina.
[vv. 4-30]
[<<< 4-30]
4Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
5I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
6Il frutto dimostra come è coltivato l’albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
7Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.
8Se cerchi la giustizia, la raggiungerai
e te ne rivestirai come di un manto di gloria.
9Gli uccelli sostano presso i loro simili,
la verità ritorna a quelli che fanno cose giuste.
10Il leone insidia la preda,
così il peccato coloro che fanno cose ingiuste.
11Nel discorso del pio c’è sempre saggezza,
ma lo stolto muta come la luna.
12Tra gli insensati non perdere tempo,
tra i saggi invece férmati a lungo.
13Il parlare degli stolti è un orrore,
essi ridono tra i bagordi del peccato.
14Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli,
e i loro litigi fanno turare gli orecchi.
15Spargimento di sangue è la rissa dei superbi,
ed è penoso ascoltare le loro invettive.
16Chi svela i segreti perde l’altrui fiducia
e non trova più un amico per il suo cuore.
17Ama l’amico e sii a lui fedele,
ma se hai svelato i suoi segreti,
non corrergli dietro,
18perché, come chi ha perduto uno che è morto,
così tu hai perduto l’amicizia del tuo prossimo.
19Come un uccello che ti sei fatto scappare di mano,
così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.
20Non inseguirlo, perché ormai è lontano,
è fuggito come una gazzella dal laccio.
21Perché si può fasciare una ferita
e un’ingiuria si può riparare,
ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.
22Chi ammicca con l’occhio trama il male,
ma chi lo conosce si allontana da lui.
23Davanti a te la sua bocca è dolce
e ammira i tuoi discorsi,
ma alle tue spalle cambierà il suo parlare
e porrà inciampo alle tue parole.
24Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui,
anche il Signore lo ha in odio.
25Chi scaglia un sasso in alto, se lo tira sulla testa,
e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra.
26Chi scava una fossa vi cade dentro,
chi tende un laccio vi resta preso.
27Il male si ritorce su chi lo fa,
egli non sa neppure da dove gli venga.
28Derisione e insulto per il superbo,
la vendetta, come un leone, lo attende al varco.
29Sono presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii,
il dolore li consumerà prima della loro morte.
30Rancore e ira sono cose orribili,
e il peccatore le porta dentro.
[vv. 1-26]
[<<< 1-26]
1Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
2Perdona l'offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
3Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore?
4Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile,
e osa pregare per i suoi peccati?
5Egli, che è soltanto carne, conserva rancore;
chi perdonerà i suoi peccati?
6Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare,
ricòrdati della corruzione e della morte
e resta fedele ai comandamenti.
7Ricòrdati dei comandamenti
e non aver rancore verso il prossimo,
dell'alleanza con l'Altissimo
e non far conto dell'offesa subìta.
8Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato,
perché un uomo passionale attizza una rissa.
9Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde calunnie.
10Secondo la materia del fuoco, esso s'infiamma,
una rissa divampa secondo la sua violenza;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
11Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
12Se soffi su una scintilla, si accende;
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.
13Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua,
perché fa perire molti che vivono in pace.
14Una lingua malèdica ha sconvolto molti,
li ha scacciati di nazione in nazione;
ha demolito forti città e ha rovinato casati potenti.
15Una lingua malèdica ha fatto ripudiare donne eccellenti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
16Chi le presta attenzione non trova pace,
dalla sua dimora scompare la serenità.
17Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
18Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
19Beato chi se ne guarda, chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
20Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene catene di bronzo.
21Spaventosa è la morte che procura,
in confronto è preferibile la tomba.
22Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
23Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
24Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
lega in un sacchetto l'argento e l'oro,
25ma controlla anche le tue parole pesandole
e chiudi con porte e catenaccio la bocca.
26Stà attento a non sbagliare a causa della lingua,
perché tu non cada davanti a chi ti insidia.
[vv. 1-2]
[<<< 1-2]
1Chi si vendica subirà la vendetta del Signore,
il quale tiene sempre presenti i suoi peccati.
2Perdona l’offesa al tuo prossimo
e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
3Un uomo che resta in collera verso un altro uomo,
come può chiedere la guarigione al Signore?
[vv. 4-26]
[<<< 4-26]
4Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile,
come può supplicare per i propri peccati?
5Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore,
chi espierà per i suoi peccati?
6Ricòrdati della fine e smetti di odiare,
della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti.
7Ricorda i precetti e non odiare il prossimo,
l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui.
8Astieniti dalle risse e diminuirai i peccati,
perché l’uomo passionale attizza la lite.
9Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde la calunnia.
10Il fuoco divampa in proporzione dell’esca,
così la lite s’accresce con l’ostinazione;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
11Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
12Se soffi su una scintilla, divampa,
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.
13Maledici il calunniatore e l’uomo che è bugiardo,
perché hanno rovinato molti che stavano in pace.
14Le dicerie di una terza persona hanno sconvolto molti,
li hanno scacciati di nazione in nazione;
hanno demolito città fortificate
e rovinato casati potenti.
15Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
16Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace,
non vivrà tranquillo nella sua dimora.
17Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
18Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
19Beato chi è al riparo da essa,
chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
20Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene sono catene di bronzo.
21Spaventosa è la morte che la lingua procura,
al confronto è preferibile il regno dei morti.
22Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
23Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi mai.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
24aEcco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
25be sulla tua bocca fa’ porta e catenaccio.
24bMetti sotto chiave l’argento e l’oro,
25ama per le tue parole fa’ bilancia e peso.
26Sta’ attento a non scivolare a causa della lingua,
per non cadere di fronte a chi ti insidia.
[v. 1]
[<< 1]
1Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo,
chi lo soccorre di propria mano osserva i comandamenti.
2Dà in prestito al prossimo nel tempo del bisogno,
e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato.
[vv. 3-28]
[<<< 3-28]
3Mantieni la parola e sii leale con lui,
così troverai in ogni momento quanto ti occorre.
4Molti considerano il prestito come cosa trovata
e causano fastidi a coloro che li hanno aiutati.
5Prima di ricevere, ognuno bacia le mani del creditore,
parla con tono umile per ottenere gli averi dell'amico;
ma alla scadenza cerca di guadagnare tempo,
restituisce piagnistei e incolpa le circostanze.
6Se riesce a pagare il creditore riceverà appena la metà,
e dovrà considerarla come una cosa trovata.
In caso contrario, il creditore sarà frodato dei suoi averi
e avrà senza motivo un nuovo nemico;
maledizioni e ingiurie gli restituirà,
renderà insulti invece dell'onore dovuto.
7Molti perciò, per tale cattiveria, rifiutan di prestare:
hanno paura di perdere i beni senza ragione.
8Tuttavia sii longanime con il misero,
e non fargli attender troppo l'elemosina.
9Per il comandamento soccorri il povero,
secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote.
10Perdi pure denaro per un fratello e amico,
non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra.
11Sfrutta le ricchezze secondo i comandi dell'Altissimo;
ti saranno più utili dell'oro.
12Rinserra l'elemosina nei tuoi scrigni
ed essa ti libererà da ogni disgrazia.
13Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante,
combatterà per te di fronte al nemico.
14L'uomo buono garantisce per il prossimo,
chi ha perduto il pudore lo abbandona.
15Non dimenticare il favore di chi si è fatto garante,
poiché egli si è impegnato per te.
16Il peccatore dilapida i beni del suo garante,
l'ingrato di proposito abbandonerà chi l'ha salvato.
17La cauzione ha rovinato molta gente onesta,
li ha sballottati come onda del mare.
18Ha mandato in esilio uomini potenti,
costretti a errare fra genti straniere.
19Un peccatore che offre premurosamente garanzia
e ricerca guadagni, sarà coinvolto in processi.
20Aiuta il tuo prossimo secondo la tua possibilità
e bada a te stesso per non cadere.
21Indispensabili alla vita sono l'acqua, il pane, il vestito
e una casa che serva da riparo.
22È meglio vivere da povero sotto un tetto di tavole,
che godere di cibi sontuosi in case altrui.
23Del poco come del molto sii contento,
così non udirai il disprezzo come straniero.
24Triste vita andare di casa in casa,
non potrai aprir bocca, dove sarai come straniero.
25Avrai ospiti, mescerai vino senza un grazie,
inoltre ascolterai cose amare:
26«Su, forestiero, apparecchia la tavola,
se hai qualche cosa sotto mano, dammi da mangiare».
27«Vattene, forestiero, cedi il posto a persona onorata;
mio fratello sarà mio ospite, ho bisogno della casa».
28Tali cose sono dure per un uomo che abbia intelligenza:
i rimproveri per l'ospitalità e gli insulti di un creditore.
[v. 1]
[<< 1]
1Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo,
chi lo sostiene con la sua mano osserva i comandamenti.
2Da’ in prestito al prossimo quando ha bisogno,
e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato.
[vv. 3-28]
[<<< 3-28]
3Mantieni la parola e sii leale con lui,
e in ogni momento troverai quello che ti occorre.
4Molti considerano il prestito come cosa trovata
e causano fastidi a coloro che li hanno aiutati.
5Prima di ricevere, uno bacia la mano del creditore
e parla con voce sommessa delle ricchezze altrui;
ma alla scadenza cerca di guadagnare tempo,
trova delle scuse e incolpa le circostanze.
6Se paga, a stento riceve la metà,
e deve considerarla come una cosa trovata.
In caso contrario, spoglia il creditore dei suoi averi
e senza motivo se lo rende nemico;
maledizioni e ingiurie gli restituisce,
e invece della gloria gli rende disprezzo.
7Molti si rifiutano di prestare non per cattiveria,
ma per paura di essere derubati senza ragione.
8Tuttavia sii paziente con il misero,
e non fargli attendere troppo a lungo l’elemosina.
9Per amore del comandamento soccorri chi ha bisogno,
secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote.
10Perdi pure denaro per un fratello e un amico,
non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra.
11Disponi dei beni secondo i comandamenti dell’Altissimo
e ti saranno più utili dell’oro.
12Riponi l’elemosina nei tuoi scrigni
ed essa ti libererà da ogni male.
13Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante,
essa combatterà per te di fronte al nemico.
14L’uomo buono garantisce per il prossimo,
ma chi ha perduto ogni vergogna lo abbandona.
15Non dimenticare il favore di chi si è fatto garante,
poiché egli si è impegnato per te.
16Il vizioso dilapida i beni del suo garante
17e l’ingrato di cuore abbandona chi l’ha salvato.
18La cauzione ha rovinato molta gente onesta,
li ha sballottati come onda del mare.
Ha mandato in esilio uomini potenti,
li ha costretti a vagare fra genti straniere.
19Un peccatore si precipita verso la garanzia,
va dietro ai guadagni e finisce in tribunale.
20Aiuta il tuo prossimo secondo la tua possibilità
e bada a te stesso per non rovinarti.
21Le prime necessità della vita sono acqua, pane e vestito,
e una casa che protegga l’intimità.
22Meglio vivere da povero sotto un riparo di tavole,
che godere di cibi sontuosi in casa d’altri.
23Sii contento del poco come del molto,
e non ti sentirai rinfacciare di essere forestiero.
24Brutta vita andare di casa in casa,
non potrai aprire bocca dove sarai forestiero.
25Dovrai accogliere gli ospiti, versare vino senza un grazie,
e oltre a ciò ascolterai parole amare:
26«Vieni, forestiero, apparecchia la tavola,
se hai qualche cosa sotto mano, dammi da mangiare».
27«Vattene via, forestiero, c’è uno più importante di te,
mio fratello sarà mio ospite, ho bisogno della casa».
28Per un uomo che ha intelligenza sono dure queste cose:
il rimprovero di essere forestiero e l’insulto di un creditore.
[vv. 1-8]
[<<< 1-8]
1L'insonnia per la ricchezza logora il corpo,
l'affanno per essa distoglie il sonno.
2L'affanno della veglia tien lontano l'assopirsi,
come una grave malattia bandisce il sonno.
3Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze
e se smette, si ingolfa nei piaceri.
4Un povero fatica nelle privazioni della vita
e se smette, cade nell'indigenza.
5Chi ama l'oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro per esso peccherà.
6Molti sono andati in rovina a causa dell'oro,
il loro disastro era davanti a loro.
7È una trappola per quanti ne sono entusiasti,
ogni insensato vi resta preso.
8Beato il ricco, che si trova senza macchia
e che non corre dietro all'oro.
9Chi è costui? noi lo proclameremo beato:
difatti egli ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
[vv. 10-31]
[<<< 10-31]
10Chi ha subìto la prova, risultando perfetto?
Sarà un titolo di gloria per lui.
Chi, potendo trasgredire, non ha trasgredito,
e potendo compiere il male, non lo ha fatto?
11Si consolideranno i suoi beni
e l'assemblea celebrerà le sue beneficenze.
12Hai davanti una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: «Che abbondanza qua sopra».
13Ricòrdati che l'occhio cattivo è un male.
Che cosa è stato creato peggiore dell'occhio?
Per questo esso lacrima in ogni circostanza.
14Dove guarda l'ospite, non stendere la mano;
non intingere nel piatto insieme con lui.
15Giudica le esigenze del prossimo dalle tue;
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi;
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a stendere la mano.
19Quanto poco è sufficiente per un uomo educato,
una volta a letto non si sente soffocato.
20Sonno salubre con uno stomaco ben regolato,
al mattino si alza e il suo spirito è libero.
Travaglio di insonnia, coliche e vomiti
accompagnano l'uomo ingordo.
21Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, và a vomitare e sarai sollevato.
22Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le azioni sii moderato
e nessuna malattia ti coglierà.
23Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti,
e vera è la testimonianza della sua munificenza.
24La città mormora di chi è tirchio nei banchetti;
ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.
25Non fare il forte con il vino,
perché ha mandato molti in rovina.
26La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori in una sfida di arroganti.
27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell'anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
29Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
30L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua letizia.
Non dirgli parola di rimprovero
e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.
[vv. 1-8]
[<<< 1-8]
1L’insonnia del ricco consuma il corpo,
i suoi affanni gli tolgono il sonno.
2Le preoccupazioni dell’insonnia non lasciano dormire,
come una grave malattia bandiscono il sonno.
3Un ricco fatica nell’accumulare ricchezze,
e se riposa è per darsi ai piaceri.
4Un povero fatica nelle privazioni della vita,
ma se si riposa cade in miseria.
5Chi ama l’oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro ne sarà fuorviato.
6Molti sono andati in rovina a causa dell’oro,
e la loro rovina era davanti a loro.
7È una trappola per quanti ne sono infatuati,
e ogni insensato vi resta preso.
8Beato il ricco che si trova senza macchia
e che non corre dietro all’oro.
9Chi è costui? Lo proclameremo beato,
perché ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
[vv. 10-31]
[<<< 10-31]
10Chi ha subìto questa prova ed è risultato perfetto?
Sarà per lui un titolo di vanto.
Chi poteva trasgredire e non ha trasgredito,
fare il male e non lo ha fatto?
11Per questo si consolideranno i suoi beni
e l’assemblea celebrerà le sue beneficenze.
12Sei seduto davanti a una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: «Che abbondanza qua sopra!».
13Ricòrdati che è un male l’occhio cattivo.
Che cosa è stato creato peggiore dell’occhio?
Per questo esso lacrima davanti a tutti.
14Non tendere la mano dove un altro volge lo sguardo
e non precipitarti sul piatto insieme con lui.
15A partire da te intendi i desideri del tuo prossimo
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo frugale ciò che ti è posto dinanzi,
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a tendere la mano.
19Per un uomo educato il poco è sufficiente;
quando si corica non respira con affanno.
20Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato,
al mattino ci si alza e si è padroni di sé.
Il tormento dell’insonnia e della nausea
e la colica accompagnano l’uomo ingordo.
21Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, va’ a vomitare e ti sentirai sollevato.
22Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le tue opere sii diligente
e nessuna malattia ti coglierà.
23Molti lodano chi è sontuoso nei banchetti,
e la testimonianza della sua munificenza è degna di fede.
24La città mormora di chi è tirchio nel banchetto,
e la testimonianza della sua avarizia è esatta.
25Non fare lo spavaldo con il vino,
perché il vino ha mandato molti in rovina.
26La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori, in una sfida di arroganti.
27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella dove manca il vino?
Fin dall’inizio è stato creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell’anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
29Amarezza dell’anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
30L’ubriachezza accresce l’ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua allegria.
Non dirgli parole di biasimo
e non affliggerlo chiedendogli quanto ti deve.
[vv. 1-19]
[<<< 1-19]
1Chi teme il Signore non incorre in alcun male,
se subisce tentazioni, ne sarà liberato di nuovo.
2Un uomo saggio non detesta la legge,
ma l'ipocrita a suo riguardo è come una nave nella tempesta.
3L'uomo assennato ha fiducia nella legge,
la legge per lui è degna di fede come un oracolo.
4Prepàrati il discorso, così sarai ascoltato;
concatena il tuo sapere e poi rispondi.
5Ruota di carro il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l'asse che gira.
6Come uno stallone è un amico beffardo,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.
7Perché un giorno è più importante d'un altro?
Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole.
8Essi sono distinti secondo il pensiero del Signore
che ha variato le stagioni e le feste.
9Alcuni giorni li ha nobilitati e santificati,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
10Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
11Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha assegnato loro diversi destini.
12Alcuni li ha benedetti ed esaltati, altri li ha santificati e avvicinati a sé,
altri li ha maledetti e umiliati
e li ha scacciati dalle loro posizioni.
13Come l'argilla nelle mani del vasaio
che la forma a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati,
per retribuirli secondo la sua giustizia.
14Di fronte al male c'è il bene, di fronte alla morte, la vita;
così di fronte al pio il peccatore.
15Considera perciò tutte le opere dell'Altissimo;
due a due, una di fronte all'altra.
16Io mi sono dedicato per ultimo allo studio,
come un racimolatore dietro i vendemmiatori.
17Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
18Badate che non ho faticato solo per me,
ma per quanti ricercano l'istruzione.
19Ascoltatemi, capi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.
20Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
[vv. 21-33]
[<<< 21-33]
21Finché vivi e c'è respiro in te,
non abbandonarti in potere di nessuno.
22È meglio che i figli ti preghino
che non rivolgerti tu alle loro mani.
23In tutte le azioni sii sempre superiore,
non permettere che si offuschi la tua fama.
24Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.
25Foraggio, bastone e pesi per l'asino;
pane, castigo e lavoro per lo schiavo.
26Fà lavorare il tuo servo, e potrai trovare riposo,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
27Giogo e redini piegano il collo;
per lo schiavo cattivo torture e castighi.
28Fallo lavorare perché non stia in ozio,
poiché l'ozio insegna molte cattiverie.
29Obbligalo al lavoro come gli conviene,
e se non obbedisce, stringi i suoi ceppi.
30Non esagerare con nessuno;
non fare nulla senza giustizia.
31Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
poiché l'hai acquistato con il sangue.
32Se hai uno schiavo, trattalo come fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso,
33Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
per quale strada andrai a ricercarlo?
[vv. 1-19]
[<<< 1-19]
1Chi teme il Signore non incorre in alcun male,
ma nella prova sarà ancora liberato.
2Un uomo saggio non detesta la legge,
ma chi finge con essa è come nave in tempesta.
3L’uomo assennato ha fiducia nella legge,
per lui è degna di fede come un oracolo.
4Prepara il tuo discorso e così sarai ascoltato,
raccogli il tuo insegnamento e poi rispondi.
5Ruota di carro è il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l’asse che gira.
6Un amico beffardo è come uno stallone,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.
7Perché un giorno è più importante d’un altro,
se tutta la luce dell’anno viene dal sole?
8È perché sono stati distinti nel pensiero del Signore,
che ha diversificato le stagioni e le feste.
9Ha esaltato e santificato alcuni,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
10Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
11Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha diversificato le loro vie.
12Ha benedetto ed esaltato alcuni,
altri ha santificato e avvicinato a sé;
altri ha maledetto e umiliato
e ha rovesciato dalle loro posizioni.
13Come argilla nelle mani del vasaio
che la modella a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati
e li ricompensa secondo il suo giudizio.
14Di fronte al male c’è il bene,
di fronte alla morte c’è la vita;
così di fronte all’uomo pio c’è il peccatore.
15Considera perciò tutte le opere dell’Altissimo:
a due a due, una di fronte all’altra.
16Anch’io, venuto per ultimo, mi sono tenuto desto,
come uno che racimola dietro i vendemmiatori:
17con la benedizione del Signore sono giunto per primo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
18Badate che non ho faticato solo per me,
ma per tutti quelli che ricercano l’istruzione.
19Ascoltatemi, o grandi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.
20Al figlio e alla moglie, al fratello e all’amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
21Finché vivi e in te c’è respiro,
non abbandonarti al potere di nessuno.
[vv. 22-33]
[<<< 22-33]
22È meglio che i figli chiedano a te,
piuttosto che tu debba volgere lo sguardo alle loro mani.
23In tutte le tue opere mantieni la tua autorità
e non macchiare la tua dignità.
24Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.
25Foraggio, bastone e pesi per l’asino;
pane, disciplina e lavoro per lo schiavo.
26Fa’ lavorare il tuo servo e starai in pace,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
27Giogo e redini piegano il collo,
per lo schiavo malvagio torture e castighi.
28Mettilo a lavorare perché non stia in ozio,
29perché l’ozio insegna molte cose cattive.
30Mettilo all’opera come gli conviene,
e se non obbedisce, stringigli i ceppi.
Ma non esagerare con nessuno
e non fare nulla contro la giustizia.
31Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
perché l’hai acquistato a prezzo di sangue.
Se hai uno schiavo, trattalo come un fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso.
32Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
33in quale strada andrai a ricercarlo?
11Non cercare di corromperlo con doni, non accetterà,
non confidare su una vittima ingiusta,
12perché il Signore è giudice
e non v'è presso di lui preferenza di persone.
13Non è parziale con nessuno contro il povero,
anzi ascolta proprio la preghiera dell'oppresso.
14Non trascura la supplica dell'orfano
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
15Le lacrime della vedova non scendono forse sulle sue guance
e il suo grido non si alza contro chi gliele fa versare?
16Chi venera Dio sarà accolto con benevolenza,
la sua preghiera giungerà fino alle nubi.
17La preghiera dell'umile penetra le nubi,
finché non sia arrivata, non si contenta;
18non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto,
rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l'equità.
19Il Signore non tarderà
e non si mostrerà indulgente sul loro conto,
20finché non abbia spezzato le reni agli spietati
e si sia vendicato delle nazioni;
21finché non abbia estirpato la moltitudine dei violenti
e frantumato lo scettro degli ingiusti;
22finché non abbia reso a ognuno secondo le sue azioni
e vagliato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni;
23finché non abbia fatto giustizia al suo popolo
e non lo abbia allietato con la sua misericordia.
24Bella è la misericordia al tempo dell'afflizione,
come le nubi apportatrici di pioggia in tempo di siccità.
[vv. 1-26]
[<<< 1-26]
1Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
2chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
3Chi ricambia un favore offre fior di farina,
4chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode.
5Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,
sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia.
6Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
7perché tutto questo è comandato.
8L’offerta del giusto arricchisce l’altare,
il suo profumo sale davanti all’Altissimo.
9Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito,
il suo ricordo non sarà dimenticato.
10Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
11In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
12Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilità,
13perché il Signore è uno che ripaga
e ti restituirà sette volte tanto.
14Non corromperlo con doni, perché non li accetterà,
15e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perché il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
16Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
17Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
18Le lacrime della vedova non scendono forse sulle sue guance
19e il suo grido non si alza contro chi gliele fa versare?
20Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
21La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
22e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Il Signore certo non tarderà
né si mostrerà paziente verso di loro,
finché non abbia spezzato le reni agli spietati
23e si sia vendicato delle nazioni,
finché non abbia estirpato la moltitudine dei violenti
e frantumato lo scettro degli ingiusti,
24finché non abbia reso a ciascuno secondo il suo modo di agire
e giudicato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni,
25finché non abbia fatto giustizia al suo popolo
e lo abbia allietato con la sua misericordia.
26Splendida è la misericordia nel momento della tribolazione,
come le nubi apportatrici di pioggia nel tempo della siccità.
[vv. 1-18]
[<<< 1-18]
1Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
2Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
3La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
5L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
6Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
7Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
8Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
9Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
11Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12Fà poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
13Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
14Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
15Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.
16Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
17Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
18Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
[vv. 20-28]
[<<< 20-28]
20Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
21Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
22Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
«Ieri a me e oggi a te».
23Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.
24La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
25Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
[vv. 30-34]
[<<< 30-34]
30Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
31Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
32Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare.
33Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
34Non fanno brillare né l'istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.
[vv. 1-28]
[<<< 1-28]
1Onora il medico per le sue prestazioni,
perché il Signore ha creato anche lui.
2Dall’Altissimo infatti viene la guarigione,
e anche dal re egli riceve doni.
3La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l’uomo assennato non li disprezza.
5L’acqua non fu resa dolce per mezzo di un legno,
per far conoscere la potenza di lui?
6Ed egli ha dato agli uomini la scienza
perché fosse glorificato nelle sue meraviglie.
7Con esse il medico cura e toglie il dolore,
8con queste il farmacista prepara le misture.
Certo non verranno meno le opere del Signore;
da lui proviene il benessere sulla terra.
9Figlio, non trascurarti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10Allontana l’errore, regola le tue mani,
purifica il cuore da ogni peccato.
11Offri l’incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12Poi ricorri pure al medico, perché il Signore ha creato anche lui:
non stia lontano da te, poiché c’è bisogno di lui.
13Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani;
14anch’essi infatti pregano il Signore
perché conceda loro di dare sollievo
e guarigione per salvare la vita.
15Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.
16Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre profondamente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo le sue volontà
e non trascurare la sua tomba.
17Piangi amaramente e alza il tuo caldo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due per evitare maldicenze,
poi consólati del tuo dolore.
18Infatti dal dolore esce la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19Nella disgrazia resta il dolore,
una vita da povero è maledizione del cuore.
20Non abbandonare il tuo cuore al dolore,
scaccialo ricordando la tua fine.
21Non dimenticare che non c’è ritorno;
a lui non gioverai e farai del male a te stesso.
22Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua:
ieri a me e oggi a te.
23Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo ricordo;
consólati di lui, ora che il suo spirito è partito.
24La sapienza dello scriba sta nel piacere del tempo libero,
chi si dedica poco all’attività pratica diventerà saggio.
25Come potrà divenire saggio chi maneggia l’aratro
e si vanta di brandire un pungolo,
spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26Dedica il suo cuore a tracciare solchi
e non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27Così ogni artigiano e costruttore
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono immagini per sigilli
e con pazienza cercano di variare le figure,
dedicano il cuore a riprodurre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28Così il fabbro che siede vicino all’incudine
ed è intento al lavoro del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore della fornace deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi sul modello di un oggetto,
dedica il suo cuore a finire il lavoro
e sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29Così il vasaio che è seduto al suo lavoro
e con i suoi piedi gira la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro,
si affatica a produrre in gran quantità.
[vv. 30-34]
[<<< 30-34]
30Con il braccio imprime una forma all’argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
dedica il suo cuore a una verniciatura perfetta
e sta sveglio per pulire la fornace.
31Tutti costoro confidano nelle proprie mani,
e ognuno è abile nel proprio mestiere.
32Senza di loro non si costruisce una città,
nessuno potrebbe soggiornarvi o circolarvi.
Ma essi non sono ricercati per il consiglio del popolo,
33nell’assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice
e non conoscono le disposizioni della legge.
Non fanno brillare né l’istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi,
34ma essi consolidano la costruzione del mondo,
e il mestiere che fanno è la loro preghiera.
Differente è il caso di chi si applica
a meditare la legge dell’Altissimo.
[vv. 1-30]
[<<< 1-30]
1Una sorte penosa è disposta per ogni uomo,
un giogo pesante grava sui figli di Adamo,
dal giorno della loro nascita dal grembo materno
al giorno del loro ritorno alla madre comune.
2Materia alle loro riflessioni e ansietà per il loro cuore
offrono il pensiero di ciò che li attende e il giorno della fine.
3Da chi siede su un trono glorioso
fino al misero che giace sulla terra e sulla cenere;
4da chi indossa porpora e corona
fino a chi è ricoperto di panno grossolano,
non c'è che sdegno, invidia, spavento, agitazione,
paura della morte, contese e liti.
5Durante il riposo nel letto il sogno notturno turba le sue cognizioni.
6Per un poco, un istante, riposa;
quindi nel sonno, come in un giorno di guardia,
è sconvolto dai fantasmi del suo cuore,
come chi è scampato da una battaglia.
7Mentre sta per mettersi in salvo si sveglia,
meravigliandosi dell'irreale timore.
8È sorte di ogni essere vivente, dall'uomo alla bestia,
ma per i peccatori sette volte tanto:
9morte, sangue, contese, spada,
disgrazie, fame, calamità, flagelli.
10Questi mali sono stati creati per i malvagi,
per loro causa si ebbe anche il diluvio.
11Quanto è dalla terra alla terra ritorna;
quanto è dalle acque rifluisce nel mare.
12Ogni regalo per corrompere e l'ingiustizia spariranno,
mentre la lealtà resterà sempre.
13Le ricchezze degli ingiusti si seccheranno come un torrente,
come un grande tuono rimbomba via durante la pioggia.
14Come l'ingiusto aprendo le mani si rallegrerà,
così i trasgressori cadranno in rovina.
15La stirpe degli empi non aumenterà i suoi rami,
le radici impure saranno sopra una pietra dura.
16Il giunco su ogni corso d'acqua e sugli argini di un fiume
sarà tagliato prima di ogni altra erba.
17La bontà è come un giardino di benedizioni,
la misericordia dura sempre.
18La vita di chi basta a se stesso e del lavoratore sarà dolce,
ma più ancora lo sarà per chi trova un tesoro.
19I figli e la fondazione di una città assicurano un
nome,
ma più ancora sarà stimata una donna senza macchia.
20Vino e musica rallegrano il cuore,
ma più ancora lo rallegra l'amore della sapienza.
21Il flauto e l'arpa rendono piacevole il canto,
ma più ancora di essi una voce soave.
22L'occhio desidera grazia e bellezza,
ma più ancora di esse il verde dei campi.
23Il compagno e l'amico si incontrano a tempo opportuno,
ma più ancora di essi moglie e marito.
24I fratelli e un aiuto servono nell'afflizione,
ma più ancora salverà la carità.
25Oro e argento rendono sicuro il piede,
ma ancora di più si apprezza un consiglio.
26Ricchezze e potenza sollevano il cuore,
ma più ancora di esse il timore del Signore.
Con il timore del Signore non manca nulla;
con esso non c'è bisogno di cercare aiuto.
27Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni;
la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria.
28Figlio, non vivere da mendicante.
È meglio morire che mendicare.
29Un uomo che guarda alla tavola altrui
ha una vita che non si può chiamar tale.
Si contaminerà con cibi stranieri;
l'uomo sapiente ed educato se ne guarderà.
30Nella bocca sarà dolce il mendicare per un impudente,
ma nel suo ventre brucerà come fuoco.
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Grandi pene sono destinate a ogni uomo
e un giogo pesante sta sui figli di Adamo,
dal giorno della loro uscita dal grembo materno
fino al giorno del ritorno alla madre di tutti.
2Il pensiero dell’attesa e il giorno della fine
provocano le loro riflessioni e il timore del cuore.
3Da chi siede su un trono glorioso
fino a chi è umiliato su terra e su cenere,
4da chi indossa porpora e corona
fino a chi è ricoperto di panno grossolano,
5non c’è che sdegno, invidia, spavento, agitazione,
paura della morte, contese e liti.
Anche durante il riposo nel letto
il sogno notturno turba i suoi pensieri:
6per un poco, come niente, sta nel riposo
e subito nel sonno si affatica come di giorno,
è sconvolto dalla visione del suo cuore,
come chi è scampato da una battaglia.
7Al momento di mettersi in salvo si sveglia,
meravigliandosi dell’irreale timore.
[vv. 8-30]
[<<< 8-30]
8Così è per ogni essere vivente, dall’uomo alla bestia,
ma per i peccatori sette volte tanto:
9morte, sangue, contese, spada,
disgrazie, fame, calamità, flagelli.
10Questi mali sono stati creati per gli empi,
per loro causa venne anche il diluvio.
11Tutto quello che proviene dalla terra alla terra ritorna,
quanto viene dalle acque rifluisce nel mare.
12Ogni corruzione e ogni ingiustizia sparirà,
ma la fedeltà resterà per sempre.
13Le ricchezze degli ingiusti si prosciugheranno come un torrente,
si disperderanno come tuono che echeggia durante l’uragano.
14Se gli ingiusti dovranno alzare le mani, ci si rallegrerà,
così i trasgressori cadranno in rovina.
15La stirpe degli empi non moltiplica i suoi rami,
le radici impure sono sopra una pietra dura.
16Il giunco su ogni corso d’acqua o sugli argini di un fiume
viene tagliato prima di ogni altra erba.
17Un atto di bontà è come un giardino di benedizioni,
l’elemosina dura per sempre.
18La vita di chi basta a se stesso e del lavoratore è dolce,
ma più ancora lo è per chi trova un tesoro.
19I figli e la fondazione di una città consolidano un nome,
ma più ancora è apprezzata una donna irreprensibile.
20Vino e musica rallegrano il cuore,
ma più ancora l’amore della sapienza.
21Il flauto e l’arpa rendono piacevole il canto,
ma più ancora una voce soave.
22L’occhio desidera grazia e bellezza,
ma più ancora il verde dei campi.
23Il compagno e l’amico s’incontrano a tempo opportuno,
ma più ancora moglie e marito.
24Fratelli e soccorritori aiutano nella tribolazione,
ma più ancora l’elemosina.
25Oro e argento rendono sicuro il piede,
ma più ancora è stimato un consiglio.
26Ricchezze e potenza sollevano il cuore,
ma più ancora il timore del Signore.
Con il timore del Signore non manca nulla,
con esso non c’è bisogno di cercare un altro aiuto.
27Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni
e protegge più di qualsiasi gloria.
28Figlio, non vivere una vita da mendicante:
è meglio morire piuttosto che mendicare.
29Un uomo che guarda alla tavola altrui
ha una vita che non si può chiamare tale;
si contaminerà con cibi estranei,
l’uomo sapiente ed educato se ne guarderà.
30Il mendicare è dolce nella bocca dello sfrontato,
ma dentro di lui c’è un fuoco che brucia.
[vv. 1-18]
[<<< 1-18]
1O morte, come è amaro il tuo pensiero
per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza,
per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto,
ancora in grado di gustare il cibo!
2O morte, è gradita la tua sentenza
all'uomo indigente e privo di forze,
vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
al ribelle che ha perduto la pazienza!
3Non temere la sentenza della morte,
ricòrdati dei tuoi predecessori e successori.
4Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perché ribellarsi al volere dell'Altissimo?
Siano dieci, cento, mille anni;
negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita.
5Figli abominevoli sono i figli dei peccatori,
una stirpe empia è nella dimora dei malvagi.
6L'eredità dei figli dei peccatori andrà in rovina,
con la loro discendenza continuerà il disonore.
7Contro un padre empio imprecano i figli,
perché sono disprezzati a causa sua.
8Guai a voi, uomini empi,
che avete abbandonato la legge di Dio altissimo!
9Quando nascete, nascete per la maledizione;
quando morite, erediterete la maledizione.
10Quanto è dalla terra ritornerà alla terra,
così gli empi dalla maledizione alla distruzione.
11Il lutto degli uomini riguarda i loro cadaveri,
il nome non buono dei peccatori sarà cancellato.
12Abbi cura del nome, perché esso ti resterà
più di mille grandi tesori d'oro.
13I giorni di una vita felice sono contati,
ma un buon nome dura sempre.
14Figli, custodite l'istruzione in pace;
ma sapienza nascosta e tesoro invisibile,
l'una e l'altro a che servono?
15Meglio chi nasconde la sua stoltezza
di chi nasconde la sua sapienza.
16Pertanto provate vergogna in vista della mia parola,
perché non è bene arrossire per qualsiasi vergogna;
non tutti stimano secondo verità tutte le cose.
17Vergognatevi della prostituzione davanti al padre e alla madre
della menzogna davanti a un capo e a un potente,
18del delitto davanti a un giudice e a un magistrato,
dell'empietà davanti all'assemblea del popolo,
19della slealtà davanti al compagno e all'amico,
del furto nell'ambiente in cui ti trovi,
[vv. 20-22]
[<<< 20-22]
20di venir meno al giuramento e all'alleanza,
di piegare i gomiti sul pane,
21del disprezzo di ciò che prendi o che ti è dato,
di non rispondere a quanti salutano,
22dello sguardo su una donna scostumata,
del rifiuto fatto a un parente,
[vv. 1-22]
[<<< 1-22]
1O morte, com’è amaro il tuo ricordo
per l’uomo che vive sereno nella sua agiatezza,
per l’uomo senza assilli e fortunato in tutto
e ancora in forze per provare il piacere.
2O morte, è gradita la tua sentenza
all’uomo indigente e privo di forze,
al vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
a colui che è indocile e ha perduto ogni speranza.
3Non temere la sentenza della morte,
ricòrdati di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.
4Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perché ribellarsi al volere dell’Altissimo?
Siano dieci, cento, mille anni:
negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita.
5Figli d’infamia sono i figli dei peccatori,
frequentano le case degli empi.
6L’eredità dei figli dei peccatori andrà in rovina,
con la loro discendenza continuerà il disonore.
7Contro un padre empio imprecano i figli,
perché a causa sua sono disonorati.
8Guai a voi, uomini empi,
che avete abbandonato la legge dell’Altissimo!
9Se vi moltiplicate, è per la rovina,
se nascete, nascete per la maledizione,
e se morite, la maledizione sarà la vostra sorte.
10Quanto è dalla terra alla terra ritornerà,
così gli empi passano dalla maledizione alla rovina.
11Il lutto degli uomini riguarda i loro corpi,
la cattiva fama dei peccatori sarà cancellata.
12Abbi cura del tuo nome, perché esso sopravviverà a te
più di mille grandi tesori d’oro.
13I giorni di una vita felice sono contati,
ma il buon nome dura per sempre.
14Figli, custodite l’istruzione in pace;
ma sapienza nascosta e tesoro invisibile,
a che cosa servono entrambi?
15Meglio l’uomo che nasconde la sua stoltezza
di quello che nasconde la sua sapienza.
16Perciò provate vergogna per le cose che qui di seguito vi indico:
non è bene infatti vergognarsi di qualsiasi cosa,
come non si può approvare sempre tutto.
17Vergognatevi della prostituzione davanti al padre e alla madre,
della menzogna davanti al capo e al potente,
18del delitto davanti al giudice e al magistrato,
dell’empietà davanti all’assemblea e al popolo,
dell’ingiustizia davanti al compagno e all’amico,
19del furto davanti all’ambiente dove abiti,
di Dio, che è veritiero, e dell’alleanza,
di piegare i gomiti sopra i pani, a tavola,
di essere scortese quando ricevi e quando dai,
20di non rispondere a quanti salutano,
dello sguardo su una donna scostumata,
21del rifiuto fatto a un parente,
dell’appropriazione di eredità o donazione,
del desiderio per una donna sposata,
22della relazione con la sua schiava
– non accostarti al suo letto –,
di dire parole ingiuriose davanti agli amici
e, dopo aver donato, di rinfacciare un regalo,
[vv. 1-21]
[<<< 1-21]
1Da lui fece sorgere un uomo di pietà,
che riscosse una stima universale
e fu amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è benedizione.
2Lo rese glorioso come i santi
e lo rese grande a timore dei nemici.
3Per la sua parola fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò una parte della sua gloria.
4Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine;
lo scelse fra tutti i viventi.
5Gli fece udire la sua voce;
lo introdusse nella nube oscura
e gli diede a faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e di intelligenza,
perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza,
i suoi decreti a Israele.
6Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
7Stabilì con lui un'alleanza perenne
e gli diede il sacerdozio tra il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
8Lo rivestì con tutta la magnificenza,
lo adornò con paramenti maestosi:
calzoni, tunica e manto.
9All'orlo della sua veste pose melagrane,
e numerosi campanelli d'oro all'intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come richiamo per i figli del suo popolo.
10L'ornò con una veste sacra, d'oro,
violetto e porpora, capolavoro di ricamo;
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità,
e con tessuto di lino scarlatto, capolavoro di artista;
11con pietre preziose, incise come sigilli,
su castoni d'oro, capolavoro di intagliatore,
quale memoriale con le parole incise
secondo il numero delle tribù di Israele.
12Sopra il turbante gli pose una corona d'oro
con incisa l'iscrizione sacra,
insegna d'onore, lavoro stupendo,
ornamento delizioso per gli occhi.
13Prima di lui non si erano viste cose simili,
mai un estraneo le ha indossate;
esse sono riservate solo ai suoi figli
e ai suoi discendenti per sempre.
14I suoi sacrifici vengono tutti bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
15Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo.
Costituì un'alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel nome del Signore.
16Il Signore lo scelse tra tutti i viventi
perché gli offrisse sacrifici,
incenso e profumo come memoriale
e perché compisse l'espiazione per il suo popolo.
17Gli affidò i suoi comandamenti,
il potere sulle prescrizioni del diritto,
perché insegnasse a Giacobbe i decreti
e illuminasse Israele nella sua legge.
18Contro di lui insorsero uomini estranei
e furono gelosi di lui nel deserto;
erano gli uomini di Datan e di Abiron
e quelli della banda di Core, furiosi e violenti.
19Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
20E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un patrimonio, gli riservò le primizie dei frutti,
dandogli innanzi tutto pane in abbondanza.
21Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore
che egli ha assegnato ad Aronne e ai suoi discendenti.
22Tuttavia non ha un patrimonio nel paese del popolo,
non c'è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.
[vv. 23-26]
[<<< 23-26]
23Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella gloria
per il suo zelo nel timore del Signore
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
egli infatti intervenne con generoso coraggio
e placò Dio in favore di Israele.
24Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
25Ci fu anche un'alleanza con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda;
la successione reale dal padre a uno solo dei figli,
la successione di Aronne, a tutta la sua discendenza.
26Vi infonda Dio sapienza nel cuore
per governare il popolo con giustizia,
perché non scompaiano le virtù dei padri
e la loro gloria nelle varie generazioni.
[vv. 1-21]
[<<< 1-21]
1amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è in benedizione.
2Gli diede gloria pari a quella dei santi
e lo rese grande fra i terrori dei nemici.
3Per le sue parole fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò parte della sua gloria.
4Lo santificò nella fedeltà e nella mitezza,
lo scelse fra tutti gli uomini.
5Gli fece udire la sua voce,
lo fece entrare nella nube oscura
e gli diede faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e d’intelligenza,
perché insegnasse a Giacobbe l’alleanza,
i suoi decreti a Israele.
6Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
7Stabilì con lui un’alleanza perenne
e lo fece sacerdote per il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
8Lo rivestì con il massimo degli onori,
lo coronò con paramenti di potenza:
calzoni, tunica ed efod.
9Lo avvolse con melagrane
e numerosi campanelli d’oro all’intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come memoriale per i figli del suo popolo.
10Lo avvolse con una veste sacra d’oro,
violetto e porpora, opera di ricamatore,
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità
11e con tessuto di scarlatto filato, opera d’artista,
con pietre preziose, incise come sigilli,
incastonate sull’oro, opera d’intagliatore,
quale memoriale, con le parole incise
secondo il numero delle tribù d’Israele.
12Sopra il turbante gli pose una corona d’oro
con incisa l’iscrizione sacra,
insegna d’onore, lavoro vigoroso,
ornamento delizioso per gli occhi.
13Prima di lui non si erano viste cose tanto belle,
mai uno straniero le ha indossate,
ma soltanto i suoi figli
e i suoi discendenti per sempre.
14I suoi sacrifici vengono interamente bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
15Mosè riempì le sue mani
e lo unse con olio santo.
Ciò divenne un’alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel suo nome.
16Lo scelse fra tutti i viventi
perché offrisse sacrifici al Signore,
incenso e profumo come memoriale,
e perché compisse l’espiazione per il popolo.
17Nei suoi comandamenti
gli diede il potere di pronunciare giudizi,
perché insegnasse a Giacobbe le sue testimonianze
e illuminasse Israele nella sua legge.
18Contro di lui insorsero uomini stranieri
e furono gelosi di lui nel deserto:
erano gli uomini di Datan e di Abiròn
e quelli dell’assemblea di Core, furiosi e violenti.
19Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno,
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
20E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un’eredità:
gli riservò le primizie dei frutti,
gli assicurò anzitutto pane in abbondanza.
21Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore,
che egli ha assegnato a lui e ai suoi discendenti.
22Tuttavia non ha eredità nella terra del popolo,
non c’è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.
[vv. 23-26]
[<<< 23-26]
23Fineès, figlio di Eleàzaro, fu il terzo nella gloria,
per il suo zelo nel timore del Signore,
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
per la bontà coraggiosa della sua anima;
egli fece espiazione per Israele.
24Per questo con lui fu stabilita un’alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
25Per l’alleanza fatta con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda,
l’eredità del re passa solo di figlio in figlio,
l’eredità di Aronne invece passa a tutta la sua discendenza.
26Vi infonda Dio sapienza nel cuore,
per giudicare il suo popolo con giustizia,
perché non svanisca la loro prosperità
e la loro gloria duri per sempre.
[vv. 1-19]
[<<< 1-19]
1Valoroso in guerra Giosuè figlio di Nun,
successore di Mosè nell'ufficio profetico;
egli, secondo il significato del suo nome,
fu grande per la salvezza degli eletti di Dio,
compiendo la vendetta contro i nemici insorti,
per assegnare il possesso a Israele.
2Come era glorioso quando alzava le braccia
e brandiva la spada contro le città!
3Chi prima di lui era stato così saldo?
Egli guidava le guerre del Signore.
4Al suo comando non si arrestò forse il sole
e un giorno divenne lungo come due?
5Egli invocò l'Altissimo sovrano,
mentre i nemici lo premevano da ogni parte;
lo esaudì il Signore onnipotente
scagliando chicchi di grandine di grande potenza.
6Egli piombò sul popolo nemico
e nella discesa distrusse gli avversari,
perché le genti conoscessero la sua forza
e che il loro avversario era il Signore.
7Rimase infatti fedele all'Onnipotente
e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa
con Caleb, figlio di Iefunne,
opponendosi all'assemblea,
impedendo che il popolo peccasse
e dominando le maligne mormorazioni.
8Questi due soli si salvarono
fra i seicentomila fanti,
per introdurre Israele nella sua eredità,
nella terra in cui scorrono latte e miele.
9Il Signore concesse a Caleb una forza
che l'assistette sino alla vecchiaia,
perché raggiungesse le alture del paese,
che la sua discendenza potè conservare in eredità,
10sì che tutti gli Israeliti sapessero
che è bene seguire il Signore.
11Quanto ai Giudici, ciascuno con il suo nome,
coloro il cui cuore non commise infedeltà
né si allontanarono dal Signore,
sia il loro ricordo in benedizione!
12Le loro ossa rifioriscano dalle tombe
e il loro nome si perpetui sui figli,
poiché essi sono gia glorificati.
13Samuele, amato dal suo Signore,
di cui fu profeta, istituì la monarchia
e consacrò i principi del suo popolo.
14Secondo la legge del Signore governò la comunità
e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe.
15Per la sua fedeltà si dimostrò profeta,
con le parole fu riconosciuto veggente verace.
16Egli invocò il Signore onnipotente,
quando i nemici lo premevano all'intorno,
con l'offerta di un agnello da latte.
17Il Signore tuonò dal cielo;
con grande fragore fece udire la voce,
18sterminò i capi dei nemici
e tutti i principi dei Filistei.
19Prima dell'ora del suo eterno sonno,
così attestò davanti al Signore e al suo Messia:
«Denari e neanche dei sandali,
da alcun vivente ho accettato» e nessuno potè contraddirlo.
20Perfino dopo la sua morte profetizzò,
predicendo al re la sua fine;
anche dal sepolcro levò ancora la voce
per allontanare in una profezia l'iniquità dal popolo.
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1Valoroso in guerra fu Giosuè, figlio di Nun,
successore di Mosè nell’ufficio profetico;
secondo il suo nome,
egli fu grande per la salvezza degli eletti di Dio,
compiendo la vendetta contro i nemici insorti,
per assegnare l’eredità a Israele.
2Com’era glorioso quando alzava le sue braccia
e brandiva la spada contro le città!
3Chi prima di lui era stato così saldo?
Egli guidava le guerre del Signore.
4Al suo comando non si arrestò forse il sole
e un giorno divenne lungo come due?
5Egli invocò l’Altissimo, il Sovrano,
mentre i nemici lo premevano da ogni parte;
lo esaudì il Signore grande
con una grandinata di pietre poderose.
6Egli piombò sulla nazione nemica
e nella discesa distrusse gli avversari,
perché le nazioni conoscessero tutte le sue armi
e che la loro guerra era contro il Signore.
Egli infatti marciò dietro al Sovrano
7e nei giorni di Mosè compì un’opera di misericordia:
egli e Caleb, figlio di Iefunnè,
opponendosi all’assemblea,
impedendo che il popolo peccasse
e calmando le maligne mormorazioni.
8Solo loro due furono salvati
fra i seicentomila fanti,
per far entrare il popolo nell’eredità,
nella terra in cui scorrono latte e miele.
9Il Signore concesse a Caleb una forza
che l’assistette sino alla vecchiaia,
perché raggiungesse le alture del paese;
così la sua discendenza possedette l’eredità,
10affinché tutti i figli d’Israele sapessero
che è bene seguire il Signore.
11Ci sono poi i giudici, ciascuno con il suo nome:
di coloro il cui cuore non commise infedeltà
e di quanti non si allontanarono dal Signore,
sia il loro ricordo in benedizione!
12Le loro ossa rifioriscano dalla loro tomba
e il loro nome si rinnovi nei figli,
perché essi sono già glorificati.
13Samuele, amato dal suo Signore,
profeta del Signore, istituì la monarchia
e unse dei prìncipi sul suo popolo.
14Secondo la legge del Signore governò l’assemblea
e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe.
15Per la sua fedeltà si dimostrò profeta
e per le sue parole fu riconosciuto veggente degno di fede.
16Egli invocò il Signore, il Sovrano,
quando i nemici lo premevano all’intorno,
con l’offerta di un agnello da latte.
17Il Signore tuonò dal cielo
e con grande fragore fece udire la sua voce;
18sterminò i capi degli abitanti di Tiro
e tutti i prìncipi dei Filistei.
19Prima dell’ora del suo sonno eterno
attestò davanti al Signore e al suo unto:
«Né denari né sandali
ho preso da alcuno»,
e nessuno poté contraddirlo.
20Ancora dopo che si fu addormentato profetizzò,
predicendo al re la sua fine;
anche dal sepolcro levò la sua voce
per cancellare con una profezia l’iniquità del popolo.
[vv. 1-12]
[<<< 1-12]
1Dopo di questi sorse Natan,
per profetizzare al tempo di Davide.
2Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico,
così Davide dagli Israeliti.
3Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti,
con gli orsi quasi fossero agnelli.
4Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellata l'ignominia dal popolo,
scagliando con la fionda la pietra,
che abbattè la tracotanza di Golia?
5Poiché aveva invocato il Signore altissimo,
egli concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e riaffermare la potenza del suo popolo.
6Così l'esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nei canti del Signore
e gli offrirono un diadema di gloria.
7Egli infatti sterminò i nemici all'intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
8In ogni sua opera glorificò
il Santo altissimo con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il cuore
e amò colui che l'aveva creato.
9Introdusse musicanti davanti all'altare;
raddolcendo i canti con i loro suoni;
10conferì splendore alle feste,
abbellì le solennità fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo di Dio
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
11Il Signore gli perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un'alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.
12Dopo di lui sorse un figlio saggio,
che, in grazia sua, ebbe un vasto regno.
13Salomone regnò in tempo di pace,
Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno
perché costruisse una casa al suo nome
e preparasse un santuario perenne.
[vv. 14-25]
[<<< 14-25]
14Come fosti saggio nella giovinezza,
versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume!
15La tua scienza ricoprì la terra,
riempiendola di sentenze difficili.
16Il tuo nome giunse fino alle isole lontane;
fosti amato nella tua pace.
17Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime
e per le tue risposte ti ammirarono i popoli.
18Nel nome del Signore Dio,
che è chiamato Dio di Israele,
accumulasti l'oro quasi fosse stagno,
come il piombo rendesti abbondante l'argento.
19Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne,
e ne fosti dominato nel corpo.
20Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza,
sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli
e sofferenze con la tua follia.
21Il regno fu diviso in due
e in Efraim si instaurò un potere ribelle.
22Ma il Signore non rinnegherà la sua misericordia
e non permetterà che venga meno alcuna delle sue parole.
Non farà perire la posterità del suo eletto
né distruggerà la stirpe di colui che lo amò.
Concesse un resto a Giacobbe
e a Davide un germoglio nato dalla sua stirpe.
23Salomone andò a riposare con i suoi padri,
lasciando dopo di sé un discendente,
stoltezza del popolo e privo di senno,
Roboàmo, che si alienò il popolo con i suoi consigli.
24Geroboàmo figlio di Nabàt fece peccare Israele
e aprì a Efraim la via del peccato;
le loro colpe si moltiplicarono assai,
sì da farli esiliare dal proprio paese.
25Essi commisero ogni genere di malvagità
finché non giunse su di loro la vendetta.
[vv. 1-25]
[<<< 1-25]
1Dopo di lui sorse Natan,
per profetizzare nei giorni di Davide.
2Come dal sacrificio di comunione si preleva il grasso,
così Davide fu scelto tra i figli d’Israele.
3Egli scherzò con leoni come con capretti,
con gli orsi come con agnelli.
4Nella sua giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellato l’ignominia dal popolo,
alzando la mano con la pietra nella fionda
e abbattendo la tracotanza di Golia?
5Egli aveva invocato il Signore, l’Altissimo,
che concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e innalzare la potenza del suo popolo.
6Così lo esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nelle benedizioni del Signore
offrendogli un diadema di gloria.
7Egli infatti sterminò i nemici all’intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
8In ogni sua opera celebrò il Santo,
l’Altissimo, con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il suo cuore
e amò colui che lo aveva creato.
9Introdusse musici davanti all’altare
e con i loro suoni rese dolci le melodie.
Ogni giorno essi eseguono le loro musiche.
10Conferì splendore alle feste,
abbellì i giorni festivi fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo del Signore
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
11Il Signore perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un’alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.
12Dopo di lui sorse un figlio saggio,
che, grazie a lui, abitò in un vasto territorio.
13Salomone regnò nei giorni di pace,
per lui Dio concesse tranquillità all’intorno,
perché costruisse una casa per il suo nome
e preparasse un santuario per sempre.
14Come fosti saggio nella tua giovinezza
e fosti colmo d’intelligenza come un fiume!
15La tua fama ricoprì la terra,
che tu riempisti di sentenze difficili.
16Il tuo nome giunse lontano, fino alle isole,
e fosti amato nella tua pace.
17Per i canti, i proverbi, le sentenze
e per i responsi ti ammirarono i popoli.
18Nel nome del Signore Dio,
che è chiamato Dio d’Israele,
hai accumulato l’oro come stagno,
hai ammassato l’argento come piombo.
19Ma hai steso i tuoi fianchi accanto alle donne
e ne fosti dominato nel tuo corpo.
20Hai macchiato la tua gloria
e hai profanato la tua discendenza,
così da attirare l’ira divina sui tuoi figli
ed essere colpito per la tua stoltezza.
21Perciò fu diviso in due il tuo dominio
e da Èfraim ebbe inizio un regno ribelle.
22Ma il Signore non ha rinnegato la sua misericordia,
non ha lasciato cadere nessuna delle sue parole.
Non ha fatto perire la posterità del suo eletto
e non ha distrutto la stirpe di colui che lo aveva amato.
Egli concesse un resto a Giacobbe
e a Davide un germoglio nato da lui.
23Salomone andò a riposare con i suoi padri
e dopo di sé lasciò un discendente,
stoltezza del popolo e privo di senno,
Roboamo, che si alienò il popolo con le sue decisioni,
e Geroboamo, figlio di Nabat, che indusse Israele a peccare
e aprì a Èfraim la via del peccato.
24Le loro colpe si moltiplicarono
tanto da farli esiliare dal proprio paese.
25Essi commisero ogni genere di malvagità,
finché non giunse su di loro la vendetta.
[vv. 1-18]
[<<< 1-18]
1Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote,
nella sua vita riparò il tempio,
e nei suoi giorni fortificò il santuario.
2Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo,
l'alto contrafforte della cinta del tempio.
3Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque,
un serbatoio ampio come il mare.
4Premuroso di impedire la caduta del suo popolo,
fortificò la città contro un assedio.
5Come era stupendo quando si aggirava fra il popolo,
quando usciva dal santuario dietro il velo.
6Come un astro mattutino fra le nubi,
come la luna nei giorni in cui è piena,
7come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo,
come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria,
8come il fiore delle rose nella stagione di primavera,
come un giglio lungo un corso d'acqua,
come un germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva
9come fuoco e incenso su un braciere,
come un vaso d'oro massiccio,
ornato con ogni specie di pietre preziose,
10come un ulivo verdeggiante pieno di frutti,
e come un cipresso svettante tra le nuvole.
11Quando indossava i paramenti solenni,
quando si rivestiva con gli ornamenti più belli,
salendo i gradini del santo altare dei sacrifici,
riempiva di gloria l'intero santuario.
12Quando riceveva le parti delle vittime
dalle mani dei sacerdoti,
mentre stava presso il braciere dell'altare,
circondato dalla corona dei fratelli
come fronde di cedri nel Libano,
e lo circondavano come fusti di palme,
13mentre tutti i figli di Aronne nella loro gloria,
con le offerte del Signore nelle mani,
stavano davanti a tutta l'assemblea di Israele,
14egli compiva il rito liturgico sugli altari,
preparando l'offerta all'Altissimo onnipotente.
15Egli stendeva la mano sulla coppa
e versava succo di uva,
lo spargeva alle basi dell'altare
come profumo soave all'Altissimo, re di tutte le cose.
16Allora i figli di Aronne alzavano la voce,
suonavano le trombe di metallo lavorato
e facevano udire un suono potente
come richiamo davanti all'Altissimo.
17E subito tutto il popolo insieme
si prostrava con la faccia a terra,
per adorare il Signore, Dio onnipotente e altissimo.
18I cantori intonavano canti di lodi,
il loro canto era addolcito da una musica melodiosa.
19Il popolo supplicava il Signore altissimo
in preghiera davanti al Misericordioso,
finché fosse compiuto il servizio del Signore
e terminasse la funzione liturgica.
[vv. 20-29]
[<<< 20-29]
20Allora, scendendo, egli alzava le mani
su tutta l'assemblea dei figli di Israele
per dare con le sue labbra la benedizione del Signore,
gloriandosi del nome di lui.
21Tutti si prostravano di nuovo
per ricevere la benedizione dell'Altissimo.
22Ora benedite il Dio dell'universo,
che compie in ogni luogo grandi cose,
che ha esaltato i nostri giorni fino dalla nascita,
che ha agito con noi secondo la sua misericordia.
23Ci conceda la gioia del cuore e ci sia pace nei nostri giorni
in Israele, per tutti i giorni futuri.
24La sua misericordia resti fedelmente con noi
e ci riscatti nei nostri giorni.
25Contro due popoli sono irritato,
il terzo non è neppure un popolo:
26quanti abitano sul monte Seir e i Filistei
e lo stolto popolo che abita in Sichem.
27Una dottrina di sapienza e di scienza
ha condensato in questo libro
Gesù figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme,
che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.
28Beato chi mediterà queste cose;
le fissi bene nel cuore e diventerà saggio;
29se le metterà in pratica, sarà forte in tutto,
perché la luce del Signore è la sua strada.
[vv. 1-18]
[<<< 1-18]
1Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote,
nella sua vita riparò il tempio
e nei suoi giorni consolidò il santuario.
2Da lui furono poste le fondamenta del doppio muro,
l’elevato contrafforte della cinta del tempio.
3Nei suoi giorni fu scavato il deposito per le acque,
un serbatoio grande come il mare.
4Avendo premura d’impedire la caduta del suo popolo,
fortificò la città nell’assedio.
5Com’era glorioso quando si affacciava dal tempio,
quando usciva dal santuario dietro il velo!
6Come astro mattutino in mezzo alle nubi,
come la luna nei giorni in cui è piena,
7come sole sfolgorante sul tempio dell’Altissimo,
come arcobaleno splendente fra nubi di gloria,
8come rosa fiorita nei giorni di primavera,
come giglio lungo i corsi d’acqua,
come germoglio del Libano nei giorni d’estate,
9come fuoco e incenso su un braciere,
come vaso d’oro massiccio,
ornato con ogni specie di pietre preziose,
10come ulivo che fa germogliare i frutti
e come cipresso svettante tra le nuvole.
11Quando indossava i paramenti gloriosi,
egli era rivestito di perfetto splendore,
quando saliva il santo altare dei sacrifici,
riempiva di gloria l’intero santuario.
12Quando riceveva le parti delle vittime dalle mani dei sacerdoti,
egli stava presso il braciere dell’altare:
intorno a lui c’era la corona di fratelli,
simili a fronde di cedri nel Libano,
che lo circondavano come fusti di palme;
13tutti i figli di Aronne nella loro gloria,
e con le offerte del Signore nelle loro mani,
stavano davanti a tutta l’assemblea d’Israele,
14ed egli compiva il rito liturgico sugli altari,
preparando l’offerta dell’Altissimo onnipotente.
15Egli stendeva la sua mano sulla coppa
e versava sangue di uva,
lo spargeva alle basi dell’altare
come profumo soave all’Altissimo, re di tutte le cose.
16Allora i figli di Aronne alzavano la voce,
suonavano le trombe di metallo lavorato
e facevano udire un suono potente
come memoriale davanti all’Altissimo.
17Allora tutto il popolo insieme si affrettava
e si prostravano con la faccia a terra,
per adorare il loro Signore,
Dio onnipotente e altissimo.
18E i cantori intonavano canti di lodi,
e grandioso risuonava il canto e pieno di dolcezza.
19Il popolo supplicava il Signore altissimo,
in preghiera davanti al Misericordioso,
finché fosse compiuto il servizio del Signore
e fosse terminata la sua liturgia.
[vv. 20-29]
[<<< 20-29]
20Allora, scendendo, egli alzava le sue mani
su tutta l’assemblea dei figli d’Israele,
per dare con le sue labbra la benedizione del Signore
e per gloriarsi del nome di lui.
21Tutti si prostravano di nuovo
per ricevere la benedizione dell’Altissimo.
22E ora benedite il Dio dell’universo,
che compie in ogni luogo grandi cose,
che fa crescere i nostri giorni fin dal seno materno,
e agisce con noi secondo la sua misericordia.
23Ci conceda la gioia del cuore
e ci sia pace nei nostri giorni
in Israele, ora e sempre.
24La sua misericordia resti fedelmente con noi
e ci riscatti nei nostri giorni.
25Contro due popoli la mia anima è irritata,
il terzo non è neppure un popolo:
26quanti abitano sul monte di Samaria e i Filistei
e il popolo stolto che abita a Sichem.
27Una dottrina d’intelligenza e di scienza
ha condensato in questo libro
Gesù, figlio di Sira, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme,
che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.
28Beato chi medita queste cose
e colui che, fissandole nel suo cuore, diventa saggio;
29se le metterà in pratica, sarà forte in tutto,
perché la luce del Signore sarà la sua strada.
A chi gli è fedele egli dà la sapienza.
Benedetto il Signore per sempre. Amen, amen.
[vv. 1-10]
[<<< 1-10]
1Canterò per il mio diletto
il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
2Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato scelte viti;
vi aveva costruito in mezzo una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva,
ma essa fece uva selvatica.
3Or dunque, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
4Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha fatto uva selvatica?
5Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
6La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
7Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa di Israele;
gli abitanti di Giuda
la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.
8Guai a voi, che aggiungete casa a casa
e unite campo a campo,
finché non vi sia più spazio,
e così restate soli ad abitare
nel paese.
9Ho udito con gli orecchi il Signore degli eserciti:
«Certo, molti palazzi
diventeranno una desolazione,
grandi e belli
saranno senza abitanti».
10Poiché dieci iugeri di vigna
produrranno solo un bat
e un comer di seme
produrrà un'efa.
11Guai a coloro che si alzano presto al mattino
e vanno in cerca di bevande inebrianti
e si attardano alla sera
accesi in volto dal vino.
[vv. 12-30]
[<<< 12-30]
12Ci sono cetre e arpe,
timpani e flauti
e vino per i loro banchetti;
ma non badano all'azione del Signore,
non vedono l'opera delle sue mani.
13Perciò il mio popolo sarà deportato
senza che neppure lo sospetti.
I suoi grandi periranno di fame,
il suo popolo sarà arso dalla sete.
14Pertanto gli inferi dilatano le fauci,
spalancano senza misura la bocca.
Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo,
il frastuono e la gioia della città.
15L'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato,
gli occhi dei superbi si abbasseranno.
16Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio
e il Dio santo si mostrerà santo nella giustizia.
17Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro prati,
sulle rovine brucheranno i capretti.
18Guai a coloro che si tirano addosso il castigo
con corde da buoi
e il peccato con funi da carro,
19che dicono: «Faccia presto,
acceleri pure l'opera sua,
perché la vediamo;
si facciano più vicini e si compiano
i progetti del Santo di Israele,
perché li conosciamo».
20Guai a coloro che chiamano
bene il male e male il bene,
che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,
che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro.
21Guai a coloro che si credono sapienti
e si reputano intelligenti.
22Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino,
valorosi nel mescere bevande inebrianti,
23a coloro che assolvono per regali un colpevole
e privano del suo diritto l'innocente.
24Perciò, come una lingua di fuoco divora la stoppia
e una fiamma consuma la paglia,
così le loro radici diventeranno un marciume
e la loro fioritura volerà via come polvere,
perché hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti,
hanno disprezzato la parola del Santo di Israele.
25Per questo è divampato
lo sdegno del Signore contro il suo popolo,
su di esso ha steso la sua mano per colpire;
hanno tremato i monti,
i loro cadaveri erano come lordura
in mezzo alle strade.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e la sua mano resta ancora tesa.
26Egli alzerà un segnale a un popolo lontano
e gli farà un fischio all'estremità della terra;
ed ecco verrà veloce e leggero.
27Nessuno fra essi è stanco o inciampa,
nessuno sonnecchia o dorme,
non si scioglie la cintura dei suoi fianchi
e non si slaccia il legaccio dei suoi sandali.
28Le sue frecce sono acuminate,
e ben tesi tutti i suoi archi;
gli zoccoli dei suoi cavalli sono come pietre
e le ruote dei suoi carri come un turbine.
29Il suo ruggito è come quello di una leonessa,
ruggisce come un leoncello;
freme e afferra la preda,
la pone al sicuro, nessuno gliela strappa.
30Fremerà su di lui in quel giorno
come freme il mare;
si guarderà la terra: ecco, saranno tenebre, angoscia
e la luce sarà oscurata dalla caligine.
[vv. 1-10]
[<<< 1-10]
1Voglio cantare per il mio diletto
il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
2Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato viti pregiate;
in mezzo vi aveva costruito una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva;
essa produsse, invece, acini acerbi.
3E ora, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
4Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha prodotto acini acerbi?
5Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
6La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
7Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa d’Israele;
gli abitanti di Giuda
sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.
8Guai a voi, che aggiungete casa a casa
e unite campo a campo,
finché non vi sia più spazio,
e così restate soli ad abitare nella terra.
9Ha giurato ai miei orecchi il Signore degli eserciti:
«Certo, molti palazzi
diventeranno una desolazione,
grandi e belli
saranno senza abitanti».
10Poiché dieci iugeri di vigna
produrranno solo un bat
e un homer di seme
produrrà un’efa.
11Guai a coloro che si alzano presto al mattino
e vanno in cerca di bevande inebrianti
e si attardano alla sera.
Il vino li infiamma.
[vv. 12-30]
[<<< 12-30]
12Ci sono cetre e arpe,
tamburelli e flauti
e vino per i loro banchetti;
ma non badano all’azione del Signore,
non vedono l’opera delle sue mani.
13Perciò il mio popolo sarà deportato
senza che neppure lo sospetti.
I suoi grandi periranno di fame,
il suo popolo sarà arso dalla sete.
14Pertanto gli inferi dilatano le loro fauci,
spalancano senza misura la loro bocca.
Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo,
il tripudio e la gioia della città.
15L’uomo sarà piegato,
il mortale sarà abbassato,
gli occhi dei superbi si abbasseranno.
16Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio
e il Dio santo si mostrerà santo nella giustizia.
17Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro prati,
sulle rovine brucheranno i grassi capretti.
18Guai a coloro che si tirano addosso il castigo con corde da tori
e il peccato con funi da carro,
19che dicono: «Faccia presto,
acceleri pure l’opera sua,
perché la vediamo;
si facciano più vicini e si compiano
i progetti del Santo d’Israele,
perché li conosciamo».
20Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene,
che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,
che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.
21Guai a coloro che si credono sapienti
e si reputano intelligenti.
22Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino,
valorosi nel mescere bevande inebrianti,
23a coloro che assolvono per regali un colpevole
e privano del suo diritto l’innocente.
24Perciò, come una lingua di fuoco divora la stoppia
e una fiamma consuma la paglia,
così le loro radici diventeranno un marciume
e la loro fioritura volerà via come polvere,
perché hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti,
hanno disprezzato la parola del Santo d’Israele.
25Per questo è divampato
lo sdegno del Signore contro il suo popolo,
su di esso ha steso la sua mano per colpire;
hanno tremato i monti,
i loro cadaveri erano come immondizia
in mezzo alle strade.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e la sua mano resta ancora tesa.
26Egli alzerà un segnale a una nazione lontana
e le farà un fischio all’estremità della terra;
ed ecco, essa verrà veloce e leggera.
27Nessuno fra loro è stanco o inciampa,
nessuno sonnecchia o dorme,
non si scioglie la cintura dei suoi fianchi
e non si slaccia il legaccio dei suoi sandali.
28Le sue frecce sono acuminate,
e ben tesi tutti i suoi archi;
gli zoccoli dei suoi cavalli sono come pietre
e le ruote dei suoi carri come un turbine.
29Il suo ruggito è come quello di una leonessa,
ruggisce come un leoncello;
freme e afferra la preda,
la pone al sicuro, nessuno gliela strappa.
30Fremerà su di lui in quel giorno
come freme il mare;
si guarderà la terra: ecco, saranno tenebre, angoscia,
e la luce sarà oscurata dalla caligine.
[vv. 1-7]
[<<< 1-7] 1Il Signore mi disse: «Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: A Mahèr-salàl-cash-baz». 2Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria figlio di Iebarachìa. 3Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: «Chiamalo Mahèr-salàl-cash-baz, 4poiché, prima che il bambino sappia dire babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re di Assiria».
5Il Signore mi disse di nuovo:
6«Poiché questo popolo ha rigettato
le acque di Siloe, che scorrono piano,
e trema per Rezìn e per il figlio di Romelia,
7per questo, ecco,
il Signore gonfierà contro di loro
le acque del fiume,
impetuose e abbondanti:
cioè il re assiro con tutto il suo splendore,
irromperà in tutti i suoi canali
e strariperà da tutte le sue sponde.
8Penetrerà in Giuda,
lo inonderà e lo attraverserà
fino a giungere al collo.
Le sue ali distese copriranno
tutta l'estensione del tuo paese, Emmanuele.
[vv. 9-23]
[<<< 9-23]
9Sappiatelo, popoli: sarete frantumati;
ascoltate voi tutte, nazioni lontane,
cingete le armi e sarete frantumate.
10Preparate un piano, sarà senza effetti;
fate un proclama, non si realizzerà,
perché Dio è con noi».
11Poiché così il Signore mi disse, quando mi aveva preso per mano e mi aveva proibito di incamminarmi nella via di questo popolo:
12«Non chiamate congiura
ciò che questo popolo chiama congiura,
non temete ciò che esso teme e non abbiate paura».
13Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo.
Egli sia l'oggetto del vostro timore, della vostra paura.
14Egli sarà laccio e pietra d'inciampo
e scoglio che fa cadere
per le due case di Israele,
laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme.
15Tra di loro molti inciamperanno,
cadranno e si sfracelleranno,
saranno presi e catturati.
16Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione nel cuore dei miei discepoli. 17Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui. 18Ecco, io e i figli che il Signore mi ha dato, siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion.
19Quando vi diranno: «Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dei? Per i vivi consultare i morti?», 20attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d'aurora.
21Egli si aggirerà nel paese oppresso e affamato,
e, quando sarà affamato e preso dall'ira,
maledirà il suo re e il suo dio.
Guarderà in alto
22e rivolgerà lo sguardo sulla terra
ed ecco angustia e tenebre
e oscurità desolante.
Ma la caligine sarà dissipata,
23poiché non ci sarà più oscurità
dove ora è angoscia.
In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e la curva di Goim.
[vv. 1-23]
[<<< 1-23] 1Il Signore mi disse: «Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: “A Maher-salal-cas-baz”». 2Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria, figlio di Ieberechìa. 3Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: «Chiamalo Maher-salal-cas-baz, 4poiché prima che il bambino sappia dire “papà” e “mamma” le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re d’Assiria».
5Il Signore mi disse di nuovo:
6«Poiché questo popolo ha rigettato
le acque di Sìloe, che scorrono piano,
e trema per Resin e per il figlio di Romelia,
7per questo, ecco,
il Signore farà salire contro di loro
le acque del fiume,
impetuose e abbondanti:
cioè il re d’Assiria con tutto il suo splendore,
irromperà in tutti i suoi canali
e strariperà da tutte le sue sponde.
8Invaderà Giuda,
lo inonderà e lo attraverserà
fino a giungere al collo.
Le sue ali distese copriranno
tutta l’estensione della tua terra, Emmanuele.
9Sappiatelo, popoli: sarete frantumati.
Ascoltate voi tutte, nazioni lontane,
cingete le armi e sarete frantumate,
cingete le armi e sarete frantumate.
10Preparate un piano, sarà senza effetti;
fate un proclama, non si realizzerà,
perché Dio è con noi».
11Poiché così il Signore mi disse, quando mi aveva preso per mano e mi aveva proibito di camminare per la via di questo popolo:
12«Non chiamate congiura
ciò che questo popolo chiama congiura,
non temete ciò che esso teme e non abbiate paura».
13Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo.
Egli sia l’oggetto del vostro timore, della vostra paura.
14Egli sarà insidia e pietra di ostacolo
e scoglio d’inciampo
per le due case d’Israele,
laccio e trabocchetto per gli abitanti di Gerusalemme.
15Tra di loro molti inciamperanno,
cadranno e si sfracelleranno,
saranno presi e catturati.
16Rinchiudi questa testimonianza, e sigilla questo insegnamento nel cuore dei miei discepoli. 17Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui. 18Ecco, io e i figli che il Signore mi ha dato siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion.
19Quando vi diranno: «Interrogate i negromanti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dèi? Per i vivi consultare i morti?», 20attenetevi all’insegnamento, alla testimonianza. Se non faranno un discorso come questo, non ci sarà aurora per loro.
21Egli si aggirerà oppresso e affamato,
e, quando sarà affamato e preso dall’ira,
maledirà il suo re e il suo dio.
Guarderà in alto
22e rivolgerà lo sguardo sulla terra
ed ecco angustia e tenebre
e oscurità desolante.
Ma la caligine sarà dissipata,
23poiché non ci sarà più oscurità
dove ora è angoscia.
In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti.
[vv. 1-20]
[<<< 1-20]
1Il popolo che camminava nelle tenebre
vide una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
2Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si gioisce quando si spartisce la preda.
3Poiché il giogo che gli pesava
e la sbarra sulle sue spalle,
il bastone del suo aguzzino
tu hai spezzato come al tempo di Madian.
4Poiché ogni calzatura di soldato nella mischia
e ogni mantello macchiato di sangue
sarà bruciato,
sarà esca del fuoco.
5Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il segno della sovranità
ed è chiamato:
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace;
6grande sarà il suo dominio
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e sempre;
questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
7Una parola mandò il Signore contro Giacobbe,
essa cadde su Israele.
8La conoscerà tutto il popolo,
gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria,
che dicevano nel loro orgoglio
e nell'arroganza del loro cuore:
9«I mattoni sono caduti,
ricostruiremo in pietra;
i sicomori sono stati abbattuti,
li sostituiremo con cedri».
10Il Signore suscitò contro questo popolo i suoi nemici,
stimolò i suoi avversari:
11gli Aramei dall'oriente, da occidente i Filistei
che divorano Israele a grandi morsi.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
12Il popolo non è tornato a chi lo percuoteva;
non ha ricercato il Signore degli eserciti.
13Pertanto il Signore ha amputato a Israele capo e coda,
palma e giunco in un giorno.
14L'anziano e i notabili sono il capo,
il profeta, maestro di menzogna, è la coda.
15Le guide di questo popolo lo hanno fuorviato
e i guidati si sono perduti.
16Perciò il Signore non avrà pietà dei suoi giovani,
non si impietosirà degli orfani e delle vedove,
perché tutti sono empi e perversi;
ogni bocca proferisce parole stolte.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
17Brucia l'iniquità come fuoco
che divora rovi e pruni,
divampa nel folto della selva,
da dove si sollevano colonne di fumo.
18Per l'ira del Signore brucia la terra
e il popolo è come un'esca per il fuoco;
nessuno ha pietà del proprio fratello.
19Dilania a destra, ma è ancora affamato,
mangia a sinistra, ma senza saziarsi;
ognuno mangia la carne del suo vicino.
20Manàsse contro Efraim
ed Efraim contro Manàsse,
tutti e due insieme contro Giuda.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
[vv. 1-3]
[<<< 1-3]
1Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
2Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
3Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Madian.
4Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
[vv. 5-17]
[<<< 5-17]
5Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
6Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
7Una parola mandò il Signore contro Giacobbe,
essa cadde su Israele.
8La conoscerà tutto il popolo,
gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria,
che dicevano nel loro orgoglio
e nell’arroganza del loro cuore:
9«I mattoni sono caduti,
ricostruiremo in pietra;
i sicomòri sono stati abbattuti,
li sostituiremo con cedri».
10Il Signore suscitò contro questo popolo i suoi nemici,
eccitò i suoi avversari:
11gli Aramei dall’oriente, da occidente i Filistei,
che divorano Israele a grandi bocconi.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
12Il popolo non è tornato a chi lo percuoteva;
non hanno ricercato il Signore degli eserciti.
13Pertanto il Signore ha amputato a Israele capo e coda,
palma e giunco in un giorno.
14L’anziano e i notabili sono il capo,
il profeta, maestro di menzogna, è la coda.
15Le guide di questo popolo lo hanno fuorviato
e quelli che esse guidano si sono perduti.
16Perciò il Signore non avrà clemenza verso i suoi giovani,
non avrà pietà degli orfani e delle vedove,
perché tutti sono empi e perversi;
ogni bocca proferisce parole stolte.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
17Sì, brucia l’iniquità come fuoco
che divora rovi e pruni,
divampa nel folto della selva,
da dove si sollevano colonne di fumo.
18Per l’ira del Signore degli eserciti brucia la terra
e il popolo è dato in pasto al fuoco;
nessuno ha pietà del proprio fratello.
[vv. 19-20]
[<<< 19-20]
19Dilania a destra, ma è ancora affamato,
mangia a sinistra, ma senza saziarsi;
ognuno mangia la carne del suo vicino.
20Manasse contro Èfraim
ed Èfraim contro Manasse,
tutti e due insieme contro Giuda.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
[vv. 1-4]
[<<< 1-4]
1Tu dirai in quel giorno:
«Ti ringrazio, Signore; tu eri in collera con me,
ma la tua collera si è calmata e tu mi hai consolato.
2Ecco, Dio è la mia salvezza;
io confiderò, non temerò mai,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
3Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza».
4In quel giorno direte:
«Lodate il Signore, invocate il suo nome;
manifestate tra i popoli le sue meraviglie,
proclamate che il suo nome è sublime.
5Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose grandiose,
ciò sia noto in tutta la terra.
[v. 6]
[<< 6]
6Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele».
[vv. 1-3]
[<<< 1-3]
1Tu dirai in quel giorno:
«Ti lodo, Signore; tu eri in collera con me,
ma la tua collera si è placata e tu mi hai consolato.
2Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza».
3Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
4In quel giorno direte:
«Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
[vv. 5-6]
[<<< 5-6]
5Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
6Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele».
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Oracolo su Damasco.
Ecco, Damasco sarà eliminata dal numero delle città,
diverrà un cumulo di rovine.
2Le sue borgate saranno abbandonate per sempre;
saranno pascolo dei greggi
che vi riposeranno senza esserne scacciati.
3A Efraim sarà tolta la cittadella,
a Damasco la sovranità.
Al resto degli Aramei toccherà la stessa sorte
della gloria degli Israeliti,
oracolo del Signore degli eserciti.
4In quel giorno verrà ridotta la gloria di Giacobbe
e la pinguedine delle sue membra dimagrirà.
5Avverrà come quando il mietitore
prende una manciata di steli,
e con l'altro braccio falcia le spighe,
come quando si raccolgono le spighe
nella valle dei Rèfaim,
6Vi resteranno solo racimoli,
come alla bacchiatura degli ulivi:
due o tre bacche sulla cima dell'albero,
quattro o cinque sui rami da frutto.
Oracolo del Signore, Dio di Israele.
7In quel giorno si volgerà l'uomo al suo creatore
e i suoi occhi guarderanno al Santo di Israele.
[vv. 8-10]
[<<< 8-10]
8Non si volgerà agli altari, lavoro delle sue mani;
non guarderà ciò che fecero le sue dita,
i pali sacri e gli altari per l'incenso.
9In quel giorno avverrà alle tue fortezze
come alle città abbandonate
che l'Eveo e l'Amorreo evacuarono
di fronte agli Israeliti
e sarà una desolazione.
10Perché hai dimenticato Dio tuo salvatore
e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza.
Tu pianti perciò piante amene
e innesti tralci stranieri;
11di giorno le pianti, le vedi crescere
e al mattino vedi fiorire i tuoi semi,
ma svanirà il raccolto in un giorno di malattia
e di dolore insanabile.
[vv. 12-14]
[<<< 12-14]
12Ah, il rumore di popoli immensi,
rumore come il mugghio dei mari,
fragore di nazioni
come lo scroscio di acque che scorrono veementi.
13Le nazioni fanno fragore
come il fragore di molte acque,
ma il Signore le minaccia, esse fuggono lontano;
come pula sono disperse sui monti dal vento
e come mulinello di polvere dinanzi al turbine.
14Alla sera, ecco era tutto uno spavento,
prima del mattino non è gia più.
Questo è il destino dei nostri predatori
e la sorte dei nostri saccheggiatori.
[vv. 1-6]
[<<< 1-6] 1Oracolo su Damasco.
Ecco, Damasco cesserà di essere una città,
diverrà un cumulo di rovine.
2Le città di Aroèr saranno abbandonate;
saranno pascolo delle greggi,
che vi riposeranno senza esserne scacciate.
3A Èfraim sarà tolta la cittadella,
a Damasco la sovranità.
Al resto degli Aramei toccherà la stessa sorte
della gloria degli Israeliti.
Oracolo del Signore degli eserciti.
4In quel giorno verrà ridotta la gloria di Giacobbe
e la pinguedine delle sue membra dimagrirà.
5Avverrà come quando il mietitore
prende una manciata di steli,
e con l’altro braccio falcia le spighe,
come quando si raccolgono le spighe
nella valle dei Refaìm.
6Vi resteranno solo racimoli,
come alla bacchiatura degli ulivi:
due o tre bacche sulla cima dell’albero,
quattro o cinque sui rami da frutto.
Oracolo del Signore, Dio d’Israele.
7In quel giorno si volgerà l’uomo al suo creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo d’Israele. [vv. 8-10] [<<< 8-10] 8Non si volgerà agli altari, lavoro delle sue mani; non guarderà ciò che fecero le sue dita, i pali sacri e gli altari per l’incenso.
9In quel giorno avverrà alle tue fortezze
come alle città abbandonate,
che l’Eveo e l’Amorreo evacuarono
di fronte agli Israeliti
e sarà una desolazione.
10Perché hai dimenticato Dio, tuo salvatore,
e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza,
tu pianti giardini ameni
e innesti tralci stranieri.
11Nel giorno in cui li pianti, li vedi crescere
e al mattino vedi fiorire i tuoi semi,
ma svanirà il raccolto nel giorno della sventura
e del dolore insanabile.
[vv. 12-14]
[<<< 12-14]
12Ah, il tumulto di popoli immensi,
tumultuanti come il tumulto dei mari,
fragore di nazioni
come lo scroscio di acque che scorrono veementi!
13Le nazioni fanno fragore
come il fragore di molte acque,
ma egli le minaccia, esse fuggono lontano;
come pula sono disperse sui monti dal vento
e come vortice di polvere dinanzi al turbine.
14Alla sera, ecco, era tutto uno spavento,
prima del mattino, già non è più.
Questo è il destino di chi ci depredava
e la sorte di chi ci saccheggiava.
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Ah! paese dagli insetti ronzanti,
che ti trovi oltre i fiumi di Etiopia,
2che mandi ambasciatori per mare,
in canotti di papiro sulle acque:
«Andate, messaggeri veloci,
verso un popolo alto e abbronzato,
verso un popolo temuto ora e sempre,
un popolo potente e vittorioso,
il cui paese è solcato da fiumi».
3O voi tutti abitanti del mondo, che dimorate sulla terra,
appena si alzerà un segnale sui monti, guardatelo!
Appena squillerà la tromba, ascoltatela!
4Poiché questo mi ha detto il Signore:
«Io osserverò tranquillo dalla mia dimora,
come il calore sereno alla luce del sole,
come una nube di rugiada al calore della mietitura».
5Poiché prima della raccolta, quando la fioritura è finita
e il fiore è diventato un grappolo maturo,
egli taglierà i tralci con roncole,
strapperà e getterà via i pampini.
6Saranno abbandonati tutti insieme
agli avvoltoi dei monti e alle bestie selvatiche;
su di essi gli avvoltoi passeranno l'estate
su di essi tutte le bestie selvatiche passeranno l'inverno.
7In quel tempo saranno portate offerte al Signore degli eserciti da un popolo alto e abbronzato, da un popolo temuto ora e sempre, da un popolo potente e vittorioso, il cui paese è solcato da fiumi, saranno portate nel luogo dove è invocato il nome del Signore degli eserciti, sul monte Sion.
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Ah! Terra dagli insetti ronzanti,
che ti trovi oltre i fiumi dell’Etiopia,
2che mandi ambasciatori per mare,
in barche di papiro sulle acque:
«Andate, messaggeri veloci,
verso un popolo alto e abbronzato,
verso un popolo temuto ora e sempre,
un popolo potente e vittorioso,
la cui terra è solcata da fiumi».
3O voi tutti abitanti del mondo, che dimorate sulla terra,
appena si alzerà un segnale sui monti, guardatelo!
Appena squillerà la tromba, ascoltatela!
4Poiché questo mi ha detto il Signore:
«Io osserverò tranquillo dalla mia dimora,
come il calore sereno alla luce del sole,
come una nube di rugiada al calore della mietitura».
5Poiché prima della raccolta, quando la fioritura è finita
e il fiore è diventato un grappolo maturo,
egli taglierà i tralci con roncole,
strapperà e getterà via i pampini.
6Saranno abbandonati tutti insieme
agli avvoltoi dei monti e alle bestie della terra;
su di essi gli avvoltoi passeranno l’estate,
su di essi tutte le bestie della terra passeranno l’inverno.
7In quel tempo saranno portate offerte al Signore degli eserciti da un popolo alto e abbronzato, da un popolo temuto ora e sempre, da un popolo potente e vittorioso, la cui terra è solcata da fiumi; saranno portate nel luogo dove è invocato il nome del Signore degli eserciti, sul monte Sion.
[vv. 1-18]
[<<< 1-18]
1Oracolo sull'Egitto.
Ecco, il Signore cavalca una nube leggera
ed entra in Egitto.
Crollano gli idoli d'Egitto davanti a lui
e agli Egiziani vien meno il cuore nel petto.
2Aizzerò gli Egiziani contro gli Egiziani:
combatterà fratello contro fratello,
uomo contro uomo,
città contro città, regno contro regno.
3Gli Egiziani perderanno il senno
e io distruggerò il loro consiglio;
per questo ricorreranno agli idoli e ai maghi,
ai negromanti e agli indovini.
4Ma io metterò gli Egiziani
in mano a un duro padrone, un re crudele li dominerà.
Oracolo del Signore, Dio degli eserciti.
5Si prosciugheranno le acque del mare,
il fiume si inaridirà e seccherà.
6I suoi canali diventeranno putridi,
diminuiranno e seccheranno i torrenti dell'Egitto,
canne e giunchi ingialliranno.
7I giunchi sulle rive e alla foce del Nilo
e tutti i seminati del Nilo
seccheranno, saranno dispersi dal vento, non saranno più.
8I pescatori si lamenteranno, gemeranno
quanti gettano l'amo nel Nilo,
quanti stendono le reti sull'acqua saranno desolati.
9Saranno delusi i lavoratori del lino,
le cardatrici e i tessitori impallidiranno;
10i tessitori saranno avviliti,
tutti i salariati saranno costernati.
11Quanto sono stolti i principi di Tanis!
I più saggi consiglieri del faraone sono uno stupido consiglio.
Come osate dire al faraone:
«Sono figlio di saggi, figlio di re antichi»?
12Dove sono, dunque, i tuoi saggi?
Ti rivelino e manifestino
quanto ha deciso il Signore degli eserciti
a proposito dell'Egitto.
13Stolti sono i principi di Tanis;
si ingannano i principi di Menfi.
Hanno fatto traviare l'Egitto
i capi delle sue tribù.
14Il Signore ha mandato in mezzo a loro
uno spirito di smarrimento;
essi fanno smarrire l'Egitto in ogni impresa,
come barcolla un ubriaco nel vomito.
15Non riuscirà all'Egitto qualunque opera faccia:
il capo o la coda, la palma o il giunco.
16In quel giorno gli Egiziani diventeranno come femmine, tremeranno e temeranno all'agitarsi della mano che il Signore degli eserciti agiterà contro di loro. 17Il paese di Giuda sarà il terrore degli Egiziani; quando se ne parlerà, ne avranno spavento, a causa del proposito che il Signore degli eserciti ha formulato sopra di esso.
18In quel giorno ci saranno cinque città nell'Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamerà Città del sole. 19In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d'Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera: [v. 20] [<< 20] 20sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. 21Il Signore si rivelerà agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno. [vv. 22-25] [<<< 22-25] 22Il Signore percuoterà ancora gli Egiziani ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà.
23In quel giorno ci sarà una strada dall'Egitto verso l'Assiria; l'Assiro andrà in Egitto e l'Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il Signore insieme con gli Assiri. 24In quel giorno Israele sarà il terzo con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. 25Li benedirà il Signore degli eserciti: «Benedetto sia l'Egiziano mio popolo, l'Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità».
[vv. 1-15]
[<<< 1-15] 1Oracolo sull’Egitto.
Ecco, il Signore cavalca una nube leggera
ed entra in Egitto.
Crollano gli idoli dell’Egitto davanti a lui
e agli Egiziani viene meno il cuore nel petto.
2«Aizzerò gli Egiziani contro gli Egiziani:
combatterà ognuno contro il proprio fratello,
ognuno contro il proprio prossimo,
città contro città e regno contro regno.
3Lo spirito che anima l’Egitto sarà stravolto
e io distruggerò il suo progetto;
per questo ricorreranno agli idoli e ai maghi,
ai negromanti e agli indovini.
4Ma io consegnerò gli Egiziani
in mano a un duro padrone, un re crudele li dominerà».
Oracolo del Signore, il Signore degli eserciti.
5Si prosciugheranno le acque del mare,
il fiume si inaridirà e seccherà.
6I suoi canali diventeranno putridi,
diminuiranno e seccheranno i torrenti dell’Egitto,
canne e giunchi sfioriranno.
7I giunchi sulle rive e alla foce del Nilo
e tutte le piante del Nilo
seccheranno, saranno dispersi dal vento, non saranno più.
8I pescatori si lamenteranno, gemeranno
quanti gettano l’amo nel Nilo,
quanti stendono le reti sull’acqua saranno desolati.
9Saranno delusi i lavoratori del lino,
le cardatrici e i tessitori impallidiranno;
10i tessitori saranno avviliti,
tutti i salariati saranno costernati.
11Quanto sono stolti i prìncipi di Tanis!
I più saggi consiglieri del faraone formano un consiglio insensato.
Come osate dire al faraone:
«Sono figlio di saggi, figlio di re antichi»?
12Dove sono, dunque, i tuoi saggi?
Ti rivelino e manifestino
quanto ha deciso il Signore degli eserciti
a proposito dell’Egitto.
13Stolti sono i prìncipi di Tanis;
si ingannano i prìncipi di Menfi.
Hanno fatto traviare l’Egitto
i capi delle sue tribù.
14Il Signore ha mandato in mezzo a loro
uno spirito di smarrimento;
essi fanno smarrire l’Egitto in ogni impresa,
come barcolla un ubriaco nel vomito.
15Non gioverà all’Egitto qualunque opera
faccia il capo o la coda,
la palma o il giunco.
16In quel giorno gli Egiziani diventeranno come femmine, tremeranno e temeranno al vedere la mano che il Signore degli eserciti agiterà contro di loro. [vv. 17-18] [<<< 17-18] 17La terra di Giuda sarà il terrore degli Egiziani; quando se ne parlerà, ne avranno spavento, a causa della decisione che il Signore degli eserciti ha preso contro di loro.
18In quel giorno ci saranno cinque città nell’Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamerà Città del Sole.
19In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo alla terra d’Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera: [v. 20] [<< 20] 20sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nella terra d’Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. 21Il Signore si farà conoscere agli Egiziani e gli Egiziani
riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno. [vv. 22-25] [<<< 22-25] 22Il Signore percuoterà ancora gli Egiziani, ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà.
23In quel giorno ci sarà una strada dall’Egitto verso l’Assiria; l’Assiro andrà in Egitto e l’Egiziano in Assiria, e gli Egiziani renderanno culto insieme con gli Assiri.
24In quel giorno Israele sarà il terzo con l’Egitto e l’Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. 25Li benedirà il Signore degli eserciti dicendo: «Benedetto sia l’Egiziano mio popolo, l’Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità».
[vv. 1-5]
[<<< 1-5] 1Nell'anno in cui il Tartàn, mandato ad Asdòd da Sargon re di Assiria, giunse ad Asdòd, la assalì e la prese. 2In quel tempo il Signore disse per mezzo di Isaia figlio di Amoz: «Và, sciogliti il sacco dai fianchi e togliti i sandali dai piedi!». Così egli fece, andando spoglio e scalzo.
3Il Signore poi disse: «Come il mio servo Isaia è andato spoglio e scalzo per tre anni, come segno e simbolo per l'Egitto e per l'Etiopia, 4così il re di Assiria condurrà i prigionieri d'Egitto e i deportati dell'Etiopia, giovani e vecchi, spogli e scalzi e con le natiche scoperte, vergogna per l'Egitto. 5Allora saranno abbattuti e confusi a causa dell'Etiopia, loro speranza, e a causa dell'Egitto, di cui si vantavano. 6In quel giorno gli abitanti di questo lido diranno: Ecco che cosa è successo al paese al quale ci eravano rivolti e nel quale cercavamo rifugio per essere aiutati e liberati dal re di Assiria! Ora come ci salveremo?».
[vv. 1-6]
[<<< 1-6] 1Nell’anno in cui il tartan, mandato ad Asdod da Sargon re d’Assiria, giunse ad Asdod, la assalì e la prese.
2In quel tempo il Signore disse per mezzo di Isaia, figlio di Amoz: «Va’, lèvati il sacco dai fianchi e togliti i sandali dai piedi!». Così egli fece, andando nudo e scalzo.
3Il Signore poi disse: «Come il mio servo Isaia è andato nudo e scalzo per tre anni, come segno e presagio per l’Egitto e per l’Etiopia, 4così il re d’Assiria condurrà i prigionieri d’Egitto e i deportati dell’Etiopia, giovani e vecchi, nudi e scalzi e con le natiche scoperte, vergogna per l’Egitto. 5Allora saranno abbattuti e confusi a causa dell’Etiopia, loro speranza, e a causa dell’Egitto, di cui si vantavano. 6In quel giorno gli abitanti di questo lido diranno: “Ecco che cosa è avvenuto della speranza nella quale ci eravamo rifugiati per trovare aiuto ed essere liberati dal re d’Assiria! Ora come ci salveremo?”».
[vv. 1-7]
[<<< 1-7]
1Oracolo sul deserto del mare.
Come i turbini che si scatenano nel Negheb,
così egli viene dal deserto, da una terra orribile.
2Una visione angosciosa mi fu mostrata:
il saccheggiatore che saccheggia,
il distruttore che distrugge.
Salite, o Elamiti,
assediate, o Medi!
Io faccio cessare ogni gemito.
3Per questo i miei reni tremano,
mi hanno colto i dolori come di una partoriente;
sono troppo sconvolto per udire,
troppo sbigottito per vedere.
4Smarrito è il mio cuore,
la costernazione mi invade;
il crepuscolo tanto desiderato
diventa il mio terrore.
5Si prepara la tavola,
si stende la tovaglia,
si mangia, si beve.
«Alzatevi, o capi,
ungete gli scudi!».
6Poiché così mi ha detto il Signore:
«Và, metti una sentinella
che annunzi quanto vede.
7Se vede cavalleria,
coppie di cavalieri,
gente che cavalca asini,
gente che cavalca cammelli,
osservi attentamente,
con grande attenzione».
8La vedetta ha gridato:
«Al posto di osservazione, Signore,
io sto sempre, tutto il giorno,
e nel mio osservatorio
sto in piedi, tutta la notte.
[vv. 9-17]
[<<< 9-17]
9Ecco, arriva una schiera di cavalieri,
coppie di cavalieri».
Essi esclamano e dicono: «È caduta,
è caduta Babilonia!
Tutte le statue dei suoi dèi
sono a terra, in frantumi».
10O popolo mio, calpestato,
che ho trebbiato come su un'aia,
ciò che ho udito
dal Signore degli eserciti,
Dio di Israele,
a voi ho annunziato.
11Oracolo sull'Idumea.
Mi gridano da Seir:
«Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?».
12La sentinella risponde:
«Viene il mattino, poi anche la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!».
13Oracolo sull'Arabia.
Nel bosco, nell'Arabia, passate la notte,
carovane di Dedan;
14andando incontro agli assetati,
portate acqua.
Abitanti del paese di Tema,
presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro.
15Perché essi fuggono di fronte alle spade,
di fronte alla spada affilata,
di fronte all'arco teso,
di fronte al furore della battaglia.
16Poiché mi ha detto il Signore: «Ancora un anno, contato alla maniera degli anni di un salariato, e scomparirà tutta la potenza gloriosa di Kedàr. 17E il numero degli archi dei prodi di Kedàr resterà molto esiguo, perché il Signore Dio di Israele ha parlato».
[vv. 1-7]
[<<< 1-7] 1Oracolo sul deserto del mare.
Come i turbini che si scatenano nel Negheb,
così egli viene dal deserto, da una terra orribile.
2Una visione tremenda mi fu mostrata:
il saccheggiatore che saccheggia,
il distruttore che distrugge.
Salite, o Elamiti,
assediate, o Medi!
Io faccio cessare ogni gemito.
3Per questo i miei reni sono nello spasimo,
mi hanno colto dolori come di una partoriente;
sono troppo sconvolto per udire,
troppo sbigottito per vedere.
4Smarrito è il mio cuore,
la costernazione mi invade;
il tramonto tanto desiderato
diventa il mio terrore.
5Si prepara la tavola,
si stende la tovaglia,
si mangia, si beve.
Alzatevi, o capi,
ungete gli scudi,
6poiché così mi ha detto il Signore:
«Va’, metti una sentinella
che annunci quanto vede.
7E se vedrà cavalleria,
coppie di cavalieri,
uomini che cavalcano asini,
uomini che cavalcano cammelli,
allora osservi attentamente,
con grande attenzione».
8La vedetta ha gridato:
«Al posto di osservazione, Signore,
io sto sempre lungo il giorno,
e nel mio osservatorio
sto in piedi, tutte le notti.
[vv. 9-17]
[<<< 9-17]
9Ecco, qui arriva una schiera di cavalieri,
coppie di cavalieri.
Essi esclamano e dicono: “È caduta,
è caduta Babilonia!
Tutte le statue dei suoi dèi
sono a terra, in frantumi”».
10O popolo mio, calpestato e trebbiato come su un’aia,
quanto ho udito
dal Signore degli eserciti,
Dio d’Israele,
a voi l’ho annunciato.
11Oracolo su Duma.
Mi gridano da Seir:
«Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?».
12La sentinella risponde:
«Viene il mattino, poi anche la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!».
13Oracolo nella steppa.
Nella boscaglia, nella steppa, passate la notte,
carovane di Dedan;
14andando incontro agli assetati,
portate acqua.
Abitanti della terra di Tema,
presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro.
15Perché essi fuggono di fronte alle spade,
di fronte alla spada affilata,
di fronte all’arco teso,
di fronte al furore della battaglia.
16Poiché mi ha detto il Signore: «Ancora un anno, contato alla maniera degli anni di un salariato, e scomparirà tutta la potenza gloriosa di Kedar. 17E il numero degli archi dei prodi di Kedar resterà molto esiguo, perché il Signore Dio d’Israele ha parlato».
[vv. 1-11]
[<<< 1-11]
1Oracolo sulla valle della Visione.
Che hai tu dunque, che sei salita
tutta sulle terrazze,
2città rumorosa e tumultuante,
città gaudente?
I tuoi caduti non sono caduti di spada
né sono morti in battaglia.
3Tutti i tuoi capi sono fuggiti insieme,
fatti prigionieri senza un tiro d'arco;
tutti i tuoi prodi sono stati catturati insieme,
o fuggirono lontano.
4Per questo dico: «Stornate lo sguardo da me,
che io pianga amaramente;
non cercate di consolarmi
per la desolazione della figlia del mio popolo».
5Poiché è un giorno di panico,
di distruzione e di smarrimento,
voluto dal Signore, Dio degli eserciti.
Nella valle della Visione un diroccare di mura
e un invocare aiuto verso i monti.
6Gli Elamiti hanno preso la faretra;
gli Aramei montano i cavalli,
Kir ha tolto il fodero allo scudo.
7Le migliori tra le tue valli
sono piene di carri;
i cavalieri si sono disposti contro la porta.
8Così egli toglie la protezione di Giuda.
Voi guardavate in quel giorno
alle armi del palazzo della Foresta;
9le brecce della città di Davide
avete visto quante fossero;
avete raccolto le acque della piscina inferiore,
10avete contato le case di Gerusalemme
e demolito le case per fortificare le mura;
11avete costruito un serbatoio fra i due muri
per le acque della piscina vecchia;
ma voi non avete guardato a chi ha fatto queste cose,
né avete visto chi ha preparato ciò da tempo.
12Vi invitava il Signore, Dio degli eserciti, in quel giorno
al pianto e al lamento,
a rasarvi il capo e a vestire il sacco.
[vv. 13-25]
[<<< 13-25]
13Ecco invece si gode e si sta allegri,
si sgozzano buoi e si scannano greggi,
si mangia carne e si beve vino:
«Si mangi e si beva, perché domani moriremo!».
14Ma il Signore degli eserciti si è rivelato ai miei orecchi:
«Certo non sarà espiato questo vostro peccato,
finché non sarete morti»,
dice il Signore, Dio degli eserciti.
15Così dice il Signore, Dio degli eserciti:
«Rècati da questo ministro,
presso Sebnà, il maggiordomo,
16bche si taglia in alto il sepolcro
e si scava nella rupe la tomba:
16aChe cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui,
che ti stai scavando qui un sepolcro?
17Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio, o uomo,
ti afferrerà saldamente,
18ti rotolerà ben bene a rotoli
come palla, verso un esteso paese.
Là morirai e là finiranno i tuoi carri superbi,
o ignominia del palazzo del tuo padrone!
19Ti toglierò la carica,
ti rovescerò dal tuo posto.
20In quel giorno chiamerò il mio servo
Eliakìm, figlio di Chelkia;
21lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua sciarpa
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
22Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide;
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
23Lo conficcherò come un paletto in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.
24A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anfore».
25In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - cederà il paletto conficcato in luogo solido, si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato.
[vv. 1-11]
[<<< 1-11] 1Oracolo sulla valle della Visione.
Che hai tu dunque,
che sei salita tutta sulle terrazze,
2città colma di rumore e tumulto,
città gaudente?
I tuoi trafitti non sono stati trafitti di spada
né sono morti in battaglia.
3Tutti i tuoi capi sono fuggiti insieme,
sono stati fatti prigionieri senza un tiro d’arco;
tutti coloro che si trovavano in te
sono stati catturati insieme,
anche se fuggiti lontano.
4Per questo dico: «Stornate lo sguardo da me,
che io pianga amaramente;
non cercate di consolarmi
per la desolazione della figlia del mio popolo».
5Infatti è un giorno di panico,
di distruzione e di smarrimento,
voluto dal Signore, Dio degli eserciti.
Nella valle della Visione un diroccare di mura
e un invocare aiuto verso i monti.
6Gli Elamiti hanno indossato la faretra,
con uomini su carri e cavalieri;
Kir ha tolto il fodero allo scudo.
7Le migliori tra le tue valli
sono piene di carri;
i cavalieri si sono disposti contro la porta.
8Così è tolta la protezione di Giuda.
Tu guardavi in quel giorno
alle armi del palazzo della Foresta.
9Avete visto le brecce della Città di Davide
quanto erano numerose.
Poi avete raccolto le acque della piscina inferiore,
10avete contato le case di Gerusalemme
e avete demolito le case per fortificare le mura.
11Avete anche costruito un serbatoio fra i due muri
per le acque della piscina vecchia;
ma voi non avete guardato a chi ha fatto queste cose,
né avete visto chi ha preparato ciò da tempo.
12Vi invitava in quel giorno il Signore, Dio degli eserciti,
al pianto e al lamento,
a rasarvi il capo e a vestire il sacco.
[vv. 13-25]
[<<< 13-25]
13Ecco invece gioia e allegria,
sgozzate bovini e scannate greggi,
mangiate carne e bevete vino:
«Mangiamo e beviamo, perché domani moriremo!».
14Ma il Signore degli eserciti si è rivelato ai miei orecchi:
«Certo non sarà espiato questo vostro peccato,
finché non sarete morti»,
dice il Signore, Dio degli eserciti.
15Così dice il Signore, Dio degli eserciti:
«Rècati da questo ministro,
da Sebna, il maggiordomo, e digli:
16“Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui,
tanto da scavarti qui un sepolcro?”.
Scavarsi in alto il proprio sepolcro,
nella rupe la propria tomba!
17Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio, o uomo,
ti afferrerà saldamente,
18certamente ti rotolerà ben bene
come una palla, verso una regione estesa.
Là morirai e là finiranno i tuoi sontuosi cocchi,
o ignominia del palazzo del tuo signore!
19Ti toglierò la carica,
ti rovescerò dal tuo posto.
20In quel giorno avverrà
che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkia;
21lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua cintura
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
22Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide:
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
23Lo conficcherò come un piolo in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.
24Su di lui faranno convergere ogni gloria della casa di suo padre: germogli e rampolli, ogni piccolo vasellame, dalle coppe alle anfore.
25In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – cederà il piolo conficcato in luogo solido. Si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato».
[vv. 1-17]
[<<< 1-17]
1Oracolo su Tiro.
Fate il lamento, navi di Tarsis,
perché è stato distrutto il vostro rifugio!
Mentre tornavano dal paese dei Kittim,
ne fu data loro notizia.
2Ammutolite, abitanti della costa,
mercanti di Sidòne,
i cui agenti attraversavano
3grandi acque.
Il frumento del Nilo, il raccolto del fiume
era la sua ricchezza; era il mercato dei popoli.
4Vergognati, Sidòne,
perché ha parlato il mare, la fortezza marinara, dicendo:
«Io non ho avuto doglie, non ho partorito,
non ho allevato giovani,
non ho fatto crescere ragazze».
5Appena si saprà in Egitto,
saranno addolorati per la notizia di Tiro.
6Passate in Tarsis, fate il lamento, abitanti della costa.
7È questa la vostra città gaudente,
le cui origini risalgono a un'antichità remota,
i cui piedi la portavano lontano
per fissarvi dimore?
8Chi ha deciso questo
contro Tiro l'incoronata,
i cui mercanti erano principi,
i cui trafficanti erano i più nobili della terra?
9Il Signore degli eserciti lo ha deciso
per svergognare l'orgoglio
di tutto il suo fasto,
per umiliare i più nobili sulla terra.
10Coltiva la tua terra come il Nilo, figlia di Tarsis;
il porto non esiste più.
11Ha steso la mano verso il mare,
ha sconvolto i regni,
il Signore ha decretato per Canaan
di abbattere le sue fortezze.
12Egli ha detto: «Non continuerai a far baldoria,
tu duramente oppressa, vergine figlia di Sidòne.
Alzati, và pure dai Kittim;
neppure là ci sarà pace per te».
13Ecco il paese da lui fondato per marinai, che ne avevano innalzato le torri; ne han demoliti i palazzi: egli l'ha ridotto a un cumulo di rovine.
14Fate il lamento, navi di Tarsis,
perché è stato distrutto il vostro rifugio.
15In quel giorno Tiro sarà dimenticata per settant'anni, quanti sono gli anni di un re. Alla fine dei settanta anni a Tiro si applicherà la canzone della prostituta:
16«Prendi la cetra,
gira per la città, prostituta dimenticata;
suona con abilità,
moltiplica i canti,
perché qualcuno si ricordi di te».
17Ma alla fine dei settant'anni il Signore visiterà Tiro, che ritornerà ai suoi guadagni; essa trescherà con tutti i regni del mondo sulla terra. 18Il suo salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non sarà ammassato né custodito il suo salario, ma andrà a coloro che abitano presso il Signore, perché possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro.
[vv. 1-17]
[<<< 1-17] 1Oracolo su Tiro.
Fate il lamento, navi di Tarsis,
perché è stata distrutta: è senza più case.
Mentre tornavano dalla terra dei Chittìm,
ne fu data loro notizia.
2Ammutolite, abitanti della costa.
I mercanti di Sidone,
che attraversavano il mare, ti affollavano.
3Attraverso le acque profonde
giungeva il frumento di Sicor,
il raccolto del Nilo, che era la sua ricchezza.
Tu eri il mercato dei popoli.
4Vergógnati, Sidone,
perché il mare, la fortezza marinara, ha parlato dicendo:
«Io non ho avuto doglie, non ho partorito,
non ho allevato giovani,
non ho fatto crescere vergini».
5All’udirlo in Egitto,
si addoloreranno per la notizia su Tiro.
6Passate a Tarsis, fate il lamento, abitanti della costa.
7È questa la vostra città gaudente,
le cui origini risalgono a un’antichità remota,
i cui piedi la portavano lontano
per fissarvi dimore?
8Chi ha deciso questo
contro Tiro, la dispensatrice di corone,
i cui mercanti erano prìncipi,
i cui trafficanti erano i più nobili della terra?
9Il Signore degli eserciti lo ha deciso,
per svergognare l’orgoglio
di tutto il suo fasto,
per umiliare i più nobili sulla terra.
10Solca la tua terra come il Nilo, figlia di Tarsis;
il porto non esiste più.
11Ha steso la mano verso il mare,
ha sconvolto i regni,
il Signore ha decretato per Canaan
di abbattere le sue fortezze.
12Egli ha detto: «Non continuerai a far baldoria,
o vergine, duramente oppressa, figlia di Sidone.
Àlzati, va’ pure dai Chittìm;
neppure là ci sarà pace per te».
13Ecco la terra dei Caldei: questo popolo non esisteva.
L’Assiria l’assegnò alle bestie selvatiche.
Vi eressero le loro torri d’assedio,
ne hanno demolito i palazzi,
l’hanno ridotta a un cumulo di rovine.
14Fate il lamento, navi di Tarsis,
perché è stato distrutto il vostro rifugio.
15Avverrà che in quel giorno Tiro sarà dimenticata per settant’anni, quanti sono gli anni di un re. Alla fine dei settant’anni a Tiro si applicherà la canzone della prostituta:
16«Prendi la cetra,
gira per la città,
prostituta dimenticata;
suona con abilità,
moltiplica i canti,
perché qualcuno si ricordi di te».
17Ma alla fine dei settant’anni il Signore visiterà Tiro, che ritornerà ai suoi guadagni; essa trescherà con tutti i regni del mondo sulla terra. 18Il suo salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non sarà ammassato né custodito il suo salario,
ma andrà a coloro che abitano presso il Signore, perché possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro.
[v. 1]
[<< 1]
1Ecco che il Signore spacca la terra,
la squarcia e ne sconvolge la superficie
e ne disperde gli abitanti.
2Avverrà lo stesso al popolo come al sacerdote,
allo schiavo come al suo padrone,
alla schiava come alla sua padrona,
al compratore come al venditore,
al creditore come al debitore,
a chi riceve come a chi dà in prestito.
[vv. 3-23]
[<<< 3-23]
3Sarà tutta spaccata la terra
sarà tutta saccheggiata,
perché il Signore ha pronunziato questa parola.
4È in lutto, languisce la terra;
è squallido, languisce il mondo,
il cielo con la terra perisce.
5La terra è stata profanata dai suoi abitanti,
perché hanno trasgredito le leggi,
hanno disobbedito al decreto,
hanno infranto l'alleanza eterna.
6Per questo la maledizione divora la terra,
i suoi abitanti ne scontano la pena;
per questo sono bruciati gli abitanti della terra
e sono rimasti solo pochi uomini.
7Lugubre è il mosto, la vigna languisce,
gemono tutti.
8È cessata la gioia dei timpani,
è finito il chiasso dei gaudenti,
è cessata la gioia della cetra.
9Non si beve più il vino tra i canti,
la bevanda inebriante è amara per chi la beve.
10È distrutta la città del caos,
è chiuso l'ingresso di ogni casa.
11Per le strade si lamentano, perché non c'è vino;
ogni gioia è scomparsa,
se ne è andata la letizia dal paese.
12Nella città è rimasta la desolazione;
la porta è stata abbattuta, fatta a pezzi.
13Perché così accadrà nel centro della terra,
in mezzo ai popoli,
come quando si bacchiano le ulive,
come quando si racimola, finita la vendemmia.
14Quelli alzeranno la voce, acclameranno
alla maestà del Signore.
Gridano dal mare:
«Acclamate, pertanto, popoli!
15Voi in oriente, glorificate il Signore,
nelle isole del mare, il nome del Signore, Dio d'Israele.
16Dagli angoli estremi della terra abbiamo udito il canto:
Gloria al giusto».
Le ultime sventure
Ma io dico: «Guai a me!
Guai a me! Ohimè!».
I perfidi agiscono perfidamente,
i perfidi operano con perfidia.
17Terrore, fossa e laccio
ti sovrastano, o abitante della terra.
18Chi fugge al grido di terrore
cadrà nella fossa, chi risale dalla fossa
sarà preso nel laccio.
Le cateratte dall'alto si aprono
e si scuotono le fondamenta della terra.
19A pezzi andrà la terra,
in frantumi si ridurrà la terra,
crollando crollerà la terra.
20Certo, barcollerà la terra come un ubriaco,
vacillerà come una tenda;
peserà su di essa la sua iniquità,
cadrà e non si rialzerà.
21In quel giorno il Signore punirà
in alto l'esercito di lassù
e qui in terra i re della terra.
22Saranno radunati e imprigionati in una fossa,
saranno rinchiusi in un carcere
e dopo lungo tempo saranno puniti.
23Arrossirà la luna,
impallidirà il sole,
perché il Signore degli eserciti regna
sul monte Sion e in Gerusalemme
e davanti ai suoi anziani sarà glorificato.
[v. 1]
[<< 1]
1Ecco che il Signore devasta la terra,
la squarcia e ne sconvolge la superficie
e ne disperde gli abitanti.
2Avverrà lo stesso al popolo come al sacerdote,
allo schiavo come al suo padrone,
alla schiava come alla sua padrona,
al compratore come al venditore,
a chi riceve come a chi dà in prestito,
al creditore come al debitore.
[vv. 3-23]
[<<< 3-23]
3Sarà tutta devastata la terra,
sarà tutta saccheggiata,
perché il Signore ha pronunciato questa parola.
4È in lutto, languisce la terra;
è squallido, languisce il mondo,
sono desolati il cielo e gli abitanti della terra.
5La terra è stata profanata dai suoi abitanti,
perché hanno trasgredito le leggi,
hanno disobbedito al decreto,
hanno infranto l’alleanza eterna.
6Per questo la maledizione divora la terra,
i suoi abitanti ne scontano la pena;
per questo si consumano gli abitanti della terra
e sono rimasti solo pochi uomini.
7Lugubre è il mosto, la vigna languisce,
gemono tutti i cuori festanti.
8È cessata la gioia dei tamburelli,
è finito il chiasso dei gaudenti,
è cessata la gioia della cetra.
9Non si beve più il vino tra i canti,
la bevanda inebriante è amara per chi la beve.
10È distrutta la città del nulla,
è chiuso l’ingresso di ogni casa.
11Per le strade si lamentano, perché non c’è vino;
ogni gioia è scomparsa,
se ne è andata la letizia dalla terra.
12Nella città è rimasta la desolazione;
la porta è stata abbattuta a pezzi.
13Perché così accadrà nel centro della terra,
in mezzo ai popoli,
come quando si bacchiano le olive,
come quando si racimola, finita la vendemmia.
14Quelli alzeranno la voce,
canteranno alla maestà del Signore.
Acclameranno gioiosamente dal mare:
15«Voi in oriente, glorificate il Signore,
nelle isole del mare, il nome del Signore, Dio d’Israele».
16Dagli angoli estremi della terra abbiamo udito il canto:
«Gloria al giusto».
Ma io dico: «Guai a me!
Guai a me! Ohimè!».
I perfidi agiscono perfidamente,
i perfidi operano con perfidia.
17Terrore, fossa e laccio
ti sovrastano, o abitante della terra.
18Avverrà che chi fugge al grido di terrore
cadrà nella fossa,
chi risale dalla fossa
sarà preso nel laccio,
poiché cateratte dall’alto si aprono
e si scuotono le fondamenta della terra.
19A pezzi andrà la terra,
in frantumi si ridurrà la terra,
rovinosamente crollerà la terra.
20La terra barcollerà come un ubriaco,
vacillerà come una tenda;
peserà su di essa la sua iniquità,
cadrà e non si rialzerà.
21Avverrà che in quel giorno il Signore punirà
in alto l’esercito di lassù
e in terra i re della terra.
22Saranno senza scampo incarcerati,
come un prigioniero in una prigione sotterranea,
saranno rinchiusi in un carcere
e dopo lungo tempo saranno puniti.
23Arrossirà la luna,
impallidirà il sole,
perché il Signore degli eserciti regna
sul monte Sion e a Gerusalemme,
e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria.
[vv. 1-4]
[<<< 1-4]
1In quel giorno si canterà questo canto nel paese di Giuda:
Abbiamo una città forte;
egli ha eretto a nostra salvezza
mura e baluardo.
2Aprite le porte:
entri il popolo giusto che mantiene la fedeltà.
3Il suo animo è saldo;
tu gli assicurerai la pace,
pace perché in te ha fiducia.
4Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna;
5perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto;
la città eccelsa
l'ha rovesciata, rovesciata fino a terra,
l'ha rasa al suolo.
[vv. 6-7]
[<<< 6-7]
6I piedi la calpestano,
i piedi degli oppressi, i passi dei poveri.
7Il sentiero del giusto è diritto,
il cammino del giusto tu rendi piano.
8Sì, nella via dei tuoi giudizi,
Signore, noi speriamo in te;
al tuo nome e al tuo ricordo
si volge tutto il nostro desiderio.
[vv. 9-21]
[<<< 9-21]
9La mia anima anela a te di notte,
al mattino il mio spirito ti cerca,
perché quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra,
giustizia imparano gli abitanti del mondo.
10Si usi pure clemenza all'empio,
non imparerà la giustizia;
sulla terra egli distorce le cose diritte
e non guarda alla maestà del Signore.
11Signore, sta alzata la tua mano,
ma essi non la vedono.
Vedano, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo;
anzi, il fuoco preparato per i tuoi nemici li divori.
12Signore, ci concederai la pace,
poiché tu dài successo a tutte le nostre imprese.
13Signore nostro Dio, altri padroni,
diversi da te, ci hanno dominato,
ma noi te soltanto, il tuo nome invocheremo.
14I morti non vivranno più,
le ombre non risorgeranno;
poiché tu li hai puniti e distrutti,
hai fatto svanire ogni loro ricordo.
15Hai fatto crescere la nazione, Signore,
hai fatto crescere la nazione, ti sei glorificato,
hai dilatato tutti i confini del paese.
16Signore, nella tribolazione ti abbiamo cercato;
a te abbiamo gridato nella prova, che è la tua correzione.
17Come una donna incinta che sta per partorire
si contorce e grida nei dolori,
così siamo stati noi di fronte a te, Signore.
18Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori
quasi dovessimo partorire: era solo vento;
non abbiamo portato salvezza al paese
e non sono nati abitanti nel mondo.
19Ma di nuovo vivranno i tuoi morti,
risorgeranno i loro cadaveri.
Si sveglieranno ed esulteranno
quelli che giacciono nella polvere,
perché la tua rugiada è rugiada luminosa,
la terra darà alla luce le ombre.
20Và, popolo mio, entra nelle tue stanze
e chiudi la porta dietro di te.
Nasconditi per un momento
finché non sia passato lo sdegno.
21Perché ecco, il Signore esce dalla sua dimora
per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della terra;
la terra ributterà fuori il sangue assorbito
e più non coprirà i suoi cadaveri.
[vv. 1-4]
[<<< 1-4] 1In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
«Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
2Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
3La sua volontà è salda;
tu le assicurerai la pace,
pace perché in te confida.
4Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna,
5perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto,
ha rovesciato la città eccelsa,
l’ha rovesciata fino a terra,
l’ha rasa al suolo.
[vv. 6-7]
[<<< 6-7]
6I piedi la calpestano:
sono i piedi degli oppressi,
i passi dei poveri».
7Il sentiero del giusto è diritto,
il cammino del giusto tu rendi piano.
8Sì, sul sentiero dei tuoi giudizi,
Signore, noi speriamo in te;
al tuo nome e al tuo ricordo
si volge tutto il nostro desiderio.
[vv. 9-21]
[<<< 9-21]
9Di notte anela a te l’anima mia,
al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca,
perché quando eserciti i tuoi giudizi sulla terra,
imparano la giustizia gli abitanti del mondo.
10Si usi pure clemenza al malvagio:
non imparerà la giustizia;
sulla terra egli distorce le cose diritte
e non guarda alla maestà del Signore.
11Signore, si era alzata la tua mano,
ma essi non la videro.
Vedranno, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo,
e il fuoco preparato per i tuoi nemici li divorerà.
12Signore, ci concederai la pace,
perché tutte le nostre imprese tu compi per noi.
13Signore, nostro Dio, altri padroni,
diversi da te, ci hanno dominato,
ma noi te soltanto, il tuo nome invocheremo.
14I morti non vivranno più,
le ombre non risorgeranno;
poiché tu li hai puniti e distrutti,
hai fatto svanire ogni loro ricordo.
15Hai fatto crescere la nazione, Signore,
hai fatto crescere la nazione, ti sei glorificato,
hai dilatato tutti i confini della terra.
16Signore, nella tribolazione ti hanno cercato;
a te hanno gridato nella prova, che è la tua correzione per loro.
17Come una donna incinta che sta per partorire
si contorce e grida nei dolori,
così siamo stati noi di fronte a te, Signore.
18Abbiamo concepito,
abbiamo sentito i dolori
quasi dovessimo partorire:
era solo vento;
non abbiamo portato salvezza alla terra
e non sono nati abitanti nel mondo.
19Ma di nuovo vivranno i tuoi morti.
I miei cadaveri risorgeranno!
Svegliatevi ed esultate
voi che giacete nella polvere.
Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa,
la terra darà alla luce le ombre.
20Va’, popolo mio, entra nelle tue stanze
e chiudi la porta dietro di te.
Nasconditi per un momento,
finché non sia passato lo sdegno.
21Perché ecco, il Signore esce dalla sua dimora
per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della terra;
la terra ributterà fuori il sangue assorbito
e più non coprirà i suoi cadaveri.
[vv. 1-11]
[<<< 1-11]
1In quel giorno il Signore punirà
con la spada dura, grande e forte,
il Leviatàn serpente guizzante,
il Leviatàn serpente tortuoso
e ucciderà il drago che sta nel mare.
2In quel giorno si dirà:
«La vigna deliziosa: cantate di lei!».
3Io, il Signore, ne sono il guardiano,
a ogni istante la irrigo;
per timore che venga danneggiata,
io ne ho cura notte e giorno.
4Io non sono in collera.
Vi fossero rovi e pruni, io muoverei loro guerra,
li brucerei tutti insieme.
5O, meglio, si stringa alla mia protezione,
faccia la pace con me,
con me faccia la pace!
6Nei giorni futuri Giacobbe metterà radici,
Israele fiorirà e germoglierà,
riempirà il mondo di frutti.
7Il Signore lo ha forse percosso come i suoi percussori?
O lo ha ucciso come uccise i suoi uccisori?
8Lo ha punito cacciandolo via, respingendolo,
lo ha rimosso con soffio impetuoso
come quando tira il vento d'oriente!
9Proprio così sarà espiata l'iniquità di Giacobbe
e questo sarà tutto il frutto per la rimozione del suo peccato:
mentre egli ridurrà tutte le pietre dell'altare
come si fa delle pietre che si polverizzano per la calce,
non erigeranno più pali sacri né altari per l'incenso.
10La fortezza è divenuta desolata,
un luogo spopolato e abbandonato come un deserto;
vi pascola il vitello, vi si sdraia e ne bruca gli arbusti.
11I suoi rami seccandosi si spezzeranno;
le donne verranno ad accendervi il fuoco.
Certo, si tratta di un popolo privo di intelligenza;
per questo non ne avrà pietà chi lo ha creato,
né chi lo ha fatto ne avrà compassione.
12In quel giorno,
dal corso dell'Eufrate al torrente d'Egitto,
il Signore batterà le spighe
e voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti.
13In quel giorno suonerà la grande tromba,
verranno gli sperduti nel paese di Assiria
e i dispersi nel paese di Egitto.
Essi si prostreranno al Signore
sul monte santo, in Gerusalemme.
[vv. 1-11]
[<<< 1-11]
1In quel giorno il Signore punirà
con la spada dura, grande e forte,
il Leviatàn, serpente guizzante,
il Leviatàn, serpente tortuoso,
e ucciderà il drago che sta nel mare.
2In quel giorno la vigna sarà deliziosa:
cantàtela!
3Io, il Signore, ne sono il guardiano,
a ogni istante la irrigo;
per timore che la si danneggi,
ne ho cura notte e giorno.
4Io non sono in collera.
Vi fossero rovi e pruni,
muoverei loro guerra,
li brucerei tutti insieme.
5Oppure si afferri alla mia protezione,
faccia la pace con me,
con me faccia la pace!
6Nei giorni che verranno Giacobbe metterà radici,
Israele fiorirà e germoglierà,
riempirà il mondo di frutti.
7Lo ha percosso quanto lo percosse il suo percussore?
Oppure fu da lui ucciso come lo furono i suoi uccisori?
8Egli è entrato in contesa con lui, cacciandolo via, respingendolo,
lo ha rimosso con il suo soffio impetuoso,
come quando tira il vento d’oriente!
9Proprio così sarà espiata l’iniquità di Giacobbe
e questo sarà tutto il frutto per la rimozione del suo peccato:
mentre egli ridurrà tutte le pietre dell’altare
come si fa delle pietre che si polverizzano per la calce,
non erigeranno più pali sacri né altari per l’incenso.
10La fortezza è divenuta desolata,
un luogo spopolato e abbandonato come un deserto;
vi pascola il vitello, vi si sdraia e ne bruca gli arbusti.
11I suoi rami seccandosi si spezzeranno;
le donne verranno ad accendervi il fuoco.
Certo, si tratta di un popolo privo d’intelligenza;
per questo non ne avrà pietà chi lo ha creato
né chi lo ha formato ne avrà compassione.
12Avverrà che, in quel giorno,
il Signore batterà le spighe,
dal Fiume al torrente d’Egitto,
e voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti.
13Avverrà che in quel giorno suonerà il grande corno,
verranno gli sperduti nella terra d’Assiria
e i dispersi nella terra d’Egitto.
Essi si prostreranno al Signore
sul monte santo, a Gerusalemme.
[vv. 1-3]
[<<< 1-3]
1Guai alla corona superba degli ubriachi di Efraim,
al fiore caduco, suo splendido ornamento,
che domina la fertile valle, o storditi dal vino!
2Ecco, inviato dal Signore, un uomo potente e forte,
come nembo di grandine, come turbine rovinoso,
come nembo di acque torrenziali e impetuose,
getta tutto a terra con violenza.
3Dai piedi verrà calpestata
la corona degli ubriachi di Efraim.
4E avverrà al fiore caduco del suo splendido ornamento,
che domina la valle fertile,
come a un fico primaticcio prima dell'estate:
uno lo vede, lo coglie e lo mangia appena lo ha in mano.
[vv. 5-29]
[<<< 5-29]
5In quel giorno sarà il Signore degli eserciti
una corona di gloria, uno splendido diadema
per il resto del suo popolo,
6ispiratore di giustizia per chi siede in tribunale,
forza per chi respinge l'assalto alla porta.
7Anche costoro barcollano per il vino,
vanno fuori strada per le bevande inebrianti.
Sacerdoti e profeti barcollano
per la bevanda inebriante,
affogano nel vino;
vanno fuori strada per le bevande inebrianti,
s'ingannano mentre hanno visioni,
dondolano quando fanno da giudici.
8Tutte le tavole sono piene di fetido vomito;
non c'è un posto pulito.
9«A chi vuole insegnare la scienza?
A chi vuole spiegare il discorso?
Ai bambini divezzati, appena staccati dal seno?
10Sì: precetto su precetto, precetto su precetto,
norma su norma, norma su norma,
un pò qui, un pò là».
11Con labbra balbettanti e in lingua straniera
parlerà a questo popolo
12colui che aveva detto loro:
«Ecco il riposo! Fate riposare lo stanco.
Ecco il sollievo!». Ma non vollero udire.
13E sarà per loro la parola del Signore:
«precetto su precetto, precetto su precetto,
norma su norma, norma su norma,
un pò qui, un pò là»,
perché camminando cadano all'indietro,
si producano fratture, siano presi e fatti prigionieri.
14Perciò ascoltate la parola del Signore,
uomini arroganti,
signori di questo popolo
che sta in Gerusalemme:
15«Voi dite: Abbiamo concluso
un'alleanza con la morte,
e con gli inferi
abbiamo fatto lega;
il flagello del distruttore, quando passerà,
non ci raggiungerà;
perché ci siamo fatti della menzogna un rifugio
e nella falsità ci siamo nascosti».
16Dice il Signore Dio:
«Ecco io pongo una pietra in Sion,
una pietra scelta,
angolare, preziosa, saldamente fondata:
chi crede non vacillerà.
17Io porrò il diritto come misura
e la giustizia come una livella.
La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace,
le acque travolgeranno il vostro riparo.
18Sarà cancellata la vostra alleanza con la morte;
la vostra lega con gli inferi non reggerà.
Quando passerà il flagello del distruttore,
voi sarete la massa da lui calpestata.
19Ogni volta che passerà,
vi prenderà,
poiché passerà ogni mattino,
giorno e notte.
E solo il terrore farà capire il discorso».
20Troppo corto sarà il letto per distendervisi,
troppo stretta la coperta per avvolgervisi.
21Poiché come sul monte Perasìm
si leverà il Signore;
come nella valle di Gàbaon si adirerà
per compiere l'opera, la sua opera singolare,
e per eseguire il lavoro, il suo lavoro inconsueto.
22Ora cessate di agire con arroganza
perché non si stringano di più le vostre catene,
perché un decreto di rovina io ho udito,
da parte del Signore, Dio degli eserciti,
riguardo a tutta la terra.
23Porgete l'orecchio e ascoltate la mia voce,
fate attenzione e sentite le mie parole.
24Ara forse tutti i giorni l'aratore,
rompe e sarchia la terra?
25Forse non ne spiana la superficie,
non vi semina l'anèto e non vi sparge il cumino?
E non vi pone grano e orzo
e spelta lungo i confini?
26E la sua perizia rispetto alla regola
gliela insegna il suo Dio.
27Certo, l'anèto non si batte con il tribbio,
né si fa girare sul cumino il rullo,
ma con una bacchetta si batte l'anèto
e con la verga il cumino.
28Il frumento vien forse schiacciato?
Certo, non lo si pesta senza fine,
ma vi si spinge sopra il rullo
e gli zoccoli delle bestie senza schiacciarlo.
29Anche questo proviene
dal Signore degli eserciti:
egli si mostra mirabile nel consiglio,
grande nella sapienza.
[vv. 1-3]
[<<< 1-3]
1Guai alla corona superba degli ubriachi di Èfraim,
al fiore caduco, suo splendido ornamento,
che domina la fertile valle, o storditi dal vino!
2Ecco, inviato dal Signore, un uomo potente e forte,
come nembo di grandine, come turbine rovinoso,
come nembo di acque torrenziali e impetuose,
getta tutto a terra con violenza.
3Dai piedi verrà calpestata
la corona degli ubriachi di Èfraim.
4E avverrà al fiore caduco, al suo splendido ornamento,
che domina la valle fertile,
come a un fico primaticcio prima dell’estate:
uno lo vede e lo mangia appena lo ha in mano.
[vv. 5-29]
[<<< 5-29]
5In quel giorno sarà il Signore degli eserciti
una corona di gloria, uno splendido diadema
per il resto del suo popolo,
6ispiratore di giustizia per chi siede in tribunale,
forza per chi respinge l’assalto alla porta.
7Anche costoro barcollano per il vino,
vacillano per le bevande inebrianti.
Sacerdoti e profeti barcollano
per la bevanda inebriante,
sono annebbiati dal vino;
vacillano per le bevande inebrianti,
s’ingannano mentre hanno visioni,
traballano quando fanno da giudici.
8Tutte le tavole sono piene di fetido vomito;
non c’è un posto pulito.
9«A chi vuole insegnare la scienza?
A chi vuole far capire il messaggio?
Ai bambini svezzati, appena staccati dal seno?
10Sì: precetto su precetto, precetto su precetto,
norma su norma, norma su norma,
un po’ qui, un po’ là».
11Con labbra balbettanti e in lingua straniera
parlerà a questo popolo
12colui che aveva detto loro:
«Ecco il riposo! Fate riposare lo stanco.
Ecco il sollievo!». Ma non vollero udire.
13E sarà per loro la parola del Signore:
«Precetto su precetto, precetto su precetto,
norma su norma, norma su norma,
un po’ qui, un po’ là»,
perché camminando cadano all’indietro,
si producano fratture,
siano presi e fatti prigionieri.
14Perciò ascoltate la parola del Signore,
uomini arroganti,
signori di questo popolo che sta a Gerusalemme.
15Voi dite: «Abbiamo concluso un’alleanza con la morte,
e con gli inferi abbiamo fatto lega.
Il flagello del distruttore, quando passerà,
non ci raggiungerà,
perché ci siamo fatti della menzogna un rifugio
e nella falsità ci siamo nascosti».
16Pertanto così dice il Signore Dio:
«Ecco, io pongo una pietra in Sion,
una pietra scelta,
angolare, preziosa, saldamente fondata:
chi crede non si turberà.
17Io porrò il diritto come misura
e la giustizia come una livella.
La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace,
le acque travolgeranno il vostro riparo.
18Sarà annullata la vostra alleanza con la morte;
la vostra lega con gli inferi non reggerà.
Quando passerà il flagello del distruttore,
voi sarete una massa da lui calpestata.
19Ogni volta che passerà, vi prenderà,
poiché passerà ogni mattino,
giorno e notte.
E solo il terrore farà capire il messaggio».
20Troppo corto sarà il letto per distendersi,
troppo stretta la coperta per avvolgersi.
21Poiché come sul monte Perasìm si leverà il Signore;
come nella valle di Gàbaon si adirerà
per compiere l’opera, la sua opera singolare,
e per eseguire il lavoro, il suo lavoro inconsueto.
22Ora cessate di agire con arroganza
perché non si stringano di più le vostre catene,
perché un decreto di rovina io ho udito,
da parte del Signore, Dio degli eserciti,
riguardo a tutta la terra.
23Porgete l’orecchio e ascoltate la mia voce,
fate attenzione e sentite le mie parole.
24Forse tutti i giorni l’aratore ara per seminare,
rompe e sarchia la terra?
25Forse non ne spiana la superficie,
non vi semina l’anéto e non vi sparge il cumìno?
E non vi pone grano, miglio e orzo
e spelta lungo i confini?
26Gli insegna la regola
e lo ammaestra il suo Dio.
27Certo, l’anèto non si batte con il tribbio,
né si fa girare sul cumìno il rullo,
ma con il bastone si batte l’anèto
e con la verga il cumìno.
28Il frumento vien forse schiacciato?
Certo, non lo si pesta senza fine,
ma vi fanno passare sopra il rullo
e le bestie, senza schiacciarlo.
29Anche questo proviene
dal Signore degli eserciti:
egli si mostra mirabile nei suoi disegni,
grande nella sua sapienza.
[vv. 1-28]
[<<< 1-28]
1Guai a voi, figli ribelli
-oracolo del Signore -
che fate progetti da me non suggeriti,
vi legate con alleanze che io non ho ispirate
così da aggiungere peccato a peccato.
2Siete partiti per scendere in Egitto
senza consultarmi,
per mettervi sotto la protezione del faraone
e per ripararvi all'ombra dell'Egitto.
3La protezione del faraone sarà la vostra vergogna
e il riparo all'ombra dell'Egitto la vostra confusione.
4Quando i suoi capi saranno giunti a Tanis
e i messaggeri avranno raggiunto Canès,
5tutti saran delusi di un popolo che non gioverà loro,
che non porterà né aiuto né vantaggio
ma solo confusione e ignominia.
6Oracolo sulle bestie del Negheb.
In una terra di angoscia e di miseria,
adatta a leonesse e leoni ruggenti,
a vipere e draghi volanti,
essi portano le loro ricchezze sul dorso di asini,
i tesori sulla gobba di cammelli
a un popolo che non giova a nulla.
7Vano e inutile è l'aiuto dell'Egitto;
per questo lo chiamo:
Raab l'ozioso.
8Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro,
incidilo sopra un documento,
perché resti per il futuro
in testimonianza perenne.
9Poiché questo è un popolo ribelle, sono figli bugiardi,
figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore.
10Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni»
e ai profeti: «Non fateci profezie sincere,
diteci cose piacevoli, profetateci illusioni!
11Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero,
toglieteci dalla vista il Santo di Israele».
12Pertanto dice il Santo di Israele:
«Poiché voi rigettate questo avvertimento
e confidate nella perversità e nella perfidia,
ponendole a vostro sostegno,
13ebbene questa colpa diventerà per voi
come una breccia che minaccia di crollare,
che sporge su un alto muro,
il cui crollo avviene in un attimo, improvviso,
14e si infrange come un vaso di creta,
frantumato senza misericordia,
così che non si trova tra i suoi frantumi
neppure un coccio
con cui si possa prendere fuoco dal braciere
o attingere acqua dalla cisterna».
15Poiché dice il Signore Dio, il Santo di Israele:
«Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza,
nell'abbandono confidente sta la vostra forza».
Ma voi non avete voluto,
16anzi avete detto: «No, noi fuggiremo su cavalli».
- Ebbene, fuggite! -
«Cavalcheremo su destrieri veloci».
Ebbene più veloci saranno i vostri inseguitori.
17Mille si spaventeranno per la minaccia di uno,
per la minaccia di cinque vi darete alla fuga,
finché resti di voi qualcosa
come un palo sulla cima di un monte
e come un'asta sopra una collina.
18Eppure il Signore aspetta per farvi grazia,
per questo sorge per aver pietà di voi,
perché un Dio giusto è il Signore;
beati coloro che sperano in lui!
19Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme, tu non dovrai più piangere; a un tuo grido di supplica ti farà grazia; appena udrà, ti darà risposta. 20Anche se il Signore ti darà il pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione, tuttavia non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, 21i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: «Questa è la strada, percorretela», caso mai andiate a destra o a sinistra. 22Considererai cose immonde le tue immagini ricoperte d'argento; i tuoi idoli rivestiti d'oro getterai via come un oggetto immondo. «Fuori!» tu dirai loro. 23Allora egli concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno; il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato. 24I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio. 25Su ogni monte e su ogni colle elevato, scorreranno canali e torrenti d'acqua nel giorno della grande strage, quando cadranno le torri. 26La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.
27Ecco il nome del Signore venire da lontano;
ardente è la sua ira e gravoso il suo divampare;
le sue labbra traboccano sdegno,
la sua lingua è come un fuoco divorante.
28Il suo soffio è come un torrente che straripa,
che giunge fino al collo.
Viene per vagliare i popoli con il vaglio distruttore
e per mettere alle mascelle dei popoli
una briglia che porta a rovina.
29Voi innalzerete il vostro canto
come nella notte in cui si celebra una festa;
avrete la gioia nel cuore come chi parte al suono del flauto,
per recarsi al monte del Signore,
alla Roccia d'Israele.
[vv. 30-33]
[<<< 30-33]
30Il Signore farà udire la sua voce maestosa
e mostrerà come colpisce il suo braccio
con ira ardente,
in mezzo a un fuoco divorante,
tra nembi, tempesta e grandine furiosa.
31Poiché alla voce del Signore tremerà l'Assiria,
quando sarà percossa con la verga.
32Ogni colpo del bastone punitivo,
che il Signore le farà piombare addosso,
sarà accompagnato con timpani e cetre.
Egli combatterà contro di essa con battaglie tumultuose;
33poiché il Tofet è preparato da tempo,
esso è pronto anche per il re;
profondo e largo è il rogo,
fuoco e legna abbondano,
lo accenderà, come torrente di zolfo,
il soffio del Signore.
[vv. 1-28]
[<<< 1-28]
1Guai a voi, figli ribelli
– oracolo del Signore –
che fate progetti senza di me,
vi legate con alleanze che io non ho ispirato,
così da aggiungere peccato a peccato.
2Siete partiti per scendere in Egitto
senza consultarmi,
per mettervi sotto la protezione del faraone
e per ripararvi all’ombra dell’Egitto.
3La protezione del faraone sarà la vostra vergogna
e il riparo all’ombra dell’Egitto la vostra confusione.
4Quando i suoi capi saranno giunti a Tanis
e i messaggeri avranno raggiunto Canes,
5tutti saranno delusi di un popolo che è inutile,
che non porterà loro né aiuto né vantaggio,
ma solo confusione e ignominia.
6Oracolo sulle bestie del Negheb.
In una terra di angoscia e di miseria,
della leonessa e del leone che ruggisce,
di aspidi e draghi volanti,
essi portano le loro ricchezze sul dorso di asini,
i loro tesori sulla gobba di cammelli
a un popolo che non giova a nulla.
7Vano e inutile è l’aiuto dell’Egitto;
per questo lo chiamo «Raab l’ozioso».
8Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro,
incidilo sopra un documento,
perché resti per il futuro
in testimonianza perenne.
9Poiché questo è un popolo ribelle.
Sono figli bugiardi,
figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore.
10Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni»
e ai profeti: «Non fateci profezie sincere,
diteci cose piacevoli, profetateci illusioni!
11Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero,
toglieteci dalla vista il Santo d’Israele».
12Pertanto dice il Santo d’Israele:
«Poiché voi rigettate questa parola
e confidate nella vessazione dei deboli e nella perfidia,
ponendole a vostro sostegno,
13ebbene questa colpa diventerà per voi
come una breccia che minaccia di crollare,
che sporge su un alto muro,
il cui crollo avviene in un attimo, improvvisamente,
14e s’infrange come un vaso di creta,
frantumato senza misericordia,
così che non si trova tra i suoi frantumi
neppure un coccio
con cui si possa prendere fuoco dal braciere
o attingere acqua dalla cisterna».
15Poiché così dice il Signore Dio, il Santo d’Israele:
«Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza,
nell’abbandono confidente sta la vostra forza».
Ma voi non avete voluto,
16anzi avete detto: «No, noi fuggiremo su cavalli».
Ebbene, fuggite!
«Cavalcheremo su destrieri veloci».
Ebbene, più veloci saranno i vostri inseguitori.
17Mille saranno come uno solo di fronte alla minaccia di un altro,
per la minaccia di cinque vi darete alla fuga,
finché resti di voi qualcosa
come un palo sulla cima di un monte
e come un’asta sopra una collina.
18Eppure il Signore aspetta con fiducia per farvi grazia,
per questo sorge per avere pietà di voi,
perché un Dio giusto è il Signore;
beati coloro che sperano in lui.
19Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme,
tu non dovrai più piangere.
A un tuo grido di supplica ti farà grazia;
appena udrà, ti darà risposta.
20Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione
e l’acqua della tribolazione,
non si terrà più nascosto il tuo maestro;
i tuoi occhi vedranno il tuo maestro,
21i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te:
«Questa è la strada, percorretela»,
caso mai andiate a destra o a sinistra.
22Considererai cose immonde le tue immagini ricoperte d’argento;
i tuoi idoli rivestiti d’oro getterai via come un oggetto immondo.
«Fuori!», tu dirai loro.
23Allora egli concederà la pioggia per il seme
che avrai seminato nel terreno,
e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso;
in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato.
24I buoi e gli asini che lavorano la terra
mangeranno biada saporita,
ventilata con la pala e con il vaglio.
25Su ogni monte e su ogni colle elevato
scorreranno canali e torrenti d’acqua
nel giorno della grande strage,
quando cadranno le torri.
26La luce della luna sarà come la luce del sole
e la luce del sole sarà sette volte di più,
come la luce di sette giorni,
quando il Signore curerà la piaga del suo popolo
e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.
27Ecco il nome del Signore venire da lontano,
ardente è la sua ira e gravoso il suo divampare;
le sue labbra traboccano sdegno,
la sua lingua è come un fuoco divorante.
28Il suo soffio è come un torrente che straripa,
che giunge fino al collo,
per vagliare i popoli con il vaglio distruttore
e per mettere alle mascelle dei popoli
una briglia che porta a rovina.
29Voi innalzerete il vostro canto
come nella notte in cui si celebra una festa;
avrete la gioia nel cuore
come chi parte al suono del flauto,
per recarsi al monte del Signore,
alla roccia d’Israele.
[vv. 30-33]
[<<< 30-33]
30Il Signore farà udire la sua voce maestosa
e mostrerà come colpisce il suo braccio
con ira ardente,
in mezzo a un fuoco divorante,
tra nembi, tempesta e grandine furiosa.
31Poiché alla voce del Signore tremerà l’Assiria,
quando il Signore percuoterà con la verga.
32Ogni colpo del bastone punitivo,
che il Signore le farà piombare addosso,
sarà accompagnato con tamburelli e cetre.
Egli combatterà contro di essa con battaglie tumultuose.
33Il Tofet, infatti, è preparato da tempo:
esso è pronto anche per il re.
Profondo e largo è il rogo,
fuoco e legna abbondano.
Lo accenderà, come torrente di zolfo,
il soffio del Signore.
1Guai a quanti scendono in Egitto per cercar aiuto,
e pongono la speranza nei cavalli,
confidano nei carri perché numerosi
e sulla cavalleria perché molto potente,
senza guardare al Santo di Israele
e senza cercare il Signore.
[vv. 2-9]
[<<< 2-9]
2Eppure anch'egli è capace di mandare sciagure
e non rinnega le sue parole.
Egli si alzerà contro la razza dei malvagi
e contro l'aiuto dei malfattori.
3L'Egiziano è un uomo e non un dio,
i suoi cavalli sono carne e non spirito.
Il Signore stenderà la sua mano:
inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato,
tutti insieme periranno.
4Poiché così mi ha parlato il Signore:
«Come per la sua preda
ruggisce il leone o il leoncello,
quando gli si raduna contro
tutta la schiera dei pastori,
e non teme le loro grida
né si preoccupa del loro chiasso,
così scenderà il Signore degli eserciti
per combattere sul monte Sion e sulla sua collina.
5Come gli uccelli proteggono i loro pulcini,
così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme;
egli la proteggerà, ed essa sarà salvata,
la risparmierà ed essa sarà liberata».
6Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. 7In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d'argento e i suoi idoli d'oro, lavoro delle vostre mani peccatrici.
8Cadrà l'Assiria sotto una spada che non è di uomo;
una spada non umana la divorerà;
se essa sfugge alla spada,
i suoi giovani guerrieri saranno ridotti in schiavitù.
9Essa abbandonerà per lo spavento la sua rocca
e i suoi capi tremeranno per un'insegna.
Oracolo del Signore che ha un fuoco in Sion
e una fornace in Gerusalemme.
1Guai a quanti scendono in Egitto per cercare aiuto,
e pongono la speranza nei cavalli,
confidano nei carri perché numerosi
e sulla cavalleria perché molto potente,
senza guardare al Santo d’Israele
e senza cercare il Signore.
[vv. 2-9]
[<<< 2-9]
2Eppure anch’egli è capace di mandare sciagure
e non rinnega le sue parole.
Egli si alzerà contro la razza dei malvagi
e contro l’aiuto dei malfattori.
3L’Egiziano è un uomo e non un dio,
i suoi cavalli sono carne e non spirito.
Il Signore stenderà la sua mano:
inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato,
tutti insieme periranno.
4Poiché così mi ha parlato il Signore:
«Come per la sua preda
ruggisce il leone o il leoncello,
quando gli si raduna contro
tutta la schiera dei pastori,
e non teme le loro grida
né si preoccupa del loro chiasso,
così scenderà il Signore degli eserciti
per combattere sul monte Sion e sulla sua collina.
5Come uccelli che volano,
così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme;
egli la proteggerà ed essa sarà salvata,
la risparmierà ed essa sarà liberata».
6Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. 7In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d’argento e i suoi idoli d’oro, lavoro delle vostre mani peccatrici.
8Cadrà l’Assiria sotto una spada che non è umana;
una spada non umana la divorerà.
Se essa sfugge alla spada,
i suoi giovani guerrieri saranno ridotti in schiavitù.
9Essa abbandonerà per lo spavento la sua rocca
e i suoi capi tremeranno per un’insegna.
Oracolo del Signore che ha un fuoco a Sion
e una fornace a Gerusalemme.
[vv. 1-5]
[<<< 1-5]
1Avvicinatevi, popoli, per udire,
e voi, nazioni, prestate ascolto;
ascolti la terra e quanti vi abitano,
il mondo e quanto produce!
2Poiché il Signore è adirato contro tutti i popoli
ed è sdegnato contro tutti i loro eserciti;
li ha votati allo sterminio, li ha destinati al massacro.
3I loro uccisi sono gettati via,
si diffonde il fetore dei loro cadaveri;
grondano i monti del loro sangue.
4Tutta la milizia celeste si dissolve,
i cieli si arrotolano come un libro,
tutti i loro astri cadono
come cade il pampino della vite,
come le foglie avvizzite del fico.
5Poiché nel cielo si è inebriata la spada del Signore,
ecco essa si abbatte su Edom,
su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia.
6La spada del Signore è piena di sangue,
è imbrattata di grasso,
del sangue di agnelli e di capri,
delle viscere grasse dei montoni,
perché si compie un sacrificio al Signore in Bozra,
una grande ecatombe nel paese di Edom.
[vv. 7-17]
[<<< 7-17]
7Cadono bisonti insieme con essi,
giovenchi insieme con tori.
La loro terra si imbeve di sangue,
la polvere si impingua di grasso.
8Poiché è il giorno della vendetta del Signore,
l'anno della retribuzione per l'avversario di Sion.
9I torrenti di quel paese si cambieranno in pece,
la sua polvere in zolfo,
la sua terra diventerà pece ardente.
10Non si spegnerà né di giorno né di notte,
sempre salirà il suo fumo;
per tutte le generazioni resterà deserta,
mai più alcuno vi passerà.
11Ne prenderanno possesso il pellicano e il riccio,
il gufo e il corvo vi faranno dimora.
Il Signore stenderà su di essa la corda della solitudine
e la livella del vuoto.
12Non ci saranno più i suoi nobili,
non si proclameranno più re,
tutti i suoi capi saranno ridotti a nulla.
13Nei suoi palazzi saliranno le spine,
ortiche e cardi sulle sue fortezze;
diventerà una tana di sciacalli,
un recinto per gli struzzi.
14Gatti selvatici si incontreranno con iene,
i satiri si chiameranno l'un l'altro;
vi faranno sosta anche le civette
e vi troveranno tranquilla dimora.
15Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova,
le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra;
vi si raduneranno anche gli sparvieri,
l'uno in cerca dell'altro;
16bnessuno si fara attendere.
16aCercate nel libro del Signore e leggete:
nessuno di essi vi manca,
poiché la bocca del Signore lo ha comandato
e il suo spirito li raduna.
17Egli ha distribuito loro la parte in sorte,
la sua mano ha diviso loro il paese con tutta esattezza,
lo possederanno per sempre,
lo abiteranno di generazione in generazione.
[vv. 1-17]
[<<< 1-17]
1Avvicinatevi, nazioni, per udire,
e voi, popoli, prestate ascolto;
ascolti la terra e quanti vi abitano,
il mondo e quanto produce!
2Poiché il Signore è adirato contro tutte le nazioni
ed è sdegnato contro tutti i loro eserciti;
li ha votati allo sterminio, li ha destinati al massacro.
3I loro uccisi sono gettati via,
si diffonde il fetore dei loro cadaveri;
grondano i monti del loro sangue.
4Tutto l’esercito celeste si dissolve,
i cieli si arrotolano come un libro,
tutto il loro esercito cade
come cade il pampino dalla vite,
la foglia avvizzita dal fico.
5Poiché nel cielo si è inebriata la mia spada,
ecco, si abbatte su Edom,
sul popolo che io stermino, per fare giustizia.
6La spada del Signore è piena di sangue,
è imbrattata di grasso,
del sangue di agnelli e di capri,
delle viscere grasse dei montoni,
perché si compie un sacrificio al Signore a Bosra,
un grande massacro nella terra di Edom.
7Cadono bisonti insieme con essi,
giovenchi insieme con tori.
La loro terra s’imbeve di sangue,
la loro polvere s’impingua di grasso.
8Poiché è il giorno della vendetta del Signore,
l’anno della retribuzione per la causa di Sion.
9I torrenti di quella terra si cambieranno in pece,
la sua polvere in zolfo,
la sua terra diventerà pece ardente.
10Non si spegnerà né di giorno né di notte,
sempre salirà il suo fumo;
per tutte le generazioni resterà deserta,
mai più alcuno vi passerà.
11Ne prenderanno possesso il gufo e la civetta,
l’ibis e il corvo vi faranno dimora.
Egli stenderà su di essa la misura del vuoto
e la livella del nulla.
12Non ci saranno più i suoi nobili,
non si proclameranno più re,
tutti i suoi prìncipi saranno ridotti a nulla.
13Nei suoi palazzi cresceranno le spine,
ortiche e cardi sulle sue fortezze;
diventerà una tana di sciacalli,
recinto per gli struzzi.
14Bestie selvatiche si incontreranno con iene,
i sàtiri si chiameranno l’un l’altro;
là si poserà anche Lilit
e vi troverà tranquilla dimora.
15Vi si anniderà il serpente, vi deporrà le uova,
le farà dischiudere e raccoglierà piccoli alla sua ombra;
vi si raduneranno anche gli sparvieri,
l’uno in cerca dell’altro.
16Cercate nel libro del Signore e leggete:
nessuno di essi vi manca,
l’uno non deve attendere l’altro,
poiché la bocca del Signore lo ha comandato
e il suo spirito li raduna.
17Egli ha gettato per loro la sorte,
la sua mano ha diviso per loro la terra con la corda:
la possederanno per sempre,
la abiteranno di generazione in generazione.
[vv. 1-10]
[<<< 1-10] 1Nell'anno decimoquarto del re Ezechia, Sennàcherib re di Assiria assalì e si impadronì di tutte le fortezze di Giuda. 2Il re di Assiria mandò poi da Lachis a Gerusalemme contro il re Ezechia il gran coppiere con un grande esercito. Egli fece sosta presso il canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio.
3Gli andarono incontro Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista. 4Il gran coppiere disse loro: «Riferite a Ezechia: Così dice il grande re, il re di Assiria: Che significa questa sicurezza che dimostri? 5Pensi forse che la semplice parola possa sostituire il consiglio e la forza nella guerra? Ora, in chi confidi tu, che ti ribelli contro di me? 6Ecco, tu confidi nell'Egitto, in questo sostegno di canna spezzata che penetra la mano e la fora a chi vi si appoggia; tale è il faraone re d'Egitto per chiunque confida in lui. 7Se mi dite: Noi confidiamo nel Signore nostro Dio, non è forse lo stesso a cui Ezechia distrusse le alture e gli altari, ordinando alla gente di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete solo davanti a questo altare? 8Or bene, fà una scommessa con il mio signore, il re di Assiria; io ti darò duemila cavalli, se puoi procurarti cavalieri per essi. 9Come potresti far indietreggiare uno solo dei più piccoli sudditi del mio signore? Eppure tu confidi nell'Egitto per i carri e i cavalieri! 10Ora, è forse contro il volere del Signore che io mi sono mosso contro questo paese per distruggerlo? Il Signore mi ha detto: Muovi contro questo paese e distruggilo».
11Eliakìm, Sebnà e Ioach risposero al gran coppiere: «Parla ai tuoi servi in aramaico, poiché noi lo comprendiamo; non parlare in ebraico alla portata degli orecchi del popolo che è sulle mura». [vv. 12-22] [<<< 12-22] 12Il gran coppiere replicò: «Forse sono stato mandato al tuo signore e a te dal mio signore per dire tali parole o non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?».
13Il gran coppiere allora si alzò e gridò in ebraico: «Udite le parole del gran re, del re di Assiria. 14Dice il re: Non vi inganni Ezechia, poiché egli non potrà salvarvi. 15Ezechia non vi induca a confidare nel Signore dicendo: Certo, il Signore ci libererà; questa città non sarà messa nelle mani del re di Assiria. 16Non date ascolto a Ezechia, poiché così dice il re di Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi; allora ognuno potrà mangiare i frutti della propria vigna e del proprio fico e ognuno potrà bere l'acqua della sua cisterna, 17finché io non venga per condurvi in un paese come il vostro, paese di frumento e di mosto, di pane e di vigne. 18Non vi illuda Ezechia dicendovi: Il Signore ci libererà. Gli dei delle nazioni hanno forse liberato ognuno il proprio paese dalla mano del re di Assiria? 19Dove sono gli dei di Amat e di Arpad? Dove sono gli dei di Sefarvàim? Hanno essi forse liberato Samaria dalla mia mano? 20Quali mai, fra tutti gli dei di quelle regioni, hanno liberato il loro paese dalla mia mano? Potrà forse il Signore liberare Gerusalemme dalla mia mano?».
21Quelli tacquero e non gli risposero neppure una parola, perché l'ordine del re era: «Non rispondetegli».
22Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista, si presentarono a Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.
[vv. 1-10]
[<<< 1-10] 1Nell’anno quattordicesimo del re Ezechia, Sennàcherib, re d’Assiria, salì contro tutte le città fortificate di Giuda e le prese. 2Il re d’Assiria mandò da Lachis a Gerusalemme, dal re Ezechia, il gran coppiere con una schiera numerosa. Egli si fermò presso il canale della piscina superiore, che è nella via del campo del lavandaio.
3Gli andarono incontro, Eliakìm, figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo scriba e Iòach, figlio di Asaf, l’archivista. 4Il gran coppiere disse loro: «Riferite a Ezechia: “Così dice il grande re, il re d’Assiria: Che fiducia è quella nella quale confidi? 5Domando: forse che la sola parola delle labbra può essere di consiglio e di forza per la guerra? Ora, in chi confidi per ribellarti a me? 6Ecco, tu confidi su questo sostegno di canna spezzata, che è l’Egitto, che penetra nella mano, forandola, a chi vi si appoggia; tale è il faraone, re d’Egitto, per tutti coloro che confidano in lui. 7Se mi dici: Noi confidiamo nel Signore, nostro Dio, non è forse quello stesso del quale Ezechia eliminò le alture e gli altari, ordinando alla gente di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete solo davanti a questo altare? 8Ora fa’ una scommessa col mio signore, re d’Assiria; io ti darò duemila cavalli, se potrai mettere tuoi cavalieri su di essi. 9Come potrai far voltare indietro uno solo dei più piccoli servi del mio signore? Ma tu confidi nell’Egitto per i carri e i cavalieri! 10Ora, non è forse secondo il volere del Signore che io sono salito contro questa terra per mandarla in rovina? Il Signore mi ha detto: Sali contro questa terra e mandala in rovina”».
11Eliakìm, Sebna e Iòach risposero al gran coppiere: «Per favore, parla ai tuoi servi in aramaico, perché noi lo comprendiamo; non parlarci in giudaico: il popolo che è sulle mura ha orecchi per sentire». [vv. 12-14] [<<< 12-14] 12Il gran coppiere replicò: «Forse il mio signore mi ha inviato per pronunciare tali parole al tuo signore e a te e non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, ridotti a mangiare i propri escrementi e a bere la propria urina con voi?».
13Il gran coppiere allora si alzò in piedi e gridò a gran voce in giudaico, e disse: «Udite le parole del grande re, del re d’Assiria. 14Così dice il re: “Non vi inganni Ezechia, poiché non potrà liberarvi. 15Ezechia non vi induca a confidare nel Signore, dicendo: Certo, il Signore ci libererà, questa città non sarà consegnata in mano al re d’Assiria”. [vv. 16-22] [<<< 16-22] 16Non ascoltate Ezechia, poiché così dice il re d’Assiria: “Fate la pace con me e arrendetevi. Allora ognuno potrà mangiare i frutti della propria vigna e del proprio fico e ognuno potrà bere l’acqua della sua cisterna, 17fino a quando io verrò per condurvi in una terra come la vostra, terra di frumento e di mosto, terra di pane e di vigne. 18Non vi inganni Ezechia dicendo: Il Signore ci libererà! Forse gli dèi delle nazioni sono riusciti a liberare ognuno la propria terra dalla mano del re d’Assiria? 19Dove sono gli dèi di Camat e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvàim? Hanno forse liberato Samaria dalla mia mano? 20Quali mai, fra tutti gli dèi di quelle regioni, hanno liberato la loro terra dalla mia mano, perché il Signore possa liberare Gerusalemme dalla mia mano?”».
21Quelli tacquero e non gli risposero nulla, perché l’ordine del re era: «Non rispondetegli».
22Eliakìm, figlio di Chelkia, il maggiordomo, Sebna lo scriba e Iòach, figlio di Asaf, l’archivista, si presentarono a Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.
[vv. 1-37]
[<<< 1-37] 1Quando udì, il re Ezechia si stracciò le vesti, si ricoprì di sacco e andò nel tempio del Signore. 2Quindi mandò Eliakìm il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e gli anziani dei sacerdoti ricoperti di sacco dal profeta Isaia figlio di Amoz, 3perché gli dicessero: «Così dice Ezechia: Giorno di angoscia, di castigo e di vergogna è questo, perché i figli sono arrivati fino al punto di nascere, ma manca la forza per partorire. 4Spero che il Signore tuo Dio, udite le parole del gran coppiere che il re di Assiria suo signore ha mandato per insultare il Dio vivente lo voglia castigare per le parole che il Signore tuo Dio ha udito. Innalza ora una preghiera per quel resto che ancora rimane in vita».
5Così andarono i ministri del re Ezechia da Isaia. 6Disse loro Isaia: «Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere per le parole che hai udite e con le quali i ministri del re di Assiria mi hanno ingiuriato. 7Ecco io infonderò in lui uno spirito tale che egli, appena udrà una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò cadere di spada».
8Ritornato il gran coppiere, trovò il re di Assiria che assaliva Libna. Egli, infatti, aveva udito che si era allontanato da Lachis.
9Appena Sennàcherib sentì dire riguardo a Tiràka, re di Etiopia: «È uscito per muoverti guerra»; inviò di nuovo messaggeri a Ezechia per dirgli: 10«Direte così a Ezechia, re di Giuda: Non ti illuda il tuo Dio, in cui confidi, dicendoti: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del re di Assiria; 11ecco tu sai quanto hanno fatto i re di Assiria in tutti i paesi che hanno votato alla distruzione; soltanto tu ti salveresti? 12Gli dei delle nazioni che i miei padri hanno devastate hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e la gente di Eden in Telassàr? 13Dove sono il re di Amat e il re di Arpad e il re della città di Sefarvàim, di Enà e di Ivvà?».
14Ezechia prese la lettera dalla mano dei messaggeri, la lesse, quindi salì al tempio del Signore. Ezechia, spiegato lo scritto davanti al Signore, 15lo pregò: 16«Signore degli eserciti, Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto i cieli e la terra. 17Porgi, Signore, l'orecchio e ascolta; apri, Signore, gli occhi e guarda; ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. 18È vero, Signore, i re di Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori; 19hanno gettato i loro dei nel fuoco; quelli però non erano dei, ma solo lavoro delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. 20Ma ora, Signore nostro Dio, liberaci dalla sua mano perché sappiano tutti i regni della terra che tu sei il Signore, il solo Dio».
21Allora Isaia, figlio di Amoz mandò a dire a Ezechia: «Così dice il Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib re di Assiria. 22Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme.
23Chi hai insultato e schernito?
Contro chi hai alzato la voce
e hai elevato, superbo, gli occhi tuoi?
Contro il Santo di Israele!
24Per mezzo dei tuoi ministri hai insultato il Signore
e hai detto: «Con la moltitudine dei miei carri
sono salito in cima ai monti,
sugli estremi gioghi del Libano,
ne ho reciso i cedri più alti,
i suoi cipressi migliori;
sono penetrato nel suo angolo più remoto,
nella sua foresta lussureggiante.
25Io ho scavato e bevuto
acque straniere,
ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi
tutti i torrenti dell'Egitto».
26Non l'hai forse sentito dire?
Da tempo ho preparato questo,
dai giorni antichi io l'ho progettato;
ora lo pongo in atto.
Era deciso che tu riducessi in mucchi di rovine
le fortezze;
27i loro abitanti impotenti
erano spaventati e confusi,
erano come l'erba dei campi,
come tenera verzura,
come l'erba dei tetti,
bruciata dal vento d'oriente.
28Io so quando ti alzi o ti metti a sedere,
io ti conosco sia che tu esca sia che rientri.
29Poiché tu infuri contro di me e la tua insolenza
è salita ai miei orecchi,
ti metterò il mio anello nelle narici
e il mio morso alle labbra;
ti farò tornare per la strada per cui sei venuto.
30Questo ti serva da segno:
si mangerà quest'anno ciò che nascerà dai semi caduti,
nell'anno prossimo quanto crescerà da sé,
ma nel terzo anno seminerete e mieterete,
pianterete vigne e ne mangerete il frutto.
31Ciò che scamperà della casa di Giuda
continuerà a mettere radici in basso
e a fruttificare in alto.
32Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dei superstiti dal monte Sion.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
33Pertanto dice il Signore contro il re di Assiria:
Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l'affronterà con gli scudi
né innalzerà contro di essa un terrapieno.
34Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore:
35Io proteggerò questa città e la salverò,
per riguardo a me stesso e al mio servo Davide.
36Ora l'angelo del Signore scese e percosse nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco erano tutti cadaveri.
37Sennàcherib re di Assiria levò le tende e partì; tornato a Ninive, rimase colà. 38Ora, mentre egli era prostrato in venerazione nel tempio di Nisrok suo dio, i suoi figli Adram-Mèlech e Zarèzer lo uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di Ararat.
Assarhàddon suo figlio regnò al suo posto.
[vv. 1-9]
[<<< 1-9] 1Quando udì, il re Ezechia si stracciò le vesti, si ricoprì di sacco e andò nel tempio del Signore. 2Quindi mandò Eliakìm il maggiordomo, Sebna lo scriba e gli anziani dei sacerdoti ricoperti di sacco dal profeta Isaia, figlio di Amoz, 3perché gli dicessero: «Così dice Ezechia: “Giorno di angoscia, di castigo e di disonore è questo, perché i bimbi stanno per nascere, ma non c’è forza per partorire. 4Forse il Signore, tuo Dio, udrà le parole del gran coppiere che il re d’Assiria, suo signore, ha inviato per insultare il Dio vivente e lo castigherà per le parole che il Signore, tuo Dio, avrà udito. Innalza ora una preghiera per quel resto che ancora rimane”».
5Così i ministri del re Ezechia andarono da Isaia. 6Disse loro Isaia: «Riferite al vostro signore: “Così dice il Signore: Non temere per le parole che hai udito e con le quali i ministri del re d’Assiria mi hanno ingiuriato. 7Ecco, io infonderò in lui uno spirito tale che egli, appena udrà una notizia, ritornerà nella sua terra e nella sua terra io lo farò cadere di spada”».
8Il gran coppiere ritornò, ma trovò il re d’Assiria che combatteva contro Libna; infatti aveva udito che si era allontanato da Lachis, 9avendo avuto, riguardo a Tiraka, re d’Etiopia, questa notizia: «Ecco, è uscito per combattere contro di te».
Allora il re d’Assiria inviò di nuovo messaggeri a Ezechia dicendo: 10«Così direte a Ezechia, re di Giuda: “Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d’Assiria. [vv. 11-32] [<<< 11-32] 11Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re d’Assiria a tutti i territori votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti? 12Gli dèi delle nazioni, che i miei padri hanno devastato, hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Resef e i figli di Eden che erano a Telassàr? 13Dove sono il re di Camat e il re di Arpad e il re della città di Sefarvàim, di Ena e di Ivva?”».
14Ezechia prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l’aprì davanti al Signore 15e pregò davanti al Signore: 16«Signore degli eserciti, Dio d’Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. 17Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. 18È vero, Signore, i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, 19hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d’uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. 20Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo sei il Signore».
21Allora Isaia, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechia: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Poiché tu mi hai pregato riguardo a Sennàcherib, re d’Assiria, 22questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme.
23Chi hai insultato e ingiuriato?
Contro chi hai alzato la voce
e hai levato in alto i tuoi occhi?
Contro il Santo d’Israele!
24Per mezzo dei tuoi ministri hai insultato il mio Signore
e hai detto: Con la moltitudine dei miei carri
sono salito in cima ai monti,
sugli estremi gioghi del Libano:
ne ho reciso i cedri più alti,
i suoi cipressi migliori,
sono penetrato nel suo angolo più remoto,
nella sua foresta lussureggiante.
25Io ho scavato e bevuto le acque,
ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi
tutti i fiumi d’Egitto.
26Non l’hai forse udito?
Da tempo ho preparato questo,
da giorni remoti io l’ho progettato;
ora lo eseguo.
E sarai tu a ridurre in mucchi di rovine
le città fortificate.
27I loro abitanti, stremati di forza,
erano atterriti e confusi,
erano erba del campo,
foglie verdi d’erbetta,
erba di tetti, grano riarso
prima di diventare messe.
28Che tu ti sieda, esca o rientri,
io lo so.
29Poiché il tuo infuriarti contro di me
e il tuo fare arrogante
è salito ai miei orecchi,
porrò il mio anello alle tue narici
e il mio morso alle tue labbra;
ti farò tornare per la strada
per la quale sei venuto”.
30Questo sarà per te il segno:
mangiate quest’anno il frutto dei semi caduti,
nel secondo anno ciò che nasce da sé,
nel terzo anno seminate e mietete,
piantate vigne e mangiatene il frutto.
31Il residuo superstite della casa di Giuda
continuerà a mettere radici in basso
e a fruttificare in alto.
32Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dal monte Sion un residuo.
Lo zelo del Signore degli eserciti farà questo.
33Pertanto così dice il Signore riguardo al re d’Assiria:
“Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l’affronterà con scudi
e contro di essa non costruirà terrapieno.
[vv. 34-38]
[<<< 34-38]
34Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore:
35Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo”».
36Ora l’angelo del Signore uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco, erano tutti cadaveri senza vita.
37Sennàcherib, re d’Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Ninive, dove rimase. 38Mentre si prostrava nel tempio di Nisroc, suo dio, i suoi figli Adrammèlec e Sarèser lo colpirono di spada, mettendosi quindi al sicuro nella terra di Araràt. Al suo posto divenne re suo figlio Assarhàddon.
[v. 1]
[<< 1]
1Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe,
che ti ha plasmato, o Israele:
«Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
2Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,
la fiamma non ti potrà bruciare;
[v. 3]
[<< 3]
3poiché io sono il Signore tuo Dio,
il Santo di Israele, il tuo salvatore.
Io do l'Egitto come prezzo per il tuo riscatto,
l'Etiopia e Seba al tuo posto.
4Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
perché sei degno di stima e io ti amo,
do uomini al tuo posto
e nazioni in cambio della tua vita.
[vv. 5-28]
[<<< 5-28]
5Non temere, perché io sono con te;
dall'oriente farò venire la tua stirpe,
dall'occidente io ti radunerò.
6Dirò al settentrione: Restituisci,
e al mezzogiorno: Non trattenere;
fà tornare i miei figli da lontano
e le mie figlie dall'estremità della terra,
7quelli che portano il mio nome
e che per la mia gloria ho creato
e formato e anche compiuto».
8«Fà uscire il popolo cieco, che pure ha occhi,
i sordi, che pure hanno orecchi.
9Si radunino insieme tutti i popoli
e si raccolgano le nazioni.
Chi può annunziare questo tra di loro
e farci udire le cose passate?
Presentino i loro testimoni e avranno ragione,
ce li facciano udire e avranno detto la verità.
10Voi siete i miei testimoni - oracolo del Signore -
miei servi, che io mi sono scelto
perché mi conosciate e crediate in me
e comprendiate che sono io.
Prima di me non fu formato alcun dio
né dopo ce ne sarà.
11Io, io sono il Signore,
fuori di me non v'è salvatore.
12Io ho predetto e ho salvato,
mi son fatto sentire
e non c'era tra voi alcun dio straniero.
Voi siete miei testimoni - oracolo del Signore -
e io sono Dio,
13sempre il medesimo dall'eternità.
Nessuno può sottrarre nulla al mio potere;
chi può cambiare quanto io faccio?».
14Così dice il Signore
vostro redentore, il Santo di Israele:
«Per amor vostro l'ho mandato contro Babilonia
e farò scendere tutte le loro spranghe,
e quanto ai Caldei muterò i loro clamori in lutto.
15Io sono il Signore, il vostro Santo,
il creatore di Israele, il vostro re».
16Così dice il Signore che offrì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti
17che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi insieme;
essi giacciono morti: mai più si rialzeranno;
si spensero come un lucignolo, sono estinti.
18Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
19Ecco, faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
20Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
21Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi.
22Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
anzi ti sei stancato di me, o Israele.
23Non mi hai portato neppure un agnello per l'olocausto,
non mi hai onorato con i tuoi sacrifici.
Io non ti ho molestato con richieste di offerte,
né ti ho stancato esigendo incenso.
24Non mi hai acquistato con denaro la cannella,
né mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici.
Ma tu mi hai dato molestia con i peccati,
mi hai stancato con le tue iniquità.
25Io, io cancello i tuoi misfatti,
per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati.
26Fammi ricordare, discutiamo insieme;
parla tu per giustificarti.
27Il tuo primo padre peccò,
i tuoi intermediari mi furono ribelli.
28I tuoi principi hanno profanato il mio santuario;
per questo ho votato Giacobbe alla esecrazione,
Israele alle ingiurie.
[v. 1]
[<< 1]
1Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe,
che ti ha plasmato, o Israele:
«Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
2Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,
la fiamma non ti potrà bruciare,
[v. 3]
[<< 3]
3poiché io sono il Signore, tuo Dio,
il Santo d’Israele, il tuo salvatore.
Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto,
l’Etiopia e Seba al tuo posto.
4Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
perché sei degno di stima e io ti amo,
do uomini al tuo posto
e nazioni in cambio della tua vita.
[vv. 5-28]
[<<< 5-28]
5Non temere, perché io sono con te;
dall’oriente farò venire la tua stirpe,
dall’occidente io ti radunerò.
6Dirò al settentrione: “Restituisci”,
e al mezzogiorno: “Non trattenere;
fa’ tornare i miei figli da lontano
e le mie figlie dall’estremità della terra,
7quelli che portano il mio nome
e che per la mia gloria ho creato
e plasmato e anche formato”.
8Fa’ uscire il popolo cieco, che pure ha occhi,
i sordi, che pure hanno orecchi.
9Si radunino insieme tutti i popoli
e si raccolgano le nazioni.
Chi può annunciare questo tra loro
per farci udire le cose passate?
Presentino i loro testimoni e avranno ragione,
ce li facciano udire e avranno detto la verità.
10Voi siete i miei testimoni – oracolo del Signore –
e il mio servo, che io mi sono scelto,
perché mi conosciate e crediate in me
e comprendiate che sono io.
Prima di me non fu formato alcun dio
né dopo ce ne sarà.
11Io, io sono il Signore,
fuori di me non c’è salvatore.
12Io ho annunciato e ho salvato,
mi sono fatto sentire
e non c’era tra voi alcun dio straniero.
Voi siete miei testimoni – oracolo del Signore –
e io sono Dio,
13sempre il medesimo dall’eternità.
Nessuno può sottrarre nulla al mio potere:
chi può cambiare quanto io faccio?».
14Così dice il Signore,
vostro redentore, il Santo d’Israele:
«Per amore vostro l’ho mandato contro Babilonia
e farò cadere tutte le loro spranghe,
e, quanto ai Caldei, muterò i loro clamori in lutto.
15Io sono il Signore, il vostro Santo,
il creatore d’Israele, il vostro re».
16Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
17che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
18«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
19Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
20Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
21Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi.
22Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
anzi ti sei stancato di me, o Israele.
23Non mi hai portato neppure un agnello per l’olocausto,
non mi hai onorato con i tuoi sacrifici.
Io non ti ho molestato con richieste di offerte,
né ti ho stancato esigendo incenso.
24Non hai acquistato con denaro la cannella per me
né mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici.
Ma tu mi hai dato molestia con i peccati,
mi hai stancato con le tue iniquità.
25Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso,
e non ricordo più i tuoi peccati.
26Fammi ricordare, discutiamo insieme;
parla tu per giustificarti.
27Il tuo primo padre peccò,
i tuoi intermediari mi furono ribelli.
28Perciò profanai i capi del santuario
e ho votato Giacobbe all’anatema,
Israele alle ingiurie».
[vv. 1-6]
[<<< 1-6]
1Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome.
2Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all'ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
3Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
4Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
5Ora disse il Signore
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele,
- poiché ero stato stimato dal Signore
e Dio era stato la mia forza -
6mi disse: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti di Israele.
Ma io ti renderò luce delle nazioni
perché porti la mia salvezza
fino all'estremità della terra».
7Dice il Signore,
il redentore di Israele, il suo Santo,
a colui la cui vita è disprezzata, al reietto delle nazioni,
al servo dei potenti:
«I re vedranno e si alzeranno in piedi,
i principi vedranno e si prostreranno,
a causa del Signore che è fedele,
a causa del Santo di Israele che ti ha scelto».
[vv. 8-26]
[<<< 8-26]
8Dice il Signore:
«Al tempo della misericordia ti ho ascoltato,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e posto
come alleanza per il popolo,
per far risorgere il paese,
per farti rioccupare l'eredità devastata,
9per dire ai prigionieri: Uscite,
e a quanti sono nelle tenebre: Venite fuori.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
10Non soffriranno né fame né sete
e non li colpirà né l'arsura né il sole,
perché colui che ha pietà di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti di acqua.
11Io trasformerò i monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
12Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da mezzogiorno e da occidente
e quelli dalla regione di Assuan».
13Giubilate, o cieli; rallegrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo
e ha pietà dei suoi miseri.
14Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
15Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.
16Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani,
le tue mura sono sempre davanti a me.
17I tuoi costruttori accorrono,
i tuoi distruttori e i tuoi devastatori si allontanano da te.
18Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si radunano, vengono da te.
«Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore-
ti vestirai di tutti loro come di ornamento,
te ne ornerai come una sposa».
19Poiché le tue rovine e le tue devastazioni
e il tuo paese desolato
saranno ora troppo stretti per i tuoi abitanti,
benché siano lontani i tuoi divoratori.
20Di nuovo ti diranno agli orecchi
i figli di cui fosti privata:
«Troppo stretto è per me questo posto;
scostati, e mi accomoderò».
21Tu penserai: «Chi mi ha generato costoro?
Io ero priva di figli e sterile;
questi chi li ha allevati?
Ecco, ero rimasta sola
e costoro dove erano?».
22Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io farò cenno con la mano ai popoli,
per le nazioni isserò il mio vessillo.
Riporteranno i tuoi figli in braccio,
le tue figlie saran portate sulle spalle.
23I re saranno i tuoi tutori,
le loro principesse tue nutrici.
Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te,
baceranno la polvere dei tuoi piedi;
allora tu saprai che io sono il Signore
e che non saranno delusi quanti sperano in me».
24Si può forse strappare la preda al forte?
Oppure può un prigioniero sfuggire al tiranno?
25Eppure dice il Signore:
«Anche il prigioniero sarà strappato al forte,
la preda sfuggirà al tiranno.
Io avverserò i tuoi avversari;
io salverò i tuoi figli.
26Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori,
si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto.
Allora ogni uomo saprà
che io sono il Signore, tuo salvatore,
io il tuo redentore e il Forte di Giacobbe».
[vv. 1-26]
[<<< 1-26]
1Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
2Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
3Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
4Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
5Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
6e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».
7Così dice il Signore,
il redentore d’Israele, il suo Santo,
a colui che è disprezzato, rifiutato dalle nazioni,
schiavo dei potenti:
«I re vedranno e si alzeranno in piedi,
i prìncipi si prostreranno,
a causa del Signore che è fedele,
del Santo d’Israele che ti ha scelto».
8Così dice il Signore:
«Al tempo della benevolenza ti ho risposto,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo,
per far risorgere la terra,
per farti rioccupare l’eredità devastata,
9per dire ai prigionieri: “Uscite”,
e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
10Non avranno né fame né sete
e non li colpirà né l’arsura né il sole,
perché colui che ha misericordia di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti d’acqua.
11Io trasformerò i miei monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
12Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente
e altri dalla regione di Sinìm».
13Giubilate, o cieli,
rallégrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo
e ha misericordia dei suoi poveri.
14Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
15Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.
16Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato,
le tue mura sono sempre davanti a me.
17I tuoi figli accorrono,
i tuoi distruttori e i tuoi devastatori si allontanano da te.
18Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si radunano, vengono a te.
«Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore –,
ti vestirai di tutti loro come di ornamento,
te ne ornerai come una sposa».
19Poiché le tue rovine e le tue devastazioni
e la tua terra desolata
saranno ora troppo stretti per i tuoi abitanti,
benché siano lontani i tuoi divoratori.
20Di nuovo ti diranno agli orecchi
i figli di cui fosti privata:
«Troppo stretto è per me questo posto;
scòstati, perché possa stabilirmi».
21Tu penserai: «Costoro, chi me li ha generati?
Io ero priva di figli e sterile, esiliata e prigioniera,
e questi, chi li ha allevati?
Ecco, ero rimasta sola,
e costoro dov’erano?».
22Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io farò cenno con la mano alle nazioni,
per i popoli isserò il mio vessillo.
Riporteranno i tuoi figli in braccio,
le tue figlie saranno portate sulle spalle.
23I re saranno i tuoi tutori,
le loro principesse le tue nutrici.
Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te,
baceranno la polvere dei tuoi piedi;
allora tu saprai che io sono il Signore
e che non saranno delusi quanti sperano in me».
24Si può forse strappare la preda al forte?
Oppure può un prigioniero sfuggire al tiranno?
25Eppure, dice il Signore:
«Anche il prigioniero sarà strappato al forte,
la preda sfuggirà al tiranno.
Io avverserò i tuoi avversari,
io salverò i tuoi figli.
26Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori,
si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto.
Allora ogni uomo saprà
che io sono il Signore, il tuo salvatore
e il tuo redentore, il Potente di Giacobbe».
[vv. 1-9]
[<<< 1-9]
1Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
2È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per provare in lui diletto.
3Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
4Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
5Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
6Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
7Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
8Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
9Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
10Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in espiazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
[vv. 11-12]
[<<< 11-12]
11Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà la loro iniquità.
12Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha consegnato se stesso alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i peccatori.
[vv. 1-9]
[<<< 1-9]
1Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
2È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
3Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
4Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
5Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
6Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
7Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
8Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
9Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
10Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
[vv. 11-12]
[<<< 11-12]
11Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
12Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.
[vv. 1-4]
[<<< 1-4]
1Grida a squarciagola, non aver riguardo;
come una tromba alza la voce;
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
2Mi ricercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
3«Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?».
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
4Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
5È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
[vv. 6-12]
[<<< 6-12]
6Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
7Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
8Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
9Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
10se offrirai il pane all'affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
11Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
12La tua gente riedificherà le antiche rovine,
ricostruirai le fondamenta di epoche lontane.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
restauratore di case in rovina per abitarvi.
13Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerando il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
[v. 14]
[<< 14]
14allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò calcare le alture della terra,
ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre,
poiché la bocca del Signore ha parlato.
[vv. 1-4]
[<<< 1-4]
1Grida a squarciagola, non avere riguardo;
alza la voce come il corno,
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
2Mi cercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
3«Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?».
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
4Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
5È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l’uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
[vv. 6-12]
[<<< 6-12]
6Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
7Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
8Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
9Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
10se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
11Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
12La tua gente riedificherà le rovine antiche,
ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
e restauratore di strade perché siano popolate.
13Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerabile il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
[v. 14]
[<< 14]
14allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra,
ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre,
perché la bocca del Signore ha parlato.
[vv. 1-22]
[<<< 1-22]
1Così dice il Signore:
«Il cielo è il mio trono,
la terra lo sgabello dei miei piedi.
Quale casa mi potreste costruire?
In quale luogo potrei fissare la dimora?
2Tutte queste cose ha fatto la mia mano
ed esse sono mie - oracolo del Signore -.
Su chi volgerò lo sguardo?
Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito
e su chi teme la mia parola.
3Uno sacrifica un bue e poi uccide un uomo,
uno immola una pecora e poi strozza un cane,
uno presenta un'offerta e poi sangue di porco,
uno brucia incenso e poi venera l'iniquità.
Costoro hanno scelto le loro vie,
essi si dilettano dei loro abomini;
4anch'io sceglierò la loro sventura
e farò piombare su di essi ciò che temono,
perché io avevo chiamato e nessuno ha risposto,
avevo parlato e nessuno ha ascoltato.
Hanno fatto ciò che è male ai miei occhi,
hanno preferito quello che a me dispiace».
5Ascoltate la parola del Signore,
voi che venerate la sua parola.
Hanno detto i vostri fratelli che vi odiano,
che vi respingono a causa del mio nome:
«Mostri il Signore la sua gloria,
e voi fateci vedere la vostra gioia!».
Ma essi saranno confusi.
6Giunge un rumore, un frastuono dalla città,
un rumore dal tempio:
è la voce del Signore che paga
il contraccambio ai suoi nemici.
7Prima di provare i dolori, ha partorito;
prima che le venissero i dolori,
ha dato alla luce un maschio.
8Chi ha mai udito una cosa simile,
chi ha visto cose come queste?
Nasce forse un paese in un giorno;
un popolo è generato forse in un istante?
Eppure Sion, appena sentiti i dolori,
ha partorito i figli.
9«Io che apro il grembo materno,
non farò partorire?» dice il Signore.
«Io che faccio generare, chiuderei il seno?»
dice il tuo Dio.
10Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa quanti la amate.
Sfavillate di gioia con essa
voi tutti che avete partecipato al suo lutto.
11Così succhierete al suo petto
e vi sazierete delle sue consolazioni;
succhierete, deliziandovi,
all'abbondanza del suo seno.
12Poiché così dice il Signore:
«Ecco io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la prosperità;
come un torrente in piena
la ricchezza dei popoli;
i suoi bimbi saranno portati in braccio,
sulle ginocchia saranno accarezzati.
13Come una madre consola un figlio
così io vi consolerò;
in Gerusalemme sarete consolati.
14Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca.
La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi,
ma si sdegnerà contro i suoi nemici.
15Poiché, ecco, il Signore viene con il fuoco,
i suoi carri sono come un turbine,
per riversare con ardore l'ira,
la sua minaccia con fiamme di fuoco.
16Con il fuoco infatti il Signore farà giustizia
su tutta la terra
e con la spada su ogni uomo;
molti saranno i colpiti dal Signore.
17Coloro che si consacrano e purificano nei giardini,
seguendo uno che sta in mezzo,
che mangiano carne suina, cose abominevoli e topi,
insieme finiranno - oracolo del Signore -
18con le loro opere e i loro propositi.
Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. 19Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech, Ros, Tubal e di Grecia, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni. 20Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutti i popoli come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari al mio santo monte di Gerusalemme, dice il Signore, come i figli di Israele portano l'offerta su vasi puri nel tempio del Signore. 21Anche tra essi mi prenderò sacerdoti e leviti, dice il Signore.
22Sì, come i nuovi cieli
e la nuova terra, che io farò,
dureranno per sempre davanti a me
- oracolo del Signore -
così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome.
23In ogni mese al novilunio,
e al sabato di ogni settimana,
verrà ognuno a prostrarsi
davanti a me, dice il Signore.
[v. 24]
[<< 24]
24Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini
che si sono ribellati contro di me;
poiché il loro verme non morirà,
il loro fuoco non si spegnerà
e saranno un abominio per tutti».
[vv. 1-19]
[<<< 1-19]
1Così dice il Signore:
«Il cielo è il mio trono,
la terra lo sgabello dei miei piedi.
Quale casa mi potreste costruire?
In quale luogo potrei fissare la dimora?
2Tutte queste cose ha fatto la mia mano
ed esse sono mie – oracolo del Signore.
Su chi volgerò lo sguardo?
Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito
e su chi trema alla mia parola.
3Uno sacrifica un giovenco e poi uccide un uomo,
uno immola una pecora e poi strozza un cane,
uno presenta un’offerta e poi sangue di porco,
uno brucia incenso e poi venera l’iniquità.
Costoro hanno scelto le loro vie,
essi si dilettano dei loro abomini;
4anch’io sceglierò la loro sventura
e farò piombare su di loro ciò che temono,
perché io avevo chiamato e nessuno ha risposto,
avevo parlato e nessuno ha udito.
Hanno fatto ciò che è male ai miei occhi,
ciò che non gradisco hanno scelto».
5Ascoltate la parola del Signore,
voi che tremate alla sua parola.
Hanno detto i vostri fratelli che vi odiano,
che vi respingono a causa del mio nome:
«Mostri il Signore la sua gloria,
perché possiamo vedere la vostra gioia!».
Ma essi saranno confusi.
6Giunge un rumore, un frastuono dalla città,
un rumore dal tempio:
è la voce del Signore, che dà
la ricompensa ai suoi nemici.
7Prima di provare i dolori, ha partorito;
prima che le venissero i dolori,
ha dato alla luce un maschio.
8Chi ha mai udito una cosa simile,
chi ha visto cose come queste?
Nasce forse una terra in un giorno,
una nazione è generata forse in un istante?
Eppure Sion, appena sentiti i dolori,
ha partorito i figli.
9«Io che apro il grembo materno,
non farò partorire?», dice il Signore.
«Io che faccio generare,
chiuderei il seno?», dice il tuo Dio.
10Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
11Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
12Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
13Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
14Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi,
ma la sua collera contro i nemici.
15Poiché, ecco, il Signore viene con il fuoco,
i suoi carri sono come un turbine,
per riversare con ardore l’ira,
la sua minaccia con fiamme di fuoco.
16Con il fuoco infatti il Signore farà giustizia
e con la spada su ogni uomo;
molti saranno i colpiti dal Signore.
17Coloro che si consacrano e purificano nei giardini,
seguendo uno che sta in mezzo,
che mangiano carne suina, cose obbrobriose e topi,
insieme finiranno – oracolo del Signore –
18con le loro opere e i loro propositi.
Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. 19Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. 20Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore. [vv. 21-22] [<<< 21-22] 21Anche tra loro mi prenderò sacerdoti leviti, dice il Signore.
22Sì, come i nuovi cieli
e la nuova terra, che io farò,
dureranno per sempre davanti a me
– oracolo del Signore –,
così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome.
23In ogni mese al novilunio,
e al sabato di ogni settimana,
verrà ognuno a prostrarsi
davanti a me, dice il Signore.
[v. 24]
[<< 24]
24Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini
che si sono ribellati contro di me;
poiché il loro verme non morirà,
il loro fuoco non si spegnerà
e saranno un abominio per tutti».
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