La Sacra Bibbia - Testo della Conferenza Episcopale Italiana
La Sacra Bibbia - Testo C.E.I. 2008
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Bibbia CEI 2008

[vv. 1-6] 7Egli si volse indietro, mi vide e mi chiamò vicino. Dissi: “Eccomi!”. [v. 8] 9Mi disse: “Gèttati sopra di me e uccidimi: io sento i brividi, ma la vita è ancora tutta in me”. [v. 10]

11Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini che erano con lui. 12Essi alzarono lamenti, piansero e digiunarono fino a sera per Saul e Giònata, suo figlio, per il popolo del Signore e per la casa d’Israele, perché erano caduti di spada. [vv. 13-16]

17Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata 18e ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda; è il canto dell’arco e si trova scritto nel libro del Giusto:

[v. 19]
20Non fatelo sapere in Gat,
non l’annunciate per le vie di Àscalon,
perché non ne facciano festa le figlie dei Filistei,
non ne gioiscano le figlie dei non circoncisi!
[v. 21]
22ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi.
O arco di Giònata! Non tornò mai indietro.
O spada di Saul! Non tornava mai a vuoto.
23O Saul e Giònata, amabili e gentili,
in vita né in morte furono divisi;
erano più veloci delle aquile,
più forti dei leoni.
[v. 24]
25Come son caduti gli eroi
in mezzo alla battaglia?
Giònata, sulle tue alture trafitto!
[vv. 26-27]

1Dopo questi fatti, Davide consultò il Signore dicendo: «Devo salire in qualcuna delle città di Giuda?». Il Signore gli rispose: «Sali!». Chiese ancora Davide: «Dove salirò?». Rispose: «A Ebron». 2Davide dunque vi salì con le sue due mogli, Achinòam di Izreèl e Abigàil, già moglie di Nabal di Carmel. 3Davide portò con sé anche i suoi uomini, ognuno con la sua famiglia, e abitarono nelle città di Ebron. 4Vennero allora gli uomini di Giuda e qui unsero Davide re sulla casa di Giuda.

Come fu annunciato a Davide che gli uomini di Iabes di Gàlaad avevano sepolto Saul, 5Davide inviò messaggeri agli uomini di Iabes di Gàlaad per dire loro: «Benedetti voi dal Signore, perché avete compiuto questo gesto d’amore verso Saul, vostro signore, dandogli sepoltura. [v. 6] 7Ora riprendano coraggio le vostre mani e siate uomini forti. È morto Saul, vostro signore, ma quelli della tribù di Giuda hanno unto me come re sopra di loro».

8Intanto Abner, figlio di Ner, capo dell’esercito di Saul, prese Is-Baal, figlio di Saul, e lo condusse a Macanàim. 9Poi lo costituì re su Gàlaad, sugli Asuriti, su Izreèl, su Èfraim e su Beniamino, cioè su tutto Israele. [vv. 10-12]

13Anche Ioab, figlio di Seruià, e i servi di Davide partirono e li incontrarono presso la piscina di Gàbaon. Questi stavano presso la piscina da una parte e quelli dall’altra parte. 14Abner disse a Ioab: «Si alzino i giovani e lottino davanti a noi». Ioab rispose: «Si alzino pure». 15Si alzarono e sfilarono in rassegna: dodici dalla parte di Beniamino e di Is-Baal, figlio di Saul, e dodici tra i servi di Davide. 16Ciascuno afferrò la testa dell’avversario e gli conficcò la spada nel fianco: così caddero tutti insieme e quel luogo fu chiamato Campo dei Fianchi, che si trova a Gàbaon.

17La battaglia divenne in quel giorno molto dura e furono sconfitti Abner e gli Israeliti dai servi di Davide. [v. 18]

19Asaèl si era messo a inseguire Abner e non deviava né a destra né a sinistra dietro ad Abner. 20Abner si volse indietro e gli disse: «Tu sei Asaèl?». Rispose: «Sì». 21Abner aggiunse: «Volgiti a destra o a sinistra, afferra qualcuno dei giovani e porta via le sue spoglie». Ma Asaèl non volle cessare d’inseguirlo. [v. 22] 23Ma siccome quegli non voleva ritirarsi, lo colpì con l’estremità inferiore della lancia al ventre, così che la lancia gli uscì dall’altra parte ed egli cadde e morì sul posto. Allora quanti arrivarono al luogo dove Asaèl era caduto e morto, si fermarono. 24Ma Ioab e Abisài inseguirono Abner, finché, al tramonto del sole, essi giunsero alla collina di Ammà, di fronte a Ghiach, sulla strada del deserto di Gàbaon.

25I Beniaminiti si radunarono dietro Abner formando un gruppo compatto e si fermarono in cima a una collina. 26Allora Abner gridò a Ioab: «Dovrà continuare per sempre la spada a divorare? Non sai quanta amarezza ci sarà alla fine? Perché non ti decidi a ordinare al popolo di cessare l’inseguimento dei loro fratelli?». 27Disse Ioab: «Per la vita di Dio, se tu non avessi parlato, nessuno della truppa avrebbe cessato fino al mattino di inseguire il proprio fratello». 28Allora Ioab fece suonare il corno e tutto il popolo si fermò e non inseguì più Israele e non combatté più. 29Abner e i suoi uomini marciarono per l’Araba tutta quella notte; passarono il Giordano e, dopo aver camminato tutta la mattina, arrivarono a Macànaim. 30Ioab, tornato dall’inseguimento di Abner, radunò tutto il popolo. Degli uomini di Davide ne mancavano diciannove, oltre Asaèl. 31Ma i servi di Davide avevano colpito e ucciso trecentosessanta uomini tra i Beniaminiti e la gente di Abner. 32Essi presero Asaèl e lo seppellirono nel sepolcro di suo padre, che è a Betlemme. Ioab e i suoi uomini marciarono tutta la notte; spuntava il giorno quando furono a Ebron.

1La guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide fu lunga. Davide andava facendosi più forte, mentre la casa di Saul andava indebolendosi.

2A Ebron nacquero a Davide dei figli e furono: il primogenito Amnon, nato da Achinòam di Izreèl; [v. 3] 4il quarto Adonia, figlio di Agghìt; il quinto Sefatia, figlio di Abitàl; [vv. 5-6]

7Saul aveva avuto una concubina chiamata Rispa, figlia di Aià. Ora Is-Baal disse ad Abner: «Perché ti sei unito alla concubina di mio padre?». 8Abner si adirò molto per le parole di Is-Baal e disse: «Sono dunque una testa di cane di Giuda? Fino ad oggi ho usato benevolenza verso la casa di Saul tuo padre, i suoi fratelli e i suoi amici, e non ti ho fatto cadere nelle mani di Davide. Oggi tu mi rimproveri una colpa di donna. [v. 9] 10trasferire cioè il regno dalla casa di Saul e stabilire il trono di Davide su Israele e su Giuda, da Dan fino a Bersabea». [v. 11]

12Abner inviò subito messaggeri a Davide per dirgli: «Di chi è la terra?», per dire: «Fa’ alleanza con me, ed ecco la mia mano sarà con te per far volgere a te tutto Israele». [vv. 13-15] 16Suo marito partì con lei, camminando e piangendo dietro di lei fino a Bacurìm. Poi Abner gli disse: «Torna indietro!». E quegli tornò.

17Intanto Abner rivolse questo discorso agli anziani d’Israele: «Da tempo voi desiderate avere Davide come vostro re. 18Ora mettetevi in azione, perché il Signore ha detto così a Davide: “Per mezzo di Davide, mio servo, salverò il mio popolo Israele dalle mani dei Filistei e dalle mani di tutti i suoi nemici”». 19Abner ebbe colloqui anche con gli uomini di Beniamino. Poi Abner andò da Davide a Ebron, a parlargli di quanto era parso bene agli occhi d’Israele e di tutta la casa di Beniamino. 20Abner venne dunque da Davide a Ebron con venti uomini e Davide fece un banchetto per Abner e i suoi uomini. 21Abner disse poi a Davide: «Adesso vado a radunare tutto Israele intorno al re, mio signore. Essi faranno alleanza con te e regnerai secondo il tuo desiderio». Davide congedò poi Abner, che partì in pace.

22Ed ecco, i servi di Davide e Ioab tornavano da una scorreria e portavano con sé grande bottino. Abner non era più con Davide a Ebron, perché questi lo aveva congedato, ed egli era partito in pace. 23Quando arrivarono Ioab e la sua truppa, fu riferito a Ioab: «È venuto dal re Abner, figlio di Ner, ed egli l’ha congedato e se n’è andato in pace». [v. 24] 25Lo sai chi è Abner, figlio di Ner? È venuto per ingannarti, per conoscere le tue mosse, per sapere ciò che fai».

26Ioab si allontanò da Davide e mandò messaggeri dietro Abner e lo fece tornare indietro dalla cisterna di Sira, senza che Davide lo sapesse. 27Abner tornò a Ebron e Ioab lo prese in disparte dentro la porta, come per parlargli pacificamente, e qui lo colpì a morte al ventre, per vendicare il sangue di Asaèl, suo fratello. 28Davide seppe più tardi la cosa e disse: «Sono innocente io e il mio regno per sempre davanti al Signore del sangue di Abner, figlio di Ner. [v. 29] 30Ioab e suo fratello Abisài avevano trucidato Abner, perché aveva ucciso Asaèl, loro fratello, a Gàbaon in battaglia. [vv. 31-32] 33Il re intonò un lamento funebre su Abner e disse:

«Come muore un insensato,
doveva dunque Abner morire?
34Le tue mani non sono state legate,
i tuoi piedi non sono stati stretti in catene!
Sei caduto come si cade
davanti ai malfattori!».

Tutto il popolo riprese a piangere su di lui. 35Tutto il popolo venne ad invitare Davide a prendere cibo, mentre era ancora giorno; ma Davide giurò: «Così mi faccia Dio e anche di peggio, se io gusterò pane o qualsiasi altra cosa prima del tramonto del sole». 36Tutto il popolo notò la cosa e l’approvò; quanto fece il re ebbe l’approvazione del popolo intero. 37Tutto il popolo e tutto Israele fu convinto in quel giorno che non era stato il re a far uccidere Abner, figlio di Ner. 38Disse ancora il re ai suoi servi: «Non sapete che oggi è caduto un capo, un grande in Israele? 39Io oggi sono tenero, sebbene già unto re, mentre questi uomini, i figli di Seruià, sono più duri di me. Provveda il Signore a trattare il malvagio secondo la sua malvagità».

[v. 1] 2Il figlio di Saul aveva due uomini, capi di bande, chiamati l’uno Baanà e il secondo Recab, figli di Rimmon il Beerotita, della tribù di Beniamino, perché anche Beeròt era computata fra le città di Beniamino. 3I Beerotiti si erano rifugiati a Ghittàim e vi sono rimasti come forestieri fino ad oggi.

4Giònata, figlio di Saul, aveva un figlio storpio nei piedi. Egli aveva cinque anni quando giunsero da Izreèl le notizie circa i fatti di Saul e di Giònata. La nutrice l’aveva preso ed era fuggita, ma nella fretta della fuga il bambino era caduto ed era rimasto storpio. Si chiamava Merib-Baal.

[v. 5] 6Ora, la portinaia della casa, mentre mondava il grano, si era assopita e dormiva: perciò Recab e Baanà, suo fratello, poterono introdursi inosservati. 7Entrarono dunque in casa, mentre egli era disteso sul suo giaciglio nella camera da letto: lo colpirono, l’uccisero e gli tagliarono la testa; poi, portando via la testa di lui, presero la via dell’Araba, camminando tutta la notte. [vv. 8-10] 11Ora che uomini malvagi hanno ucciso un giusto in casa mentre dormiva, non dovrò a maggior ragione chiedere conto del suo sangue alle vostre mani ed eliminarvi dalla terra?». 12Davide diede ordine ai suoi giovani; questi li uccisero, tagliarono loro le mani e i piedi e li appesero presso la piscina di Ebron. Presero poi la testa di Is-Baal e la seppellirono nel sepolcro di Abner a Ebron.

[vv. 1-5]

6Il re e i suoi uomini andarono a Gerusalemme contro i Gebusei che abitavano in quella regione. Costoro dissero a Davide: «Tu qui non entrerai: i ciechi e gli zoppi ti respingeranno», per dire: «Davide non potrà entrare qui». [v. 7] 8Davide disse in quel giorno: «Chiunque vuol colpire i Gebusei, attacchi attraverso il canale gli zoppi e i ciechi, che odiano la vita di Davide». Per questo dicono: «Il cieco e lo zoppo non entreranno nella casa».

9Davide si stabilì nella rocca e la chiamò Città di Davide. Egli fece fortificazioni tutt’intorno, dal Millo verso l’interno. 10Davide andava sempre più crescendo in potenza e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui. 11Chiram, re di Tiro, inviò messaggeri a Davide con legno di cedro, carpentieri e muratori, i quali costruirono una casa a Davide. [v. 12]

13Davide prese ancora concubine e mogli da Gerusalemme, dopo il suo arrivo da Ebron: queste generarono a Davide altri figli e figlie. [vv. 14-16]

17Quando i Filistei seppero che avevano unto Davide re d’Israele, salirono tutti per dargli la caccia. Appena Davide ne fu informato, discese alla fortezza. [vv. 18-24]

25Davide fece come il Signore gli aveva ordinato e colpì i Filistei da Gàbaon fino all’ingresso di Ghezer.

1Davide reclutò di nuovo tutti gli uomini scelti d’Israele, in numero di trentamila. 2Poi si alzò e partì con tutta la sua gente da Baalà di Giuda, per far salire di là l’arca di Dio, sulla quale si proclama il nome del Signore degli eserciti, che siede sui cherubini. 3Posero l’arca di Dio sopra un carro nuovo e la tolsero dalla casa di Abinadàb che era sul colle; Uzzà e Achio, figli di Abinadàb, conducevano il carro nuovo. 4Mentre conducevano il carro con l’arca di Dio dalla casa di Abinadàb, che stava sul colle, Achio precedeva l’arca. [vv. 5-7] 8Davide si rattristò per il fatto che il Signore aveva aperto una breccia contro Uzzà; quel luogo fu chiamato Peres-Uzzà fino ad oggi. 9Davide in quel giorno ebbe timore del Signore e disse: «Come potrà venire da me l’arca del Signore?». 10Davide non volle trasferire l’arca del Signore presso di sé nella Città di Davide, ma la fece dirottare in casa di Obed-Edom di Gat. [vv. 11-13]

14Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. [v. 15]

16Quando l’arca del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò in cuor suo. 17Introdussero dunque l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore. 18Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti 19e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d’Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne arrostita e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua. 20Davide tornò per benedire la sua famiglia; gli uscì incontro Mical, figlia di Saul, e gli disse: «Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele scoprendosi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe davvero un uomo da nulla!». 21Davide rispose a Mical: «L’ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho danzato davanti al Signore. [v. 22] 23Mical, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte.

1Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, 2disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». 3Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».

[vv. 4-5] 6Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione. 7Durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad alcuno dei giudici d’Israele, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo Israele: Perché non mi avete edificato una casa di cedro?”.

[vv. 8-9] 10Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato 11e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. [vv. 12-17]

18Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? [vv. 19-28] 29Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è benedetta per sempre!».

1In seguito Davide sconfisse i Filistei e li umiliò. Davide prese le redini del comando dalle mani dei Filistei. 2Sconfisse anche i Moabiti e, fattili coricare per terra, li misurò con la corda; ne misurò due corde per farli mettere a morte e una corda intera per lasciarli in vita. I Moabiti divennero sudditi e tributari di Davide. 3Davide sconfisse anche Adadèzer, figlio di Recob, re di Soba, mentre egli andava a ristabilire il suo dominio sul fiume Eufrate. 4Davide gli prese millesettecento cavalieri e ventimila fanti. Davide poi fece tagliare i garretti a tutti i cavalli, risparmiandone un centinaio. 5Gli Aramei di Damasco andarono in aiuto di Adadèzer, re di Soba, ma Davide uccise ventiduemila Aramei. 6Poi Davide mise guarnigioni nell’Aram di Damasco e gli Aramei divennero sudditi e tributari di Davide. Il Signore salvava Davide in ogni sua impresa. [vv. 7-9] 10mandò al re Davide suo figlio Ioram per salutarlo e per benedirlo, perché aveva mosso guerra ad Adadèzer e l’aveva sconfitto; infatti Tou era sempre in guerra con Adadèzer. Ioram gli portò vasi d’argento, vasi d’oro e vasi di bronzo. [v. 11] 12agli Aramei, ai Moabiti, agli Ammoniti, ai Filistei, agli Amaleciti, e il bottino di Adadèzer, figlio di Recob, re di Soba. [v. 13] 14Stabilì guarnigioni in Edom; ne mise per tutto Edom e tutti gli Edomiti divennero sudditi di Davide. Il Signore salvava Davide in ogni sua impresa.

[vv. 15-18]

[vv. 1-3] 4Il re gli disse: «Dov’è?». Siba rispose al re: «È in casa di Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr». 5Allora il re lo mandò a prendere in casa di Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr. [vv. 6-9] 10Tu dunque con i figli e gli schiavi lavorerai per lui la terra, contribuendo perché abbia pane e nutrimento il figlio del tuo signore; ma Merib-Baal, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia tavola». Ora Siba aveva quindici figli e venti schiavi. 11Siba disse al re: «Il tuo servo farà quanto il re, mio signore, ordina al suo servo». Merib-Baal dunque mangiava alla tavola di Davide, come uno dei figli del re. 12Merib-Baal aveva un figlioletto chiamato Mica; tutti quelli che stavano in casa di Siba erano al servizio di Merib-Baal. 13Ma Merib-Baal abitava a Gerusalemme, perché mangiava sempre alla tavola del re. Era storpio in ambedue i piedi.

[v. 1] 2Davide disse: «Manterrò fedeltà a Canun, figlio di Nacas, come suo padre la mantenne a me». Davide mandò alcuni suoi ministri a consolarlo per suo padre. I ministri di Davide andarono nel territorio degli Ammoniti. 3Ma i capi degli Ammoniti dissero a Canun, loro signore: «Forse Davide intende onorare tuo padre ai tuoi occhi, mandandoti dei consolatori? Non ha piuttosto mandato da te i suoi ministri per esplorare la città, per ispezionarla e perlustrarla?». 4Canun allora prese i ministri di Davide, fece loro radere la metà della barba e tagliare le vesti a metà fino alle natiche, poi li rimandò. 5Quando l’annunciarono a Davide, egli mandò qualcuno a incontrarli, perché quegli uomini si vergognavano moltissimo. Il re fece dire loro: «Rimanete a Gerico finché vi sia cresciuta di nuovo la barba, poi tornerete».

6Gli Ammoniti, vedendo che si erano attirati l’inimicizia di Davide, mandarono ad assoldare ventimila fanti di Aram Bet-Recob e di Aram Soba, mille uomini del re di Maacà e dodicimila uomini della gente di Tob. [v. 7] 8Gli Ammoniti uscirono e si disposero a battaglia all’ingresso della porta della città, mentre gli Aramei di Soba e di Recob e la gente di Tob e di Maacà stavano da parte, nella campagna.

[vv. 9-10] 11Disse: «Se gli Aramei saranno più forti di me, tu mi verrai a salvare; se invece gli Ammoniti saranno più forti di te, verrò io a salvarti. [vv. 12-14]

15Gli Aramei, vedendo che erano stati sconfitti da Israele, si riunirono insieme. [vv. 16-17] 18Ma gli Aramei fuggirono davanti a Israele: Davide uccise degli Aramei settecento cavalieri e quarantamila fanti; colpì anche Sobac, comandante del loro esercito, che morì in quel luogo. [v. 19]

1All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. [v. 2] 3Davide mandò a informarsi sulla donna. Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Uria l’Ittita». [v. 4]

5La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta». [vv. 6-10] 11Uria rispose a Davide: «L’arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Ioab mio signore e i servi del mio signore sono accampati in aperta campagna e io dovrei entrare in casa mia per mangiare e bere e per giacere con mia moglie? Per la tua vita, per la vita della tua persona, non farò mai cosa simile!». [v. 12] 13Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.

14La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Uria. [v. 15] 16Allora Ioab, che assediava la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che c’erano uomini valorosi. 17Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi della truppa e dei servi di Davide e perì anche Uria l’Ittita.

[v. 18] 19e diede al messaggero quest’ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re quanto è successo nella battaglia, 20se il re andasse in collera e ti dicesse: “Perché vi siete avvicinati così alla città per dar battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dall’alto delle mura? 21Chi ha ucciso Abimèlec figlio di Ierub-Baal? Non fu forse una donna che gli gettò addosso il pezzo superiore di una macina dalle mura, così che egli morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura?”, tu digli allora: “Anche il tuo servo Uria l’Ittita è morto”». 22Il messaggero dunque partì e, quando fu arrivato, annunciò a Davide quanto Ioab lo aveva incaricato di dire. 23E il messaggero disse a Davide: «Poiché i nemici avevano avuto vantaggio su di noi e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna, noi fummo loro addosso fino alla porta della città; [v. 24] 25Allora Davide disse al messaggero: «Riferirai a Ioab: “Non sia male ai tuoi occhi questo fatto, perché la spada divora ora in un modo ora in un altro; rinforza la tua battaglia contro la città e distruggila”. E tu stesso fagli coraggio».

[vv. 26-27]

1Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. 2Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, 3mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. 4Un viandante arrivò dall’uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui».

[vv. 5-8] 9Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l’Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. 10Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l’Ittita”. [v. 11] 12Poiché tu l’hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole”».

[v. 13] 14Tuttavia, poiché con quest’azione tu hai insultato il Signore, il figlio che ti è nato dovrà morire». 15Natan tornò a casa.

Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide e il bambino si ammalò gravemente. 16Davide allora fece suppliche a Dio per il bambino, si mise a digiunare e, quando rientrava per passare la notte, dormiva per terra. 17Gli anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si alzasse da terra, ma egli non volle e non prese cibo con loro. 18Ora, il settimo giorno il bambino morì e i servi di Davide temevano di annunciargli che il bambino era morto, perché dicevano: «Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiamo parlato e non ha ascoltato le nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Farà di peggio!». 19Ma Davide si accorse che i suoi servi bisbigliavano fra loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servi: «È morto il bambino?». Quelli risposero: «È morto». 20Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e cambiò le vesti; poi andò nella casa del Signore e si prostrò. Rientrato in casa, chiese che gli portassero del cibo e mangiò. 21I suoi servi gli dissero: «Che cosa fai? Per il bambino ancora vivo hai digiunato e pianto e, ora che è morto, ti alzi e mangi!». 22Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: “Chissà? Il Signore avrà forse pietà di me e il bambino resterà vivo”. [vv. 23-24]

25e mandò il profeta Natan perché lo chiamasse Iedidià per ordine del Signore.

26Intanto Ioab assalì Rabbà degli Ammoniti, si impadronì della città regale 27e inviò messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabbà e mi sono già impadronito della città delle acque. [vv. 28-29] 30Prese dalla testa di Milcom la corona, che pesava un talento d’oro e aveva una pietra preziosa; essa fu posta sulla testa di Davide. Egli ricavò dalla città un bottino molto grande. [v. 31]

1Dopo questo, accadde che, avendo Assalonne, figlio di Davide, una sorella molto bella, chiamata Tamar, Amnon figlio di Davide si innamorò di lei. 2Amnon ne ebbe una tale passione da cadere malato a causa di Tamar, sua sorella; poiché ella era vergine, pareva impossibile ad Amnon di poterle fare qualcosa. [v. 3] 4Egli disse: «Perché tu, figlio del re, diventi sempre più magro di giorno in giorno? Non me lo vuoi dire?». Amnon gli rispose: «Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Assalonne». [vv. 5-6]

7Allora Davide mandò a dire a Tamar, in casa: «Va’ a casa di Amnon tuo fratello e prepara una vivanda per lui». 8Tamar andò a casa di Amnon suo fratello, che giaceva a letto. Ella prese la farina, la impastò, ne fece frittelle sotto i suoi occhi e le fece cuocere. [v. 9] 10Allora Amnon disse a Tamar: «Portami la vivanda in camera e prenderò il cibo dalle tue mani». Tamar prese le frittelle che aveva fatto e le portò in camera ad Amnon suo fratello. [v. 11] 12Ella gli rispose: «No, fratello mio, non farmi violenza. Questo non si fa in Israele: non commettere quest’infamia! 13E io, dove andrei a finire col mio disonore? Quanto a te, tu diverresti uno dei più infami in Israele. Parlane piuttosto al re: egli non mi rifiuterà a te». [vv. 14-17] 18Ella vestiva una tunica con le maniche lunghe, perché le figlie del re ancora vergini indossavano tali vesti. Il servo di Amnon dunque la mise fuori e le sprangò dietro la porta. 19Tamar si sparse polvere sulla testa, si stracciò la tunica con le maniche lunghe che aveva indosso, si mise le mani sulla testa e se ne andava gridando. 20Assalonne suo fratello le disse: «Forse Amnon tuo fratello è stato con te? Per ora taci, sorella mia: è tuo fratello. Non fissare il tuo cuore su questo fatto». Tamar desolata rimase in casa di Assalonne, suo fratello. 21Il re Davide venne a sapere tutte queste cose e ne fu molto irritato, ma non volle urtare suo figlio Amnon, perché aveva per lui molto affetto: era infatti il suo primogenito. 22Assalonne non disse una parola ad Amnon né in bene né in male, ma odiava Amnon perché aveva fatto violenza a Tamar, sua sorella.

23Due anni dopo, Assalonne aveva i tosatori a Baal-Asor, presso Èfraim, e invitò tutti i figli del re. [v. 24] 25Ma il re disse ad Assalonne: «No, figlio mio, non verremo tutti, perché non ti siamo di peso». Sebbene insistesse, il re non volle andare e gli diede la sua benedizione. [v. 26] 27Ma Assalonne tanto insisté che Davide lasciò andare con lui Amnon e tutti i figli del re. Assalonne fece un banchetto da re 28e diede quest’ordine ai domestici: «Badate, quando Amnon avrà il cuore allegro per il vino e io vi dirò: “Colpite Amnon!”, voi allora uccidetelo e non abbiate paura. Non ve lo comando io? Siate forti e coraggiosi!». [vv. 29-31] 32Ma Ionadàb, figlio di Simeà, fratello di Davide, disse: «Non dica il mio signore che tutti i giovani figli del re sono stati uccisi, poiché il solo Amnon è morto: da Assalonne era stato deciso fin da quando egli aveva fatto violenza a sua sorella Tamar. [v. 33] 34e Assalonne è fuggito». Il giovane che stava di sentinella alzò gli occhi, guardò, ed ecco venire una gran turba di gente per la strada di Coronàim, dal lato del monte, sulla discesa. La sentinella venne ad avvertire il re e disse: «Ho visto uomini scendere per la strada di Coronàim, dal lato del monte». [v. 35] 36Come ebbe finito di parlare, ecco giungere i figli del re, i quali alzarono grida e piansero; anche il re e tutti i suoi servi fecero un gran pianto. 37Intanto Assalonne era fuggito ed era andato da Talmài, figlio di Ammiùd, re di Ghesur. Il re fece il lutto per suo figlio per lungo tempo. [vv. 38-39]

[v. 1] 2Allora mandò a prendere a Tekòa una donna saggia, e le disse: «Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e compòrtati da donna che pianga da molto tempo un morto; 3poi entra presso il re e parlagli così e così». Ioab le mise in bocca le parole. [vv. 4-5] 6La tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra loro a contesa in campagna e nessuno li separava; così uno colpì l’altro e l’uccise. 7Ed ecco, tutta la famiglia è insorta contro la tua schiava dicendo: “Consegnaci il fratricida: dobbiamo farlo morire per la vita del fratello che egli ha ucciso”. Elimineranno così anche l’erede e spegneranno l’ultima brace che mi è rimasta e non si lascerà a mio marito né nome né discendenza sulla terra». 8Il re disse alla donna: «Va’ pure a casa: io darò ordini a tuo riguardo». 9La donna di Tekòa disse al re: «O re, mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono siano innocenti». [v. 10] 11Riprese: «Il re giuri nel nome del Signore, suo Dio, perché il vendicatore del sangue non accresca la rovina e non mi sopprimano il figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello di tuo figlio!». [vv. 12-15] 16poiché il re ascolterà la sua schiava e la libererà dalle mani di chi cerca di eliminare me con mio figlio dalla eredità di Dio”. 17Quindi la tua schiava dice: “La parola del re, mio signore, sia fonte di quiete”. Perché il re, mio signore, è come un angelo di Dio nell’ascoltare il bene e il male. Il Signore, tuo Dio, sia con te!». [v. 18] 19Disse il re: «La mano di Ioab non è forse con te in tutto questo?». La donna rispose: «Per la tua vita, o re, mio signore, non si può andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il re, mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua schiava. [vv. 20-23]

24Ma il re disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia». Così Assalonne si ritirò in casa e non vide la faccia del re.

25Ora in tutto Israele non vi era uomo bello che fosse tanto lodato quanto Assalonne; dalla pianta dei piedi alla cima del capo non era in lui difetto alcuno. [vv. 26-29]

30Allora Assalonne disse ai suoi servi: «Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi è l’orzo: andate e appiccatevi il fuoco!». I servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo. [v. 31] 32Assalonne rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qui, voglio mandarti a dire al re: “Perché sono tornato da Ghesur? Era meglio per me stare ancora là”. Ora voglio vedere la faccia del re e, se vi è colpa in me, mi faccia morire!». [v. 33]

1Ma dopo questo, Assalonne si procurò un carro, cavalli e cinquanta uomini che correvano innanzi a lui. 2Assalonne si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via di accesso alla porta della città. Quando qualcuno aveva una lite e veniva dal re per il giudizio, Assalonne lo chiamava e gli diceva: «Di quale città sei?». L’altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d’Israele». [vv. 3-5] 6Assalonne faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per il giudizio; in questo modo Assalonne si accattivò il cuore degli Israeliti. [v. 7] 8Perché durante la sua dimora a Ghesur, in Aram, il tuo servo ha fatto questo voto: “Se il Signore mi riconduce a Gerusalemme, io servirò il Signore!”». 9Il re gli disse: «Va’ in pace!». Egli si alzò e andò a Ebron. [v. 10] 11Con Assalonne erano partiti da Gerusalemme duecento uomini, i quali, invitati, partirono con semplicità, senza saper nulla. 12Assalonne convocò Achitòfel il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo all’offerta dei sacrifici. La congiura divenne potente e il popolo andava aumentando intorno ad Assalonne.

13Arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti è con Assalonne». 14Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta, perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la rovina e passi la città a fil di spada». [v. 15] 16Il re, dunque, uscì a piedi con tutta la famiglia; lasciò dieci concubine a custodire la reggia. [v. 17] 18Tutti i servi del re camminavano al suo fianco e tutti i Cretei e tutti i Peletei e tutti quelli di Gat, seicento uomini venuti da Gat al suo seguito, sfilavano davanti al re. 19Allora il re disse a Ittài di Gat: «Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna indietro e resta con il re, perché sei uno straniero e per di più un esule dalla tua patria. 20Appena ieri sei arrivato e oggi ti farei vagare con noi, mentre io stesso vado dove capiterà di andare? Torna indietro e riconduci con te i tuoi fratelli. Fedeltà e lealtà!». 21Ma Ittài rispose al re: «Per la vita del Signore e la tua, o re, mio signore, in qualunque luogo sarà il re, mio signore, per morire o per vivere, là sarà anche il tuo servo». 22Allora Davide disse a Ittài: «Su, passa!». Ittài di Gat passò con tutti gli uomini e con tutte le donne e i bambini che erano con lui. [v. 23]

24Ecco venire anche Sadoc con tutti i leviti, i quali portavano l’arca dell’alleanza di Dio. Essi deposero l’arca di Dio – anche Ebiatàr era venuto – finché tutto il popolo non finì di venire via dalla città. 25Il re disse a Sadoc: «Riporta in città l’arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi del Signore, egli mi farà tornare e me la farà rivedere, essa e la sua sede. [v. 26] 27Il re aggiunse al sacerdote Sadoc: «Vedi: torna in pace in città, e Achimàas, tuo figlio, e Giònata, figlio di Ebiatàr, i vostri due figli, siano con voi. 28Badate: io aspetterò presso i guadi del deserto, finché mi sia portata qualche notizia da parte vostra». [v. 29]

30Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva. 31Fu intanto portata a Davide la notizia: «Achitòfel è con Assalonne tra i congiurati». Davide disse: «Rendi stolti i consigli di Achitòfel, Signore!». 32Quando Davide fu giunto in vetta al monte, al luogo dove ci si prostra a Dio, ecco farglisi incontro Cusài, l’Archita, con la tunica stracciata e il capo coperto di polvere. [v. 33] 34ma se torni in città e dici ad Assalonne: “Io sarò tuo servo, o re; come sono stato servo di tuo padre prima, così sarò ora tuo servo”, tu mi renderai nulli i consigli di Achitòfel. [vv. 35-36] 37Cusài, amico di Davide, arrivò in città quando Assalonne entrava in Gerusalemme.

1Davide aveva appena superato la cima del monte, quand’ecco Siba, servo di Merib-Baal, gli si fece incontro con un paio di asini sellati e carichi di duecento pani, cento grappoli di uva passa, cento frutti d’estate e un otre di vino. 2Il re disse a Siba: «Che vuoi fare di queste cose?». Siba rispose: «Gli asini serviranno da cavalcatura alla famiglia del re, i pani e i frutti d’estate sono per sfamare i giovani, il vino per dissetare quelli che saranno stanchi nel deserto». [vv. 3-5]

6e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla sua destra e alla sua sinistra. 7Così diceva Simei, maledicendo Davide: «Vattene, vattene, sanguinario, malvagio! 8Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio, ed eccoti nella tua rovina, perché sei un sanguinario». [v. 9] 10Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Seruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: “Maledici Davide!”. E chi potrà dire: “Perché fai così?”». 11Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi servi: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: e allora, questo Beniaminita, lasciatelo maledire, poiché glielo ha ordinato il Signore. 12Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi». 13Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simei camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e cammin facendo malediceva, gli tirava sassi e gli lanciava polvere. [v. 14]

15Intanto Assalonne con tutti gli Israeliti era entrato in Gerusalemme e Achitòfel era con lui. [vv. 16-20]

21Achitòfel rispose ad Assalonne: «Entra dalle concubine che tuo padre ha lasciato a custodia della casa; tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre e sarà rafforzato il coraggio di tutti i tuoi». 22Fu dunque tesa una tenda sulla terrazza per Assalonne e Assalonne entrò dalle concubine del padre, alla vista di tutto Israele. 23In quei giorni un consiglio dato da Achitòfel era come se si fosse consultata la parola di Dio. Così era di tutti i consigli di Achitòfel, tanto per Davide che per Assalonne.

1Achitòfel disse ad Assalonne: «Sceglierò dodicimila uomini: mi metterò a inseguire Davide questa notte, [vv. 2-4] 5Ma Assalonne disse: «Chiamate anche Cusài, l’Archita, e sentiamo ciò che ha in bocca anche lui». [vv. 6-7] 8Cusài continuò: «Tu conosci tuo padre e i suoi uomini: sai che sono dei prodi e che hanno l’animo esasperato, come un’orsa privata dei figli nella campagna; poi tuo padre è un guerriero e non passerà la notte con il popolo. 9A quest’ora egli è nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; se fin da principio cadranno alcuni dei tuoi, si verrà a sapere e si dirà: “C’è stata una strage tra la gente che segue Assalonne”. 10Allora il più valoroso, anche se avesse un cuore di leone, si avvilirà, perché tutto Israele sa che tuo padre è un prode e che i suoi uomini sono valorosi. 11Perciò io consiglio che tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, si raduni presso di te, numeroso come la sabbia che è sulla riva del mare, e che tu in persona vada alla battaglia. 12Così lo raggiungeremo in qualunque luogo si troverà e piomberemo su di lui come la rugiada cade sul suolo; di tutti i suoi uomini non ne resterà uno solo. 13Se poi si ritira in qualche città, tutto Israele porterà corde a quella città e noi la trascineremo nella valle, in modo che non se ne trovi più nemmeno una pietruzza». 14Assalonne e tutti gli Israeliti dissero: «Il consiglio di Cusài, l’Archita, è migliore di quello di Achitòfel». Il Signore aveva stabilito di render nullo il buon consiglio di Achitòfel per far cadere la rovina su Assalonne.

[v. 15] 16Ora dunque mandate in fretta a informare Davide e ditegli: “Non passare la notte presso i guadi del deserto, ma passa subito dall’altra parte, perché non sia finita per il re e la gente che è con lui”».

17Ora Giònata e Achimàas stavano presso la fonte di Roghel e una schiava andò a portare loro le notizie che essi dovevano andare a riferire al re Davide, perché non potevano farsi vedere entrare in città. 18Ma un giovane li vide e informò Assalonne. I due partirono di corsa e giunsero a Bacurìm, a casa di un uomo che aveva nel cortile una cisterna. Essi vi si calarono [v. 19] 20I servi di Assalonne vennero in casa della donna e chiesero: «Dove sono Achimàas e Giònata?». La donna rispose loro: «Hanno oltrepassato il serbatoio dell’acqua». Quelli si misero a cercarli, ma non riuscendo a trovarli, tornarono a Gerusalemme.

21Quando costoro se ne furono partiti, i due uscirono dalla cisterna e andarono a informare il re Davide. Gli dissero: «Muovetevi e passate in fretta l’acqua, perché così ha consigliato Achitòfel a vostro danno». [v. 22] 23Achitòfel, vedendo che il suo consiglio non era stato seguito, sellò l’asino e partì per andare a casa sua nella sua città. Mise in ordine gli affari della casa e s’impiccò. Così morì e fu sepolto nel sepolcro di suo padre.

[v. 24] 25Assalonne aveva posto a capo dell’esercito Amasà invece di Ioab. Amasà era figlio di un uomo chiamato Itra l’Israelita, il quale si era unito ad Abigàl, figlia di Nacas e sorella di Seruià, madre di Ioab. [vv. 26-27] 28portarono giacigli, coppe e vasi di terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, 29miele, panna e pecore e formaggio di mucca, per Davide e per la sua gente, perché mangiassero; infatti dicevano: «Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto».

1Davide fece ispezione tra la sua gente e costituì comandanti di migliaia e comandanti di centinaia su di loro. [v. 2] 3Ma il popolo rispose: «Tu non devi uscire, perché se noi fossimo messi in fuga, non si farebbe alcun caso di noi; quand’anche perisse la metà di noi, non se ne farebbe alcun caso, ma tu conti per diecimila di noi. Quindi è meglio che tu sia per noi di aiuto dalla città». 4Il re rispose loro: «Farò quello che vi sembra bene». Il re si fermò al fianco della porta, mentre tutto l’esercito usciva a schiere di cento e di mille uomini. 5Il re ordinò a Ioab, ad Abisài e a Ittài: «Trattatemi con riguardo il giovane Assalonne!». E tutto il popolo udì quanto il re ordinò a tutti i capi a proposito di Assalonne.

6L’esercito uscì in campo contro Israele e la battaglia ebbe luogo nella foresta di Èfraim. 7La gente d’Israele fu sconfitta in quel luogo dai servi di Davide; la strage fu grande in quel giorno: ventimila uomini. 8La battaglia si estese per tutta la regione e la foresta divorò in quel giorno molta più gente di quanta non ne avesse divorata la spada.

[vv. 9-10] 11Ioab rispose all’uomo che gli portava la notizia: «Dunque, l’hai visto? E perché non l’hai steso al suolo tu, sul posto? Io t’avrei dato dieci sicli d’argento e una cintura». 12Ma quell’uomo disse a Ioab: «Quand’anche mi fossero messi in mano mille sicli d’argento, io non stenderei la mano sul figlio del re, perché con i nostri orecchi abbiamo udito l’ordine che il re ha dato a te, ad Abisài e a Ittài: “Proteggetemi il giovane Assalonne!”. [v. 13] 14Allora Ioab disse: «Io non voglio perdere così il tempo con te». Prese in mano tre dardi e li ficcò nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo nel folto della quercia. 15Poi dieci giovani scudieri di Ioab circondarono Assalonne, lo colpirono e lo finirono.

16Allora Ioab suonò il corno e il popolo cessò di inseguire Israele, perché Ioab aveva trattenuto il popolo. 17Quindi presero Assalonne, lo gettarono in una grande buca nella foresta ed elevarono sopra di lui un grande mucchio di pietre. Tutto Israele era fuggito, ciascuno nella sua tenda. 18Ora Assalonne, mentre era in vita, si era eretta la stele che è nella valle del Re, perché diceva: «Io non ho un figlio per conservare il ricordo del mio nome». Chiamò quella stele con il suo nome e la si chiamò monumento di Assalonne fino ad oggi.

[vv. 19-23] 24Davide stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta sopra le mura, alzò gli occhi, guardò, ed ecco vide un uomo correre tutto solo. 25La sentinella gridò e l’annunciò al re. Il re disse: «Se è solo, ha in bocca una bella notizia». Quegli andava avvicinandosi sempre più. 26La sentinella vide un altro uomo che correva e gridò al guardiano: «Ecco un altro uomo correre tutto solo!». E il re: «Anche questo ha una bella notizia». 27La sentinella disse: «Il modo di correre del primo mi pare quello di Achimàas, figlio di Sadoc». E il re disse: «È un uomo buono: viene certo per una lieta notizia!». 28Achimàas gridò al re: «Pace!». Poi si prostrò al re con la faccia a terra e disse: «Benedetto sia il Signore, tuo Dio, che ha fermato gli uomini che avevano alzato le mani contro il re, mio signore!». [vv. 29-30] 31Ed ecco arrivare l’Etiope che disse: «Si rallegri per la notizia il re, mio signore! Il Signore ti ha liberato oggi da quanti erano insorti contro di te». 32Il re disse all’Etiope: «Il giovane Assalonne sta bene?». L’Etiope rispose: «Diventino come quel giovane i nemici del re, mio signore, e quanti insorgono contro di te per farti del male!».

1Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva andandosene: «Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!». [v. 2] 3La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è desolato a causa del figlio». 4Il popolo in quel giorno rientrò in città furtivamente, come avrebbe fatto gente vergognosa per essere fuggita durante la battaglia. [v. 5] 6Allora Ioab entrò in casa del re e disse: «Tu fai arrossire oggi il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi figli e alle tue figlie, alle tue mogli e alle tue concubine, 7perché ami quelli che ti odiano e odii quelli che ti amano. Infatti oggi tu mostri chiaramente che capi e servi per te non contano nulla; ora io ho capito che, se Assalonne fosse vivo e noi quest’oggi fossimo tutti morti, questa sarebbe una cosa giusta ai tuoi occhi. 8Ora dunque àlzati, esci e parla al cuore dei tuoi servi, perché io giuro per il Signore che, se non esci, neppure un uomo resterà con te questa notte; questo sarebbe per te un male peggiore di tutti quelli che ti sono capitati dalla tua giovinezza fino ad oggi». [v. 9]

10In tutte le tribù d’Israele tutto il popolo stava discutendo e diceva: «Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e ci ha salvati dalle mani dei Filistei; ora è dovuto fuggire dalla terra a causa di Assalonne. 11Ma Assalonne, che noi avevamo unto re su di noi, è morto in battaglia. Ora perché indugiate a fare tornare il re?». 12Ciò che si diceva in tutto Israele era giunto a conoscenza del re. Il re Davide mandò a dire ai sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr: «Riferite agli anziani di Giuda: “Perché volete essere gli ultimi a far tornare il re alla sua casa? [vv. 13-14] 15Così piegò il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se fosse stato il cuore di un sol uomo; essi mandarono a dire al re: «Ritorna tu e tutti i tuoi servi».

16Il re dunque tornò e giunse al Giordano; quelli di Giuda vennero a Gàlgala per andare incontro al re e per fargli passare il Giordano.

17Simei, figlio di Ghera, Beniaminita, che era di Bacurìm, si affrettò a scendere con gli uomini di Giuda incontro al re Davide. 18Aveva con sé mille uomini di Beniamino. Siba, il domestico della casa di Saul, i suoi quindici figli e i suoi venti servi si precipitarono al Giordano prima del re. 19La barca faceva la traversata per far passare la famiglia del re e poi fare quanto gli fosse sembrato opportuno. Intanto Simei, figlio di Ghera, si gettò ai piedi del re nel momento in cui passava il Giordano [v. 20] 21Certo, il tuo servo riconosce di aver peccato, ed ecco oggi, primo di tutta la casa di Giuseppe, sono sceso incontro al re, mio signore». [v. 22] 23Davide disse: «Che ho io in comune con voi, o figli di Seruià, perché diventiate oggi miei avversari? Si può mettere a morte oggi qualcuno in Israele? Non so già forse di essere oggi il re d’Israele?». [v. 24]

25Anche Merib-Baal, nipote di Saul, scese incontro al re. Non si era curato i piedi né la barba intorno alle labbra e non aveva lavato le vesti dal giorno in cui il re era partito a quello in cui tornava in pace. 26Mentre andava a Gerusalemme incontro al re, il re gli disse: «Perché non sei venuto con me, Merib-Baal?». 27Egli rispose: «O re, mio signore, il mio servo mi ha ingannato! Il tuo servo aveva detto: “Io mi farò sellare l’asino, monterò e andrò con il re, perché il tuo servo è zoppo”. 28Inoltre egli ha calunniato il tuo servo presso il re, mio signore. Però il re, mio signore, è come un angelo di Dio; fa’ dunque ciò che sembrerà bene ai tuoi occhi. [vv. 29-30] 31Merib-Baal rispose al re: «Se li prenda pure tutti lui, dato che ormai il re, mio signore, è tornato in pace a casa sua!».

[vv. 32-35] 36Io ora ho ottant’anni; posso forse ancora distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo? Può il tuo servo gustare ancora ciò che mangia e ciò che beve? Posso udire ancora la voce dei cantanti e delle cantanti? E perché allora il tuo servo dovrebbe essere di peso al re, mio signore? [v. 37] 38Lascia che il tuo servo torni indietro e che io possa morire nella mia città, presso la tomba di mio padre e di mia madre. Ecco qui mio figlio, il tuo servo Chimam: venga lui con il re, mio signore; fa’ per lui quello che ti piacerà». [vv. 39-41]

42Allora tutti gli Israeliti vennero dal re e gli dissero: «Perché i nostri fratelli, gli uomini di Giuda, ti hanno prelevato e hanno fatto passare il Giordano al re, alla sua famiglia e a tutta la gente di Davide?». 43Tutti gli uomini di Giuda risposero agli Israeliti: «Il re è un nostro parente stretto; perché vi adirate per questo? Abbiamo forse mangiato a spese del re o ci fu portata qualche porzione?». 44Gli Israeliti replicarono agli uomini di Giuda: «Io ho dieci parti sul re e anche su Davide ho la preminenza rispetto a te; perché mi hai disprezzato? Non sono forse stato il primo a proporre di far tornare il re?». Ma il parlare degli uomini di Giuda fu più ostinato di quello degli Israeliti.

1Capitò là uno scellerato chiamato Seba, figlio di Bicrì, un Beniaminita, il quale suonò il corno e disse:

«Non abbiamo alcuna parte con Davide
e non abbiamo un’eredità con il figlio di Iesse.
Ognuno alle proprie tende, Israele!».

2Tutti gli Israeliti si allontanarono da Davide per seguire Seba, figlio di Bicrì; ma gli uomini di Giuda rimasero uniti al loro re e lo accompagnarono dal Giordano fino a Gerusalemme. 3Davide entrò nella reggia a Gerusalemme. Il re prese le dieci concubine che aveva lasciato a custodia della reggia e le mise in una residenza sorvegliata; dava loro sostentamento, ma non si accostava a loro. Rimasero così recluse fino al giorno della loro morte, vivendo da vedove.

4Quindi il re disse ad Amasà: «Radunami tutti gli uomini di Giuda in tre giorni; poi férmati qui». 5Amasà dunque partì per far venire gli uomini di Giuda; ma tardò più del tempo fissato. 6Allora Davide disse ad Abisài: «Seba, figlio di Bicrì, ci farà ora più male di Assalonne; prendi i servi del tuo signore e inseguilo, perché non trovi fortezze e sfugga ai nostri occhi». 7Con lui uscirono gli uomini di Ioab, i Cretei, i Peletei e tutti i prodi; uscirono da Gerusalemme per inseguire Seba, figlio di Bicrì.

8Si trovavano presso la grande pietra che è a Gàbaon, quando Amasà venne loro incontro. Ioab indossava la veste militare, sopra la quale portava il cinturone con la spada pendente dai fianchi nel fodero; venendo fuori, essa gli cadde. [v. 9] 10Amasà non fece attenzione alla spada che Ioab aveva nell’altra mano, e Ioab lo colpì al ventre e ne sparse le viscere a terra; non lo colpì una seconda volta perché era già morto. Poi Ioab e Abisài, suo fratello, inseguirono Seba, figlio di Bicrì. [v. 11] 12Intanto Amasà giaceva insanguinato in mezzo al sentiero e quell’uomo vide che tutto il popolo si fermava. Allora trascinò Amasà fuori dal sentiero, in un campo, e gli buttò addosso una veste, perché quanti gli arrivavano vicino lo vedevano e si fermavano. 13Quando fu rimosso dal sentiero, passarono tutti al seguito di Ioab per inseguire Seba, figlio di Bicrì.

14Costui passò per tutte le tribù d’Israele fino ad Abel-Bet-Maacà; tutti gli alleati si radunarono e lo seguirono. 15Vennero dunque, lo assediarono ad Abel-Bet-Maacà e innalzarono contro la città un terrapieno addossato al contrafforte; tutto il popolo che era con Ioab faceva di tutto per far cadere le mura. 16Allora una donna saggia gridò dalla città: «Ascoltate, ascoltate! Dite a Ioab di avvicinarsi, gli voglio parlare!». 17Quando egli le si avvicinò, la donna gli chiese: «Sei tu Ioab?». Egli rispose: «Sì». Allora ella gli disse: «Ascolta la parola della tua schiava». Egli rispose: «Ascolto». 18Riprese: «Una volta si soleva dire: “Si consultino quelli di Abel”, e la cosa si risolveva. 19Io vivo tra uomini pacifici e fedeli d’Israele, e tu cerchi di far perire una città che è una madre in Israele. Perché vuoi distruggere l’eredità del Signore?». [vv. 20-23]

24Adoràm sovrintendeva al lavoro coatto; Giòsafat, figlio di Achilùd, era archivista; [vv. 25-26]

[vv. 1-2] 3Davide disse ai Gabaoniti: «Che devo fare per voi? In che modo espierò, perché voi possiate benedire l’eredità del Signore?». 4I Gabaoniti gli risposero: «Fra noi e Saul e la sua casa non è questione d’argento o d’oro, né ci riguarda l’uccidere qualcuno in Israele». Il re disse: «Quello che voi direte io ve lo farò». 5Quelli risposero al re: «Di quell’uomo che ci ha distrutti e aveva progettato di finirci, perché più non sopravvivessimo in tutto il territorio d’Israele, 6ci siano consegnati sette uomini tra i suoi figli e noi li impiccheremo davanti al Signore a Gàbaon, sul monte del Signore». Il re disse: «Ve li consegnerò». [v. 7] 8Il re prese i due figli che Rispa, figlia di Aià, aveva partoriti a Saul, Armonì e Merib-Baal, e i cinque figli che Merab, figlia di Saul, aveva partoriti ad Adrièl di Mecolà, figlio di Barzillài. 9Li consegnò nelle mani dei Gabaoniti, che li impiccarono sul monte, davanti al Signore. Tutti e sette caddero insieme. Furono messi a morte nei primi giorni della mietitura, quando si cominciava a mietere l’orzo.

10Allora Rispa, figlia di Aià, prese il sacco e lo stese sulla roccia, dal principio della mietitura fino a quando dal cielo non cadde su di loro la pioggia. Essa non permise agli uccelli del cielo di posarsi su di loro di giorno e alle bestie selvatiche di accostarsi di notte. 11Fu riferito a Davide quello che Rispa, figlia di Aià, concubina di Saul, aveva fatto. [vv. 12-13] 14Le ossa di Saul e di Giònata, suo figlio, furono sepolte nel territorio di Beniamino a Sela, nel sepolcro di Kis, padre di Saul. Fu fatto quanto il re aveva ordinato e, dopo questo, Dio si mostrò placato verso la terra.

[vv. 15-16] 17ma Abisài, figlio di Seruià, venne in aiuto al re, colpì il Filisteo e lo uccise. Allora gli uomini di Davide gli giurarono: «Tu non uscirai più con noi a combattere e non spegnerai la lampada d’Israele».

[v. 18]

19Ci fu un’altra battaglia con i Filistei, a Gob, ed Elcanàn, figlio di Iair, di Betlemme, uccise Golia di Gat: l’asta della sua lancia era come un cilindro da tessitori.

20Ci fu un’altra battaglia a Gat, dove c’era un uomo di grande statura, che aveva sei dita per mano e per piede, in tutto ventiquattro, e anche lui discendeva da Rafa. [v. 21] 22Questi quattro discendevano da Rafa, a Gat. Essi caddero per mano di Davide e dei suoi uomini.

[vv. 1-2]

3mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo,
mio nascondiglio che mi salva,
dalla violenza tu mi salvi.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti infernali;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
[vv. 8-10]
11Cavalcava un cherubino e volava,
appariva sulle ali del vento.
[vv. 12-14]
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgore e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la minaccia del Signore,
per lo spirare del suo furore.
[vv. 17-20]
21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani,
[v. 22]
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia,
secondo la mia innocenza davanti ai suoi occhi.
26Con l’uomo buono tu sei buono,
con l’uomo integro tu sei integro,
27con l’uomo puro tu sei puro
e dal perverso non ti fai ingannare.
[vv. 28-30]
31La via di Dio è perfetta,
la parola del Signore è purificata nel fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è roccia, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino,
[vv. 34-37]
38Ho inseguito i miei nemici e li ho distrutti,
non sono tornato senza averli annientati.
[v. 39]
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.
[vv. 41-43]
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai conservato a capo di nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
[v. 45]
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
[v. 47]
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
[v. 49]
50Per questo ti loderò, Signore, tra le genti
e canterò inni al tuo nome.
[v. 51]

1Queste sono le ultime parole di Davide:

«Oracolo di Davide, figlio di Iesse,
oracolo dell’uomo innalzato dall’Altissimo,
del consacrato del Dio di Giacobbe,
del soave salmista d’Israele.
2Lo spirito del Signore parla in me,
la sua parola è sulla mia lingua;
3il Dio di Giacobbe ha parlato,
la roccia d’Israele mi ha detto:
“Chi governa gli uomini con giustizia,
chi governa con timore di Dio,
4è come luce di un mattino
quando sorge il sole,
mattino senza nubi,
che fa scintillare dopo la pioggia
i germogli della terra”.
5Non è forse così la mia casa davanti a Dio,
poiché ha stabilito con me un’alleanza eterna,
in tutto regolata e osservata?
Non farà dunque germogliare
quanto mi salva
e quanto mi diletta?
6Ma gli scellerati sono come spine,
che si buttano via tutte
e non si prendono in mano;
[v. 7]

8Questi sono i nomi dei prodi di Davide: Is-Baal, l’Acmonita, capo dei Tre. Egli, impugnando la lancia contro ottocento uomini, li trafisse in un solo scontro. 9Dopo di lui veniva Eleàzaro, figlio di Dodo, l’Acochita, uno dei tre prodi che erano con Davide: quando i Filistei li insultarono, si schierarono là per combattere, mentre gli Israeliti si ritirarono sulle alture. 10Egli si alzò, percosse i Filistei, finché la sua mano, sfinita, rimase attaccata alla spada. Il Signore operò quel giorno una grande salvezza e il popolo seguì Eleàzaro soltanto per spogliare i cadaveri. 11Dopo di lui veniva Sammà figlio di Aghè, l’Ararita. I Filistei erano radunati a Lechì; in quel luogo vi era un campo pieno di lenticchie e il popolo fuggì dinanzi ai Filistei. 12Egli allora si appostò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei, e il Signore operò una grande vittoria.

[vv. 13-14] 15Davide ebbe un desiderio e disse: «Se qualcuno mi desse da bere l’acqua del pozzo che è vicino alla porta di Betlemme!». 16I tre prodi irruppero nel campo filisteo, attinsero l’acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la presero e la presentarono a Davide, il quale però non ne volle bere, ma la sparse in onore del Signore, 17dicendo: «Non sia mai, Signore, che io faccia una cosa simile! È il sangue di questi uomini, che sono andati là a rischio della loro vita!». Non la volle bere. Tali gesta compirono quei tre prodi.

18Abisài, fratello di Ioab, figlio di Seruià, fu il capo dei Trenta. Egli, impugnando la lancia contro trecento uomini, li trafisse; si fece un nome fra i Trenta. [v. 19] 20Poi veniva Benaià, figlio di Ioiadà, uomo valoroso, di molte prodezze, originario di Kabseèl. Egli uccise i due figli di Arièl, di Moab; inoltre, sceso in una cisterna in un giorno di neve, vi abbatté un leone. 21Uccise anche un Egiziano, uomo d’alta statura, il quale teneva in mano una lancia; gli andò incontro con un bastone, strappò di mano all’Egiziano la lancia e lo uccise con la sua stessa lancia. [vv. 22-28] 29Cheleb, figlio di Baanà, di Netofà, Ittài, figlio di Ribài, di Gàbaa dei figli di Beniamino, [vv. 30-38] 39Uria l’Ittita. In tutto trentasette.

1L’ira del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo in questo modo: «Su, fa’ il censimento d’Israele e di Giuda». 2Il re disse a Ioab, capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione». [v. 3] 4Ma l’ordine del re prevalse su Ioab e sui comandanti dell’esercito, e Ioab e i comandanti dell’esercito si allontanarono dal re per fare il censimento del popolo d’Israele.

5Passarono il Giordano e cominciarono da Aroèr e dalla città che è a metà del torrente di Gad su fino a Iazer. 6Poi andarono in Gàlaad e nella terra degli Ittiti a Kades, andarono a Dan-Iaan e piegarono verso Sidone. 7Andarono alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei e finirono nel Negheb di Giuda a Bersabea. [v. 8] 9Ioab consegnò al re il totale del censimento del popolo: c’erano in Israele ottocentomila uomini abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila.

[v. 10] 11Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Gad, veggente di Davide: 12«Va’ a riferire a Davide: Così dice il Signore: “Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò”». 13Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi che vengano sette anni di carestia nella tua terra o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegue o tre giorni di peste nella tua terra? Ora rifletti e vedi che cosa io debba riferire a chi mi ha mandato». 14Davide rispose a Gad: «Sono in grande angustia! Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!». 15Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Bersabea morirono tra il popolo settantamila persone. [vv. 16-17]

18Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: «Sali, innalza un altare al Signore nell’aia di Araunà, il Gebuseo». [vv. 19-23] 24Ma il re rispose ad Araunà: «No, io acquisterò da te a pagamento e non offrirò olocausti gratuitamente al Signore, mio Dio». Davide acquistò l’aia e i buoi per cinquanta sicli d’argento. 25Quindi Davide costruì in quel luogo un altare al Signore e offrì olocausti e sacrifici di comunione. Il Signore si mostrò placato verso la terra e il flagello si allontanò da Israele.

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