26. | Si può usare l'opzione:protestante (o una sua abbreviazione) per stampare tutte le citazioni con la convenzione protestante (anglosassone), cioè usando ":" tra capitolo e versetti e "," per separare versetti o intervalli di versetti, indipendentemente dalla convenzione usata nelle citazioni richieste. Esempio |
1. | Puoi cercare una frase mettendo tra virgolette una o più parole: verranno cercate in quell'ordine, indipendentemente dalla punteggiatura. Esempio |
2. | Puoi estrarre più citazioni contemporaneamente, separandole con il punto e virgola se vedi che non ottieni quanto desideri. Esempio |
3. | Puoi usare l'asterisco per cercare le parole che iniziano con lo spezzone di parola indicato; ad es: mos* cerca tutte le parole che iniziano per "mos"; Esempio |
4. | Puoi usare l'asterisco per cercare le parole che iniziano con lo spezzone di parola indicato, e funziona anche dentro alle virgolette: ad es: mos* dis* cerca tutte le frasi di due parole che iniziano rispettivamente per "mos" e per "dis"; Esempio |
5. | Nella casella di ricerca puoi mischiare citazioni e parole e frasi tra virgolette. Esempio |
6. | Puoi usare il segno meno per escludere una citazione o una parola o frase tra virgolette. Esempio |
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10. | Insieme alle parole da cercare prova a usare l'operatore in: (o una sua abbreviazione) seguito da una categoria di libri, ad es. in: nt. Esempio |
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14. | Le ricerche possono essere ampliate a tutte le forme del nome o del verbo aggiungendo opzione:forme (o una sua abbreviazione). Esempio |
15. | Si possono fare ricerche possono essere ampliate a tutte le forme del nome o del verbo usando l'operatore forme: (o una sua abbreviazione) con una frase tra virgolette: Verranno cercate tutte le combinazioni di tutte le forme delle parole tra virgolette. Esempio |
16. | Di una o più parole (e non magari delle altre) si possono cercare anche tutte le forme del nome o del verbo aggiungendo l'operatore forme: (o una sua abbreviazione). Esempio |
17. | Normalmente le ricerche non tengono conto delle maiuscole/minuscole, puoi chiedere di tenerne conto aggiungendo opzione:maiuscole (o una sua abbreviazione). Esempio |
18. | Normalmente le ricerche non tengono conto delle lettere accentate, puoi chiedere di tenerne conto aggiungendo opzione:accenti (o una sua abbreviazione). Esempio |
19. | Puoi chiedere di tener conto sia delle maiuscole che delle lettere accentate aggiungendo opzione:maiuscole opzione:accenti (o le relative abbreviazioni). Esempio |
20. | Normalmente le ricerche sono per parole intere, puoi cercare anche dentro le parole aggiungendo opzione:dentro (o una sua abbreviazione). Esempio |
21. | Normalmente si usa la versione CEI 2008, puoi richiedere di usare la CEI 1974 aggiungendo versione:1974. L'operatore può essere abbreviato. Esempio |
22. | Normalmente si usa la versione CEI 2008, puoi confrontare con la versione CEI 1974 aggiungendo versione: 2008 versione: 1974. Esempio |
23. | Per i più coraggiosi è disponibile la ricerca mediante espressione regolare, usando l'operatore regolare: (o una sua abbreviazione). Ad es. regolare:gesu|cristo cerca i versetti che contengono gesù o cristo. Per saperne di più sui caratteri che si possono usare nelle espressioni regolari di mariadb e sul loro significato vai a questo link (in inglese). Esempio |
24. | Se si fa la ricerca mediante espressione regolare e questa contiene uno spazio bisogna allora includere l'espressione regolare tra virgolette. Esempio |
25. | Ogni operatore (tipo opzione:) può essere abbreviato con la o le prime lettere. Lo stesso vale per le varie opzioni: si può ad es. scrivere opzione:dentro oppure opz:d oppure opzione:de, e l'effetto è lo stesso |
26. | Si può usare l'opzione:protestante (o una sua abbreviazione) per stampare tutte le citazioni con la convenzione protestante (anglosassone), cioè usando ":" tra capitolo e versetti e "," per separare versetti o intervalli di versetti, indipendentemente dalla convenzione usata nelle citazioni richieste. Esempio |
27. | Si può usare l'opzione:cattolico (o una sua abbreviazione) per stampare tutte le citazioni con la convenzione cattolica, cioè usando "," tra capitolo e versetti e "." per separare versetti o intervalli di versetti, indipendentemente dalla convenzione usata nelle citazioni richieste. Esempio |
28. | Se vengono usate entrambe le opzioni opzione:cattolico e opzione:protestante (o loro abbreviazioni), la prima prevale sempre sulla seconda. Esempio |
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1Proverbi di Salomone.
Il figlio saggio allieta il padre,
il figlio stolto contrista sua madre.
2I tesori male acquistati non giovano,
ma la giustizia libera dalla morte.
3Il Signore non lascia che il giusto soffra la fame,
ma respinge la cupidigia dei perfidi.
4La mano pigra rende poveri,
la mano operosa arricchisce.
5Chi raccoglie d’estate è previdente
e chi dorme al tempo della mietitura è uno svergognato.
6Le benedizioni del Signore sul capo del giusto,
la bocca degli empi nasconde violenza.
7La memoria del giusto è in benedizione,
il nome degli empi marcisce.
8Chi è saggio di cuore accetta i precetti,
chi è stolto di labbra va in rovina.
9Chi cammina nell’integrità va sicuro,
chi tiene vie tortuose sarà smascherato.
10Chi chiude un occhio causa dolore,
chi riprende a viso aperto procura pace.
11Fonte di vita è la bocca del giusto,
la bocca degli empi nasconde violenza.
12L’odio suscita litigi,
l’amore ricopre ogni colpa.
13Sulle labbra dell’intelligente si trova la sapienza,
ma il bastone è per la schiena dello stolto.
14I saggi fanno tesoro della scienza,
ma la bocca dello stolto è una rovina imminente.
15I beni del ricco sono la sua roccaforte,
la rovina dei poveri è la loro miseria.
16Il salario del giusto serve per la vita,
il guadagno dell’empio è per i vizi.
17Cammina verso la vita chi accetta la correzione,
chi trascura il rimprovero si smarrisce.
18Dissimulano l’odio le labbra bugiarde,
chi diffonde calunnie è uno stolto.
19Nel molto parlare non manca la colpa,
chi frena le labbra è saggio.
20Argento pregiato è la lingua del giusto,
il cuore degli empi vale ben poco.
21Le labbra del giusto nutrono molti,
gli stolti invece muoiono per la loro stoltezza.
22La benedizione del Signore arricchisce,
non vi aggiunge nulla la fatica.
23Per lo stolto compiere il male è un divertimento,
così coltivare la sapienza per l’uomo prudente.
24Al malvagio sopraggiunge il male che teme,
il desiderio dei giusti invece è soddisfatto.
25Passa la bufera e l’empio non c’è più,
il giusto invece resta saldo per sempre.
26Come l’aceto ai denti e il fumo agli occhi,
così è il pigro per chi gli affida una missione.
27Il timore del Signore prolunga i giorni,
ma gli anni dei malvagi sono accorciati.
28L’attesa dei giusti è gioia,
ma la speranza degli empi svanirà.
29La via del Signore è una fortezza per l’uomo integro,
ma è una rovina per i malfattori.
30Il giusto non vacillerà mai,
ma gli empi non dureranno sulla terra.
31La bocca del giusto espande sapienza,
la lingua perversa sarà tagliata.
32Le labbra del giusto conoscono benevolenza,
la bocca degli empi cose perverse.
1Il Signore aborrisce la bilancia falsa,
ma del peso esatto egli si compiace.
2Dove c’è insolenza c’è anche disonore,
ma la sapienza sta con gli umili.
3L’integrità guida gli uomini retti,
la malvagità è la rovina dei perfidi.
4Non giova la ricchezza nel giorno della collera,
ma la giustizia libera dalla morte.
5La giustizia dell’uomo onesto gli spiana la via,
per la sua cattiveria cade il cattivo.
6La giustizia salva gli onesti,
nella cupidigia restano presi i perfidi.
7Con la morte del malvagio svanisce ogni sua speranza,
l’attesa dei ricchi scompare.
8Il giusto è liberato dall’angoscia,
al suo posto subentra il malvagio.
9Con la sua bocca il bugiardo rovina l’amico,
i giusti con la loro scienza si salvano.
10Della prosperità dei giusti la città si rallegra,
per la rovina dei malvagi si fa festa.
11La benedizione degli uomini retti fa prosperare una città,
le parole dei malvagi la distruggono.
12Disprezza il suo prossimo chi è privo di senno,
ma l’uomo prudente tace.
13Chi va in giro sparlando svela il segreto,
ma l’uomo fidato tiene nascosto ciò che sa.
14Dove manca una guida il popolo va in rovina;
la salvezza dipende dal numero dei consiglieri.
15Chi garantisce per un estraneo si troverà male,
chi rifiuta garanzie vive tranquillo.
16La donna avvenente ottiene onore,
gli uomini laboriosi ottengono ricchezze.
17Benefica se stesso chi è buono,
il crudele invece tormenta la sua carne.
18L’empio realizza opere fallaci,
per chi semina giustizia il salario è assicurato.
19Chi pratica la giustizia si procura la vita,
chi persegue il male va verso la morte.
20Un cuore perverso il Signore lo detesta:
egli si compiace di chi ha una condotta integra.
21Certamente non resterà impunito il malvagio,
ma la discendenza dei giusti sarà salva.
22Un anello d’oro al naso di un maiale,
tale è la donna bella ma senza cervello.
23La brama dei giusti è solo il bene,
la speranza degli empi è la collera.
24C’è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta,
c’è chi risparmia oltre misura e finisce nella miseria.
25La persona benefica prospererà
e chi disseta sarà dissetato.
26Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo,
la benedizione sta sul capo di chi lo vende.
27Chi è sollecito del bene incontra favore
e chi cerca il male, male gli accadrà.
28Chi confida nella propria ricchezza cadrà,
i giusti invece rinverdiranno come foglie.
29Chi crea disordine in casa erediterà vento
e lo stolto sarà schiavo dell’uomo di senno.
30Il frutto del giusto è un albero di vita,
il saggio conquista i cuori.
31Ecco, il giusto è ripagato sulla terra:
tanto più l’empio e il peccatore.
1Il figlio saggio ama la correzione del padre,
lo spavaldo non ascolta il rimprovero.
2Con il frutto della bocca ci si nutre di beni,
ma l’appetito dei perfidi si ciba di violenza.
3Chi sorveglia la bocca preserva la sua vita,
chi spalanca le sue labbra va incontro alla rovina.
4Il pigro brama, ma non c’è nulla per il suo appetito,
mentre l’appetito dei laboriosi sarà soddisfatto.
5Il giusto odia la parola falsa,
l’empio disonora e diffama.
6La giustizia custodisce chi ha una condotta integra,
la malvagità manda in rovina il peccatore.
7C’è chi fa il ricco e non ha nulla,
c’è chi fa il povero e possiede molti beni.
8Riscatto della vita d’un uomo è la sua ricchezza,
ma il povero non avverte la minaccia.
9La luce dei giusti porta gioia,
la lampada dei malvagi si spegne.
10L’insolenza provoca litigi,
ma la sapienza sta con chi accetta consigli.
11La ricchezza venuta dal nulla diminuisce,
chi la accumula a poco a poco, la fa aumentare.
12Un’attesa troppo prolungata fa male al cuore,
un desiderio soddisfatto è albero di vita.
13Chi disprezza la parola si rende debitore,
chi rispetta un ordine viene ricompensato.
14L’insegnamento del saggio è fonte di vita
per sfuggire ai lacci della morte.
15Il senno procura favore,
ma il contegno dei perfidi porta alla rovina.
16La persona avveduta prima di agire riflette,
lo stolto mette in mostra la sua stupidità.
17Un cattivo messaggero causa sciagure,
un inviato fedele porta salute.
18Povertà e ignominia a chi rifiuta la correzione,
chi tiene conto del rimprovero sarà onorato.
19Desiderio appagato è dolcezza per l’anima;
fa orrore agli stolti evitare il male.
20Va’ con i saggi e saggio diventerai,
chi pratica gli stolti ne subirà danno.
21La sventura insegue i peccatori,
il bene è la ricompensa dei giusti.
22L’uomo buono lascia eredi i figli dei figli,
è riservata al giusto la ricchezza del peccatore.
23Vi è cibo in abbondanza nei campi dei poveri,
ma può essere sottratto per mancanza di giustizia.
24Chi risparmia il bastone odia suo figlio,
chi lo ama è pronto a correggerlo.
25Il giusto mangia fino a saziarsi,
ma il ventre dei malvagi resta vuoto.
1La donna saggia costruisce la sua casa,
quella stolta la demolisce con le proprie mani.
2Cammina nella propria giustizia chi teme il Signore,
ma chi è traviato nelle proprie vie lo disprezza.
3Nella bocca dello stolto c’è il germoglio della superbia,
ma le labbra dei saggi sono la loro salvaguardia.
4Se non ci sono buoi la greppia è vuota,
l’abbondanza del raccolto sta nel vigore del toro.
5Il testimone sincero non mentisce,
chi proferisce menzogne è testimone falso.
6Lo spavaldo ricerca la sapienza ma invano,
la scienza è cosa facile per l’intelligente.
7Stai lontano dall’uomo stolto:
in lui non troverai labbra sapienti.
8Il sapiente avveduto conosce la sua strada,
ma la stoltezza degli sciocchi è inganno.
9Tra gli stolti risiede la colpa,
tra i giusti dimora la benevolenza.
10Il cuore conosce la propria amarezza
e alla sua gioia non partecipa l’estraneo.
11La casa degli empi sarà abbattuta,
ma la tenda dei giusti prospererà.
12C’è una via che sembra diritta per l’uomo,
ma alla fine conduce su sentieri di morte.
13Anche nel riso il cuore prova dolore
e la gioia può finire in pena.
14Il perverso si sazia della sua condotta,
l’uomo buono delle sue opere.
15L’ingenuo crede a ogni parola,
ma chi è avveduto controlla i propri passi.
16Il saggio teme e sta lontano dal male,
lo stolto invece è impulsivo e si sente sicuro.
17Chi è pronto all’ira commette sciocchezze,
il malintenzionato si rende odioso.
18Gli inesperti ereditano la stoltezza,
gli accorti si coronano di scienza.
19I cattivi si inchinano davanti ai buoni,
i malvagi davanti alle porte del giusto.
20Il povero è odioso anche a chi gli è pari,
ma numerosi sono gli amici del ricco.
21Chi disprezza il prossimo pecca,
beato chi ha pietà degli umili.
22Non errano forse quelli che compiono il male?
Amore e fedeltà per quanti compiono il bene.
23In ogni fatica c’è un vantaggio,
ma le chiacchiere portano solo miseria.
24Corona dei saggi è la loro ricchezza,
la follia degli stolti produce solo follia.
25È salvezza per molti il testimone veritiero,
ma chi proferisce menzogne è un impostore.
26Nel timore del Signore sta la fiducia del forte;
anche per i suoi figli egli sarà un rifugio.
27Il timore del Signore è fonte di vita
per sfuggire ai lacci della morte.
28Un popolo numeroso è la gloria del re,
ma la scarsità di gente è la rovina del principe.
29Chi è paziente ha grande prudenza,
chi è iracondo mostra stoltezza.
30Un cuore tranquillo è la vita del corpo,
l’invidia è la carie delle ossa.
31Chi opprime il povero offende il suo creatore,
chi ha pietà del misero lo onora.
32Dalla propria cattiveria è travolto il malvagio,
anche nella morte il giusto trova rifugio.
33In un cuore intelligente risiede la sapienza,
ma in mezzo agli stolti verrà riconosciuta?
34La giustizia esalta una nazione,
ma il peccato è la vergogna dei popoli.
35Il favore del re è per il ministro intelligente,
la sua ira è per l’indegno.
1Una risposta gentile calma la collera,
una parola pungente eccita l’ira.
2Le parole dei saggi fanno gustare la scienza,
mentre la bocca degli stolti esprime sciocchezze.
3Gli occhi del Signore arrivano dappertutto,
scrutano i malvagi e i buoni.
4Una parola buona è un albero di vita,
quella malevola è una ferita al cuore.
5Lo stolto disprezza la correzione di suo padre,
chi tiene conto del rimprovero diventa prudente.
6Nella casa del giusto c’è abbondanza di beni,
sul guadagno dell’empio incombe il dissesto.
7Le labbra dei saggi diffondono la scienza,
non così il cuore degli stolti.
8Il sacrificio dei malvagi è un orrore per il Signore,
la preghiera dei buoni gli è gradita.
9Il Signore ha in orrore la condotta dei perversi,
egli ama chi pratica la giustizia.
10Correzione severa per chi abbandona il retto sentiero;
chi rifiuta i rimproveri morirà!
11Abisso e regno dei morti sono palesi davanti al Signore,
quanto più i cuori degli uomini!
12Lo spavaldo non vuole essere corretto,
egli non va in compagnia dei saggi.
13Un cuore lieto dà serenità al volto,
ma quando il cuore è triste, lo spirito è depresso.
14Un cuore intelligente desidera imparare,
la bocca dello stolto si pasce della sua ignoranza.
15Tutti i giorni sono brutti per il povero,
per un cuore felice è sempre festa.
16È meglio aver poco con il timore di Dio
che un grande tesoro con l’inquietudine.
17È meglio un piatto di verdura con l’amore
che un bue grasso con l’odio.
18Chi è collerico suscita contese,
chi è paziente calma le liti.
19La strada del pigro è come una siepe di spine,
il sentiero dei retti è scorrevole.
20Il figlio saggio allieta il padre,
il figlio stolto disprezza sua madre.
21La stoltezza è una gioia per chi è privo di senno;
chi è prudente cammina diritto.
22Falliscono le decisioni prese senza consultazione,
riescono quelle suggerite da molti consiglieri.
23È una gioia saper dare una risposta;
una parola detta al momento giusto è gradita!
24Per l’uomo assennato la strada della vita è verso l’alto,
per salvarlo dal regno dei morti che è in basso.
25Il Signore abbatte la casa dei superbi,
ma consolida il confine della vedova.
26Il Signore aborrisce i pensieri malvagi,
ma le parole benevole gli sono gradite.
27Sconvolge la sua casa chi è avido di guadagni disonesti,
ma chi detesta i regali vivrà.
28La mente del giusto riflette prima di rispondere,
ma la bocca dei malvagi esprime cattiveria.
29Il Signore è lontano dai malvagi,
ma ascolta la preghiera dei giusti.
30Uno sguardo luminoso dà gioia al cuore,
una notizia lieta rinvigorisce le ossa.
31Chi ascolta un rimprovero salutare
potrà stare in mezzo ai saggi.
32Chi rifiuta la correzione disprezza se stesso,
ma chi ascolta il rimprovero acquista senno.
33Il timore di Dio è scuola di sapienza,
prima della gloria c’è l’umiltà.
1All’uomo appartengono i progetti del cuore,
ma dal Signore viene la risposta della lingua.
2Agli occhi dell’uomo tutte le sue opere sembrano pure,
ma chi scruta gli spiriti è il Signore.
3Affida al Signore le tue opere
e i tuoi progetti avranno efficacia.
4Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine
e anche il malvagio per il giorno della sventura.
5Il Signore ha in orrore ogni cuore superbo,
certamente non resterà impunito.
6Con la bontà e la fedeltà si espia la colpa,
ma con il timore del Signore si evita il male.
7Se il Signore si compiace della condotta di un uomo,
lo riconcilia anche con i suoi nemici.
8È meglio avere poco con onestà
che molte rendite senza giustizia.
9Il cuore dell’uomo elabora progetti,
ma è il Signore che rende saldi i suoi passi.
10L’oracolo è sulle labbra del re,
in giudizio la sua bocca non sbaglia.
11La stadera e le bilance giuste appartengono al Signore,
sono opera sua tutti i pesi del sacchetto.
12È un orrore per i re commettere un’azione iniqua,
poiché il trono sta saldo con la giustizia.
13Il re si compiace di chi dice la verità,
egli ama chi parla con rettitudine.
14L’ira del re è messaggera di morte,
ma il saggio la placherà.
15Se il volto del re è luminoso, c’è la vita:
il suo favore è come pioggia di primavera.
16Possedere la sapienza è molto meglio dell’oro,
acquisire l’intelligenza è preferibile all’argento.
17La strada degli uomini retti è evitare il male;
conserva la vita chi controlla la sua condotta.
18Prima della rovina viene l’orgoglio
e prima della caduta c’è l’arroganza.
19È meglio essere umili con i poveri
che spartire la preda con i superbi.
20Chi è prudente nel parlare troverà il bene,
ma chi confida nel Signore è beato.
21Chi è saggio di cuore è ritenuto intelligente;
il linguaggio dolce aumenta la dottrina.
22Fonte di vita è il senno per chi lo possiede,
ma castigo degli stolti è la stoltezza.
23Il cuore del saggio rende assennata la sua bocca
e sulle sue labbra fa crescere la dottrina.
24Favo di miele sono le parole gentili,
dolce per il palato e medicina per le ossa.
25C’è una via che sembra diritta per l’uomo,
ma alla fine conduce su sentieri di morte.
26La brama fa lavorare chi lavora,
è la sua bocca che lo sprona.
27L’uomo iniquo ordisce la sciagura,
sulle sue labbra c’è come un fuoco ardente.
28L’uomo perverso provoca litigi,
chi calunnia divide gli amici.
29L’uomo violento inganna il prossimo
e lo spinge per una via non buona.
30Chi socchiude gli occhi medita inganni,
chi stringe le labbra ha già commesso il male.
31Diadema splendido è la canizie,
ed essa si trova sulla via della giustizia.
32È meglio la pazienza che la forza di un eroe,
chi domina se stesso vale più di chi conquista una città.
33Nel cavo della veste si getta la sorte,
ma la decisione dipende tutta dal Signore.
1Chi si tiene appartato cerca il suo piacere
e con ogni stratagemma attacca brighe.
2Lo stolto non ama la prudenza,
ma vuole solo far mostra dei suoi sentimenti.
3Con la malvagità viene il disprezzo,
con il disonore anche l’ignominia.
4Le parole della bocca dell’uomo sono acqua profonda,
la fonte della sapienza è un torrente che straripa.
5Non è bene usare riguardi al malvagio
per far torto al giusto in un giudizio.
6Le labbra dello stolto suscitano liti
e la sua bocca gli provoca percosse.
7La bocca dello stolto è la sua rovina
e le sue labbra sono una trappola per la sua vita.
8Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi
che scendono fin nel più intimo.
9Chi è già indolente nel suo lavoro
è fratello del dissipatore.
10Torre fortificata è il nome del Signore:
il giusto vi si rifugia ed è al sicuro.
11I beni del ricco sono la sua roccaforte,
sono come un’alta muraglia nella sua immaginazione.
12Prima della caduta il cuore dell’uomo si esalta,
prima della gloria c’è l’umiltà.
13Chi risponde prima di avere ascoltato,
mostra stoltezza e ne avrà vergogna.
14Lo spirito dell’uomo lo sostiene nella malattia,
ma uno spirito depresso chi lo solleverà?
15Il cuore intelligente acquista la scienza,
l’orecchio dei saggi ricerca il sapere.
16Il dono che l’uomo fa gli spiana la via
e lo introduce alla presenza dei grandi.
17Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione,
ma viene il suo avversario e lo confuta.
18La sorte fa cessare le contese
e decide fra i potenti.
19Un fratello offeso è più inespugnabile d’una roccaforte,
le liti sono come le sbarre di un castello.
20Con il frutto della bocca ci si sazia il ventre,
ognuno si sazia con il prodotto delle sue labbra.
21Morte e vita sono in potere della lingua
e chi ne fa buon uso ne mangerà i frutti.
22Chi trova una moglie trova una fortuna
e ottiene il favore del Signore.
23Il povero parla con suppliche,
il ricco risponde con durezza.
24Ci sono compagni che si rovinano a vicenda,
ma anche amici più affezionati di un fratello.
1Meglio un povero dalla condotta integra
di uno dalle labbra perverse e che è stolto.
2Il desiderio ansioso senza riflessione non è cosa buona,
e chi va a passi frettolosi sbaglia strada.
3La stoltezza dell’uomo rovina la sua via,
ma poi egli si adira contro il Signore.
4Le ricchezze moltiplicano gli amici,
ma il povero è abbandonato dall’amico che ha.
5Il falso testimone non resterà impunito,
chi diffonde menzogne non avrà scampo.
6Molti sono gli adulatori dell’uomo generoso,
e tutti sono amici di chi fa doni.
7Il povero è disprezzato dai suoi stessi fratelli,
tanto più si allontanano da lui i suoi amici.
Egli va in cerca di parole, ma non ci sono.
8Chi acquista senno ama se stesso
e chi conserva la prudenza trova fortuna.
9Il falso testimone non resterà impunito,
chi diffonde menzogne perirà.
10Allo stolto non conviene una vita agiata,
ancor meno a un servo comandare ai prìncipi.
11È segno d’intelligenza per l’uomo trattenere la collera,
ed è sua gloria passare sopra alle offese.
12L’ira del re è come ruggito di leone,
come rugiada sull’erba è la sua benevolenza.
13Un figlio stolto è una disgrazia per il padre
e i litigi della moglie sono come stillicidio incessante.
14La casa e il patrimonio si ereditano dal padre,
ma una moglie assennata è dono del Signore.
15La pigrizia fa cadere in torpore,
e chi è indolente patirà la fame.
16Chi custodisce il precetto custodisce se stesso,
chi trascura la propria condotta morirà.
17Chi ha pietà del povero fa un prestito al Signore,
che gli darà la sua ricompensa.
18Correggi tuo figlio, perché c’è speranza,
ma non lasciarti andare fino a farlo morire.
19L’iracondo deve essere punito;
se lo risparmi, lo diventerà ancora di più.
20Ascolta il consiglio e accetta la correzione,
per essere saggio fino al termine della tua vita.
21Molti sono i progetti nel cuore dell’uomo,
ma solo i disegni del Signore si compiono.
22Il pregio dell’uomo è la sua bontà;
meglio un povero che un bugiardo.
23Il timore di Dio conduce alla vita
e chi ne è pieno dorme tranquillo senza essere raggiunto dalla sventura.
24Il pigro immerge la mano nel piatto,
ma non è capace di riportarla alla bocca.
25Percuoti lo spavaldo e l’inesperto diventerà accorto,
rimprovera il prudente e imparerà la lezione.
26Rovina il padre e fa fuggire la madre
un figlio disonorato e infame.
27Figlio mio, cessa di accogliere l’istruzione
se vuoi allontanarti dalle parole della sapienza.
28Il testimone iniquo si beffa della giustizia
e la bocca dei malvagi ingoia l’iniquità.
29Per gli spavaldi sono pronte le punizioni
e le percosse per la schiena degli stolti.
1Il cuore del re è un corso d’acqua in mano al Signore:
lo dirige dovunque egli vuole.
2Agli occhi dell’uomo ogni sua via sembra diritta,
ma chi scruta i cuori è il Signore.
3Praticare la giustizia e l’equità
per il Signore vale più di un sacrificio.
4Occhi alteri e cuore superbo,
lucerna dei malvagi è il peccato.
5I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto,
ma chi ha troppa fretta va verso l’indigenza.
6Accumulare tesori a forza di menzogne
è futilità effimera di chi cerca la morte.
7La violenza dei malvagi li travolge,
perché rifiutano di praticare la giustizia.
8La via di un uomo colpevole è tortuosa,
ma l’innocente è retto nel suo agire.
9È meglio abitare su un angolo del tetto
che avere casa in comune con una moglie litigiosa.
10L’anima del malvagio desidera fare il male,
ai suoi occhi il prossimo non trova pietà.
11Quando lo spavaldo viene punito, l’inesperto diventa saggio;
egli acquista scienza quando il saggio viene istruito.
12Il giusto osserva la casa del malvagio
e precipita i malvagi nella sventura.
13Chi chiude l’orecchio al grido del povero
invocherà a sua volta e non otterrà risposta.
14Un dono fatto in segreto calma la collera,
un regalo di nascosto placa il furore violento.
15È una gioia per il giusto quando è fatta giustizia,
mentre è un terrore per i malfattori.
16L’uomo che si scosta dalla via della saggezza,
riposerà nell’assemblea delle ombre dei morti.
17Diventerà indigente chi ama i piaceri,
chi ama vino e profumi non si arricchirà.
18Il malvagio serve da riscatto per il giusto
e il perfido per gli uomini retti.
19Meglio abitare in un deserto
che con una moglie litigiosa e irritabile.
20Tesori preziosi e profumi sono nella dimora del saggio,
ma l’uomo stolto dilapida tutto.
21Chi ricerca la giustizia e l’amore
troverà vita e gloria.
22Il saggio assale una città di guerrieri
e abbatte la fortezza in cui essa confidava.
23Chi custodisce la bocca e la lingua
preserva se stesso dalle afflizioni.
24Il superbo arrogante si chiama spavaldo,
egli agisce nell’eccesso dell’insolenza.
25Il desiderio del pigro lo porta alla morte,
perché le sue mani rifiutano di lavorare.
26L’empio indulge tutto il giorno alla cupidigia,
mentre il giusto dona senza risparmiare.
27Il sacrificio dei malvagi è un orrore,
tanto più se offerto con cattiva intenzione.
28Il falso testimone perirà,
ma chi ascolta potrà parlare sempre.
29Il malvagio assume un’aria sfrontata,
l’uomo retto controlla la propria condotta.
30Non c’è sapienza, non c’è prudenza,
non c’è consiglio di fronte al Signore.
31Il cavallo è pronto per il giorno della battaglia,
ma al Signore appartiene la vittoria.
1Come neve d’estate e pioggia alla mietitura,
così l’onore non conviene allo stolto.
2Come passero che svolazza, come rondine che volteggia,
così una maledizione immotivata non ha effetto.
3La frusta per il cavallo, la cavezza per l’asino
e il bastone per la schiena degli stolti.
4Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza,
per non divenire anche tu simile a lui.
5Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza,
perché egli non si creda saggio.
6Si taglia i piedi e beve amarezze
chi invia messaggi per mezzo di uno stolto.
7Come pendono le gambe da uno zoppo,
così una massima sulla bocca dello stolto.
8Come chi lega una pietra alla fionda,
così chi attribuisce onori a uno stolto.
9Come ramo spinoso in mano a un ubriaco,
così una massima sulla bocca dello stolto.
10È come un arciere che colpisce a caso
chi paga lo stolto o stipendia il primo che passa.
11Come il cane torna al suo vomito,
così lo stolto ripete le sue stoltezze.
12Hai visto un uomo che è saggio ai suoi occhi?
C’è più da sperare da uno stolto che da lui.
13Il pigro dice: «C’è una belva per la strada,
un leone si aggira per le piazze».
14La porta gira sui cardini,
così il pigro sul suo letto.
15Il pigro immerge la mano nel piatto,
ma dura fatica a riportarla alla bocca.
16Il pigro si crede più saggio
di sette persone che rispondono con senno.
17È simile a chi prende un cane per le orecchie
un passante che si intromette nella lite di un altro.
18Come un pazzo che scaglia
tizzoni e frecce di morte,
19così è colui che inganna il suo prossimo
e poi dice: «Ma sì, è stato uno scherzo!».
20Per mancanza di legna il fuoco si spegne;
se non c’è il calunniatore, il litigio si calma.
21Mantice per il carbone e legna per il fuoco,
tale è l’attaccabrighe per attizzare le liti.
22Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi,
che scendono fin nell’intimo.
23Come patina d’argento su un coccio di creta
sono le labbra lusinghiere con un cuore maligno.
24Chi odia si maschera con le labbra,
ma nel suo intimo cova inganni;
25anche se usa espressioni melliflue, non credergli,
perché nel cuore egli ha sette obbrobri.
26Chi odia si nasconde con astuzia,
ma la sua malizia apparirà pubblicamente.
27Chi scava una fossa vi cadrà dentro
e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso.
28Una lingua bugiarda fa molti danni,
una bocca adulatrice produce rovina.
1Il malvagio fugge anche se nessuno lo insegue,
mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.
2Quando un paese è in subbuglio sono molti i suoi capi,
ma con un uomo intelligente e saggio l’ordine si mantiene.
3Un povero che opprime i miseri
è come pioggia torrenziale che non porta pane.
4Quelli che trasgrediscono la legge lodano il malvagio,
quelli che la osservano gli si mettono contro.
5I malvagi non comprendono la giustizia,
ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto.
6Meglio un povero dalla condotta integra
che uno dai costumi perversi, anche se ricco.
7Osserva la legge il figlio intelligente,
chi frequenta gli ingordi disonora suo padre.
8Chi accresce il patrimonio con l’usura e l’interesse,
lo accumula per chi ha pietà dei miseri.
9Chi allontana l’orecchio per non ascoltare la legge,
persino la sua preghiera è spregevole.
10Chi fa deviare i giusti per la via del male,
nel suo tranello lui stesso cadrà,
mentre gli integri erediteranno il bene.
11Il ricco si crede saggio,
ma il povero intelligente lo valuta per quello che è.
12Grande è l’onore quando esultano i giusti,
ma se prevalgono gli empi ognuno si dilegua.
13Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo,
chi le confessa e le abbandona troverà misericordia.
14Beato l’uomo che sempre teme,
ma chi indurisce il cuore cadrà nel male.
15Leone ruggente e orso affamato,
tale è un cattivo governatore su un popolo povero.
16Un principe privo di senno moltiplica le angherie,
ma chi odia il lucro prolungherà i suoi giorni.
17Un uomo che è perseguito per omicidio
fuggirà fino alla tomba: non lo si trattenga!
18Chi procede con rettitudine sarà salvato,
chi va per vie tortuose cadrà all’improvviso.
19Chi coltiva la sua terra si sazia di pane,
chi insegue chimere si sazia di miseria.
20L’uomo leale sarà colmo di benedizioni,
chi ha fretta di arricchirsi non sarà esente da colpa.
21Non è bene essere parziali,
ma per un tozzo di pane si può prevaricare.
22L’avaro è impaziente di arricchire,
ma non pensa che gli piomberà addosso la miseria.
23Chi corregge un altro troverà alla fine più favore
di chi ha una lingua adulatrice.
24Chi deruba il padre o la madre e dice: «Non è peccato»,
è simile a un assassino.
25L’avido suscita litigi,
ma chi confida nel Signore sarà arricchito.
26Chi confida nel suo senno è uno stolto,
chi cammina nella saggezza sarà salvato.
27Per chi dona al povero non c’è indigenza,
ma chi chiude gli occhi avrà grandi maledizioni.
28Se prevalgono i malvagi, tutti si nascondono;
se essi periscono, dominano i giusti.
1Chi disprezza i rimproveri con ostinazione
sarà rovinato all’improvviso, senza rimedio.
2Quando dominano i giusti, il popolo gioisce,
quando governano i malvagi, il popolo geme.
3Chi ama la sapienza allieta il padre,
ma chi frequenta prostitute dissipa il patrimonio.
4Il re con la giustizia rende prospero il paese,
quello che aggrava le imposte lo rovina.
5L’uomo che adula il suo prossimo
gli tende una rete davanti ai piedi.
6Con la sua trasgressione l’iniquo si prepara un trabocchetto,
mentre il giusto giubila e si rallegra.
7Il giusto riconosce il diritto dei miseri,
il malvagio invece non intende ragione.
8Gli uomini senza scrupoli sovvertono una città,
mentre i saggi placano la collera.
9Se un saggio entra in causa con uno stolto,
si agiti o rida, non troverà riposo.
10Gli uomini sanguinari odiano l’onesto,
mentre i giusti hanno cura di lui.
11Lo stolto dà sfogo a tutto il suo malanimo,
il saggio alla fine lo sa calmare.
12Se un principe dà ascolto alle menzogne,
tutti i suoi ministri sono malvagi.
13Il povero e l’oppressore s’incontrano in questo:
è il Signore che illumina gli occhi di tutti e due.
14Se un re giudica i poveri con equità,
il suo trono è saldo per sempre.
15La verga e la correzione danno sapienza,
ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua madre.
16Quando dominano i malvagi, dominano anche i delitti,
ma i giusti ne vedranno la rovina.
17Correggi tuo figlio e ti darà riposo
e ti procurerà consolazioni.
18Quando non c’è visione profetica, il popolo è sfrenato;
beato invece chi osserva la legge.
19Lo schiavo non si corregge a parole:
comprende, infatti, ma non obbedisce.
20Hai visto un uomo precipitoso nel parlare?
C’è più da sperare da uno stolto che da lui.
21Chi accarezza lo schiavo fin dall’infanzia,
alla fine se lo vedrà contro.
22Un uomo collerico suscita litigi
e l’iracondo commette molte colpe.
23L’orgoglio dell’uomo ne provoca l’umiliazione,
l’umile di cuore ottiene onori.
24Chi spartisce con un ladro odia se stesso:
egli sente la maledizione, ma non rivela nulla.
25Chi teme gli uomini si mette in una trappola,
ma chi confida nel Signore è al sicuro.
26Molti ricercano il favore di chi comanda,
ma è il Signore che giudica ognuno.
27L’iniquo è un orrore per i giusti
e gli uomini retti sono un orrore per i malvagi.
1Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re a Gerusalemme.
2Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
3Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
4Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
5Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
6Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
7Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
8Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
9Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
10C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
11Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.
12Io, Qoèlet, fui re d’Israele a Gerusalemme. 13Mi sono proposto di ricercare ed esplorare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. Questa è un’occupazione gravosa che Dio ha dato agli uomini, perché vi si affatichino. 14Ho visto tutte le opere che si fanno sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento.
15Ciò che è storto non si può raddrizzare
e quel che manca non si può contare.
16Pensavo e dicevo fra me: «Ecco, io sono cresciuto e avanzato in sapienza più di quanti regnarono prima di me a Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza». 17Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho capito che anche questo è un correre dietro al vento. 18Infatti:
molta sapienza, molto affanno;
chi accresce il sapere aumenta il dolore.
1Io dicevo fra me: «Vieni, dunque, voglio metterti alla prova con la gioia. Gusta il piacere!». Ma ecco, anche questo è vanità.
2Del riso ho detto: «Follia!»
e della gioia: «A che giova?».
3Ho voluto fare un’esperienza: allietare il mio corpo con il vino e così afferrare la follia, pur dedicandomi con la mente alla sapienza. Volevo scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita. 4Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. 5Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d’ogni specie; 6mi sono fatto vasche per irrigare con l’acqua quelle piantagioni in crescita. 7Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa; ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero, più di tutti i miei predecessori a Gerusalemme. 8Ho accumulato per me anche argento e oro, ricchezze di re e di province. Mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con molte donne, delizie degli uomini. 9Sono divenuto più ricco e più potente di tutti i miei predecessori a Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 10Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d’ogni mia fatica: questa è stata la parte che ho ricavato da tutte le mie fatiche. 11Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo affrontato per realizzarle. Ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. Non c’è alcun guadagno sotto il sole.
12Ho considerato che cos’è la sapienza, la stoltezza e la follia: «Che cosa farà il successore del re? Quello che hanno fatto prima di lui». 13Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è come il vantaggio della luce sulle tenebre:
14il saggio ha gli occhi in fronte,
ma lo stolto cammina nel buio.
Eppure io so che un’unica sorte è riservata a tutti e due. 15Allora ho pensato: «Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Perché allora ho cercato d’essere saggio? Dov’è il vantaggio?». E ho concluso che anche questo è vanità. 16Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.
17Allora presi in odio la vita, perché mi era insopportabile quello che si fa sotto il sole. Tutto infatti è vanità e un correre dietro al vento. 18Ho preso in odio ogni lavoro che con fatica ho compiuto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore. 19E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità! 20Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo sostenuto sotto il sole, 21perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
22Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? 23Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità! 24Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e bere e godersi il frutto delle sue fatiche; mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. 25Difatti, chi può mangiare o godere senza di lui? 26Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre a chi fallisce dà la pena di raccogliere e di ammassare, per darlo poi a colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un correre dietro al vento!
1Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
2C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
3Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
7Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
9Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
10Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. 11Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine. 12Ho capito che per essi non c’è nulla di meglio che godere e procurarsi felicità durante la loro vita; 13e che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro, anche questo è dono di Dio. 14Riconosco che qualsiasi cosa Dio fa, dura per sempre; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché lo si tema. 15Quello che accade, già è stato; quello che sarà, già è avvenuto. Solo Dio può cercare ciò che ormai è scomparso.
16Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’iniquità. 17Ho pensato dentro di me: «Il giusto e il malvagio Dio li giudicherà, perché c’è un tempo per ogni cosa e per ogni azione».
18Poi, riguardo ai figli dell’uomo, mi sono detto che Dio vuole metterli alla prova e mostrare che essi di per sé sono bestie. 19Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. L’uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie, perché tutto è vanità. 20Tutti sono diretti verso il medesimo luogo:
tutto è venuto dalla polvere
e nella polvere tutto ritorna.
21Chi sa se il soffio vitale dell’uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra? 22Mi sono accorto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere, perché questa è la parte che gli spetta; e chi potrà condurlo a vedere ciò che accadrà dopo di lui?
1Tornai poi a considerare tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole. Ecco le lacrime degli oppressi e non c’è chi li consoli; dalla parte dei loro oppressori sta la violenza, ma non c’è chi li consoli. 2Allora ho proclamato felici i morti, ormai trapassati, più dei viventi che sono ancora in vita; 3ma più felice degli uni e degli altri chi ancora non esiste, e non ha visto le azioni malvagie che si fanno sotto il sole.
4Ho osservato anche che ogni fatica e ogni successo ottenuto non sono che invidia dell’uno verso l’altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.
5Lo stolto incrocia le sue braccia
e divora la sua carne.
6Meglio una manciata guadagnata con calma
che due manciate con tormento e una corsa dietro al vento.
7E tornai a considerare quest’altra vanità sotto il sole: 8il caso di chi è solo e non ha nessuno, né figlio né fratello. Eppure non smette mai di faticare, né il suo occhio è mai sazio di ricchezza: «Per chi mi affatico e mi privo dei beni?». Anche questo è vanità e un’occupazione gravosa.
9Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. 10Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. 11Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno solo come fa a riscaldarsi? 12Se uno è aggredito, in due possono resistere: una corda a tre capi non si rompe tanto presto.
13Meglio un giovane povero ma accorto,
che un re vecchio e stolto,
che non sa più accettare consigli.
14Il giovane infatti può uscire di prigione ed essere fatto re, anche se, mentre quello regnava, era nato povero. 15Ho visto tutti i viventi che si muovono sotto il sole stare con quel giovane, che era subentrato al re. 16Era una folla immensa quella che gli stava davanti. Ma coloro che verranno dopo non si rallegreranno neppure di lui. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.
17Bada ai tuoi passi quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicìnati per ascoltare piuttosto che offrire sacrifici, come fanno gli stolti, i quali non sanno di fare del male.
1Un altro male ho visto sotto il sole, che grava molto sugli uomini. 2A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, anzi sarà un estraneo a divorarli. Ciò è vanità e grave malanno.
3Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i giorni della sua vita, se egli non gode a sazietà dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico che l’aborto è meglio di lui. 4Questi infatti viene come un soffio, se ne va nella tenebra e l’oscurità copre il suo nome, 5non vede neppure il sole, non sa niente; così è nella quiete, a differenza dell’altro! 6Se quell’uomo vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, non dovranno forse andare tutti e due nel medesimo luogo?
7Tutta la fatica dell’uomo è per la bocca, ma la sua fame non è mai sazia. 8Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Qual è il vantaggio del povero nel sapersi destreggiare nella vita?
9Meglio vedere con gli occhi che vagare con il desiderio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento. 10Ciò che esiste, da tempo ha avuto un nome, e si sa che cos’è un uomo: egli non può contendere in giudizio con chi è più forte di lui. 11Più aumentano le parole, più cresce il vuoto, e quale utilità c’è per l’uomo? 12Chi sa quel che è bene per l’uomo durante la sua vita, nei pochi giorni della sua vana esistenza, che passa via come un’ombra? Chi può indicare all’uomo che cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?
1Un buon nome è preferibile all’unguento profumato
e il giorno della morte al giorno della nascita.
2È meglio visitare una casa dove c’è lutto
che visitare una casa dove si banchetta,
perché quella è la fine d’ogni uomo
e chi vive ci deve riflettere.
3È preferibile la mestizia al riso,
perché con un volto triste il cuore diventa migliore.
4Il cuore dei saggi è in una casa in lutto
e il cuore degli stolti in una casa in festa.
5Meglio ascoltare il rimprovero di un saggio
che ascoltare la lode degli stolti:
6perché quale il crepitìo dei pruni sotto la pentola
tale è il riso degli stolti.
Ma anche questo è vanità.
7L’estorsione rende stolto il saggio
e i regali corrompono il cuore.
8Meglio la fine di una cosa che il suo principio;
è meglio un uomo paziente che uno presuntuoso.
9Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti. 10Non dire: «Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?», perché una domanda simile non è ispirata a saggezza. 11Buona cosa è la saggezza unita a un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole. 12Perché si sta all’ombra della saggezza come si sta all’ombra del denaro; ma vale di più il sapere, perché la saggezza fa vivere chi la possiede.
13Osserva l’opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo? 14Nel giorno lieto sta’ allegro e nel giorno triste rifletti: Dio ha fatto tanto l’uno quanto l’altro, cosicché l’uomo non riesce a scoprire ciò che verrà dopo di lui.
15Nei miei giorni vani ho visto di tutto: un giusto che va in rovina nonostante la sua giustizia, un malvagio che vive a lungo nonostante la sua iniquità.
16Non essere troppo giusto
e non mostrarti saggio oltre misura:
perché vuoi rovinarti?
17Non essere troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire prima del tempo?
18È bene che tu prenda una cosa senza lasciare l’altra: in verità chi teme Dio riesce bene in tutto.
19La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che sono nella città. 20Non c’è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non sbagli mai. 21Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, così non sentirai che il tuo servo ha detto male di te; 22infatti il tuo cuore sa che anche tu tante volte hai detto male degli altri.
23Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio diventare saggio!», ma la sapienza resta lontana da me! 24Rimane lontano ciò che accade: profondo, profondo! Chi può comprenderlo?
25Mi sono applicato a conoscere e indagare e cercare la sapienza e giungere a una conclusione, e a riconoscere che la malvagità è stoltezza e la stoltezza è follia. 26Trovo che amara più della morte è la donna: essa è tutta lacci, una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma chi fallisce ne resta preso.
27Vedi, questo ho scoperto, dice Qoèlet, confrontando a una a una le cose, per arrivare a una conclusione certa. 28Quello che io ancora sto cercando e non ho trovato è questo:
un uomo fra mille l’ho trovato,
ma una donna fra tutte non l’ho trovata.
29Vedi, solo questo ho trovato:
Dio ha creato gli esseri umani retti,
ma essi vanno in cerca di infinite complicazioni.
1Chi è come il saggio?
Chi conosce la spiegazione delle cose?
La sapienza dell’uomo rischiara il suo volto,
ne cambia la durezza del viso.
2Osserva gli ordini del re, per il giuramento fatto a Dio. 3Non allontanarti in fretta da lui; non persistere in un cattivo progetto, perché egli può fare ciò che vuole. 4Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: «Che cosa fai?». 5Chi osserva il comando non va incontro ad alcun male; la mente del saggio conosce il tempo opportuno. 6Infatti, per ogni evento vi è un tempo opportuno, ma un male pesa gravemente sugli esseri umani. 7L’uomo infatti ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? 8Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della morte. Non c’è scampo dalla lotta e neppure la malvagità può salvare colui che la compie.
9Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando un uomo domina sull’altro per rovinarlo. 10Frattanto ho visto malvagi condotti alla sepoltura; ritornando dal luogo santo, in città ci si dimentica del loro modo di agire. Anche questo è vanità. 11Poiché non si pronuncia una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore degli uomini è pieno di voglia di fare il male; 12infatti il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, 13e non sarà felice l’empio e non allungherà come un’ombra i suoi giorni, perché egli non teme di fronte a Dio. 14Sulla terra c’è un’altra vanità: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dai malvagi con le loro opere, e vi sono malvagi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.
15Perciò faccio l’elogio dell’allegria, perché l’uomo non ha altra felicità sotto il sole che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
16Quando mi dedicai a conoscere la sapienza e a considerare le occupazioni per cui ci si affanna sulla terra – poiché l’uomo non conosce sonno né giorno né notte –
17ho visto che l’uomo non può scoprire tutta l’opera di Dio, tutto quello che si fa sotto il sole: per quanto l’uomo si affatichi a cercare, non scoprirà nulla. Anche se un sapiente dicesse di sapere, non potrà scoprire nulla.
1A tutto questo mi sono dedicato, ed ecco tutto ciò che ho verificato: i giusti e i sapienti e le loro fatiche sono nelle mani di Dio, anche l’amore e l’odio; l’uomo non conosce nulla di ciò che gli sta di fronte.
2Vi è una sorte unica per tutti:
per il giusto e per il malvagio,
per il puro e per l’impuro,
per chi offre sacrifici e per chi non li offre,
per chi è buono e per chi è cattivo,
per chi giura e per chi teme di giurare.
3Questo è il male in tutto ciò che accade sotto il sole: una medesima sorte tocca a tutti e per di più il cuore degli uomini è pieno di male e la stoltezza dimora in loro mentre sono in vita. Poi se ne vanno fra i morti. 4Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi, c’è speranza: meglio un cane vivo che un leone morto. 5I vivi sanno che devono morire, ma i morti non sanno nulla; non c’è più salario per loro, è svanito il loro ricordo. 6Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole.
7Su, mangia con gioia il tuo pane
e bevi il tuo vino con cuore lieto,
perché Dio ha già gradito le tue opere.
8In ogni tempo siano candide le tue vesti
e il profumo non manchi sul tuo capo.
9Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole. 10Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza, perché non ci sarà né attività né calcolo né scienza né sapienza nel regno dei morti, dove stai per andare.
11Tornai a considerare un’altra cosa sotto il sole: che non è degli agili la corsa né dei forti la guerra, e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la ricchezza, e nemmeno degli intelligenti riscuotere stima, perché il tempo e il caso raggiungono tutti. 12Infatti l’uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l’uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui.
13Anche quest’altro esempio di sapienza ho visto sotto il sole e mi parve assai grave: 14c’era una piccola città con pochi abitanti. Un grande re si mosse contro di essa, l’assediò e costruì contro di essa grandi fortificazioni. 15Si trovava però in essa un uomo povero ma saggio, il quale con la sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò di quest’uomo povero. 16Allora io dico:
«È meglio la sapienza che la forza,
ma la sapienza del povero è disprezzata
e le sue parole non sono ascoltate».
17Le parole pacate dei sapienti si ascoltano meglio
delle urla di un comandante di folli.
18Vale più la sapienza che le armi da guerra,
ma un solo errore può distruggere un bene immenso.
1Una mosca morta guasta l’unguento del profumiere:
un po’ di follia ha più peso della sapienza e dell’onore.
2Il cuore del sapiente va alla sua destra,
il cuore dello stolto alla sua sinistra.
3E anche quando lo stolto cammina per strada, il suo cuore è privo di senno e di ognuno dice: «Quello è un pazzo».
4Se l’ira di un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo posto, perché la calma pone rimedio a errori anche gravi.
5C’è un male che io ho osservato sotto il sole, uno sbaglio commesso da un sovrano: 6la stoltezza viene collocata in posti elevati e i ricchi siedono in basso. 7Ho visto schiavi andare a cavallo e prìncipi camminare a piedi, per terra, come schiavi.
8Chi scava una fossa vi può cadere dentro
e chi abbatte un muro può essere morso da una serpe.
9Chi spacca pietre può farsi male
e chi taglia legna può correre pericoli.
10Se il ferro si ottunde e non se ne affila il taglio, bisogna raddoppiare gli sforzi: il guadagno sta nel saper usare la saggezza. 11Se il serpente morde prima d’essere incantato, non c’è profitto per l’incantatore.
12Le parole del saggio procurano stima,
ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina:
13l’esordio del suo parlare è sciocchezza,
la fine del suo discorso pazzia funesta.
14L’insensato moltiplica le parole, ma l’uomo non sa quello che accadrà: chi può indicargli ciò che avverrà dopo di lui?
15Lo stolto si ammazza di fatica,
ma non sa neppure andare in città.
16Povero te, o paese, che per re hai un ragazzo
e i tuoi prìncipi banchettano fin dal mattino!
17Fortunato te, o paese, che per re hai un uomo libero
e i tuoi prìncipi mangiano al tempo dovuto,
per rinfrancarsi e non per gozzovigliare.
18Per negligenza il soffitto crolla
e per l’inerzia delle mani piove in casa.
19Per stare lieti si fanno banchetti
e il vino allieta la vita,
ma il denaro risponde a ogni esigenza.
20Non dire male del re neppure con il pensiero
e nella tua stanza da letto non dire male del potente,
perché un uccello del cielo potrebbe trasportare la tua voce
e un volatile riferire la tua parola.