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1In seguito, il re Assuero promosse Amàn figlio di Hammedàta, l'Agaghita, alla più alta dignità e pose il suo seggio al di sopra di quelli di tutti i prìncipi che erano con lui. 2Tutti i ministri del re, che stavano alla porta del re, piegavano il ginocchio e si prostravano davanti ad Amàn, perché così aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non piegava il ginocchio né si prostrava. 3I ministri del re che stavano alla porta del re dissero a Mardocheo: «Perché trasgredisci l'ordine del re?». 4Ma, sebbene glielo ripetessero tutti i giorni, egli non dava loro ascolto. Allora quelli riferirono la cosa ad Amàn, per vedere se Mardocheo avrebbe insistito nel suo atteggiamento, perché aveva detto loro che era un Giudeo. 5Amàn vide che Mardocheo non s'inginocchiava né si prostrava davanti a lui e ne fu pieno d'ira; 6ma disdegnò di metter le mani addosso soltanto a Mardocheo, poiché gli avevano detto a quale popolo Mardocheo apparteneva. Egli si propose di distruggere il popolo di Mardocheo, tutti i Giudei che si trovavano in tutto il regno d'Assuero.
[vv. 7b-15]
1Il terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, ella si tolse le vesti da schiava e si coprì di tutto il fasto del suo grado. 1aDivenuta così splendente di bellezza, dopo aver invocato il Dio che veglia su tutti e li salva, prese con sé due ancelle. Su di una si appoggiava con apparente mollezza, mentre l'altra la seguiva tenendo sollevato il mantello di lei. 1bAppariva rosea nello splendore della sua bellezza e il suo viso era gioioso, come pervaso d'amore, ma il suo cuore era stretto dalla paura. 1cAttraversate una dopo l'altra tutte le porte, si trovò alla presenza del re. Egli era seduto sul trono regale, vestito di tutti gli ornamenti maestosi delle sue comparse, tutto splendente di oro e di pietre preziose, e aveva un aspetto molto terribile. 1dAlzò il viso splendente di maestà e guardò in un accesso di collera. La regina si sentì svenire, mutò il suo colore in pallore e poggiò la testa sull'ancella che l'accompagnava. 1eMa Dio volse a dolcezza lo spirito del re ed egli, fattosi ansioso, balzò dal trono, la prese fra le braccia, sostenendola finché non si fu ripresa, e andava confortandola con parole rasserenanti, dicendole: 1f«Che c'è, Ester? Io sono tuo fratello; fatti coraggio, tu non devi morire. Il nostro ordine riguarda solo la gente comune. Avvicinati!». 2Alzato lo scettro d'oro, lo posò sul collo di lei, la baciò e le disse: «Parlami!». 2aGli disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore si è agitato davanti alla tua gloria. Perché tu sei meraviglioso, signore, e il tuo volto è pieno d'incanto». 2bMa mentre parlava, cadde svenuta; il re s'impressionò e tutta la gente del suo seguito cercava di rianimarla. 3Allora il re le disse: «Che vuoi, Ester, qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, l'avrai!». 4Ester rispose: «Se così piace al re, venga oggi il re con Amàn al banchetto che gli ho preparato». 5Il re disse: «Convocate subito Amàn, per far ciò che Ester ha detto». Il re andò dunque con Amàn al banchetto che Ester aveva preparato.
[vv. 6b-14]
1Quella notte il re non poteva prendere sonno. Allora ordinò che gli si portasse il libro delle memorie, le cronache, e ne fu fatta la lettura alla presenza del re. 2Vi si trovò scritto che Mardocheo aveva denunciato Bigtàn e Tères, i due eunuchi del re tra i custodi della soglia, i quali avevano cercato di porre le mani sulla persona del re Assuero. 3Allora il re chiese: «Che si è fatto per dare a Mardocheo onore e grandezza in premio di questo?». I giovani che servivano il re risposero: «Non s'è fatto nulla per lui». 4Il re disse: «Chi c'è nell'atrio?». Appunto Amàn era venuto nell'atrio esterno della reggia per dire al re di impiccare Mardocheo al palo che egli aveva preparato per lui. 5I giovani servi del re gli risposero: «Ecco c'è Amàn nell'atrio». Il re disse: «Entri!». 6Amàn entrò e il re gli disse: «Che si deve fare a un uomo che il re voglia onorare?». Amàn pensò: «Chi mai vorrebbe il re onorare, se non me?». 7Amàn rispose al re: «Per l'uomo che il re vuole onorare, 8si prenda la veste reale che suole indossare il re e il cavallo che suole cavalcare il re e sulla sua testa sia posta una corona reale; 9si consegni la veste e il cavallo a uno dei principi più nobili del re; si rivesta di quella veste l'uomo che il re vuole onorare, gli si faccia percorrere a cavallo le vie della città e si gridi davanti a lui: Ciò avviene all'uomo che il re vuole onorare». 10Allora il re disse ad Amàn: «Presto, prendi la veste e il cavallo, come hai detto, e fà così a Mardocheo il Giudeo che si trova alla porta del re; non tralasciar nulla di quello che hai detto». 11Amàn prese la veste e il cavallo, rivestì della veste Mardocheo, gli fece percorrere a cavallo le vie della città e gridava davanti a lui: «Ciò avviene all'uomo che il re vuole onorare». 12Poi Mardocheo tornò alla porta del re, ma Amàn andò subito a casa, tutto aggrondato e con il capo velato. 13Amàn raccontò a sua moglie Zeres e a tutti i suoi amici quanto gli era accaduto. I suoi consiglieri e sua moglie Zeres gli dissero: «Se Mardocheo, davanti al quale tu hai cominciato a decadere, è della stirpe dei Giudei, tu non potrai nulla contro di lui, anzi soccomberai del tutto davanti a lui».
[v. 14]
[vv. 1-12b]
12cMolti uomini, quanto più spesso vengono onorati dalla più larga generosità dei benefattori, tanto più s'inorgogliscono e non solo cercano di fare il male ai nostri sudditi, ma incapaci di frenare la loro superbia, tramano insidie anche contro i loro benefattori. 12dNon solo cancellano la riconoscenza dal cuore degli uomini, ma esaltati dallo strepito spavaldo di chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male.
[vv. 12e-17]
[vv. 1-20]
21Simone si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani e questi rimasero sconfitti davanti a lui; 22egli li inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero dei pagani circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie. 23Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in Arbatta con le donne e i figli e tutti i loro averi e li condusse in Giudea con grande gioia. 24Da parte loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto. 25S'imbatterono nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione di Gàlaad, 26e che molti di loro erano assediati in Bozra e Bozor, in Alema, in Casfo, in Maked e Karnàin; e che tutte queste città erano fortificate e grandi. 27Ve n'erano pure rinchiusi nelle altre città di Gàlaad e - dicevano - per il giorno dopo era stabilito di dar l'assalto alle fortezze, espugnarle e di eliminare tutti costoro in un sol giorno. 28Allora Giuda con il suo esercito tornò indietro subito per la via del deserto verso Bozra; prese la città e passò ogni maschio a fil di spada, s'impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la città. 29Nella notte partì di là e marciarono fino alla fortezza. 30Verso il mattino alzarono gli occhi ed ecco gran folla che non si poteva contare issava scale e macchine per espugnare la fortezza e gia attaccava gli assediati. 31Giuda, vedendo che la battaglia era gia incominciata e che le grida della città arrivavano al cielo per il suono delle trombe e le urla altissime, 32disse ai suoi soldati: «Combattete oggi per i vostri fratelli». 33Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni. 34Nell'esercito di Timòteo si sparse la notizia che c'era il Maccabeo e fuggirono davanti a lui; egli inflisse loro una grave sconfitta e ne rimasero uccisi in quel giorno circa ottomila. 35Poi piegò su Alim, l'assalì e la prese; ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e le appiccò il fuoco. 36Tolse il campo di là e conquistò Casfo, Maked e Bozor e le altre città di Gàlaad. 37Dopo questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò di fronte a Rafon al di là del torrente. 38Giuda mandò a esplorare il campo e gli riferirono: «Sono radunati con lui tutti gli stranieri che ci circondano: sono un esercito imponente. 39Anche gli Arabi sono assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del torrente e sono pronti a venire a battaglia con te». Giuda andò incontro a loro. 40Timòteo disse ai comandanti del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si avvicinavano al torrente: «Se passerà per primo contro di noi, non potremo resistergli, perché sarà molto potente contro di noi. 41Se invece si mostrerà titubante e porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui e avremo la meglio». 42Quando Giuda si avvicinò al corso d'acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il torrente con questi ordini: «Non permettete che alcuno si fermi, ma vengano tutti a combattere». 43Passò per primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I pagani furono travolti davanti a lui, gettarono le armi e fuggirono nel tempio di Karnàin. 44Conquistarono la città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti c'erano dentro. Così Karnàin fu vinta e non potè resistere oltre di fronte a Giuda. 45Giuda radunò tutti gli Israeliti che erano nella regione di Gàlaad dal più piccolo al più grande con le donne e i figli e gli averi, carovana sterminata, per andare nella Giudea.
[vv. 46b-68]
[vv. 1-27]
28Il re si adirò, quando ebbe sentito ciò, e radunò tutti i suoi amici, comandanti dell'esercito e della cavalleria. 29Anche dagli altri regni e dalle isole del mare gli giunsero truppe mercenarie. 30Gli effettivi del suo esercito assommavano a centomila fanti, ventimila cavalli e trentadue elefanti addestrati alla guerra. 31Passarono per l'Idumea e posero il campo contro Bet-Zur; attaccarono per molti giorni e allestirono macchine; ma quelli uscivano, le incendiavano e contrattaccavano con valore. 32Giuda allora levò il campo dall'Acra e lo trasferì a Bet-Zaccaria di fronte al campo del re. 33Ma il re si mosse alle prime luci del mattino e trasferì lo schieramento con impeto lungo la strada di Bet-Zaccaria; le truppe si disposero a battaglia e suonarono le trombe. 34Posero innanzi agli elefanti succo d'uva e di more per stimolarli al combattimento. 35Distribuirono le bestie tra le falangi e affiancarono a ciascun elefante mille uomini protetti da corazze a maglia e da elmi di bronzo in testa e cinquecento cavalieri scelti disposti in ordine intorno a ciascuna bestia: 36questi in ogni caso si tenevano ai lati della bestia e, quando si muoveva, si spostavano insieme senza allontanarsi da essa. 37Sopra ogni elefante vi erano solide torrette di legno, protette dagli attacchi, legate con cinghie, e su ogni torretta stavano quattro soldati, che di là bersagliavano, e un conducente indiano. 38Il resto della cavalleria si dispose di qua e di là sui due fianchi dello schieramento, per terrorizzare i nemici e proteggere le falangi. 39Quando il sole brillava sugli scudi d'oro e di bronzo, ne risplendevano per quei riflessi i monti e brillavano come fiaccole ardenti. 40Un distaccamento delle truppe del re si dispose sulle cime dei monti, un altro nella pianura e avanzavano sicuri e ordinati. 41Tremavano quanti sentivano il frastuono di quella moltitudine e la marcia di tanta gente e il cozzo delle armi: era veramente un esercito immenso e forte. 42Giuda con le sue truppe si avvicinò per attaccare lo schieramento e caddero nel campo del re seicento uomini. 43Eleàzaro, chiamato Auaran, vide uno degli elefanti, protetto di corazze regie, sopravanzare tutte le altre bestie e pensò che sopra ci fosse il re; 44volle allora sacrificarsi per la salvezza del suo popolo e procurarsi nome eterno. 45Corse dunque là con coraggio attraverso la falange e colpiva a morte a destra e a sinistra, mentre i nemici si dividevano davanti a lui, ritirandosi sui due lati. 46Egli s'introdusse sotto l'elefante, lo infilò con la spada e lo uccise; quello cadde sopra di lui ed Eleàzaro morì.
[v. 47]
48Allora i reparti dell'esercito del re salirono per attaccarli a Gerusalemme e il re si accampò contro la Giudea e il monte Sion. 49Fece pace con quelli che erano in Bet-Zur, i quali uscirono dalla città, non avendo più vettovaglie per sostenere l'assedio: la terra infatti era nel riposo dell'anno sabbatico. 50Il re s'impadronì di Bet-Zur e vi pose un presidio a guardia. 51Intanto si accampò contro il santuario per molto tempo e allestì terrapieni e macchine, lanciafiamme e baliste, scorpioni per lanciar frecce e fionde. 52Anche i difensori opposero macchine alle loro macchine e i combattimenti durarono molti giorni. 53Ma non c'erano più viveri nei depositi poiché era in corso l'anno sabbatico e coloro che erano arrivati in Giudea per sfuggire ai pagani avevano consumato il resto delle provviste. 54Furono allora lasciati pochi uomini nel santuario, perché li aveva sorpresi la fame, e gli altri si dispersero ciascuno al suo paese.
55Lisia poi venne a sapere che Filippo, designato dal re Antioco, ancora in vita, per educare Antioco suo figlio e prepararlo al regno, 56era tornato dalla Persia e dalla Media; c'era con lui l'esercito partito con il re ed egli cercava di prendere in mano il governo. 57Allora mostrò fretta e accennò di voler partire e disse al re e ai comandanti dell'esercito e ai soldati: «Noi ci esauriamo di giorno in giorno: il cibo è scarso e il luogo che assediamo è ben munito, mentre gli affari del regno ci premono. 58Ora dunque offriamo la destra a questi uomini e facciamo pace con loro e con tutto il loro popolo 59e permettiamo loro di seguire le loro tradizioni come prima; proprio per queste tradizioni che noi abbiamo cercato di distruggere, essi si sono irritati e hanno provocato tutto questo». 60La proposta piacque al re e a tutti i capi e mandò a negoziare la pace con loro ed essi accettarono. 61Il re e i capi giurarono davanti a loro ed essi a tali patti uscirono dalla fortezza. 62Ma quando il re fece l'ingresso sul monte Sion e vide le fortificazioni del luogo, violò il giuramento che aveva fatto e impose la distruzione delle mura all'intorno. 63Poi partì in fretta e fece ritorno ad Antiochia; vi trovò Filippo padrone della città, gli fece guerra e s'impadronì della città con la forza.
[vv. 1-57]
58Tutti gli empi tennero questo consiglio: «Ecco Giònata e i suoi vivono tranquilli e sicuri. Noi dunque faremo venire Bàcchide e li catturerà tutti in una sola notte». 59Andarono e tennero consiglio da lui. 60Egli si mosse per venire con un esercito numeroso e mandò di nascosto lettere a tutti i suoi fautori nella Giudea, perché s'impadronissero di Giònata e dei suoi. Ma non riuscirono, perché era stata svelata la loro trama. 61Anzi questi presero una cinquantina di uomini, tra i promotori di tale iniquità nel paese e li misero a morte. 62Poi Giònata e Simone con i loro uomini si recarono fuori del paese a Bet-Basi nel deserto e ricostruirono le sue rovine e la fortificarono. 63Lo seppe Bàcchide e radunò la sua gente e avvisò quelli della Giudea. 64Andò ad accamparsi presso Bet-Basi e la attaccò per molti giorni allestendo anche macchine. 65Giònata lasciò Simone suo fratello nella città e uscì nella regione, percorrendola con un drappello di armati. 66Battè Odomèra con i suoi fratelli e i figli di Fasiron nel loro attendamento. Cominciarono così a battersi e aumentarono di forze. 67Simone a sua volta e i suoi fecero una sortita dalla città e incendiarono le macchine. 68Poi attaccarono Bàcchide, che fu sconfitto, e lo gettarono in grande disappunto, perché il suo piano e la sua impresa erano andati a vuoto. 69Si rivolse con rabbia contro quei rinnegati che l'avevano consigliato di venire nel paese. 70Giònata lo seppe e gli mandò messaggeri per concludere la pace con lui e scambiare i prigionieri. 71Quegli accettò e fece secondo le sue proposte e gli giurò che non gli avrebbe recato alcun male per il resto dei suoi giorni; 72poi gli restituì i prigionieri che prima aveva catturati nella Giudea e, messosi sulla via del ritorno, se ne andò nel suo paese e non volle più tornare nel loro territorio. 73Così si riposò la spada in Israele. Giònata risiedeva in Micmas e incominciò a governare il popolo e a far scomparire gli empi da Israele.
1Nell'anno centosessanta Alessandro Epìfane, figlio di Antioco, s'imbarcò e occupò Tolemàide; vi fu riconosciuto re e cominciò a regnare. 2Quando lo seppe, il re Demetrio radunò un esercito molto grande e gli mosse contro per fargli guerra. 3Demetrio mandò anche lettere a Giònata con espressioni di amicizia per esaltarlo. 4Diceva infatti: «Preveniamo costoro con la proposta di far pace con noi, prima che Giònata concluda un'alleanza con Alessandro contro tutti noi. 5Si ricorderà certo di tutti i mali che abbiamo causati a lui, ai suoi fratelli e al suo popolo». 6Gli concesse facoltà di raccogliere milizie, di preparare armi e considerarsi suo alleato e gli fece restituire gli ostaggi che erano nell'Acra. 7Giònata venne in Gerusalemme e lesse le lettere davanti a tutto il popolo e a quelli dell'Acra. 8Questi ebbero grande timore quando sentirono che il re gli aveva concesso facoltà di arruolare milizie. 9Quelli dell'Acra restituirono gli ostaggi ed egli li rese ai loro genitori. 10Giònata pose la residenza in Gerusalemme e incominciò a ricostruire e rinnovare la città. 11Ordinò ai costruttori di edificare le mura e la cinta muraria del monte Sion con pietre quadrate per fortificazione, e così fecero. 12Gli stranieri che stavano nelle fortezze edificate da Bàcchide fuggirono; 13ognuno abbandonò la sua posizione e tornò alla sua terra; 14solo in Bet-Zur erano rimasti alcuni traditori della legge e dei comandamenti; fu quello il loro rifugio.
[vv. 15b-58]
59Il re Alessandro scrisse a Giònata di venirgli incontro. 60Egli andò con grande parata a Tolemàide e s'incontrò con i due re; offrì loro e ai loro amici oro e argento e molti doni e si guadagnò il loro favore. 61Si accordarono però contro di lui uomini pestiferi d'Israele, traditori della legge, per deporre contro di lui, ma il re non prestò loro ascolto. 62Il re invece diede ordine di far deporre a Giònata le sue vesti e di rivestirlo della porpora e l'ordine fu eseguito. 63Il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: «Attraversate con lui la città e proclamate che nessuno porti accuse contro di lui per qualunque motivo e nessuno gli rechi molestia in alcun modo». 64Ora, quando i suoi accusatori videro gli onori che riceveva, come proclamava il banditore, e che era stato rivestito di porpora, si dileguarono tutti. 65Il re gli conferì onori e lo ascrisse tra i suoi primi amici e lo costituì stratega e governatore della provincia. 66Così Giònata tornò a Gerusalemme in pace e gioia.
[vv. 67b-89]
[vv. 1-3]
4Ebbe pace la terra di Giuda per tutta la vita di
Simone;
egli cercò il bene della sua gente
e ad essi fu gradito il suo potere
e la sua gloria per tutti i suoi giorni.
5In aggiunta a tutte le sue glorie
egli prese Giaffa per farne un porto
e aprì un accesso alle isole del mare.
6Ampliò i confini del suo popolo
e riconquistò la regione.
7Raccolse una turba di prigionieri
e s'impadronì di Ghezer, di Bet-Zur e dell'Acra;
8spazzò via da essa le immondezze,
e nessuno gli si oppose.
In pace si diedero a coltivare la loro terra;
il suolo dava i suoi prodotti
e gli alberi della campagna i loro frutti.
9I vecchi sedevano nelle piazze,
tutti s'interessavano al bene
i giovani indossavano splendide vesti
e armature di guerra.
10Alle città fornì vettovaglie,
e le munì con mezzi di difesa;
così divenne celebre il suo nome
e la sua gloria fino all'estremità della terra.
11Fece regnare sul paese la pace
e Israele gioì di grande letizia.
12Ognuno sedeva sotto la sua vite
e sotto il suo fico
e nessuno incuteva loro timore.
13Scomparve dal paese chi li avversava
e i re andarono in rovina in quei giorni.
14Confortò tutti i derelitti nel suo popolo;
ricercò la legge ed eliminò ogni iniquo e maligno.
15Diede splendore al tempio
e lo rifornì di tutti gli arredi.
[vv. 16b-49]
[vv. 1-22]
23Tre anni dopo, Giasone mandò Menelao, fratello del gia menzionato Simone, a portare al re denaro e a presentargli un memoriale su alcuni affari importanti. 24Ma quello, fattosi presentare al re e avendolo ossequiato con un portamento da persona autorevole, si accaparrò il sommo sacerdozio, superando l'offerta di Giasone di trecento talenti d'argento. 25Munito delle disposizioni del re, si presentò di ritorno, non avendo con sé nulla che fosse degno del sommo sacerdozio, ma avendo le manie di un tiranno unite alla ferocia di una belva. 26Così Giasone, che aveva tradito il proprio fratello, fu tradito a sua volta da un altro e fu costretto a fuggire nel paese dell'Ammanìtide. 27Menelato si impadronì del potere, ma non s'interessò più del denaro promesso al re, 28sebbene gliele avesse fatto richiesta Sòstrato, comandante dell'acròpoli; questi infatti aveva l'incarico della riscossione dei tributi. Per questo motivo tutti e due furono convocati dal re. 29Menelao lasciò come sostituto nel sommo sacerdozio Lisìmaco suo fratello; Sòstrato lasciò Cratète, comandante dei Ciprioti.
[vv. 30b-50]
[vv. 1-17]
18Un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo gia avanti negli anni e molto dignitoso nell'aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e ad ingoiare carne suina. 19Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s'incamminò volontariamente al supplizio, 20sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per brama di sopravvivere. 21Coloro che erano incaricati dell'illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest'uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare la porzione delle carni sacrificate imposta dal re, 22perché, agendo a questo modo, avrebbe sfuggito la morte e approfittato di questo atto di clemenza in nome dell'antica amicizia che aveva con loro. 23Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia a cui si aggiungeva la veneranda canizie, e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, e degno specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero alla morte. 24«Non è affatto degno della nostra età fingere con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant'anni Eleàzaro sia passato agli usi stranieri, 25a loro volta, per colpa della mia finzione, durante pochi e brevissimi giorni di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. 26Infatti anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire né da vivo né da morto alle mani dell'Onnipontente. 27Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età 28e lascerò ai giovani nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e generosamente per le sante e venerande leggi». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. 29Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo a loro parere che le parole da lui prima pronunziate fossero una pazzia. 30Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: «Il Signore, cui appartiene la sacra scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui». 31In tal modo egli morì, lasciando non solo ai giovani ma alla grande maggioranza del popolo la sua morte come esempio di generosità e ricordo di fortezza.
[vv. 1-41]
42Ma ora basti quanto s'è esposto circa i pasti sacrificali e le incredibili crudeltà.
[vv. 1-20]
21Con queste parole li rese coraggiosi e pronti a morire per le leggi e per la patria; poi divise in qualche modo l'esercito in quattro parti; 22mise al comando di ogni schieramento i suoi fratelli Simone, Giuseppe e Giònata, affidando a ciascuno millecinquecento uomini; 23fece inoltre leggere da Eleàzaro il libro sacro e, data la parola d'ordine «Aiuto di Dio», postosi a capo del primo reparto, attaccò Nicànore. 24L'Onnipotente si fece in realtà loro alleato ed essi uccisero più di novemila nemici, ferirono e mutilarono nelle membra la maggior parte dell'esercito di Nicànore e costrinsero tutti a fuggire. 25S'impadronirono anche del denaro dei mercanti convenuti per acquistarli; inseguirono poi i nemici per un pezzo, ma tornarono indietro impediti dall'ora tarda. 26Era la vigilia del sabato e per questa ragione non protrassero l'inseguimento. 27Raccolte le armi dei nemici e tolte loro le spoglie, passarono il sabato benedicendo incessantemente e ringraziando il Signore che li aveva fatti giungere salvi fino a quel giorno, fissandolo per loro come inizio della sua misericordia. 28Dopo il sabato distribuirono parte delle spoglie ai sinistrati, alle vedove, agli orfani; il resto se lo divisero loro e i loro figli. 29Compiute queste cose, alzarono insieme preghiere al Signore misericordioso, scongiurandolo di riconciliarsi pienamente con i suoi servi.
[vv. 30b-36]
[v. 1]
2Fino a quando dirai queste cose
e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?
3Può forse Dio deviare il diritto
o l'Onnipotente sovvertire la giustizia?
4Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui,
li ha messi in balìa della loro iniquità.
5Se tu cercherai Dio
e implorerai l'Onnipotente,
6se puro e integro tu sei,
fin d'ora veglierà su di te
e ristabilirà la dimora della tua giustizia;
7piccola cosa sarà la tua condizione di prima,
di fronte alla grandezza che avrà la futura.
8Chiedilo infatti alle generazioni passate,
poni mente all'esperienza dei loro padri,
9perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo,
come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra.
10Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno
traendo le parole dal cuore?
11Cresce forse il papiro fuori della palude
e si sviluppa forse il giunco senz'acqua?
12È ancora verde, non buono per tagliarlo,
e inaridisce prima d'ogn'altra erba.
13Tale il destino di chi dimentica Dio,
così svanisce la speranza dell'empio;
14la sua fiducia è come un filo
e una tela di ragno è la sua sicurezza:
15si appoggi alla sua casa, essa non resiste,
vi si aggrappi, ma essa non regge.
16Rigoglioso sia pure in faccia al sole
e sopra il giardino si spandano i suoi rami,
17sul terreno sassoso s'intreccino le sue radici,
tra le pietre attinga la vita.
18Se lo si toglie dal suo luogo,
questo lo rinnega: «Non t'ho mai visto!».
19Ecco la gioia del suo destino
e dalla terra altri rispuntano.
20Dunque, Dio non rigetta l'uomo integro,
e non sostiene la mano dei malfattori.
21Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso
e le tue labbra di gioia.
22I tuoi nemici saran coperti di vergogna
e la tenda degli empi più non sarà.
[v. 1]
1L'uomo, nato di donna,
breve di giorni e sazio di inquietudine,
2come un fiore spunta e avvizzisce,
fugge come l'ombra e mai si ferma.
3Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi
e lo chiami a giudizio presso di te?
4Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.
5Se i suoi giorni sono contati,
se il numero dei suoi mesi dipende da te,
se hai fissato un termine che non può oltrepassare,
6distogli lo sguardo da lui e lascialo stare
finché abbia compiuto, come un salariato, la sua giornata!
7Poiché anche per l'albero c'è speranza:
se viene tagliato, ancora ributta
e i suoi germogli non cessano di crescere;
8se sotto terra invecchia la sua radice
e al suolo muore il suo tronco,
9al sentore dell'acqua rigermoglia
e mette rami come nuova pianta.
10L'uomo invece, se muore, giace inerte,
quando il mortale spira, dov'è?
11Potranno sparire le acque del mare
e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,
12ma l'uomo che giace più non s'alzerà,
finché durano i cieli non si sveglierà,
né più si desterà dal suo sonno.
13Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
occultarmi, finché sarà passata la tua ira,
fissarmi un termine e poi ricordarti di me!
14Se l'uomo che muore potesse rivivere,
aspetterei tutti i giorni della mia milizia
finché arrivi per me l'ora del cambio!
15Mi chiameresti e io risponderei,
l'opera delle tue mani tu brameresti.
16Mentre ora tu conti i miei passi
non spieresti più il mio peccato:
17in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto
e tu cancelleresti la mia colpa.
18Ohimè! come un monte finisce in una frana
e come una rupe si stacca dal suo posto,
19e le acque consumano le pietre,
le alluvioni portano via il terreno:
così tu annienti la speranza dell'uomo.
20Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va,
tu sfiguri il suo volto e lo scacci.
21Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa;
siano disprezzati, lo ignora!
22Soltanto i suoi dolori egli sente
e piange sopra di sé.
1L'uomo, nato di donna,
breve di giorni e sazio di inquietudine,
2come un fiore spunta e avvizzisce,
fugge come l'ombra e mai si ferma.
3Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi
e lo chiami a giudizio presso di te?
4Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.
5Se i suoi giorni sono contati,
se il numero dei suoi mesi dipende da te,
se hai fissato un termine che non può oltrepassare,
6distogli lo sguardo da lui e lascialo stare
finché abbia compiuto, come un salariato, la sua giornata!
7Poiché anche per l'albero c'è speranza:
se viene tagliato, ancora ributta
e i suoi germogli non cessano di crescere;
8se sotto terra invecchia la sua radice
e al suolo muore il suo tronco,
9al sentore dell'acqua rigermoglia
e mette rami come nuova pianta.
10L'uomo invece, se muore, giace inerte,
quando il mortale spira, dov'è?
11Potranno sparire le acque del mare
e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,
12ma l'uomo che giace più non s'alzerà,
finché durano i cieli non si sveglierà,
né più si desterà dal suo sonno.
13Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
occultarmi, finché sarà passata la tua ira,
fissarmi un termine e poi ricordarti di me!
14Se l'uomo che muore potesse rivivere,
aspetterei tutti i giorni della mia milizia
finché arrivi per me l'ora del cambio!
15Mi chiameresti e io risponderei,
l'opera delle tue mani tu brameresti.
16Mentre ora tu conti i miei passi
non spieresti più il mio peccato:
17in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto
e tu cancelleresti la mia colpa.
18Ohimè! come un monte finisce in una frana
e come una rupe si stacca dal suo posto,
19e le acque consumano le pietre,
le alluvioni portano via il terreno:
così tu annienti la speranza dell'uomo.
20Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va,
tu sfiguri il suo volto e lo scacci.
21Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa;
siano disprezzati, lo ignora!
22Soltanto i suoi dolori egli sente
e piange sopra di sé.
1L'uomo, nato di donna,
breve di giorni e sazio di inquietudine,
2come un fiore spunta e avvizzisce,
fugge come l'ombra e mai si ferma.
3Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi
e lo chiami a giudizio presso di te?
4Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.
5Se i suoi giorni sono contati,
se il numero dei suoi mesi dipende da te,
se hai fissato un termine che non può oltrepassare,
6distogli lo sguardo da lui e lascialo stare
finché abbia compiuto, come un salariato, la sua giornata!
7Poiché anche per l'albero c'è speranza:
se viene tagliato, ancora ributta
e i suoi germogli non cessano di crescere;
8se sotto terra invecchia la sua radice
e al suolo muore il suo tronco,
9al sentore dell'acqua rigermoglia
e mette rami come nuova pianta.
10L'uomo invece, se muore, giace inerte,
quando il mortale spira, dov'è?
11Potranno sparire le acque del mare
e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,
12ma l'uomo che giace più non s'alzerà,
finché durano i cieli non si sveglierà,
né più si desterà dal suo sonno.
13Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
occultarmi, finché sarà passata la tua ira,
fissarmi un termine e poi ricordarti di me!
14Se l'uomo che muore potesse rivivere,
aspetterei tutti i giorni della mia milizia
finché arrivi per me l'ora del cambio!
15Mi chiameresti e io risponderei,
l'opera delle tue mani tu brameresti.
16Mentre ora tu conti i miei passi
non spieresti più il mio peccato:
17in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto
e tu cancelleresti la mia colpa.
18Ohimè! come un monte finisce in una frana
e come una rupe si stacca dal suo posto,
19e le acque consumano le pietre,
le alluvioni portano via il terreno:
così tu annienti la speranza dell'uomo.
20Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va,
tu sfiguri il suo volto e lo scacci.
21Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa;
siano disprezzati, lo ignora!
22Soltanto i suoi dolori egli sente
e piange sopra di sé.
[vv. 1-3]
4Poiché hai privato di senno la loro mente,
per questo non li lascerai trionfare.
5Come chi invita gli amici a parte del suo pranzo,
mentre gli occhi dei suoi figli languiscono;
6così son diventato ludibrio dei popoli
sono oggetto di scherno davanti a loro.
7Si offusca per il dolore il mio occhio
e le mie membra non sono che ombra.
8Gli onesti ne rimangono stupiti
e l'innocente s'indigna contro l'empio.
9Ma il giusto si conferma nella sua condotta
e chi ha le mani pure raddoppia il coraggio.
10Su, venite di nuovo tutti:
io non troverò un saggio fra di voi.
11I miei giorni sono passati, svaniti i miei progetti,
i voti del mio cuore.
12Cambiano la notte in giorno,
la luce - dicono - è più vicina delle tenebre.
13Se posso sperare qualche cosa, la tomba è la mia casa,
nelle tenebre distendo il mio giaciglio.
14Al sepolcro io grido: «Padre mio sei tu!»
e ai vermi: «Madre mia, sorelle mie voi siete!».
15E la mia speranza dov'è?
Il mio benessere chi lo vedrà?
16Scenderanno forse con me nella tomba
o caleremo insieme nella polvere!
[v. 1]
2Quando porrai fine alle tue chiacchiere?
Rifletti bene e poi parleremo.
3Perché considerarci come bestie,
ci fai passare per bruti ai tuoi occhi?
4Tu che ti rodi l'anima nel tuo furore,
forse per causa tua sarà abbandonata la terra
e le rupi si staccheranno dal loro posto?
5Certamente la luce del malvagio si spegnerà
e più non brillerà la fiamma del suo focolare.
6La luce si offuscherà nella sua tenda
e la lucerna si estinguerà sopra di lui.
7Il suo energico passo s'accorcerà
e i suoi progetti lo faran precipitare,
8poiché incapperà in una rete con i suoi piedi
e sopra un tranello camminerà.
9Un laccio l'afferrerà per il calcagno,
un nodo scorsoio lo stringerà.
10Gli è nascosta per terra una fune
e gli è tesa una trappola sul sentiero.
11Lo spaventano da tutte le parti terrori
e lo inseguono alle calcagna.
12Diventerà carestia la sua opulenza
e la rovina è lì in piedi al suo fianco.
13Un malanno divorerà la sua pelle,
roderà le sue membra il primogenito della morte.
14Sarà tolto dalla tenda in cui fidava,
per essere trascinato al re dei terrori!
15Potresti abitare nella tenda che non è più sua;
sulla sua dimora si spargerà zolfo.
16Al di sotto, le sue radici si seccheranno,
sopra, saranno tagliati i suoi rami.
17Il suo ricordo sparirà dalla terra
e il suo nome più non si udrà per la contrada.
18Lo getteranno dalla luce nel buio
e dal mondo lo stermineranno.
19Non famiglia, non discendenza avrà nel suo popolo,
non superstiti nei luoghi della sua dimora.
20Della sua fine stupirà l'occidente
e l'oriente ne prenderà orrore.
21Ecco qual è la sorte dell'iniquo:
questa è la dimora di chi misconosce Dio.
[v. 1]
2Fino a quando mi tormenterete
e mi opprimerete con le vostre parole?
3Son dieci volte che mi insultate
e mi maltrattate senza pudore.
4È poi vero che io abbia mancato
e che persista nel mio errore?
5Non è forse vero che credete di vincere contro di me,
rinfacciandomi la mia abiezione?
6Sappiate dunque che Dio mi ha piegato
e mi ha avviluppato nella sua rete.
7Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta,
chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!
8Mi ha sbarrato la strada perché non passi
e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.
9Mi ha spogliato della mia gloria
e mi ha tolto dal capo la corona.
10Mi ha disfatto da ogni parte e io sparisco,
mi ha strappato, come un albero, la speranza.
11Ha acceso contro di me la sua ira
e mi considera come suo nemico.
12Insieme sono accorse le sue schiere
e si sono spianata la strada contro di me;
hanno posto l'assedio intorno alla mia tenda.
13I miei fratelli si sono allontanati da me,
persino gli amici mi si sono fatti stranieri.
14Scomparsi sono vicini e conoscenti,
mi hanno dimenticato gli ospiti di casa;
15da estraneo mi trattano le mie ancelle,
un forestiero sono ai loro occhi.
16Chiamo il mio servo ed egli non risponde,
devo supplicarlo con la mia bocca.
17Il mio fiato è ripugnante per mia moglie
e faccio schifo ai figli di mia madre.
18Anche i monelli hanno ribrezzo di me:
se tento d'alzarmi, mi danno la baia.
19Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti:
quelli che amavo si rivoltano contro di me.
20Alla pelle si attaccano le mie ossa
e non è salva che la pelle dei miei denti.
21Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici,
perché la mano di Dio mi ha percosso!
22Perché vi accanite contro di me, come Dio,
e non siete mai sazi della mia carne?
23Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
24fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,
per sempre s'incidessero sulla roccia!
25Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
26Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.
27Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
Le mie viscere si consumano dentro di me.
28Poiché dite: «Come lo perseguitiamo noi,
se la radice del suo danno è in lui?»,
29temete per voi la spada,
poiché punitrice d'iniquità è la spada,
affinché sappiate che c'è un giudice.
[v. 1]
2Ascoltate bene la mia parola
e sia questo almeno il conforto che mi date.
3Tollerate che io parli
e, dopo il mio parlare, deridetemi pure.
4Forse io mi lamento di un uomo?
E perché non dovrei perder la pazienza?
5Statemi attenti e resterete stupiti,
mettetevi la mano sulla bocca.
6Se io ci penso, ne sono turbato
e la mia carne è presa da un brivido.
7Perché vivono i malvagi,
invecchiano, anzi sono potenti e gagliardi?
8La loro prole prospera insieme con essi,
i loro rampolli crescono sotto i loro occhi.
9Le loro case sono tranquille e senza timori;
il bastone di Dio non pesa su di loro.
10Il loro toro feconda e non falla,
la vacca partorisce e non abortisce.
11Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi
e i loro figli saltano in festa.
12Cantano al suono di timpani e di cetre,
si divertono al suono delle zampogne.
13Finiscono nel benessere i loro giorni
e scendono tranquilli negli inferi.
14Eppure dicevano a Dio: «Allontanati da noi,
non vogliamo conoscer le tue vie.
15Chi è l'Onnipotente, perché dobbiamo servirlo?
E che ci giova pregarlo?».
16Non hanno forse in mano il loro benessere?
Il consiglio degli empi non è lungi da lui?
17Quante volte si spegne la lucerna degli empi,
o la sventura piomba su di loro,
e infliggerà loro castighi con ira?
18Diventano essi come paglia di fronte al vento
o come pula in preda all'uragano?
19«Dio serba per i loro figli il suo castigo...».
Ma lo faccia pagare piuttosto a lui stesso e lo senta!
20Veda con i suoi occhi la sua rovina
e beva dell'ira dell'Onnipotente!
21Che cosa gli importa infatti della sua casa dopo di sé,
quando il numero dei suoi mesi è finito?
22S'insegna forse la scienza a Dio,
a lui che giudica gli esseri di lassù?
23Uno muore in piena salute,
tutto tranquillo e prospero;
24i suoi fianchi sono coperti di grasso
e il midollo delle sue ossa è ben nutrito.
25Un altro muore con l'amarezza in cuore
senza aver mai gustato il bene.
26Nella polvere giacciono insieme
e i vermi li ricoprono.
27Ecco, io conosco i vostri pensieri
e gli iniqui giudizi che fate contro di me!
28Infatti, voi dite: «Dov'è la casa del prepotente,
dove sono le tende degli empi?».
29Non avete interrogato quelli che viaggiano?
Non potete negare le loro prove,
30che nel giorno della sciagura è risparmiato il malvagio
e nel giorno dell'ira egli la scampa.
31Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta
e di quel che ha fatto chi lo ripaga?
32Egli sarà portato al sepolcro,
sul suo tumulo si veglia
33e gli sono lievi le zolle della tomba.
Trae dietro di sé tutti gli uomini
e innanzi a sé una folla senza numero.
34Perché dunque mi consolate invano,
mentre delle vostre risposte non resta che inganno?
[v. 1]
2Chi è costui che oscura il consiglio
con parole insipienti?
3Cingiti i fianchi come un prode,
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
4Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
5Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
6Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
7mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
8Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
9quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
10Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
11e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde».
12Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all'aurora,
13perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
14Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
15È sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
16Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
17Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell'ombra funerea?
18Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
19Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
20perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
21Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
22Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
23che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
24Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
25Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
26per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c'è nessuno,
27per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?
1Sai tu quando figliano le camozze
e assisti al parto delle cerve?
2Conti tu i mesi della loro gravidanza
e sai tu quando devono figliare?
3Si curvano e depongono i figli,
metton fine alle loro doglie.
4Robusti sono i loro figli, crescono in campagna,
partono e non tornano più da esse.
5Chi lascia libero l'asino selvatico
e chi scioglie i legami dell'ònagro,
6al quale ho dato la steppa per casa
e per dimora la terra salmastra?
7Del fracasso della città se ne ride
e gli urli dei guardiani non ode.
8Gira per le montagne, sua pastura,
e va in cerca di quanto è verde.
9Il bufalo si lascerà piegare a servirti
o a passar la notte presso la tua greppia?
10Potrai legarlo con la corda per fare il solco
o fargli erpicare le valli dietro a te?
11Ti fiderai di lui, perché la sua forza è grande
e a lui affiderai le tue fatiche?
12Conterai su di lui, che torni
e raduni la tua messe sulla tua aia?
13L'ala dello struzzo batte festante,
ma è forse penna e piuma di cicogna?
14Abbandona infatti alla terra le uova
e sulla polvere le lascia riscaldare.
15Dimentica che un piede può schiacciarle,
una bestia selvatica calpestarle.
16Tratta duramente i figli, come se non fossero suoi,
della sua inutile fatica non si affanna,
17perché Dio gli ha negato la saggezza
e non gli ha dato in sorte discernimento.
18Ma quando giunge il saettatore, fugge agitando le ali:
si beffa del cavallo e del suo cavaliere.
19Puoi tu dare la forza al cavallo
e vestire di fremiti il suo collo?
20Lo fai tu sbuffare come un fumaiolo?
Il suo alto nitrito incute spavento.
21Scalpita nella valle giulivo
e con impeto va incontro alle armi.
22Sprezza la paura, non teme,
né retrocede davanti alla spada.
23Su di lui risuona la faretra,
il luccicar della lancia e del dardo.
24Strepitando, fremendo, divora lo spazio
e al suono della tromba più non si tiene.
25Al primo squillo grida: «Aah!...»
e da lontano fiuta la battaglia,
gli urli dei capi, il fragor della mischia.
26Forse per il tuo senno si alza in volo lo sparviero
e spiega le ali verso il sud?
27O al tuo comando l'aquila s'innalza
e pone il suo nido sulle alture?
28Abita le rocce e passa la notte
sui denti di rupe o sui picchi.
29Di lassù spia la preda,
lontano scrutano i suoi occhi.
30I suoi aquilotti succhiano il sangue
e dove sono cadaveri, là essa si trova.
1Sai tu quando figliano le camozze
e assisti al parto delle cerve?
2Conti tu i mesi della loro gravidanza
e sai tu quando devono figliare?
3Si curvano e depongono i figli,
metton fine alle loro doglie.
4Robusti sono i loro figli, crescono in campagna,
partono e non tornano più da esse.
5Chi lascia libero l'asino selvatico
e chi scioglie i legami dell'ònagro,
6al quale ho dato la steppa per casa
e per dimora la terra salmastra?
7Del fracasso della città se ne ride
e gli urli dei guardiani non ode.
8Gira per le montagne, sua pastura,
e va in cerca di quanto è verde.
9Il bufalo si lascerà piegare a servirti
o a passar la notte presso la tua greppia?
10Potrai legarlo con la corda per fare il solco
o fargli erpicare le valli dietro a te?
11Ti fiderai di lui, perché la sua forza è grande
e a lui affiderai le tue fatiche?
12Conterai su di lui, che torni
e raduni la tua messe sulla tua aia?
13L'ala dello struzzo batte festante,
ma è forse penna e piuma di cicogna?
14Abbandona infatti alla terra le uova
e sulla polvere le lascia riscaldare.
15Dimentica che un piede può schiacciarle,
una bestia selvatica calpestarle.
16Tratta duramente i figli, come se non fossero suoi,
della sua inutile fatica non si affanna,
17perché Dio gli ha negato la saggezza
e non gli ha dato in sorte discernimento.
18Ma quando giunge il saettatore, fugge agitando le ali:
si beffa del cavallo e del suo cavaliere.
19Puoi tu dare la forza al cavallo
e vestire di fremiti il suo collo?
20Lo fai tu sbuffare come un fumaiolo?
Il suo alto nitrito incute spavento.
21Scalpita nella valle giulivo
e con impeto va incontro alle armi.
22Sprezza la paura, non teme,
né retrocede davanti alla spada.
23Su di lui risuona la faretra,
il luccicar della lancia e del dardo.
24Strepitando, fremendo, divora lo spazio
e al suono della tromba più non si tiene.
25Al primo squillo grida: «Aah!...»
e da lontano fiuta la battaglia,
gli urli dei capi, il fragor della mischia.
26Forse per il tuo senno si alza in volo lo sparviero
e spiega le ali verso il sud?
27O al tuo comando l'aquila s'innalza
e pone il suo nido sulle alture?
28Abita le rocce e passa la notte
sui denti di rupe o sui picchi.
29Di lassù spia la preda,
lontano scrutano i suoi occhi.
30I suoi aquilotti succhiano il sangue
e dove sono cadaveri, là essa si trova.
[vv. 1-14]
15Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te,
mangia l'erba come il bue.
16Guarda, la sua forza è nei fianchi
e il suo vigore nel ventre.
17Rizza la coda come un cedro,
i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,
18le sue vertebre, tubi di bronzo,
le sue ossa come spranghe di ferro.
19Esso è la prima delle opere di Dio;
il suo creatore lo ha fornito di difesa.
20I monti gli offrono i loro prodotti
e là tutte le bestie della campagna si trastullano.
21Sotto le piante di loto si sdraia,
nel folto del canneto della palude.
22Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici,
lo circondano i salici del torrente.
23Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema,
è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
24Chi potrà afferarlo per gli occhi,
prenderlo con lacci e forargli le narici?
[vv. 25b-32]
[vv. 1-8]
9Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
10La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
11Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
[vv. 13b-14]
[vv. 1-6]
Mem7Non temerà annunzio di sventura,
Nunsaldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Samech8Sicuro è il suo cuore, non teme,
Ainfinché trionferà dei suoi nemici.
Pe9Egli dona largamente ai poveri,
Sadela sua giustizia rimane per sempre,
Kofla sua potenza s'innalza nella gloria.
Res10L'empio vede e si adira,
Sindigrigna i denti e si consuma.
TauMa il desiderio degli empi fallisce.
[vv. 1-12]
1Figlio mio, custodisci le mie parole
e fà tesoro dei miei precetti.
2Osserva i miei precetti e vivrai,
il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi.
3Lègali alle tue dita,
scrivili sulla tavola del tuo cuore.
4Dì alla sapienza: «Tu sei mia sorella»,
e chiama amica l'intelligenza,
5perché ti preservi dalla donna forestiera,
dalla straniera che ha parole di lusinga.
6Mentre dalla finestra della mia casa
stavo osservando dietro le grate,
7ecco vidi fra gli inesperti,
scorsi fra i giovani un dissennato.
8Passava per la piazza, accanto all'angolo della straniera,
e s'incamminava verso la casa di lei,
9all'imbrunire, al declinare del giorno,
all'apparir della notte e del buio.
10Ecco farglisi incontro una donna,
in vesti di prostituta e la dissimulazione nel cuore.
11Essa è audace e insolente,
non sa tenere i piedi in casa sua.
12Ora è per la strada, ora per le piazze,
ad ogni angolo sta in agguato.
13Lo afferra, lo bacia
e con sfacciataggine gli dice:
14«Dovevo offrire sacrifici di comunione;
oggi ho sciolto i miei voti;
15per questo sono uscita incontro a te
per cercarti e ti ho trovato.
16Ho messo coperte soffici sul mio letto,
tela fine d'Egitto;
17ho profumato il mio giaciglio di mirra,
di aloè e di cinnamòmo.
18Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino,
godiamoci insieme amorosi piaceri,
19poiché mio marito non è in casa,
è partito per un lungo viaggio,
20ha portato con sé il sacchetto del denaro,
tornerà a casa il giorno del plenilunio».
21Lo lusinga con tante moine,
lo seduce con labbra lascive;
22egli incauto la segue,
come un bue va al macello;
come un cervo preso al laccio,
23finché una freccia non gli lacera il fegato;
come un uccello che si precipita nella rete
e non sa che è in pericolo la sua vita.
24Ora, figlio mio, ascoltami,
fà attenzione alle parole della mia bocca.
25Il tuo cuore non si volga verso le sue vie,
non aggirarti per i suoi sentieri,
26perché molti ne ha fatti cadere trafitti
ed erano vigorose tutte le sue vittime.
27La sua casa è la strada per gli inferi,
che scende nelle camere della morte.
1Figlio mio, custodisci le mie parole
e fà tesoro dei miei precetti.
2Osserva i miei precetti e vivrai,
il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi.
3Lègali alle tue dita,
scrivili sulla tavola del tuo cuore.
4Dì alla sapienza: «Tu sei mia sorella»,
e chiama amica l'intelligenza,
5perché ti preservi dalla donna forestiera,
dalla straniera che ha parole di lusinga.
6Mentre dalla finestra della mia casa
stavo osservando dietro le grate,
7ecco vidi fra gli inesperti,
scorsi fra i giovani un dissennato.
8Passava per la piazza, accanto all'angolo della straniera,
e s'incamminava verso la casa di lei,
9all'imbrunire, al declinare del giorno,
all'apparir della notte e del buio.
10Ecco farglisi incontro una donna,
in vesti di prostituta e la dissimulazione nel cuore.
11Essa è audace e insolente,
non sa tenere i piedi in casa sua.
12Ora è per la strada, ora per le piazze,
ad ogni angolo sta in agguato.
13Lo afferra, lo bacia
e con sfacciataggine gli dice:
14«Dovevo offrire sacrifici di comunione;
oggi ho sciolto i miei voti;
15per questo sono uscita incontro a te
per cercarti e ti ho trovato.
16Ho messo coperte soffici sul mio letto,
tela fine d'Egitto;
17ho profumato il mio giaciglio di mirra,
di aloè e di cinnamòmo.
18Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino,
godiamoci insieme amorosi piaceri,
19poiché mio marito non è in casa,
è partito per un lungo viaggio,
20ha portato con sé il sacchetto del denaro,
tornerà a casa il giorno del plenilunio».
21Lo lusinga con tante moine,
lo seduce con labbra lascive;
22egli incauto la segue,
come un bue va al macello;
come un cervo preso al laccio,
23finché una freccia non gli lacera il fegato;
come un uccello che si precipita nella rete
e non sa che è in pericolo la sua vita.
24Ora, figlio mio, ascoltami,
fà attenzione alle parole della mia bocca.
25Il tuo cuore non si volga verso le sue vie,
non aggirarti per i suoi sentieri,
26perché molti ne ha fatti cadere trafitti
ed erano vigorose tutte le sue vittime.
27La sua casa è la strada per gli inferi,
che scende nelle camere della morte.
1Figlio mio, custodisci le mie parole
e fà tesoro dei miei precetti.
2Osserva i miei precetti e vivrai,
il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi.
3Lègali alle tue dita,
scrivili sulla tavola del tuo cuore.
4Dì alla sapienza: «Tu sei mia sorella»,
e chiama amica l'intelligenza,
5perché ti preservi dalla donna forestiera,
dalla straniera che ha parole di lusinga.
6Mentre dalla finestra della mia casa
stavo osservando dietro le grate,
7ecco vidi fra gli inesperti,
scorsi fra i giovani un dissennato.
8Passava per la piazza, accanto all'angolo della straniera,
e s'incamminava verso la casa di lei,
9all'imbrunire, al declinare del giorno,
all'apparir della notte e del buio.
10Ecco farglisi incontro una donna,
in vesti di prostituta e la dissimulazione nel cuore.
11Essa è audace e insolente,
non sa tenere i piedi in casa sua.
12Ora è per la strada, ora per le piazze,
ad ogni angolo sta in agguato.
13Lo afferra, lo bacia
e con sfacciataggine gli dice:
14«Dovevo offrire sacrifici di comunione;
oggi ho sciolto i miei voti;
15per questo sono uscita incontro a te
per cercarti e ti ho trovato.
16Ho messo coperte soffici sul mio letto,
tela fine d'Egitto;
17ho profumato il mio giaciglio di mirra,
di aloè e di cinnamòmo.
18Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino,
godiamoci insieme amorosi piaceri,
19poiché mio marito non è in casa,
è partito per un lungo viaggio,
20ha portato con sé il sacchetto del denaro,
tornerà a casa il giorno del plenilunio».
21Lo lusinga con tante moine,
lo seduce con labbra lascive;
22egli incauto la segue,
come un bue va al macello;
come un cervo preso al laccio,
23finché una freccia non gli lacera il fegato;
come un uccello che si precipita nella rete
e non sa che è in pericolo la sua vita.
24Ora, figlio mio, ascoltami,
fà attenzione alle parole della mia bocca.
25Il tuo cuore non si volga verso le sue vie,
non aggirarti per i suoi sentieri,
26perché molti ne ha fatti cadere trafitti
ed erano vigorose tutte le sue vittime.
27La sua casa è la strada per gli inferi,
che scende nelle camere della morte.
[vv. 1-16]
17Porgi l'orecchio e ascolta le parole dei sapienti
e applica la tua mente alla mia istruzione,
18perché ti sarà piacevole custodirle nel tuo intimo
e averle tutte insieme pronte sulle labbra.
19Perché la tua fiducia sia riposta nel Signore,
voglio indicarti oggi la tua strada.
20Non ti ho scritto forse trenta
tra consigli e istruzioni,
21perché tu sappia esprimere una parola giusta
e rispondere con parole sicure a chi ti interroga?
22Non depredare il povero, perché egli è povero,
e non affliggere il misero in tribunale,
23perché il Signore difenderà la loro causa
e spoglierà della vita coloro che li hanno spogliati.
24Non ti associare a un collerico
e non praticare un uomo iracondo,
25per non imparare i suoi costumi
e procurarti una trappola per la tua vita.
26Non essere di quelli che si fanno garanti
o che s'impegnano per debiti altrui,
27perché, se poi non avrai da pagare,
ti si toglierà il letto di sotto a te.
28Non spostare il confine antico,
posto dai tuoi padri.
29Hai visto un uomo sollecito nel lavoro?
Egli si sistemerà al servizio del re,
non resterà al servizio di persone oscure.
1Quando siedi a mangiare con un potente,
considera bene che cosa hai davanti;
2mettiti un coltello alla gola,
se hai molto appetito.
3Non desiderare le sue ghiottonerie,
sono un cibo fallace.
4Non affannarti per arricchire,
rinunzia a un simile pensiero;
5appena vi fai volare gli occhi sopra,
essa gia non è più:
perché mette ali come aquila
e vola verso il cielo.
6Non mangiare il pane di chi ha l'occhio cattivo
e non desiderare le sue ghiottonerie,
7perché come chi calcola fra di sé, così è costui;
ti dirà: «Mangia e bevi»,
ma il suo cuore non è con te.
8Il boccone che hai mangiato rigetterai
e avrai sprecato le tue parole gentili.
9Non parlare agli orecchi di uno stolto,
perché egli disprezzerà le tue sagge parole.
10Non spostare il confine antico,
e non invadere il campo degli orfani,
11perché il loro vendicatore è forte,
egli difenderà la loro causa contro di te.
12Piega il cuore alla correzione
e l'orecchio ai discorsi sapienti.
13Non risparmiare al giovane la correzione,
anche se tu lo batti con la verga, non morirà;
14anzi, se lo batti con la verga,
lo salverai dagli inferi.
15Figlio mio, se il tuo cuore sarà saggio,
anche il mio cuore gioirà.
16Esulteranno le mie viscere,
quando le tue labbra diranno parole rette.
17Il tuo cuore non invidi i peccatori,
ma resti sempre nel timore del Signore,
18perché così avrai un avvenire
e la tua speranza non sarà delusa.
19Ascolta, figlio mio, e sii saggio
e indirizza il cuore per la via retta.
20Non essere fra quelli che s'inebriano di vino,
né fra coloro che son ghiotti di carne,
21perché l'ubriacone e il ghiottone impoveriranno
e il dormiglione si vestirà di stracci.
22Ascolta tuo padre che ti ha generato,
non disprezzare tua madre quando è vecchia.
23Acquista il vero bene e non cederlo,
la sapienza, l'istruzione e l'intelligenza.
24Il padre del giusto gioirà pienamente
e chi ha generato un saggio se ne compiacerà.
25Gioisca tuo padre e tua madre
e si rallegri colei che ti ha generato.
26Fà bene attenzione a me, figlio mio,
e tieni fisso lo sguardo ai miei consigli:
27una fossa profonda è la prostituta,
e un pozzo stretto la straniera.
28Essa si apposta come un ladro
e aumenta fra gli uomini il numero dei perfidi.
29Per chi i guai? Per chi i lamenti?
Per chi i litigi? Per chi i gemiti?
A chi le percosse per futili motivi?
A chi gli occhi rossi?
30Per quelli che si perdono dietro al vino
e vanno a gustare vino puro.
31Non guardare il vino quando rosseggia,
quando scintilla nella coppa
e scende giù piano piano;
32finirà con il morderti come un serpente
e pungerti come una vipera.
33Allora i tuoi occhi vedranno cose strane
e la tua mente dirà cose sconnesse.
34Ti parrà di giacere in alto mare
o di dormire in cima all'albero maestro.
35«Mi hanno picchiato, ma non sento male.
Mi hanno bastonato, ma non me ne sono accorto.
Quando mi sveglierò? Ne chiederò dell'altro».