La Sacra Bibbia - Testo della Conferenza Episcopale Italiana
La Sacra Bibbia - Testo C.E.I. 2008
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SELECT paragraphs_bible_it_cei_2008.paragraph_text AS text, paragraphs_bible_it_cei_2008.paragraph_sort AS paragraph_sort, books.sort AS book_sort FROM paragraphs_bible_it_cei_2008 JOIN books ON paragraphs_bible_it_cei_2008.book_sort = books.sort WHERE 1 AND ( BINARY paragraphs_bible_it_cei_2008.paragraph_text_search LIKE '%No%');
BoolCheckAllResults=

Hai cercato i paragrafi contenenti la parola o frase No [considerando maiuscole/minuscole, anche dentro le parole, cercando nei paragrafi, versione Bibbia CEI 2008]

Hai trovato 1480 paragrafi in 69 libri:

GnGenesi (84), EsEsodo (52), LvLevitico (56), NmNumeri (29), DtDeuteronomio (67), GsGiosuè (26), GdcGiudici (17), RtRut (13), 1Sam1 Samuele (49), 2Sam2 Samuele (24), 1Re1 Re (30), 2Re2 Re (37), 1Cr1 Cronache (16), 2Cr2 Cronache (29), EsdEsdra (6), NeeNeemia (12), TbTobia (17), GdtGiuditta (8), EstEster (4), EstEbrEster Ebraico (3), 1Mac1 Maccabei (26), 2Mac2 Maccabei (15), GbGiobbe (28), SalSalmi (66), PrProverbi (32), QoQoelet (11), CtCantico (1), SapSapienza (9), SirSiracide (76), IsIsaia (60), GerGeremia (73), LamLamentazioni (3), BarBaruc (6), EzEzechiele (39), DnDaniele (19), OsOsea (12), GlGioele (3), AmAmos (9), AbdAbdia (2), MiMichea (7), NaNaum (1), AbAbacuc (3), SoSofonia (3), AgAggeo (2), ZacZaccaria (12), MalMalachia (4), MtMatteo (54), McMarco (31), LcLuca (53), GvGiovanni (51), AtAtti (34), RmRomani (25), 1Cor1 Corinzi (28), 2Cor2 Corinzi (19), GalGalati (8), EfEfesini (2), FilFilippesi (5), ColColossesi (3), 1Tess1 Tessalonicesi (4), 2Tess2 Tessalonicesi (3), 1Tim1 Timoteo (7), 2Tim2 Timoteo (1), EbrEbrei (19), GcGiacomo (7), 1Pt1 Pietro (2), 2Pt2 Pietro (2), 1Gv1 Giovanni (7), 3Gv3 Giovanni (3), ApApocalisse (11)

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Bibbia CEI 2008

[v. 1]

2Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
3Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
4Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
5Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
6Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
7Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
8Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
9Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
10C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
11Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.

[vv. 12b-18]

[vv. 1-2]

3Ho voluto fare un’esperienza: allietare il mio corpo con il vino e così afferrare la follia, pur dedicandomi con la mente alla sapienza. Volevo scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita. 4Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. 5Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d’ogni specie; 6mi sono fatto vasche per irrigare con l’acqua quelle piantagioni in crescita. 7Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa; ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero, più di tutti i miei predecessori a Gerusalemme. 8Ho accumulato per me anche argento e oro, ricchezze di re e di province. Mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con molte donne, delizie degli uomini. 9Sono divenuto più ricco e più potente di tutti i miei predecessori a Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 10Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d’ogni mia fatica: questa è stata la parte che ho ricavato da tutte le mie fatiche. 11Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo affrontato per realizzarle. Ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. Non c’è alcun guadagno sotto il sole.

[vv. 12b-21]

22Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? 23Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità! 24Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e bere e godersi il frutto delle sue fatiche; mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. 25Difatti, chi può mangiare o godere senza di lui? 26Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre a chi fallisce dà la pena di raccogliere e di ammassare, per darlo poi a colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un correre dietro al vento!

[c. 3]
[<< 3]
[<< 3]
[c. 4]
[<< 4]
[<< 4]

1Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferire parole davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò siano poche le tue parole. 2Infatti

[v. 2]

3Quando hai fatto un voto a Dio, non tardare a soddisfarlo, perché a lui non piace il comportamento degli stolti: adempi quello che hai promesso. 4È meglio non fare voti che farli e poi non mantenerli. 5Non permettere alla tua bocca di renderti colpevole e davanti al suo messaggero non dire che è stata una inavvertenza, perché Dio non abbia ad adirarsi per le tue parole e distrugga l’opera delle tue mani. 6Poiché dai molti sogni provengono molte illusioni e tante parole. Tu, dunque, temi Dio!

[vv. 7b-19]

[c. 6]
[<< 6]
[<< 6]

[vv. 1-8]

9Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti. 10Non dire: «Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?», perché una domanda simile non è ispirata a saggezza. 11Buona cosa è la saggezza unita a un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole. 12Perché si sta all’ombra della saggezza come si sta all’ombra del denaro; ma vale di più il sapere, perché la saggezza fa vivere chi la possiede.

[vv. 13b-15]

16Non essere troppo giusto
e non mostrarti saggio oltre misura:
perché vuoi rovinarti?
17Non essere troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire prima del tempo?

[v. 18]

19La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che sono nella città. 20Non c’è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non sbagli mai. 21Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, così non sentirai che il tuo servo ha detto male di te; 22infatti il tuo cuore sa che anche tu tante volte hai detto male degli altri.

[vv. 23b-29]

[v. 1]

2Osserva gli ordini del re, per il giuramento fatto a Dio. 3Non allontanarti in fretta da lui; non persistere in un cattivo progetto, perché egli può fare ciò che vuole. 4Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: «Che cosa fai?». 5Chi osserva il comando non va incontro ad alcun male; la mente del saggio conosce il tempo opportuno. 6Infatti, per ogni evento vi è un tempo opportuno, ma un male pesa gravemente sugli esseri umani. 7L’uomo infatti ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? 8Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della morte. Non c’è scampo dalla lotta e neppure la malvagità può salvare colui che la compie.

[vv. 9b-17]

[c. 9]
[<< 9]
[<< 9]

[vv. 1-15]

16Povero te, o paese, che per re hai un ragazzo
e i tuoi prìncipi banchettano fin dal mattino!
17Fortunato te, o paese, che per re hai un uomo libero
e i tuoi prìncipi mangiano al tempo dovuto,
per rinfrancarsi e non per gozzovigliare.
18Per negligenza il soffitto crolla
e per l’inerzia delle mani piove in casa.
19Per stare lieti si fanno banchetti
e il vino allieta la vita,
ma il denaro risponde a ogni esigenza.
20Non dire male del re neppure con il pensiero
e nella tua stanza da letto non dire male del potente,
perché un uccello del cielo potrebbe trasportare la tua voce
e un volatile riferire la tua parola.

[c. 11]
[<< 11]
[<< 11]

1Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»;
2prima che si oscurino il sole,
la luce, la luna e le stelle
e tornino ancora le nubi dopo la pioggia;
3quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
4e si chiuderanno i battenti sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
5quando si avrà paura delle alture
e terrore si proverà nel cammino;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
6prima che si spezzi il filo d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo,
7e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato.
8Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
tutto è vanità.

[vv. 9b-14]

[vv. 1-4]

5Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come le cortine di Salomone.
6Non state a guardare se sono bruna,
perché il sole mi ha abbronzato.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l’ho custodita.

[vv. 7b-17]

[c. 2]
[<< 2]
[<< 2]
[c. 3]
[<< 3]
[<< 3]
[c. 4]
[<< 4]
[<< 4]
[c. 5]
[<< 5]
[<< 5]
[c. 6]
[<< 6]
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[c. 7]
[<< 7]
[<< 7]
[c. 8]
[<< 8]
[<< 8]

[vv. 1-11]

12Non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
13perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
14Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
15La giustizia infatti è immortale.
16Ma gli empi invocano su di sé la morte con le opere e con le parole;
ritenendola amica, si struggono per lei
e con essa stringono un patto,
perché sono degni di appartenerle.

[vv. 1-20]

21Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.
23Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
24Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

[c. 3]
[<< 3]
[<< 3]
[c. 4]
[<< 4]
[<< 4]
[c. 5]
[<< 5]
[<< 5]

[vv. 1-21]

22Annuncerò che cos’è la sapienza e com’è nata,
non vi terrò nascosti i suoi segreti,
ma fin dalle origini ne ricercherò le tracce,
metterò in chiaro la conoscenza di lei,
non mi allontanerò dalla verità.
23Non mi farò compagno di chi si consuma d’invidia,
perché costui non avrà nulla in comune con la sapienza.
24Il gran numero di sapienti è salvezza per il mondo,
un re prudente è la sicurezza del popolo.
25Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole
e ne trarrete profitto.

[c. 7]
[<< 7]
[<< 7]
[c. 8]
[<< 8]
[<< 8]
[c. 9]
[<< 9]
[<< 9]
[c. 10]
[<< 10]
[<< 10]

[vv. 1-14]

15In cambio dei ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
in cui, errando, rendevano onori divini
a rettili senza parola e a bestie spregevoli,
tu inviasti contro di loro come punizione
una moltitudine di animali irragionevoli,
16perché capissero che con le cose con cui uno pecca,
con quelle viene punito.
17Non era certo in difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi o leoni feroci
18o bestie molto feroci, prima sconosciute e create da poco,
che esalano un alito infuocato
o emettono un crepitìo di vapore
o sprizzano terribili scintille dagli occhi,
19delle quali non solo l’assalto poteva sterminarli,
ma lo stesso aspetto terrificante poteva annientarli.
20Anche senza queste potevano cadere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dal tuo soffio potente,
ma tu hai disposto ogni cosa con misura, calcolo e peso.
21Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi si opporrà alla potenza del tuo braccio?
22Tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.

[vv. 23b-26]

[vv. 1-8]

9Pur potendo in battaglia dare gli empi nelle mani dei giusti,
oppure annientarli all’istante
con bestie terribili o con una parola inesorabile,
10giudicando invece a poco a poco, lasciavi posto al pentimento,
sebbene tu non ignorassi che la loro razza era cattiva
e la loro malvagità innata,
e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata,
11perché era una stirpe maledetta fin da principio;
e non perché avessi timore di qualcuno
tu concedevi l’impunità per le cose in cui avevano peccato.
12E chi domanderà: «Che cosa hai fatto?»,
o chi si opporrà a una tua sentenza?
Chi ti citerà in giudizio
per aver fatto perire popoli che tu avevi creato?
Chi si costituirà contro di te
come difensore di uomini ingiusti?
13Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
14Né un re né un sovrano potrebbero affrontarti
in difesa di quelli che hai punito.
15Tu, essendo giusto, governi tutto con giustizia.
Consideri incompatibile con la tua potenza
condannare chi non merita il castigo.
16La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
17Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
18Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.

[vv. 19b-27]

[c. 13]
[<< 13]
[<< 13]
[c. 14]
[<< 14]
[<< 14]

1Ma tu, nostro Dio, sei buono e veritiero,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
2Anche se pecchiamo, siamo tuoi, perché conosciamo la tua potenza;
ma non peccheremo più, perché sappiamo di appartenerti.
3Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice d’immortalità.
4Non ci indusse in errore né l’invenzione umana di un’arte perversa,
né il lavoro infruttuoso di coloro che disegnano ombre,
immagini imbrattate di vari colori,
5la cui vista negli stolti provoca il desiderio,
l’anelito per una forma inanimata di un’immagine morta.
6Amanti di cose cattive e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.

[vv. 7b-13]

14Ma sono tutti stoltissimi e più miserabili di un piccolo bambino
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
15Perché essi considerarono dèi anche tutti gli idoli delle nazioni,
i quali non hanno né l’uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per udire,
né dita delle mani per toccare,
e i loro piedi non servono per camminare.
16Infatti li ha fabbricati un uomo,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
17essendo mortale, egli fabbrica una cosa morta con mani empie.
Egli è sempre migliore degli oggetti che venera,
rispetto ad essi egli ebbe la vita, ma quelli mai.
18Venerano anche gli animali più ripugnanti,
che per stupidità, al paragone, risultano peggiori degli altri.
19Non sono tali da invaghirsene,
come capita per il bell’aspetto di altri animali;
furono persino esclusi dalla lode e dalla benedizione di Dio.

[vv. 1-4]

5Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e venivano distrutti per i morsi di serpenti sinuosi,
la tua collera non durò sino alla fine.
6Per correzione furono turbati per breve tempo,
ed ebbero un segno di salvezza
a ricordo del precetto della tua legge.
7Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato
non per mezzo dell’oggetto che vedeva,
ma da te, salvatore di tutti.
8Anche in tal modo hai persuaso i nostri nemici
che sei tu colui che libera da ogni male.
9Essi infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e mosconi,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
10Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì.
11Perché ricordassero le tue parole,
venivano feriti ed erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
12Non li guarì né un’erba né un unguento,
ma la tua parola, o Signore, che tutto risana.
13Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte,
conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire.
14L’uomo uccide con la sua malvagità,
ma non può far ritornare uno spirito che se n’è andato,
né libera un’anima già accolta nel regno dei morti.

[vv. 15b-29]

[c. 17]
[<< 17]
[<< 17]
[c. 18]
[<< 18]
[<< 18]

[vv. 1-12]

13Sui peccatori invece piombarono i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per le loro malvagità,
perché avevano mostrato un odio tanto profondo verso lo straniero.
14Già altri infatti non avevano accolto gli sconosciuti che arrivavano,
ma costoro ridussero in schiavitù gli ospiti che li avevano beneficati.
15Non solo: per i primi ci sarà un giudizio,
perché accolsero ostilmente i forestieri;
16costoro invece, dopo averli festosamente accolti,
quando già partecipavano ai loro diritti,
li oppressero con lavori durissimi.
17Furono perciò colpiti da cecità,
come quelli alla porta del giusto,
quando, avvolti fra tenebre fitte,
ognuno cercava l’ingresso della propria porta.

[vv. 18b-22]

[vv. 1-24]

25Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti,
ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio.
26Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti
e il Signore te la concederà.
27Il timore del Signore è sapienza e istruzione,
egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine.
28Non essere disobbediente al timore del Signore
e non avvicinarti ad esso con cuore falso.
29Non essere ipocrita davanti agli uomini
e fa’ attenzione alle parole che dici.
30Non esaltarti, se non vuoi cadere
e attirare su di te il disonore;
il Signore svelerà i tuoi segreti
e ti umilierà davanti all’assemblea,
perché non ti sei avvicinato al timore del Signore
e il tuo cuore è pieno d’inganno.

[c. 2]
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1Figli, ascoltate me, vostro padre,
e agite in modo da essere salvati.
2Il Signore infatti ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
3Chi onora il padre espia i peccati,
4chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
5Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
6Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
7Chi teme il Signore, onora il padre
e serve come padroni i suoi genitori.
8Con le azioni e con le parole onora tuo padre,
perché scenda su di te la sua benedizione,
9poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
10Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
11la gloria di un uomo dipende dall’onore di suo padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
12Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
13Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
14L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
15Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te,
come brina al calore si scioglieranno i tuoi peccati.
16Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta sua madre è maledetto dal Signore.

17Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
18Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
19Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
20Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
21Non cercare cose troppo difficili per te
e non scrutare cose troppo grandi per te.
22Le cose che ti sono comandate, queste considera:
non hai bisogno di quelle nascoste.
23Non affaticarti in opere superflue,
ti è stato mostrato infatti più di quanto possa comprendere la mente umana.
24La presunzione ha fatto smarrire molti
e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri.
25Se non hai le pupille, tu manchi di luce;
se ti manca la scienza, non dare consigli.

[vv. 26b-31]

1Figlio, non rifiutare al povero il necessario per la vita,
non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi.
2Non rattristare chi ha fame,
non esasperare chi è in difficoltà.
3Non turbare un cuore già esasperato,
non negare un dono al bisognoso.
4Non respingere la supplica del povero,
non distogliere lo sguardo dall’indigente.
5Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo,
non dare a lui l’occasione di maledirti,
6perché se egli ti maledice nell’amarezza del cuore,
il suo creatore ne esaudirà la preghiera.
7Fatti amare dalla comunità
e davanti a un grande abbassa il capo.
8Porgi il tuo orecchio al povero
e rendigli un saluto di pace con mitezza.
9Strappa l’oppresso dal potere dell’oppressore
e non essere meschino quando giudichi.
10Sii come un padre per gli orfani,
come un marito per la loro madre:
sarai come un figlio dell’Altissimo,
ed egli ti amerà più di tua madre.

[vv. 11b-19]

20Tieni conto del momento e guàrdati dal male,
e non avere vergogna di te stesso.
21C’è una vergogna che porta al peccato
e c’è una vergogna che porta gloria e grazia.
22Non usare riguardi a tuo danno
e non arrossire a tua rovina.
23Non astenerti dal parlare quando è necessario
e non nascondere la tua sapienza per bellezza,
24poiché dalla parola si riconosce la sapienza
e l’istruzione dai detti della lingua.
25Non contrastare la verità,
ma arrossisci della tua ignoranza.
26Non vergognarti di confessare i tuoi peccati
e non opporti alla corrente di un fiume.
27Non sottometterti a un uomo stolto,
non essere parziale a favore di un potente.
28Lotta sino alla morte per la verità,
il Signore Dio combatterà per te.
29Non essere arrogante nel tuo linguaggio,
fiacco e indolente nelle opere.
30Non essere come un leone nella tua casa
e capriccioso con i tuoi servi.
31La tua mano non sia tesa per prendere
e poi chiusa nel restituire.

1Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Basto a me stesso».
2Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
3Non dire: «Chi mi dominerà?»,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
4Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
5Non essere troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
6Non dire: «La sua compassione è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui c’è misericordia e ira,
e il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
7Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
8Non confidare in ricchezze ingiuste:
non ti gioveranno nel giorno della sventura.

9Non ventilare il grano a ogni vento
e non camminare su qualsiasi sentiero:
così fa il peccatore che è bugiardo.
10Sii costante nelle tue convinzioni,
e una sola sia la tua parola.
11Sii pronto nell’ascoltare
e lento nel dare una risposta.
12Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo;
altrimenti metti la mano sulla tua bocca.
13Nel parlare ci può essere gloria o disonore:
la lingua dell’uomo è la sua rovina.

14Non procurarti la fama di maldicente
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l’uomo bugiardo.

15Non sbagliare, né molto né poco,

1e da amico non diventare nemico.
La cattiva fama attira a sé vergogna e disprezzo:
così accade al peccatore che è bugiardo.

2Non ti abbandonare alla tua passione,
perché il tuo vigore non venga abbattuto come un toro;
3divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti,
e ti ridurrà come un legno secco.
4Una passione malvagia rovina chi la possiede
e lo fa oggetto di scherno per i nemici.

[vv. 5b-37]

1Non fare il male, perché il male non ti prenda.
2Stai lontano dall’iniquità ed essa si allontanerà da te.
3Figlio, non seminare nei solchi dell’ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
4Non domandare al Signore il potere né al re un posto di onore.
5Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.
6Non cercare di divenire giudice
se ti manca la forza di estirpare l’ingiustizia,
perché temeresti di fronte al potente
e getteresti una macchia sulla tua retta condotta.
7Non fare soprusi contro l’assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
8Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
9Non dire: «Egli guarderà all’abbondanza dei miei doni,
e quando farò l’offerta al Dio altissimo, egli l’accetterà».
10Non essere incostante nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
11Non deridere un uomo dall’animo amareggiato,
perché c’è chi umilia e innalza.
12Non seminare menzogne contro tuo fratello
e non fare qualcosa di simile all’amico.
13Non ricorrere mai alla menzogna:
è un’abitudine che non porta alcun bene.
14Non parlare troppo nell’assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
15Non disprezzare il lavoro faticoso,
in particolare l’agricoltura che Dio ha istituito.
16Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
17Umìliati profondamente,
perché castigo dell’empio sono fuoco e vermi.

18Non cambiare un amico per interesse
né un vero fratello per l’oro di Ofir.
19Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua amabilità vale più dell’oro.
20Non maltrattare un servo che lavora fedelmente
né l’operaio che si impegna totalmente.
21Ama il servo intelligente
e non rifiutargli la libertà.
22Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
23Hai figli? Educali
e fa’ loro piegare il collo fin dalla giovinezza.
24Hai figlie? Vigila sul loro corpo
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
25Fa’ sposare tua figlia e avrai compiuto un grande affare,
ma dàlla a un uomo assennato.
26Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla,
ma se non le vuoi bene, non fidarti.

[vv. 27b-31]

32Anche al povero tendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
33La tua generosità si estenda a ogni vivente,
ma anche al morto non negare la tua pietà.
34Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti móstrati afflitto.
35Non esitare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
36In tutte le tue opere ricòrdati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.

1Non contendere con un uomo potente,
per non cadere nelle sue mani.
2Non litigare con un uomo ricco,
perché non ti soverchi con il suo peso:
l’oro infatti ha corrotto molti
e ha fatto deviare il cuore dei re.
3Non contendere con un uomo chiacchierone
e non aggiungere legna al suo fuoco.
4Non scherzare con l’uomo ignorante,
perché non siano insultati i tuoi antenati.
5Non rimproverare un uomo che si converte dal peccato:
ricòrdati che tutti abbiamo delle colpe.

6Non disprezzare un uomo quando è vecchio,
perché anche tra noi alcuni invecchieranno.
7Non gioire per la morte di qualcuno:
ricòrdati che tutti moriremo.
8Non disdegnare i discorsi dei saggi,
medita piuttosto le loro massime,
perché da loro imparerai la dottrina
e potrai metterti a servizio dei grandi.
9Non trascurare i discorsi dei vecchi,
perché anch’essi hanno imparato dai loro padri;
da loro imparerai il discernimento
e come rispondere nel momento del bisogno.

10Non attizzare le braci del peccatore,
per non bruciare nel fuoco della sua fiamma.
11Non recedere dalla presenza del violento,
perché egli non tenda un agguato contro di te.
12Non fare prestiti a un uomo più forte di te
e se gli hai prestato qualcosa, considerala perduta.
13Non garantire oltre le tue possibilità
e se hai garantito, preòccupati di soddisfare.
14Non muovere causa a un giudice,
perché lo giudicheranno tenendo conto del suo prestigio.
15Con un temerario non metterti in viaggio,
perché non ti sia di peso;
egli camminerà infatti secondo il suo capriccio
e con lui andrai in rovina per la sua stoltezza.
16Non litigare con un uomo irascibile
e non passare con lui per un luogo solitario,
perché ai suoi occhi il sangue è come un nulla,
dove non c’è possibilità di aiuto ti assalirà.
17Non consigliarti con un uomo stolto,
perché non saprà mantenere il segreto.
18Davanti a uno straniero non fare nulla di nascosto,
perché non sai che cosa ne seguirà.
19A un uomo qualsiasi non aprire il tuo cuore,
perché potrebbe non esserti riconoscente.

1Non essere geloso della donna che riposa sul tuo seno,
per non darle a tuo danno un cattivo insegnamento.
2Non darti interamente a una donna,
sì che essa s’imponga sulla tua forza.
3Non dare appuntamento a una donna licenziosa,
perché tu non abbia a cadere nei suoi lacci.
4Non frequentare una cantante,
per non essere preso dalle sue seduzioni.
5Non fissare il tuo sguardo su una vergine,
per non essere coinvolto nella sua punizione.
6Non perderti dietro alle prostitute,
per non dissipare il tuo patrimonio.
7Non curiosare nelle vie della città,
non aggirarti nei suoi luoghi solitari.
8Distogli l’occhio da una donna avvenente,
non fissare una bellezza che non ti appartiene.
Per la bellezza di una donna molti si sono rovinati,
l’amore per lei brucia come un fuoco.
9Non sederti accanto a una donna sposata,
e con lei non frequentare banchetti bevendo vino,
perché il tuo cuore non corra dietro a lei
e per la passione tu non vada in rovina.

10Non abbandonare un vecchio amico,
perché quello nuovo non è uguale a lui.
Vino nuovo, amico nuovo:
quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere.
11Non invidiare il successo di un peccatore,
perché non sai quale sarà la sua fine.
12Non compiacerti del benessere degli empi,
ricòrdati che non rimarranno impuniti fino alla morte.
13Stai lontano dall’uomo che ha il potere di uccidere
e non sperimenterai il timore della morte.
Se l’avvicini, stai attento a non sbagliare,
perché egli non ti tolga la vita;
sappi che cammini in mezzo ai lacci
e ti muovi sui bastioni della città.
14Per quanto puoi, mantieni buoni rapporti con i vicini,
ma consìgliati solo con i saggi.
15Conversa con uomini assennati
e ogni tuo colloquio sia sulle leggi dell’Altissimo.
16Tuoi commensali siano gli uomini giusti,
il tuo vanto sia nel timore del Signore.
17Per la mano degli artigiani l’opera merita lode,
ma il capo del popolo è saggio per il parlare.
18Un uomo chiacchierone è temuto nella sua città,
chi non sa controllare le parole è detestato.

[vv. 1-5]

6Non irritarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi
e non fare nulla in preda all’ira.
7Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
l’uno e gli altri hanno in odio l’ingiustizia.
8Il regno passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
Niente è più empio dell’uomo che ama il denaro,
poiché egli si vende anche l’anima.
9Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
10Una lunga malattia si prende gioco del medico;
chi oggi è re, domani morirà.
11Quando l’uomo muore,
eredita rettili, belve e vermi.

12Principio della superbia è allontanarsi dal Signore;
il superbo distoglie il cuore dal suo creatore.
13Principio della superbia infatti è il peccato;
chi ne è posseduto diffonde cose orribili.
Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi
e li ha abbattuti fino ad annientarli.
14Il Signore ha rovesciato i troni dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere i miti.
15Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni,
al loro posto ha piantato gli umili.
16Il Signore ha sconvolto le terre delle nazioni
e le ha distrutte fino alle fondamenta.
17Le ha cancellate dal consorzio umano e le ha annientate,
ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.
18Non è fatta per gli uomini la superbia
né l’impeto della collera per i nati da donna.

19Quale stirpe è degna d’onore? La stirpe dell’uomo.
Quale stirpe è degna d’onore? Quelli che temono il Signore.
Quale stirpe non è degna d’onore? La stirpe dell’uomo.
Quale stirpe non è degna d’onore? Quelli che trasgrediscono i comandamenti.
20Tra i fratelli viene onorato chi li comanda,
ma agli occhi del Signore quelli che lo temono.
21Principio di gradimento è il timore del Signore,
principio di rifiuto l’ostinazione e la superbia.
22Il ricco, il nobile, il povero:
loro vanto è il timore del Signore.
23Non è giusto disprezzare un povero che ha senno
e non conviene onorare un uomo peccatore.
24Il principe, il giudice e il potente sono onorati,
ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.
25Uomini liberi serviranno uno schiavo sapiente
e chi ha senno non protesterà.

26Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro
e non gloriarti nel momento del tuo bisogno.
27Meglio uno che lavora e abbonda di tutto
di chi va in giro a vantarsi e manca di cibo.
28Figlio, con modestia pensa al tuo onore
e fatti valere secondo il tuo merito.
29Chi giustificherà uno che fa male a se stesso
e chi onorerà colui che si disonora?
30Un povero viene onorato per la sua scienza
e un ricco viene onorato per la sua ricchezza.
31Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza!
E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà!

1La sapienza dell’umile gli farà tenere alta la testa
e lo farà sedere tra i grandi.
2Non lodare un uomo per la sua bellezza
e non detestare un uomo per il suo aspetto.
3L’ape è piccola tra gli esseri alati,
ma il suo prodotto è il migliore fra le cose dolci.
4Non ti vantare per le vesti che indossi
e non insuperbirti nel giorno della gloria,
perché stupende sono le opere del Signore,
eppure esse sono nascoste agli uomini.
5Molti sovrani sedettero sulla polvere,
mentre uno sconosciuto cinse il loro diadema.
6Molti potenti furono grandemente disonorati
e uomini illustri furono consegnati al potere altrui.

7Non biasimare prima di avere indagato,
prima rifletti e poi condanna.
8Non rispondere prima di aver ascoltato,
e non interrompere il discorso di un altro.
9Per una cosa di cui non hai bisogno, non litigare,
e non immischiarti nella lite dei peccatori.

[vv. 10b-19]

20Persevera nel tuo impegno e dèdicati a esso,
invecchia compiendo il tuo lavoro.
21Non ammirare le opere del peccatore,
confida nel Signore e sii costante nella tua fatica,
perché è facile agli occhi del Signore
arricchire un povero all’improvviso.
22La benedizione del Signore è la ricompensa del giusto;
all’improvviso fiorirà la sua speranza.
23Non dire: «Di che cosa ho bisogno
e di quali beni disporrò d’ora innanzi?».
24Non dire: «Ho quanto mi occorre;
che cosa potrà ormai capitarmi di male?».
25Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura
e nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.
26È facile per il Signore nel giorno della morte
rendere all’uomo secondo la sua condotta.
27L’infelicità di un’ora fa dimenticare il benessere;
alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.
28Prima della fine non chiamare nessuno beato;
un uomo sarà conosciuto nei suoi figli.

29Non portare in casa tua qualsiasi persona,
perché sono molte le insidie dell’imbroglione.
30Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo;
come una spia egli attende la tua caduta.
31Cambiando il bene in male egli tende insidie,
troverà difetti anche nelle cose migliori. 32Da una scintilla il fuoco si espande nei carboni,
così il peccatore sta in agguato per spargere sangue.
33Guàrdati dal malvagio, perché egli prepara il male:
che non disonori per sempre anche te!
34Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa
e ti renderà estraneo ai tuoi.

[vv. 1-7]

8Nella prosperità l’amico non si può riconoscere
e nell’avversità il nemico non resterà nascosto.
9Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore,
ma quando uno è nei guai, anche l’amico se ne va.
10Non fidarti mai del tuo nemico,
perché la sua malvagità s’arrugginisce come il rame.
11Anche se si abbassa e cammina curvo,
sta’ attento e guàrdati da lui;
compòrtati con lui come chi pulisce uno specchio
e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a lungo.
12Non metterlo al tuo fianco,
perché egli non ti scavalchi e prenda il tuo posto;
non farlo sedere alla tua destra,
perché non ambisca il tuo seggio,
e alla fine tu riconosca la verità delle mie parole
e senta rimorso per i miei detti.
13Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente
e di quanti si avvicinano alle belve?
14Così càpita a chi frequenta un peccatore
e s’immischia nei suoi delitti.
15Per un momento rimarrà con te,
ma se vacilli, non resisterà.
16Il nemico ha il dolce sulle labbra,
ma in cuore medita di gettarti in una fossa.
Il nemico avrà lacrime agli occhi,
ma se troverà l’occasione, non si sazierà del tuo sangue.
17Se ti càpita una disgrazia, lo troverai accanto a te,
e, fingendo di aiutarti, ti prenderà per il tallone.
18Scuoterà il capo e batterà le mani,
poi sparlerà di te voltandoti la faccia.

1Chi maneggia la pece si sporca,
chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
2Non portare un peso troppo grave per te,
non associarti a uno più forte e più ricco di te.
Perché accostare una brocca alla pentola?
Se questa cozza, l’altra si spezza.
3Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
il povero subisce ingiustizia e per di più deve scusarsi.
4Se gli sei utile, si approfitta di te;
se hai bisogno, ti abbandonerà.
5Se possiedi, starà con te,
e ti impoverisce senza alcun rimorso.
6Se ha bisogno di te, ti imbroglierà,
ti sorriderà e ti farà sperare,
ti rivolgerà belle parole e chiederà: «Di che cosa hai bisogno?».
7Con i suoi banchetti ti farà vergognare,
finché non ti avrà spremuto due o tre volte tanto.
Alla fine ti deriderà,
poi vedendoti ti eviterà
e scuoterà il suo capo davanti a te.
8Sta’ attento a non lasciarti imbrogliare
e a non farti umiliare per la tua stoltezza.

9Quando un potente ti chiama, allontànati,
ed egli insisterà nel chiamarti.
10Non essere invadente per non essere respinto,
non stare appartato per non essere dimenticato.
11Non credere di trattare alla pari con lui
e non dare credito alle sue chiacchiere,
perché parla molto per metterti alla prova
e anche sorridendo indagherà su di te.
12Non ha pietà chi non mantiene la parola,
non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
13Guàrdati e sta’ molto attento,
perché cammini sull’orlo del precipizio.
14Quando ascolti queste cose nel sonno, svégliati:
per tutta la tua vita ama il Signore
e invocalo per la tua salvezza.

[vv. 15b-26]

[vv. 1-10]

11Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene
e presenta al Signore le offerte dovute.
12Ricòrdati che la morte non tarderà
e il decreto degli inferi non ti è stato rivelato.
13Prima di morire fa’ del bene all’amico,
secondo le tue possibilità sii generoso con lui.
14Non privarti di un giorno felice,
non ti sfugga nulla di un legittimo desiderio.
15Non lascerai forse a un altro i frutti del tuo lavoro,
e le tue fatiche per essere divise fra gli eredi?
16Regala e accetta regali, e divèrtiti,
perché negli inferi non si ricerca l’allegria.
17Ogni corpo invecchia come un abito,
è una legge da sempre: «Devi morire!».
18Come foglie verdi su un albero frondoso,
alcune cadono e altre germogliano,
così sono le generazioni umane:
una muore e un’altra nasce.
19Ogni opera corruttibile scompare
e chi la compie se ne andrà con essa.

[vv. 20b-27]

[vv. 1-10]

11Non dire: «A causa del Signore sono venuto meno»,
perché egli non fa quello che detesta.
12Non dire: «Egli mi ha tratto in errore»,
perché non ha bisogno di un peccatore.
13Il Signore odia ogni abominio:
esso non è amato da quelli che lo temono.
14Da principio Dio creò l’uomo
e lo lasciò in balìa del suo proprio volere.
15Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti;
l’essere fedele dipende dalla tua buona volontà.
16Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
17Davanti agli uomini stanno la vita e la morte:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
18Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
19I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
20A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

1Non desiderare molti figli buoni a nulla,
non rallegrarti dei figli che sono empi.
2Siano pur molti, non gioire
se sono privi del timore del Signore.
3Non contare sulla loro giovane età
e non confidare nel loro numero,
perché tu gemerai per un dolore prematuro
e d’improvviso conoscerai la loro fine;
poiché è preferibile uno a mille
e morire senza figli che averne di empi.
4La città sarà ripopolata per opera di un solo saggio,
mentre la stirpe degli iniqui verrà distrutta.

5Il mio occhio ha visto molte cose simili,
il mio orecchio ne ha sentite anche di più gravi.
6Nell’assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l’ira.
7Egli non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
8Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
9Non ebbe pietà di un popolo maledetto,
che fu scacciato per i suoi peccati.
Tutto questo egli fece a nazioni dal cuore duro
e per il numero dei suoi santi non fu consolato.
10Così trattò i seicentomila fanti
che avevano congiurato per la durezza del loro cuore.
Flagellando, avendo pietà, percuotendo, guarendo,
il Signore ha custodito nella pietà e nell’istruzione.

11Ci fosse anche un solo uomo di dura cervice,
sarebbe inaudito se restasse impunito,
poiché in lui c’è misericordia e ira,
potente quando perdona e quando riversa la sua ira.
12Tanto grande è la sua misericordia, quanto grande il suo rimprovero;
egli giudicherà l’uomo secondo le sue opere.
13Non sfuggirà il peccatore con la sua preda,
né la pazienza del giusto sarà delusa.
14Egli riconoscerà ogni atto di misericordia,
ciascuno riceverà secondo le sue opere.
15Il Signore ha indurito il faraone perché non lo riconoscesse,
perché fossero note le sue opere sotto il cielo.
16A tutta la creazione la sua misericordia è manifesta,
ha dispensato la luce e le tenebre agli uomini.

17Non dire: «Mi nasconderò al Signore!
Lassù chi si ricorderà di me?
Fra tanta gente non sarò riconosciuto,
chi sarò io in mezzo a una creazione immensa?».
18Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l’abisso e la terra sussultano quando egli appare.
Tutto l’universo è stato creato ed esiste per la sua volontà.
19Anche i monti e le fondamenta della terra
tremano di spavento quando egli li scruta.
20Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi presta attenzione?
21Come un uragano che l’uomo non vede,
così molte sue opere sono nascoste.
22«Chi annuncerà le sue opere di giustizia?
O chi aspetterà? L’alleanza infatti è ancora lontana,
e il rendiconto di tutto sarà solo alla fine».
23Queste cose pensa chi ha il cuore meschino;
lo stolto, che si lascia ingannare, pensa sciocchezze.

[vv. 24b-25]

26Quando il Signore da principio creò le sue opere,
dopo averle fatte ne distinse le parti.
27Ordinò per sempre le sue opere
e il loro dominio per le generazioni future.
Non soffrono né fame né stanchezza
e non interrompono il loro lavoro.
28Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno alla sua parola.
29Dopo ciò il Signore guardò alla terra
e la riempì dei suoi beni.
30Ne coprì la superficie con ogni specie di viventi
e questi ad essa faranno ritorno.

[vv. 1-24]

25Ritorna al Signore e abbandona il peccato,
prega davanti a lui e riduci gli ostacoli.
26Volgiti all’Altissimo e allontanati dall’ingiustizia;
egli infatti ti condurrà dalle tenebre alla luce della salvezza.
Devi odiare fortemente ciò che lui detesta.
27Negl’inferi infatti chi loderà l’Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
28Da un morto, che non è più, non ci può essere lode,
chi è vivo e sano loda il Signore.
29Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!
30Non vi può essere tutto negli uomini,
poiché un figlio dell’uomo non è immortale.
31Che cosa c’è di più luminoso del sole? Anch’esso scompare.
Così l’uomo, che è carne e sangue, volge la mente al male.
32Egli passa in rassegna l’esercito nel più alto dei cieli,
ma gli uomini sono tutti terra e cenere.

1Colui che vive in eterno ha creato l’intero universo.
2Il Signore soltanto è riconosciuto giusto
e non c’è altri al di fuori di lui.
3Egli regge il mondo con il palmo della mano
e tutto obbedisce alla sua volontà;
con il suo potere egli è il re di tutte le cose
e in esse distingue il sacro dal profano.
4A nessuno è possibile svelare le sue opere
e chi può esplorare le sue grandezze?
5La potenza della sua maestà chi potrà misurarla?
Chi riuscirà a narrare le sue misericordie?
6Non c’è nulla da togliere e nulla da aggiungere,
non è possibile scoprire le meraviglie del Signore.
7Quando l’uomo ha finito, allora comincia,
quando si ferma, allora rimane perplesso.

[vv. 8b-29]

30Non seguire le passioni,
poni un freno ai tuoi desideri.
31Se ti concedi lo sfogo della passione,
essa ti renderà oggetto di scherno per i tuoi nemici.
32Non rallegrarti per i molti piaceri,
per non impoverirti con i loro costi.
33Non ridurti in miseria per i debiti dei banchetti,
quando non hai nulla nella borsa,
perché sarà un’insidia alla tua propria vita.

[vv. 1-3]

4Chi si fida troppo presto, è di animo leggero,
chi pecca, danneggia se stesso.
5Chi si compiace del male, sarà condannato;
chi resiste ai piaceri, corona la propria vita.
6Chi domina la lingua, vivrà senza liti;
chi odia la loquacità, riduce i guai.
7Non ripetere mai la parola udita
e non ne avrai alcun danno.
8Non parlare né riguardo all’amico né riguardo al nemico,
e se puoi farlo senza colpa, non svelare nulla,
9poiché chi ti ascolta si guarderà da te
e all’occasione ti detesterà.
10Hai udito una parola? Muoia con te!
Sta’ sicuro, non ti farà scoppiare.
11Per una parola va in doglie lo stolto,
come la partoriente per un bambino.
12Una freccia conficcata nella coscia:
tale una parola in seno allo stolto.

[vv. 13b-19]

20Ogni sapienza è timore del Signore
e in ogni sapienza c’è la pratica della legge
e la conoscenza della sua onnipotenza.
21Il servo che dice al padrone: «Non farò ciò che ti piace»,
anche se dopo lo fa, irrita colui che gli dà da mangiare.
22Non c’è sapienza nella conoscenza del male,
non è mai prudenza il consiglio dei peccatori.
23C’è un’astuzia che è abominevole,
c’è uno stolto cui manca la saggezza.
24Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato,
che uno molto intelligente ma trasgressore della legge.
25C’è un’astuzia fatta di cavilli, ma ingiusta,
c’è chi intriga per prevalere in tribunale,
ma il saggio è giusto quando giudica.
26C’è il malvagio curvo nella sua tristezza,
ma il suo intimo è pieno d’inganno;
27abbassa il volto e finge di essere sordo,
ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento su di te.
28E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare,
all’occasione propizia farà del male.
29Dall’aspetto si conosce l’uomo
e chi è assennato da come si presenta.
30Il vestito di un uomo, la bocca sorridente
e la sua andatura rivelano quello che è.

[vv. 1-13]

14Il dono di uno stolto non ti giova,
e ugualmente quello dell’invidioso, perché è frutto di costrizione;
i suoi occhi, infatti, sono molti invece di uno.
15Egli dà poco, ma rinfaccia molto;
apre la sua bocca come un banditore.
Oggi fa un prestito e domani lo richiede;
quanto è odioso un uomo del genere!
16Lo stolto dice: «Non ho un amico,
non c’è gratitudine al bene che faccio».
Quelli che mangiano il suo pane sono lingue cattive.
17Quanti si burleranno di lui, e quante volte!
Poiché non accoglie l’avere con spirito retto,
e il non avere gli è ugualmente indifferente.

18Meglio inciampare sul pavimento che con la lingua;
è così che la caduta dei cattivi giunge rapida.
19Un discorso inopportuno è come un racconto inopportuno:
è sempre sulla bocca dei maleducati.
20Non si accetta un proverbio dalla bocca dello stolto,
perché non lo dice mai a proposito.

[vv. 21b-32]

1Figlio, hai peccato? Non farlo più
e chiedi perdono per le tue colpe passate.
2Come davanti a un serpente, fuggi il peccato:
se ti avvicini, ti morderà.
Denti di leone sono i suoi denti,
capaci di distruggere vite umane.
3Ogni trasgressione è spada a doppio taglio,
non c’è guarigione alle sue ferite.
4Spavento e violenza disperdono la ricchezza,
così la casa del superbo sarà devastata.
5La preghiera del povero sale agli orecchi di Dio
e il giudizio di lui sarà a suo favore.
6Chi odia il rimprovero segue le orme del peccatore,
ma chi teme il Signore si converte nel cuore.
7Da lontano si conosce chi è abile nel parlare,
ma l’assennato avverte quando inciampa.
8Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui
è come chi ammucchia pietre per il sepolcro.
9Ammasso di stoppa è una riunione di iniqui,
la loro fine è una fiammata di fuoco.
10La via dei peccatori è ben lastricata,
ma al suo termine c’è il baratro infernale.

[vv. 11b-28]

[vv. 1-18]

19Chi punge un occhio lo fa lacrimare,
chi punge un cuore ne scopre il sentimento.
20Chi scaglia un sasso contro gli uccelli li mette in fuga,
chi offende un amico rompe l’amicizia.
21Se hai sguainato la spada contro un amico,
non disperare: può esserci un ritorno.
22Se hai aperto la bocca contro un amico,
non temere: può esserci riconciliazione,
tranne il caso d’insulto, di arroganza,
di segreti svelati e di un colpo a tradimento;
in questi casi ogni amico scompare.
23Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà,
per godere con lui nella sua prosperità.
Nel tempo della tribolazione restagli vicino,
per avere parte alla sua eredità.
L’apparenza infatti non è sempre da disprezzare
né deve meravigliare che un ricco non abbia senno.
24Prima del fuoco c’è vapore e fumo di fornace,
così prima del sangue ci sono le ingiurie.
25Non mi vergognerò di proteggere un amico,
non mi nasconderò davanti a lui.
26Se mi succederà il male a causa sua,
chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.

[v. 27]

[vv. 1-6]

7Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca,
chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante.
8Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
9Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a proferire il nome del Santo.
10Infatti, come un servo interrogato accuratamente
non mancherà di prendere lividure,
così chi giura e pronuncia il Nome di continuo
di certo non sarà esente da peccato.
11Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità;
il flagello non si allontana dalla sua casa.
Se sbaglia, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso, non sarà giustificato,
e la sua casa si riempirà di sventure.

12C’è un modo di parlare paragonabile alla morte:
che non si trovi nella discendenza di Giacobbe!
Da tutto questo infatti staranno lontano i pii,
così non si rotoleranno nei peccati.
13Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità,
in esse infatti c’è motivo di peccato.
14Ricorda tuo padre e tua madre
quando siedi tra i grandi,
perché non lo dimentichi davanti a loro
e per abitudine non dica sciocchezze,
e non giunga a desiderare di non essere nato
e maledica il giorno della tua nascita.
15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.

[vv. 16b-28]

[vv. 1-22]

23Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo,
la legge che Mosè ci ha prescritto,
eredità per le assemblee di Giacobbe.
24Non cessate di rafforzarvi nel Signore,
aderite a lui perché vi dia vigore.
Il Signore onnipotente è l’unico Dio
e non c’è altro salvatore al di fuori di lui.
25Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione delle primizie,
26effonde intelligenza come l’Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura,
27come luce irradia la dottrina,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
28Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza
e così l’ultimo non l’ha mai pienamente indagata.
29Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio è più profondo del grande abisso.

[vv. 30b-34]

[vv. 1-6]

7Nove situazioni ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
chi non ara con il bue e l’asino insieme,
chi non ha peccato con la sua lingua,
chi non ha servito a uno indegno di lui;
9felice chi ha trovato la prudenza,
chi parla a gente che l’ascolta;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore!
11Il timore del Signore vale più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà essere paragonato?
12Il timore del Signore è inizio di amore per lui,
la fede è inizio di adesione a lui.

13Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore,
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
14qualunque sventura, ma non quella causata da persone che odiano,
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
15Non c’è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c’è ira peggiore dell’ira di una donna.
16Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
17La malvagità di una donna ne àltera l’aspetto,
rende il suo volto tetro come quello di un orso.
18Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e senza volerlo geme amaramente.
19Ogni malizia è nulla di fronte alla malizia di una donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
20Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
21Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
22Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
23Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale è colei che non rende felice il proprio marito.
24Dalla donna ha inizio il peccato
e per causa sua tutti moriamo.
25Non dare all’acqua via d’uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
26Se non cammina al cenno della tua mano,
separala dalla tua carne.

[c. 26]
[<< 26]
[<< 26]

[vv. 1-3]

4Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
5I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
6Il frutto dimostra come è coltivato l’albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
7Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

[vv. 8b-15]

16Chi svela i segreti perde l’altrui fiducia
e non trova più un amico per il suo cuore.
17Ama l’amico e sii a lui fedele,
ma se hai svelato i suoi segreti,
non corrergli dietro,
18perché, come chi ha perduto uno che è morto,
così tu hai perduto l’amicizia del tuo prossimo.
19Come un uccello che ti sei fatto scappare di mano,
così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.
20Non inseguirlo, perché ormai è lontano,
è fuggito come una gazzella dal laccio.
21Perché si può fasciare una ferita
e un’ingiuria si può riparare,
ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.

[vv. 22b-30]

[c. 28]
[<< 28]
[<< 28]

[vv. 1-13]

14L’uomo buono garantisce per il prossimo,
ma chi ha perduto ogni vergogna lo abbandona.
15Non dimenticare il favore di chi si è fatto garante,
poiché egli si è impegnato per te.
16Il vizioso dilapida i beni del suo garante
17e l’ingrato di cuore abbandona chi l’ha salvato.
18La cauzione ha rovinato molta gente onesta,
li ha sballottati come onda del mare.
Ha mandato in esilio uomini potenti,
li ha costretti a vagare fra genti straniere.
19Un peccatore si precipita verso la garanzia,
va dietro ai guadagni e finisce in tribunale.
20Aiuta il tuo prossimo secondo la tua possibilità
e bada a te stesso per non rovinarti.

[vv. 21b-28]

1Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta per lui,
per gioire di lui alla fine.
2Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
3Chi istruisce il proprio figlio rende geloso il nemico
e davanti agli amici si rallegra.
4Muore il padre? È come se non morisse,
perché dopo di sé lascia uno che gli è simile.
5Durante la vita egli gioisce nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
6Per i nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
7Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
8Un cavallo non domato diventa caparbio,
un figlio lasciato a se stesso diventa testardo.
9Vezzeggia il figlio ed egli ti riserverà delle sorprese,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
10Non ridere con lui per non doverti rattristare,
e non debba alla fine digrignare i denti.
11Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi errori.
12Piegagli il collo quando è giovane,
e battigli i fianchi finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
13Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai sopportare la sua insolenza.

[vv. 14b-15]

16Non c’è ricchezza superiore alla salute del corpo
e non c’è felicità più grande della gioia del cuore.
17Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
18Cose buone versate su una bocca chiusa
sono come cibi deposti sopra una tomba.
19A che serve all’idolo l’offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo;
così è per colui che il Signore perséguita.
20Egli guarda con gli occhi e geme,
come un eunuco che abbraccia una vergine e geme:
così è per colui che fa giustizia con violenza.

21Non darti in balìa della tristezza
e non tormentarti con i tuoi pensieri.
22La gioia del cuore è la vita dell’uomo,
l’allegria dell’uomo è lunga vita.
23Distraiti e consola il tuo cuore,
tieni lontana la profonda tristezza,
perché la tristezza ha rovinato molti
e in essa non c’è alcun vantaggio.
24Gelosia e ira accorciano i giorni,
le preoccupazioni anticipano la vecchiaia.
25Un cuore limpido e sereno si accontenta dei cibi
e gusta tutto quello che mangia.

[vv. 1-11]

12Sei seduto davanti a una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: «Che abbondanza qua sopra!».
13Ricòrdati che è un male l’occhio cattivo.
Che cosa è stato creato peggiore dell’occhio?
Per questo esso lacrima davanti a tutti.
14Non tendere la mano dove un altro volge lo sguardo
e non precipitarti sul piatto insieme con lui.
15A partire da te intendi i desideri del tuo prossimo
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo frugale ciò che ti è posto dinanzi,
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a tendere la mano.

[vv. 19b-24]

25Non fare lo spavaldo con il vino,
perché il vino ha mandato molti in rovina.
26La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori, in una sfida di arroganti.
27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella dove manca il vino?
Fin dall’inizio è stato creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell’anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
29Amarezza dell’anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
30L’ubriachezza accresce l’ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua allegria.
Non dirgli parole di biasimo
e non affliggerlo chiedendogli quanto ti deve.

[vv. 1-17]

18Chi è saggio non trascura la riflessione,
l’empio e il superbo non provano alcun timore.
19Non fare nulla senza consiglio,
non ti pentirai di averlo fatto.
20Non camminare in una via piena di ostacoli
e non inciamperai in luoghi pietrosi.
21Non fidarti di una via senza inciampi,
22guàrdati anche dai tuoi figli.
23In tutto ciò che fai abbi fiducia in te stesso,
perché anche questo è osservare i comandamenti.
24Chi crede alla legge è attento ai comandamenti,
chi confida nel Signore non subirà alcun danno.

[vv. 1-19]

20Al figlio e alla moglie, al fratello e all’amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
21Finché vivi e in te c’è respiro,
non abbandonarti al potere di nessuno.
22È meglio che i figli chiedano a te,
piuttosto che tu debba volgere lo sguardo alle loro mani.
23In tutte le tue opere mantieni la tua autorità
e non macchiare la tua dignità.
24Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.

[vv. 25b-33]

[c. 34]
[<< 34]
[<< 34]

1Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
2chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
3Chi ricambia un favore offre fior di farina,
4chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode.
5Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,
sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia.
6Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
7perché tutto questo è comandato.
8L’offerta del giusto arricchisce l’altare,
il suo profumo sale davanti all’Altissimo.
9Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito,
il suo ricordo non sarà dimenticato.
10Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
11In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
12Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilità,
13perché il Signore è uno che ripaga
e ti restituirà sette volte tanto.

14Non corromperlo con doni, perché non li accetterà,
15e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perché il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
16Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
17Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
18Le lacrime della vedova non scendono forse sulle sue guance
19e il suo grido non si alza contro chi gliele fa versare?
20Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
21La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
22e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Il Signore certo non tarderà
né si mostrerà paziente verso di loro,
finché non abbia spezzato le reni agli spietati
23e si sia vendicato delle nazioni,
finché non abbia estirpato la moltitudine dei violenti
e frantumato lo scettro degli ingiusti,
24finché non abbia reso a ciascuno secondo il suo modo di agire
e giudicato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni,
25finché non abbia fatto giustizia al suo popolo
e lo abbia allietato con la sua misericordia.
26Splendida è la misericordia nel momento della tribolazione,
come le nubi apportatrici di pioggia nel tempo della siccità.

1Abbi pietà di noi, Signore, Dio dell’universo, e guarda,
2infondi il tuo timore su tutte le nazioni.
3Alza la tua mano sulle nazioni straniere,
perché vedano la tua potenza.
4Come davanti a loro ti sei mostrato santo in mezzo a noi,
così davanti a noi móstrati grande fra di loro.
5Ti riconoscano, come anche noi abbiamo riconosciuto
che non c’è Dio al di fuori di te, o Signore.
6Rinnova i segni e ripeti i prodigi,
7glorifica la tua mano e il tuo braccio destro.
8Risveglia il tuo sdegno e riversa la tua ira,
9distruggi l’avversario e abbatti il nemico.
10Affretta il tempo e ricòrdati del giuramento,
e si narrino le tue meraviglie.
11Sia consumato dall’ira del fuoco chi è sopravvissuto
e cadano in rovina quelli che maltrattano il tuo popolo.
12Schiaccia le teste dei capi nemici
che dicono: «Non c’è nessuno al di fuori di noi».
13Raduna tutte le tribù di Giacobbe,
rendi loro l’eredità come era al principio.
14Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome,
d’Israele che hai reso simile a un primogenito.
15Abbi pietà della tua città santa,
di Gerusalemme, luogo del tuo riposo.
16Riempi Sion della celebrazione delle tue imprese
e il tuo popolo della tua gloria.
17Rendi testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio,
risveglia le profezie fatte nel tuo nome.
18Ricompensa coloro che perseverano in te,
i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi,
19secondo la benedizione di Aronne sul tuo popolo,
e riconoscano tutti quelli che abitano sulla terra
che tu sei il Signore, il Dio dei secoli.

[vv. 20b-28]

1Ogni amico dice: «Anch’io sono amico»,
ma c’è chi è amico solo di nome.
2Non è forse un dolore mortale
un compagno e amico che diventa nemico?
3O inclinazione al male, come ti sei insinuata
per ricoprire la terra di inganni?
4C’è chi si rallegra con l’amico quando tutto va bene,
ma al momento della tribolazione gli è ostile.
5C’è chi si affligge con l’amico per amore del proprio ventre,
ma di fronte alla battaglia prende lo scudo.
6Non dimenticarti dell’amico nell’animo tuo,
non scordarti di lui nella tua prosperità.

7Ogni consigliere esalta il consiglio che dà,
ma c’è chi consiglia a proprio vantaggio.
8Guàrdati da chi vuole darti consiglio
e prima infórmati quali siano le sue necessità:
egli infatti darà consigli a suo vantaggio;
perché non abbia a gettare un laccio su di te
9e ti dica: «La tua via è buona»,
ma poi si tenga in disparte per vedere quel che ti succede.
10Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco
e nascondi le tue intenzioni a quanti ti invidiano.
11Non consigliarti con una donna sulla sua rivale
e con un pauroso sulla guerra,
con un mercante sul commercio
e con un compratore sulla vendita,
con un invidioso sulla riconoscenza
e con uno spietato sulla bontà di cuore,
con un pigro su una iniziativa qualsiasi
e con un salariato sul raccolto,
con uno schiavo pigro su un lavoro importante.
Non dipendere da costoro per nessun consiglio.
12Frequenta invece un uomo giusto,
di cui sai che osserva i comandamenti
e ha un animo simile al tuo,
perché se tu cadi, egli saprà compatirti.
13Attieniti al consiglio del tuo cuore,
perché nessuno ti è più fedele.
14Infatti la coscienza di un uomo talvolta suole avvertire
meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.
15Per tutte queste cose invoca l’Altissimo,
perché guidi la tua via secondo verità.

[vv. 16b-26]

27Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso,
vedi quello che ti nuoce e non concedertelo.
28Difatti non tutto conviene a tutti
e non tutti approvano ogni cosa.
29Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria
e non ti gettare sulle vivande,
30perché l’abuso dei cibi causa malattie
e l’ingordigia provoca le coliche.
31Molti sono morti per ingordigia,
chi invece si controlla vivrà a lungo.

[vv. 1-15]

16Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre profondamente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo le sue volontà
e non trascurare la sua tomba.
17Piangi amaramente e alza il tuo caldo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due per evitare maldicenze,
poi consólati del tuo dolore.
18Infatti dal dolore esce la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19Nella disgrazia resta il dolore,
una vita da povero è maledizione del cuore.
20Non abbandonare il tuo cuore al dolore,
scaccialo ricordando la tua fine.
21Non dimenticare che non c’è ritorno;
a lui non gioverai e farai del male a te stesso.
22Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua:
ieri a me e oggi a te.
23Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo ricordo;
consólati di lui, ora che il suo spirito è partito.

[vv. 24b-30]

31Tutti costoro confidano nelle proprie mani,
e ognuno è abile nel proprio mestiere.
32Senza di loro non si costruisce una città,
nessuno potrebbe soggiornarvi o circolarvi.
Ma essi non sono ricercati per il consiglio del popolo,
33nell’assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice
e non conoscono le disposizioni della legge.
Non fanno brillare né l’istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi,
34ma essi consolidano la costruzione del mondo,
e il mestiere che fanno è la loro preghiera.

[v. 34]

[vv. 1-11]

12Dopo aver riflettuto, parlerò ancora,
sono pieno come la luna nel plenilunio.
13Ascoltatemi, figli santi, e crescete
come una rosa che germoglia presso un torrente.
14Come incenso spargete buon profumo,
fate sbocciare fiori come il giglio,
alzate la voce e cantate insieme,
benedite il Signore per tutte le sue opere.
15Magnificate il suo nome
e proclamate la sua lode,
con i canti delle labbra e con le cetre,
e nella vostra acclamazione dite così:
16Quanto sono belle tutte le opere del Signore!
Ogni suo ordine si compirà a suo tempo!
17Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?».
Tutto infatti sarà esaminato a suo tempo.
Alla sua parola l’acqua si arresta come una massa,
a un detto della sua bocca si aprono i serbatoi delle acque.
18A un suo comando si realizza quanto egli vuole,
e nessuno potrà sminuire la sua opera di salvezza.
19Le opere di ogni uomo sono davanti a lui,
non è possibile nascondersi ai suoi occhi;
20egli guarda da un’eternità all’altra,
nulla è straordinario davanti a lui.
21Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?».
Tutto infatti è stato creato con uno scopo preciso.

[vv. 22b-31]

32Di questo ero convinto fin dal principio,
vi ho riflettuto e l’ho messo per iscritto:
33«Le opere del Signore sono tutte buone;
egli provvederà a ogni necessità a suo tempo».
34Non bisogna dire: «Questo è peggiore di quello».
Tutto infatti al tempo giusto sarà riconosciuto buono.
35E ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca,
e benedite il nome del Signore.

[c. 40]
[<< 40]
[<< 40]

1O morte, com’è amaro il tuo ricordo
per l’uomo che vive sereno nella sua agiatezza,
per l’uomo senza assilli e fortunato in tutto
e ancora in forze per provare il piacere.
2O morte, è gradita la tua sentenza
all’uomo indigente e privo di forze,
al vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
a colui che è indocile e ha perduto ogni speranza.
3Non temere la sentenza della morte,
ricòrdati di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.
4Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perché ribellarsi al volere dell’Altissimo?
Siano dieci, cento, mille anni:
negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita.

[vv. 5b-13]

14Figli, custodite l’istruzione in pace;
ma sapienza nascosta e tesoro invisibile,
a che cosa servono entrambi?
15Meglio l’uomo che nasconde la sua stoltezza
di quello che nasconde la sua sapienza.
16Perciò provate vergogna per le cose che qui di seguito vi indico:
non è bene infatti vergognarsi di qualsiasi cosa,
come non si può approvare sempre tutto.
17Vergognatevi della prostituzione davanti al padre e alla madre,
della menzogna davanti al capo e al potente,
18del delitto davanti al giudice e al magistrato,
dell’empietà davanti all’assemblea e al popolo,
dell’ingiustizia davanti al compagno e all’amico,
19del furto davanti all’ambiente dove abiti,
di Dio, che è veritiero, e dell’alleanza,
di piegare i gomiti sopra i pani, a tavola,
di essere scortese quando ricevi e quando dai,
20di non rispondere a quanti salutano,
dello sguardo su una donna scostumata,
21del rifiuto fatto a un parente,
dell’appropriazione di eredità o donazione,
del desiderio per una donna sposata,
22della relazione con la sua schiava
– non accostarti al suo letto –,
di dire parole ingiuriose davanti agli amici
e, dopo aver donato, di rinfacciare un regalo,

1di ripetere quanto hai udito
e di rivelare parole segrete.
Allora saprai veramente che cos’è la vergogna
e incontrerai favore presso ogni uomo.

Delle cose seguenti non ti vergognare
e non peccare per rispetto umano:
2della legge dell’Altissimo e dell’alleanza,
della sentenza che giustifica l’empio,
3dei conti con il socio e con i compagni di viaggio,
di dare agli altri l’eredità che spetta loro,
4dell’esattezza della bilancia e dei pesi,
di fare acquisti, grandi o piccoli che siano,
5della contrattazione sul prezzo dei commercianti,
della frequente correzione dei figli
e di far sanguinare i fianchi di uno schiavo pigro.
6Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo,
dove ci sono troppe mani usa la chiave.
7Qualunque cosa depositi, contala e pesala,
il dare e l’avere sia tutto per iscritto.
8Non vergognarti di correggere l’insensato e lo stolto
e il vecchio molto avanti negli anni accusato di fornicazione;
così sarai veramente assennato
e approvato da ogni vivente.

9Per il padre una figlia è un’inquietudine segreta,
il pensiero di lei allontana il sonno:
nella sua giovinezza, perché non sfiorisca,
una volta accasata, perché non sia ripudiata,
10finché è vergine, perché non sia sedotta
e resti incinta nella casa paterna,
quando è maritata, perché non cada in colpa,
quando è accasata, perché non sia sterile.
11Su una figlia ribelle rafforza la vigilanza,
perché non ti renda scherno dei nemici,
motivo di chiacchiere in città e di rimprovero fra la gente,
così da farti vergognare davanti a tutti.
12Non considerare nessuno solo per la sua bellezza
e non sederti insieme con le donne,
13perché dagli abiti esce fuori la tignola
e dalla donna malizia di donna.
14Meglio la cattiveria di un uomo che la compiacenza di una donna,
una donna impudente è un obbrobrio.

[vv. 15b-25]

[c. 43]
[<< 43]
[<< 43]

[vv. 1-16]

17Noè fu trovato perfetto e giusto,
al tempo dell’ira fu segno di riconciliazione;
per mezzo suo un resto sopravvisse sulla terra,
quando ci fu il diluvio.
18Alleanze eterne furono stabilite con lui,
perché con il diluvio non fosse distrutto ogni vivente.

[vv. 19b-23]

[c. 45]
[<< 45]
[<< 45]
[c. 46]
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[<< 46]

[vv. 1-11]

12Dopo di lui sorse un figlio saggio,
che, grazie a lui, abitò in un vasto territorio.
13Salomone regnò nei giorni di pace,
per lui Dio concesse tranquillità all’intorno,
perché costruisse una casa per il suo nome
e preparasse un santuario per sempre.
14Come fosti saggio nella tua giovinezza
e fosti colmo d’intelligenza come un fiume!
15La tua fama ricoprì la terra,
che tu riempisti di sentenze difficili.
16Il tuo nome giunse lontano, fino alle isole,
e fosti amato nella tua pace.
17Per i canti, i proverbi, le sentenze
e per i responsi ti ammirarono i popoli.
18Nel nome del Signore Dio,
che è chiamato Dio d’Israele,
hai accumulato l’oro come stagno,
hai ammassato l’argento come piombo.
19Ma hai steso i tuoi fianchi accanto alle donne
e ne fosti dominato nel tuo corpo.
20Hai macchiato la tua gloria
e hai profanato la tua discendenza,
così da attirare l’ira divina sui tuoi figli
ed essere colpito per la tua stoltezza.
21Perciò fu diviso in due il tuo dominio
e da Èfraim ebbe inizio un regno ribelle.
22Ma il Signore non ha rinnegato la sua misericordia,
non ha lasciato cadere nessuna delle sue parole.
Non ha fatto perire la posterità del suo eletto
e non ha distrutto la stirpe di colui che lo aveva amato.
Egli concesse un resto a Giacobbe
e a Davide un germoglio nato da lui.

[vv. 23b-25]

[c. 48]
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[<< 48]

[vv. 1-13]

14Nessuno sulla terra fu creato eguale a Enoc;
difatti egli fu assunto dalla terra.
15Non nacque un altro uomo come Giuseppe,
guida dei fratelli, sostegno del popolo;
perfino le sue ossa furono onorate.
16Sem e Set furono glorificati fra gli uomini,
ma, nella creazione, superiore a ogni vivente è Adamo.

[c. 50]
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[<< 50]
[c. 51]
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